Leggi il Position Paper completo - The European House
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Position Paper Il sistema bancario, assicurativo e finanziario per un efficace sviluppo delle relazioni bilaterali Summit Italia-Iran, Teheran, 16-17 maggio 2016 Il presente documento è il frutto delle analisi compiute dal Think Tank 1 Iran - Italia di The European House Ambrosetti sotto la guida di un Advisory Board internazionale di rilievo. Dalla revoca delle sanzioni internazionali, l’Iran è sotto i riflettori della comunità internazionale, e numerosi operatori di diversi settori e Paesi stanno pensando all’Iran come destinazione degli investimenti. Ciononostante i flussi di capitale internazionale si trovano a dover superare diversi ostacoli nel settore bancario, assicurativo e finanziario. Fino a questo momento sono pochi gli attori finanziari che hanno deciso di puntare sull’Iran, facendo così mancare il loro supporto alla comunità imprenditoriale internazionale e il sostegno agli investimenti programmati. Sono diverse le problematiche che ostacolano l’engagement degli operatori finanziari: la paura delle sanzioni americane, la scarsa trasparenza dei meccanismi sanzionatori, l'impossibilità di utilizzare il dollaro americano e una velata pressione morale da parte degli operatori statunitensi. A tutto ciò si aggiungono il rischio di una reintroduzione delle sanzioni e le questioni legate all’ottemperanza normativa. In questo contesto, una forte partnership tra Iran e Italia può avere un ruolo fondamentale nello sblocco dell’attuale impasse finanziaria internazionale. L’Italia deve impostare una forte azione di advocacy, sia individualmente che di concerto con altri stati membri dell’UE, per affrontare i vincoli americani e gli obblighi normativi. L’Italia dovrebbe inoltre favorire la prima mossa dei suoi attori finanziari, così da incoraggiare altre banche occidentali ad abbandonare l’approccio "wait and see". Una forte partnership tra Iran e Italia può stimolare una proficua collaborazione nel campo dell’ottemperanza normativa, elemento essenziale per far entrare completamente il sistema finanziario iraniano nella comunità internazionale. Perché è importante 1 1. Dall’inizio del 2016, la Repubblica Islamica dell’Iran 2 attrae l’interesse della comunità internazionale degli investitori. Il 16 gennaio di quest’anno l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA) ha verificato l’implementazione da parte dell’Iran delle misure previste sull’energia nucleare. Il cosiddetto “Implementation Day” ha confermato l’accordo politico sul programma nucleare iraniano, conosciuto come Piano d’azione congiunto globale (Joint Comprehensive Plan of Action - JCPOA). 2. In questo contesto, sono state revocate diverse sanzioni internazionali pendenti in capo all’Iran: gli Stati Uniti hanno rimosso le “sanzioni secondarie” sul nucleare e oltre 400 individui ed entità dalla lista delle Specially Designated Nationals and Blocked Persons List (SDN List). Oltre agli Stati Uniti, anche l’Unione Europea ha adottato la Decisione 37/2016 del Consiglio, revocando con effetto immediato la maggior parte delle sanzioni restrittive commerciali imposte a livello europeo nei confronti dell’Iran. Tali accordi 1 The European House - Ambrosetti è stato nominato primo Think Tank privato italiano e quarto in Europa nell’edizione del 2015 del Global Go To Think Tank Index Report dell’Università della Pennsylvania. 2 Di seguito Iran. hanno permesso tutti i trasferimenti di fondi europei da e verso l’Iran (a eccezione di alcune banche iraniane che non sono state rimosse dalla lista). 3. A seguito dell’Implementation Day, l’interesse della comunità internazionale nei confronti dell’Iran è letteralmente esploso. Questo entusiasmo può essere spiegato analizzando l’economia del Paese prima delle sanzioni internazionali: dal 2000 al 2011, il valore degli investimenti diretti esteri (IDE) è aumentato a un CAGR 3 del 26,1% (arrivando a 33,2 miliardi di dollari 4 ), il Pil è cresciuto del 440% (raggiungendo i 592 mila dollari) e le importazioni del 401%. 