accoglienza 2014-2015 “naviganti di strada”

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accoglienza 2014-2015 “naviganti di strada”
ACCOGLIENZA 2014‐2015 “NAVIGANTI DI STRADA” OBIETTIVI 
Presentare l’ambiente scolastico come realtà dinamica nelle conoscenze e nelle emozioni. 
Accogliere i nuovi alunni di classe prima come esploratori in erba. 
Conoscere tutti gli alunni e gli insegnanti del plesso. 
Creare momenti di collaborazione tra alunni di diverse classi. 
Vivere la strada come luogo d’esperienza: andare, dare, prendere, restituire. 
Abitare la strada come luogo di socializzazione con i compagni e gli adulti. 
Promuovere un’attitudine all’esplorazione. 
Conoscere le strade del proprio territorio. 
Orientarsi nelle vie del paese. 
Conoscere i punti di riferimento e le direzioni. 
Rappresentare le strade percorse. 
Sensibilizzare all’uso del piedibus. 
Conoscere il piedibus come una mobilità collettiva e dolce, rispettosa dell’ambiente. 
Conoscere e rispettare le regole di comportamento da tenere sulla strada. CONTENUTI 
La navigazione a piedi. 
La strada come luogo d’incontro e di esperienze. 
L’esplorazione: metodi d’indagine, modi di vedere, sistemi per la raccolta, metodi e strumenti di analisi, catalogazione e documentazione. 
L’orientamento e la rappresentazione. 
Educazione stradale (tutto l’anno). METODOLOGIA Tutti gli alunni delle dieci classi sono divisi in 16 gruppi in verticale. Ogni gruppo ha il nome di diverse tipologie di persone che percorrono la strada. Il primo giorno gli alunni troveranno nel prato il titolo dell’Accoglienza “NAVIGANTI DI STRADA”, un grande puzzle dell’Italia, mappamondi, un percorso nel giardino, un’orma in cartoncino per ogni bambino. Troveranno inoltre cinque bisacce contenenti i cartellini dei vari componenti dei gruppi, la guida libera per diventare un esploratore, braccialetti con i colori delle linee del piedibus, occhiali della percezione potenziata, bisaccia e taccuino dell’esploratore. TEMPI 
Da giovedì 11 settembre a sabato 20 settembre 2014 FINANZIAMENTO 
Fondi del Piano di Diritto allo Studio 
Comitato dei genitori GIOVEDÌ 11 SETTEMBRE 2014 Ore 9.30 – 10.30 
in giardino per percorrere la strada in giardino e trovare la bisaccia della propria classe 
in classe per conoscere e discutere il contenuto della bisaccia e introdurre il tema dell’accoglienza Ore 11.00 – 12.00 
assemblea di plesso per saluto alunni e insegnanti nuovi VENERDÌ 12 SETTEMBRE 2014 Ore 8.30 – 12.30 in classe 
BRAINSTORMING “La strada per me è…”  conversazione per raccogliere le idee, i pensieri, i vissuti dei bambini  realizzare un CARTELLONE creativo: al centro la parola STRADA e attorno parole/frasi/immagini significative 
costruzione degli OCCHIALI della percezione potenziata 
costruzione del TACCUINO dell’esploratore 
avviso per i bambini: sabato portare zainetto con merenda per l’uscita nel paese SABATO 13 SETTEMBRE 2014 Ore 8.30 – 9.30 in classe Ore 9.30 – 12.15 
PERIPLO:  percorrere le vie del paese che toccano le linee del piedibus (divisi per classi)  a ogni capolinea verranno consegnati ai bambini i braccialetto con il colore della linea percorsa  merenda al sacco da LUNEDÌ 15 4 a GIOVEDÌ 19 SETTEMBRE 201 Ore 8.30 – 10.00 lavoro in classe Ore 10.30 – 12.15 gruppi in verticale vedi tabelle attività e turnazioni il materiale sarà tenuto dall’insegnante del gruppo i bambini rientreranno nelle classi per prepararsi all’uscita con le insegnanti di classe TABELLA TURNAZIONE GRUPPI: 16 gruppi: quattro ogni linea LINEE LUNEDÌ MARTEDÌ MERCOLEDÌ GIOVEDÌ VERDE
