INDICE - Comune di Guidonia Montecelio

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INDICE - Comune di Guidonia Montecelio
Cassiopea S.r.l. – Via Delle Selle, 22 – 03029 Veroli (FR) Tel. 0775 238098 Fax 0775 238098
sito: www.cassiopea6a.it - email: [email protected]
INDICE
1. ELABORATI PROGETTUALI
2
2. STATO DI ATTO DELL'AREA
5
2.2 VINCOLI
6
3 PROGETTO DI COLTIVAZIONE
7
3.1 PIANO DI COLTIVAZIONE
9
4 PROGETTO DI RECUPERO
12
4.1 BILANCIO TERRE
13
4.2 PIANO DI COLTIVAZIONE E RECUPERO
15
STATO ATTUALE
15
STATO POST OPERA
16
POST RECUPERO AMBIENTALE
17
4.3 MODALITA’ ESECUZIONE RINTERRO
18
5 CONCLUSIONI
20
Relazione Tecnica
1
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1. ELABORATI PROGETTUALI
La presente relazione tecnica, gli allegati elaborati grafici ed il servizio fotografico
integrati da una relazione geologico tecnica a firma del Geologo Dott. Luca De Martini,
oltre che della relazione tecnica di indagine pedologico vegetazionale a firma
dell’Agronomo Dott. Francesco Abatini, costituiscono il progetto per la richiesta di
autorizzazione per l’apertura di un nuovo sito estrattivo e successivo recupero ambientale
della cava di travertino da parte della soc. Travertini Caucci S.p.A. con sede Legale in Via
Tiburtina Km. 25,500 – Tivoli (RM).
In particolare gli elaborati grafici del progetto sono costituiti dalle seguenti tavole
TAV 1
UBICAZIONE AREA DI PROGETTO
TAV 2/a
AREA DI PROGETTO
- Planimetria e sezioni Stato Attuale
TAV 2/b
scala 1: 1.000
AREA DI PROGETTO
- Planimetria e sezioni Post Recupero Ambientale
SERVIZIO FOTOGRAFICO
Relazione Tecnica
scala 1: 1.000
AREA DI PROGETTO
- Planimetria e sezioni Fase Intermedia
TAV 2/c
scala - varie
scala 1: 1.000
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La Tavola 1 contiene
Stralcio Catastale
scala 1: 2.000
Stralcio P.R.G.
scala 1: 5.000
Stralcio P.T.P.R. Tav. A – B – C – D
scala 1: 25.000
Stralcio CTR
scala 1: 10.000
Stralcio IGM
scala 1: 25.000
Carta uso del suolo
scala 1: 5.000
Stralcio P.T.P.G. Prov. di Roma
scala 1: 25.000
Stralcio P.R.A.E. Regione Lazio
scala 1: 25.000
In tutti questi stralci l’area di progetto è opportunamente individuata con un
contorno di colore rosso che permette una immediata individuazione della stessa.
La Tavola 2/a
In scala 1: 1.000 vi si rappresenta lo stato attuale dell'area oggetto del presente
progetto.
Per
una
migliore
caratterizzazione
dell’area
sulla
restituzione
aerofotogrammetrica, è stato riportato il rilievo topografico condotto in situ. Vi sono
rappresentati fra l'altro gli elementi morfologici ivi individuati, gli annessi industriali, ed i
limiti di proprietà. Il tutto corredato da alcune sezioni che fuoriescono dall'area di progetto
per meglio mostrare le connessioni dell'area stessa con il territorio circostante che risulta
marcato da attività di estrattive in atto, dismesse e potenziali.
In particolare nella planimetria sono riportate le curve di livello ogni due metri. Dalla
distribuzione delle curve stesse è possibile la modellizzazione della morfologia dell'area.
Tutti gli elementi morfologici citati sono ovviamente caratterizzati e direttamente
individuabili nelle sezioni.
La Tavola 2/b
In scala 1: 1.000 vi si individua lo stato di fatto dell'area in una fase intermedia.
Nella tavola sono altresì riportate le sezioni di progetto ante opera, le stesse sezioni come
si dirà anche in seguito, sono rappresentate nello stato post opera, infatti in tutte le tavole
le tracce delle sezioni sono lasciate per uniformità, sempre nella stessa posizione. Con
tale accorgimento è possibile percepire l’evoluzione della coltivazione.
