SEDI NÔ - Lavariano, Borgo Rurale del Medio Friuli
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SEDI NÔ - Lavariano, Borgo Rurale del Medio Friuli
SEDI NÔ BUON NATALE!! Gjornâl di Lavarian Edizion La Torre N°34 DICEMBRE 2008 IL DIRETTIVO INFORMA BILANCIO DELLE ATTIVITA’ 2008 Numerose e di buona qualità sono state le attività culturali promosse dalla nostra Associazione nel corso del 2008, attività finalizzate come sempre allo sviluppo delle relazioni sociali, oltre che a rispondere a interessi culturali diversi quali il teatro, la storia, l’ambiente, il nostro territorio, la salute, la politica in senso ampio, l’arte, la scuola… Ai fini del bilancio farò brevemente un riassunto di queste iniziative, rimandando i lettori interessati agli articoli interni o ai numeri precedenti di Sedi Nô. Innanzitutto ricordiamo il Corso sulla Costituzione, organizzato in occasione dei 60 anni della sua approvazione, che ha messo al centro il problema fondamentale della educazione alla cittadinanza ed alla partecipazione alla vita democratica. Abbiamo poi incontrato paesi e realtà lontane, come il Kenia e l’Ecuador, attraverso le immagini e le testimonianze di coloro che ci sono andati a fare volontariato. Ricordiamo la serata sulla Educazione alimentare, organizzata con la Scuola territoriale per la Salute. Non abbiamo dimenticato poi di approfondire la conoscenza del nostro territorio attraverso la tradizionale Cicloroe, lungo il Cormor ed il Medio Friuli. Altro momento importante del nostro lavoro è stata la realizzazione, assieme alla Pro Loco ed al Comune, delle diverse iniziative legate al Progetto di animazione del Borgo Rurale, attraverso il concorso fotografico e la stampa delle relative cartoline, regalate ad ogni famiglia, il depliant turistico, l’apposizione di tabelle e targhe turistiche presso gli edifici più significativi e caratteristici del nostro paese. In ottobre inoltre è stato avviato un secondo Corso di teatro per adulti che continuerà nei prossimi mesi. In occasione della Festa della Torre, dedicata ai bambini con castagnata, tombola e spettacolo teatrale in piazza, è stata organizzata la prestigiosa Mostra d’arte “Pittori friulani sotto la torre” e la serata di presentazione del libro di Sergio Pacco. Infine, in collaborazione con la scuola Primaria si è avviato un corso di teatro per bambini delle classi 4^ e 5^ e la sesta edizione del Concorso letterario di poesia e prosa in lingua friulana “Paolino d’Aquileia” con la sua serata conclusiva di premiazioni. Due incontri nella Casa della Gioventù: a sinistra: Concorso letterario Paolino D’Aquileia: serata di premiazione; a destra: Festa dell’anziano QUALE CULTURA PER IL 2009? Nell’imminenza della fine dell’anno sociale, mentre ci sentiamo contenti della quantità e della qualità delle iniziative svolte, ci chiediamo quali siano i risultati ottenuti in termini di cultura e di vita sociale per la nostra gente. E’ vero che non è possibile misurare in modo preciso gli effetti di una attività culturale: i risultati reali sfuggono alla misurazione matematica. Ci accorgiamo però, e dobbiamo ammetterlo, che i tempi sono cambiati anche per Lavariano. C’è difficoltà per tutti a unire le persone, a farle stare insieme. Con la diffusione del benessere è aumentato l’individualismo, è diminuita la partecipazione dei cittadini alla vita sociale. I mass-media impongono modelli di vita incentrati sul privato: casa, lavoro, tempo libero. C’è meno interesse e meno tempo per feste e attività di aggregazione, dopo cena si è stanchi per partecipare alle serate culturali; e poi c’è la TV che intrattiene e può dare di più e di meglio… D’altra parte feste, teatri, spettacoli, sagre…ce n’è dappertutto. Udine e i paesi vicini richiamano tutto l’anno con le loro mille iniziative. Di fronte a questa analisi, come Direttivo ci siamo domandati che cosa significa per la nostra Associazione fare cultura nel e per il nostro paese, quale deve essere il ruolo vero oggi di una Associazione, come la nostra, che vuole usare le risorse a disposizione nel modo più efficace e consono, cercando di rispondere ai bisogni reali della nostra gente e non rischiare di fermarsi al fare per fare, senza un oggettivo riscontro di crescita comune sul piano socio culturale. Da qui si vede la necessità di proporre una svolta ai programmi della Torre. Si sente cioè il bisogno di fare più cultura in senso stretto, di promuovere interessi anche di piccoli gruppi che vogliono crescere nella conoscenza dei problemi sociali, politici, economici, religiosi, per acquisire maggior capacità critiche e di comunicazione. L’impegno della nostra Associazione potrebbe essere allora soprattutto quello di organizzare spazi e tempi per incontri di studio e di dialogo tra le persone, mettendo a disposizione tutti i mezzi che ha per fare cultura: la biblioteca, il computer, gli incontri con esperti, i giornali, il cinema... Il giornalino stesso Sedi Nô potrebbe essere espressione delle sintesi delle ricerche di gruppo, un giornale di dibattito e di provocazione, che nasce dai problemi vissuti e condivisi. E’ un’ idea alla “don Milani”, sacerdote e grande educatore che quarant’anni fa creò in un paesino di montagna una scuola straordinaria, improntata alla formazione civile e al senso di responsabilità sociale per ragazzi privi di mezzi. La Torre potrebbe quindi diventare un luogo per chiunque ami imparare, dove si affrontano insieme dei problemi, dove si parla, si legge ci si confronta