ALLEGATO 5 - PSSR VENETO _SINTESI GENERALE_ 03.03.DOC

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ALLEGATO 5 - PSSR VENETO _SINTESI GENERALE_ 03.03.DOC
ALLEGATO N. 5
Innovazione tecnologica per lo
sviluppo del SSR
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1. PREMESSA................................................................................................................................................................................................................... 3
2.OTTIMIZZAZIONE DELL’IMPIEGO DELLA TECNOLOGIA SANITARIA .............................................................................................................. 4
3. APPLICAZIONE DI ALTA TECNOLOGIA SANITARIA – INNOVAZIONI E CONSEGUENZE NEL CAMPO DELLA DIAGNOSI E DELLA
TERAPIA........................................................................................................................................................................................................................... 5
4. CARDIOCHIRURGIA................................................................................................................................................................................................... 6
5. APPLICAZIONI DELLE MICRO E DELLE NANOTECNOLOGIE IN CAMPO BIOMEDICALE............................................................................ 7
6. BIOTECNOLOGIE ....................................................................................................................................................................................................... 8
7. FARMACOGENOMICA E “FARMACOGENETICA”................................................................................................................................................ 9
8. L’ HOME CARE.......................................................................................................................................................................................................... 10
8.1 . LA CORSIA VIRTUALE. ................................................................................................................................................................................ 10
8.2 L’ADIT (ASSISTENZA DOMICILIARE, INTEGRATA CON L’AUSILIO DI STRUMENTAZIONI TELEMATICHE)................................ 10
9. CONSIDERAZIONI SULL’INNOVAZIONE TECNOLOGICA ............................................................................................................................... 11
9.1 CONSIDERAZIONI GENERALI..................................................................................................................................................................... 11
9.1.1. La business continuity.................................................................................................................................................................................. 11
9.2 IMPOSTAZIONE DI UN MODERNA INTEGRAZIONE TRA ASSISTENZA OSPEDALIERA ED ASSISTENZA DOMICILIARE ........... 12
9.3 OTTIMIZZAZIONE DELL’UTILIZZO DEL PERSONALE E DELLE ATTREZZATURE NELLA REALTÀ OSPEDALIERA. ...................... 13
9.4 PROGRAMMAZIONE E PROJECT MANAGEMENT.................................................................................................................................... 14
9.5 FORMAZIONE, CONTINUA, A DISTANZA DEL MEDICO E DEL PERSONALE SANITARIO................................................................ 15
9.6 FORMAZIONE ED INFORMAZIONE A DISTANZA. ................................................................................................................................... 15
9.7 LA COMUNICAZIONE DI VALORE PER I CITTADINI............................................................................................................................... 16
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1. PREMESSA
Risulta di particolare importanza, ai fini del raggiungimento degli obiettivi che la Regione Veneto si prefigge con il nuovo Piano Regionale
Socio-Sanitari, poter affrontare correttamente e per tempo il tema dell’innovazione e dell’ammodernamento tecnologico a tutto campo.
E’ questa una condizione affinché possa conseguirsi l’obiettivo di razionalizzare la spesa in sanità senza che ciò comporti né una
dequalificazione, né una semplice riduzione dei servizi resi,al di la di quelli superflui che in ogni caso devono essere eliminati. Per converso, non
bisogna impedire, anzi facilitare, di poter avviare nuovi progetti di innovazione in rapporto alle rinnovate necessità che una società in continua
evoluzione richiede continuamente
.
A tal fine, è importante procedere all’aggiornamento del censimento (che già in parte esiste) del patrimonio tecnologico, presente nelle realtà
ospedaliere ed assistenziali del Veneto. Ne consegue la valutazione sull’opportunità di una sua maggiore integrazione e di una sua più efficace
complementarietà, per assicurare che l’ammodernamento si realizzi nell’ambito di una progettualità coordinata e generale.
Quest’ultima, essenziale per la vitalità del Sistema regionale, deve tenere in considerazione tre aspetti fondamentali:
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rispondere alle esigenze ed alle emergenze territoriali;
evitare doppioni e sprechi che, allo stato, possono determinarsi al di là delle intenzioni di quanti, in un ambito sanitario-ospedaliero, occupano
funzioni dirigenziali;
acquisire una preliminare e completa conoscenza delle nuove tecnologie, che sono sviluppate od in via di sviluppo e che si prestano a ridurre,
senza scadimento del servizio, anzi accrescendone l’efficacia e l’efficienza, i costi del servizio sanitario pubblico.
E’ importante sviluppare una attività conoscitiva e propositiva costante, che affronti, in modo compiuto ed interrelato le diverse problematiche di
programmazione e di gestione di un Sistema complesso quale quello Socio-sanitario ed in particolare quelle :
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del risparmio nella spesa come conseguenza dell’ammodernamento tecnologico e di un suo più razionale utilizzo;
della diversificazione, anche in rapporto alla conformazione territoriale (metropolitana, rurale, montana, di pianura, substrato industriale,
agricolo o terziario), tra le tecnologie impiegabili per la prevenzione, per la diagnosi, per la cura, per la chirurgia ed il loro collegamento in rete;
del miglioramento dei processi (informazione, informatizzazione, multimedialità, sterilizzazione);
della determinazione dei tempi di degenza;
della garanzia di qualità clinica;
della preparazione professionale degli operatori;
dell’accesso ai servizi sanitari;
Il frutto di questa opera conduce a pensare a ridefinire il ruolo del soggetto di governo in merito alla specifica tematica della tecnologia, ipotizzando
attività e risorse per una “Agenzia per l’Innovazione Tecnologica” in campo socio-sanitario che operi parimenti sulla creazione di nuova cultura
degli operatori.
In tale ottica, può trovare spazio:
- il progetto dell’’ “Ospedale Intelligente”, nel quale la collaborazione tra medici, reparti e “clienti” del Servizio Sanitario può evitare dispersioni,
ingiustificate concorrenze e premierà professionalità e capacità.
- Una debita considerazione della ricerca italiana, tutt’altro che statica, che può costituire un’ottima fonte di approvvigionamento di tecnologia
di alta qualità e di nuova generazione, che spazia dall’impiego del laser, alla mammoscientigrafia, alla radioterapia intraoperatoria, alla
strumentazione endoscopica chirurgica e per diagnostica/terapia, per fare solo alcuni esempi di ammodernamento già applicabile.