4. Dal 1970 al 2014 la popolazione è aumentata di oltre il 174%, arrivando a contare 78 milioni di abitanti nel 2014 e con la previsione di superare i 90 milioni entro il 2050. La popolazione iraniana è molto giovane e ben istruita, con il 62,5% sotto i 35 anni. Inoltre, la classe media e la classe alta rappresentano il 40% della popolazione totale, un tasso più alto sia rispetto all’Asia Centrale sia alla media mondiale, che nel 2013 era il 30%. 3 Compounded Average Growth Rate (Tasso di crescita annuo medio). 4 Dal 2000 al 2011 il flusso degli investimenti diretti esteri è aumentato a un CAGR del 32,5%, con un valore annuo medio per questo periodo di 2,5 miliardi di dollari. 5. Nel 2011 lo sviluppo economico iraniano ha subito una battuta d’arresto a causa delle sanzioni sul nucleare. Dal 2012 al 2014, il flusso di IED è diminuito del 54,8% e il Pil del 27,6%, mentre le importazioni sono calate del 17% nel periodo dal 2011 al 2014. Si stima che l’economia iraniana abbia un potenziale di attrazione di investimenti diretti esteri di circa 127 miliardi di dollari. 6. Per di più, il governo di Teheran ha annunciato grandi piani di sviluppo che prevedono un investimento di circa 10 miliardi di dollari nel settore delle rinnovabili e 40 miliardi di dollari per i progetti riguardanti il settore petrolchimico. I programmi relativi a strade e ferrovie potrebbero attirare investimenti per circa 48 miliardi di dollari, mentre per lo sviluppo del settore petrolifero saranno necessari circa 180 miliardi di dollari 5 . In totale, l’Iran avrà bisogno di investimenti esteri annui di 30-50 miliardi di dollari per raggiungere l’obiettivo di crescita prefissato dell’8% nei prossimi cinque anni6. Bubble size= population 250 (min: 2,2mln. max:177. mln.) Poland Chile 200 8. Inoltre, dall’Implementation Day, gli attori iraniani e italiani hanno già sottoscritto oltre trenta memoranda d’intesa 10 e quelli firmati a gennaio hanno un valore stimato di oltre 15 miliardi di euro. L’italiana SACE, l’agenzia assicurativa del credito all’esportazione, ha sottoscritto un accordo di recupero del credito sovrano (564 milioni di euro) vantato nei confronti della Banca Centrale Iraniana; un credito costituito dagli indennizzi corrisposti da SACE alle aziende italiane per le importazioni insolute causate dal blocco dei sistemi di pagamento. Questo accordo consentirà a SACE di diventare la prima agenzia di credito all’esportazione a rilanciare attività assicurative a supporto dell’export e degli investimenti italiani in Iran. € mln. Thailand 2.400 CAGR 2000-2005 2.200 South Africa 2.000 150 Colombia 100 1.800 Nigeria Vietnam 1.600 Hungary 1.400 Philippines 800 600 7. In questo contesto, una collaborazione tra Iran e Italia può avere un ruolo fondamentale. Prima delle sanzioni, l’Italia era uno dei partner commerciali più importanti di Teheran: nel 2010 si è posizionata quale ottavo partner commerciale dell’Iran e primo partner a livello europeo 7 . La previsione degli investimenti nei prossimi sei anni è di 180 miliardi di dollari. Fonte: ICE, Opportunities of Business in Iran 2016 (Opportunità commerciali in Iran nel 2016). 6 Fonte: Sixth Five-Year National Development Plan, Iranian Government, 2016 (Sesto piano di sviluppo nazionale quinquennale, Governo iraniano, 2016). 7 Fonte: UNCTADStat, 2016. 2020 2018 2000 Figura 1. Ide, Pil e popolazione (dollari correnti e popolazione in milioni), 2013, paesi selezionati (range di Pil: 78-524 miliardi di dollari). Fonte: Elaborazione The European House - Ambrosetti su dati del Governo iraniano, della Banca Mondiale e del FMI, 2016 2016 600 GDP, bln. current $, 2013 2014 500 2012 400 2010 300 2008 200 2006 100 1.000 Iran Pakistan - CAGR 2013-2015 1.200 2004 50 - 5 2.600 2002 FDI stock, bln. current $, 2013 300 Inoltre, nonostante le sanzioni, l’Italia è rimasta il secondo partner europeo dell’Iran (dopo la Germania) e il nono a livello globale 8. Con la rimozione delle sanzioni, si stima un aumento delle esportazioni italiane verso il mercato iraniano e una generazione di 2,1 miliardi di euro addizionali tra il 2016 e il 20209. estimates Figura 2. Esportazioni italiane in Iran, scenari di crescita previsti (in milioni di euro), 2000-2020. Fonte: Stime The European House - Ambrosetti su dati UNCTAD ed Eurostat, 2016 8 Nel 2014 il valore complessivo delle operazioni è stato pari a 1,5 miliardi di euro. Il valore complessivo più elevato (7 miliardi di euro) è stato raggiunto nel 2011. Fonte: UNCTAD e Associazione Bancaria Italiana, 2016. 