Rassegna 19
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Rassegna 19
53 • R A S S E G N A N. 1 9 E S TAT E 2 0 0 5 NIZZA: UN TRAM CHE SI CHIAMA... RIVOLUZIONE DI PIERO DADONE 54 • R A S S E G N A N. 1 9 E S TAT E 2 0 0 5 55 • R A S S E G N A N. 1 9 E S TAT E 2 0 0 5 Il revisionismo, corrente di pensiero nata e diffusasi a partire dall’ultimo quarto del secolo scorso nel campo degli studi storici, sta ormai dilagando in ogni branca del sapere e delle attività umane. Sembra quasi che, in assenza di idee nuove, l’Occidente si diverta a capovolgere le vecchie, in un crescendo di riabilitazioni da Mussolini ai “Cugini di campagna”, dalla Vandea ad Alvaro Vitali, fino, chissà, all’amnistia per il fratricidio di Caino. A volte però il ripensare criticamente a certe scelte del passato, permette di correggere errori e storture e di recuperare elementi per lo sviluppo del futuro. Come nel caso del tram, che i nizzardi avevano frettolosamente messo in soffitta nel 1953 quale anticaglia e che oggi invece rispolverano in qualità di elemento cardine per ridisegnare una città e una Côte d’Azur a misura d’uomo. Girare per il centro di Nizza di questi tempi non è facile, in particolare con l’automobile, per via di tutti quei cantieri che stanno mettendo a soqquadro arterie e piazze, anche le più simboliche come Masséna e Garibaldi. Un febbrile lavoro di stampo “cinese”, teso all’appuntamento di inizio 2007, quando entrerà in funzione la prima delle tre linee del tram urbano, emblema della volontà di miglioramento del modo di vivere la città. Se ne cominciò a parlare a metà degli anni Ottanta, quando l’incessante aumento del traffico e della polluzione nociva prodotta dai gas di scarico alimentò il dibattito sulle soluzioni per salvaguardare nei limiti del possibile la vivibilità e la salubrità di uno degli angoli più appetiti del pianeta. Ben sapendo che la situazione sarebbe man mano peggiorata, com’è effettivamente avvenuto nei successivi vent’anni. La soluzione non poteva che essere quella di una limitazione drastica del traffico privato in città, sostituito con un’offerta di trasporto pubblico veloce ed efficiente. Obiettivo che nei grandi centri in genere si tenta di ottenere con una o più linee di metropolitana. La costruzione della quale, però, per le città francesi, di dimensioni medio-piccole ad eccezione di Parigi, pare non raggiungere un conveniente rapporto tra costi e benefici. Per cui, ai quattro angoli del Paese si pensò di resuscitare quel vecchio arnese del tramway, parola letta alla francese, naturalmente, com’è abitudine Oltralpe e in questo caso anche in Italia, dove il termine “tranvai” è così diffuso da guadagnarsi la citazione sui principali dizionari. Bordeaux, Lyon, Strasbourg, Grenoble, Lille, Toulouse, Nantes e numerose altre “villes” hanno gareggiato nel resuscitare quel vecchio mezzo, facendo lievitare una domanda così significativa di materiale tramviario da sollecitare l’industria nazionale, leggasi Alstom, a studiare e produrre vetture avveniristiche e tecnologicamente più simili alla motrice del “Tgv” che al vecchio “Lou trambalant”, come veniva chiamato a Nizza il convoglio che fece 56 • R A S S E G N A N. 1 9 E S TAT E 2 0 0 5 Nizza è tutto un cantiere. Per dotarsi di un nuovo sistema di trasporti urbani, ha scelto il tram; entro il 2015 saranno realizzate tre linee, la prima entrerà in funzione nel 2007. Un investimento lungimirante, nel segno della qualità della vita. Immagini di archivio del vecchio tram (in dialetto nizzardo, “Lou Trambalant”) il suo ultimo viaggio sulla linea n.7, il 10 gennaio del 1953. Cominciavano gli anni dell’ubriacatura per l’automobile e tutto quanto andava a petrolio, libero di muoversi senza eccessive costrizioni e, soprattutto, cresceva il mito del trasporto individuale, indice di libertà rispetto alle costrizioni di quello collettivo. In tutta l’Europa occidentale si abolivano le tramvie e si trascuravano le linee ferroviarie, per sostituirli con gli autobus e le autostrade. Persino Cuneo, in genere piuttosto misurata nelle innovazioni, si decideva a