Salvate il soldato Ryan

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Salvate il soldato Ryan
CINEMA & STORIA 2014 - 15
IL LUNGO SECOLO AMERICANO
Salvate il soldato Ryan
“Abbiamo sempre conservato la speranza, il credo, il convincimento, che c'è una vita migliore, un mondo
migliore oltre l'orizzonte…Stiamo cercando di costruire una società più inclusiva. Stiamo costruendo un
paese nel quale nessuno sia abbandonato…” Franklin Delano Roosevelt
Il 7 dicembre 1941, a seguito dell’attacco giapponese alla base navale di Pearl Harbor, gli Stati Uniti
intervennero, loro malgrado, nella seconda Guerra Mondiale. Sino ad allora era prevalsa la tendenza
all’isolazionismo, da sempre presente nell’opinione pubblica americana, anche se il presidente Roosevelt
aveva già sottoscritto con il primo ministro inglese Winston Churchill la Carta Atlantica, documento con cui
gli Americani si impegnavano economicamente e politicamente a fianco degli Inglesi nella lotta contro i
regimi fascisti e prefiguravano quale avrebbe dovuto essere il
nuovo ordine mondiale una volta vinta la guerra.
Il 10 luglio 1943 i primi soldati americani, sbarcati in Sicilia,
incominciarono a combattere sul suolo europeo, ma risalire
l’Italia si rivelò più arduo e lento del previsto; sicché per
accelerare la fine della guerra e anticipare l’arrivo delle
truppe russe in Germania, si decise l’apertura di un secondo
fronte occidentale. Il generale Eisenhower fu incaricato di
predisporre un piano per invadere la Francia occupata dalle
truppe tedesche, con uno sbarco sulle coste settentrionali
della Normandia. All’alba del 6 giugno 1944, giorno noto
come D-Day, ebbe inizio l’operazione Overlord, la più
grande operazione aereonavale mai realizzata nel corso della
storia.
Le coste atlantiche della Francia erano state munite dai
Tedeschi di un potente sistema di fortificazioni, il cosiddetto
Vallo atlantico, e le truppe anglo americane che quel giorno
sbarcarono con mezzi anfibi sulle spiagge della Normandia
subirono pesantissime perdite, ma alla fine riuscirono a
stabilire delle teste di ponte e a dare inizio alla penetrazione
sul territorio francese. Il 25 agosto Parigi era libera.
E’ in questo contesto che è ambientato il film di Steven Spielberg “Salvate il soldato Ryan”, la cui scena
iniziale, divenuta famosa, racconta con grande potenza drammatica i momenti dello sbarco. La storia si
ispira ad un fatto pare realmente accaduto: da qualche parte sul fronte combatte un giovane americano che è
l’ultimo di quattro fratelli, gli altri tre sono già morti in operazioni di guerra. Il generale Marshall decide che
bisogna salvarlo e riportarlo a casa da sua madre: l’esercito americano non abbandona nessuno. Otto uomini
dovranno rischiare la loro vita per salvarne uno, perché quell’uno è divenuto il simbolo dei valori in cui
crede un’intera nazione.
La filosofa Simone Weil ebbe a osservare che la Seconda Guerra mondiale era l’ultima guerra di religione che
si combatteva in Europa: certamente era in gioco il dominio economico politico, ma le forze in campo
pretendevano di incarnare opposte concezioni dell’uomo e del mondo. Vincendo la guerra gli Stati Uniti
assunsero definitivamente il ruolo di potenza egemone che mantennero per tutta la seconda metà del
Novecento, ma non fu solo per difendere gli interessi della nazione che quattrocentomila giovani americani
morirono sui campi di battaglia.