la montagna - Assemblee di Dio in Italia

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la montagna - Assemblee di Dio in Italia
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Mensile delle Chiese Cristiane Evangeliche
Assemblee di Dio in Italia
Anno XXIX n.3 - marzo 2010
osservatorio cristiano
Una sana
amicizia
Tutti noi vorremmo avere
qualche buon amico, qualcuno
a cui aprire il cuore senza paura
di essere giudicati.
Ci sono tre tipi di amici nella vita:
Amici per una stagione. Sono quegli amici che ci stanno
affianco per un tempo che può
essere la gioventù, la vecchiaia,
un periodo particolare della vita… Poi si cambia residenza, si
cambia attività, si cambia atteggiamento… e quell’amicizia finisce.
Amici per una ragione. Sono
quelle amicizie che si creano per
uno scopo, per un motivo particolare che può essere il lavoro,
le vacanze, gli interessi comuni… Quando lo scopo, la ragione, viene meno, quell’amicizia
diventa un ricordo del passato.
Amici per la vita. Questi sono gli amici che hanno provato
il loro amore e la loro lealtà nel
corso degli anni, che sono rimasti tali in tutte le stagioni, che
hanno superato anche le ragioni. Sono coloro che evidenziano
il meglio di noi e minimizzano il peggio. Amici per una stagione, amici per una ragione se
ne possono avere tanti, ma amici per la vita se ne hanno pochi,
molto pochi.
Un vero amico è colui che
vuole il meglio, crede il meglio,
trae fuori il meglio da te e dalla
tua amicizia.
Può anche darsi che qualcuno
CristianiOggi
Ostacoli o opportunità?
attualità
LA MONTAGNA
Immagina che ti venga
chiesto di scalare un altissimo
costone roccioso da superare
necessariamente con corde,
chiodi e piccozze, quali unici
mezzi per raggiungere la meta.
Le gambe forse ti tremerebbero e, dopo i primi metri di
scalata, di sentiresti in preda
alla paura, all’ansia…
Ma se una guida ti insegnasse
come piantare i chiodi e usare
la picozza, istruendoti sul giusto appoggio delle mani, allora
potresti scalare quella vetta.
Quante sono le montagne che
non avrà mai un vero amico tra
gli esseri umani, ma lasciati dire che Gesù è il miglior amico
che possa esserci e che Lui desidera essere il tuo migliore amico. Gesù ti accetta come sei.
Vieni a Lui, permettiGli di
purificarti e farti del bene. Gesù si attende che tu dia il meglio.
Egli ha fiducia in te e non si
gira dall’altra parte a causa dei
tuoi passati fallimenti. Gesù ti
corregge e ti aiuta a migliorarti
senza condannarti.
Gesù non ti abbandonerà mai
e non dirà mai che tu sei un caso senza speranza: “...Ecco, io
sono con voi tutti i giorni, sino
si ergono davanti a noi durante
la nostra vita, tanto da riconoscere la nostra incapacità a
scalarle il bisogno di una guida
che ci insegni come fare, precedendoci!
Dio è la guida per affrontare
ogni “montagna” della vita.
Non lasciamoci impressionare:
, guardiamo più in alto, guardiamo a Cristo, “Colui che crea
la fede e la rende perfetta” (Ebrei
12:2).
Caro amico, come supererai
la montagna delle difficoltà che
è di fronte a te?
alla fine dell’età presente” (Vangelo di Matteo 28:20); e, ancora: “Dio stesso ha detto: Io non
ti lascerò e non ti abbandonerò”
(Lettera agli Ebrei 13:5).
Io voglio Gesù per amico,
perché Egli è un amico fedele
e rimane tale nella vita e anche
nella morte.
Egli è vicino a te, alla portata della tua preghiera. Gli puoi
parlare e, anche in questo momento, puoi iniziare a beneficiare della Sua amicizia. Se oggi
vieni a Lui, Egli ti perdonerà.
Se oggi vieni a Lui, Egli ti libererà. Vieni a Gesù, nessun
amico è come Lui!
Angelo Gargano
C’è Qualcuno pronto ad
aiutarti, a sostenerti e a soccorrerti.
Se ricevi Gesù come Personale Salvatore, lasciando a Lui
solo la guida della tua vita, la
montagna che si erge imponente davanti a te, ostacolando
il tuo cammino, sarà da Lui
appianata.
Forse il monte sarà anche di
fronte a te, ma la fede muove
la mano di Dio che sposterà le
montagne!
l’approfondimento è a pagina 4
io so in Chi ho creduto
Finalmente
libera!
