Stampa Estera, l`Italia di successo

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Stampa Estera, l`Italia di successo
Progetto Interesse Nazionale
Stampa Estera, l’Italia di successo
Settima sintesi dei risultati
Analisi del periodo compreso
dal 1° agosto al 15 novembre 2009
© Questo documento è stato realizzato in esclusiva per Aspen Institute Italia
Stampa Estera, l’Italia di successo – Periodo 1° agosto – 15 novembre 2009
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Presentazione del lavoro
Il presente documento intende sintetizzare l’immagine dell’Italia apparsa sui principali giornali
stranieri negli ultimi tre mesi, dal 1° agosto al 15 novembre 2009.
L’aspetto più rilevante è stata la scelta degli osservatori internazionali di descrivere il Paese
attraverso i suoi protagonisti. Questo orientamento è stato particolarmente evidente in ambito
economico. Di fronte a un ridursi generale delle segnalazioni di imprese italiane, anche i grandi
gruppi come Fiat, Eni o le marche della moda, sono stati presentati attraverso le figure di vertice.
A una simile personalizzazione dell’economia, ha fatto seguito in campo culturale una forte
caratterizzazione di artisti e intellettuali. Insigniti di prestigiosi riconoscimenti stranieri o celebrati
da importanti mostre internazionali, hanno offerto un’immagine del Paese ricercata e complessa. In
particolare, si sono messi in luce i letterati: non soltanto autori affermati, ma anche scrittori
emergenti, che vengono proposti ora a un più ampio pubblico di lettori.
Una ulteriore considerazione riguarda il numero di segnalazioni registrate in questo trimestre.
Mentre l’interesse dei giornali europei e americani per il Paese resta pressoché costante, le testate
extraeuropee gli hanno dedicato molto meno spazio, concentrandosi poco anche sulle mostre e le
rassegne d’arte (di solito centro d’interesse primario).
Descrizione della metodologia, con dati aggiornati
Il monitoraggio ha preso in considerazione ogni giorno, dal 1° aprile 2007, la rappresentazione
dell’Italia offerta dalle più autorevoli testate straniere (l’elenco è consultabile nelle ultime pagine).
Nell’arco di 30 mesi sono stati esaminati più di 8500 articoli, suddivisi in tre categorie:
- “Italian Business”, riferita ai giudizi sulle aziende italiane e sulla politica economica del Paese;
- “Italian Culture / Italian Life” che segue invece gli aspetti culturali, sociali, paesaggistici e,
dunque, turistici della Penisola;
- “People from Italy”, una sezione dedicata ai ritratti e agli scritti dei nostri connazionali.
È stato deciso invece di non considerare i giudizi di carattere strettamente politico. Sulla parte
pubblica del sito dell’Aspen sono finora comparse oltre 1900 segnalazioni, selezionate in base alla
rilevanza dei temi.
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Le segnalazioni dalla stampa internazionale
Fiat alza il sipario in America. Un successo del management italiano.
Quando il principale giornale economico francese, Les Echos, descrive la presentazione del piano
industriale di Fiat per il gruppo Chrysler e inizia la propria cronaca con “il grande giorno è arrivato”
(edizione del 4 novembre) è chiaro a tutti come lo staff di Sergio Marchionne sia riuscito a
catalizzare l’interesse dei commentatori internazionali.
In un mercato come quello dell’auto, che soltanto nelle ultime settimane ha iniziato a dare segnali di
ripresa, “Fiat ha giocato la carta della trasparenza, non nascondendo i problemi di riassetto del
gruppo americano, ma annunciando un dettagliato piano di rilancio e comunicando l’intenzione di
render pubblica la situazione economica ogni trimestre, come se Chrysler fosse quotata in Borsa”
(Les Echos del 4 novembre). Questo per rassicurare gli investitori, ma anche per dare l’impressione
di un cambio di rotta, simbolicamente rappresentato dal cambio di logo della controllata
statunitense.