Relazione Tecnica
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La Tavola 2/c
Viene rappresentato infine lo stato finale dell'intera area recuperata con le relative
sezioni. Si può osservare che le aree precedentemente occupate da vecchie coltivazioni
o in precedenza occupate da accumuli di materiali di risulta sono scomparsi e la quota
finale in corrispondenza del piano campagna è uniforme e perfettamente raccordata con
le quote prospicienti.
L’ipotesi di recupero mostra un territorio omogeneo atto ad ospitare lavori ed opere
di riconversione dell’area, in funzione delle indicazioni di PRG attuali o futuri
eventualmente provenienti dall’Amministrazione Comunale, riportando in ogni caso, il
territorio dal punto di vista morfologico, ad uno stato simile a quello di partenza.
Le fasi nella tavola grafica, sono corredate dal servizio fotografico che illustra dai
punti di vista significativi lo stato attuale delle aree oggetto del presente progetto.
Si sottolinea che nella tavola 2, sulle planimetrie citate sono marcati i limiti di
proprietà, l'ubicazione del piazzale di cava di progetto nonché le sezioni ubicate nella
stessa posizione dello stato attuale, dal cui confronto è possibile chiaramente evincere
l'evoluzione della coltivazione ed il conseguente recupero finale .
Le considerazioni circa la stabilità delle scarpate in roccia e dei cumuli di detrito
nello stato attuale costituiscono la guida nelle scelte progettuali eseguite. Si sottolinea
che la Società procede con cadenza annuale alla verifica di tutti i fronti in coltivazione.
Viene redatta una relazione tecnica ai sensi dell’art. 52 D.Lgs. 624/96 e trasmessa al
competente ufficio regionale. Sarà cura della direzione dei lavori, verificare di volta in
volta le condizioni al dettaglio dei fronti lapidei e dei rilevati terrigeni.
Le metodologie ipotizzate per il rinverdimento dell'area coltivata sono di seguito
illustrate in dettaglio.
Allegato a parte alla presente relazione è riportato il computo afferente il ripristino
ambientale e lo studio tecnico economico relativo l'attività in oggetto.
Relazione Tecnica
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2. STATO DI FATTO DELL'AREA
L'area oggetto del presente lavoro promosso dalla Soc. “Travertini Caucci
S.p.A.” è ubicata nella propaggine meridionale del Comune di Guidonia Montecelio a
circa 2000 metri dal centro abitato ed a circa 1500 m dal nucleo abitato di Villalba.
L’area in esame è marcata da attività antropica praticamente in atto, pertanto la
morfologia ha un andamento altimetrico variabile con presenza di rilevati in costruzioni o
realizzati di recente e fronti di travertino aperte. Il paesaggio nelle immediate prospicienze
della cava risulta marcato per lo più da coltivazioni estrattive attuali o dismesse.
Dal punto di visto dell'uso del suolo è stata redatta una planimetria inserita nella
tavola n. 1, ove si evince che l'area interessata al progetto è posta in adiacenza ad un
territorio oggetto di coltivazioni in parte ultimate, in parte da ultimare. Al di fuori di tale
perimetrazione vi è un'ampia area ove insiste il centro abitato.
I terreni afferenti il progetto sono individuati nella tabella di seguito riportata.
AREA OGGETTO DI INTERVENTO
Dati catastali
(foglio-particelle) F. 7 Sez. Le Fosse – Mapp. 11p-27p-91-109-147-149p-153p
F. 19 Sez .Le Fosse – Mapp. 214-216-218-219-220-222
All'area si accede tramite Via delle Cave che incrocia Via Della Longarina in
corrispondenza dell’area oggetto di ripristino proseguendo verso Sud si collega con la
S.S. Tiburtina, in alternativa si collega con Via della Campanella che a sua volta riporta
sulla strada Provinciale Maremmana Inferiore.
Il piano stradale è impostato ad una quota media di m 72,00 slm circa. Il Piano
campagna è impostato ad una quota media di 72,00 m circa slm.