Soffrivo di una terribile solitudine interiore, anche se avevo tutto. Nessuno si accorgeva
della mia sofferenza. Per non
sentire quel vuoto dentro me
caddi nella schiavitù della droga. Per due anni ho seguito il
programma di recupero in una
comunità terapeutica, ma solo
Dio mi ha reso finalmente libera! C’è sempre una via di
uscita, anche dalle situazioni
peggiori; quella Via è Gesù.
a pagina 8
2
marzo 2010
CristianiOggi
c’è un messaggio per te
ATTENZIONE:
FRAGILE
“Fragile, maneggiare con
cura”. Quante volte abbiamo
letto questa frase su un cartone contenente qualcosa di delicato, di frangibile. Bisogna
trattare il pacco con cura, con
attenzione. Anche l’interno
è studiato per attutire i colpi e proteggere il frale contenuto: palle di carta, alette
di polistirolo ne ovattano gli
urti. Grazie a queste accortezze è possibile spedire pezzi di cristalleria, vetro o altro,
anche da un continente all’altro. Purtroppo tutte le precauzioni adottate non sempre
garantiscono che l’oggetto
inviato raggiunga intatto la
destinazione. È stato trattato
con cura, ma non è stato sufficiente: era davvero fragile.
LA FRAGILITÀ DELL’UOMO
Non è forse vero che l’uomo è
altrettanto fragile? Egli ha una
natura delicata, anche se molto
spesso egli se ne dimentica per
poi ricordarselo quando si trova
in un letto di ospedale, o in ogni
altra situazione in cui è esaltata
la sua debolezza.
Ma Dio conosce bene la fragilità umana, infatti, il salmista
afferma: “Poiché egli conosce la
nostra natura; egli si ricorda che
siamo polvere” (Libro dei Salmi
103:14).
Ogni cosa in natura ha il suo
punto di cedimento.
L’uomo che voleva affermare
se stesso e dimostrare la propria
grandezza progettando la torre di Babele con pietre e bitume
(Cfr. Libro della Genesi 11:3), ha
costruito torri mescendo i suoi
concetti e teorie alla sua scienza
e sapienza: esse però erano tutte
destinate a crollare, palesando
così l’insufficienza delle proprie
forze, capacità e possibilità.
Le guerre, le rivoluzioni, il
crollo dei mercati; tutto ciò ci
dimostra la fragilità sociale a livello mondiale dell’intera umanità.
Il divo che distrugge la propria
esistenza con l’alcool e la droga e
giunge al suicidio manifestas la
fragilità dell’essere umano.
I giovani morti in incidenti
automobilistici, a causa dell’alta
velocità dopo aver fatto uso di
alcolici e droghe, che cosa cercavano nello sballo? Una via di
fuga da che cosa?
Tra i giovani sotto i venticinque anni il suicidio è la seconda
causa di morte dopo gli incidenti stradali (oltre quattromila
l’anno). Tutto questo non ci parla di fragilità?
Un giorno Gesù incontrò un
uomo posseduto, che aveva perso completamente il controllo
della propria vita e una terribile
realtà lo dominava.
Il Vangelo di Marco descrive
la condizione interiore ed esteriore di quest’uomo: “...Aveva
nei sepolcri la sua dimora; nessu-
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no poteva più tenerlo legato neppure
con una catena. … Di continuo, notte
e giorno, andava tra i sepolcri e su e
giù per i monti, urlando e percotendosi con delle pietre” (Vangelo di Marco
5:3,5).
Non aveva più una famiglia, un
focolare domestico e passava il suo
tempo facendo del male a se stesso;
aveva solo la capacità di autodistruggersi, percotendosi con quelle pietre,
oggi rappresentabili da droga, alcool
e alta velocità.
Esse creano l’illusione di onnipotenza e conducono verso l’autodistruzione, anticamera di tragiche
fatalità.
La vita di quest’uomo non aveva
alcuna forma: non poteva programmare il suo futuro, non era in grado
di dire “no”, di alzarsi la mattina o
decidere di porre fine a quella triste
situazione; in una sola parola: era
schiavo!
Non aveva e non poteva avere le
forze necessarie per superare il suo
problema; tante persone oggi vivono
le stesse inquietudini senza avere la
forza necessaria per superarli.
marzo 2010
IL DEBOLE DIVENTA FORTE
Dica il debole: «Sono forte!». Gesù è il Signore, il principe della vita.
Quell’uomo posseduto fu liberato
da Cristo: “...E videro l’indemoniato
seduto, vestito e sano di mente, lui che
aveva avuto la legione...” (Vangelo di
Marco 5:15).
Dopo l’intervento del Messia non
corre più come un forsennato, non
urla, non si percuote più, può finalmente controllare la sua mente,
esprimere la propria volontà: egli
può finalmente vivere!
Non è una forza proveniente da capacità o risorsa umana, ma ricevuta
e acquisita da Dio!