1/4 5/8 9/12 13/16 BLU 13/16 1/4 5/8 9/12 GIALLA 9/12 13/16 1/4 5/8 ROSSA 5/8 9/12 13/16 1/4 VENERDÌ 19 SETTEMBRE 2014 Ore 8.30 – 10.00 lavoro di classe Ore 10.30 – 12.30 Gruppi in verticale  Aggiornamento e completamento dei taccuini  Cartelloni utili alla mostra SABATO 20 SETTEMBRE 2014 Ore 8.30 – 10.00 lavoro di classe: attività finalizzata all’orientamento e alla rappresentazione dei percorsi effettuati – mappa delle quattro linee del piedibus Ore 10.30 – 12.30 Festa di chiusura dell’Accoglienza aperta ai genitori visita alla mostra a scuola ritrovo nel piazzale del Municipio per il discorso del Sindaco e l’aperitivo offerto dalla Ser Car e dall’Amministrazione Comunale visita alla mostra delle sculture di legno rientro a scuola e disegni liberi con gessetti sul selciato antistante l’edificio, divisi per classi con la partecipazione dei genitori. PERCORSO
LINEE LINEA VERDE LINEA AZZURRA LINEA GIALLA LINEA ROSSA CAPOLINEA: panettone al parcheggio di via Cortinovis Dritto Via Cortinovis Girare a destra in Via Marconi Alla croce girare a sinistra in Viale Italia ARRIVO: cancello della scuola a sinistra. CAPOLINEA: area ristorante Fiasca
Dritto Via Foppe Seguire la curva a sinistra e tenere il Castello e il campo del Cechino sulla destra Arrivo in P.zza XXV Aprile Girare a destra in Via Camozzi Arrivo in P.zza castello Girare a sinistra in via Roma Cartello fermata piedibus alla cascina Mezzate Via Roma Costeggiare il monumento dei caduti, il Municipio, il parco giochi sulla sinistra Girare a sinistra in Via Italia Attraversare la strada ARRIVO: cancello della scuola di fronte. CAPOLINEA: Via Alighieri e Donizetti Sempre diritto percorrere Via Molino Gout passare sopra il ponte di legno e continuare diritto Girare a sinistra per entrare in Via Cavagna Costeggiare l’Oratorio – Chiesa a destra Attraversamento con spartitraffico Costeggiare parco giochi a sinistra ARRIVO: cancello della scuola di fronte. CAPOLINEA: Inizio Via Carducci all’incrocio con via Don Sturzo Percorrere dritto Via Carducci Girare a destra in via Aldo Moro Al traliccio girare a destra in Via S. Giorgio Costeggiare il parco S. Giorgio, Quartiere Stelle a destra Attraversamento del provinciale con la Rotatoria a sinistra. Percorrere Via S. Giorgio Scuola Secondaria 1° a destra Girare a destra in Via Italia ARRIVO: cancello della scuola. FOTO i punti di riferimento sono indicativi, ognuno può aggiungerne altri Immagine cartello fermata Parcheggio Casa colorata con finestre azzurre Cancello parcheggio insegnanti Croce Edificio scolastico Immagine cartello fermata Piazzetta Fiasca Campo Cechino sotto castello P.za XXV aprile Il borgo di Via Camozzi P.za Nobili Zoppi Casa torre, piazza con stemmi di famiglie Cascina Mezzate con altra fermata piedibus Cartoleria Madonnina e ponte Borgogna Monumento dei caduti Municipio Chiesa Parco giochi Edificio scolastico Immagine cartello fermata Insegna parrucchiera Ponte di legno Borgogna Incrocio casa Lucia a piramide Oratorio Chiesa Spartitraffico e attraversamento Pilomat Edificio scolastico Immagine cartello fermata Foto di via Carducci Incrocio Via Aldo Moro Casetta del latte: mucca Traliccio Parco S. Giorgio Quartiere stelle Rotatoria Negozi Edificio Scuola secondaria Chiesa Edificio scolastico ANDATA Esplorazione della strada Raccolta personale di elementi significativi LINEA VERDE Parcheggio via Cortinovis LINEA AZZURRA
Fiasca/Via Foppe/Borgo LINEA GIALLA