9 Secondo le stime di SACE, tra il 2015 e il 2018 le esportazioni supplementari potrebbero raggiungere circa 2,9 miliardi di euro. Fonte: SACE, Ufficio Studi Economici, luglio 2015. 10 Secondo altre fonti iraniane, solo a gennaio sono stati sottoscritti oltre trenta memoranda d’intesa tra Italia e Iran; a questi se ne aggiungono circa 17 firmati dal Primo Ministro italiano durante la sua visita in Iran lo scorso aprile. Ostacoli al sistema finanziario 9. Il rinnovato interesse internazionale verso l’Iran, così come il rapporto speciale che Teheran e Roma stanno sviluppando in questo contesto, si trova però di fronte un importante ostacolo, ovvero la mancanza di sostegno da parte del sistema bancario e finanziario. Vi è infatti una mancanza di supporto finanziario da parte delle istituzioni bancarie internazionali, che non si stanno muovendo allo stesso ritmo dei business player. 10. Gli attori internazionali sono tuttora restii a impegnarsi con l’Iran, e questo vale soprattutto per le medie e grandi società, le uniche in grado di sopportare un’esposizione creditizia significativa. Questa situazione si traduce in un limite all’esecuzione dei memoranda d’intesa sottoscritti e ostacola i piani di crescita dell’Iran. Infatti, finora nessuno degli accordi siglati da Italia e Iran dall’Implementation Day è stato messo in atto11. 11. Sono diverse le cause di questa situazione. In primo luogo, gli attori bancari e finanziari temono ancora le sanzioni da parte dell’OFAC 12 e di altre autorità di regolamentazione americane 13 . Negli ultimi anni le banche europee sono state sanzionate dall’OFAC 14 a causa di un complesso regime sanzionistico ancora ampiamente in vigore (come le sanzioni primarie americane, le liste SDN, ecc.). 12. A causa delle sanzioni americane ancora in vigore, alle entità statunitensi è proibito eseguire transazioni dirette o indirette con gli operatori iraniani. Inoltre, non sono ancora state rimosse le restrizioni sulle transazioni in dollari statunitensi (il cosiddetto dollar clearing), anche quelle verso i player stranieri. Ciò significa che rimangono vietate le operazioni eseguite in dollari statunitensi per le attività di clearing attraverso il sistema finanziario americano; questo impedisce alle banche europee di impegnarsi con l’Iran, 11 L’unica eccezione a questi limiti di finanziamento sono le lettere di credito (con validità fino a tre mesi), l’unico strumento che può essere messo a credito con una due diligence limitata da parte dei player e delle istituzioni coinvolte. 12 L’Office of Foreign Assets Control (OFAC) del Dipartimento statunitense dei Servizi Finanziari si occupa dell’amministrazione e applicazione delle sanzioni economiche e commerciali. 13 Tra cui la Federal Reserve e il Dipartimento dei Servizi Finanziari dello Stato di New York. 14 Nel 2015 la sola BNP Paribas è stata multata per 8,9 miliardi di dollari per la violazione delle sanzioni. essendo impossibile ricevere il pagamento in dollari. Per di più, tutti gli emittenti 15 devono presentare rapporti trimestrali o annuali alla Commissione statunitense per i Titoli e gli Scambi. 13. Inoltre, questo regime sanzionistico rimane poco chiaro e ampiamente aperto a interpretazioni (come la definizione di "controllo statunitense" o "proprietà statunitense” 16 e la tendenza a considerare proibite le transazioni non solo verso le entità iscritte nella lista nera ma anche verso tutti gli individui legati direttamente o indirettamente alle Guardie della Rivoluzione Iraniana). 14. In questo contesto, le banche esposte sul mercato internazionale e americano e desiderose di investire in Iran o di finanziare progetti riguardanti il Paese si trovano di fronte a una sorta di “pressione” da parte delle entità americane (per esempio, una sorveglianza più severa, l’allungamento delle procedure amministrative, ecc.). Inoltre, tutti i player finanziari disposti a investire in Iran devono eseguire una complessa e scrupolosa due diligence e garantire che tutte le operazioni ottemperino alle normative e che le controparti iraniane non abbiano beneficiari sanzionati. 