su temi vivi ed attuali, nel rispetto reciproco delle idee, dove non ci sono maestri perché tutti possono essere maestri. E’ un modo questo di lavorare per educarci, come dice la Costituzione, alla cittadinanza attiva, per sentirci più partecipi, più responsabili, più sovrani. E’ quello che manca un po’ oggi anche nei nostri paesi: il senso di corresponsabilità, che combatte il sentirsi solo consumatori di quanto ogni Associazione mette in campo. Una attenzione particolare sarà data ai ragazzi di scuola Media e Superiore, che potranno trovare nella biblioteca occasioni di incontro, di dialogo, di studio e di aiuto nello svolgere ricerche e compiti. Con queste proposte andremo alla Assemblea dei Soci, che si terrà il prossimo 16 gennaio, sperando che possano essere accolte e portate avanti dal nuovo Direttivo che emergerà dalle elezioni. Concludo ringraziando tutte le persone che ci hanno sostenuto finora e ci hanno dato una mano nel realizzare le varie iniziative, con la speranza di continuare a ritrovarci insieme per tutte le occasioni che inventeremo nel futuro. Colgo l’occasione delle feste natalizie per porgere a tutti i lettori i migliori auguri di Buon Natale e Felice Anno Nuovo. Lucia Turello (Presidente) 2 INIZIATIVE FESTA DELLA TORRE Si è tenuta regolarmente anche lo scorso mese di ottobre, la ormai tradizionale Festa della Torre alla terza domenica del mese. Quest’anno essa è coincisa con la inaugurazione solenne dei nuovi lavori di ristrutturazione fatti alla Chiesa Parrocchiale, festeggiati con la presenza di autorità e con un gran rinfresco collettivo nel dopo-messa. Il pomeriggio è stato comunque improntato a bel tempo (avvenimento usuale: alla Madonna di ottobre non piove mai!) e la popolazione ha partecipato alle manifestazioni organizzate sulla Piazza. Bello ed istruttivo, oltre che divertente, lo spettacolo di clowns tenuto di fronte ad un centinaio di bambini , bambine e genitori, attenti e coinvolti dai due bravissimi attori. E buone le castagne, preparate da uno staff che ormai da anni lascia il suo segno e la sua bravura in questa circostanza. Come il solito anche la tombola ha premiato persone del nostro paese. Una festa, dunque, riuscita e che ha garantito serenità e tradizione. I simpatici clown che hanno animato il pomeriggio MOSTRA DI PITTURA “Pittori friulani del ‘900 e contemporanei a confronto sotto la Torre” è stato il titolo della prestigiosa Mostra d’Arte che abbiamo avuto il piacere di ospitare a Lavariano in occasione della Festa della Torre. In collaborazione con L’UPAF (Unione Pittori ed Artisti Friulani) ed il Comune di Mortegliano, abbiamo esposto una rosa di quadri di grande valore artistico, dai fratelli Basaldella, a Pittino, a Zigaina, a Celiberti, a De Cillia, a Spazzapan, a Coceani ecc. fino al nostro compaesano Lajos Markos. Assieme a questi grandi del secolo scorso, abbiamo avuto il piacere di ammirare la bravura di altrettanti pittori viventi, insieme ad alcuni nostri artisti lavarianesi: Adelchi Zanolla, Daniela e Gerry Bernardis, Carla Asquini, Gianni e Lara Boldarino. Un ringraziamento particolare va ad Enore Gori, Presidente dell’UPAF, per averci dato l’idea ed averci sostenuti con la sua costante ed illuminata presenza durante tutti i giorni della Mostra. Notevoli sono stati i complimenti e gli apprezzamenti che abbiamo ricevuto da persone qualificate del settore e da tanti visitatori che si sono susseguiti nell’ammirare i molti quadri esposti nella Sala della Casa della Gioventù. Alla cerimonia di inaugurazione, dopo gli interventi del sindaco Eddi Gomboso e dell’Assessore Alberto Pinzani, la relazione è stata tenuta dalla dott.sa Elisa D’Ambrogio, giovane laureata in Conservazione dei beni culturali che, con garbata ed interessante lezione sull’arte del ‘900 in Friuli, ci ha illustrato le anime dei Pittori aiutandoci a capire e ad apprezzare meglio le opere esposte. 3 CONCORSO LETTERARIO PAOLINO D’AQUILEIA Per la sesta volta l’Associazione Culturale La Torre ha organizzato il Concorso letterario, intitolato al nostro feudatario di Lavariano, Paolino, patriarca di Aquileia. Tale Concorso rivolge a tutte le alunne e gli alunni delle Scuole Elementari del Comune di Mortegliano l’invito ad esprimere, attraverso la prosa e la poesia in friulano, quello che sta nei loro sentimenti e nel loro cuore. Si sono così visti i testi di ben 63 alunni: la quarta classe di Mortegliano, con le poesie, la terza, la quarta e la quinta di Lavariano con poesie e con prose. Una qualificata Giuria ha letto e giudicato le varie composizioni, maturando il giudizio che ha premiato le poesie e le prose che qui di seguito pubblichiamo. Il Concorso è stato sostenuto interamente dalla Associazione che ha premiato i vincitori, durante una serata conclusiva, con oggetti elettronici e con libri. Il premio per tutti i partecipanti è stato lo spiritoso e intelligente spettacolo teatrale a cura della compagnia EtaBeta di Pordenone. Poesia: DAÛR DI CHEI BARCONS BIDONS PARDUT Cuant che o viôt i barcons des cjasis, o pensi simpri: daûr di chei barcons a son tantis personis: vecjos malâts, omps rabiâts, feminis procupadis, fruts che a vain, zovints che a navighin su internet. Daûr di chei barcons Si vivin un grum di emozions: bielis e brutis. Daûr di chei barcons Si vîf, si mûr, si rît, si vai, si gjolt, si sta mâl, si festegje, si disperisi. Daûr di chei barcons… In ogni cjase di Lavarian Al è un ambaradan: plens di seglots o sin parcè che le racolte diferenziade o vin di fâ par no incuinâ. In un seglot o vin di butâ l’umit in chel altri la plastiche. Le butiglis di veri a van tal seglot vert e la cjarte e va in chel zâl. Par no tabaiâ da lis pilis e des midisinis: bisogne lâ fin in place par butâlis vie. Su la robe di butâ vie no si capìs plui nie: la plastiche, la cjarte tal bidon, lis scovazzis tal sacon… sperìn che nissun nol buti nuie pal barcon! E je une grande confusion, al ocôr cheste soluzion par no fa sparî ancje il mont intun grant fumeron! 