Relazione Tecnica
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2.2 VINCOLI
L’area di progetto
•
Non è gravata dal vincolo idrogeologico
•
E’ inclusa nel PTPR Tav. 25
•
Non risulta gravata da “usi civici”
Per quanto attiene il rilievo dei vincoli Paesistici l’area di interesse
non ricade nelle seguenti zone :
•
“ Tutela delle cose di interesse artistico di cui alla L. 1089/39 "
•
“Protezione delle bellezze naturali “ di cui alla L. 1497/39 "
•
“Legge quadro sulle aree protette” di cui alla L. 394/91"
•
“Conversione in legge del D.L. 312/85 recante disposizioni urgenti per la tutela
delle zone di particolare interesse ambientale di cui alla L. 431/85 "
Per quanto concerne il PTPR Tav. B l’area ricade parzialmente sul lato ovest
all’interno della fascia di rispetto del bene puntuale diffuso, testimonianza dei caratteri
identitari archeologici e storici (tp058_1748) “Casal de Pastica”
Come si evince dalla planimetria l’area interessata dal vincolo è stata stralciata dal
presente progetto.
Relazione Tecnica
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3 PROGETTO DI COLTIVAZIONE
Di fatto i terreni sono nelle disponibilità della società “Travertini Caucci S.p.A.”,
sede Legale in Via Tiburtina Km. 25,500 – Tivoli (RM), il cui legale rappresentante è il Sig.
Stefano Canini, nato a Tivoli (RM) il 04/08/1968 e residente a Tivoli (RM) in Via Giotto,
72.
7
Stralcio Catastale (non in scala)
Il travertino che si coltiva nell’area di interesse ha una percentuale di recupero
medio che si attesta su valori pari al 12%. A tale valore medio si è giunti grazie all’esame
dei dati provenienti in passato dalla coltivazione e dall’analisi stratigrafica del travertino in
posto. Di seguito si riporta una foto ove si percepisce chiaramente la stratigrafia del
travertino presente nell’area, ove si fa notare la presenza di un 1° banco di travertino con
caratteristiche scadenti che verrà destinato in toto alla frantumazione e di un 2° banco
con caratteristiche nettamente migliori.
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Stratigrafia del Travertino in posto con il termine 1° banco si individua un orizzonte che è per lo più terrigeno
con inclusi travertinosi
Tale area è stata in passato oggetto di coltivazione mineraria, tra l’altro l’ultima
autorizzazione afferente l’area è la n. 16-1 AMPL/PRO/AC del 13.12.2010 scaduta il
28/06/2012. Di fatto il travertino in posto non è ancora esaurito (cfr. Relazione
Giacimentologica) atteso che l’art.1 della legge 17/2004 privilegia i criteri di
razionalizzazione dello sfruttamento del giacimento, evitando sprechi e sottoutilizzo di
risorse minerarie, per contenere il prelievo delle risorse non rinnovabili; favorisce il
recupero ambientale delle aree di escavazione dismesse, per salvaguardare la morfologia
del territorio e della vegetazione e per attenuare la visibilità paesaggistica dell’attività
estrattiva; e incentiva il riutilizzo dei materiali derivanti da demolizioni, restauri,
ristrutturazioni, sbancamenti e drenaggi, privilegiando i siti estrattivi che svolgono anche
attività di riutilizzo dei suddetti materiali anche attraverso il posizionamento dei connessi
impianti; tutto ciò fornisce il cardine su cui verte la presente proposta progettuale.
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Da quanto emerge dall’analisi del P.R.G. adottato nel Comune di Guidonia
Montecelio (RM), l’area oggetto del presente lavoro ricade in gran parte nella sottozona
D/3 (estrattiva e di riserva industriale) e in parte nella sottozona E/4 (agricola vincolata).
Nel momento in cui si scrive la società ha già inoltrato istanza di variante puntuale
al P.R.G. per le aree in zona E/4.
Con la D.C.R. del 20/04/2011 n. 7, pubblicata sul BURL 07/07/2011 S.O. 134 n.25,
la Regione Lazio ha approvato il P.R.A.E. (Piano Regionale delle Attività Estrattive), tale
piano
è
l’atto
di
programmazione
settoriale
che
stabilisce,
nell’ambito
della
programmazione socio-economica e territoriale regionale, gli indirizzi e gli obiettivi di
riferimento per l’attività di ricerca di materiali di cava e torbiera e di coltivazione di cava e
torbiera, nonché per il recupero ambientale delle aree interessate. L’area di interesse
ricade all’interno del PRAE.