Via Donizetti LINEA ROSSA Quartiere stelle CREPE LE FORME DELLE MACCHIE OSSERVARE LE PERSONE DIFFERENZE MONDO DELLA MAGIA - Ricerca e osservazione delle crepe e delle macchie lungo il percorso… dove sono? Come sono? Cosa sembrano? - Calco delle crepe (o frottage della pavimentazione/corteccia alberi). - Osservazione delle persone che si incontrano per strada (abbigliamento, postura, voce, tratti somatici…) - Raccolta di esemplari diversi di una singola cosa: sassi, foglie, legnetti, semi… (il gruppo stabilisce quale) - Se possibile entrare in relazione (saluto, scambio di chiacchiere…) - Schizzo delle macchie sul taccuino e contorno con il gessetto delle macchie rilevate sulla strada. - Sul taccuino i bambini annotano, con - In cerchio i bambini dispongono gli oggetti davanti a se, li osservano parole o schizzi, le caratteristiche che più hanno colpito ciascuno. attentamente, rilevano e verbalizzano le differenze. - Su fogli consegnati ne riproducono - Ogni bambino sceglie un sasso e una, la colorano la personalizzano, la compila la scheda di tagliano. documentazione. - Collettivamente si realizza una composizione artistica con le macchie ritagliate. - Sul taccuino i bambini inventano delle istruzioni fittizie sul potenziale magico dell’oggetto trovato. (es. Pigna magica, se piantata dà origine a un albero che fa addormentare e fare sogni vividissimi a chiunque vi si sieda sotto) Si effettua il percorso dal capolinea alla scuola: Si effettua il percorso dal capolinea alla scuola: Si effettua il percorso dal capolinea alla scuola: Si effettua il percorso dal capolinea alla scuola: - si utilizza il vocabolario topologico specifico (dx, sx, dritto, a fianco …) - si utilizza il vocabolario topologico specifico (dx, sx, dritto, a fianco …) - si utilizza il vocabolario topologico specifico (dx, sx, dritto, a fianco …) - si utilizza il vocabolario topologico specifico (dx, sx, dritto, a fianco …) - Sul taccuino i bambini colorano e completano in modo creativo la macchia. SOSTA Attività RITORNO Osservazione del percorso - Raccolta di oggetti in base al loro potenziale magico. - si individuano i punti di riferimento (in - si individuano i punti di riferimento (in - si individuano i punti di riferimento (in - si individuano i punti di riferimento (in particolare ai cambi di direzione), si particolare ai cambi di direzione), si particolare ai cambi di direzione), si particolare ai cambi di direzione), si nominano, si fotografano nominano, si fotografano nominano, si fotografano nominano, si fotografano - si leggono i nomi delle vie - si leggono i nomi delle vie - si leggono i nomi delle vie - si leggono i nomi delle vie Arrivati a scuola, se c’è tempo, ogni Arrivati a scuola, se c’è tempo, ogni Arrivati a scuola, se c’è tempo, ogni Arrivati a scuola, se c’è tempo, ogni bambino prova a realizzare lo schizzo del bambino prova a realizzare lo schizzo del bambino prova a realizzare lo schizzo del bambino prova a realizzare lo schizzo del percorso. percorso. percorso. percorso. La strada…. ENZO BIANCHI IL SENSO DEL VIAGGIO Con il viaggio e il viaggiare ho sempre avuto uno strano rapporto: ricordo ancora l’angoscia insopprimibile che mi prese in treno, appena varcata la frontiera di Ventimiglia mentre, dodicenne, mi accingevo a vivere assieme ai miei compagni di scuola la prima esperienza “fuori casa”. Prima di allora la mia unica sortita dall’anfiteatro di colline che accoglie in un unico abbraccio Castelboglione, dove sono nato e cresciuto, e Nizza Monferrato dove andavo a scuola, era stato il viaggio fino al seminario minore di Acqui, dal quale scappai – letteralmente – dopo soli cinque giorni. Poco più tardi ci sarebbe stato l’indimenticabile pellegrinaggio in treno a Roma, con i ragazzi vincitori del premio Veritas provenienti da tutte le diocesi e accompagnati a un incontro con papa Pio XII. Nient’altro. Sarà solo con gli anni universitari a Torino che il mio approccio al viaggio muterà profondamente, legandosi a due dimensioni non sempre complementari ma entrambe affascinanti: da