15. Molte banche europee mantengono quindi un atteggiamento cauto a causa della forte interconnessione con gli Stati Uniti e della mancanza di trasparenza sia nei criteri americani per l’implementazione delle sanzioni sia nel sistema dei fondi iraniano. Un piccolo errore potrebbe far incorrere in pesanti sanzioni, lunghe ispezioni e in un divieto da parte del mercato dei capitali statunitense. 16. Per questi motivi le grandi banche europee stanno adottando un approccio wait and see, in attesa della prima mossa dei privati o di un chiarimento o una forte rassicurazione da parte degli Stati Uniti. Infine, diverse banche sanzionate negli scorsi anni hanno scelto di attenersi alle condizioni OFAC. Il cosiddetto deferred prosecution agreement (accordo di differimento dell’accusa) implica l’impegno a non fare impresa con l’Iran e ad 15 Incluse le società non americane con titoli registrati e negoziate sulle borse americane. 16 Le entità di proprietà o sotto il controllo statunitense continueranno a essere assoggettate all’embargo commerciale nei confronti dell’Iran nel caso in cui un soggetto statunitense detenga almeno il 50% o “controlli in altro modo le azioni, la politica o le decisioni del personale” dell’entità. accettare uno scrutinio scrupoloso di varie attività da parte dell’OFAC. 17. La seconda causa del ritardo nell’impegno con l’Iran riguarda le banche di piccole e medie dimensioni, che si trattengono dall’investire in Iran principalmente a causa della pessima congiuntura internazionale 17 . Come se non bastasse, gli operatori si trovano di fronte al rischio di una reintroduzione delle sanzioni18, che difficilmente possono essere quantificate e valutate. L’unica opzione di mitigazione e compensazione del rischio disponibile è l'inserimento di clausole specifiche nei contratti sottoscritti, ma le controparti iraniane sono riluttanti ad accettarle. 18. Inoltre, le banche iraniane non hanno sufficiente liquidità per finanziare i progetti necessari per il Paese e sono impossibilitate a utilizzare il dollaro statunitense. Le filiali che vengono aperte in Europa o comunque nei Paesi occidentali sono perlopiù per scopi rappresentativi piuttosto che per operazioni di finanziamento. Inoltre, sebbene le esportazioni iraniane siano aumentate del 7,6% dal 2013 al 2014 e si preveda un’ulteriore crescita con la rimozione delle sanzioni, servirà tempo prima che il canale di finanziamento introduca nel sistema la liquidità in valuta estera. Ciò è vero anche considerando che al momento il prezzo dei prodotti petroliferi è basso (nel 2014 tali prodotti rappresentavano il 60,7% del valore totale delle esportazioni iraniane)19. 19. Da ultimo, i player iraniani devono ancora adottare le norme e i regolamenti internazionali (per esempio, Basilea II e Basilea III, la normativa anti-riciclaggio, la conformità al principio Know Your Customer, ecc.) e implementare adeguate funzioni di compliance. Dal 2011 i regolamenti finanziari 17 La crisi finanziaria internazionale ha provocato un peggioramento della qualità degli attivi e tassi di interesse più bassi. Il ROE del settore bancario europeo è sceso da oltre il 10,6% nel periodo pre-crisi a meno del 4,8% nel 2014. Fonte: Federazione bancaria europea, 2016. 18 Il Piano d’azione congiunto globale contiene delle disposizioni che permettono di ripristinare le sanzioni nel caso in cui una delle parti rivendichi una “significativa inadempienza” degli obblighi contrattuali dell’altra parte. Anche se il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha affermato che una reintroduzione delle sanzioni non avrebbe un effetto retroattivo sugli accordi stipulati tra la data dell’Implementation Day e quella della reintroduzione, non c’è la garanzia della concessione dei relativi pagamenti. 19 UNCTADStat, 2016. internazionali sono cambiati drasticamente. Solo negli ultimi due anni, sono raddoppiatele revisioni normative globali per le società finanziarie. Il rispetto di questo framework è il requisito minimo, nonché una condizione essenziale per il pieno ripristino nel sistema finanziario internazionale. 