2.OTTIMIZZAZIONE DELL’IMPIEGO DELLA TECNOLOGIA SANITARIA
L’obiettivo della ottimizzazione dell’applicazione della tecnologia sanitaria può essere raggiunto solamente comprendendo che essa è
strumento di una organizzazione.Lla combinazione dell’individuazione mirata delle tecnologie avanzate da applicare con l’integrazione della stessa
nell’organizzazione gestionale, è la strada vincente. In altri termini, ciò implica il procedere secondo specifiche aree cliniche, ove analizzare e
gestire un “processo”, ottimizzare le risorse e le competenze territoriali e fare ricorso all’impiego di soluzioni informatiche, in grado di affrontare tutti
gli aspetti ed i processi connessi alla gestione della sanità.
Le principali aree cliniche possono essere le seguenti: Cardiologia; Oncologia; Neuroscienze e Salute della Donna.
Le patologie cardiovascolari sono tra le prime cause di decesso nel mondo occidentale; a questo è da aggiungersi il notevole incremento dei
costi connessi alla gestione di tali patologie, dovuti, in particolare, a procedure altamente invasive. Ciò implica la ricerca e l’utilizzo di nuove
tecnologie per l’ottenimento di informazioni diagnostiche, cercando di limitare al minimo la necessità di ricorso a procedura invasiva.
Anche il cancro risulta tra le prime cause di decesso al mondo. La grande differenziazione della patologia implica un’articolazione delle
procedure di screening, sia in termini di tecnologia, sia di competenze territoriali, ovvero l’impiego di soluzioni mirate. In alternativa alle tecniche
endoscopiche convenzionali (comunque invasive), la tecnologia oggi disponibile propone soluzioni basate su: tecniche fluoroscopiche digitali
(telecomandato digitale); nuove tecnologie digitali (TAC ed RMN) con endoscopia virtuale.
Elevata è la complessità di gestione del processo connesso alla gestione delle patologie neurologiche. Ciò è dovuto per lo più per la grande
differenziazione delle specialità che afferiscono al processo (neurologia, neurochirurgia, neuroradiologia, otorinolaringoiatria etc.). Le neuroscienze
sono la disciplina che ha tratto il massimo beneficio dall’innovazione tecnologica; basti pensare non solo alla possibilità offerta dalla NMR di imaging
ad alta risoluzione, ma anche alla possibilità di studi di particolari patologie quali l’Alzheimer, grazie all’impiego della NMR stessa e della PET,
nonché studi di attivazione cerebrale, a seguito di stimoli esterni. In ambito interventistico la possibilità di ricostruzioni tridimensionali ha aperto
nuove strade al trattamento degli aneurismi.
La Salute della Donna va oltre alla semplice individuazioni delle soluzioni tecnologiche più appropriate. Essa va vista come problema globale e
sociale, con attenzione all’intero ciclo vitale della donna. Vale, in proposito, citare l’osteoporosi post menopausa, che comporta elevati costi sociali,
connessi alle conseguenze della patologia. E’ necessaria, pertanto, una prevenzione come strumento base, in quanto, una patologia di solito
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correlata alla terza età, ha radici nella gioventù. Allo scopo, le tecnologie impiegate sono la Mineralometria Ossea Computerizzata (MOC) e la TAC
mediante utilizzo di software specifici.
In generale, l’ottimizzazione dell’impiego della tecnologia sanitaria non può prescindere da un’ottimizzazione delle decisioni, dal sollevare il
medico da problematiche amministrative/gestionali, da una maggior efficienza dipartimentale, da un’ottimizzazione della gestione dei dati
amministrativi e clinici, da una gestione efficace dell’archivio dati paziente, dall’Integrazione come metodo di ottimizzazione dell‘impiego della
tecnologia sanitaria e dei processi connessi alla gestione della patologia. L‘impiego delle tecnologie digitali e di avanzate soluzioni software per
l‘integrazione delle soluzioni, porta al concetto di interconnettività ed alla definizione di uno standard di comunicazione: lo standard DICOM.
La nuova rivoluzione digitale ha aperto una nuova era, quella della comunicazione, che implicherà nuovi scenari e cambiamenti anche in
ambito sanitario, con un cambiamento della visione del mondo sanitario e dell’approccio al paziente. Il processo sarà connesso mediante sistemi
informatici, che creano la cartella clinica elettronica ed effettuano la trasmissione dei dati all’interno dell’ospedale. Questo scenario non appartiene
al futuro, ma è già presente.
3. APPLICAZIONE DI ALTA TECNOLOGIA SANITARIA – INNOVAZIONI E CONSEGUENZE NEL CAMPO DELLA DIAGNOSI
E DELLA TERAPIA
Dall’inizio degli anni 90, il progresso tecnologico in campo biomedico ha messo a disposizione, della diagnostica strumentale e della terapia,
apparecchiature di nuova generazione.
I rapidi sviluppi delle tecnologie informatiche hanno apportato radicali trasformazioni nella diagnostica per immagini, evidenziando la necessità
di cambiamenti nella refertazione, nell’organizzazione, nella gestione e nella comunicazione delle informazioni all’interno e tra le strutture sanitarie.
Le nuove tecnologie radiologiche digitali consentono la reale informatizzazione dei processi clinico radiologici, comportando la necessità di definire
procedure per gestire le prenotazioni radiologiche, la distribuzione degli esiti, la messa a punto di interfaccia tra l’imaging, la degenza, la terapia ed il
follow-up. L’introduzione delle nuove tecnologie digitali comporterà, a medio - lungo termine, vantaggi clinici, organizzativi ed economici, anche
attraverso il collegamento Informatico dei Servizi di Radiologia e di Radioterapia.
Le attuali metodiche tomografiche di diagnostica per immagini, tra cui la risonanza magnetica (MR), la tomografia a raggi-X (CT), la
tomografia ad emissione di positroni (PET), la tomografia ad emissione di fotone singolo (SPECT), permettono di misurare, in vivo, variabili
morfologiche, biochimiche e farmacologiche, utili per la valutazione dello stato fisiologico o patologico del corpo umano.
L’integrazione di immagini multimodali, grazie all’uso combinato di informazioni differenti e spesso complementari, porta ad una più completa
comprensione dei meccanismi fisiopatologici e produce una più accurata definizione del quadro clinico. L’utilizzo di immagini multimodali è
particolarmente importante nella definizione del bersaglio in radioterapia, soprattutto in considerazione degli sviluppi futuri della radioterapia, che si
basano sull’individuazione del volume bersaglio biologico, ai fini di ottenere un maggiore controllo locale della neoplasia.
