Rita, Margit e Kasey: il blues è donna

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Rita, Margit e Kasey: il blues è donna
Cultura e spettacoli
Festa dei giovani coi Bandaliga
Nina Zilli al Black Festival
La cantante piacentina Nina Zilli parteciperà
al Narni Black Festival, dal 27 al 31 agosto, con
personaggi del calibro di Gino Paoli e Danilo
Rea, passando per la Blues Brothers Band.
Prosegue in serata a
Pontedellolio la “Festa
dei giovani” organizzata
dall’associazione
“Leoni della notte”: dalle
22.30 saliranno
sul palco i Bandaliga per
un tributo al
rocker Ligabue.
Ultima giornata con Raffaello
A Palazzo Farnese chiude oggi la mostra “Un
Raffaello per Piacenza:
origine e fortuna della
Madonna Sistina”, orario:
9,30-13; 15-18 e 21-23,
con visita guidata alle
16,30; performance teatrale alle ore 21,30.
LIBERTÀ
Domenica 30 giugno 2013
37
A Calenzano i Tilariga Bultei
Si esibiranno oggi alle 16
a Calenzano di Bettola i
sardi Tenores Tilariga Bultei nell’ambito dell’Appennino Festival; dalle 19,
è prevista la cena musicale itinerante nelle frazioni
con l’accompagnamento
di piffero e fisarmonica.
Rita, Margit e Kasey: il blues è donna
“Dal Mississippi al Po”: incandescenti show di Engedalen, Bakken e Lansdale
di MATTEO PRATI
▼ IL PROGRAMMA
M
argit e Rita amano il
blues. Il blues cammina
con loro, scende dal letto
con loro, con il blues dividono
pane e palcoscenico. Arriva morbido sulle loro chitarre, cresce
dolcemente nella voce di Margit,
sbotta impetuoso nel graffio vocale di Rita. Colora, segna, scuote. Rita Engedalen e Margit
Bakken, donne di velluto blues,
nei loro dischi circola acqua del
Mississippi, il terreno paludoso
del Delta è l’humus imprescindibile dove far attecchire la melodia. Arrivano dalla Norvegia, in
Scandinavia sono delle celebrità.
Quando Margit imbraccia la sua
chitarra e Rita affila la sua timbrica il palco si accende e tra il pubblico iniziano ad incontrarsi espressioni di meraviglia. Lo sanno bene al Notodden Blues Festival, una delle più prestigiose kermesse scandinave. Le nostre signore sono nate da quelle parti,
nella contea di Telemark, e la Engedalen lì si è presa la corona di
“regina del blues” norvegese. Ancora oggi brilla sul suo capo. Il
di SEBA PEZZANI
A
l Festival Blues “Dal Mississippi al Po”, quest’anno
c’è Dale Furutani. Ecco una breve intervista a Furutani
Ti piace la musica?
«Ascolto di tutto, tranne rap e
hip-hop. La mia più recente
playlist comprende incisioni originali di big band (soprattutto
quella di Glenn Miller), il cantante popolare giapponese del
dopoguerra Hibari Misora, l’Eroica e la Nona di Beethoven, i
Clancy Brothers (musica folk irlandese), Ian & Sylvia (cantanti
canadesi di folk e di canzoni da
cowboy) e una raccolta eclettica
di canti di Natale. Se ci vedete
un filo logico, ditemelo, per favore».
Come descriveresti la saga
dei tuoi romanzi del samurai
Matsuyama Kaze?
«I romanzi di Kaze sono am-
Oggi altri autori poi
Moreland & Arbuckle
Un momento dell’esibizione di Kasey Lansdale,che ha cantato tanti classici tra cui
un omaggio ai Beatles con “A hard days’night”dopo il duo Engedalen e Bakken
duo propone blues delle origini,
quello imbevuto di soul e gospel,
quello che vorremmo sempre ascoltare. Un blues dalle fronde fitte, una narrazione fisica, suoni
caldi e viscerali. Le abbiamo ascoltate e ammirate nella secon-
da serata del Festival blues “Dal
Mississippi al Po”, organizzato
dalla Coop Fedro nell’area esterna del Palazzetto dello Sport di
via IV novembre. Una serata genuina e seducente. Radici e tradizione, fascino e classe.
Gli appuntamenti di oggi nell’area di via IV Novembre, che
ospita anche la mostra dell’artista e scrittore Giacomo Cavalcanti: ore 20.15, lo scrittore piacentino Pietro Gandolfi con il
giornalista Pietro Corvi. A seguire Dale Furutani, autore
della trilogia di romanzi storici
con protagonista il samurai
Matsuyama Kaze edita da Marcos y Marcos. Intervengono:
Maurizio Matrone, Joe R. Lansdale e Tim Willocks. Alle 21.30
concerto di Egidio Juke Ingala,
alle 22 di Moreland & Arbuckle.
