dizionario pratico di ortodonzia tecnica

Transcript

dizionario pratico di ortodonzia tecnica
UGO COMPARELLI
DIZIONARIO
PRATICO DI
ORTODONZIA
TECNICA
Edizioni Futura
1
Prefazione
Il Dizionario Pratico di Ortodonzia Tecnica nasce da una pura
esigenza professionale: disporre di una guida completa che
permetta di reperire in modo organico e veloce le definizioni e le
modalità di realizzazione dei principali manufatti ortodontici, con
l’indicazione delle relative fonti bibliografiche.
Considerata la vastità e la complessità della materia, la stesura
della I Edizione del Dizionario è risultata alquanto lunga ed
articolata. Eventuali lacune, quindi, del tutto casuali e non
intenzionali, saranno colmate nelle successive edizioni, grazie
anche alla collaborazione di chi vorrà sottoporle alla mia
attenzione.
Il mio augurio è che questo manuale diventi un valido supporto
per tutti coloro che lo consulteranno e concludo questa breve
dissertazione, esprimendo la mia più profonda gratitudine verso
coloro che hanno proficuamente contribuito alla sua
realizzazione, colleghi, odontoiatri, Autori, che con il loro aiuto
hanno dimostrato nei miei riguardi una profonda ed in aspettata
amicizia.
“La maggior parte del sapere umano
è depositato nei documenti e
nei libri, memorie in carta
dell’ umanità”.
A. Shopenhauer (1788-1860)
2
Per ricercare velocemente il termine interessato esegui questa procedura:
clicca su:
1. Modifica
2. Trova
3. Digita il termine
4. clicca su Trova successivo
BUONA CONSULTAZIONE
ABBASSATORI Apparecchi “mobilizzatori” che esplicano la propria
azione mediante opportuni pesi.
ABBRACCIO Porzione della protesi molto aderente alla corona del dente,
posizionata al di sopra delle zone di sottosquadro. La sua funzione è quella
di evitare che la protesi si “muova” lateralmente.
ABITUDINI Viziate Con tale termine si distinguono quegli atteggiamenti
nocivi alla stabilità dell’occlusione dentale, (Es. suzione del dito) con
compromissione dei distretti scheletrici e muscolari.
ACCIAIO Inossidabile Lega a base di cromo, nichel e ferro,
particolarmente resistente alla corrosione.
AcCO Acronimo di placca rimovibile di Cetlin
(Placca) AcCo Modificata Si tratta di un apparecchio rimovibile superiore
nato da una modifica della famosa placca di Cetlin.
BIBLIOGRAFIA: S. Colli - G. Carnevale Miacca - C. Minghini, Placca
AcCO modificata, Bollettino di Informazioni Ortodontiche Leone, N.52.
ACQUALIZER Apparecchio preformato rimovibile applicato in soggetti
disfunzionali con problemi all’A.T.M.
A. C. R. Acronimo di apparecchiatura Cranio - Mandibolare
Rimodellabile. Si tratta di un dispositivo rimovibile bi - mascellare ad
azione ortopedica, impiegato per il riposizionamento della mandibola.
3
BIBLIOGRAFIA: J.H. Ahlin, Applicazioni tecniche e pratiche di una
apparecchiatura craniomandibolare rimodellabile, Mondo Ortodontico,
Ed. Masson, Anno 1998, N. 1.
A. D. A (Attivatore Distalizzante Asimmetrico) Apparecchio rimovibile
superiore ad azione meccanica utilizzato per la distalizzazione mono laterale degli elementi latero - posteriori.
L’A. D. A., ideato dall’odontotecnico Flavio Vitali, è composto da:
- ganci di ritenzione;
- arco vestibolare semplice
- piani rialzati abbinati a guide in resina;
- ed infine, dal sistema telescopico fornito di molla utile alla
distalizzazione del molare.
BIBLIOGRAFIA: F. Vitali, Placca distalizzante mono - laterale. Rivista
Italiana degli odontotecnici, Dental Press, Anno 1988, N. 2.
(Gancio di) ADAMS Gancio presentato da P. Adams nel 1950 durante una
conferenza a Liverpool.
La sua ideazione nasce da una modifica del gancio Schwarz e la sua
validità è da sempre riconosciuta ed apprezzata ovunque tanto da divenire il
sistema ritentivo ortodontico per antonomasia
Il suo larghissimo utilizzo è dovuto non solo all’ottimo sfruttamento delle
zone di sottosquadro mesio - vestibolare e disto - vestibolare, ma anche alla
semplicità di costruzione e versatilità di applicazione: è possibile, infatti,
confezionarlo su quasi tutti i denti, dal molare al premolare, dal molaretto
da latte al canino. Inoltre, fattore non trascurabile, al gancio è possibile
apportare piccole modifiche mirate a migliorarne la ritenzione.
Costruzione
Per la sua costruzione, l’Autore consiglia di adoperare un filo in acciaio
con diametro di 0,7 mm privo di curvature, per evitare l’insorgere di
fastidiose tensioni durante e dopo il confezionamento.
Preparazione dei denti pilastro
Dopo aver ripulito con cura il modello di lavoro da eventuali bolle e
stirature dovute alla presa delle impronte, è necessario asportare con una Le
Cron i triangoli interdentali gengivali mesio e disto - vestibolari. Tale
operazione è indispensabile per valorizzare ancor di più le zone di
sottosquadro
Realizzazione del ponte e degli speroni
In primis, si misura la distanza che intercorre tra le pareti distale e mesiale
del dente trasferendola sul filo precedentemente preparato. A questo punto,
facendo riferimento a tali dati, si realizzano il ponte e gli speroni
rispettando la seguente procedura:
4
- con una pinza a becco d’uccello si eseguono, nei punti ricercati, due
angoli un pò più acuti di 90°;
- successivamente, con la stessa pinza si effettuano due pieghe a forma di
“U” chiuse in prossimità del ponte realizzando così gli speroni ( la
grandezza di questi ultimi è direttamente proporzionale all’altezza del
dente in modo da posizionare il ponte al centro della corona );
- infine, si conclude questa fase posizionando gli speroni, resi
convergenti, nelle “nicchie” precedentemente preparate sul modello.
Modellazione dei gambi e delle ritenzioni
L’operazione successiva prevede la modellazione dei due gambi negli spazi
interdentali presenti tra gli elementi contigui al dente, sede del gancio.
Relativamente semplice, questa fase non è da trascurare; è necessario infatti
che l’Adams non interferisca a livello occlusale con l’antagonista.
Inoltre, per evitare un indebolimento eccessivo del filo, è importante che
l’odontotecnico operi con estrema cautela ed attenzione.
BIBLIOGRAFIA: 1) C.P. Adams, Ideazioni e costruzioni di apparecchi
ortodontici rimovibili, Pavia, Ed. Cortina, 1958.
2) F. Brandies - N.F. Sthal, Tecnica Ortognatodontica, Milano,
Ed. Masson, Anno 1993.
(Doppio gancio di) ADAMS Elemento di tenuta caratterizzato dalla
presenza di due ganci di Adams solidarizzati da una brasatura. Questo
gancio è impiegato per sfruttare al meglio le superfici ritentive dei diatorici,
garantendo così un’ottima stabilizzazione al presidio mobile.
(Gancio di) ADAMS con Avvolgimento Vestibolare La sua costruzione è
similare alla procedura utilizzata per il gancio di Adams originale; si
differenzia da essa per la modellazione del ponte a forma di spira. Questa
variante si rivela efficace quando lo specialista intende applicare l’arco
extra - orale usando il presidio mobile come ancoraggio.
(Gancio di) ADAMS con Uncino Vestibolare L’aggiunta dell’uncino
vestibolarmente al gancio di Adams consente al clinico di applicare di
elastici utili per coadiuvare l’azione del presidio rimovibile.
(Gancio di) ADAMS con Unico Sperone Questo gancio, così come si
evince dal nome, si differenzia dal tradizionale per l’assenza di uno
sperone. Esso è utilizzato quando si è costretti a realizzare il gancio su un
dente poco erotto da un lato, sia esso mesiale o distale ( Es. ultimo molare
inferiore ). In questi casi, infatti, la presenza della gengiva provoca uno
scalzamento del gancio con relativa perdita di stabilità del dispositivo
ortodontico.
5
ADESIONE E’ la forza molecolare scaturita tra particelle di due corpi
diversi messi a contatto.
A. d. R. (Attivatore di Retrazione). Placca superiore composta da ganci di
Adams, arco di retrazione inferiore ed elemento attivo per l’espansione
trasversale. Il suo impiego è indicato in pazienti piccoli affetti da III Classe.
BIBLIOGRAFIA: L. Franchi - T. Braccetti, L’attivatore di retrazione nella
correzione precoce della malocclusione diIII Classe, Bollettino di
Informazioni Ortodontiche Leone, N. 46.
ADVANCEMENT Jet Nasce da una modifica del Distal jet e si
caratterizza principalmente per il differente ancoraggio. Nell’Advacement
Jet, infatti, la controspinta è indirizzata sulla superficie linguale dei denti
anteriori. Tale azione permette una vestibolarizzazione di questi ultimi
accompagnata dalla distalizzazione, più contenuta, dei molari.