un lato il muoversi in tutta Europa e il bacino del Mediterraneo con gli amici per conoscere nuovi orizzonti e, d’altro lato, la ricerca di un senso alla mia vita, visitando monasteri, cattedrali e luoghi significativi per la maturazione della mia fede. Con il passare degli anni, ai viaggi più o meno avventurosi – come quello in auto attraverso la Jugoslavia e l’Albania alla fine degli anni sessanta per recarmi dal patriarca Athenagoras a Costantinopoli, oppure quello oltrecortina sulla mia Fiat Cinquecento fino a Praga “a prendere un caffè” – si sono aggiunti quelli legati al mio ministero di predicazione della Parola, dall’Africa all’Estremo Oriente: lunghe ore di volo, comunque sempre insufficienti per prepararsi a sbalzi culturali enormi, panorami di cieli e terre inediti, volti, pensieri e parole che aprono nuovi mondi interiori... Ora, nella vecchiaia sta stranamente scemando il desiderio nutrito negli ultimi decenni di sostare a lungo in un luogo tranquillo e riaffiora l’attrazione a riprendere un cammino più itinerante, per città e villaggi, chiese e monasteri, mostre e musei... Ma credo che nonostante queste diverse stagioni della vita, il senso del viaggio non muti. E quando dico “senso” lo intendo nella sua duplice accezione di “direzione” e di “significato”. Sì, perché ogni viaggio, anche quello solo immaginato, ha un tragitto, un “verso dove” e una ragione, una motivazione. Proprio per questo ritengo sia impossibile parlare di “viaggio” senza che il pensiero vada a a un viaggio “altro”, quello interiore. Un viaggio che può aver luogo, anche simultaneamente, lungo le strade del mondo e nei meandri della coscienza: “lo spirito del paesaggio e il mio spirito si sono concentrati e, per questo, trasformati in modo che il paesaggio è proprio dentro di me”, diceva il pittore cinese Shi Tao. Sì, sovente un viaggio aiuta l’altro, quello esteriore offre spunti a quello interiore e quest’ultimo fornisce le motivazioni al primo e ne anima il percorso: i pellegrinaggi non nascono forse da un desiderio dello spirito? Ciascuno infatti ha in sé un “continente interno”, che non finirà mai di esplorare e che nessun altro potrà esplorare al suo posto, ma a delimitare i contorni di questo continente, a modularne suoni e colori, ad arricchirne flora e fauna hanno contribuito i “continenti esterni”, quell’alterità di luoghi e di volti sovente sperimentata nel viaggiare alla ricerca di un altrove. Ma per capire in profondità il senso di ogni nostro viaggio è indispensabile soffermarsi sul suo inizio, che non è la partenza, bensì una fase molto precedente: il momento in cui l’abbiamo pensato e poi iniziato a prepararlo e a prepararci. In altri termini, il viaggio inizia con il chiedersi perché intraprenderlo e perché proprio quello. Sarà questa motivazione a determinare la scelta della meta e a fissare il momento della partenza: “quando l’uomo non sa verso quale approdo naviga – diceva Seneca – nessun vento gli è favorevole” e quindi non può salpare. E anche un apparente vagare senza meta, come il nomadismo, possiede in realtà un fine: si cerca non un luogo preciso ma un posto qualsiasi in cui trovare una realtà precisa, il pascolo oppure la sorgente. Diversi possono essere i motivi che ci spingono al viaggio: il dolore che la situazione in cui ci si trova suscita in noi, il desiderio di novità che ridà dinamica alla nostra vita, la voce di qualcosa o qualcuno che ci chiama, la curiosità di scoprire se le nostre radici hanno diramazioni insospettate. Il viaggio interiore non nasce da motivi diversi: l’insostenibilità di una vita della quale si è smarrito il senso, l’intuizione di essere abitati da dinamiche assopite, il