Uno spray nasale contro i picchi di dolore

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Uno spray nasale contro i picchi di dolore
Arriva in Italia un’innovativa formulazione di fentanyl per trattare il dolore episodico intenso del malato oncologico
Uno spray nasale contro i picchi di dolore
di Sandro Mariani
Il 60% dei pazienti con dolore cronico
di origine neoplastica presenta nell’arco della giornata delle esacerbazioni
nell’intensità del dolore di base, benché questo sia efficacemente trattato
con farmaci somministrati a orari fissi.
Comunemente definito “BreakThrough cancer Pain” (BTcP), questa problematica ha pesanti ripercussioni a
livello fisico e psicologico sul paziente
ma anche un impatto significativo sui
costi sociosanitari. Per poterla affrontare in modo appropriato, a breve sarà
disponibile anche in Italia il primo
spray nasale a base di fentanyl. L’episodio di BTcP ha un decorso temporale limitato, con un picco dell’intensità
a 3 minuti dall’insorgenza, una durata media di 30 minuti, ma inferiore a
un’ora nel 90% degli casi, e una frequenza media giornaliera di 1-4 episodi. Per valutare il grado di conoscenza
della patologia BTcP è stata appena
condotta da Doloredoc.it una Survey
cui hanno partecipato 779 clinici, tra
medici di medicina generale e specialisti del dolore. Dai risultati si evince
come la quasi totalità degli intervistati
ritenga necessaria un’ulteriore formazione in tema di BTcP, con particolare
attenzione alle attuali opzioni terapeutiche (53%) e alla corretta diagnosi
(30%). Proprio per rispondere adeguatamente alle peculiari caratteristiche del BTcP, il farmaco ideale perla
gestione dei picchi di dolore nell’arco
della giornata dev’essere efficace, avere
un rapido inizio d’azione, avere minimi
effetti collaterali, essere di semplice e
comodo utilizzo. Con queste caratteristiche è ora disponibile il primo farmaco analgesico con somministrazione
intranasale a base di fentanyl, indicato
per il trattamento del BTcP in adulti ai
quali sia già somministrata una terapia
oppioide di mantenimento per il dolore cronico oncologico. “Questo nuovo
farmaco - ha spiegato Andrea Galanti,
Direttore Medico Grünenthal - è stato studiato per aderire alle esigenze di
trattamento del breakthrough cancer
Promosso dall’Associazione EpaCOnlus
pain, assicurando una rapida insorgenza dell’analgesia, una breve durata
di azione, praticità d’uso da parte del
paziente, insieme a un buon profilo
di tollerabilità”. L’arrivo in Italia della
nuova opzione terapeutica cade poco
dopo il primo anniversario eall’approvazione della Legge 38/2010, che ha
rappresentato per il nostro Paese un
importante risultato nella lotta contro
il dolore. Guido Fanelli, Coordinatore della Commissione Dolore del
Ministero della Salute, fa il punto: “Abbiamo completato al 75-80% gli strumenti necessari per applicare la nuova
normativa. La Conferenza Stato-Regioni a dicembre scorso ha approvato
le linee guida per la promozione, lo
sviluppo e il coordinamento degli interventi regionali: la vera sfida ora si
gioca sulla loro applicazione a livello
territoriale”
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Un progetto voluto da Parmalat
Uno studio clinico italiano
Screening in piazza
contro le epatiti
Il Latte Oggi: la Salute
tra Ricerca e Innovazione
Cellule staminali per
il parkinsonismo grave
di Isabella Sermonti
Una Campagna d’Informazione, Prevenzione e
Screening sull’Epatite si è
tenuta lo scorso 13 aprile
a Piazza Montecitorio a
Roma. È stata allestita una
tensostruttura dove sono
stati prelevati campioni di
sangue a Deputati, dipendenti della Camera e pubblico presente, da un’equipe medica dell’Università
di ‘Tor Vergata’. Durante
l’evento si è svolto un incontro con rappresentanti
politici, clinici e medici
specialisti per sensibilizzare l’opinione pubblica affinché anche
l’Italia si allinei alle direttive dell’OMS sulle epatite. In Italia muoiono ogni anno più di 20.000 pazienti per malattie croniche di fegato: sono 57 al giorno, più di 2 ogni ora. L’epatite B è un virus che
provoca un’infezione che colpisce il fegato, una delle più importanti
malattie a livello mondiale, in Italia i soggetti infetti dall’HBV sono
oltre 500.000. L’epatite C è attualmente la causaprincipale di una serie di complicanze tra cui cirrosi, tumori e trapianto del fegato, con
2.500.000 di casi di infezione cronica solo nel nostro Paese. “Questo giustifica ogni sforzo nel promuovere la diagnosi di infezione
da virus epatici perché l’identificazione rimane il primo, imprescindibile passo verso la cura. Inoltre, è preoccupante sapere che una
quota significativa, ben oltre il 50% delle infezioni, è tuttora non
diagnosticata. Ed è proprio verso questa popolazione di infettati
non consapevoli che deve rivolgersi ogni sforzo diagnostico. L’iniziativa promossa in questa giornata è dunque lodevole perché vuole
attrarre l’attenzione delle più alte Istituzioni su un tema sensibile
quale la diagnosi, la prevenzione e la cura di malattie croniche la
cui evoluzione ha un costo elevato per la società. ”Ha affermato la
Prof.ssa Gloria Taliani, Dipartimento Malattie Infettive e Tropicali, Università ‘La Sapienza’. Eppure le epatiti virali non avevano
finora ricevuto il livello necessario di attenzionee impegno. Nel caso
dell’infezione da epatite, la vaccinazione rappresenta uno strumento estremamente efficace di prevenzione primaria ein caso di infezione avvenuta, è fondamentale la diagnosi precoce.