L’esperienza della fede non ci lascia nelle stesse condizioni in cui ci
ha trovato, ma produce una radicale
trasformazione: non è un cambiamento prodotto dalla volontà personale né da tecniche e metodi artificiali, ma unicamente dall’intervento
di Dio nella nostra vita.
L’uomo ha bisogno di realizzare la
Presenza salvifica, trasformatrice,
che rinnova e fortifica l’uomo interiore.
Cristo è Colui che può liberare da
ogni legame e schiavitù, perdonare
ogni peccato e donare una vita nuova. Egli ha la forza, la potenza, l’autorità e la volontà di farlo!
L’apostolo Paolo realizzò la propria
fragilità nella malattia fisica, ma aveva trovato la sua forza in Cristo: “Tre
volte ho pregato il Signore perché l’allontanasse da me; ed egli mi ha detto:
«La mia grazia ti basta, perché la mia
potenza si dimostra perfetta nella debolezza». Perciò molto volentieri mi
vanterò piuttosto delle mie debolezze,
affinché la potenza di Cristo riposi su
di me. Per questo mi compiaccio in
debolezze, in ingiurie, in necessità, in
persecuzioni, in angustie per amor di
Cristo; perché, quando sono debole,
allora sono forte”.
Vuoi avere anche tu la stessa forza?
Sebastiano Campo
CristianiOggi
Radioevangelo:
la buona notizia
in tutte le case
Radio Evangelo trasmette programmi
di edificazione e musica cristiana in varie zone di Italia a carattere locale. Ecco
l’elenco delle emittenti locali, alcune delle quali si possono anche ascoltare online dal sito www.assembleedidio.org
EMILIA ROMAGNA
Bologna 88,450 Mhz e 88,300 Mhz,
Rimini 95,00 Mhz
LAZIO
Roma 101,700 Mhz, Colleferro 107,500
Mhz, Rieti 101,950 Mhz, Latina Sonnino
93,500 Mhz, Frosinone 89,300 Mhz,
Sora 89,400, Cassino 89,300 Mhz, Atina
102,800 Mhz, Isola Liri 101,400 Mhz
ABRUZZO
L’Aquila Valle di Roveto 92,600 Mhz
CAMPANIA
Napoli 102,800 Mhz, Monte Faito
102,800 Mhz, Avellino Casalbore 96,300
Mhz, S.Angelo dei Lombardi 91,200
Mhz, Salerno Atena Lucana 88,400
Mhz, Benevento Ponte 88,800 Mhz
CALABRIA
Reggio Calabria 107,700 Mhz, Melito
Porto Salvo 104,300 Mhz, S. Lorenzo
Superiore 101,700 Mhz, Palizzi 104,800
Mhz, Ardore Marina 88,800 Mhz,
Crotone Isola Capo Rizzuto 104,900
Mhz, Caccuri 107,400 Mhz, Catanzaro
Monte Pero 90,500 Mhz, Striano 106,300
Mhz, Satriano Centro 95,00 Mhz
PUGLIA
Bari 91,500 Mhz, Gravina di Puglia
103,500 Mhz. Matera 98,300 Mhz,
Taranto Ginosa 102,300 Mhz
SARDEGNA
Cagliari 101,750 Mhz
SICILIA
Catania 91,00 Mhz, Macchia di Giarre
93,800 Mhz, Praino di Milo 93,400 Mhz,
Acireale 92,500 Mhz, Acireale Piano
D’Api 92,800 Mhz, Messina 99,00 Mhz,
S’Agata di Militello 88,250 Mhz, Naso
91,200 Mhz, Forza D’Angrò 87,500 Mhz,
Trapani Erice 103,00, Salemi 98,900
Mhz, Caltanissetta Gela 104,200 Mhz,
Agrigento Raffadali 98,500 Mhz,
Palermo Misilmeri 99,500 Mhz.
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CristianiOggi
attualità
Ostacoli o opportunità?
LA MONTAGNA
Per montagna si intende un rilievo della superficie terrestre che si
estende sopra il terreno circostante,
in un’area limitata. Per essere definita tale, la sua altezza deve essere di
almeno 600 metri ed il suo aspetto
parzialmente impervio.
La più alta montagna della Terra è
il Monte Everest, di 8.850 metri sul
livello del mare, secondo la misurazione fatta da un satellite.
Con le sue oltre 100 vette superiori ai 7300 metri, l’Himalaya rappresenta la catena montuosa più alta
in assoluto. In lingua tibetana questa cima é indicata come “madre del
mondo”, in lingua indiana come “il
più alto del cielo”: entrambi gli appellativi dimostrano quale importanza abbia tale monte per le popolazioni locali.
Nel 1953 Edmund Hillary, uno scalatore neo zelandese, e Tenzing Norgay, uno scalatore sherpa, furono i
primi uomini a mettere piede sulla
cima del monte Everest.