richiamo di una voce amica o la scoperta che una voce fino ad allora indistinta si è fatta chiara, la percezione di attingere linfa vitale da un humus sconosciuto. Allora è in base a queste motivazioni che decidiamo il bagaglio e l’abbigliamento adatti: per sceglierli infatti dobbiamo conoscere noi stessi, le nostre esigenze e le realtà ambientali cui andremo incontro. Scegliere significa escludere, distinguere dall’essenziale ciò che indispensabile non è: operazione non facile, perché in viaggio può rivelarsi pericoloso se non letale dimenticare qualcosa di vitale oppure caricarsi di pesi inutili. Non dimentichiamo che i discepoli inviati in missione da Gesù non dovevano prendere con sé né borsa (per il denaro), né bisaccia (per il cibo), ma solo la pace e il suo annuncio. Incamminarsi verso il profondo obbliga allora a un discernimento previo di ciò che ci fa muovere e vivere, costringe alla rinuncia a quanto, magari buono in sé, finirebbe per ostacolare il cammino, invita a una purificazione della memoria, a chiedersi cosa portare con sé del proprio passato. Che siano la sua dimensione interiore e questi preparativi il “senso” che fornisce al viaggio la direzione e il suo significato? La strada insegna il silenzio
Chi cammina a lungo ama il silenzio. Esso gli permette di regolare il respiro sul ritmo dei suoi passi. Gli fa udire anche il rumore dei suoi passi, diverso su un terreno friabile o sassoso, sulla ghiaia, o sulla morbidezza del suolo erboso. Questa percezione del rumore dei passi fa parte del ritmo del cammino. È, in modo misterioso, conversazione, alla quale si mescolano altri rumori della strada: quello della cascata, del ruscello, uno scampanio, o i campanacci, un frammento di voce che gli giunge. Chi lo ha emesso e in che circostanza? Quale vita lo circonda, che segue il proprio corso, diverso dal suo? Tutto questo à lasciato alla sua immaginazione. Ma vi può essere anche, all’intorno, il rumore più prosaico di un motore di macchina agricola, di moto, di automobile, di camion. Che cosa fanno, dove vanno? Lui non lo sa. Ma si sente curiosamente solidale con loro, così come la metà della terra nascosta lo è dell’altra che è ancora, o già, nella luce. A volte può essere anche lo stridio di un animale in un cespuglio, oppure... le prime gocce di pioggia, che lo obbligano a sostare. “Non è la scomparsa dei suoni che fa il silenzio, ma la qualità dell’ascolto, il leggero pulsare della vita che anima lo spazio ... Il silenzio produce un’acuta sensazione di esistere. Segna un momento di denudamento che permette di fare il punto, di raccogliere le idee di ritrovare un’unità interiore, di risolversi a una decisione difficile. Il silenzio sfronda la persona e la rende di nuovo disponibile” (David le Breton). È così che lungo il cammino il pellegrino fa rifornimento di interiorità, e non solo per il momento in cui dovrà riprendere il ritmo del quotidiano, con la sua agitazione, ma anche per la propria esistenza personale, che da quel momento sarà diversa. Come dice ancora un proverbio tuareg: “Il deserto è Dio, il silenzio è la sua parola. E il pellegrino si nutre di questa parola”. Ne risulta che il pellegrino parla poco. A modo suo è un po’ come i monaci, che conoscono troppo bene il valore del silenzio per permettere che si perda. La parola che si inscrive in questo silenzio è buona. Il silenzio accoglie la parola in uno scrigno di velluto, parola che puòð essere semplice, ma è comunque ricca, buona, ha spessore, è umanità che si offre in condivisione. La chiacchiera è uno spreco, e sul silenzio del pellegrino non può fare veramente presa. La parola, invece, è arricchente. È anche vigilanza. Quelle