“Fiat punta a reintrodurre sul mercato americano il proprio marchio, assente dal 1984, e quello di
Alfa Romeo” riportava il New York Times del 28 ottobre. La notizia in sé non avrebbe rappresentato
una novità, se non fosse seguito un commento eloquente: “Il gruppo Chrysler non ha bisogno di
proporre nuovi marchi, ma può certamente inserire case che oggettivamente rappresentano un
unicum, come Fiat e Alfa Romeo. Quest’ultima, ad esempio, comunica un messaggio unico agli
acquirenti americani. Non esiste nulla di simile negli Stati Uniti”.
Il quotidiano newyorchese va comunque al nocciolo del problema fin dal titolo quando domanda se
Chrysler possa convincere il mercato nazionale ora che è percepita come una propaggine di Fiat. La
risposta sembra affermativa poiché scrive “Chrysler e Dodge (il secondo marchio del gruppo,
N.d.R) sono oggi due brand danneggiati, da ricostruire. Gli americani saranno più interessati alle
proposte di Fiat e Alfa Romeo che a quelle delle case automobilistiche a loro familiari”.
Da parte dei vertici di Fiat l’obiettivo ultimo sembra essere, comunque, il rilancio dell’offerta di
modelli americani, con un rinnovamento radicale della gamma proposta: “Le vendite della 500 e il
ritorno della scuderia Alfa Romeo non potranno da sole risollevare le sorti del terzo gruppo
dell’auto statunitense”, sottolinea Les Echos nella citata edizione.
Il rafforzamento dei brand italiani messo in campo dal Lingotto è però essenziale per questa
strategia e, sulla stampa straniera, non trova che opinioni favorevoli. Il quotidiano spagnolo El
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Mundo, il 7 settembre, ha dedicato un’intera pagina al racconto della storia del rilancio Fiat,
divenuta ormai una tipica case history di successo. “Una vicenda simbolicamente segnata dalla
frase del presidente Luca Cordero di Montezemolo che nel 2006, nel presentare la fortunata Grande
Punto, affermò ‘Fiat è tornata’ ” (El Mundo del 7 settembre).
Le novità del settore moda in Italia
La stampa internazionale ha accolto col tradizionale favore le scelte degli stilisti italiani e una
stagione segnata da non poche novità. Al di là dell’apprezzamento per storici marchi come ad
esempio Ferré, Fendi o Missoni (il primo sull’International Herald Tribune del 12 settembre, gli
altri sullo stesso giornale il 29 settembre), alcune case di moda si sono messe in luce per la propria
capacità di innovare.
Il New York Times, in questo senso, ha dedicato un lungo articolo a Brioni “il sarto dei principi, che
punta sul casual”. Una vera rivoluzione per un marchio che aveva fatto dell’abbigliamento formale
la sua cifra stilistica e che ora decide di mutare la propria strategia. “È una provocazione al mercato:
dimostra che possiamo fare tutto” afferma l’amministratore delegato Andrea Perrone: l’idea sembra
essere corretta dato che “i ricavi dell’abbigliamento informale, in tre anni, rappresentano ormai il
40% dei ricavi del gruppo. Soltanto tre anni fa erano fermi al 15%” (The New York Times dell’11
agosto).
Il gruppo Tod’s ha scelto una strada opposta, ribadendo l’esclusività del proprio marchio. “Il patron
Diego Della Valle sembra aver concepito la miglior trovata di marketing della stagione”, almeno
secondo La Tribune del 15 settembre. Il quotidiano economico francese riporta la scelta di usare
come testimonial alcuni nobili italiani, “invitando a scoprire il ricercato stile di vita italiano,
rappresentato dal ‘popolo del mocassino’”. Per sottolineare la portata dell’iniziativa il giornale la
paragona ad altre due storiche campagne di Tod’s: la prima con interprete Gianni Agnelli, la
seconda con gli attori di Hollywood.