BIBLIOGRAFIA: A. Carano - M Testa, Catalogo Jet Family, Ed.
Micerium, Anno 1999.
AFASIA Perdita dell’uso del linguaggio.
AFFOLLAMENTO Disallineamento dentale dovuto, il più delle volte, al
rapporto incongruo dei denti con le ossa basali delle due arcate.
(Protesi) AFISIOLOGICA Tipo di protesi in cui i carichi masticatori
vengono trasferiti solo sulla cresta edentula ( Es. protesi mobile totale ).
AGENESIA Anomalia congenita rappresentata dalla mancanza di alcuni
elementi dentari.
BIBLIOGRAFIA: A. Zanardi - L. Italiani Rossetti - F. Murari - J.
Giordanetto, Le agenesie dentarie, Mondo Ortodontico, Ed. Masson, Anno
1993, N. 2.
A. I. A. (Arco ausiliario Intrudente Anteriore). Dispositivo in filo completo
di elici posteriori, utili per intrudere i settori dentali anteriori superiori ed
inferiori.
BIBLIOGRAFIA: F.V. Tenti, Guida alla scelta ragionata degli apparecchi
ortodontici fissi e rimovibili, Ed. Microlito, Recco (GE).
A.J.O. and D.O. ( Rivista ) Acronimo di American Journal of Orthodontics
and Dentofacial Orthopedic
6
ALA in Resina Si tratta di un elemento di tenuta singolare in quanto la
sua funzione ritentiva è garantita solo dalla resina presente nelle zone
buccale e vestibolare dei diatorici.
Il filo utilizzato per la sua costruzione ha un diametro di 0,8 mm. ed il suo
scopo è quello di supportare l’acrilico, limitando così le eventuali rotture
dello stesso. Il suo impiego è indicato in fase di permuta poiché è possibile,
con una semplice ribasatura, ristabilizzare il presidio terapeutico.
BIBLIOGRAFIA: Manuale di Tecnica Ortodontica, Ed. Martina, Bologna,
Anno 1994.
ALESS Apparecchio per trazione extra - orale completo di rialzo anteriore,
schermi vestibolari e piano inclinato.
BIBLIOGRAFIA: N. Pantaleoni, Ortodontotecnica, Bologna, Ed. Grasso,
1985.
ALGINATO Materiale per impronta più utilizzato in ambito ortodontico.
A. L. S. (Attivatore Leggero Semi – Rigido) Dispositivo ad azione
miofunzionale, tipo Bionator, caratterizzato sia dalla presenza di resina
morbida sulle superfici occlusali sia dalla separazione mediana del corpo in
resina. L’attivatore semirigido è composto da:
- molla di Coffin;
- arco vestibolare;
- arco di supporto inferiore;
- ed infine molle linguali realizzate sulle superfici interne degli incisivi
inferiori.
BIBLIOGRAFIA: A. Melacini – L. Malinverni, Costruzione dell’attivatore
leggero semirigido ad espansione bi - mascellare A. L. S., Rivista Italiana
degli Odontotecnici, Dental Press, Anno 1996, N.5
ALTIMETRO Strumento utilizzato per ricercare sul dente la corretta
posizione degli attacchi.
PROCESSO Alveolare Esso Permette il sostegno dei denti e delle arcate
dentarie all’osso basale.
AMANTOBLASTI Sono le cellule che formano lo smalto.
AMILASI Vedere MASTICAZIONE
(Gancio di) AMORIC La peculiarità di tale gancio è “l’invisibilità”. Esso
è costruito, infatti, sulla parete buccale del dente, appena al di sotto del
7
picco della giuntura gengivale, ed è uno dei pochi sistemi ritentivi che
sfrutta tale sottosquadro.
BIBLIOGRAFIA: Manuale di Tecnica Ortodontica, Ed. Martina, Bologna,
Anno 1994.
(Disgiuntore di) AMORIC Espansore rapido solidarizzato e cementato
tramite rialzi laterali in acrilico.
BIBLIOGRAFIA: Manuale di Tecnica Ortodontica, Ed.Martina, Bologna,
Anno 1994.
ANALISI dei Sottosquadri L’analisi dei denti per la ricerca dei
sottosquadri, indispensabili per la realizzazione dei ganci, è un operazione
necessaria e al contempo interessante. Tutti i denti, malgrado siano tra loro
anatomicamente molto diversi, sono caratterizzati dalle stesse superfici
ritentive:
- quelle presenti sulle facce vestibolare e distale;
- quelle localizzate sulle pareti mesiale e distale.
Le prime due si trovano proprio al di sopra del picco della giuntura
gengivale del dente e per questo sono utilizzabili solo quando il dente è ben
erotto (fattore negativo per la costruzione del gancio). Le ultime, invece,
sono localizzate in prossimità dei punti di contatto e si presentano più
estese delle precedenti, risultando così utilizzabili anche quando il dente
non è ancora completamente erotto (fattore positivo per la costruzione del
gancio).
ANALISI di Studio Rappresenta l’insieme delle indagini necessarie per
impostare correttamente il trattamento terapeutico.
ANALISI Occlusale E’ l’insieme degli esami funzionali riguardanti
l’occlusione.
ANARTRIA Difficoltà nell’articolare le parole dandone un senso
compiuto.
(Arco vestibolare) ANATOMICO Questo arco, per la sua particolare
conformazione, è applicato alle placche di contenzione. Esso permette,
infatti, un buon controllo vestibolare dei denti e allorquando ce ne fosse
bisogno, grazie all’ansa rovesciata, anche la linguo - inclinazione dei
canini.
Per la sua costruzione si consiglia un filo di diametro di 0,6 - 0,7 mm. da
modellarsi anatomicamente a metà altezza delle corone degli elementi
interessati.
8
ANCHILOSI Coesione patologica tra elemento dentario ed alveolo
provocante la mancata eruzione del dente.
ANCORAGGIO Resistenza a un movimento dentale indesiderato.
BIBLIOGRAFIA: W.R. Proffit, Ortodonzia Moderna, Ed. Masson, Milano,
Anno 1995.
ANCORAGGIO Extra - Coronale Sinonimo di gancio di ritenzione.
(Attivatore di) ANDRESEN Antesignano dei dispositivi ortopedici
funzionali.
L’attivatore di Andresen è un monoblocco di resina acrilica con arco
vestibolare interessante entrambe le arcate che, realizzato secondo il morso
di costruzione rilevato dallo specialista con la mandibola in protrusione,
obbliga quest’ultima in una posizione avanzata, con conseguente
correzione della II Classe scheletrica.
BIBLIOGRAFIA: 1) V. Andresen - K. Haupl, Ortopedia funzionale dei
mascellari, Milano; Società Ed. Libraria, 1950.
2) M. Biondi, L’Andresen: punti chiave della filosofia e della tecnica,
Schede di aggiornamento S.I.D.O., 1994 –1995.
(Classificazione di) ANDREWS Il Dr. Andrews, americano, ha il merito di
aver approfondito dettagliatamente la normo - occlusione secondo il Dr.
Angle.
La sua classificazione comprende sei chiavi di occlusione:
- a) 1° Chiave, “Rapporto intermolare”: alla classificazione di Angle,
Andrews specifica che per ottenere la massima intercuspidazione ideale
è necessario che la cuspide mesio - vestibolare del secondo molare
inferiore sia in contatto con la cuspide disto - vestibolare del primo
molare superiore;
- b) 2° Chiave, “Angolazione delle corone”: l’Autore indica quale
angolazione in senso mesio - distale, devono avere le singole corone
rispetto al mascellare superiore;
- c) 3° Chiave, “Torsione delle corone”: Andrews precisa il grado di
torsione in senso vestibolo - orale che le singole corone devono avere;
- d) 4° Chiave, “Rotazione delle corone”: si sottolinea che i denti in
normo - occlusione non devono presentare rotazioni, eccezion fatta per i
molari;
- e) 5° Chiave, “Punti di contatto”: l’occlusione ideale deve essere
caratterizzata da punti di contatto molto serrati, al fine di evitare
rotazioni indesiderate;
9
- f) 6° Chiave, “Curve di Wilson e Spee”: entrambe devono essere poco
accentuate.
BIBLIOGRAFIA: L.F. Andrews, Le sei chiavi dell’occlusione normale,
Ortognatodonzia Italiana (Rivista SIDO), Volume 5, Anno 1996, N. 4.
ANELASTICO Termine riferito a materiale non elastico.
ANGELL (Autore storico) Uno dei primi clinici ad utilizzare un
diastasatore della sutura palatina.
ANODONZIA Patologia congenita caratterizzata dall’assenza di tutti gli
elementi dentari.
ANSA Per ansa s’intende qualsiasi piega curvilinea che viene realizzata sul
filo per conferirne più elasticità.
ANTIFLUX Materiale che, grazie alle sue caratteristiche anti fondenti,
evita l’adesione del saldame nelle zone non interessate dalla brasatura.