1° Classificato: Bernardis Elisa e Desinano Ester (cl.5^ Lavariano) 2° Classificato: Davide Pascutti (cl. 5^ Lavariano) 4 A LA MADONUTE MI SCJAMPE DI RIDI Chê altre dì o soi jentrade in glesie, e jere pocje int… une frute, inzenoglade denant dal altâr de Madonute e preave… Cui sa ce che e disarà a le Madonute. I domandarà di deventâ plui buine, o di deventâ plui brave a scuele, o di judâ i siei gjenitôrs che, par dî la veretât, a àn cualchi dificoltât a lâ d’acordo… Forsit i ven in ment cualchi nono bis, e e pree par lui… Forsit e pree par sé, par lis sôs pôris di gnot, par lis sôs malincuniis, par domandâ perdon par lis barufis cui amîs, cui fradis. Cumò mi met in zenoglon: mi son vignudis tal cjâf tantis robis che o ai di dî a la Madonute. Jo o soi un frut soridint, cuant che o rît mi clope un dint. Jo, par ogni robe, o rît, ancje se di une spine di rose o ven ferît. Cuant che o soi in companie, o rît, cjaminant pe strade a pît. Se magari cualchidun al fâs une colade, sì, mi displâs, ma mi ven une ridade. Cuant che mê mari mi clame a mangjâ, jo o rît e, cun Manuel, o resti a zuiâ. Se mi ven simpri di ridi, in speciâl mût cuant che o soi a zuiâ, diseitmi voaltris “ce puedio fâ?” Gabriele Tomasini (cl. 4^, Mortegliano) 3° Classificati ex aequo: Francesca Di Tomaso e Martina Signor (cl. 5^, Lavariano) LE MÊ STALE Te mê stale a son tantis vacjis e trê toros. Cualchi volte a sberlin e miò pari al à di dâi di mangjâ, lôr a butin dut fûr de grepis dopo lui al à di tornâ a butâ dentri! Al è dut un lavorâ! Di tant in tant a nassin vidiei e vidielis cualchi volte a nassin di bessôi, altris voltis miò pari al à di tirâju fûr de panze. I toros a son ducj ros E a àn i cuars e i zocui come i cjavai. A mi no mi plâs lâ te stale, parcè che a son lis pantianis… e po no mi plâs par nuje l’odôr de stale! Bravo Lorenzo (cl. III^, Lavariano) 5 Prosa LA STORIE DAL FRIÛL Cuant che e jere le vuere, cent agns fa, a combatevin il Friûl e i paîs forescj. Mê mari mi à dite che al à vint il Friûl. Prime ancjemò, e jere nade l’agricolture e la mestre, l’an passât, e nus veve fat viodi un DVD sui nestris vons. Ancje i miei nonos a levin pai cjamps a cjapâ sù blave. E mê mari, cuant che e jere piçule, cui siei fradis e leve a tirâ sù blave e altris robis dai cjamps. Cuant che a tornavin a cjase lôr, lis panolis lis scartossavin e tiravin vie i grignei par mangjâju cualchi dì dopo. Dopo o sin nâs nô e jo o sai cualchi robe di cumò. A son nâs i zûcs, la scuele, che e je, cambiade rispiet a tant timp fa, parcè che, cuant che a lavin a scuele i miei nonos, il mestri al jere plui dûr. La mê none mi veve dite che, cuant che e jere a scuole, il mestri al i veve dât un scapelot su la muse za che apene apene a i vignive fûr il dint. E je restade dut il dì cul mâl te muse. Al è cambiât ancje il mût di sistemâ i bancs. Une volte a jerin ducj tacâts e cumò a son un pâr un. Ma a son cambiadis dutis lis robis. 1° Classificato: Padula Sofia (cl.4^ Lavariano) _______________________________________________ L’ORCUL ZUIARIN Un biel dì, intun zardin, un orcul picinin si è pierdût e al à fat pôre a un frut, che al è subite scjampât a platâsi cjase sô. Lì subite, al è rivât ancje l’orcul, sudât e strac. Il frut al veve pôre che lu mangjàs…Al tremave dut. L’orcul, invezite, al cirive sôl di… zuiâ cun lui, parcè che al jere stuf di fâ l’orcul simpri dibessôl, cence nissun compagn, par zuiâ come ducj. Di chel dì, l’orcul e il frut a son diventâts amîs. 2° Classificato: Francesca Di Tomaso (cl. 5^ Lavariano) _______________________________________________ CUANT CHE MI SVEI Cuant che mi svei, un odôr garp al somee dîmi: “Ven, Tristano, i contadins ti spietin”. Cuant che o sint chel odôr, o deventi incjantât Dopo mi viest, no fâs di gulizion e o mi precipiti ta la fatorie plui dongje a viodi lis vacjis e i taurs. Une volte il taur si è sleât, parcè che io o vevi la maie rosse. Invezit di fâmi cuintri, si è fat cjareçâ. A la fin, o sin lâts a viodi lis cjavris e il siôr mi à fat monzilis. Dopo o soi lât a durmî. 3° Classificato: Masolini Tristano (cl. 4^ Lavariano) 6 Nel 2009 continua il MERCATO NATURALMENTE LAVARIANO Ogni secondo sabato del mese Primo appuntamento SABATO 10 GENNAIO Non mancate! RICORRENZA DEL 4 NOVEMBRE CONCERTO PER I CADUTI DELLA GRANDE GUERRA Un concerto della Banda in memoria dei caduti della Prima Guerra Mondiale si è tenuto a Lavariano domenica 2 novembre. Il concerto è stato accuratamente preparato dal maestro Volveno Lucca e dalla compagine dei suonatori per commemorare i concittadini dell’intero Comune di Mortegliano che hanno dato la loro vita nella guerra del 1915-1918. L’accostamento a questo ricordo ha voluto in tutti i modi evitare ogni forma retorica e bellicistica per far risentire invece l’anima ed il cuore dei nostri Caduti, i loro enormi Dopo l’introduzione della Canzone del Piave, eseguita dall’insieme corale e strumentale in tutte e quattro le strofe, per raccontare gli anni di tormento 15-18, e dopo