poche parole che il pellegrino canticchia tra sé, anche quelle che scambia o che accoglie camminando, hanno sapore di umanità. E forse sono sempre al confine con la preghiera. Il mormorio interiore è una modalità di veglia, sullo stile di quelle evocate dai salmi per esprimere il fatto che l’orante trova rifugio, di giorno o di notte, in parole molto semplici, in un desiderio del cuore. E in alcuni luoghi in qualche misura legati al silenzio, che il pellegrino ama e ricerca, egli lascia che il suo cuore parli al ritmo dei suoi passi, al ritmo del suo respiro, a meno che non custodisca semplicemente... il silenzio (J. Nieuviarts, Con il passo del pellegrino , Qiqajon, Bose 2009, pp. 53‐55). Il viaggio è... attesa e speranza, desiderio ed irrequietezza, ricerca e scoperta, è il coraggio della sfida e la paura dell’ignoto, è scoperta del nuovo e stupore del diverso, è mistero, è fantasia, è nostalgia e abbandono, è avventura e adattamento, crescita e divertimento,conquista e cambiamento, è passaggio, trapasso, è superamento di confini, è fuga, è un percorso interiore, un sogno, la meta finale, è un ciao, un addio è partire, lasciare, è trovare è un’andata, è un ritorno, è un’andata e un ritorno, è vedere con gli occhi e vedere col cuore, è voglia di imparare, è crescere Viaggio: immagini simboliche La scia di un aereo, un treno, una bici, una carovana, una zattera un porto, un sentiero, un ponte un confine, un recinto, una siepe uno zaino, una valigia, un biglietto, una mappa un paio di scarpe, un bastone da passeggio un racconto, un libro, una poesia un sussurro, una preghiera un salto nel vuoto... Il viaggio ha una meta, un profumo, un colore, una musica Nella storia dell’uomo il viaggio ... è l’andare dei popoli nomadi è lo spostamento continuo delle civiltà indiane al seguito delle mandrie di bisonti è il cammino di innumerevoli pellegrini ed eremiti alla ricerca di Dio è la ricerca del Sacro Graal dei cavalieri medioevali è la via della seta in Oriente è la scoperta del Nuovo Mondo è l’avanzare dell’invasione dei conquistadores è la tratta degli schiavi è la circumnavigazione del globo di Magellano è la conquista del West delle popolazioni americane è la caccia all’oro e il mito di Eldorado è il Grand Tour degli eleganti giramondo europei è la ricerca di fortuna dei primi decenni del Novecento è la vita errabonda, idealista e sognante della beat generation è il trasferimento forzato ai campi di concentramento è il viaggio della speranza degli immigrati di oggi…. In letteratura il viaggio ... è l’avventura di Ulisse è l’esilio di Dante è la meraviglia di Alice è il fascino d’Oriente negli occhi di Marco Polo è l’epopea di Gilgamesh alla ricerca dell’immortalità è il mito babilonese di Etana di Kish è la lettura fantastica di Don Chisciotte è l’avventura cavalleresca è il diario dei Bildungsreisen dei poeti e degli scrittori romantici LA STRADA è  Via di comunicazione  Luogo di relazione  Percorso di vita  Gruppo di cammino  Piacere di stare nell’ambiente  Un viaggio  Un luogo di regole e di attenzione  Sentirsi persi (ansia di perdersi)  Perdersi per esplorare  Luogo diu suoni, voci, rumori  Luogo di scelte e di decisioni Luogo di conoscenza SULLA STRADA  SI VA E SI TORNA  SI PRENDE e SI RICEVE  SI RESTITUISCE  NOI ANDIAMO (scelta di partire)  NOI PRENDIAMO (guardiamo, osserviamo, raccogliamo, impariamo…)  NOI DIAMO (parliamo, incontriamo, scambiamo, lasciamo…)  NOI RESTITUIAMO ( siamo parte di quella strada, di quel paese, di quel gruppo… dopo ci siamo trasformati, quindi non siamo più gli stessi) N. B. ricordare che un tempo le strade prendevano il nome dal lavoro … vicolo dei calzolai, piazza del fieno….