Chi del marketing innovativo ha sempre fatto il suo motivo di successo è stato Yoox, divenuto
ormai il principale sito per la vendita di moda italiana su internet e che ora è intenzionato a quotarsi
a Piazza Affari. “Yoox ha un potenziale illimitato. Abbiamo il vantaggio di chi si è mosso per
primo” affermava il fondatore Federico Marchetti nell’articolo che il Wall Street Journal del 10
settembre ha dedicato alla sua azienda.
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Così come Yoox, anche Trussardi, l’ultimo gruppo di moda che si è messo in luce in questo
trimestre, ha un vertice molto giovane. Le Monde del 30 agosto ripercorreva in dettaglio la recente
strategia del gruppo oggi guidato da Beatrice Trussardi. “Crisi o no – recita l’articolo – la giovane
manager ha deciso di aprire numerose nuove boutique negli ultimi mesi; due soltanto a Parigi”.
Secondo l’imprenditrice “le difficoltà finanziarie internazionali minano i grandi gruppi, ma possono
favorire le società medie o piccole”.
Nonostante questi esempi positivi, lo scorso 27 settembre, alla fine della Settimana della moda
milanese, la credibilità internazionale delle sfilate italiane ha subito un duro attacco. Un articolo
apparso sull’International Herald Tribune definiva gli abiti proposti come “vestiti da velina”,
inutilmente provocatori e volgari.
Questa circostanza ha messo in luce il potere mediatico di alcune testate internazionali: un giudizio
così impietoso a firma della celebre giornalista inglese Suzy Menkes ha rischiato di connotare
negativamente la sette giorni meneghina, al di là del valore reale dei modelli apparsi in passerella.
La personalizzazione dell’economia
Negli ultimi tre mesi la stampa straniera ha descritto l’economia italiana principalmente attraverso il
racconto dei suoi protagonisti. Così come già ravvisato nel caso di Fiat o del comparto moda, la
caratterizzazione di imprenditori e vertici aziendali è stata la scelta preponderante nell’affrontare i
vari settori industriali.
In ambito energetico, ad esempio, a un Wall Street Journal (3 novembre), che descriveva l’Eni
come leader del consorzio di società interessate ai giacimenti iracheni di Zubair, corrispondeva un
Financial Times (16 ottobre) che ha deciso di raccontare la strategia del gruppo attraverso un
ritratto-intervista del suo amministratore delegato Paolo Scaroni.
Lo stesso è avvenuto nel settore bancario, dove gli istituti di credito italiani hanno ricevuto meno
attenzione del solito da parte dei quotidiani, mentre grande risalto è stato dato al Governatore della
Banca d’Italia Mario Draghi. Il banchiere, già messosi in luce come presidente del Financial
Stability Board (The Wall Street Journal del 25 settembre) è visto come probabile successore di
Jean-Claude Trichet al vertice della Banca centrale europea. Ne sembra convinta in particolare la
stampa tedesca: Frankfurter Allgemeine Zeitung, Handelsblatt, Die Welt del 30 settembre e
Suddeutsche Zeitung del 1° ottobre.
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Lo stesso meccanismo si è verificato in occasione della nomina di Ettore Gotti Tedeschi a
presidente dello Ior (Handelsblatt del 25 settembre e Gulf News del 26 settembre). Ad approfondire
l’argomento è stato però soprattutto El Pais (23 settembre) che, dopo aver sottolineato la solidità del
curriculum dell’ex numero uno del Banco Santander in Italia, ha evidenziato come la sua nomina
migliorerà la gestione dell’Istituto.
Lo stratagemma della personalizzazione è stato usato anche dalla tedesca Süddeutsche Zeitung nel
descrivere la situazione attuale dei produttori italiani di olio d’oliva. L’occasione è stata offerta da
un articolo su Massimo Gargano, presidente di Unaprol, il corsorzio olivicolo italiano, costituito da
Coldiretti e Confagricoltura, che rappresenta gli interessi di circa 750mila imprese. “Alle eccellenze
dei nostri territori – ha commentato Gargano – è mancato in passato un marchio unico che
consentisse al consumatore di riconoscere sul mercato il vero prodotto italiano. ‘100% italian olive
oil’ è la prima società di filiera volta a tutelare le oltre 250mila tonnellate di oli extravergini italiani,
e a distinguerle dalle 300mila di produzione straniera. Questo consentirà una migliore visibilità e
penetrazione di mercato”.