(Dispositivo) ANTI - Pollice Apparecchio fisso superiore ideato per
contrastare l’abitudine viziata del succhiamento.
BIBLIOGRAFIA: F. Tricoli, Il dispositivo anti - pollice, Bollettino di
Informazioni Ortodontiche Leone, N. 54.
(Dispositivi) ANTI - Succhiamento Tutti questi apparecchi, seppur diversi
strutturalmente, sono identici nella funzione: impediscono meccanicamente
la suzione del dito o di elementi esterni.
Necessariamente fissi, l’azione di tali apparecchi ha il suo epicentro
soprattutto nella zona anteriore del palato, sì da eliminare il contatto del
dito con la mucosa palatale. In tal modo essi dovrebbero far scemare di
gran lunga il piacere tattile tanto ricercato e quindi agire sulla psiche del
paziente.
BIBLIOGRAFIA: A. Ferrante, Terapia miofunzionale, San Benedetto del
Tronto (Ap), Ed. Futura, Anno 1998.
(Modello da museo) ANTROPROMETRICO Sono modelli da studio nei
quali la linea mediana corrisponde realmente a quella della faccia e del
capo del paziente.
BIBLIOGRAFIA: N. Pantaloni - A. Pantaloni - S. Pantaleoni, Modello da
museo antroprometrico, Mondo Ortodontico, Ed. Masson, Anno 1996,
N.1.
10
(Molla) APERTA Si tratta di un accessorio elastico che, utilizzato per
l’apertura di spazi, favorisce l’estrusione dei denti non erotti.
APNEA Notturna Disturbo frequente nei russatori caratterizzato da
frequenti arresti della respirazione.
BIBLIOGRAFIA: A. Levrini, Dispositivi intraorali nella terapia del
russamento cronico e dell’apnea notturna ostruttiva, Ortodonzia Tecnica,
(Rivista Or Tec), Anno 1998, N. 1.
APPARECCHIATURA Sinonimo di apparecchio ortodontico.
APPENDICI Vestibolari Accessori che, inseriti o saldati
all’apparecchiatura fissa, consentono l’applicazione di trazioni intra o
extra-orali.
APPOGGI Occlusali Indicati per dispositivi applicati all’arcata
mandibolare allo scopo di evitare l’affossamento, gli appoggi occlusali si
rivelano degli ottimi supporti anche per le placche superiori. Per la loro
costruzione si usa un filo con diametro di 0,9 - 1 mm. modellato in modo
che non interferiscano con l’antagonista. La parte terminale dell’appoggio,
che sarà inserita nell’acrilico, deve discostare dalla gengiva per non
ostacolare l’inserimento dell’apparecchio.
(Protesi ad) APPOGGIO Dentale Tipo di protesi nel quale il carico
masticatorio è supportato dai denti e, quindi, dal parodonto.
(Protesi ad) APPOGGIO Gengivale Tipo di protesi ove il carico
masticatorio è sopportato dalla gengiva, dal palato o dalla superficie
linguale.
(Protesi ad) APPOGGIO Misto Tipo di protesi in cui il carico
masticatorio è trasmesso sia ai denti che alla gengiva.
APRIBOCCA a Pinza Apparecchio “mobilizzatore” ad azione passiva.
BIBLIOGRAFIA: M. Melegari - M. Balanini, Le protesi maxillo - facciali:
gli apparecchi mobilizzatori. 1° Parte, Ortodonzia Tecnica (Rivista Or
Tec), Anno 1995, N. 2.
ARGENTATURA Tecnica utilizzata per realizzare modelli di colore
metallico, grazie alla quale è possibile evidenziare anche i più piccoli
dettagli anatomici.
11
(Dispositivi di) ARNDT Apparecchi fissi superiori realizzati con fili a
memoria nichel – titanio.
ARRAMPICALINGUA Masticante Elastico Apparecchio inferiore con
rialzi laterali masticanti realizzati con materiale elastico.
BIBLIOGRAFIA: A. Levrini, Controllo della dimensione verticale con
l’arrampicalingua masticante elastico nella terapia delle III Classi
scheletriche, Ortognatodonzia Italiana (Rivista SIDO), Anno 1997, N. 5.
A. R. S. (Air Rotor Stripping) Tecnica di esecuzione dello stripping
mediante opportune frese.
BIBLIOGRAFIA: J. Sheridan, Lebasi fisiologiche dell’Air Rotor Stripping,
Ortognatodonzia Italiana ( Rivista S.I.D.O. ), Anno 1996, N.5.
(Molla di) ART Accessorio elastico dell’apparecchiatura multi - brackets
utile per effettuare il torque.
BIBLIOGRAFIA: M. Langlade, Terapia Ortodontica, Scienza e tecnica
dentistica, Ed. Internazionali, Milano.
(Sistema ortodontico) ARTEX Sistema indicato per la costruzione del
posizionatore. Esso si avvale di un particolare fissatore per i modelli che
rende possibile una lavorazione precisa e veloce.
BIBLIOGRAFIA: M. Zeiser, Il sistema ortodontico Artex, La Quintessenza
odontotecnica; Ed. Resch, Anno 1991, N.7
ARTICOLATORE Individuale Riproduttore meccanico dell’occlusione,
usato per il montaggio dei modelli a fini diagnostici o esecutivi. Esso
consente movimenti in tutte le direzioni, molto simili a quelli reali.
ARTICOLATORE Semi - Individuale Riproduttore meccanico
dell’occlusione usato per il montaggio dei modelli a fini diagnostici o
esecutivi. Esso permette movimenti approssimativi di lateralità e di
protrusione.
ASCENSORE Linguale Vedere (Arrampicalingua di ) SALAGNAC.
ASCIALIA Patologia che si manifesta con la diminuzione della secrezione
salivare.
ASI/P Arco saldato inferiore di protrusiva.
BIBLIOGRAFIA: Manuale di Tecnica Ortodontica, Ed. Martina, Bologna,
Anno 1994.
12
ASS/P Arco saldato superiore di protrusiva.
BIBLIOGRAFIA: Manuale di Tecnica Ortodontica, Ed. Martina, Bologna,
Anno 1994.
ASSE Cerniera Nei movimenti di apertura e chiusura della mandibola,
l’asse cerniera rappresenta l’asse trasversale che passa per i condili quando
questi ultimi si trovano nella posizione più retrusa.
ATM Acronimo di Articolazione Temporo Mandibolare.
BIBLIOGRAFIA: F. Marci - F. Antonucci - A. Monaco, Il Dentista
Moderno, UTET Periodici, N.5, Anno 1996.
ATTACCO 3D di Wilson Vedere (Attacco 3D di) WILSON
ATTACCO Ortodontico Essi sono fissati sulle superfici vestibolari o
linguali dei denti e la loro funzione è quella di trasmettere a questi ultimi le
informazioni dei fili ortodontici modellati dal professionista.
BIBLIOGRAFIA: Bollettino di Informazioni Ortodontiche Leone, N.51
ATTIVATORE Dispositivo utilizzato in ortodonzia funzionale. Di natura
passiva, l’azione degli attivatori si esplica attraverso la muscolatura del
paziente.
BIBLIOGRAFIA: M. Biondi, Terapia ortopedica funzionale dell’apparato
stomatognatico, Milano, Ed. Masson.
(Placca di) AUDINO Si tratta di una placca di riposizionamento.
BIBLIOGRAFIA: A. Licandro, Dispositivi per mioartropatie, Rivista
Italiana degli Odontotecnici, Anno 1994, N. 4.
AURA Apparecchio rimovibile prefabbricato completo di piano inclinato
anteriore e schermo vestibolare.
L’Aura si presenta estremamente versatile in quanto, inserendosi nei tubi
vestibolari delle bande, può essere gestito tranquillamente dal paziente
stesso.
BIBLIOGRAFIA: N. Pantaleoni, Ortodontotecnica, Bologna, Ed. Grasso,
1985.
(Arco di) AVANZAMENTO Arco utilizzato in abbinamento ai brackets
per l’allineamento del gruppo frontale.
13
AVANZATORE Mandibolare Ideato dal dr. Korn, rappresenta la sintesi
di una ricerca clinica durata diversi anni. I suoi vantaggi sono riassumibili
nella semplicità di applicazione (strutturalmente è simile ad un lip - bumper
che, applicato al mascellare superiore, agisce sulla struttura muscolo scheletrica della mandibola), nella estrema versatilità e nel minimo
ingombro, favorendo così la fattiva collaborazione del paziente.
(Molla con ) AVVOLGIMENTO Questo sistema elastico è parte
integrante di un arco saldato separato e unito, appunto, dalle spire della
molla. Secondo l’autore tale dispositivo fisso è utile per l’espansione, in
senso trasversale, dell’arcata inferiore.
B.P. Acronimo di Barra Palatale.
BABY Plac Vedere OTTURATORE.
BAFFO Vedere ( Trazione) EXTRA - ORALE.