alcune marce militari, la seconda parte della manifestazione ha visto un omaggio affettuoso e solenne alla memoria dei Caduti delle diverse Armi, rappresentate sul palco dalle bandiere degli Alpini, dell’Aviazione, dei Carabinieri e della Marina. E’ stato un ricordo straordinariamente forte e vissuto, con commozione e partecipazione da tutti i presenti. sacrifici e la formidabile pazienza che li ha fatti sopportare mesi e mesi di una inutile strage di giovani. Con la serietà dello studioso e la passione antimilitarista che lo distingue, è stato Erminio Polo a tenere la breve relazione ed a far proiettare le immagini storiche su quelle vicende, mentre la banda ha eseguito marce militari adatte ed i prestigiosi cori di Lavariano, di Ronchis ed il coro alpino di Pavia di Udine hanno fatto risentire le canzoni struggenti di quel periodo. 7 DISAMÔR DI PATRIE di Pre Antoni Beline Tai 80 agns de fin de prime vuere mondiâl, cualchidun si è sustât parcè che une vitorie cussì grande no jè stade ricurdade/celebrade/esaltade te maniere dovude. Come se i talians e i furlans no si scomponessin plui di tant par une epopee che e à jemplât i libris di pagjinis eroichis, i paîs di monuments e, purtrop, ancje i cimiteris di muarts. Di li l’acuse di ingratitudine, di insensibilitât, di scjadiment di costums, di valôrs, adiriture di “incuinament dilagant de identitât nazionâl” e di disamôr di patrie. Al è un cantin che, tocjant, si cjape la scosse, ma o soi convint che, a distance di timp e tun contest che al à viodude la fin des divisions ideologjichis e i limits dai stât nazionaliscj, si puedin, si scuegni rivisitâ chei fats, par leiju te crude realtât, cence nissune sfuarçadure retoriche. Se nancje sîscentmil zovints muarts tun “stragjo inutil”, par doprâ lis peraulis da Pape Benedet XV, no nus fasin vierzi i vôi e resonâ, o sin propit malmetûts. No soi di chei che a àn gust di dismenteâ. O vuei ricuardâ la vuere e fevelânt. No par celebrâ valôrs che no esistin, ma par rigjavâ la lezion di une sconfite de civiltât e de morâl tant cristiane che naturâl. E dai popui o sistemis che le àn volude e movude. No mi permetarai mai di clamâle “la grande vuere”, cuant che di grant, di trement, di spaventôs a erin dome i damps e lis tragjedis personâls e coletivis, soredut chei che no si cognòs. Nancje no vuei sintî a fevelâ di vitorie. Prin di dut parcè che si è tratât di un armistizi e po parcè che in te vuere nissun al vinç. Né al vâl tirâ fûr cuistions di onôr e di patrie. L’onôr nol va rivendicât, ma mertât; no fasint funzionâ i muscui, ma il cjâf e soredut il cûr. La patrie (il nom al ven di “pari”) e à di judâmi a vivi, no domandâmi o comandâmi il sacrifici de vite, soredut se inmotivât. Dut chest al à di jessi un pont fêr soredut par chei che si riclamin al vanzeli. Tra religjon e vuere e esist incompatibilitât e nissune reson teologjiche no po’ legjitimâ une vuere. Mi plasarès che la nestre glesie, tocjade di dongje e in sot de prime vuere mondiâl (vitimis, suspiets, acusis di austriacantisim, decimazions, proibizion di predicjâ te lenghe de int), e aprofitàs de ocasion par une rivisitazion storiche e une riparazion convinte di tante ecuivocitât tes peraulis e tai fats. Cun cualchi segnâl di novitât evangjeliche. Par esempli, finitle cu lis preieris e lis funzions denant dai monuments. Nissune corint teologjiche no po’ sustignî che un che al mûr in vuere al fâs une muart plui cristiane di un altri e al à dirit di vê celebrazions particolârs e une liturgjie militâr. Chest al vâl ancje pai militârs che a muerin in dì di vuê. I muarts si ju ricuarde in glesie e tal cimiteri, une volte sole e ducj insieme. Al reste il cantin delicât di chei che a àn patît su la lôr piel o pierdût cualchidun in vuere. Don Milani al à scrit che no si po’ consolâ une mari de muart dal fi disint che al à fate une muart gloriose, parcè che no si comede une tragjedie cuntune bausie. Almancul e prearà che nessun altri zonvint nol buti vie la vite in maniere cussì brute. Nol è permetût contâ che i nestris zovints a son muarts contents e berlant “Viva l’Italia”, cuant che si sa che a son muarts disperâts, clamant la mari e viodint, come tun sium, la lôr vere patrie, chel Friûl che ju veve viodûts a nassi, a cressi e a partî. (da La Vita Cattolica) Incontro Musicale di Natale Con la Filarmonica G. Verdi, il Coro Parrocchiale di Lavariano e i ragazzi delle scuole medie di Mortegliano. Domenica 21 dicembre 2008 Ore 18.00 Nella chiesa di San Paolo Apostolo a Lavariano 8 LETTERE A DON GIOVANNI Caro Don Giovanni, nell’approssimarsi delle feste, desideriamo rivolgerti un pensiero affettuoso e un saluto: è un momento particolare, sia per te che per tutti noi, che abbiamo seguito il tuo esempio e il tuo insegnamento per oltre 35 anni. Ed è proprio con queste poche parole che, a nome di tutta la comunità lavarianese, desideriamo farti i nostri più sinceri Auguri di Buon Natale e di un felice anno nuovo: il Signore che viene ad abitare nei nostri cuori ti aiuti, ti protegga e ti doni la sua pace! (Ricordiamo che, per tutti coloro che desiderassero far visita a Don Giovanni all’Istituto “Bianchi” di Mortegliano, sono preferibili le ore pomeridiane.) La comunità lavarianese CENA CON LA BANDA Invitata come rappresentante della Associazione Culturale La Torre, nella giornata di Santa Cecilia quest’anno ho partecipato volentieri alla cena sociale della nostra banda che si è svolta in un clima di vivace e creativa convivialità. Ho particolarmente