Da quella data storica in poi, molti
altri hanno compiuto la stessa impresa. Anni fa, ad esempio, 32 rocciatori appartenenti a cinque diverse spedizioni hanno raggiunto la sommità
del monte nello stesso giorno.
UNA MONTAGNA DA SCALARE
Immagina per un attimo che ti
venga chiesto di scalare un altissimo
costone roccioso. Usando una me-
tafora, la cima della montagna o del
costone rappresentano il superamento delle difficoltà, dei problemi.
Immagina che la montagna sia
l’ostacolo che bisogna superare necessariamente e che corde, chiodi e
piccozze siano l’unico mezzo che hai
per raggiungere questa meta. Nessuno di noi si sognerebbe di farlo (a
meno che non siamo degli scalatori
provetti, degli incoscienti o dei folli). Le gambe ci tremerebbero dopo i
primi 3 metri di altitudine, ci sentiremmo in preda alla paura, all’ansia,
allo smarrimento e in ogni caso ci rifiuteremmo.
Se però una guida esperta ci precedesse e noi seguissimo le sue orme,
mostrandoci i punti esatti dove piantare chiodi e piccozze, istruendoci sul come affrontare le insidie del
vento, della fatica, il bilanciamento del giusto appoggio delle mani, le
piccole insenature dove far leva con i
piedi, i punti di roccia friabili da evitare, le giuste pause, la giusta respirazione, allora potremmo scalare la
vetta e nessuna altitudine ci farebbe
più paura.
Continuando con la metafora,
quante montagne durante la nostra
vita si ergono davanti a noi, tanto
da riconoscere la nostra incapacità a
scalarle, a superarle, ad oltrepassarle?
C’è bisogno di una guida, di qualcuno che ci insegni come fare e che
vada davanti a noi.
UNA MONTAGNA TROPPO ALTA
Le difficoltà, che tutti gli uomini
affrontano, qualche volte sono simili
all’Everest, cioè invalicabili.
Davide, l’uomo secondo il cuore di
Dio, ha dovuto affrontare tali situazioni ed un giorno, in uno dei suoi
salmi, si è così espresso: “Dall’estremità della terra io grido a te, con cuore
affranto; conducimi tu alla ròcca ch’è
troppo alta per me” (Salmo 61:2).
Era troppo alta per lui ed è troppo
alta per tutti coloro che, a causa di
problemi, la vedono tale.
Ma Davide non voleva scalarla da
solo, riteneva di non essere in grado di farcela, per questa ragione dirà
al Signore: “Conducimi tu… è troppo
alta per me”.
Il pio giudeo che si trovava fuori dalla Giudea, lontano da Gerusalemme e dal tempio, almeno tre volte l’anno doveva recarsi nella capitale
per adorare Dio.
Il viaggio era lungo e non mancavano le difficoltà, unitamente alla
minaccia costante dei predoni e degli
animali del deserto. Durante il cammino le montagne si ergevano davanti ai pellegrini e la destinazione
sembrava sempre più lontana. Durante questi viaggi cantavano: “Io
alzo gli occhi verso i monti… Da dove
mi verrà l’aiuto? Il mio aiuto vien dal
Signore, che ha fatto il cielo e la terra”
(Salmo 121:1).
L’arrivo dei pellegrini a Gerusa-
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lemme dava loro la stessa sensazione
che provavano coloro che erano arrivati in vetta alla montagna: erano
riusciti a scalarla con l’aiuto del Signore!
LA MONTAGNA E LA FEDE
A conferma della metafora, Gesù
utilizzò la stessa per incoraggiare
i suoi contemporanei e oggi tutti i
credenti di ogni tempo, affinché abbiano fede in Lui e nella Sua Parola,
non solo per superare la montagna,
ma anche per spostarla.
Un giorno, alle prese con un ragazzo posseduto, i discepoli chiesero
a Gesù come mai non erano riusciti a liberarlo; Gesù ebbe a dire: “Se
avete fede quanto un granello di senape, potrete dire a questo monte: “Passa da qui a là,” e passerà; e niente vi
sarà impossibile” (Matteo 17:20).
In un successivo avvenimento, i discepoli rimasero sorpresi di
come un fico che non aveva portato frutto, si fosse seccato alla parola di Gesù. Il Signore aggiunse: “«Io
vi dico in verità: Se aveste fede e non
dubitaste, non soltanto fareste quello che è stato fatto al fico; ma se anche
diceste a questo monte: “Togliti di là e
gettati nel mare,” sarebbe fatto. Tutte le cose che domanderete in preghiera, se avete fede, le otterrete» (Matteo
21:21).
Una preghiera fatta con fede sposta dunque la montagna, la sradica.