Nel campo della terapia oncologica particolare attenzione meritano le nuove tecniche radioterapiche tridimensionali conformazionali, con
intensità del fascio modulata IMRT (Intensity Modulated Radiation Therapy). Queste tecniche rappresentano, nella radioterapia oncologica,
un’evoluzione culturale tra le più importanti degli ultimi anni. Inoltre tra le altre modalità per il risparmio dei tessuti sani è di particolare interesse la
terapia con adroni, pratica radioterapica, basata sull'utilizzo di fasci di adroni radiazioni ionizzanti cariche (protoni e nuclei di carbonio, azoto e
ossigeno), con spiccate proprietà balistiche. Tale pratica consentirà di sviluppare la radioterapia con fasci di protoni ad intensità modulata (IMPT).
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Un’altra metodica radioterapica molto promettente è la radioterapia intraoperatoria (IORT - dall’inglese Intra Operative Radiation Therapy).
Questa tecnica consente di coniugare, in maniera sinergica, l’efficacia della chirurgia e l’efficacia della radioterapia effettuata con fasci di elettroni
nel letto operatorio, ove, probabilisticamente, la presenza di cellule tumorali, immediatamente dopo l’intervento chirurgico, è minima.
Altro campo che pare utile evidenziare è la
4. CARDIOCHIRURGIA
Le tecnologie in cardiochirurgia possono essere suddivise, per motivi pratici, in tre principali settori: quelle in uso, quelle in continua evoluzione
od in trasformazione, quelle futuribili.
Non si può parlare di interventi "a cuore aperto" senza utilizzare i dispositivi legati alla circolazione extracorporea (CEC); fra questi la
macchina cuore-polmoni dal duplice aspetto: da una parte la "pompa" quale motore propulsivo del sangue, in sostituzione di quella naturale
cardiaca, dall'altra l'ossigenatore del sangue, al posto dei polmoni. Tutte le conquiste, raggiunte negli interventi più complessi, non sarebbero state
possibili senza l'adeguamento di questi due principali dispositivi. Pur con un certo grado di staticità, l'aggiornamento tecnologico non si è fermato,
ma andrebbe "stimolato", poiché non mancherebbe l'impatto positivo sui pazienti. In un certo senso l'assistenza circolatoria, in grado cioè di far
prolungare, oltre la seduta operatoria, la sopravvivenza del paziente critico, rappresenta di per sè un’evoluzione della CEC, quando viene usata in
attesa di uno spontaneo e positivo viraggio delle condizioni cliniche o come "ponte" al trapianto cardiaco, ma l'insieme di accessori e le varie
modalità di impiego rendono questi dispositivi per l'assistenza una tecnologia diversa dalla macchina cuore-polmoni.Completamente a parte il
capitolo delle valvole artificiali, grazie alle quali milioni di individui possono, oggi, condurre una vita molto simile ai coetanei sani.In quest’ambito c'è
tutta la storia della cardiochirurgia degli ultimi quarant'anni.
Va precisato che le "certificazioni" (FDA e CEE) sono comparse solo di recente, tuttavia queste procedure burocratiche hanno inciso
positivamente sul controllo di qualità di questi prodotti. Le protesi valvolari cardiache rappresentano, comunque, una nicchia tecnologica di notevole
ed inesauribile interesse. Per questo motivo vanno contemplate tra i dispositivi tecnologici in uso ed in evoluzione, ma non va esclusa, in futuro, una
vera rivoluzione.
Tra le più importanti tecnologie in evoluzione va considerato il perfezionamento dei ventricoli artificiali; questi sono a metà strada tra cuori
artificiali totali e dispositivi di assistenza circolatoria prolungata: un futuro di notevole impatto sociale potrebbe essere costituito dalla loro
trasformazione in apparecchiature ad impianto definitivo, come proposto da alcuni nell'ottica di una "destination therapy". Un discorso a parte è
l'aggiornamento delle tecniche di "ibernazione" di tessuti valvolari omologhi, grazie ai quali molti pazienti, affetti da endocarditi attive, vengono
beneficiati.
Per quanto riguarda il futuro l'ingegneria cellulare, sia pure in parte, si aggancia al discorso precedente. Essa risulta campo promettente che
potrebbe trovare notevole impulso, se economicamente supportata in ambienti propensi alle alte tecnologie.
Essa potrebbe essere parte integrante della ricerca biomedica molecolare e delle cellule staminali. Infine la robotica chirurgica (non solo
cardiochirurgica) fa capolino: le spese in questo campo devono risultare giustificabili solo se tecnologie alternative tradizionali risultassero
improponibili. Nel futuro non lontano si renderà necessario un confronto delle tecnologie con l'evoluzione epidemiologica delle malattie; inoltre è
impensabile non raffrontarsi con le risorse economiche disponibili.
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5. APPLICAZIONI DELLE MICRO E DELLE NANOTECNOLOGIE IN CAMPO BIOMEDICALE
Negli ultimi due decenni, lo sviluppo industriale, legato alle tecnologie avanzate, è stato principalmente caratterizzato da una spiccata
tendenza verso una sempre più spinta miniaturizzazione delle dimensioni dei dispositivi e dalla conseguente integrazione dei singoli componenti in
sistemi di crescente complessità. In particolare, l’enorme progresso del vasto settore della microelettronica è stato il fattore tecnologico basilare
per assecondare tale tendenza, rivoluzionaria rispetto alle tecnologie tradizionali. Ciò ha consentito di realizzare circuiti di processo e di controllo
sempre più piccoli, per applicazioni sempre più avanzate nel campo delle memorie per calcolatori (e settori tecnologici collegati). Parallelamente a
questo filone originale, si è venuta a sviluppare un’area di crescente interesse, genericamente indicata come quella della tecnologia dei
microsistemi, che, in breve tempo, si è estesa ad una varietà di campi applicativi e di mercati di cospicue dimensioni e che ormai rischia di
sopravanzare, in importanza, la tecnologia da cui è derivata.
I microsistemi sono sistemi miniaturizzati con caratteristiche multifunzionali, che comprendono sensori, attuatori e capacità di elaborazione in
una singola unità costruttiva. Combinano funzioni che spaziano da quelle elettriche e meccaniche (MEMS), a quelle ottiche, chimiche, biologiche,
magnetiche, etc. e permettono non solo un risparmio di spazio, rispetto ai dispositivi convenzionali, ma anche la realizzazione di nuovi con
specifiche dovute al processo di miniaturizzazione.