di Stefano Salvatori
Nutrizionisti, pediatri, gastroenterologi,
endocrinologi, esperti
di microbiologia alimentare e biotecnologia hanno esposto,
al seminario “Il Latte
Oggi: Salute tra Ricerca e Innovazione”,
lo stato dell’arte delle
conoscenze in materia
di latte e sfatano alcuni
falsi miti legati a questo
alimento. “Un momento di approfondimento
e condivisione fortemente voluto da Parmalat, che da decenni collabora con esperti e
Università poiché ricerca e sviluppo sono valori fondanti della sua
filosofia aziendale e di prodotto” ha detto Antonio Vanoli, Direttore Generale per le Attività Operative del Gruppo Parmalat. Il
seminario ha rappresentato anche l’occasione per raccontare il
primo anno del progetto “Parmalat e l’Università per la Qualità”,
assolutamente unico nel panorama italiano in collaborazione con
ben cinque Università. Partner del progetto Sapienza l’Università
di Roma (Dipartimento di Medicina Sperimentale ‐ Laboratorio
di Alimentazione e Nutrizione Umana), l’Università di Catania
(Dipartimento di Scienze delle Produzioni Agrarie e Alimentari), l’Università Federico II di Napoli (Dipartimento di Scienze
dell’Alimentazione), l’Università di Milano (Dipartimento di
Scienze e Tecnologie Alimentari e Microbiologiche) e l’Università di Parma (Dipartimento di Chimica Generale ed Inorganica,
Chimica Analitica, Chimica Fisica). Il progetto si propone come
primo obiettivo di garantire ai consumatori Parmalat le informazioni sulla qualità del latte grazie alla certificazione dei valori nutrizionali riportati sull’etichetta dei prodotti Parmalat da parte di
un Istituto Universitario. Gli elementi controllati e garantiti sulla
tabella nutrizionale sono ben otto, quattro in più rispetto a quanto previsto dalle normative: infatti, pur svolgendo oltre 6 milioni
di analisi l’anno lungo tutto il percorso produttivo, dalla materia
prima in ingresso al prodotto confezionato, Parmalat ha voluto
assicurare il massimo ai propri consumatori.
di Camilla Cacciamani
È italiano il primo studio
clinico sull’impiego delle
cellule staminali multipotenti mesenchimali per il
trattamento di alcune malattie neurodegenerative
tra cui la Paralisi Sopranucleare Progressiva (PSP),
malattia rara, considerata
una forma di parkinsonismo grave. Promosso
dalla Fondazione Grigioni/Istituti Clinici di Perfezionamento e dalla Cell
Factory “Franco Calori”
del Policlinico di Milano,
lo studio clinico di fase I ha l’obiettivo di valutare la sicurezza e l’efficacia dell’impiego di cellule staminali multipotenti mesenchimali
autologhe (cioè provenienti dallo stesso paziente che poi le riceve)
in soggetti affetti da PSP e per i quali attualmente non esiste alternativa terapeutica. “Lo Studio già nella fase finale dell’iter autorizzativo presso l’Istituto Superiore di Sanità – afferma Gianni Pezzoli,
Direttore del Centro Parkinson di Milano, Presidente dell’Associazione Italiana Parkinsoniani (AIP) e Presidente della Fondazione
Grigioni per il Morbo di Parkinson - prenderà avvio entro due-tre
mesi e vedrà il coinvolgimento di una ventina di pazienti. Questa
sperimentazione clinica rappresenta un importante traguardo, prima di tutto perché risponde ai bisogni dei pazienti affetti da questa
grave patologia, ma anche perché da un punto di vista medico-scientifico apre nuove prospettive in termini di possibilità di trattamento
delle altre malattie neurodegenerative, a cominciare dalla malattia
di Parkinson.” La PSP è una malattia particolarmente aggressiva:
nel giro di 5 anni dall’esordio in genere il paziente è costretto alla
sedia a rotelle. La PSP rappresenta il 3% dei parkinsonismi: ha una
prevalenza di circa 6,5 casi per 100mila abitanti ed una incidenza
di 5,3 nuovi casi ogni 100mila abitanti. “Ci auguriamo di ottenere presto dei risultati e offrire ai pazienti un’opzione terapeutica in
più – aggiunge Pezzoli – per frenare un certo turismo sanitario, che
oggi coinvolge circa il 10% dei pazienti affetti da PSP che si recano
all’estero per sottoporsi a infusioni con cellule staminali sia autologhe che eterologhe”.