Women in blues: Rita, sguardo
fiero e, Margit, leggiadria baltica.
Entrambe sedute, chitarra acustica elettrificata, tra le mani il loro
romanzo blues. Raccontano storie di consolazione e turbamento,
malinconia e libertà, catturano
l’essenza. Istinto e malia. Rita e
Margit vogliono condividere tutto ciò, sentire il calore del pubblico. Così lo invitano ad avvicinarsi al palco: «Vi vogliamo on the
stage, qui sotto, fatevi avanti e
cantate con noi». Per carburare il
pubblico ha bisogno di qualche
nota ancora. Nessun problema il
carburante non manca. Il contatto è richiesto, ci si deve sfiorare, lo
spettatore deve sentirsi ammaliato e accettare il confronto. Prima
lo fa timidamente poi, sempre
più disinvolto, risponde alla chiamata delle due carismatiche singers. In scena le copertine di vecchi vinili, posti davanti ai monitor: le icone sacre del blues. Un
minuscolo altare intaglaito nella
storia. Si riconoscono i volti di
Bessie Smith e Billie Holiday. I
modelli che, oltre a Janis Joplin,
Big Mama Thornton, Etta James,
Ida Cox, Jesse Mae Hemphill ed
Elizabeth Cotton, le due artiste
nordiche seguono fedelmente.
Veri e propri talismani che corrono tra i solchi del loro progetto discografico Women in blues, il disco che ha caratterizzato la scaletta del concerto. Scorrono i bra-
«Musica e scrittura utilizzano lo stesso ritmo»
consigliò di provare a farlo. Il
mio primo poliziesco, Death in
Little Tokyo, si aggiudicò diversi
importanti premi, facendo di
me il primo americano di origini asiatiche a riuscirci. Cerco
ancor oggi di diventare uno
scrittore, di migliorare, libro dopo libro. Immagino che continuerò a farlo fino al giorno della mia morte o a quello in cui
abbandonerò l’attività».
Quali autori l’hanno influenzata?
«Yasunari Kawabata, vincitore del premio Nobel, è il mio
preferito. Il suo stile scarno trasmette notevoli emozioni e
concetti con poche parole.
Non sono in grado di imitarlo,
ma di certo mi piacerebbe.
Quanto al genere noir, il mio
modello è Sir Arthur Conan
Doyle. I suoi personaggi sono
memorabili al punto che la
gente pensa che siano reali e le
sue migliori trame sono assolutamente logiche quanto assolutamente inaspettate».
Musica e letteratura al festival di Piacenza. Come ci si sente a farne parte?
«È eccitante. Sia la musica che
la scrittura utilizzano il ritmo,
eppure non avevo mai sentito
parlare di un festival che fondesse le due forme d’arte. È probabile che i piacentini non lo sappiano, ma mi sono informato
sulla vostra città. Dalle battaglie
dei romani contro Annibale ai
conflitti del Medio Evo, Piacenza è stata un importante crocevia della storia. Non vedo l’ora
di visitarla e di prendere parte al
festival Dal Mississippi al Po».
to deliberato, i cui mandanti restano nell’ombra. Enger in lingua
originale è già giunto al quarto
capitolo della serie dedicata a
Juul. In italiano sono usciti i primi due titoli, pubblicati da Iperborea, fondata e diretta da Emilia
Lodigiani, milanese di origine
piacentina che, invitata sul palco, ha rievocato l’avvio dell’im-
portante progetto culturale, tramite il quale classici, Premi Nobel ed esordienti del Nord Europa hanno potuto approdare anche alle nostre latitudini. «Era il
1987 e, da lettrice appassionata,
scoprii una miniera d’oro di scrittori non tradotti in Italia. L’idea
della casa editrice e il nome Iperborea - ha precisato Emilia Lodigiani - li devo comunque a mio
fratello Paolo (presente l’altra sera) che, al rientro da un viaggio
in bicicletta da Milano a Stoccolma, mi regalò tre libri di autori
della Scandinavia». Nel 2009 Iperborea ha inaugurato la collana “Ombre”, riservata ai gialli, dove compaiono i romanzi di Enger, accanto ai libri del connazionale Gunnar Staalesen, tra i padri del noir nordico, mentre i thriller del danese Olav Hergel
consegnano nelle pagine de Il
fuggitivo e L’immigrato un’altra
figura di giornalista coraggiosa,
l’inviata di guerra Rikke Lyngvig.
Intervista a Dale Furutani che in serata parlerà della sua trilogia di romanzi storici
bientati nel Giappone del XVII
secolo. Riflettono una cultura
talmente diversa da quasi tutte
le culture occidentali da poter
quasi essere considerati romanzi di fantascienza. Sono gialli
dalle soluzioni assolutamente
giapponesi. Il protagonista,
Matsuyama Kaze, è un uomo di
principi e dalle capacità rare
nell’uso della spada. Le sue motivazioni si fondando sul codice
guerriero del Bushido e sulla religione buddista dello Zen Soto.