Il quotidiano di Monaco ha raccontato allo stesso modo il 5 novembre anche i buoni risultati del
gruppo Illy, con un’intervista al patron dell’azienda, Andrea Illy. Il gruppo triestino ha raggiunto un
accordo con bar e caffetterie indipendenti negli Stati Uniti, che si sono impegnati a servire
esclusivamente caffè Illy.
Letteratura italiana
Gli autori celebri
“Una penna erudita e sensibile, che sa rendere omaggio in maniera completa e accurata ai suoi
maestri”. Il 18 settembre Le Monde descrive così il talento dello scrittore e intellettuale triestino
Claudio Magris, in occasione della pubblicazione in Francia del suo saggio “Lontano da dove?
Joseph Roth e la tradizione ebraico-orientale”. A lui si sono poi dedicati i quotidiani tedeschi,
perché il 18 ottobre scorso Magris è stato premiato a Francoforte con il Friedenspreis
(riconoscimento conferito dall’Associazione dei librai tedeschi agli intellettuali che hanno offerto
un contributo importante alla pace). Ne hanno parlato, tra il 10 e il 19 ottobre, la Süddeutsche
Zeitung e Die Welt, presentando le opere più significative di Magris e sottolineando come “nessun
altro si sia dedicato con tanta passione al problema della convivenza e dell’interazione tra culture
diverse”.
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Oltre al germanista triestino, nel periodo di analisi la stampa estera ha dato ampio spazio a
numerose personalità della cultura e dell’arte italiana. Il 27 agosto The Australian ha dedicato due
pagine a Vincenzo Cerami, che nella lunga intervista ha sottolineato il potere della lettura, “una
forza irresistibile che permette alle persone di adottare nuove prospettive e divenire più tolleranti
verso la complessità della vita”.
L’8 settembre è stata la volta di Umberto Eco sulla Süddeutsche Zeitung. Il quotidiano di Monaco
ha presentato la traduzione del saggio “Non sperate di liberarvi dei libri”, con cui “il celebre
romanziere bolognese conferma il suo amore per il libro stampato che, rispetto al formato
elettronico, racchiude in sé già tutte le perfezioni”. Il 2 novembre inoltre Der Spiegel ha pubblicato
una intervista al celebre semiologo scelto dal museo del Louvre come ‘curatore ospite’, che ha
inaugurato il 7 novembre una mostra intitolata “Vertige de la liste”.
La testata di Monaco il 7 settembre ha poi presentato il libro di Andrea Camilleri “Voi non sapete :
gli amici, i nemici, la mafia, il mondo nei pizzini di Bernardo Provenzano”, tradotto e pubblicato in
Germania quest’anno.
Agli autori viventi, si affiancano poi i riferimenti a scrittori e intellettuali ormai classici, come
Norberto Bobbio (Süddeutsche Zeitung del 17 ottobre), Oriana Fallaci (El Mundo del 23 ottobre) e
Curzio Malaparte (Frankfurter Allgemeine Zeitung del 24 ottobre).
I nuovi talenti
“Un uso raffinato della lingua per descrivere il mondo femminile”. Così la Süddeutsche Zeitung (31
agosto) descrive l’opera di Tiziano Scarpa (recente vincitore del premio Strega) per presentare la
traduzione tedesca del suo romanzo “Stabat Mater”. Secondo il quotidiano, quest’opera ha
trasportato l’autore “a un gradino superiore” , perché è “un libro che si ricorda e che colpisce sino in
fondo”.
Il 16 settembre poi lo stesso quotidiano si è dedicato alla “Solitudine dei numeri primi” di Paolo
Giordano. “Un romanzo in cui la famiglia borghese, o ciò che resta di essa, è posta al centro e
diviene materia d’osservazione”, attraverso le storie parallele di Alice e Mattia “e le vicende
dolorose che ne segnano la crescita”.