apprezzato il momento centrale della consegna dei regali personalizzati, sotto la regia dello straordinario ed unico maestro Volveno Lucca, capace, in modo scherzoso ed ironico, di valorizzare tutti i suoi allievi, dai più piccoli, appena entrati in Banda, ai più anziani. L’allegro concertino improvvisato e soprattutto la gioiosa finale di cena sono stati una dimostrazione vivacissima di complicità e di amicizia tra i suonatori, segno che c’è lo spirito giusto per costruire e per andare avanti. Come genitore sono contenta che i miei figli siano cresciuti dentro la Banda di Lavariano e che ancora appartengano a questa compagine. Sono poi sempre più convinta del grande valore che essa riveste per il nostro paese, per la nostra comunità, per i giovani che vi entrano, per le opportunità di amicizia nei rapporti tra le persone e tra le generazioni, oltre a quello di imparare a suonare ed a mettersi a servizio delle comunità. Sentiamoci orgogliosi di questa preziosa realtà e facciamo in modo di sostenerla e di tenerla viva. Viva la Banda! Lucia Turello CRONACA DAL PAESE RINNOVATA LA LAPIDE DEI CADUTI La lapide dei Caduti delle Grande Guerra, apposta nel 1930 sul muro della Sacristia della Chiesa Parrocchiale, è stata sapientemente restaurata da Anacleto Del Fabbro, con la collaborazione di Bruno Del Degan, i quali l’hanno riportata al suo antico monumentale splendore. I nomi sono stati ripristinati nella intensità della loro evidenza e gli abbellimenti sono stati riadattati ai primitivi colori. Si è aggiunta la riparazione e la rimessa in funzione delle lampade di illuminazione, messe da Maurizio Bernardis. Questa rimessa a nuovo non solo ridà bellezza ad una memoria condivisa dalla popolazione nel ricordo e nel rispetto per i Caduti della Prima Guerra mondiale, ma ridà eleganza alla facciata della Sacristia. Grazie a chi ha lavorato per questa opera. A lato: Anacleto e Bruno al lavoro. 9 CERCHIAMO VOCI MASCHILI PER IL CORO! Cogliamo qui l’occasione per fare un appello a nome del Coro: siamo in cerca di voci maschili, quindi invitiamo tutti gli uomini del paese, appassionati (e non) di musica e di canto, ad unirsi a noi. Certamente sono ben gradite anche ugole femminili! Ricordiamo sempre che il Coro parrocchiale vuole offrire un servizio alla Chiesa attraverso il canto liturgico, ed è pertanto aperto a tutti, anche per trascorrere qualche ora in allegria in uno spirito di condivisione. Quindi vi attendiamo a braccia aperte!! … ANCHE E SEMPRE TEATRO Un bel gruppo, variegato, ha intrapreso per il secondo anno, il “Corso di espressione teatrale”, seguiti con molta attenzione dalla nostra cara esperta dott.sa Alessandra Nardini. La nostra regista usa un metodo di insegnamento che non è quello Stanislavskji e neanche Diderot… E’ il metodo Nardini!! Ma è senza dubbio il metodo più efficace, che ci fa esprimere, divertire, commuovere, gioire… e tanto, tanto ridere (ridere fa bene, anche se in questi tempi è fuori uso). Quindi, mantenendo le vecchie tradizioni teatrali dei nostri padri, a Lavariano, noi siamo ben felici di continuare su quella scia.. Fare teatro fa bene, direi di più: benissimo! W il teatro. Francesca Perin LA NEVE A LAVARIANO… Era il 24 novembre 2008. E la neve cadde anche su Lavariano per poche ore, rendendo tutto bianco e splendente. Ma i bambini non corsero nei campi a giocare con la neve, non raccolsero le slitte, né si coprirono con i calzettoni di lana. Rimasero muti ed assorti a guardare dal chiuso delle finestre, nelle case riscaldate. Puars! 10 LAVORI PUBBLICI A LAVARIANO Da qualche tempo sono in corso lavori pubblici sulle strade del nostro paese, secondo due progetti affidati rispettivamente ai Periti Edili Vittorino Boldarino e Stefano Marcuzzi. Ne diamo qui la descrizione plaudendo all’investimento che il Comune ha fatto per una riqualificazione del paese ed il miglioramento delle infrastrutture di Lavariano. Il costo previsto del progetto di Boldarino è di euro 320.000.00. Ecco i lavori: 1- Collegamento tra via Storta e Via Canonica: si farà una nuova strada, più funzionale e diritta, con massicciata e cunette, in sostituzione di quella privata attuale; 2- Collegamento tra Via San Martino e via Aquileia: la strada prevede fognatura, cunette e massicciata, con strato bituminoso grezzo, dall’incrocio con via Battiferro fino a via Aquileia (la via prende il nome dalla antica chiesetta medioevale di San Martino, demolita nel 1830); 3- Ristrutturazione strada tra via san Antonio (Lavariano) e via del Molino (Chiasiellis): si faranno allargamento, cunette, rullatura e sgrondo acque; 4- Ristrutturazione strada di accesso al Cimitero di Lavariano: con banchine, illuminazione e nuovo tappeto bituminoso; 5- Esecuzione di un tratto di pista ciclabile su via Mortegliano: con doppia cordonata stradale, avrà bitumazione; 6- Ristrutturazione e completamento dei marciapiedi lungo le vie Risano, Mortegliano e Cuccagna: i tratti mancanti saranno fatti in cemento. Il costo previsto del progetto di Marcuzzi è di euro 400.000.00. Ecco i lavori: a- Rifacimento e riqualificazione delle opere di urbanizzazione primaria in via Aquileia: fino all’incrocio con via San Antonio; rifacimento linea idrica e collegamenti, marciapiedi in porfido con allargamenti necessari, accessi carrai, segnaletica e bitumazione b- Rifacimento e riqualificazione delle opere di urbanizzazione primaria in via Canonica: fino a dopo la Canonica; rifacimento linea idrica e collegamenti, sostituzione