È un uomo di eccezionale inte- L’autore Dale Furutani
grità, ma che è anche dotato di
senso dell’umorismo. Molti letCome hai fatto a diventare
tori trovano questi romanzi di- scrittore?
vertenti e capaci di suscitare ri«Ho sempre voluto fare lo
flessioni».
scrittore, da quando ho 9 anni. Il
mio patrigno, che mi adottò
quando avevo 5 anni, era un uomo con problemi mentali. Aveva difficoltà addirittura a leggere la rivista Readers Digest. Si
sforzava così tanto pur di riuscire a leggere che mi venne da
pensare che creare cose da leggere dovesse essere un lavoro
importante. Iniziai dalla poesia
e poi dalla saggistica. Scrissi oltre 300 articoli su svariati argomenti tecnici e tre libri di informatica. In parte, mi pagai gli
studi da solo (ho una laurea in
scrittura creativa, oltre a un master di specializzazione). Iniziai
a scrivere romanzi gialli dopo i
quarant’anni perché un amico,
il giallista Michael Nava, mi
Thomas Enger ha presentato “Un dolore fantasma”:
«Il personaggio del mio libro mi somiglia tantissimo»
di ANNA ANSELMI
U
n Dolore fantasma, come
quando una persona avverte ancora la sofferenza
per un arto che, amputato, non
esiste più: il titolo del secondo thriller di Thomas Enger è una metafora di come il senso della perdita irreparabile di qualcuno che
amiano possa arrivare a sconvolgere la mente al punto da farci vivere costantemente con il pensiero dell’assente. Per il protagonista dei romanzi dello scrittore
svedese, il reporter Henning Juul,
a questo dramma si aggiunge il
trauma colpevolizzante di sentirsi responsabile di una morte che
non è riuscito a scongiurare,
quella del suo unico figlio. Enger,
che è stato ospite della seconda
giornata del festival blues Dal
Mississippi al Po, conversando
con lo scrittore milanese Andrea
Ferrari, ha raccontato del suo
rapporto con la musica e la scrittura, due passioni predominanti,
che si nutrono l’una dell’altra:
«Ascolto sempre musica quando
scrivo. A volte si tratta di miei
brani. La scelta - ha spiegato Enger, giornalista, musicista e compositore - dipende molto dal mio
stato d’animo, ma anche dal ritmo che intendo imprimere alla
scena che sto immaginando».
Nato a Oslo nel 1973, Enger ha
trasformato la capitale del Paese
scandinavo nello sfondo delle vicende di Juul: «Ho iniziato il mio
primo romanzo a 21 anni. Però
mi sono accorto che non funzionava, in quanto descrivevo personaggi e luoghi di cui non sapevo nulla. Uno scrittore per essere
credibile deve invece affrontare
ciò che conosce meglio. Henning
Juul ha diversi aspetti in comune
con me: è un giornalista, la professione che ho praticato per una
decina d’anni, e vive nella mia
città». Onesto e scrupoloso, attento a ogni dettaglio, Juul trova
nel lavoro l’ancora di salvezza in
un periodo di estrema fragilità,
nel quale il lettore entra gradualmente, a cominciare dal volume
Morte apparente, nel quale il delitto di una studentessa con modalità che ricordano le pene inflitte secondo un’interpretazione
della sharia mette a contatto con
Un momento
della
presentazione
letteraria
una società multietnica dalle
tensioni irrisolte. In Dolore fantasma si intrecciano le torbide attività di una gang di malavitosi
con quella che sembra sempre
più assumere i contorni di
un’ampia cospirazione, dove l’incendio che ha sfigurato il giornalista e causato la tragica fine del
figlio assume i contorni di un at-
ni, lo spettacolo è intenso, scattano gli applausi, davvero meritati.
La notte blues ha avuto un
prologo con l’affascinante Kasey
Lansdale. La spigliata musicista
texana ha conquistato il palco
insieme a Rab 4 di Seba Pezzani
sistemandosi su territori più
country. Per la biondissima Kasey salire sul palco di Piacenza è
un po’ come “tornare in una seconda a casa”. Il suo viso, insieme a quello del padre Joe, è divenuto ormai familiare tra gli appassionati di lungo corso del Festival blues. I Rab 4 e Kasey si ritrovano sul palco dopo aver condiviso
un’indimenticabile
tournèe a stelle e strisce lo scorso anno. Il loro passo è scandito
da Half as much, Never say never,
Hard to be a lady,Why can’t I, Me
and Bobby McGee (celebre la versione di Kris Kristofferson e Janis Joplin), chisura del prologo
con A hard day’s night dei Beatles. Performance piuttosto convincente e le mani fanno il loro
dovere iniziando a battere: Kasey, in procinto di dare alle stampe il suo nuovo disco Restless,
spalanca il sorriso e ringrazia.