3.1 PIANO DI COLTIVAZIONE
Nelle Planimetrie allegate è individuato il piano di coltivazione di cui si danno di
seguito le specifiche:
Superficie interessata al
progetto
137.880
m
Superficie disponibile
146.890
m
Area di scoperta
34.515
m
Volume in banco
2.206.393*
m
Volume scoperta
322.160*
m
2
2
2
3
3
* volumi stimati con l’ausilio di un calcolatore elettronico
La corretta impostazione del piano di coltivazione è indispensabile perché da
questa discende la possibilità di un recupero adeguato dell’area senza ricorso a mezzi
straordinari.
Il principio su cui verte il progetto di coltivazione è pertanto basato su criteri di
grande semplicità ed ha come scopo quello di incidere in modo minimo sulla morfologia
del territorio.
Relazione Tecnica
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Esso può riassumersi in poche ma significative operazioni finalizzate a creare un
ordine nella organizzazione della produzione e nella forma finale del cantiere.
Le operazioni principali sono:
Il
primo
passo
in
termini
generali
consiste
nell’esame
macrostrutturale
dell’ammasso che viene delimitato in pannelli sostanzialmente in funzione deIle
discontinuità strutturali al fine di diminuire l’aleatorietà della resa di coltivazione e
garantire l’abbattimento in condizioni di sicurezza. Di preferenza il taglio dei pannelli
avviene perpendicolarmente alle “sentine“ o “peli” in modo che la bancata interessata
dalla frattura venga suddivisa in parti che mantengono lo stesso spessore (di solito 1,6
m.) un taglio effettuato parallelamente alla frattura fa si che il pannello viene suddiviso in
porzioni di spessore variabile su tutta la larghezza e quindi con fattori di recupero molto
bassi.
Al fine di aumentare la produzione si cerca per quanto possibile di procedere
nell’abbattimento in parallelo di più fronti senza che le diverse fasi dei vari processi
produttivi abbiano ad interferire fra loro.
Dall’esame dello stato di fatto del travertino si prevede un approfondimento della
coltivazione fino a raggiungere una quota corrispondente al fondo della cava, pari a +33
m s.l.m. nella porzione sud-ovest e a +38 m s.l.m. nel resto dell’area. Infatti da un’analisi
del travertino in posto emerge che il banco presenta una blanda pendenza con direzione
del piano di massima pendenza sud-ovest.
Si sottolinea che il recupero avviene parallelamente alla coltivazione.
Per l’abbattimento della singola bancata a regime si attua la seguente procedura:
-
Lavori di scoperta con asporto terreno agricolo
-
Rimozione della Testina (Travertino alterato)
-
Preparazione alloggio macchina perforante
-
Montaggio macchina perforante
-
Allacciamento impianti elettrico ed idrico
Relazione Tecnica
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-
Perforazione foro guida
-
Esecuzione taglio alla base del pannello con segatrice a catena
-
Smontaggio punta perforante montaggio puleggia penetrante
-
Montaggio montante laterale
-
Posizionamento pulegge rinvio e delimitazione circuito filo diamantato
-
Approntamento taglio ed esecuzione taglio
-
Rimozione filo
-
Smontaggio macchinetta e montante
-
Preparazione alloggio martinetto o cuscino divaricatore
-
Approntamento letto di caduta bancata
-
Allontanamento personale
-
Ribaltamento bancata
-
Ritaglio blocchi
-
Movimentazione ed invio alla lavorazione
Tale procedura ha il carattere della generalità e può essere modificata in alcuni
suoi passi in funzione dello stato della bancata.
La fossa al termine della coltivazione sarà delimita senza soluzione di continuità da
pareti sub verticali.
Le altezze dei fronti sono variabili in funzione dei banchi e della qualità del
travertino, ed hanno un’altezza massima prevista di circa 28 m, assicurando un grado di
sicurezza alto per quanto attiene la stabilità dei fronti di cava ed al contempo forniscono
la garanzia di agevole recupero delle stesse. (per i dettagli dei calcoli e delle
considerazioni che hanno portato a tali affermazioni si provvederà alla redazione dei
calcolo di stabilità delle scarpate che la società effettua anno per anno ex art 52 D.Lgs
624/96)
Parallelamente alle operazioni di coltivazione vere e proprie si provvederà a
realizzare, ed ove già realizzato, a mantenere in efficienza, la recinzione della ‘fossa’ con
posa in opera di pali in ferro , rete metallica e stesa di un ordine di filo spinato.