L'applicabilità delle micro e delle nanotecnologie, nel settore biomedicale, ha, finora, attirato un notevole interesse a livello internazionale; il
decennale sforzo di ricerca e di sviluppo ha già portato, specialmente sul mercato statunitense, alla commercializzazione ed all’utilizzo, a livello di
presidio sanitario, di alcuni dispositivi di largo consumo (quali, a livello esemplificativo, i micro-dispenser, programmabili ed “usa-e-getta”; i
microfiltri, l’utensileria miniaturizzata per microchirurgia, etc.). Le proiezioni, per i prossimi anni, indicano uno sviluppo pervasivo, praticamente in
ogni branca sanitaria.
Sull’onda di tali risultati, recentemente, anche molte industrie biomedicali europee (specialmente tedesche) si sono affacciate su questo
mercato, intravedendo gli enormi vantaggi, offerti dalla miniaturizzazione, in termini di aumento delle funzioni, rispetto a quanto fatto dai dispositivi
tradizionali.
Per il prossimo futuro, si cominciano ad intravedere sviluppi tecnologici assolutamente rivoluzionari, che andranno a toccare ogni aspetto
della scienza medica; alcuni esempi, tra quelli già in via di realizzazione, si possono menzionare:
o neuro-chip, circuiti neurali integrati;
o micro-stents, per supporto coronarico, con rilascio controllato di sostanze organiche depositate nella superficie od inglobate in opportuni microserbatoi;
o integrazione di microsensori (pressione, temperatura, pH, concentrazione di glucosio nel sangue etc.) e microattuatori su catetere e fibra ottica;
o microdispositivi di analisi olfattiva (“naso elettronico”), per diagnosi precoci di alcune patologie (p.e. il cancro polmonare);
o chip con migliaia di microfotodiodi per impiantazione retinale;
o nanomacchine biologiche;
o micropillole intelligenti per l’attacco diretto alle cellule malate.
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6. BIOTECNOLOGIE
Rilevanza indiscutibile hanno, pure le biotecnologie. Peraltro, in ambito regionale, esistono forti competenze nel settore della Biologia
Molecolare, applicata alla Clinica di varie ed importanti malattie e, pertanto, risulta fattibile che la Regione promuova e, se possibile, coordini
investimenti ad alta tecnologia, che possano integrare/sostituire la base produttiva attuale. Privati, Università ed altre strutture pubbliche potrebbero,
infatti, interagire con il nuovo, avviato distretto veneto per alte tecnologie, creando un ambiente estremamente favorevole a nuove società di Biotech
avanzato.
I Biochips, la tecnologia più avanzata nel campo della genomica, nata dall’incontro tra le più sofisticate tecniche di biologia molecolare con le
nanotecnologie, sviluppate in elettronica, consentono di approcciare, in modo incisivo, lo studio del genoma umano ed aprono allo sviluppo di
prodotti di alto valore aggiunto in campo sanitario. E’ questo un settore, ad alta competitività e che si presta ad un’ulteriore crescita con l’uso
diagnostico, che impone, però, azienda “globale”.
Appare necessario che in tale campo, anche al fine di determinare ipotesi di approvvigionamento meno dipendenti dal mercato estero e,
quindi, almeno in linea teorica, economicamente più convenienti, che la presenza di una struttura produttiva, in ambienti come il Veneto, nei quali
esistono professionalità adeguate, prenda al più presto corpo.
Si tratta, in buona sostanza, di favorire e di sostenere un “sistema” in grado di identificare/comprendere il ruolo dei geni nei processi biologici
e nella genesi delle malattie più importanti, il che comporterà sia l’avvio della terapia genica, sia il passaggio dalla rilevazione di malattia alla
possibilità di predire il rischio individuale.
Nei prossimi 10 anni andranno a scadenza i brevetti di farmaci, che, attualmente, hanno grande rilievo, quantitativo e qualitativo, nel marcato
sanitario; ne consegue non solo la scelta, ma la necessità di individuare farmaci innovativi ed importanti.
Una “new company” di origine regionale avrebbe ottime possibilità di catturare parte delle opportunità di questo mercato, infatti, essa avrebbe gli
“assets” necessari per competere in maniera efficace a livello globale e conterebbe su esperienze dirette, con numerosi studi già effettuati sulla
genetica di vari tessuti/organi e relative patologie (di alto interesse medico e sociale).
Il tutto andando ad agire, tra l’altro, in ambiti, quali: Fegato, Cardiovascolare e Neurologia.
La presenza istituzionale in tale contesto appare come condizione se non indispensabile, quanto meno opportuna, tenendo presente che il
“settore” preso in esame e l’ipotesi “produttiva” prospettata sono condizionati, tra l’altro, da forte volatilità (high risk high return); rischi tipici di tutte le
nuove tecnologie; ritorno sull’investimento nel medio-lungo periodo.
Un capitolo affascinante dell’innovazione riguarda la:
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7. FARMACOGENOMICA E “FARMACOGENETICA”
La Farmacogenomica e la Farmacogenetica, sebbene spesso usati come sinonimi, identificano, in realtà, filoni di ricerca con obiettivi e
potenziali applicazioni sostanzialmente differenti.
Mentre la Farmacogenomica ha l’obiettivo di identificare nuovi bersagli molecolari, implicati in patologie anche complesse, come la malattia di
Alzheimer, e contro i quali indirizzare nuovi farmaci, nonché sviluppare nuovi test diagnostici di malattia o di suscettibilità, la Farmacogenetica ha
l’obiettivo di identificare polimorfismi coinvolti nel metabolismo di farmaci per sviluppare test, che possano predirne la risposta individuale.
Il fine ultimo di queste due discipline è, comunque, quello di fornire nuovi strumenti per disporre, nella pratica clinica, di approcci terapeutici più
sicuri e più efficaci, nonché, possibilmente, personalizzati.
Nella Sanità, l’utilizzo razionale di farmaci è un punto strategico, con importanti ripercussioni sia sulla qualità dei servizi, sia sulla spesa, non
solo in termini di costo delle specialità farmaceutiche, ma anche, talvolta, in funzione delle problematiche associate alla comparsa di effetti
collaterali indesiderati. Da un’ampia meta-analisi, svolta, qualche anno fa, negli USA, è emerso che:
o il 6-7 % dei pazienti ospedalizzati ha accusato reazioni avverse a farmaci, pur se appropriatamente prescritti e somministrati;
o più dello 0.32% ha accusato reazioni avverse fatali ed hanno rappresentato, nel 1994, la 4/6° causa di morte negli USA;
o l’impatto economico annuale, derivante, è stato stimato essere all’incirca di 75 mld USD.