(Elevatore linguale di) BALERCIA Dalla definizione di occlusione neuromio - posturale di Balercia (occlusione legata alla armonia del movimento
in statica e dinamica, in accordo con l’equilibrio neuro – mio - fasciale
globale) e dall’aiuto dei membri ricercatori I. A. P. N. O. R., nasce
l’elevatore linguale Balercia. Tale ausilio strumentale alla terapia
miofunzionale orofacciale è stato concepito per guidare sempre la punta
della lingua sulla papilla interincisiva. La sua realizzazione parte dalla
presa delle impronte in dinamica nel rispetto dello spazio libero fisiologico.
BIBLIOGRAFIA: L. Balercia, Occlusione Neuro – Mio – Posturale, Ed.
Futura, San Benedetto del Tronto (AP), Anno 1995.
BAKER Ideatore, insieme con il Dr. Case, delle trazioni elastiche inter mascellari.
(Molla a) BALESTRA Impiegata per la protusione degli elementi
anteriori, la molla a balestra è realizzata con un filo da 0,6 - 0,7 mm. e la
sua forma ricorda, appunto, una balestra.
(Vedere anche MOLLA)
BIBLIOGRAFIA: D. Gavoni, Elementi a molla, Bollettino di Informazioni
Ortodontiche Leone, N. 52.
(Molla a) BALESTRA Doppia Vedere ( Molla a ) BALESTRA
14
(Diagramma di) BALLARD E Wylie Tale diagramma, frutto di uno studio
condotto a 360°, consente di prevedere (in base alla somma dei diametri
mesio - distali degli incisivi inferiori permanenti) la grandezza in senso
antero - posteriore dei canini e dei premolari non ancora erotti. Esso quindi
facilita e, in un certo qual modo semplifica, la terapia ortodontica in fase
intercettiva.
BIBLIOGRAFIA: F. Marci - A. Monaco - C. Chimienti, Prevenzione delle
disarmonie occlusali, Il Dentista Moderno, UTET Periodici, Anno 1996,
N. 5.
BANDA Ortodontica Essa funge da unione tra gli elementi dentari e
l’apparecchiatura ortodontica fissa, sia essa realizzata dallo specialista che
confezionata dal tecnico. Se nel primo caso l’arco sarà solidarizzato
attraverso opportune legature, nel secondo l’unione avverrà attraverso la
brasatura o i lingual - cleat.
Le caratteristiche che contraddistinguono delle buone bande sono:
- una buona adattabilità, per limitare al massimo la quantità di cemento;
- la presenza di una parete interna retinata, per aumentare la coesione con
il cemento;
- una struttura compatta, inossidabile e completamente biocompatibile;
- ed infine la presenza di cannule, utili per l’applicazione degli accessori
intra ed extra - orali.
(Molla a) BANDIERA Utilizzata per vestibolo - inclinare gli ultimi molari,
essa si estende oltre l’apparecchio rimovibile sulla superficie linguale del
dente da correggere.
BIBLIOGRAFIA: F. Brandies - N. F. Stahl, Tecnica Ortognatodontica,
Milano, Ed. Masson, Anno 1993.
BARILOTTI di Rotazione Accessori dell’apparecchiatura fissa ideali per
la rotazione di singoli denti
BARRA di Connessione Porzione della protesi atta ad unire i segmenti
protesici posti sui due lati della stessa arcata.
(Placca con) BARRA Labiale Circolare Il dispositivo in oggetto si
caratterizza per l’assoluta assenza di ganci ritentivi. L’apparecchio si
compone infatti di un solo elemento in filo ( l’arco vestibolare circolare )
avente un diametro di 0,7 - 0,8 mm. e corredato dalle anse ad “U”,
indispensabili per l’attivazione. L’arco vestibolare circolare viene
posizionato a metà altezza delle corone, collegando i passanti distali agli
ultimi molari. In alcuni casi inoltre, per assicurare una maggiore ritenzione
15
dell’apparecchio e per evitare che quest’ultimo possa interferire
occlusalmente con l’antagonista, è possibile realizzare due o più ganci di
Amoric.
BIBLIOGRAFIA: A. Levrini - C. Lanteri, Recidiva e contenzione 2° Parte,
Mondo Ortodontico, Ed. Masson, Anno 1988, N. 5.
BARRA Palatale Arco verticale applicato ai molari sia per controllare il
diametro trasversale dell’arcata dentaria superiore che per garantire un
buon ancoraggio.
BIBLIOGRAFIA: 1) N.M. Cetlin, Terapia non estrattiva, Ed. Orteam, Anno
1994.
2) G. Fiorelli - B. Melsen - R. Giorgetti, Fondamenti di biomeccanica
nell’uso della barra transpalatale e dell’arco linguale, Mondo
Ortodontico, Ed. Masson, Anno 1990, N. 6.
(Verticale di) BARRE’ Si tratta di un sistema ideato dal neurologo
francese Alexandre Barrè per controllare l’asse verticale del corpo umano.
(Placca Ortodontica ) BASE La struttura “base” è simile per tutti i
dispositivi ortodontici rimovibili essendo costituita da due o più ganci di
ritenzione e da un arco labiale.
Nella maggior parte dei casi, la resina si estende distalmente agli ultimi
molari coprendo il palato duro fino a contornare i colletti dei denti. Le
differenze si riscontrano principalmente nell’alloggiamento variabile delle
viti e in secondo luogo nell’aggiunta, in base alla malocclusione, di
accessori coadiuvanti l’azione della placca (rialzo anteriore, rialzi laterali,
piano guida, piano di scivolo, etc.).
Costruzione
Dopo aver modellato i fili e se richiesto fissata la vite, si può effettuare la
zeppatura della resina. Ancor prima di isolarlo, è necessario immergere il
modello in acqua per almeno 15 - 2 0 minuti, al fine di evitare che il gesso,
assorbendo una parte del monomero, provochi porosità nell’acrilico.
Formatura
Completate le operazioni precedenti, si procede alla formatura della resina;
le relative metodiche sono diverse e vanno da quella per dispersione a
quella per impasto. Questa fase si conclude eseguendo la polimerizzazione
nel pieno rispetto delle indicazioni fornite dalla casa costruttrice del metil metacrilato.
Nella maggior parte dei casi, essa si ottiene in acqua, ad una temperatura di
40 - 45° e ad una pressione di 2 - 2,5 Atm. per circa 20 minuti.
Rifinitura
A polimerizzazione ultimata si passa alla rifinitura dello splint.
16
Facendo uso di una vaporizzatrice, si elimina la cera e delicatamente si
separa la placca del modello. Dopodiché, con una o più frese si rifinisce la
resina, seguendo sia le conoscenze specifiche che le indicazioni
dell’odontoiatra (eventuali rialzi in resina, piani inclinati, etc.) e si
eseguono i tagli indispensabili per l’attivazione della vite.
Lucidatura
Per levigare la superficie si può utilizzare uno spazzolino di pelo di capra
sempre ben intiso di pietra pomice e successivamente un moscione
imbevuto dell’apposito liquido lucidante. Prima di consegnare il dispositivo
all’odontoiatra, è indispensabile sterilizzarlo e compilare la modulistica
inerente la normativa europea 93/42.
(Arco di) BASE Componente fondamentale della tecnica di Ricketts.
BIBLIOGRAFIA: J. Duran Von Arx, Tecnica bioprogressiva: introduzione,
concetto e biomeccanica dell’arco di base, Mondo Ortodontico, Ed.
Masson, Anno 1993, N.2.
BASI Scheletriche Si riferisce alla mascella ed alla mandibola, esclusi i
processi dento - alveolari.
(Molla di controllo del torque anteriore di) BASS Nel sistema ortopedico
funzionale del Dr. Bass, la T. C. A. (Tourque Control Auxiliares)
sostituisce il tradizionale arco vestibolare superiore. Il suo scopo è quello
di:
- prevenire l’inclinazione linguale degli incisivi superiori provocata dalla
forza ortopedica distalizzante;
- stabilizzare ulteriormente la placca in senso anti - orario, andando ad
opporsi alla trazione extra - orale alta che è causa dello scalzamento
dello splint.
Realizzazione
Per la sua costruzione, è necessario innanzitutto scaricare con della cera la
zona palatale degli incisivi superiori lasciando libero 1 mm. del margine
incisale.
Successivamente, utilizzando un filo con diametro di 0,6 mm.:
- si segue la sagoma vestibolare degli incisivi centrali (al di sopra del
picco della giuntura gengivale);
- si costruiscono due occhielli all’altezza del triangolo interdentale;
- infine, facendo passare il filo al di sopra della rima incisale nella zona
palatale, si realizzano le ritenzioni.
(Sistema ortopedico funzionale di ) BASS Tra i dispositivi ortopedici
funzionali di ultima generazione, l’apparecchio di Bass è sicuramente uno
17
dei più interessanti. Esso è indicato nella correzione delle 2° Classi di I e II
Divisione in pazienti in fase di crescita che presentano soprattutto un
limitato sviluppo mandibolare.
La peculiarità di questo apparecchio è costituita dalla sua concezione
modulare. Questo è infatti un sistema che permette all’ortodontista una
applicazione mirata alle esigenze del paziente e a quest’ultimo un
approccio graduale alle sue molteplici funzioni.