dismettere la “filovia” elettrica per far viaggiare i cittadini su rombanti autobus a gasolio. Il trasporto collettivo era diventato di gran moda a Nizza fin dal 1835, quando entrò in funzione un servizio pubblico di diligenze e, appena una quarantina d’anni appresso, nel 1878, apparvero le rotaie del tram a cavalli. Il tramway vero e proprio, con propulsore a vapore, venne inaugurato a Nizza il 13 gennaio del 1900 e in pochi anni le corse aumentarono e s’allungarono fino a Mentone e Cagnes-sur-Mer, finchè il primo ottobre del 1910 iniziò l’elettrificazione delle linee, con i fili che correvano paralleli alle rotaie lungo i percorsi cittadini, quasi tutti convergenti verso place Masséna. “Lou trambalan” accompagnò i nizzardi e i sempre più numerosi turisti francesi ed europei per tutta la prima metà del Novecento, attraverso due guerre e cambiamenti significativi della geografia della città, che però ogni volta ebbero quale punto fermo e imprescindibile il percorso delle sue rotaie. Nel successivo mezzo secolo la città ha avuto uno sviluppo senza precedenti, fino agli attuali 350.000 abitanti che, con la conglomerazione urbana circostante, sfiorano il mezzo milione e ancora di più, considerando tutto il Dipartimento delle Alpi Marittime di cui è capitale. 250.000 di questi residenti abitano nella piana di fronte al mare, formando una città triangolare che sembra una “grande Cuneo”, se il paragone non appare troppo irrispettoso. Una pianta cuneiforme, però, dal destino opposto a quello del capoluogo piemontese: Cuneo può espandersi solo spostando la base del triangolo isoscele, mentre da quella parte Nizza ha il mare che fa da barriera, anche se i nizzardi sono maestri nel riuscire a rubare terreno al Mediterraneo, come dimostrano le piste dell’aeroporto. Dall’alto. La stazione Comte de Falicon: veduta generale dei lavori; i primi binari in posa. Interno del nuovo tram 57 • R A S S E G N A N. 1 9 E S TAT E 2 0 0 5 Ne consegue che Nizza si espande soprattutto Sarà ampliata la già significativa “zone piétonne” sui pendii delle colline, dove ormai risiede quasi un terzo dei nizzardi. Questi però non potrebbero mai essere raggiunti dai vagoni di una eventuale metropolitana sotterranea, che peraltro avrebbe dei costi di costruzione quattro volte superiori a quelli delle linee tramviarie. Le quali invece, in particolare la prima, s’inerpicheranno per un piccolo tratto verso la parte alta e in futuro non è da escludere un’ulteriore risalita. La riscoperta del tram per rilanciare il trasporto collettivo in città diventa perciò una strada quasi obbligata e non soltanto un desiderio, come recitano il capolavoro di Tennesse Williams e il derivato film di Elias Kazan con Marlon Brando e Vivien Leight. Ma è anche il pretesto e l’occasione per una vera e propria rivoluzione nella “ville qui bouge” più di tutte le altre in Francia, con una media di 4,2 spostamenti al giorno per persona, superiore a quella delle altre città transalpine, ferme a 3,6. Una rivoluzione che parte dalla “circulation” per arrivare inevitabilmente alle linee di sviluppo urbanistico della città, ispirate a una graduatoria di priorità capovolta rispetto al passato, che prevede di privilegiare, nell’ordine, gli spostamenti a piedi, in bicicletta, con i mezzi pubblici e, dulcis in fundo, con gli autoveicoli a motore, singoli e privati. Perché se un tram deve correre come una metropolitana di superficie, sufficientemente rapida e appetibile, non deve incontrare ostacoli sul suo cammino e quindi viaggiare in apposite ed esclusive corsie, senza problemi agli incroci e le sue vetture devono essere di facile accesso, senza gradini e con il pavimento a livello del marciapiede. Tutti questi saranno requisiti specifici delle tre linee del tramway nizzardo in programma di realizzazione da qui al 2015, a cominciare dalla prima che dovrebbe entrare in funzione nei primi mesi del 2007. Va da sé che per adattare i grandi e secolari boulevards al passaggio di una così variegata tipologia di mezzi di trasporto: piedi, bici, tram, il sedime destinato allo scorrimento del