Pur mancando una simile analisi sul territorio nazionale, è presumibile che anche l’Italia non sia indenne da questi problemi.
Dai recenti studi sul genoma umano è emerso che le cause della risposta anomala a farmaci sono contenute, spesso, nel corredo genetico
(polimorfismi) dell’individuo ed in particolare nei geni che governano la sintesi di proteine, responsabili del metabolismo o dell’assorbimento del
farmaco o, ancora, del bersaglio farmacologico. L’avvento della Farmacogenetica ha già permesso di identificare vari polimorfismi correlati o con la
tossicità o con l’efficacia di diversi farmaci di uso comune (es. alcuni chemioterapici. antidepressivi, antiipertensivi, ecc.) mettendo così,
potenzialmente, a disposizione del clinico uno strumento valido per la scelta terapeutica più opportuna.
I vantaggi che ci si aspetta dallo sviluppo e dall’applicazione della Farmacogenetica sono:
o a livello individuale, la personalizzazione della terapia;
o a livello clinico, la possibilità di individuare, a priori, soggetti predisposti a reazioni avverse;
o a livello socio-sanitario, la possibilità di ridurre la spesa sanitaria.
Se questi vantaggi appaiono più che allettanti, l’applicazione della Farmacogenetica non è, tuttavia, priva di problematiche.
In primo luogo va valutata la disponibilità e l’accuratezza dei test.
Sebbene le tecnologie, richieste per indagini basate su uno o pochi polimorfismi, siano, attualmente, di relativo facile accesso (es. PCR, Real
Time PCR, sequenziamento, ecc.), nel caso siano implicati molteplici polimorfismi, le tecnologie necessarie (ad. es DNA microarray) diventano più
impegnative, sopratutto in visita dei tempi e degli investimenti.
In secondo luogo vanno affrontate le implicazioni etiche derivanti dal fatto che, in ultima analisi, si tratta di un indagine sul genoma. In questa
luce va evidenziato che test di Farmacogenetica, a differenza di test genetici di malattia o di suscettibilità, non influenzano la diagnosi ma solo la
scelta terapeutica. Tuttavia esiste la necessità di identificare delle linee guida che garantiscano la tutela del paziente, anche dal punto di vista etico.
Infine, manca un “consensus” sui criteri per l’introduzione, uso ed armonizzazione dei test.
Da quanto esposto, ne deriva che, per calare, nei prossimi anni, nella pratica clinica quotidiana la Farmacogenetica, c’è la necessità di:
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o
o
o
disporre di soluzioni normative appropriate;
un’ampia concertazione dei vari organi interessati per vagliare gli aspetti tecnico-scientifici implicati;
un piano d’implementazione che porti, in breve tempo, i test nella pratica clinica quotidiana.
8. L’ HOME CARE
All’interno del quadro generale della diffusione dell’ICT in Sanità, parte importante comincia ad assumere il problema relativo all’ Home Care,
atteso che i dati statistici in proiezione confermano la continua crescita della “Speranza di vita” della popolazione e la richiesta di una sempre
migliore qualità della vita.
L’invecchiamento della popolazione ed una nuova visione dello “star bene” non potrà prescindere dalla necessità di convivere con la malattia,
una maggiore attenzione nei confronti della “Persona” e conseguenzialmente un innalzamento non governabile dei costi.
L’unica risposta possibile a tali eventi ineluttabili non può che essere la “domiciliarizzazione” del paziente, sia per ciò che riguarda gli aspetti
relativi alla prevenzione, sia per quel che riguarda la terapia e la eventuale riabilitazione.
In tale contesto si colloca il supporto funzionale e operativo che l’ICT e più specificatamente l’applicazione delle nuove tecnologie (Hardware e
Software) può fornire a tale disegno strategico.
L’Italia ha accumulato, in questi anni, un forte ritardo rispetto agli altri Paesi tecnologicamente avanzati, tuttavia è ancora possibile calmare il
gap se gli “Organi Decisori” ed in particolare le Regioni, centro della spera pubblica, si affrettano a predisporre piani strategici specifici ed un piano
di e-government per realizzare infrastrutture tecnologiche e servizi di base quali reti, firme elettroniche, cup, etc. A tal proposito è importante che
ogni Regione possa attivare un’Area Pilota sperimentale e clonare, diffondendole, iniziative testate, validate e ritenute efficaci.
In relazione a questa area sono temi di attenzione specifica:
8.1 . LA CORSIA VIRTUALE.
o
o
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Ospedalizzazione virtuale per pazienti cronici (broncopneumopatici, cardiopatici, etc.).
Deospedalizzazione precoce protetta per pazienti acuti e chirurgici.
Controllo aree protette (comunità, case per anziani, per disabili, centri sportivi etc.).
8.2 L’ADIT (ASSISTENZA DOMICILIARE, INTEGRATA CON L’AUSILIO DI STRUMENTAZIONI TELEMATICHE)
o
o
Ricovero preventivo.
Ricovero alternativo al ricovero ospedaliero.
Nel merito, si segnala la necessità di tenere conto dei PROBLEMI MEDICO-LEGALI IMPLICATI.
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9. CONSIDERAZIONI SULL’INNOVAZIONE TECNOLOGICA
9.1 CONSIDERAZIONI GENERALI
In merito all’INNOVAZIONE TECNOLOGICA, non pare,inoltre, superfluo precisare che:
l’applicazione di alta tecnologia in ambito sanitario sarà riconducibile alle seguenti tre aree di miglioramento:
o servizi al cittadino;
o condivisione delle conoscenze nell’ambito del "network" delle strutture sanitarie;
o gestione documentale.
Gli strumenti operativi che consentiranno di ottenere i miglioramenti descritti sono:
o Per quanto riguarda i servizi al cittadino, vanno privilegiati i progetti basati su standard di comunicazione condivisi a livello regionale, per
ciascun ambito di specialità. Nella fattispecie, la realizzazione di applicazioni relative alla telemedicina dovranno essere sempre più ricondotte
ad una logica di rete.
o Circa la condivisione delle conoscenze, vanno promosse le iniziative che agevoleranno lo scambio delle esperienze e la costituzione di
"comunità virtuali", articolate sia per processo, sia per specifica funzione aziendale, con l’obiettivo ultimo di utilizzare e mettere in pratica le
esperienze di tutte le strutture sanitarie. In particolare, si auspica l’estensione dell’esperienza in fase di avvio, che coinvolge le Unità
organizzative referenti per la Qualità presso le strutture sanitarie.
o Relativamente alla gestione documentale, le iniziative progettuali riconducibili a questo ambito dovranno porsi l’obiettivo della
smaterializzazione del documento cartaceo, gestendo il documento informatico a validità legale (applicazione della firma digitale).