Si provvederà a porre in opera le tabelle monitorie.
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Si provvederà a regimare le acque di ruscellamento meteoriche, se non assorbite
dal terreno, al di fuori dell’area di cava, con la realizzazione di un canale di guardia.
4 PROGETTO DI RECUPERO
Come descritto nel precedente paragrafo il recupero procederà di pari passo alla
coltivazione.
12
Nel caso in esame il recupero ambientale in virtù della morfologia del territorio e
della tipologia di coltivazione "a fossa" non rappresenterà una mera mascherazione
paesaggistica
ma ricostituirà l'elemento territoriale e vegetazionale esistente con
reinserimento dell'area nel paesaggio agricolo esistente con una complessiva
ricostituzione dell'habitat faunistico a garanzia del massimo sviluppo delle popolazioni
vegetazionali tipiche dell'area e la piena armonizzazione dell'area recuperata con il
territorio circostante.
In virtù dell'alterazione comunque esistente al momento della coltivazione,
dell'area, il recuperò costituirà un miglioramento dell'ambiente nel suo complesso senza
perdita alcuna dei beni naturali preesistenti l’apertura dell’attività estrattiva. Si prevede
pertanto una valorizzazione del sito ricreando le condizioni che favoriscono l'uso agricolo
del territorio stesso, assicurando in ogni caso, la flessibilità richiesta per aderire alle
destinazioni di PRG attuali o future.
Nel corso del recupero si provvederà a fornire ai terreni una pendenza sufficiente
a drenare e regimare le acque fluviali nella rete dei fossi interpoderali che andranno a
costituirsi.
Tale accorgimento verrà adottato per una regimazione ottimale delle acque
meteoriche nonché per favorire le operazioni colturali, di fatto il paesaggio che verrà a
formarsi a seguito della coltivazione prevista si caratterizzerà attraverso impianti in
accordo con la vocazione del sito.
Relazione Tecnica
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4.1 BILANCIO TERRE
Area di proprietà (in ettari (ha)) complessiva:
14.68.90
ha
Area interessata dal progetto
137.880
m
Area interessata al ripristino
137.880
m
34.515
m
b)Volume scoperta
322.160
m
c)Volume in cumulo (fattore cumulo 40 %)
451.024
m
a)Area di scoperta complessiva
2
2
2
3
3
3
3
2.206.393
m
e)Volumi utili(in metri cubi(m )) (resa 12%)
264.767
m
f) Materiale frantumato (30 %)
661.918
m
g) Coltivazione media annua (stimata in metri cubi(m3))
220.639
m
h)Volume scarti (d-(e+f))
1.279.708
m
i)Volume in cumulo (fattore cumulo 40 %)
1.791.590
m
l) Totale Volumi di risulta (c+i)
2.242.614
m
139.940
m
n)Volumi necessari per completare il ripristino dell’area coltivata
4.788.572
m
o) Totale volumi disponibili per il ripristino (c+i)
2.242.614
m
2.545.958
m
d)Volumi totali da coltivare (in metri cubi(m ))
3
m)Superficie area da ripristinare
3
3
3
3
3
3
2
3
3
p)Volume di terre e rocce necessario per completare il
recupero (n-o)
3
AVVERTENZA: atteso che in base ai calcoli su esposti il volume disponibile è minore a quello
necessario al recupero dell’area, la società si impegnerà a reperire terre e rocce da scavo da cantieri
esterni all’attività estrattiva ai sensi dell’art. 41 bis della Legge 98/2013 (Decreto del fare).
Tali volumi sono stati riferiti ai volumi della coltivazione ed alle percentuali stimate
per il recupero i cui valori pur se stimati in modo accurato possono andare incontro a
variazioni legate a disuniformità locali del banco di travertino.
Relazione Tecnica
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Si riporta di seguito una sezione ove è possibile percepire la stratigrafia del
recupero in base al materiale utilizzato.
Particolare attenzione si è posta al livello di falda che, per l’area interessata, è pari
a circa 52,00 m s.l.m; detto ciò ne consegue che il recupero verrà effettuato fino alla
quota di circa 53,00 – 53,50 m s.l.m. con materiale di scarto proveniente dalla
coltivazione del banco di travertino in posto, mentre fino a raggiungere la quota del piano
campagna verranno utilizzate Terre e Rocce da scavo ai sensi dell’art. 41 bis della Legge
98/2013 (decreto del fare).