Gli studi clinici hanno dimostrato che il sistema di Bass è in grado di
esplicare al meglio la sua azione ortopedica funzionale se applicato
all’inizio del picco puberale, per un periodo di 8 - 10 mesi. Il sistema
ortopedico funzionale di Bass è costituito da:
- uno splint superiore in resina;
- molla per il torque anteriore degli incisivi;
- doppi ganci di Adams, realizzati sui primi molari e sui secondi
premolari;
- vite trasversale;
- tubi per trazione extra - orale;
- leggero piano inclinato anteriore
- piani rialzati, anteriore e/o totale.
Come già detto, il sistema è composto da accessori rimovibili
indispensabili per svolgere la funzione ortopedica:
- i tamponi linguali;
- gli scudi vestibolari;
- il lip - bumper inferiore;
- l’arco per la trazione extra - orale.
BIBLIOGRAFIA: N.M. Bass, Attualità sull’apparecchio di Bass,
Ortognatodonzia Italiana (Rivista SIDO), Anno 1995, N. 6.
(Placca) BASSANI Nelle malocclusioni di 2° Classe II Divisione di Angle
uno dei sistemi terapeutici più efficaci è la placca ideata dal prof. Sergio
Bassani.
La placca Bassani è un dispositivo che, correttamente applicato, dà risultati
stupefacenti, determinando la retrusione dell’arcata dentaria superiore, lo
sblocco mandibolare, la risoluzione del morso profondo, la correzione della
reciproca inclinazione degli incisivi superiori ed inferiori.
Essa è composta da:
- ali in resina o ganci di Adams sui primi molari;
- vite tridirezionale;
- arco vestibolare superiore semplice;
- piano inclinato inferiore anteriore di scivolo, fulcro dell’apparecchio.
BIBLIOGRAFIA: C. Frontali, M. F. D. Moduli funzionali disinseribili;
Bollettino d’Informazioni Ortodontiche Leone, N. 49.
18
BEANZA E’ lo spazio che si crea, e poi persiste, sul piano verticale tra uno
o più quadranti delle due arcate dentali in occlusione.
BEAT Si tratta di un particolare accessorio sferico che, puntato
all’apparecchiatura principale, consente l’applicazione di trazioni elastiche
inter - mascellari.
(Pinza a) BECCHI di Uccello Pinza usata per la lavorazione di fili tondi
con diametro variabile.
(Pinza a tre) BECCHI Si tratta di una pinza molto usata in ortodonzia per
la modellazione di archi e ganci di ritenzione.
(Tecnica di) BEGG Ideata da R. Begg, tale tecnica si contraddistingue per
l’uso originale di attacchi a caricamento verticale (Ribbon Arch) che
permettono, tra l’altro, l’utilizzo di fili a sezione tonda.
BIBLIOGRAFIA: G.B.Garino, Tecnica di Begg: principi generali della
filosofia e della tecnica; Schede di aggiornamento S.I.D.O., 1994-1995.
(Movimento di) BENNET Traiettoria obliqua compiuta dal condilo verso
l’interno della capsula.
(Apparecchio di) BENOIST Apparecchio “mobilizzatore” ad azione attiva.
BIBLIOGRAFIA: T. Gallo, Il Darcissac e il suo impiego, Rivista Italina
degli Odontotecnici (Dental Press), Anno 1995, N. 5.
BERENICE Sistema atto a formulare la diagnosi ortodontica.
BIBLIOGRAFIA: R. Deli, Berenice, un sistema esperto per la diagnosi
ortodontica, Ortognatodonzia Italiana (Rivista SIDO), Volume 6, N.5,
Anno 1997.
(Apparecchio per il controllo dell’eruzione di) BERGESEN Vedere
OCCLUS - o - GUIDE.
(Attivatore di) BERLINO Si tratta di un dispositivo ad azione ortopedico
funzionale ideato dal professor Miethke. Il Berliner Reaktivator è composto
da ganci di Adams sui primi molari, arco vestibolare semplice, rialzi
occlusali, uncini anteriori per l’applicazione della trazione extra - orale e
dal propulsore mandibolare, fulcro del sistema.
BIBLIOGRAFIA: Manuale di Tecnica Ortodontica, Ed. Martina, Bologna,
Anno 1994.
19
(Sindrome da) BIBERON Patologia riguardante i denti da latte che,
numerosi, si presentano molto cariati.
(Tecnica) BIDIMENSIONALE Tecnica multi - brackets ideata dal dottor
Giannelly.
BIBLIOGRAFIA: A. Giannelly, Tecnica Bidimensionale. Teoria e Pratica,
Ed. Orteam.
(Disgiuntore rapido di ) BIEDERMAN Si tratta probabilmente del
diastasatore più utilizzato. Esso è composto essenzialmente da una vite che,
opportunamente modellata, viene saldata alle bande molari e premolari.
BI - Elix Dispositivo fisso applicato generalmente all’arcata inferiore. Esso
è utilizzato per l’espansione trasversale ed è costituito da un arco fornito di
due occhielli posti distalmente alle bande da cui si sviluppano i bracci
elastici.
BIBLIOGRAFIA: M. Langlade, Terapia Ortodontica, Scienza e Tecnica
Dentistica, Ed. Internazionali, Milano.
(Occlusione) BILANCIATA Ideata da Bounwill nel 1850 per risolvere il
dislocamento delle protesi mobili totali, tale teoria si basa sul principio che
in protrusiva e lateralità queste ultime presentano almeno tre punti di
contatto.
(Vite a) BILANCIERE Particolare vite che permette la correzione di
molari linguo - versi.
BIBLIOGRAFIA: E. Witt - M.E. Gehrke, Progettazione e costruzione degli
apparecchi ortodontici, Ed. Piccin, Padova, Anno 1988.
BIM.ZAT Dispositivo ad azione funzionale che si contraddistingue per la
completa assenza dell’acrilico. Il Bim.zat, infatti, è costituito solo da
elementi in filo opportunamente modellati e brasati.
BIBLIOGRAFIA: 1) B. Genone, Gli attivatori scheletrati Bim.zat nel
trattamento delle malocclusioni di Classe I, II, III di Angle in dentatura
mista, Dental Cadmos, Anno 1985, N.20.
2) B. Genone - M.Petracca, La realizzazione dell’attivatore scheletrato
Bimzat 2, Bollettino di Informazioni Ortodontiche Leone, N. 52.
BIMAFLEX Dispositivo bimascellare ad azione funzionale nato da una
modifica del Kinetor di Stockfish.
20
BIBLIOGRAFIA: L. Pierantonelli - G. Cardinaletti - O. Olivi - E.
Sassarelli, Evoluzione in terapia con apparecchi funzionali: l’apparecchio
bimascellare elastico (Bimaflex) di Pierantonelli, Bollettino di
Informazioni Ortodontiche Leone N. 57.
BIMASCELLARE Tutto ciò che interessa sia la mascella che la
mandibola.
(Arco) BIOMETRICO Dispositivo fisso ideato dal dottor Wilson per la
distalizzazione dei molari superiori.
BIBLIOGRAFIA: P. Rametta, L’arco bimetrico di Wilson: Biomeccanica e
indicazioni. Mondo Ortodontico, Ed. Masson, Anno 1998, N. 2.
2) A. Benecchi-A.Veneziani, L’apparecchiatura modulare di Wilson per la
distalizzazione 6/6: punti chiave della filosofia e della tecnica, Ortodonzia
Tecnica (Rivista =rTec), N. 2, Anno 2000.
(Attivatore di) BIMLER Dispositivo funzionale che deve la sua estrema
elasticità alla presenza di un corpo in resina ridotto, a sua volta
caratterizzato dalla massiccia presenza di accessori in filo capaci di favorire
l’attività muscolare del paziente.
BIBLIOGRAFIA: 1) A. B. Bimler, L’apparecchiatura di Bimler, Mondo
Ortodontico, Ed. Masson, Anno 1993, N. 2.
2) O. Olivi, Evoluzione e caratteristiche tecniche del correttore elastico di
Bimler, Ortodonzia Tecnica (Rivista Or.Tec), Anno 1995, N. 3-4.
BIOCOMPATIBILTA’ Grado di tolleranza dell’organismo nei riguardi di
sostanze o materiali introdotti nell’organismo stesso.
BIO - Finisher Dispositivo ad azione funzionale, nato da una modifica del
Bionator. Il Bio - Finischer si caratterizza per la presenza delle sferette
vestibolari con funzione di stimolo per la muscolatura vestibolare.
BIBLIOGRAFIA: Manuale di Tecnica Ortodontica, Ed. Martina, Bologna,
Anno 1994.
BIOMECCANICA La biomeccanica studia quelle forze che obbediscono
a leggi fisiche ed agiscono sull’organismo dando luogo a processi
fisiologici, come ad esempio il movimento.
BIOMECCANICA Ortodontica Insieme delle risultanze e degli effetti
delle forze scaturite dai presidi terapeutici ortodontici.