linea elettrica pubblica, predisposizione dadi per posa pali-luce, prolungamento marciapiedi in porfido e allargamento necessari, accessi carrai, segnaletica, bitumazione; c- Integrazione arredo urbano in Piazza San Paolino: rifacimento in porfido dei posti auto, segnaletica stradale orizzontale e verticale, bitumazione. E’ prevista però una variante*; d- Rampa di accesso al Sagrato della Chiesa di San Paolo: su caldana in cemento, tutta interna al muro di cinta attuale, larga ml. 2,35 e sviluppo in due tratti (con un piano di riposo) con pendenza 8%, muretti laterali di sostegno, con parapetto, pavimentazione in porfido della rampa e pavimentazione in piasentina all’esterno del fronte sagrato, recupero e riadattamento del vecchio cancello ai piedi della rampa, illuminazione; e- Realizzazione di una area verde, successivamente attrezzata, nell’orto della Parrocchia: l’orto sarà dotato di percorso pedonale, su caldana, di fognatura, di pali di illuminazione, ed avrà collegamento stradale bitumato a via Canonica, con un cancello di ingresso sulla stessa. Questi lavori saranno successivi a quelli più urgenti sulle strade. La variante * prevista, ma tutta ancora da definire progettualmente, per un importo complessivo di euro 254.000.00, riguarda il rifacimento della linea idrica da via Risano alla Piazza San Paolino, dovuta al fatto che essa è piena di perdite. Questo comporterà il rifacimento del manto stradale dell’intero percorso e quindi un ritardo dei lavori rispetto alle previsioni iniziali. Nota: A chi chiede se il Borgo Rurale comporterà variazioni nel valore urbanistico delle case del paese rispondiamo che queste variazioni non dipendono direttamente dal Borgo Rurale né dal Comune, ma dal mercato immobiliare. Il Comune aumenta il valore urbanistico facendo la media dei valori applicati dal mercato. E’ chiaro quindi che un paese, dotato di migliori servizi, darà più valore alle sue case. Erminio Polo 11 CLASSE 1958 Il giorno 11 ottobre hanno festeggiato il loro 50° compleanno i nati nel 1958, erano presenti: Dal Bon Lorenza, Bernardis Barbara, Cormons Claudia, Bernardis Maria Grazia, Bernardis Nereo Zuliani Gianna, Metus Armando, Pellizzari Gino, Zanuttini Moreno, Madrisotti Vittorio, Paliotti Michele, Odorico Natalina, Grimaldi Maria, Forner Maria Bernarda, Battistutta Luciano, Boldarino Paola, Bernardis Lucia, Di Giusto Daniela, Piani Roberto, Marcuzzi Giorgio. Dut al è scomençât dal 1958: de nestre vite o vin cjatât el troi, cui cumò, cui dibot, cui bessôl e cui in doi Sta di fat che sin chi contents chiste ricorence a ricuardâ e i diviars aveniments che vin, fin chi, scugnût frontâ. El glimuç dal timp che al passe vin tacât a srodolâ: asilo, dutrine, scuele basse, scuelis altis, cualchidun al è rivât a fâ. Si sin butâts a cjâfas intal lavôr par fâ un franc e il nestri valôr mostrâ, dopo, o vin fate famee par amôr, ancje se doi e son ancjemò di screâ. Cuatri di nô, par avanzâ cariere, nonis e àn pensât di deventâ; sperìn almancul che no vedin le dentiere se no e son propit di butâ. Seben che alc di ritocjâ sigûr ognun di nô al varà: tetis che comencin a pendolâ, o "dindilins" che tendin a molâ! Di cûr vin gust spartî Chiste fieste vivude in aligrie cun chei che son vignûts a vivi chi e chei che par scugne son lâts vie. Mieç glimuç dal timp che al passe vin cumbinât di srodolâ, sperìn propit che dute le classe fin insomp lu rivi a cunsumâ. E cumò finis le rime tun moment di bot e sclop, cun le classe che busine viva el 58 Lavarian, an 2008 NATI E MORTI DEL 2008 Sono nati: Marco Bernardis, Anna Del Degan, Aurora Lucca, Matteo Meroi, Giacomo Pittis, Raffaele Uanin, Irene Villalta, Antonella Zucchi Sono Morti: Gianni Bernardis, Adelaide Canciani, Ado Macuzzi, Alma Turello, Maria Pitilino, Domina Tonini, Diletta Candolo, Maria Biscotti Este Gallo, Gaincarlo Pontoni, Paolo Brida 12 CULTURA INCONTRO SULLA MAFIA CON GIOVANNI IMPASTATO Nei giorni 14, 15 e 16 novembre tra Udine e Codroipo è stato organizzato un ciclo di incontri pubblici intitolato “L’impegno nella lotta antimafia”. Tale iniziativa, voluta da Marco Chiandoni e supportata da diverse associazioni del Medio Friuli è stata un’occasione importante per toccare con mano alcune tematiche che troppo spesso sentiamo lontane da noi. Marco Chiandoni, giovane udinese, assieme alla moglie Anna ha compiuto il suo viaggio di nozze in Sicilia e lì è venuto a contatto con la storia di Giuseppe “Peppino” Impastato. Giuseppe Impastato, giovane impegnato nella lotta antimafia al punto da rimanere assassinato per mano dei sicari del boss del paese, viveva a Cinisi, paese nelle vicinanze di Palermo ed era figlio di un esponente della mafia paesana. Il padre infatti si riconosceva negli ideali e nel regolamento non scritto, ma condiviso dagli uomini vicini a Gaetano Badalamenti. Giuseppe, assieme ai compagni, ha iniziato a scrivere articoli sui giornali, ha fondato Radio Aut, si è candidato alle elezioni, il tutto per poter manifestare e gridare a gran voce il suo disprezzo verso tale realtà. Ma la notte del 9 maggio 1978, la stessa notte del ritrovamento del cadavere di Aldo Moro, è stato colpito e tramortito in una cascina abbandonata nelle campagne del palermitano e poi legato ai binari del treno, lasciando così pensare ad un suicidio. Solo molti anni dopo sono state chiarite le circostanze e gli avvenimenti di quella notte. Dall’anno successivo il fratello di Peppino, Giovanni Impastato, insieme agli amici organizza una grande