Die Welt si è invece concentrato il 4 ottobre su un altro autore che scrive di mafia, Roberto Saviano.
Al giovane scrittore è stato conferito a Monaco di Baviera il premio Fratelli Scholl (istituito in
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memoria dei due studenti anti-nazisti uccisi nel 1943), per il suo libro “Il Contrario della Morte” e
più in generale “per la sua scrittura impegnata nel campo dei diritti civili”.
Il cinema, il teatro e l’opera lirica
Una mostra per “andare più a fondo” e conoscere non soltanto il “regista ma anche l’uomo e le sue
idee”. Die Welt il 23 settembre ha dedicato due pagine al regista e scrittore Pierpaolo Pasolini,
presentando una mostra (allestita a Berlino) che ne celebra la figura e “il talento visionario”. “Da
questa retrospettiva – scrive il giornale tedesco – viene fuori tutto il furore di Pasolini, la sua forza
innovatrice e il suo occhio attento a quegli strati della società che la cortina del perbenismo celava
nell’ombra”. Anche la Frankfurter Allgemeine Zeitung del 1° ottobre ha dato spazio a Pasolini,
citando la mostra berlinese e anche la recente traduzione tedesca de “La lunga strada di sabbia”.
Parigi celebra invece Federico Fellini con una mostra e una retrospettiva dei suoi film. Gli eventi
sono stati riportati da Le Figaro del 19 ottobre e da Le Monde del 23 ottobre. “ ‘La grande parade’
(questo il titolo dell’allestimento, N.d.R.) mette a confronto l’iconologia felliniana con quella della
società di massa a lui contemporanea – scrive Le Figaro – offrendo nuove chiavi di lettura
dell’opera dell’artista italiano. L’esposizione è costituita principalmente da fotografie, disegni,
manifesti originali di film, riviste e filmati d’epoca”.
Tra il 2 e il 4 settembre la stampa straniera si è poi occupata dell’inaugurazione della mostra del
cinema di Venezia, che ha aperto i battenti proiettando “Baarìa” di Giuseppe Tornatore. Se ne sono
occupati Die Welt, Le Monde, Le Figaro, la Süddeutsche Zeitung e l’International Herald Tribune.
Il quotidiano di Amburgo ha ribadito “il ritorno alle origini di Tornatore” con un film che tratteggia
la Sicilia “con una fotografia maestosa e particolareggiata”. L’intreccio della storia (“divertente e
malinconica, la pellicola più personale che il regista abbia girato”) si dipana “soprattutto con
l’utilizzo dei deja-vu e ricorda capolavori come ‘Nuovo cinema paradiso’ e ‘Malena’ ”.
El Mundo il 5 ottobre ha dedicato un’intera pagina a Dario Fo, “che ritorna sulle scene dopo tre anni
di silenzio dimostrando di avere, a 83 anni, un’energia ancora lucida e splendente”. Il Times (20
ottobre) invece ha pubblicato una lunga intervista all’attore Arturo Brachetti, “un artista geniale,
maestro del trasformismo e pronto a conquistare il pubblico inglese”.
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Per la lirica e la musica classica spiccano invece Cecilia Bartoli e Claudio Abbado. Al direttore
d’orchestra si è dedicata la Süddeutsche Zeitung (25 agosto), che ricordava la creazione della
Lucerne festival orchestra (fondata da Abbado nel 2003), con cui il maestro “ha dato vita ad un
ensemble di solisti capaci di armonizzarsi in libertà”.
La mezzosoprano italiana invece ha trovato spazio su El Mundo ed El Pais il 18 settembre, ma
anche su Le Figaro (1 ottobre) e sui tedeschi Frankfurter Allgemeine Zeitung, Die Welt e
Süddeutsche Zeitung rispettivamente il 10 e il 16 ottobre. Secondo il quotidiano francese, Cecilia
Bartoli, “maestra del bel canto, sa mutare registro come si cambia camicia e nelle sue opere sa ben
dosare il rigore scientifico e le scintille di creatività”.