Sinteticamente esse dovranno:
o fornire un servizio migliore al cittadino, riducendo i tempi dedicati allo svolgimento delle attività amministrative riconducibili a ciascun evento
sanitario;
o ottimizzare i tempi e le modalità di firma, trasmissione, estrazione e archiviazione dei documenti, sia sanitari che amministrativi, ponendo in tal
modo le premesse per una riorganizzazione dei servizi interni.
9.1.1. La business continuity
La rilevanza dell’Information & Communication Technology, a livello strategico ed operativo aziendale, è un dato di fatto. E’ attraverso l’ICT (e i
processi che la governano) che l’informazione viene catturata, elaborata, messa a disposizione dei processi di business, garantendone i livelli di
efficienza ed efficacia necessari ed, in molti casi, la loro stessa esistenza.
L’informazione, secondo lo Standard COBIT (Control Objectives for Business and related Information Technology), messo a punto
dall’organismo internazionale ISACA e generalmente accettato a livello mondiale, deve rispondere a tre categorie di “Business Information Criteria”:
Qualità, Affidabilità e Sicurezza.
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Quest’ultimo requisito, la Sicurezza, a sua volta articolato in confidenzialità, integrità e disponibilità, può essere compromesso da eventi di
natura accidentale ed intenzionale, con gravi ripercussioni sull’azienda in termini economici e di immagine.
Fra le diverse misure di sicurezza, che in linea generale possono essere di carattere preventivo, ispettivo e correttivo, il Business Continuity
Plan rappresenta l’unica risposta adeguata per far fronte a possibili disastri, di origine naturale, ambientale, accidentale e dolosa, che, distruggendo,
totalmente o parzialmente, le tecnologie informatiche dell’azienda, la priverebbero del bene vitale dell’informazione per un periodo lungo, e,
comunque, insostenibile in relazione alle sue necessità.
Il progetto di realizzazione del BCP è complesso, articolato e multidisciplinare: un buon BCP deve prevedere non solo, come è intuitivo, la
possibilità di fare ricorso ad infrastrutture tecnologiche alternative ed opportunamente accessibili, ma anche tutti gli aspetti di carattere
organizzativo, che ne consentano l’effettiva utilizzabilità, secondo un modello di servizio predefinito e fruibile dagli utenti, sulla base di azioni precodificate e documentate, da eseguire piuttosto che da “inventare” al momento.
Ancora più delicato, una volta predisposto il BCP, è il problema del suo continuo aggiornamento al mutare delle condizioni al contorno:
cambiano i rischi e/o il loro impatto aziendale, evolvono le tecnologie, si avvicendano le persone, si modificano la struttura organizzativa e le
procedure aziendali.
L’approccio corretto al problema, in definitiva, passa attraverso la capacità di affrontare, con adeguati strumenti metodologici, entrambi gli
aspetti: il progetto di realizzazione del BCP – nelle sue componenti tecnologiche e organizzative – ed il progetto di definizione ed implementazione,
in azienda, del Business Continuity Planning.
L’uno, senza l’altro, può essere un rimedio peggiore del male, che va sotto il nome di ”Effetto Titanic”: illusione di sicurezza e soldi (tanti)
“buttati a mare”.
9.2 IMPOSTAZIONE DI UN MODERNA INTEGRAZIONE TRA ASSISTENZA OSPEDALIERA ED ASSISTENZA DOMICILIARE
Tema, questo, di grande attualità e che, a parere unanime, si presenta come il migliore sistema per ridurre i costi della sanità pubblica,
garantendo:
o alle persone in condizione di disagio e di sofferenza, di poter “vivere”, in ambito familiare, sia, in tutto od in parte, la fase di malattia, sia la fase di
recupero, senza che questo determini, attraverso il controllo delle “variabili”, situazioni a rischio, a causa di insufficiente o di tardivo
monitoraggio del loro “status”;
o agli operatori sanitari, medici e paramedici, di assicurare adeguata assistenza, senza che questa alimenti, immotivatamente, i costi ospedalieri.
In tale ambito servizi innovativi come Telemedicina, Telesoccorso ed Assistenza Integrata, per citare i più nominati, possono assumere una
funzione calmieratrice indiscutibile, senza, con ciò, abbandonare il “cliente” del servizio sanitario all’autodiagnosi, non sempre possibile. Questo
può costituire un primo, decisivo passo per il superamento della visone “ospedalocentrica”, ed in questa chiave vanno letti i finanziamenti previsti
dal Dlg. 502/92 a favore di importanti realtà regionali, tra le quali anche il Veneto.
In Paesi tecnologicamente avanzati, poi, si registra un crescente consenso verso la telemedicina, in tutti suoi aspetti, ed un crescente e
contestuale aumento dei progetti sperimentali, relativi ad essa. E’, oltretutto, opinione diffusa che l’attuale S.S.N. non potrà reggere, ancora a lungo,
l’aumento della “speranza di vita” dei cittadini, visto un quadro demografico contraddistinto da un forte invecchiamento della popolazione e da un
progressivo incremento della disabilità della popolazione ultrasessantacinquenne.
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Se il nuovo modello di organizzazione sanitaria va ispirato alla “centralità” del suo cliente, la sua flessibilità e la deospedalizzazione diventano
fondamentali.
Per tali ragioni un tale modello dovrà basarsi su un nuovo sistema informativo, con l’utilizzo di nuove tecnologie informatiche, quali ad
esempio sistemi federati, sistemi ipermediali, interfacce utente amichevoli, per meglio ottimizzare i tempi ed i metodi di lavoro.
Grazie all’uso dei sistemi di telemedicina si può garantire la sincronizzazione, l’integrazione e l’ottimizzazione degli interventi diagnostici,
terapeutici e riabilitativi, producendo il “ricovero virtuale”, fattibile ed attuabile. Tecnologie e strumentazioni telematiche, applicate alla sanità,
possono realizzare, infatti, un’integrazione avanzata tra assistenza ospedaliera ed assistenza domiciliare.
Si avrà, in questo modo:
o un paziente ricoverato, prevalentemente, nella sua abitazione;
o un medico con immagine aggiornata dello stato e della situazione del paziente;
o un medico che può intervenire utilizzando tutte le strutture sanitarie presenti sul territorio, minimizzando lo spostamento del paziente e
massimizzando il trasferimento delle informazioni.