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4.2 PIANO DI COLTIVAZIONE E RECUPERO
Nella figura sottostante è possibile apprezzare lo stato attuale dell’area oggetto del
presente progetto.
STATO ATTUALE
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Planimetria Stato Attuale (non in scala)
La quota media del piano campagna è di circa 72 m slm.
Lo scavo che verrà effettuato porterà tutto il territorio ad una quota variabile da +33
m s.l.m. a +38 m s.l.m.
Si rimarca che tale area è stata in passato oggetto di coltivazione mineraria, tra
l’altro l’ultima autorizzazione afferente l’area è la n. 16-1 AMPL/PRO/AC del 13.12.2010
scaduta il 28/06/2012.
Sul lato Ovest, come citato in precedenza, l’area è interessata dalla fascia di
rispetto di 100 m del bene puntuale diffuso, testimonianza dei caratteri identitari
archeologici e storici (tp058_1748) “Casal de Pastica”, tale porzione è stata esclusa dal
piano di coltivazione.
Nella porzione Sud-Ovest attualmente sono ubicati gli uffici amministrativi e i
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laboratori di lavorazione del travertino che a seguito dell’approvazione del presente
lavoro, verranno demoliti.
Nella planimetria sono altresì riportate le rampe che attualmente permettono
l’accesso al fondo cava.
FASE INTERMEDIA
I lavori verranno effettuati a partire dallo stato attuale senza soluzione di continuità.
Durante la coltivazione dei banchi di travertino, i materiali di scoperta e i materiali di
scarto verranno depositati sul sito stesso per il relativo recupero. Con l’evoluzione della
coltivazione tali terreni in parte andranno a costituire il sub strato su cui impostare le
piante atte al ripristino dell’area.
Nella figura di seguito riportata si illustra una fase intermedia del piano di
coltivazione, ove si percepisce anche l’avanzamento del recupero.
Planimetria Fase intermedia (non in scala)
Durante i lavori di coltivazione verranno rispettate le distanze dai confini e dalla
strada ivi presente (Via delle Caldarelle), (si rimarca che è già presente un autorizzazione
in deroga ex art. 105 DPR 128/59)), mentre lungo i confini con le altre attività estrattive la
coltivazione si raccorderà con quella delle aree adiacenti.
Relazione Tecnica
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POST RECUPERO AMBIENTALE
Tale stato è illustrato nella planimetria conclusiva, a seguito del raggiungimento di
tale fase, l’area si presenterà sostanzialmente recuperata, con possibilità di reinserimento
della stessa, con estrema flessibilità nell’ambito delle progettualità di PRG attuali o future
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Planimetria Post Recupero Ambientale (non in scala)
Per quanto attiene l’intervento di recupero dell’area si specifica che verrà effettuato
fino alla quota di circa 53,00 – 53,50 m s.l.m. con materiale di scarto proveniente dalla
coltivazione del banco di travertino in posto, e fino a raggiungere la quota del piano
campagna con Terre e Rocce da scavo ai sensi dell’art. 41 bis della Legge 98/2013
(decreto del fare), rispettando l’attuale destinazione urbanistica come illustrato in
planimetria.
Per una porzione verrà ricreato un ambiente prettamente a scopo agricolo mentre
per la restante parte l’obiettivo sarà quello di ricreare ambienti atti ad ospitare le
lavorazioni necessarie alla realizzazione di insediamenti industriali così come previsto
dalle norme di PRG ovvero rispecchiando l’attuale destinazione urbanistica.
Relazione Tecnica
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Ove tali infrastrutture non venissero realizzate, tali ambienti così come ricostituiti
risulteranno comunque idonei alla potenziale ricolonizzazione delle specie erbacee tipiche
del luogo. Il progetto si baserà dunque su dinamiche naturali; nel caso specifico si opterà
per un’opzione “minimalista” che non preveda alcun intervento agronomico diretto
migliorativo, evitando trasemine e concimazioni, e che lascerà all’evoluzione ed alla
colonizzazione naturale il compito di riavviare il ciclo della fertilità e le successioni
vegetazionali.