21
BIONATOR Il Bionator, ideato da Balters, è forse l’apparecchio
funzionale che riscuote più apprezzamenti poiché, rispetto ad altri, è di
minimo ingombro per il paziente, di facile gestione per il professionista e di
grande efficacia per il riordino della dinamica linguale. Tre sono le
configurazioni principali ideate dal Dr. Balters:
- Bionator 1 o tipo, mirato alla correzione delle 2° Classi scheletriche;
- Bionator 2 o schermato, indicato nei casi di deglutizione scorretta;
- Bionator 3 o inverso, applicato in presenza di 3° Classi scheletriche.
Fondamentalmente l’apparecchio è composto da:
- un arco palatale o ansa linguale;
- un arco vestibolare o ansa buccinatoria;
- un corpo in resina a ferro di cavallo, comprendente i tavolati occlusali e
la superficie linguale.
BIBLIOGRAFIA: 1) W. Balters, Il Bionator ed i suoi elementi, Milano,
Ed.Pro-stomatologica, Anno 1967.
2) B. Scheffler, Considerazioni sulla configurazione funzionale del
Bionator secondo Balters; La Quintessenza Odontotecnica; Ed. Resch,
Anno 1991, N. 2.
BIONATOR U. S. A. Si tratta di un Bionator modificato dalla scuola
americana. Le principali differenze sono rappresentate dall’aggiunta di viti
di espansione.
BIBLIOGRAFIA: Manuale di Tecnica Ortodontica, Ed. Martina, Bologna,
Anno 1994.
(Mini) BIONATOR Vedere (Mini) JIG.
BIOPRODUTTORE Strumento ideato dal Dr. Muzj per comparare le tre
sezioni del viso.
(Tecnica) BIOPROGRESSIVA Sviluppo della tecnica Straight - wire. La
sua particolarità risiede nell’uso di attacchi già programmati secondo valori
ideali (torsione e angolazione).
BIOTEMPLATE Splint ideato dal dottor Ricketts applicato in pazienti
affetti da artriti dolorose e disordini all’ATM.
BIPROTRUSIONE Termine generico utilizzato per descrivere
l’inclinazione in senso vestibolare degli incisivi superiori ed inferiori.
BIRETRUSIONE Termine generico utilizzato per descrivere
l’inclinazione in senso linguale degli incisivi superiori ed inferiori.
22
BITE Dispositivo ortodontico rimovibile provvisto di rialzi in resina atti
sia a modificare l’occlusione che a rilassare la muscolatura oro - facciale.
BIBLIOGRAFIA: G. B. Garino - U. Capurso, Nuovi metodi per la
costruzione dei bite nei pazienti disfunzionali, Mondo Ortodontico, Ed.
Masson, Anno 1990, N. 5.
(Placca di espansione con) BITE Metallico E’ un apparecchio rimovibile
ad espansione trasversale molto singolare. Esso infatti è provvisto di un
bite metallico anteriore, normalmente impiegato nella costruzione delle
placche Cervera.
Tale modifica rende il dispositivo, rispetto a quelli tradizionali, più
gestibile grazie all’assenza dell’acrilico nella regione interessata.
BIBLIOGRAFIA: E. Sola, Placca ortodontica di espansione con bite e vite
settoriale, Bollettino di Informazioni Ortodontiche Leone, N.53.
BITE Plane Dispositivo superiore rimovibile con rialzo anteriore applicato
per il rilassamento muscolare. Il Bite - Plane è stato uno dei primi
apparecchi utilizzati per tale scopo.
BITE Termostampato Dispositivo rimovibile con rialzi totali realizzato
con l’ausilio della termostampatrice.
BIBLIOGRAFIA: A. Pelosi, Ruolo delle patologie della bocca nel mal di
schiena e nelle cefalee, Dental Network Magazine (Rivista Consorzio
Onda), Anno 2000, N. 2.
B. J. A. Apparecchio a doppia placca di avanzamento di Schwarz.
BITTE Accessori dell’apparecchiatura extra - orale utilizzati come
ancoraggio per l’applicazione di trazioni elastiche inter - mascellari.
BLUE Grass IL Blue Grass, oltre a fungere da costrittore per la suzione
del dito, è utilizzato anche come stimolatore linguale.
Esso è composto da un arco brasato alle bande fornito di un rullo anteriore
che, essendo libero di ruotare, ha la stessa funzione della perla di Tucat.
BIBLIOGRAFIA: D.Caprifoglio - M.Gandolfini - M.Fede - A.Levrini L.Levrini, Stimolatori orali: una rassegna critica, Mondo Ortodontico, Ed.
Masson, Anno1994, N. 2.
(Molle a) BOCCAPORTO Si tratta di particolari molle applicabili ad
apparecchi rimovibili utili per intrudere i molari e i premolari.
23
BIBLIOGRAFIA: F.V.Tenti, Guida alla scelta ragionata degli apparecchi
ortodontici fissi e rimovibili, Ed. Microlito, Recco (Ge).
(Indice di) BOLTON Esso esamina la grandezza dei denti rapportando i
diametri mesio - distali degli elementi inferiori con quelli dell’arcata
superiore.
Nella norma tale rapporto è del 91% per le intere arcate e del 77% per i
denti anteriori (da parete distale di un canino all’altro).
BIBLIOGRAFIA: P. Falconi, Impostazione diagnostica, obiettivi e piano di
trattamento in ortodontia, Ed. Masson, Milano, Anno 1996.
BONDAGGIO Indiretto Tecnica che prevede il posizionamento degli
attacchi sul modello ed il loro trasferimento nella bocca del paziente.
BIBLIOGRAFIA: D. Pavesi, Il bondaggio indiretto, Sillabo Dentaurum
Italia, Bologna, Anno 1997.
(Attivatore di) BONDI Si tratta di un monoblocco bi - mascellare ad
azione ortopedico funzionale, completo di accessori in filo coadiuvanti
l’azione del dispositivo. Per la sua costruzione, strettamente vincolata alle
indicazioni dello specialista, è consigliabile utilizzare una resina acrilica
polimerizzabile a caldo.
BIBLIOGRAFIA: M. Bondi, Nuovi orientamenti sull’azione posturale,
scheletrica e dentale dell’attivatore individuale, Mondo Ortodontico, Ed.
Masson, Anno 1991, N. 5.
BONDING Tecnica di “incollaggio” degli attacchi ortodontici sui denti.
BIBLIOGRAFIA: V. Cacciafesta - U. Sussenberg - P. Brinkmann R.Miethke, L’uso di cementi vetro - ionomerici fotopolimerizzabili per il
bonding diretto di attacchi ortodontici in acciaio e ceramica: un’analisi
delle forze di distacco al taglio, Ortognatodonzia Italiana (Rivista SIDO),
Anno 1996, N. 6.
(Busta Linguale di) BONNET E’ un dispositivo rimovibile applicato per la
rieducazione della postura linguale diverso dai tradizionali elevatori
linguali.
L’Enveloppe Lingual Nocturne di Bonnet infatti è applicato all’arcata
superiore ed è costituito da:
- ganci di ritenzione;
- arco vestibolare superiore, brasato ai ganci;
- dal corpo in resina interessante la zona posteriore del palato e la
superficie linguale dalla mandibola. La resina non è presente nella zona
24
anteriore del palato proprio per permettere alla lingua di adagiarsi
correttamente sullo spot.
BIBLIOGRAFIA: M. Pardini, I dispositivi di riposturazione linguale,
Ortodonzia Tecnica (Rivista Or. Tec.), Anno 1995, N. 2.
2) P. Ponti-C. Buraglio, L’ELN del dottor Bonnet: caratteristiche e
modalità di costruzione, Ortodonzia Tecnica (Rivista OrTec), N. 3, Anno
2000.
BORACE Vedere FONDENTI
BORDAGGIO E’ una tecnica utilizzata per il confezionamento dei
modelli nei casi in cui risulti necessario evidenziare con la massima
accuratezza quei dettagli anatomici (frenuli, fossa retromiloioidea, trigono
retromolare, solco pterigo - palatino, linea del suggello posteriore, etc.)
indispensabili per la realizzazione di una buona base riabilitativa.
Tecnicamente, tale procedimento viene eseguito rispettando le seguenti
fasi:
- bordaggio dei margini periferici dell’impronta con della cera specifica
avente uno spessore di circa 10 mm., estendendosi 4 - 5 mm. oltre il
bordo libero;
- inscatolamento dell’impronta con un ulteriore foglio di cera alto più o
meno 4 cm. fissato alla cera di bordaggio;
- colatura del gesso, correttamente miscelato, nell’impronta così
confezionata.
Il risultato finale sarà un ottimo modello che rispecchierà fedelmente
l’anatomia dell’arcata ed il rilievo dei bordi.
BOTTONE Accessorio terapeutico utilizzato in terapia miofunzionale.
BIBLIOGRAFIA: A. Levrini - L. Levrini - A. Caprifoglio, Rieducazione
respiratoria. Esercizi miofunzionale, Dental Cadmos, Anno 1994, N. 17.
BOUNWILL (Autore storico) Ideatore della teoria dell’occlusione
bilanciata (1850).
BOXING Vedere BORDAGGIO
BRACCETTI Linguali Accessori dell’apparecchiatura di Crozat.