Non è affatto vero quel che taluni dicono: “Non importa quel che si
crede: l’importante è che si creda in
qualcosa e si sia sinceri”.
Questo slogan è esplicitato da coloro che si rendono conto dell’esigenza dell’uomo di trovare un punto di riferimento esterno alla realtà
materiale, ma che non sanno individuare i criteri per stabilire se esista
una verità e quale essa sia.
La fede però non ha i contorni vaghi e sfumati, ha contenuti chiari e
ben definiti.
È fede in un Dio personale, che è il
Creatore di tutte le cose e il Sovrano
marzo 2010
dell’universo ed è proprio per la fede
in Lui, nella Sua ispirata Parola, la
Bibbia, che è possibile superare ogni
montagna o addirittura spostarla.
Nei vangeli si legge che dopo la
morte di Gesù, la domenica mattina
molto presto, alcune donne si avviarono al sepolcro per imbalsamare il
Suo corpo.
Sapevano che si sarebbero trovate di fronte ad una pietra “molto grande”, come una “montagna”:
“La mattina del primo giorno della settimana, molto presto, vennero
al sepolcro al levar del sole. E dicevano tra di loro: «Chi ci rotolerà la pietra dall’apertura del sepolcro?» Ma,
alzati gli occhi, videro che la pietra
era stata rotolata; ed era pure molto
grande” (Marco 16:2-4).
Questo passo della Scrittura ci è
d’incoraggiamento nel credere che
il Signore può rimuovere gli ostacoli
dal nostro cammino.
Quella “grande pietra” fu rimossa, trasformandosi in un pulpito dal
quale un angelo splendente proclamò la più bella notizia per la storia
dell’umanità: “Voi, non temete; perché io so che cercate Gesù, che è stato
crocifisso. Egli non è qui, perché è risuscitato come aveva detto; venite a
vedere il luogo dove giaceva” (Matteo
28:2-6).
Caro amico, Dio non solo rimuoverà la montagna mediante la Sua
potenza, ma la trasformerà in un
pulpito glorioso dal quale sarà pro-
CristianiOggi
clamato che il Redentore vive!
Non lasciamoci impressionare
dalle “montagne”, guardiamo più in
alto, guardiamo a Cristo, “Colui che
crea la fede e la rende perfetta” (Ebrei
12:2).
Se ci fermiamo un attimo a considerare la nostra vita, quante montagne si sono presentate davanti a noi:
alte, inespugnabili, imprendibili, ma
colui che è “nato di nuovo” può testimoniare e affermare che per la
grazia di Dio, esse sono ora alle sue
spalle.
E tu, caro amico, come supererai
la montagna delle difficoltà che è di
fronte a te? Consapevole che da solo
non ce la farai, sappi che c’è Qualcuno pronto ad aiutarti, a sostenerti
e a soccorrerti.
Se hai fede in Gesù, se hai fede
nella Scrittura, se ricevi Gesù nel
tuo cuore come Personale Salvatore,
lasciando a Lui solo il comando della tua vita, la montagna che si erge
imponente davanti a te, ostacolante
il tuo cammino, diventerà pianura
come Dio promette nella Sua Parola: «“Non per potenza, né per forza,
ma per lo spirito mio”, dice il Signore degli eserciti. Chi sei tu, o grande
montagna…tu diventerai pianura…”
(Zaccaria 4:6,7).
Il monte è di fronte a te, ma la fede
muove la mano di Dio, sposta le
montagne.
Domenico Modugno
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CristianiOggi
Scopriamo la Parola di Dio
Acquista
nuove forze
“Egli dà forza allo stanco e accresce il vigore a colui che è spossato. I giovani si affaticano e si stancano; i più forti vacillano e cado
sperano nel Signore acquistano nuove forze, si alzano a volo come aquile, corrono e non si stancano, camminano e non si affatic
Per una legge naturale tutte le cose sulla terra hanno bisogno di essere rinnovate. Nessuna cosa continua a vivere per se
stessa. La terra stessa avverte di tanto in
tanto il bisogno di sentirsi ricreata; Dio
che conosce perfettamente i suoi bisogni
manda il suo Spirito… e rinnova la faccia
della terra (cfr. Salmo 104:30). Perfino gli
alberi, che non si consumano per gli affanni vengono rinnovati dalla pioggia del
cielo e resi saldi.
Questa realtà appartiene anche a noi
cristiani. Le circostanze della vita spesso
ci stancano, ci consumano, indeboliscono la nostra radice spirituale e non ci permettono di ricevere ciò che è necessario
per la nostra sopravvivenza; è in questi
momenti che abbiamo bisogno di “nuove forze”.