manifestazione antimafia a Cinisi proprio nel giorno dell’anniversario della morte. All’incontro tenutosi a Udine erano presenti sia Giovanni Impastato che Giuseppe Santino, amico di Peppino e fondatore e presidente del Centro Siciliano di Documentazione di Palermo che da più di 30 anni si occupa di lotta antimafia. Tra le tante cose interessanti che sono state dette sicuramente preme ricordare che questa realtà non è affatto lontana da noi né geograficamente né relazionalmente e quindi tutti siamo chiamati a combatterla. Vi consiglio di vedere il film del grande regista Marco Tullio Giordana che narra la storia di Peppino Impastato dal titolo “I cento passi”. Alessandra Nardini LO SCAFFALE DEI LIBRI: TITOLO: La solitudine dei numeri primi CASA EDITRICE: Mondadori AUTORE: Paolo Giordano PAGINE: 304 TRAMA: due episodi decisivi per la vita di Alice e Mattia che all’inizio della storia non si conoscono, ma che intrecciano le loro strade e si scopriranno strettamente uniti eppure divisi. Come quei numeri speciali, che i matematici chiamano primi gemelli: due numeri primi separati da un solo numero pari, vicini ma mai abbastanza per toccarsi davvero. BELLO PERCHE’: racconta i personaggi in modo diretto 13 TITOLO: Una barca nel bosco CASA EDITRICE: Guanda AUTORE: Paola Mastrocola PAGINE: 257 TRAMA: Gaspare Torrente, figlio di un pescatore, approda a Torino da una piccola isola del Sud Italia. Un ragazzo come lui, che a 13 anni traduce Orazio e legge Verlaine, deve volare alto, fare il liceo e scordarsi il piccolo mondo senza tempo della propria infanzia. Ma la scuola superiore tradisce le sue aspettative: si trova alle prese con programmi flessibili, insegnanti incapaci e compagni “alla moda”. Ma proprio quando tutto sembrerebbe perduto, la vita gli regala una svolta sbalorditiva… BELLO PERCHE’: tema denso e amaro, ma trattato con umorismo. Racconta come la scuola non sappia valorizzare un talento, ma lo faccia continuamente sentire “una barca nel bosco”. STORIE VITTORIO BERNARDIS VUOLE FERMARE LA MARCIA SU ROMA Vittorio Bernardis è un figlio glorioso di Lavariano. Nato nel 1863 da Pietro e Cojanis Caterina ed è morto a Tarcento nel 1929. La sua storia mi viene raccontata dal nipote Giovanni Mattelloni di Pavia di Udine. Ed è una storia piacevole ed ancora da definire. Spero di trovare presso l’Archivio di Stato di Udine il suo foglio matricola e conoscere meglio la sua vicenda umana e militare. Sì, perché Vittorio Bernardis era colonnello dell’esercito e la sua vicenda percorre tutte le guerre che, da fine 1800, hanno visto coinvolta l’Italia. Vittorio, a 18 anni, assieme alla sorella Rosa (1864-1941) ed alla sua famiglia si trasferisce da Lavariano a Pavia di Udine. Si iscrive alla Accademia militare ed esce con il grado di ufficiale. Come tale partecipa alla guerra di Eritrea (sconfitta di Dogali 1886) e poi alla guerra di Abissinia (sconfitta di Adua 1896. Viene anche catturato e messo al palo per essere bruciato vivo: ma viene liberato), poi alla guerra di Libia (1911) e quindi alla prima guerra mondiale (1915-18). In Africa è diventato capitano. E’ un ufficiale valoroso e determinato nel suo impegno. Riceve molte medaglie ed anche la medaglia d’oro al valor militare. Serve l’esercito nell’Artiglieria di Montagna e poi nei Carabinieri Reali e quindi, per 12 anni, nei Granatieri di Sardegna. Nel 1896 ha sposato a Venezia una principessina austriaca, ma, quando sono incominciate le difficoltà con l’Austria, dovette lasciarla perché accusata di spionaggio. Durante la prima guerra mondiale si distingue per la sua bravura, il suo coraggio e la sua umanità. Non accetta le regole del generale Cadorna che vuole applicare una disciplina ferrea e fucilare ogni disobbedienza, oltre che imporre le decimazioni. Vittorio stabilisce con i suoi soldati un rapporto di reciproca fiducia e serietà nell’assolvimento dei propri doveri. Come capitano sul fronte di Asiago è costretto dal generale Cadorna a fucilare alcuni uomini che erano arrivati in ritardo sul fronte. Vittorio si oppone ad ogni costo. Ma il generale lo convoca e gli impone l’ordine: o si incarica di fucilare quegli uomini o sarà fucilato lui, per insubordinazione! Vittorio Bernardis è costretto a dare l’ordine di fucilazione. Chiamato a Roma, dopo la guerra, è comandante nei Granatieri di Sardegna. Quando il 28 ottobre scatta la cosiddetta Marcia su Roma da parte delle squadracce fasciste, il suo reparto è chiamato a difendere la città. “Eccellenza, debbo lasciare che questi quattro straccioni entrino in città?”- chiede il colonnello ai suoi superiori. E quelli, in base all’ordine del Re (“non voglio spargimenti di sangue”), gli ordinano di lasciarli passare. 