traffico automobilistico dovrà essere più ristretto e limitato dell’attuale. E così, ad esempio, nelle avenue Jean Médecin e Malausséna, assi centrali di scorrimento da nord verso il mare, alle “voitures” sarà riservata solo una corsia per scendere e una per salire, ai lati della strada ferrata centrale tutta per il tram e al fianco di due larghi marciapiedi e piste ciclabili. Stessa cosa per numerose altre arterie, comprese le piazze Charles de Gaulle, Masséna e Garibaldi, che saranno completamente ridisegnate e, in particolare, place Garibaldi ritornerà all’antica conformazione, isola pedonale nella parte nord, senza nemmeno gli antiestetici fili elettrici aerei della tramvia che, anche in place Masséna, saranno fatti correre al suolo. che da Masséna arriva a ridosso della Promenade des Anglais: 600 metri in avenue Borriglione, 300 in avenue Malausséna, altri 300 metri in rue Médecin e 700 in avenue de la République, oltre alla maggior parte della superfice delle piazze Masséna e Garibaldi. Naturalmente chi arriva in città dovrà pur lasciare da qualche parte la macchina, per poi recarsi in centro con i mezzi di trasporto alternativi. Allo scopo, sono in costruzione un paio di maxiparcheggi da 800 posti auto ciascuno alle due testate della linea 1. Vale a dire a Comte de Falicon, imboccatura del raccordo nord per l’autoroute A8, dove sorgerà anche il deposito delle vetture tramviarie, e a Pont Michel, oltre il quartiere Saint Roch, capolinea orientale per il momento, perché c’è il progetto di proseguire fino a La Trinité, sulla strada per Sospel. Lungo il percorso saranno accresciuti e costruiti ex novo altri parking, ma è fin d’ora evidente che, se il nuovo Plan de Déplacements Urbains (PDU) decollerà a pieno regime, non basteranno a contenere tutte le vetture in arrivo e bisognerà trovare ulteriori soluzioni. Il percorso della linea 1, ormai in fase avanzata di realizzazione, disegna una curva a forma di boomerang, che parte da nord, arriva a sud in place Masséna e risale verso nordest. Sul sedime adattato al centro o a lato delle carreggiate stradali, è già cominciata la posa delle rotaie, sulle quali scorreranno una ventina di vetture da 200 posti, con una frequenza che, nelle ore di punta, sarà di ogni quattro minuti. Già si conoscono i nomi delle 21 stazioni, a 400 metri l’una dall’altra lungo i due sensi degli 8,7 km del percorso, che entreranno facilmente nel 58 • R A S S E G N A N. 1 9 E S TAT E 2 0 0 5 Sotto: la cabina di guida del nuovo tram. Pagina a destra: i lavori in place Masséna; la Gare de Chemins de Fer de Provence, punto di raccordo di tram e ferrovia. 59 • R A S S E G N A N. 1 9 E S TAT E 2 0 0 5 linguaggio comune com’è avvenuto per il metrò parigino: Comte de Falicon, Fontaine du Temple, Stade du Ray, Square Boyer, Square Doyen Lépine, Borriglione, Général de Gaulle, Gare Thiers, Notre-Dame, Jean Médecin, Masséna, Jean Jaurés, Garibaldi, Acropolis, Armée du Rhin, Saint-Jean-d’Angély, Université, Saint-Roch, Virgile Barel, Pierre Sémard, Pont Michel. Ogni stazione sarà dotata di ampi e sicuri “quais” di facile accesso, senza pericoli e intralci con le corsie riservate a biciclette e veicoli a motore. Una visione dall’alto di avenue Médecin dopo il restyling ci lascia immaginare una serie di corsie con varia umanità in movimento nei due sensi, però a velocità differenziate a seconda del mezzo di trasporto: piedi, bici, auto o tram, dove quello che sfreccia più veloce (si fa per dire, a 18 kmh) sarà proprio il tram. Che in questo modo riuscirà a veicolare fino a 6.000 persone all’ora nei due sensi, nella zona dove risiede il 37% dei nizzardi e frequentata da 42.000 impiegati nei vari settori lavorativi. Più di un nizzardo su tre vive e lavora a non più di 400 metri da una stazione del futuro tram. Grande cura, comme d’habitude, anche all’estetica finale del percorso. I cantieri hanno dovuto abbattere intere alberate di quei boulevards orgoglio della città e a fine lavori si tratterà di scegliere tra un ripristino il più possibile simile all’antico o in forme decisamente innovate. Ci sono