L’esistenza umana non è sostenibile senza il rinnovamento divino. È naturale
che quando avvertiamo stanchezza fisica, dopo una giornata faticosa di lavoro,
vorremmo sederci di fronte ad una tavola imbandita di cibi buoni e sostanziosi
per poter riprendere le nostre forze. Altre
volte ci capita di avere una eccessiva stanchezza che non abbiamo neppure voglia
di mangiare, e alla tavola preferiamo il
letto. Questo non deve avvenire nella nostra vita spirituale; quando siamo stanchi
ricordiamoci che Dio apparecchia una ta-
vola imbandita per tutti noi, dove i cibi,
preparati “nella sua cucina”, sono in grado di dare nuove forze alla nostra anima e
anche al nostro corpo! Com’è necessario
alimentare il nostro corpo con ogni sorta
di cibo, così dobbiamo sostenere la nostra
anima nutrendola con la meditazione della Parola di Dio e con la pratica dei Suoi
comandamenti. Le nostre forze vengono
meno quando trascuriamo di meditare la
Bibbia, la benedetta Parola di Dio!
Se non possiamo fare a meno della
compagnia quotidiana del Maestro, la nostra vita dipenderà interamente da Lui,
come l’erba e i fiori dipendono dalla rugiada.
Senza il ristoro celeste e costante non
possiamo resistere alle continue tentazioni del diavolo e alle debolezze della nostra
natura umana. È la Sua Parola che ci darà
forza!
La nostra vita non sarà esonerata da
momenti difficili e particolari. Potrà capitare di trovarsi in situazioni delicate senza
il conforto e il sostegno della persona più
vicina; ma Gesù, che si è fatto uomo per
noi, potrà fare la differenza donandoci la
vera pace che solo Lui può dare: “Vi lascio
pace; vi do la mia pace. Io non vi do come
il mondo dà. Il vostro cuore non sia turbato e non si sgomenti” (Vangelo di Giovanni 14:27).
Caro lettore, non è consolante aggrapparsi a queste meravigliose parole? Le Sue
promesse sono in grado di produrre serenità e vera pace al nostro cuore. Egli che
rialza lo stanco, potrà dare “nuove forze” a
tutti coloro che Gliele chiedono.
Gesù ha avvertito che ogni nostra giornata presenterà il suo affanno (Vangelo
di Matteo 6:34). Nella Scrittura troviamo
scritto di non angustiarci di nulla , ma
“in ogni cosa” di far conoscere le nostre richieste a Dio, in preghiere e suppliche, accompagnate da ringraziamenti (cfr. Lettera ai Filippesi 4:6). Se sei stanco e deluso
e magari solo e abbattuto, porta i tuoi pesi
a Colui che “giorno per giorno porta per
noi il nostro peso, il Dio della nostra salvezza” (Salmo 68:19).
A quanti sono “schiacciati” dai propri
pesi Gesù rivolge un invito meraviglioso:
“Venite a me, voi tutti che siete affaticati e
oppressi, e io vi darò riposo!” (Vangelo di
Matteo 11:28).
Non commettiamo l’errore di rifiutare
il riposo offertoci, lasciamo che la nostra
vita sperimenti le “acque tranquille” del
Salmo 23 e scopriremo il miracolo di improvvise nuove forze, che ci permetteranno di continuare ad andare avanti senza
perderci d’animo.
Numerose sono le Sue promesse che
troviamo nella Bibbia, e in ogni circo-
un libro alla volta
Mondanità
Il libro è un semplice strumento, utile ad esaminare con
dovizia l’importante argomento della mondanità.
Un libro dai toni decisamente chiari, pratici e, soprattutto, biblici.
Gli scrittori che hanno dato il proprio contributo per approfondire un tema così delicato e, allo stesso tempo, stringente, lo hanno fatto con attenzione e sapienza.
Chi si diletterà nella lettura scoprirà, infatti, che l’argomento non è affrontato e sviluppato soltanto attraverso
un’analisi profondamente dottrinale ma con il cuore, facendo riferimento a testimonianze ed esperienze di chi, ol-
tre ad essere insegnante, è anche padre ed amico.
Seppure esposto con estrema
franchezza, il libro non scade nel legalismo, ma prende in esame il tema senza paura di urtare l’eventuale
suscettibilità del lettore al riguardo.
Il libro tocca parti sensibili, mette il proverbiale “dito nella piaga”;
non lo fa certo per ferire, ma per sanare, grazie al balsamo
della Parola e l’unguento dello Spirito Santo.
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CristianiOggi
Uniti
nel
Signore
ono; ma quelli che
cano” (Isaia 40:29-31)
stanza esse si impongono positivamente
per darci inarrestabili
nuove risorse, perché
possiamo proseguire il nostro cammino
verso la mèta eterna:
“Vi ho scritto queste cose perché sappiate che avete la vita
eterna, voi che credete nel nome del Figlio
di Dio” (1 Lettera di
Giovanni 5:13).