In tale contesto le malattie croniche si prestano ad una prima sperimentazione del ricovero virtuale, ma i vantaggi sono estendibili a numerose
altre ed ulteriori applicazioni.
Si può, con ciò, garantire un gestione federata (disponibilità in tutto il territorio) della cartella clinica, in regime di protezione e di riservatezza
dei dati, coinvolgendo strutture quali:
o domicilio del paziente;
o Day-Hopsital;
o Centro di Ascolto.
9.3 OTTIMIZZAZIONE DELL’UTILIZZO DEL PERSONALE E DELLE ATTREZZATURE NELLA REALTÀ OSPEDALIERA.
Problema che sembra irrisolvibile e che condanna la gestione pubblica, in alcune situazioni ed in alcune occasioni, ad essere imprigionata in
logiche comprensibili, ma da evitarsi, se esse rispondono più a consuetudini che non a reale stato di necessità.
Premesso che i costi di gestione di un Ospedale eguagliano, ogni 2/3 anni, la spesa necessaria per la realizzazione dell’Ospedale stesso, si
pone la necessità di esaminare attentamente e di mettere sotto controllo, anche alla luce delle recenti Direttive Ministeriali, il loro sviluppo e la loro
formazione, intervenendo in modo manageriale, monitorando ed ottimizzando la spesa, prima di averne evidenza a consuntivo, come largamente
fatto in passato.
Il personale incide, per circa il 65%, sui costi di gestione, per cui sarà basilare:
o sia analizzare la formazione di tale spesa;
o sia, poiché l’ efficacia, nell’erogare i servizi, dipende, in gran parte, dalla efficienza delle attrezzature disponibili, la coscienza di un loro corretto
utilizzo,
o il tutto come elemento essenziale per il controllo della spesa.
Opportuno orientare lo studio sull’esame di due Ospedali di riferimento, scelti dalla Regione, e cioè l’Ospedale di nodo e l’Ospedale di rete.
L’eccellenza del primo tipo comporterà, ovviamente, una diversa valutazione da quella sviluppata per il secondo.
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Il Piano Socio - Sanitario Regionale dovrà, conseguentemente, riportare, come indice, le direttrici secondo le quali dovranno svilupparsi le
azioni importanti e sistematiche, sul territorio.
Fondamentale, risulta, nell’avvio di tale analisi, la collaborazione della Direzione Regionale della Sanità e di Direttori Generali.
La metodologia operativa individuabile può essere, in sintesi, la seguente:
o valutazione di dati di consuntivo, ove disponibili, circa i costi del personale;
o analisi dell’inventario delle attrezzature disponibili ed il loro coefficiente di utilizzo;
o analisi dei programmi approvati di acquisto o di noleggio di nuove attrezzature.
I dati raccolti dovranno, poi, essere discussi con la Direzione Generale della Sanità Regionale, per procedere, poi, alla seconda fase, quella
volta alla preliminare individuazione delle ottimizzazioni da conseguire.
Questa seconda fase individuerà le aree su cui sarà necessario effettuare interventi e suggerirà possibili soluzioni, anche tenendo conto del
possibile ricorso all’outsourcing, nonché alla collaborazione con i Privati.
Condizione preliminare, per evitare il riproporsi di incresciose situazioni, limitative delle potenzialità operative, è che tale analisi venga svolta
da “professionalità” in grado di verificare in termini neutrali, liberi dagli scontati condizionamenti, che la quotidianità genera, fermo restando che
l’applicazione, dell’ottimizzazione proposta, sarà filtrata e modulata sulla scorta delle esigenze che la normale dialettica, tra le parti interessate,
consiglierà.
9.4 PROGRAMMAZIONE E PROJECT MANAGEMENT
L’innovazione tecnologica, in senso lato, deve applicarsi anche alle tecnologie della gestione e del controllo della stessa. Ad evitare che ad
innovazione “tecnica” non corrisponda innovazione “gestionale”
Ecco, quindi, come sia indispensabile innovare le tecnologie propriamente dette, ma anche innovarne le capacità di controllo e di gestione. Va
attribuita, perciò, una grande importanza alla programmazione ed al project management: quest’ultima parola, molto più usata e nota nel mondo
anglosassone, si può applicare alla realizzazione di un’opera, ma anche alla realizzazione di un processo produttivo, così da tenere sotto controllo
il suo sviluppo e prevedere le possibilità d’insuccesso, mettendo in campo, tempestivamente, opportune azioni correttive.
La tecnica del project management è inconsciamente presente nelle nostre esigenze giornaliere, ma ben diverso è possederla realmente ed
applicarla. Anche perché i principi del project management funzionano se tutta la squadra li applica e sono destinati al fallimento se è solo il capo
azienda ad applicarla. Questa tecnologia di programmazione e PM inizia con la coscienza di cosa ho, chi ho, e cosa mi serve. Questa coscienza
è, nella stragrande maggioranza dei casi, come minimo, fortemente lacunosa.
Uno strumento essenziale per la programmazione e la gestione è il SOI (studio organico di insieme). Un documento che, come dice la
parola, mette insieme, in modo organico, l’esistente. Una ASL, che voglia avere un SOI, deve censire, esattamente ed in termini di spazi, di
immobili, di impianti e di risorse, quello che ha. Dopodiché, e solo dopodiché, si potranno prendere decisioni più coerenti, pur in mezzo a continue
emergenze.
Uno dei frutti del lavoro del SOI è anche quello di prendere decisioni sull’utilizzo delle proprie risorse umane per un loro ottimale impiego (vale
la pena ricordare che 2/3 della spesa di funzionamento di un ospedale sono generate da risorse umane); e poi di valutare ipotesi moderne di
outsourcing.
La formazione è un elemento essenziale di programmazione e gestione.
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Programmazione e PM, dunque, applicato alla realizzazione di nuovi impianti, all’innovazione di impianti esistenti, alla gestione corrente delle
aziende. Anche questa è un’essenziale innovazione tecnologica al servizio della qualità e del contenimento della spesa in Sanità. Un’innovazione
tecnologica da applicare alla macchina più sofisticata su cui si basa qualsiasi attività: il nostro cervello.
9.5 FORMAZIONE, CONTINUA, A DISTANZA DEL MEDICO E DEL PERSONALE SANITARIO.
E’ questa una questione che andrebbe affrontata e risolta in tempo utile, perseguendo un duplice obiettivo:
quello di garantire l’aggiornamento tempestivo, controllato e certificato, oltretutto condizione alla progressione di carriera, del personale medico,
paramedico ed infermieristico, che deve convivere sia con la celerità di sviluppo dell’innovazione e della ricerca, sia con la costante
trasformazione dei metodi di diagnosi e cura;
o quello di rendere meno gravoso, sia dal punto di vista economico, sia dal punto di vista funzionale, il consentire, il sostenere e l’incentivare una
costante formazione in medicina.