14 Vittorio Bernardis non approva le violenze fasciste e manifesta apertamente la sua contrarietà alla conquista del potere da parte di Mussolini. Viene perciò considerato un antifascista e declassato a tenente colonnello. Allora lascia Roma e torna in Friuli, a Pavia di Udine. Qui ancora manifesta il suo dissenso anche di fronte ai caporioni locali, guidati dal conte Fabio Lovaria. Questi, un giorno, con alcuni scagnozzi, si reca nella abitazione del colonnello per arrestarlo. Il colonnello li fa entrare, li mette sull’attenti con un ordine secco, dicendo al Lovaria: “Io sono colonnello e lei è un capitano: lei è un sottoposto. Qui gli ordini li do io.” Il Lovaria lo saluta militarmente e se ne va dicendo: “O va via lui o gli brucio la casa!” Viste queste cose il colonnello lascia Pavia e va a Buttrio. Da qui a Tarcento, paese di sua madre. Muore nella casa di riposo nel 1929. Erminio Polo MALIE E IL SO MUS Vorrei iniziare dalla fine. Dicendo che se esiste il giardino degli umili, dei semplici, degli onesti, dei beati, insomma di tutti coloro che su questa nostra terra hanno sofferto, sacrificandosi, lavorando onestamente per tutta la loro vita, se lì non ci sono “ loro” in quell’Eden, beh, allora sarebbe tutto inutile fare saliva raccontando delle storie. Inizio con un racconto della vita di mia nonna, Spanghero Giuditta, detta familiarmente Pia, classe 1888, di Chiasottis, fraz. del Comune di Pavia di Udine. Lei aveva due sorelle e un fratello. Il fratello, di nome Guido, andò in Belgio a lavorare in miniera e di lui non si seppe gran che. Ebbe un figlio di nome Giuliano, forse abitava a Liegi, ma non abbiamo avuto più notizie. Delle due donne, una sorella si chiamava Amalia e l'altra Teresa. Questa l’araldica delle due. La più giovane, Teresa, era andata a Torino, sposata a un certo Pascoli di Goricizzo di Codroipo. Aveva avuto tre figli e colà visse e morì. Era diventata una cittadina. Rimaneva la più eroina delle sorelle, "Malie dal Mus di Lavarian”. E questa è la storia di Amalia Spanghero, sposata a Lavariano e rimasta vedova Serafini, conosciuta con il nome di “Malie dal Mus”, in quanto si recava al mercato a Udine, per la vendita settimanale, con il suo asinello e un piccolo carretto, sul quale trasportava degli animaletti da cortile. In quei tempi di miseria, molte persone davano in conto vendita (o per scambio merce) ad Amalia degli animali, ad esempio galline o conigli o anatre, oppure uova o verdure di stagione e altri beni perché lei li vendesse, con i suoi, sul mercato della città... Anche mia nonna faceva lo stesso mestiere e, fin da ragazzino, anch'io andavo ad aiutarla, portandole i cesti di verdura al mercato di Via Volturno (oggi Sede del palazzo Regionale) dove allora c'erano i mercati generali della città. Lì arrivavano i vagoni ferroviari, dallo scalo di S. Rocco, e capitava di vedere il treno che attraversava la strada con dei vagoni carichi di frutta e di arance provenienti dal sud Italia. Ricordo il profumo intenso che si sprigionava dai quei carri... In quel contesto anche i piccoli produttori, ossia gli ortolani del circondario, potevano accedere con i loro umili prodotti, pagando il biglietto al dazio… Lis Rivindiulis trasportavano “cul buinç”, in cesti di rete di ferro, i loro beni... e le loro fatiche. Ricordo mia nonna: quando non riusciva a vendere la propria verdura, la gettava nella roggia di P.le. Cella per non riportarla a casa. Per ripagarmi della "levataccia" mattutina, al ritorno dal mercato, mi acquistava da Siore Firmine, in P.le Cella, una pasta di crema del costo di venti lire. Altri tempi... Fra mia nonna Giuditta e sua sorella Amalia dal Mus c'era una grande intesa. Per quanto ricordo, erano analfabete entrambe, ma in fatto di fare di conto non le raggirava nessuno. Amalia, nel suo ritornare a Lavariano, si fermava spesso da sua sorella Giuditta, detta Pia, che la rifocillava con un piatto di minestra e un bicchiere di vino. Io ero felice di dar da mangiare al suo asinello, mentre era legato ed aspettava nel cortile di casa, un po' d'erba e lo accarezzavo sul muso. 15 In quel tempo, il commercio era un "fai da te": regnava la fiducia reciproca e la parola data era sacra. Si barattavano uova per poca mortadella oppure , alcune uova per poche sigarette. Era da poco terminata la guerra e ci si doveva arrangiare come si poteva per sopravvivere onestamente. Amalia era un piccola imprenditrice che doveva lottare in quella giungla fra uomini e bestie. Rimasta vedova, doveva badare alla famiglia e con ogni tempo, sia d'estate che d'inverno, la si poteva incontrare in piazza (detta anche Place dai uciei) sotto il grande gelso, oppure vicino all'osteria "Alla ghiacciaia" dove c'erano altre rivenditrici, "lis polezariis". Vestiva sempre a nero, con uno scialle sulle spalle e un fazzoletto in testa dello stesso colore. Così mi va e la voglio ricordare: una icona di Donna fiera e orante, con la corona del rosario fra le mani, percorreva le strade bianche e polverose della nostra Madre Terra Friulana... Mandi, Agne Malie, sûr di mê none Pie, alias Spanghero Giuditta, ved. Pacco, di Chiasottis. Con simpatia per Sedi Nô Sergio Pacco Sergio Pacco ha presentato a Lavariano il suo primo libro: Martino ti racconto ASSEMBLEA ANNUALE DEI SOCI VENERDì 16 GENNAIO 2009 ore 20,30 Tutti i soci ed i simpatizzanti sono invitati all’Assemblea annuale dei soci fissata per venerdì 16 gennaio 2009 alle ore 20,30 presso la Casa della Gioventù. All’Ordine del Giorno: - Relazione sintetica sulle attività svolte - Approvazione del bilancio consuntivo 2008 e preventivo 2009 - Calendario delle iniziative 2009 Successivamente si passerà all’elezione del nuovo Consiglio Direttivo. Invitiamo tutti i soci che desiderano essere parte attiva della nostra Associazione a dare la propria disponibilità come candidati nella lista per le votazioni del nuovo Consiglio Direttivo. L’ASSOCIAZIONE CULTURALE LA TORRE AUGURA A TUTTE LE FAMIGLIE DI LAVARIANO DI POTER TRASCORRERE QUESTE FESTE DI NATALE INSIEME CON GIOIA ________________________________________________________________________________ SEDI NÔ, edito dalla associazione culturale LA TORRE di Lavariano, stampato in proprio, distribuito in tutte le famiglie. Redazione: il Direttivo e collaboratori 16