Andiamo avanti fiduciosi in un mondo
dove le risorse morali
e spirituali sono inesistenti, perché “ancora un brevissimo tempo e Colui che deve
venire verrà e non tarderà; ma il mio giusto per fede vivrà; e se
si tira indietro l’anima mia non lo gradisce” (Lettera agli Ebrei
10:37-38). Mentre Lo
aspettiamo, facciamo, in Lui, “acquisto” di nuove forze!
Gennaro Chiocca
Mondanità
C. F. Mahaney
da richiedere
a ADI-Media,
Via della Formica, 23
00155 Roma
tel. 06.2284970
fax 06. 2251432
e-mail:
[email protected]
Il matrimonio originariamente è stato concepito come l’unione tra un uomo e una donna
(monogamia), i quali dovevano appartenere allo
stesso gruppo etnico e sociale (endogamia).
La società odierna vorrebbe modificare l’ordine divino e inserire altre formule di matrimonio. Vi sono nazioni che hanno effettivamente
legalizzato il matrimonio tra persone dello stesso sesso, aprendosi alle cosiddette “unioni alternative”. Tante altre sono indirizzate per questa
linea completamente opposta a quella tracciata dalla Scrittura. Dio non approva certe unioni, ribadendo alcuni concetti fondamentali da
mantenere, se si vuole realizzare la benedizione
che scaturisce da questo sacro vincolo. Oggi vi
sono tanti nemici del matrimonio. È opportuno
ricordare che:
Il matrimonio è stato istituito da Dio
Da tutto l’insegnamento biblico comprendiamo che Dio è favorevole al matrimonio, è stato
Lui, infatti, a istituirlo.
Dopo aver creato l’uomo e la donna, desiderò che fossero “una sola carne” (Vangelo di Marco 10:6).
Il primo matrimonio presente nella Bibbia
fu quello celebrato tra Adamo ed Eva, il Signore partecipò a quest’unione ponendo la donna
al fianco d’Adamo come compagna indivisibile,
l’unica in grado di completarlo ed aiutarlo nelle
vicissitudini della vita, ecco perché Dio la chiamò “l’aiuto convenevole”.
Il matrimonio è un legame che Dio ama talmente da utilizzarlo come esempio della Sua relazione con la Chiesa.
Questa figura, frequentemente usata nell’Antico Testamento, viene palesata nel Nuovo, dove
Cristo è presentato come lo Sposo e la chiesa come la sposa, o meglio la fidanzata, che vive
nell’attesa.
Il matrimonio è un’unione indissolubile
Sia nell’Antico sia nel Nuovo Testamento appare chiaro questo concetto: “Perciò l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e saranno una stessa carne” (Libro della
Genesi 2:24)
L’uomo e la donna, una volta sposati, appaiono
un corpo solo al davanti a Dio.
Le circostanze più disparate che la coppia dovrà affrontare dopo il matrimonio, non dovranno costituire ragione di crisi, bensì uno stimolo
in più per rafforzare questo vincolo facendo affidamento nell’aiuto di Dio. Nessuna circostanza, nessun uomo deve intromettersi per separare questo legame. Gesù disse: “Così non sono più
due, ma una sola carne; quello dunque che Dio ha
unito, l’uomo non lo separi”(Marco 10:6-9).
Il matrimonio è un patto
Il patto esprime un accordo, una relazione fra
più parti.
Chi si sposa si sta impegnando verso il proprio
coniuge e questo impegno lo deve mantenere nel
tempo, in fedeltà, con amore e comprensione.
Il termine “marito”, utilizzato nell’Antico Testamento, in ebraico si traduce “heber”, che deriva da “hbr” che significa comunione, patto, impegno. Possiamo quindi dedurre che il coniuge
è colui che prende un impegno, non solo al cospetto degli uomini, ma principalmente davanti a Dio. Come è scritto: “Perché il Signore è testimone fra te e la moglie della tua giovinezza… la
tua compagna, la moglie alla quale sei legato da
un patto” (Libro di Malachia 2:14).
Secondo il concetto biblico, il legame coniugale vede come perno portante l’amore, realizzato
dal comune sentimento verso il Signore.
Gesù disse: “Se una casa è divisa in parti contrarie, quella casa non potrà reggere” (Vangelo di
Marco 3:25). Rimane attuale il consiglio di Dio a
cercare “l’aiuto convenevole” tra quanti condividono la salvezza in Cristo.
L’impazienza nell’attendere Dio che provveda la persona giusta è indice di poca fede; al momento opportuno Egli stesso provvederà il meglio per quanti Lo amano.
Il matrimonio non è retto dalla presenza di
beni materiali ma dalla presenza di Dio, come
è scritto: “È meglio un tozzo di pane secco con la
pace, che una casa piena di carni con la discordia”
(Libro dei Proverbi 17:1).