I protagonisti dello sport
Nel periodo di osservazione la stampa estera ha dato spazio anche ad atleti e allenatori italiani,
tuttavia alcuni traguardi sportivi non hanno ricevuto lo spazio che forse avrebbero meritato. Uno su
tutti, la Fed Cup che le azzurre del tennis hanno vinto recentemente a Reggio Calabria: ne hanno
parlato Gulf News, Arab News e The Australian del 9 e 10 novembre, nessuna menzione invece da
parte dei giornali europei e americani. Restando nel mondo del tennis, lo Shanghai Daily del 27
ottobre, ha rivolto la sua attenzione alla vittoria di Francesca Schiavone alla Kremlin Cup di Mosca.
Il Times (2 agosto) ha intervistato Carlo Ancelotti, impegnato dopo il suo arrivo al Chelsea, a creare
“una identità positiva e salda per la squadra inglese”. Il 9 e il 13 settembre è stato invece il turno di
Fabio Capello su Gulf News e The Observer: l’allenatore, secondo i due quotidiani, è riuscito “a
ridare speranza a una Nazionale (quella inglese, N.d.R.) affamata di nuovi successi”. China Daily
(21 settembre), la Frankfurter Allgemeine Zeitung (7 ottobre) e il quotidiano sudafricano The
Citizen (8 ottobre) sono rimasti ancora nel mondo del calcio, dedicandosi rispettivamente al portiere
Gianluigi Buffon e all’attaccante Luca Toni.
Le mostre e l’arte
Le segnalazioni sulle rassegne d’arte italiana sono diminuite nei mesi di osservazione rispetto ai
periodi precedenti. In particolare, i quotidiani extraeuropei (in genere, sempre molto interessati ai
capolavori e agli allestimenti dedicati all’Italia) non si sono per nulla occupati delle mostre in corso
nel nostro Paese o all’estero. Diversa invece la posizione delle testate europee e di quelle
americane. Il New York Times (14 agosto) ha dato spazio a un allestimento intitolato “America’s
Rome”, dedicato ai pittori americani che hanno ritratto la capitale nel diciannovesimo secolo.
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L’International Herald Tribune il 12 settembre invece si è occupato della mostra con cui Milano ha
celebrato la Scapigliatura.
Le Figaro e Le Monde rispettivamente il 15 e il 19 ottobre si sono concentrati su una rassegna del
museo del Louvre dedicata “al trio veneziano del Secolo d’oro”, Tiziano, Tintoretto e Paolo
Veronese. “La mostra propone un’appassionante ricostruzione della loro opera – si legge
nell’articolo – fatta più di comparazioni e somiglianze che di differenze e rivalità”.
Il 1° ottobre invece la Süddeutsche Zeitung si è occupata di Andrea del Sarto, per celebrare
l’esposizione del dipinto “La sacra famiglia” alla Alte Pinakothek di Monaco. La stessa testata ha
illustrato anche ‘Artissima’, la fiera dell’arte moderna di Torino il 7 novembre.
Inoltre, Leonardo da Vinci ha attratto l’attenzione di molti corrispondenti stranieri. Non per una
mostra questa volta, ma per le nuove ricerche dell’affresco “La battaglia di Anghiari”: ne hanno
parlato il New York Times (6 ottobre), Times of India nell’edizione di Mumbai (7 ottobre), la
Frankfurter Allgemeine Zeitung, China Daily (15 ottobre) e The Australian (14 ottobre). “Un
intreccio tra avventura e mistero – scrive il New York Times – un professore universitario sostiene
che l’affresco è celato in un’intercapedine segreta dietro un muro di Palazzo Vecchio a Firenze,
sotto un dipinto di Giorgio Vasari. L’opera contiene un messaggio criptico, che potrebbe essere un
indizio lasciato dall’artista per fare intuire quello che c’è sotto”.