BRACCETTI Porta - Elastici Accessori dell’apparecchiatura rimovibile
utili per l’applicazione di elastici intra o extra - orali.
25
BRACCI di Forza Ausiliari che applicati ai brackets permettono
l’applicazione degli elastici.
(Gancio a) BRACCIO Singolo Vedere (Gancio a) FILO.
BRACHICEFALO Soggetto con un cranio molto largo.
BRACHIFACCIALE Soggetto con un viso molto largo e squadrato.
BRACKET Vedere ATTACCO ortodontico.
BRASATURA Tecnica di laboratorio atta ad unire accessori in metallo
attraverso l’apporto di saldame. La particolarità della brasatura ortodontica
è il suo punto di fusione; non deve superare i 700° per non formare ossidi
di carburi di cromo, responsabili della mancata adesione tra il saldame, il
filo e la banda. Il saldame è solitamente composto da argento, zinco, rame
ed è, particolare importante, esente da cadmio.
Per far sì che la brasatura vada a buon fine è necessario:
- ridurre al massimo la distanza che intercorre tra la banda ed il filo;
- sgrassare e irruvidire le due parti;
- apporre il flux su tutta la superficie da brasare;
- brasare con la porzione riducente della fiamma (ossia la parte centrale);
- non surriscaldare gli elementi da brasare;
- ed infine, con il saldame coprire per intero la superficie interessata.
Proprietà
Si possono distinguere due tipi di brasatura: quella “dolce” e quella “forte”.
Nella prima il materiale d’apporto ha un punto di fusione pari +/- a 400° e
si caratterizza per un modesto grado di adesione. La seconda, la più
comune in campo protesico, si caratterizza per l’alto grado di adesione del
saldame raggiungendo una temperatura di fusione pari a 850°.
Le proprietà peculiari di un buon materiale d’apporto per brasatura sono:
- l’elevata scorrevolezza;
- la bassa tensione superficiale;
- la biocompatibilità;
- un punto di fusione più basso rispetto a quello dei metalli da brasare.
BROADBENT (Autore storico) Primo clinico a sperimentare in ambito
radiologico il cefalostato (1931).
26
(Sindrome di) BRODIE Patologia a carico del mascellare superiore che si
presenta molto sviluppato trasversalmente rispetto alla mandibola spesso
contratta.
BIBLIOGRAFIA: L. Moser - U. Moser, La sindrome di Brodie: diagnosi,
terapia e presentazione di un caso clinico, Mondo Ortodontico, Ed.
Masson, Anno 1990, N. 6.
BRUXISMO Parafunzione determinata dalla continua contrattura della
muscolatura masticatoria che provoca contatti intermittenti tra i denti
antagonisti.
(Placche per) BRUXISTI L’azione principale di questi dispositivi
rimovibili con rialzo in resina totale è il riordino delle funzioni relative alle
strutture dell’articolazione – temporo - mandibolare. Come per gli
attivatori, anche la loro costruzione è subordinata alla registrazione rilevata
dallo specialista che, in questo caso, deve risultare il più fisiologica
possibile.
Questi dispositivi, inoltre, possono essere utilizzati anche come presidi di
contenzione, specie se durante il trattamento ortodontico sono state
effettuate marcate rotazioni dentali.
Le placche per bruxisti possono essere realizzate sull’arcata superiore o su
quella inferiore e, in alcuni casi, su entrambe (vedi Posizionatore).
L’estensione ed il relativo molaggio variano in base alle indicazione dello
specialista e alle necessità terapeutiche.
BRUXOMANIA Vedere BRUXISMO.
(Segmenti) BUCCALI Si riferisce ai canini ed ai premolari.
BUCCINATORE Muscolo che permette sia lo schiacciamento delle
guance sui denti che la tensione, all’indietro, degli angoli delle labbra.
(Anse) BUCCINATORIE Si tratta di componenti solitamente in filo che,
posizionati nel vestibolo, eliminano la pressione incongrua delle guance
sugli elementi dentari.
(Vite a) BULLONE Si tratta di una particolare vite che permette la
vestibolarizzazione del singolo dente in modo costante e calibrato.
(Attivatore) BUTTERFLY Si tratta di un mobilizzatore attivo.
27
BIBLIOGRAFIA: M. Melegari - M. Bonanini, Le protesi maxillo - facciali:
gli apparecchi mobilizzatori. 1° Parte, Ortodonzia Tecnica (Rivista Or
Tec), Anno 1995, N. 2.
(Gancio a) C con terminale a Palla Questo gancio nasce da una modifica
del gancio a palla e si differenzia da quest’ultimo per la forma conferita alla
parte terminale del filo, simile appunto ad una C.
BIBLIOGRAFIA: E. Witt - M.E. Gehrke, Progettazione e costruzione degli
apparecchi ortodontici, Ed. Piccin, Padova, Anno 1988.
C. L. A. S. S. (Custom Lingual Appliance Set - Up Service) Si tratta di
una metodica indiretta di incollaggio degli attacchi linguali. Essa prevede
l’esecuzione del set - up ideale su modelli opportunamente preparati e
montati in articolatore.
BIBLIOGRAFIA: G.Montardi - G.Siciliani - S.Terranova, Il laboratorio
nella tecnica linguale, Bollettino di Informazioni Ortodontiche Leone, N.
62.
C. R. Acronimo di Centro di Resistenza.
(Placca) CR La particolarità di questo dispositivo rimovibile superiore è
rappresentata dal suo utilizzo; essa, infatti, viene sempre abbinata ad una
apparecchiatura multi - brackets vestibolare per discludere il morso e
facilitare di conseguenza gli spostamenti dentali. La placca C. R. è
composta essenzialmente dal piano rialzato anteriore e dai ganci di
ritenzione realizzati sulle bande molari.
BIBLIOGRAFIA: C. Raiman, Splint per morso, La Quintessenza
Odontotecnica,Ed. Resch, Anno 1991, N.9.
(Molla a) CALICE Vedere (Molla a) S.
(Piano di ) CAMPER Si tratta di un piano di riferimento facciale che parte
dall’incisura del trago e finisce nel punto sottonasale rappresentato dall’ala
del naso.
CANNELLO Strumento utilizzato per saldare. Esso è composto
sostanzialmente da due condotti dai quali fluiscono rispettivamente gas ed
ossigeno puro.
(Molla) CANTILEVER Vedere (Molla a) DITO.
28
(Placca di) CAROL Murillo Apparecchio superiore rimovibile con ganci
di Adams e molle utili per l’espansione trasversale dell’arcata superiore.
BIBLIOGRAFIA: F. Francolini, Le”macchinette”, Bollettino di
Informazioni Ortodontiche Leone, N. 46.
CARREA (Autore Storico) J. Carrea ha avuto il merito di aver
perfezionato la tecnica radiografica. Egli espose il suo metodo nel 1922
attraverso la pubblicazione “ Le radio - Faciès a profil dèlinèe en
orthodontometrie “.
CASE Clinico, ideatore con Baker delle trazioni intra - orali di 1° e 2°
Classe.
(Le placche di memoria di) CASTILLO Morales Il Professor Castillo
Morales, fisiatra argentino, mettendo a frutto la sua grossa esperienza ha
ideato un’apparecchiatura in grado di correggere i disturbi primari dei
pazienti con handicap ed in particolare dei bambini affetti da sindrome di
Down, attraverso la stimolazione della muscolatura labiale e linguale.
La Plata de Memoria, così battezzata dall’Autore per la sua particolare
funzione, essendo applicata fin dai primi mesi di vita viene modificata
periodicamente in base allo sviluppo fisico del paziente.
Tali modifiche danno luogo a quattro tipologie strutturali:
- la placca per infante;
- la placca con perline mobili;
- la placca con perle mobili;
- la placca con gusci.
Gli accessori sempre presenti, che rappresentano perciò la peculiarità del
dispositivo, sono:
- il cilindretto di forma irregolare posto sul palato, con la funzione di
“stuzzicare” la lingua. Esso ha un diametro di 4 - 5 mm. e viene
“posteriorizzato” man mano che il paziente cresce;
- l’elemento stimolante l’orbicolare, che nella placca per infante è
rappresentato da un bordo ingrossato, mentre nelle versioni successive è
sostituito da un arco completo di perle o gusci.
Anche in questo caso il loro numero e volume variano in base alle necessità
terapeutiche ed all’età del paziente:
- le perline, applicate in tenera età e qualora non sia necessario un grosso
stimolo;
- le perle più grandi ed i gusci laddove, invece, risulti indispensabile
garantire al muscolo labiale una stimolazione notevole.
29
Altre differenze sono riscontrabili nei sistemi ritentivi che, inesistenti nella
placca per infante, (molto simile alla base di una protesi mobile totale) sono
inseriti appena erompono i decidui.
BIBLIOGRAFIA: P. Bracco - C. De Bernardi – M. L. Mossino, La placca
di Castillo Morales, Manuale operativo di fisiopatologia della
deglutizione, Ed. Omega, Anno 1990.