Il nuovo scenario, prospettato attraverso la tecnologia di Internet, dalla innovativa filosofia organizzativa, voluta dalla Commissione Nazionale
per la Formazione Continua in Medicina, risponde ad un progetto di alto valore etico, dove gli investimenti, nella formazione, si spostano
dall’erogazione, alla progettazione ed alla produzione dei contenuti. Si tratta, in questo campo, di dare vita ad un vero e proprio simulatore virtuale di
un centro di formazione. Un campus virtuale, ove riconosciuto l’utente, lo si assiste all’accesso, lo si guida ai servizi ed ai corsi prescelti, lo si mette
in contatto con il proprio gruppo di lavoro e con i tutor e ne si traccia il percorso formativo; un percorso fatto di gestione delle competenze,
definizione dei percorsi formativi, erogazione della formazione, valutazione e verifica, per raggiungere i seguenti obiettivi:
o il sapere: le conoscenze teoriche aggiornate;
o il fare: le abilità tecniche e manuali;
o l’essere: le capacità comunicative e relazioni
o
Il tutto con l’obiettivo di creare, tra l’altro:
o
o
o
o
o
l’integrazione degli attori del mondo della salute (comunità medica, aziende del settore, mondo accademico e clienti);
banche dati medico – scientifiche, dei farmaci, dei parafarmaci, ecc;
banche immagini per i video imaging diagnostico;
riviste on line;
software on line di supporto alle decisioni in medicina, evitando la lunghezza e la ripetitività, non a scapito dell’identificazione del medico, dei
processi di registrazione per l’accesso a siti “chiusi”, come devono essere quelli in parola, ed assicurando condizioni semplici e fluide di
navigazione nei e fra i siti dedicati al medico, personalizzando il comportamento del servizio in base alle informazioni inserite nel sistema, al
momento della registrazione.
9.6 FORMAZIONE ED INFORMAZIONE A DISTANZA.
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Utilizzo di una piattaforma (infrastruttura tecnologia + Comunità), predeterminando le possibili aree di collaborazione con l’Assessorato alla sanità
ed in specifico:
o Utilizzo di un portale (Consumatori ed Area professionale) per la comunicazione da parte della Regione ai cittadini ed alla Classe Medica.
§ La Regione offre informazioni ai cittadini all’interno di un’area riservata del tipo: “La voce della Regione Veneto”.
§ La Regione attua, con adeguata progettazione ed implementazione, ricerche di “citizen satisfaction” attraverso questionari, sondaggi e
metodologie di ricerca on line.
§ La Regione offre informazioni ai medici veneti (selezione possibile in presenza della certificazione e della profilazione ottenuta
dall’operatore). All’interno del portale i medici potranno accedere ad un’area nella quale i contenuti sono realizzati dalla Regione –
Assessorato alla Sanità.
§ La Regione può svolgere ricerche sul target specifico profilando queste per specialità e regime di convenzionamento.
o Utilizzo di un “sistema”, applicato al sito della Regione ed alla “Carta Regionale dei Servizi” per il riconoscimento del medico ed il miglioramento
della visibilità dei suddetti, grazie ad un’ampia comunità registrata e certificata.
o Fornitura di contenuti al portale della Regione.
§ Va valutata, in modo particolare, l’esperienza dello “operatore” sui protocolli di farmacosorveglianza, sulle basi dati relative
all’infrastruttura sanitaria, sui DRG, sulle SDO e su tutti quegli elementi che possono offrire, al cittadino ed al medico, informazioni
mirate sull’offerta sanitaria.
o Utilizzo di una piattaforma per la contabilizzazione dei crediti formativi relativamente ai Medici della Regione.
o Individuazione di una “collaborazione” con la Regione nell’offerta di formazione in modalità E Learning.
§ Progettazione e realizzazione di corsi nelle seguenti aree:
• Area tecnologica.
• Area metodologica.
• Area dei contenuti.
• Area produttiva.
9.7 LA COMUNICAZIONE DI VALORE PER I CITTADINI
Oggi obiettivo della comunicazione è la diffusione di informazioni utili e di qualità per generare soddisfazione nel cittadino.
Creare comunicazione vuol dire dare la possibilità ai clienti del servizio (cittadini) di condividere, tra di loro, idee ed informazioni, tramite
ambienti d’incontro, verticali ed aggreganti (Portali Verticali e Tematici).
Negli ultimi anni, la “Sanità” ha riscontrato diverse problematiche, nell’ambito della Comunicazione indirizzata ai cittadini. La carenza di
comunicazione diretta, tra l’Ente ed i cittadini; la carenza di ambienti interattivi d’incontro per gli utenti; la mancanza di un canale comunicativo
‘riservato’ di assistenza, tra il medico curante ed il cittadino, e la carenza di comunicazione tra gli stessi operatori del sistema sanità sono i
principali fattori alla base di un’assenza d’informazione e di formazione di qualità, che caratterizza la “Sanità”.
Per migliorare il livello di comunicazione nel settore bisogna agire su diverse leve quali:
o
la creazione e l’aggiornamento di contenuti ed informazioni di qualità, da fornire ai cittadini;
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o
o
rendere facile ed immediato l’accesso a tali informazioni;
creare delle dinamiche di relazione tra i cittadini e l’Ente.
Con l’evoluzione di Internet e della rete, è, oggi, possibile creare una vera relazione tra gli operatori della “Sanità” ed i “Cittadini”, basata su
informazioni e su contenuti di qualità, attraverso lo sviluppo e la gestione di Internet Community, luoghi d’incontro interattivi, dove potersi confrontare
e scambiare informazioni.
Creare una Community significa generare attività aggreganti, al fine di massimizzare le relazioni tra un insieme di persone con interessi
comuni.
Fattore critico di successo, per valorizzare una Web Community e sviluppare contenuti e servizi mirati alle esigenze dei cittadini, è la
pianificazione e lo sviluppo di attività di animazione della Community stessa.
Agire sulla qualità dell’animazione di un portale garantisce, agli operatori del settore sanitario, una conoscenza più approfondita dei cittadini,
una fidelizzazione di questi ultimi, attraverso la condivisione di informazioni e la diffusione della conoscenza, ed, inoltre, una migliore e più diffusa
percezione sociale della “Sanità”.
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