40.603 29.950 17.763 8.704 10.075 12.179 14.215 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 Figura 3. Numero di aggiornamenti mirati, settore finanziario, 2008-2014 a livello mondiale. Fonte: Elaborazione The European House - Ambrosetti su dati Thompson Reuters, 2016 Il ruolo della collaborazione tra Iran e Italia 20. In questo scenario, una forte partnership tra Iran e Italia può portare al superamento con successo degli ostacoli che riguardano il sistema finanziario e al pieno sfruttamento del potenziale delle opportunità di investimento bilaterale. 21. In primo luogo, in quanto partner dell’Iran, l’Italia dovrebbe impostare una forte azione di advocacy, sia individualmente che di concerto con l’Unione Europea e i suoi Stati membri, e affrontare i velati vincoli americani e gli obblighi normativi che bloccano le banche europee e italiane nelle attività operative e di investimento in Iran. 22. In questo contesto, l’Italia dovrebbe anche chiedere maggiori chiarimenti all’OFAC e alle altre autorità di regolamentazione americane in merito a quali siano i casi che prevedono sanzioni e rassicurare i player finanziari sulle operazioni permesse in Iran. 23. Secondariamente, i player finanziari italiani dovrebbero fare la prima mossa, incoraggiando così altre banche occidentali a seguire l’esempio e a impegnarsi con l’Iran, sbloccando in questo modo i flussi finanziari internazionali verso il Paese. A questo riguardo, l’Italia sta già agendo con efficacia: il governo italiano, SACE, la Cassa Depositi e Prestiti (l’istituzione di promozione nazionale che sostiene l’economia italiana) e SIMEST (Società Italiana per le Imprese all’Estero) stanno intraprendendo integrate. iniziative comuni 24. La Cassa Depositi e Prestiti ha emesso 4 miliardi di euro di linee di credito a controparti sovrane iraniane nell’ambito del sistema "export banca", in complementarietà con il sistema degli intermediari creditizi20. 25. SACE ha emesso 4 miliardi di euro di garanzie sulle suddette linee di credito, con l’intervento di SIMEST per la stabilizzazione del tasso di interesse 21 . SACE ha inoltre sottoscritto un accordo con tre banche private iraniane (Bank Pasargad, Bank Parsian e Saman Bank) e ha lanciato due iniziative a sostegno delle transazioni delle PMI relative a forniture di beni di consumo e macchinari per un importo di 800 milioni di euro 22 . Nel contempo, da parte di SIMEST è in corso di finalizzazione un programma strutturato di business scouting e assistenza professionale alle PMI italiane che operano in Iran. 26. Inoltre, una forte partnership tra Iran e Italia può stimolare una proficua collaborazione nel campo dell’ottemperanza normativa. A oggi, la Banca Centrale Italiana sta già fornendo assistenza nell’ambito della trasposizione delle norme di Basilea, mentre i player iraniani possono offrire consulenza ed esperienza sui temi relativi alla cosiddetta Sharia compliant finance. Il tempo, ancora una volta, riveste un ruolo fondamentale: l’accettazione dei migliori standard internazionali rimane fondamentale per l’engagement del sistema finanziario internazionale in Iran. Per questo motivo una forte partnership italo-iraniana dovrebbe dare il via a tavoli di lavoro congiunti che favoriscano e accelerino l’adozione dei migliori standard normativi. 27. Infine, una partnership tra Iran e Italia può avere un ruolo fondamentale nello sviluppo di un ambiente bancario digitalizzato. Entrambi i Paesi hanno un sistema bancario basato sul modello brick and mortar e su una forte domanda di servizi digitali e mobili. L’Italia ha sviluppato importanti tecnologie e 20 Si tratta di un’azione senza precedenti in cui la Cassa Depositi e Prestiti si configura come una banca di sviluppo nazionale, a supporto di importanti progetti nel settore delle infrastrutture, oil & gas e dei trasporti commissionati alle aziende italiane con il coinvolgimento di PMI fornitrici. 21 Questo è stato possibile grazie all’accordo firmato per il recupero del credito sovrano vantato da SACE nei confronti della Banca Centrale Iraniana. competenze nel campo del mobile e dei pagamenti P2P. Inoltre, ha rafforzato le best practice di open innovation nel settore fintech. Questa esperienza sarà utile alle banche iraniane per anticipare e soddisfare la richiesta in perenne evoluzione dei consumatori.