Le mappe dei sapori
Il New York Times del 14 ottobre si è avventurato nel mondo della cucina italiana, intervistando
Oretta Zanini De Vita, la “più eminente storica della pasta italiana”. Due pagine illustrate per
descrivere la personalità e gli studi “di una donna dal temperamento spumeggiante”, la cui
“Enciclopedia della pasta” è stata da poco tradotta e pubblicata negli Stati Uniti.
Oltre alla pasta, che rappresenta storicamente uno dei prodotti italiani più conosciuti al mondo, sulle
pagine dei giornali stranieri sono comparsi molti articoli dedicati alle produzioni vinicole nostrane.
Nei mesi di analisi i reporter si sono concentrati sui vini bianchi e rossi illustrandone le qualità e le
zone di produzione (dal Piemonte alla Liguria, fino alla Sardegna e alla Lombardia). Il primo è stato
il New York Times (19 agosto), che ha presentato il vermentino evidenziando le differenze tra le
produzioni sarde e quelle liguri o toscane. Lo stesso ha fatto l’International Herald Tribune il 29
agosto, sottolineando come spesso i vini bianchi italiani “siano ingiustamente trascurati rispetto ai
rossi”. Proprio alle produzioni di uve nere si è invece dedicato Die Welt il 2 ottobre, presentando un
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viaggio in Piemonte nella provincia di Cuneo e nella zona di Alba dove si producono il barbaresco e
il barolo.
Sempre il quotidiano di Amburgo ha poi proposto un lungo articolo sulla Franciacorta, visitando i
vigneti e le cantine che dalla zona collinare di Brescia arrivano fino all’estremità meridionale del
lago d’Iseo. “Un luogo – scrive Die Welt – dove le viti spesso prendono il posto dei boschi, ma
anche dove gli enti locali hanno conservato monasteri, chiese, ville e castelli medioevali che
testimoniano la ricchezza culturale della zona”.
Dai vini alla gastronomia, con il Times (20 settembre) che ha definito la robiola “la regina dei
formaggi italiani”, dopo un viaggio nelle valli del Piemonte e della Lombardia. In particolare, viene
citata la Robiola di Ceva o Mondovì “poco conosciuta, essenzialmente di produzione casalinga, ma
un esempio eccellente dalla maestria culinaria italiana”.
Un viaggio da nord a sud
Acque scintillanti e ville miliardarie. Cominciano quasi sempre con una gita in battello, gli articoli
dedicati al lago di Como e sono principalmente i giornali extraeuropei ad esserne affascinati: il 23
agosto è stato il turno del Jerusalem Post che ha presentato (come già i colleghi sauditi e degli
Emirati Arabi avevano fatto nei mesi precedenti) la cittadina lariana come meta preferita di vip,
nobili e principi di terre esotiche e lontane. Dalla dimora di George Clooney, alle residenze di
Richard Branson, il viaggio a Como del reporter israeliano è terminato con un riferimento alla
“misteriosa residenza di un principe saudita, nascosta tra le colline”. Il Times del 4 ottobre si è
spostato a pochi passi dal lago, per visitare Milano e presentare l’abitudine dell’aperitivo.
Restando al nord, nella zona delle tre Venezie, i siti che hanno attratto maggiormente l’interesse dei
giornalisti stranieri sono l’isola della Cona in Friuli Venezia Giulia e la città di Venezia. La prima è
stata presentata dalla Frankfurter Allgemeine Zeitung del 27 agosto come “il cuore di una riserva
naturale più grande che abbraccia tutta la foce del fiume Isonzo” e che “dovrebbe diventare una
meta imprescindibile per gli ornitologi, viste le numerose specie di uccelli che la abitano”. I
contorni di Venezia, invece, con piazza San Marco, le calli e le vie d’acqua percorse della gondole,
sono stati tratteggiati da Gulf News il 10 ottobre.