Il Suo amore sempre trionfante abbonda nelle
coppie che hanno come capo e consigliere Cristo.
Gianpaolo Santoro
8
marzo 2010
CristianiOggi
io so in Chi ho creduto
Finalmente libera!
Mi chiamo Maria e ho 42
anni. Fin da bambina ho conosciuto dei cristiani evangelici perché passavo le mie vacanze estive in Sicilia, a casa della
famiglia di mia cognata, e ogni
domenica, quando ero lì, andavamo insieme al culto. Già da
allora sentivo che c’era differenza tra la religiosità che mi era
stata imposta e la libertà che si
respirava in quella comunità.
Soffrivo di una terribile solitudine interiore; anche se ricevevo tutto quello di cui avevo
bisogno: vestiti, giocattoli, vacanze, nessuno si accorgeva
della mia sofferenza.
Questo mi portava a stare molto fuori di casa per non
sentire il vuoto che avevo dentro di me.
In quegli anni era molto facile trovare la droga, soprattutto
l’eroina; a 14 anni già mi “bucavo”. Andai avanti così in una
progressione di compromessi,
furti, bugie, tradimenti… fino
a diventare una spacciatrice per
procurami la dose di droga.
“La via, la verità
e la vita...”
Se hai ricevuto in dono questa copia di Cristiani Oggi forse ti sei posto alcune domande riguardo il messaggio proposto dagli articoli di questo numero. Molte sono le risposte che
potrebbero essere fornite in merito ai quesiti che ti poni, ma la
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solamente nella Parola di Dio.
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di Giovanni compila questo coupon, ritaglialo lungo la linea
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M010
Quando mi arrestarono, essendo ancora una minorenne,
fui costretta a chiamare uno
dei miei fratelli per uscire dalla Questura. Così a casa scoprirono che ero una tossicodipendente ma, per non dare un
dolore ai miei genitori, non li
informarono, cercando di aiutarmi con dei medicinali; appena allentarono l’attenzione io
ricominciai peggio di prima.
Dopo qualche mese arrestarono anche il mio compagno
e io rimasi senza droga; stavo
malissimo e non avevo i soldi
per comprarmi l’eroina. Allora
i miei genitori scoprirono tutto;
fu terribile! Mio padre piangeva, mia madre si disperava… si
sentivano impotenti davanti alla situazione senza via d’uscita.
Per due anni seguii il programma di recupero in una comunità terapeutica, ottenendo grandi risultati grazie al sostegno
della mia famiglia. Mi liberai
dalla schiavitù della droga.
Conobbi mio marito e dopo sette anni ebbi la mia prima
figlia, tanto desiderata contro il parere dei medici a causa
dell’epatite contratta nel periodo di tossicodipendenza.
Quando mio fratello maggiore si convertì all’Evangelo
rimasi profondamente colpita dal suo cambiamento e, per
dimostrare a me stessa che non
c’era bisogno di cambiare chiesa per stare in pace con Dio, ricominciai ad andare a messa.
Ma uscivo ancora più vuota di
come ero entrata. Accettai l’invito di mio fratello di andare a
un culto evangelico.
Entrai in Chiesa convinta
che nulla avrebbe cambiato la
mia idea.
Mi sedetti su una panca e le
sorelle in fede mi si strinsero
intorno; cercai invano di resistere alla presenza del Signore
e, al secondo inno cantato dal
coro, mi si aprì il cuore e Gesù mi avvolse in un abbraccio d’amore così intenso che
adorai Dio con tutto il mio
cuore. Ero finalmente libera
dalla solitudine!
Il Signore era lì per salvarmi.
Uscii da quel culto con una
grande gioia nel cuore e dopo
un anno e mezzo decisi di scendere nelle acque battesimali per
fare il patto con Dio.
Con la preghiera molte cose
in questi anni sono cambiate;
oggi posso godere liberamente
della comunione fraterna anche
insieme a tutta la mia famiglia.
Il Signore ha cambiato completamente il mio modo di
pensare e di vivere, non do più
niente per scontato e ogni giorno Lo ringrazio per la vita che
mi dà.
Il Signore, che “onora sempre quelli che lo onorano”, non fa
mancare le Sue risposte alle mie
preghiere e, in questi anni, ha
fatto grandi cose nella mia vita:
mi ha guarita miracolosamente dall’epatite, si è preso cura di
me in ogni aspetto della vita,
ma soprattutto io Lo sento vivo
nel mio cuore.
C’è sempre una via di uscita,
anche dalle situazioni peggiori
e quella Via è Gesù, la Via della
vera libertà: “Conoscerete la
verità, e la verità vi farà liberi” (Vangelo di Giovanni 8:32).
Maria
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