più soluzioni allo studio, soprattutto per i luoghi significativi e sono consultabili con disegni e cartine sul sito internet www.tramwaynice.org, dove i cittadini possono pronunciarsi rispetto alle varie soluzioni. La gente risponde e la Mairie terrà in gran conto quei pareri, assicura Monsieur Jean-Charles Petitpierre, direttore della comunicazione, giunto due anni fa da Strasburgo dove aveva diretto con successo la campagna d’informazione e sensibilizzazione dell’opinione pubblica sull’entrata in funzione delle linee tramviarie. Ora a Nizza sta facendo la stessa cosa e infatti chiunque arrivi in città non può fare a meno di notare, insieme ai cantieri aperti che magari gli rendono difficile frequentare gli abituali percorsi, striscioni, manifesti, punti d’informazione tutti dedicati a spiegare quanto si sta facendo, lo stato d’avanzamento dei lavori del singolo cantiere, le cause dell’eventuale ritardo, i consigli per i momentanei percorsi alternativi. Dei 500 milioni di euro che alla fine dovrebbe venire a costare la messa in funzione della linea 1, ripartiti tra il Comune, la Communauté d’Agglomération, la Regione e lo Stato, una parte significativa sono e saranno spesi per informare i cittadini e alleviare i disagi creati. In primavera è stato a lungo esposto sulla Promenade un prototipo della vettura tranviaria adottata, un’ampia documentazione cartofotografica si trova al Forum 60 • R A S S E G N A N. 1 9 E S TAT E 2 0 0 5 I cantieri nella centrale avenue Médecin. In basso a destra: i lavori verso place Garibaldi. In formato ridotto: come saranno due tratti del percorso a lavori conclusi. ANCHE LA BICICLETTA ESTENDE IL SUO CAMPO D’AZIONE IN CITTA’ In tutti i quartieri attraversati, il tramway diventa motivo di una diversa ripartizione dello spazio pubblico. Un riequilibrio del quale si avvantaggeranno soprattutto i ciclisti, che avranno a disposizione 26 chilometri di nuove piste ciclabili e numerosi parcheggi a fianco delle stazioni del tram, per rendere comodo l’interscambio fra i due mezzi di trasporto, anche attraverso la possibilità d’imbarcare il proprio “velò” sulle vetture tramviarie nelle ore di non eccessivo afflusso. LA SCIA VERDE DEL TRAMWAY Lungo tutto il corso del tracciato della linea 1 del tramway il progetto paesaggistico prevede un’alternarsi di essenze arboree a seconda del suolo, del clima e della precedente vegetazione in loco, la quale sarà mantenuta ovunque possibile. Alcune strade, come avenue Borriglione e Mail des Universités, vedranno sorgere alberate di cui sono attualmente sprovviste. Circa 1.600 alberi fiancheggeranno il percorso della strada ferrata, di cui 820 di nuovo impianto, ben armonizzate tra palmizi, platani, ulivi, bagalori, ginkgo biloba, frassini, querce, carpini. Completamente nuovo anche il sistema d’illuminazione delle strade percorse dal tram, per creare adeguate condizioni di visibilità a tutti i fruitori del percorso: passeggeri del tram, pedoni, ciclisti e automobilisti. Le nuove zone pedonali di avenue Borriglione, Notre-Dame, place Masséna, place Garibaldi e avenue de la République, beneficeranno di un’illuminazione ambientale specifica. LA SICUREZZA SUL PERCORSO Le piattaforme delle stazioni tramviarie saranno ben illuminate, videosorvegliate, delimitate e impossibili da percorrere ai mezzi privati. Agli incroci, gli specifici semafori per ogni mezzo di locomozione saranno sincronizzati in modo da dare ogni volta la precedenza assoluta alle vetture tramviarie. Ogni vettura sarà naturalmente dotata di dispositivo d’allarme azionabile dai passeggeri e di un sistema capillare di videosorveglianza direttamente collegato al posto di comando centralizzato. 