Per accelerare i processi di re-inserimento delle aree di ex-cava nel territorio, si
rende necessario imitare e favorire i processi evolutivi della vegetazione (successioni),
interrotti al momento dell’inizio dell’escavazione. In particolare, si creeranno delle zone in
cui il materiale a matrice travertinosa ricorderà il travertino in neoformazione, che si
presenta come una roccia facilmente degradata e colonizzabile da vegetali pionieri
(muschi e licheni) che, grazie alla loro azione degradatrice, possono favorire, in seguito,
la colonizzazione dell'area da parte di microflora terofitica fugacissima, che sfrutta le
scarse precipitazioni ma soprattutto l'umidità notturna, che a metà giugno scompare
lasciando alle microasperità del suolo i semi a cui è affidata la sua fugace annuale
comparsa.
4.3 MODALITA’ ESECUZIONE RINTERRO
Le modalità di esecuzione del rinterro che seguono si applicano sia all’area
oggetto della coltivazione e successivamente di ripristino.
Una volta eseguita la coltivazione del banco si definisce l'area da destinare ad
essere occupata dal rilevato che risulta essere confinata dalle pareti del banco ove la
coltivazione è terminata e dall'altro con blocchi di travertino disposti sul piazzale di cava
che assolvono sia alla funzione di proteggere il piazzale di cava stesso dal rotolamento
del materiale grossolano sia ad un sostegno al piede del rilevato stesso. Si procederà ad
occupare l'area riversando il materiale dall'alto avendo cura che, allorquando il rilevato
abbia raggiunto la quota del ciglio da cui si depone il materiale, la sommità dello stesso
abbia un piano di gronda in contropendenza rispetto al rilevato per far si che le acque
meteoriche che ivi si raccolgono defluiscono verso l'esterno evitando l'azione di
ruscellamento sui fianchi del rilevato stesso. Vedi planimetria e sezioni delle tavole
allegate.
Relazione Tecnica
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Con il migrare del piazzale di cava anche l’area da destinare al ripristino tende a
spostarsi, e sarà confinata con nuove pareti con blocchi di travertino
34°
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In figura si riporta una sezione tipo del rilevato costituito da materiale di risulta che si
adagia sul piazzale di cava secondo un angolo medio pari a quello di natural declivio del
materiale stesso.
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5 CONCLUSIONI
Il sito in esame giace distante da centri abitati e pertanto non subiscono disturbi
legati alla produzione di rumori, polveri, transito di traffico pesante. L’area è al centro di
un bacino estrattivo che si estende senza soluzione di continuità nei comuni di Tivoli e
Guidonia. La coltivazione a cielo aperto non interferisce con le finalità di conservazione e
razionale gestione del territorio ovvero con aree protette, quali parchi riserve naturali, in
quanto i terreni interessati non sono gravati da tali limiti che non sono presenti nemmeno
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nelle aree immediatamente prospicienti.
Il computo delle riserve di travertino nell’ambito dell’area di studio è stato effettuato
sulla base dei dati rilevabili dai fronti di cava esistenti, dalle indagini geognostiche
effettuate, dal rilevamento geologico di campagna e correlati con le planimetrie
topografiche della zona interessata. Le cubature totali delle riserve di travertino, pari a
3
circa 264.767 m (utile), sono state ottenute dalla somma dei prodotti delle singole aree
per i rispettivi spessori del banco, come descritto nella relazione giacimentologica cui si
rimanda, ipotizzando che al di sotto dell’attuale piano di fondo cava vi sia una presenza di
pietra ornamentale con spessore variabile che raggiunge lo spessore massimo di circa 12
metri.
L'area non è compresa in zone golenali, sponde di proprietà demaniali, aree ad
elevata vulnerabilità con peculiarità marcate di natura morfologica quali carsismo, edifici
vulcanici, dune, sistemi fluviali, che possano essere segnate in maniera permanente
dalle azioni estrattive.
Le azioni propriamente legate alla escavazione ed i relativi effetti risultano ad
impatto temporaneo come anche quelle derivanti dal ciclo di abbattimento del materiale
e del suo trasporto, sia all'interno che all'esterno della cava. In termini generali a seguito
della coltivazione si verificano modificazioni permanenti sul paesaggio e sul sito, sulla
vegetazione; anche il suolo ed il sottosuolo, intesi sia in senso pedologico che geoidrologico, subiscono modificazioni permanenti.
A tali modificazioni si pone rimedio con le operazioni di recupero ambientale.
Il TECNICO
Ing. Min. Nicola Martino
Relazione Tecnica