È stato poi il turno dell’Italia centrale. Spicca questa volta la città di Bologna, a cui si dedicano il
Financial Times e lo Shanghai Daily rispettivamente il 29 settembre e il 17 ottobre. Il quotidiano
britannico, in particolare, parlava di una città che “sta diventando un esempio di modernità in
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Italia”, grazie agli investimenti in trasporti e infrastrutture. Esiste infatti un nuovo progetto che
dovrebbe ammodernare la ferrovia per “riunire la parte rinascimentale della città e quella di
costruzione recente, finora divise proprio dalla rete dei trasporti”. Il quotidiano cinese ha proposto
invece un più tradizionale viaggio tra monumenti e specialità gastronomiche.
Il 30 settembre Die Welt ha pubblicato un lungo articolo su Firenze, che ha presentato i palazzi
storici della città “appartenuti alle famiglie che ne hanno caratterizzato la storia”, con il proposito di
oltrepassare “la splendida cornice dei paesaggi per approfondire la storia di uno dei centri culturali
più importanti al mondo”.
È rimasta in Toscana anche la Süddeutsche Zeitung che il 22 ottobre presentava Monastero
d’Ombrone, “un piccolo e caratteristico borgo, completamente recuperato ad uso turistico, che si
trova nel territorio della Berardenga”, ai confini con la zona aretina. Un vero e proprio tour che ha
toccato il castello medievale, le chiese e i chiostri, non dimenticando la fattoria.
Italia centrale significa anche Roma: sulla capitale si sono concentrati la Süddeutsche Zeitung (22
settembre) e Arab News (21 ottobre). Entrambi i giornali hanno proposto un viaggio alla scoperta
della Roma mussoliniana, per conoscere tutte le costruzioni edificate in epoca fascista. Il quotidiano
saudita si è concentrato soprattutto sull’Eur e sul Museo della civiltà romana.
Sempre la Süddeutsche Zeitung (30 ottobre) si è spostata poi più ad est per un tour del Montefeltro
nel periodo della raccolta dei tartufi. Il reporter ha descritto con molta precisione soprattutto
Sant’Angelo in Vado, “una cittadina dell’Alta Valle del Metauro, che offre natura incontaminata,
tartufi, boschi secolari e campi arati con bellissimi colori e geometrie”.
Per quanto riguarda il Sud Italia (che questa volta ha collezionato meno segnalazioni di altri
periodi), spiccano invece la Puglia e Lampedusa. La prima è stata descritta dal Times in due articoli
del 5 e del 13 settembre. Da un lato, sono state presentate le masserie del Salento, che hanno fatto
della zona “la nuova Toscana, un territorio dove vip e miliardari sempre più frequentemente
acquistano casa”; dall’altro, si è dato spazio a Castel del Monte, edificio voluto dall’imperatore
Federico II e patrimonio dell’Unesco dal 1996.
Infine Die Welt, il 6 ottobre, si è concentrato su Lampedusa, sottolineandone le bellezze
naturalistiche che “non debbono essere dimenticate, nonostante gli sbarchi di migranti dall’Africa
abbiano complicato la vita dell’isola”.
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I quotidiani monitorati
™ Germania:
™ Gran Bretagna:
Financial Times
edizione integrale
The Guardian
edizione integrale
The Independent
edizione integrale
Süddeutsche Zeitung
edizione integrale
The Times
edizione online
Handelsblatt
edizione integrale
Die Welt
edizione integrale
The Sunday Times edizione online
™ Francia:
Frankfurter Allgemeine Zeitung
edizione integrale
™ Spagna:
Le Monde
edizione integrale
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edizione integrale
Le Figaro
edizione integrale
El Mundo
edizione online
Les Echos
edizione integrale
ABC
edizione integrale
La Tribune
edizione integrale
™ Stati Uniti:
™ Russia:
The Wall Street Journal
edizione integrale
The Moscow Times edizione integrale
St. Petersburg Times edizione on line
The New York Times
edizione integrale
International Herald Tribune
edizione integrale
The Washington Post
edizione integrale
Los Angeles Times
edizione integrale
America Oggi
edizione integrale
™ Cina:
China Daily
edizione integrale
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