61 • R A S S E G N A N. 1 9 E S TAT E 2 0 0 5 de l’Urbanisme di place Pierre Gautier, dietro la Préfecture. Un altro ufficio sul tema, a disposizione del pubblico, si trova al quinto piano del palazzo di Nice Etoile in avenue Médecin, anch’esso tutto avvolto dalla carpenteria perché in ristrutturazione. Ovunque, girando per la città s’incontra la simpatica sagoma di Cléo, l’insetto scelto quale logo e mascotte della “operazione tramway”. La gente magari mugugna un po’ per i disagi, ma in fondo si sente orgogliosa del fatto che la propria città abbia deciso di affrontare un’opera di così radicale rinnovamento delle consuetudini. Forse tra coloro che si lamentano ci sono anche quei cuneesi che considerano la Côte d’Azur la loro riviera naturale ed erano abituati a discendere trionfalmente in macchina la Jean Médecin provenendo da Nice nord, per poi recarsi magari ad assaggiare due ostriche al Café de Turin. Tutti luoghi che ora sono a soqquadro e necessitano di un po’ di gimkana per arrivarci. Ma, come si diceva un tempo, “Parigi vale ben una messa” e quindi gli odierni disagi permetteranno, fra non molto, di planare al noto Café con il tram, station Garibaldi, strafogarsi di ostriche e Veuve Clicqot e poi, sempre con quella specie di Tgv urbano, recarsi a tentare la fortuna al casinò Ruhl, station Masséna. Tutto senza lo stress del traffico, del parcheggio e dei sempre possibili “vols à la portière”. Poi, dal 2012, i progetti prevedono l’entrata in funzione anche della linea 2 del tramway, 16 chilometri per 300 milioni di euro, lungo la direttrice est-ovest della città che collegheranno il porto con l’aeroporto, proseguendo poi per Cagnes-sur-mer e, un domani, fino ad Antibes. Essa correrà sulle strade parallele alla Promenade des Anglais, dove già da alcuni mesi è in funzione un “surrogato”, la linea del bus urbano in “sito proprio”, cioè su una corsia preferenziale ad esso riservata, che gli consente tempi di percorrenza molto più contenuti rispetto agli ordinari autobus costretti a navigare nel traffico. Per ora il “bus en site propre” non arriva all’aeroporto, ma fa capolinea al Centre Administratif Départemental del Alpes Martimes (CADAM), dove giunge dopo una corsa di quattro chilometri lungo l’avenue de la Californie e la rue de France. Fra non molto proseguirà per altri sei chilometri sulla route de Grenoble, boulevard Paul Montel, Digue de France. La linea 3 del tramway, invece, si prevede di ultimarla entro il 2015 lungo l’asse Saint Augustin, Plaine du Var, Lingostière. Sarà lunga sei chilometri e servirà da collegamento con le stazioni ferroviarie SNCF/TER e Chemins de Fer de Provence, dove lo scambio intermodale sarà facilitato dal fatto che le avveniristiche vetture del tram possono correre sulle antiche rotaie del treno. 62 • R A S S E G N A N. 1 9 E S TAT E 2 0 0 5 Intanto si sta lavorando al raddoppio dell’autostrada che attraversa la città e i cantieri dovrebbero avere termine anch’essi verso il 2015. A quel punto tutti gli ingredienti saranno al punto giusto per una scelta radicale in favore della vivibilità del litorale nizzardo: la chiusura al traffico della Promenade des Anglais, il più lungo, spazioso e suggestivo lungomare del mondo, che diventerà regno incontrastato di pedoni, pattinatori, ciclisti e mezzi pubblici, perché “in fin dei conti si chiama ‘promenade’ e quindi dev’essere riservata al passeggio”, dice con logica inoppugnabile Monsieur Petitpierre. Altro obiettivo, per il 2020, è quello di una stazione del Tgv all’aeroporto, con interscambio diretto tra i 300 all’ora dei vagoni a gran vitesse e gli 800 dei jet intercontinentali. A quel punto avremo una “ville qui bouge” in tutti i sensi, a bassa e alta velocità, per andare vicino oppure lontanissimo. Un vero nodo intermodale dove si potrà arrivare in auto come in treno, in aereo o in nave, ripartendo facilmente per la Corsica o per la Nuova Caledonia. Una città meta agognata, facilmente raggiungibile e vivibile, ma anche trampolino per i “vaisseaux dont l’humeur est vagabonde”, diretti verso “les soleils mouillés des ces ciels brouillés”, dove “tout n’est qu’ordre et beauté, luxe, calme et volupté”, cantati da Charles Baudelaire nella sua celebre ”Invitation au Voyage”. Versi immortali, che ispirarono il nizzardo di adozione Henry Matisse e musicati recentemente dal siciliano Franco Battiato. La vecchia stazione dei Chemins de Fer de la Provence, nel quartiere Libération Malausséna 63 • R A S S E G N A N. 1 9 E S TAT E 2 0 0 5