CATALAN (Autore Storico) Ideatore nel 1826 di un dispositivo capace di
correggere morsi inversi dei settori latero - posteriori.
CATENELLE Si tratta di accessori elastici utilizzati per la chiusura degli
spazi.
CAVALIERE Vedere REST.
CAVITA’ Orale La bocca (la c.d. cavità orale) è una cavità ovaloide di
grandezza variabile che si “affaccia” all’esterno grazie alla rima labiale
(orifizio orale).
CECCONI Autore storico, ideatore di un dispositivo con molla, capace di
espandere asimmetricamente l’arcata dentale superiore.
CEFALOMETRIA Avendo accertato l’impossibilità di registrare sulle
arcate dentali un riferimento sicuro, si è dimostrato che la situazione
normale o anormale dei denti e delle arcate è determinabile in base a punti
di repere registrati sulla struttura del cranio e della faccia attraverso la
teleradiografia laterale o frontale.
BIBLIOGRAFIA:S. Corti, Cefalometria in norma lateralis, Guida pratica
al tracciato cefalometrico di Ricketts; Verona, Ed. Resch, Anno 1988.
CELSO (Autore storico) A tale personaggio si attribuiscono le prime
indicazioni riguardanti la correzione di denti malposizionati. (30 a.C. - 50
d.C.)
CEMENTO Tessuto connettivo fibroso che ricopre la radice del dente.
CEMENTOBLASTI Si tratta delle cellule che formano la dentina.
(Molla) CENTRALE Elemento in filo applicato a splint superiori per la
vestibolarizzazione dei settori latero - posteriori.
BIBLIOGRAFIA: F.V. Tenti, Guida alla scelta ragionata degli apparecchi
ortodontici fissi e rimovibili, Ed. Microlito, Recco (GE)
30
CENTRO di Resistenza Punto attorno al quale avviene la rotazione.
CERA Collante Materiale utilizzato per fissare i vari elementi (ganci,
viti,etc.) al modello in gesso durante l’assemblaggio del manufatto
ortodontico.
(Attacchi in) CERAMICA Si tratta di attacchi che grazie all’ottima
resistenza e ad una buona estetica vengono utilizzati nei casi in cui il
paziente richiede una mimetizzazione dell’apparecchiatura fissa.
BIBLIOGRAFIA: C. Chimienti - L. Fantuzzi - V. Parziale - R. Gatto,
Valutazione della forza di adesione dei brackets estetici nuovi, Mondo
Ortodontico, Anno 1998, N. 3.
CERATURA Diagnostica Tecnica di ricostruzione funzionale delle
superfici occlusali dei denti, tramite ceratura su modelli opportunamente
montati in articolatore.
(Placche funzionali di) CERVERA Dispositivi ad azione funzionale tra i
più conosciuti ed usati, essi si contraddistinguono per la presenza di bites in
metallo, anteriore o e posteriori, aventi funzione di svincolo.
Le configurazioni ideate dal Professor Cervera per correggere le differenti
malocclusioni sono molteplici e risultano costituite essenzialmente, oltre ai
bites in metallo, da:
- pastiglia palatina modellata appunto sul palato;
- pastiglie vestibolari di spessore variabile;
- arco vestibolare rovesciato;
- bracci palatali, che si sviluppano dalla pastiglia palatina alle superfici
linguali dei diatorici superiori;
- ed infine una serie di accessori come il lip-bumper, il piano inclinato, il
doppio piano anteriore e le molle, utili per coadiuvare l’azione dei
dispositivi.
BIBLIOGRAFIA: 1) A. J. Cervera, Trattato di ortodonzia clinica; Ed.
Ceosa, Madrid.
2) M.Cicatiello, Dispositivi con bite metallici. Filosofia e Tecnica, Rivista
Italiana degli Odontotecnici, Dental Press, Anno1996, N.1.
(Trazione) CERVICALE Rappresenta quel tipo di trazione che utilizza
come ancoraggio la parte posteriore del collo mediante l’applicazione di
apposite fasce reperibili in commercio.
31
(Placca di) CETLIN Apparecchio rimovibile superiore che, in
combinazione alla trazione extra - orale, permette la distalizzazione dei
molari superiori. Essa è costituita da:
- due ganci di Adams, confezionati sui 14 - 24;
- uno scudo anteriore, avente un’anima in filo rettangolare 0,22 x 0,28,
che interessa le superfici vestibolari degli incisivi superiori;
- il rialzo anteriore utile per evitare blocchi occlusali;
- le due molle ad occhiello con funzione distalizzante.
Queste ultime sono parti fondamentali del dispositivo, ragion per cui vanno
realizzate scrupolosamente seguendo le indicazioni del Professor Norman
Cetlin:
- per la costruzione si deve utilizzare un filo tondo 0,28 mm.;
- gli occhielli o elici devono avere un diametro di 5 mm. e
necessariamente vanno posizionate distalmente rispetto al centro dei
molari da distalizzare;
- le porzioni terminali di tali molle, infine, devono essere poste
mesialmente ai molari ed il più vicino possibile alla gengiva.
BIBLIOGRAFIA: 1) N. M. Cetlin, Terapia non estrattiva, Ed. Orteam,
Milano, Anno 1994.
2) R. Spena, Cetlin: punti chiave della filosofia e della tecnica, Schede di
aggiornamento S.I.D.O., 1994-1995.
CHANNEL - Edge Tecnica sviluppata dal Dr. James Cannon, il Channel Edge consente di impiegare meccaniche di filo diritto, Light Wire ed
Edgewise con slot verticale separatamente o in combinazione, per avere la
massima flessibilità durante il trattamento.
(Apparecchio di) CHATEAU Dispositivo di scuola francese ad azione
funzionale composto da due placche superiore ed inferiore.
BIBLIOGRAFIA: Manuale di Tecnica Ortodontica, Ed. Martina, Bologna,
Anno 1994.
(Apparecchio) CHINETEST E’ un apparecchio “mobilizzatore” ad azione
passiva.
(Placche) CHIRURGICHE Tali presidi clinici sono essenzialmente splint
in resina applicati per coadiuvare l’intervento chirurgico. La loro azione
terapeutica molte volte succede anche all’operazione vera e propria
supportando, ad esempio, i mascellari dopo rimodellazione ossea o
tamponando emoraggie dovute ad incisioni della mucosa. Tecnicamente, le
placche chirurgiche devono essere realizzate seguendo con estrema
attenzione le indicazioni del chirurgo e dell’odontoiatra.
32
BIBLIOGRAFIA: B. Ray - L. Deblolk - L. Tosi Ambert - A. Marchal - L.
Petit Pas, Il trattamento delle dismetrie scheletriche severe,
Ortognatodonzia Italiana (Rivista SIDO), Anno 1999, N. 3.
(Ganci) CHIRURGICI Essi sono impiegati per il fissaggio intermascellare
post-chirurgico per fornire un buon punto d’ancoraggio agli elastici.
(Molla) CHIUSA Vedere (Molla ad) OCCHIELLO
(Molle) CHIUSE Accessori elastici utilizzati per la retrazione segmentata
degli incisivi e dei canini.
CINEMATICA Mandibolare E’ l’insieme dei movimenti effettuati dalla
mandibola nelle tre dimensioni dello spazio.
CINGOLO Parte mediana della superficie palatale degli incisivi superiori.
CINGULUM Plateau Vedere CINGOLO
(Arco vestibolare) CIRCOLARE Si tratta di un arco labiale che si
contraddistingue per l’estensione; esso, infatti, abbraccia vestibolarmente
tutti i denti dell’arcata, sede del dispositivo rimovibile.
Vedere anche (Placca con) BARRA Labiale circolare.
BIBLIOGRAFIA: A. Levrini - C. Lanteri, Recidiva e contenzione 2° Parte,
Mondo Ortodontico, Ed. Masson, Anno 1988, N. 5.
CIUCCIO Correttore Vedere SCHERMO Orale.
CLACES Si tratta di particolari strumenti che, solidarizzati alle arcate,
hanno la funzione di rilevare i movimenti di protrusione e lateralità della
mandibola. Essi inoltre consentono il trasferimento di tali dati
sull’articolatore individuale.
(Apparecchio di) CLARK Vedere TROMBONE di Clark.
(Dispositivo di) CLARK Similare nella funzione, tale apparecchio nasce
da una modifica del dispositivo di Garry - Prior.
BIBLIOGRAFIA: N. Lambini, Apnea ostruttiva e roncopatia cronica “
L’utilizzo di apparecchiature dentali nel trattamento notturno”, Bollettino
di Informazioni Ortodontiche Leone, N. 54.
33
CLASSE 1° di Angle “Posizione relativa delle arcate dentali in senso
mesio-distale”. Secondo il Dr. Angle i rapporti antero - posteriori delle
arcate dentali superiore ed inferiore sono normali.
Gli incisivi superiori sono in una posizione avanzata rispetto a quelli
inferiori, l’over jet e l’over bite sono pari a circa 2 mm.; gli incisivi
inferiori di conseguenza si trovano immediatamente al di sotto del cingolo
platea degli incisivi superiori; i canini superiori occludono tra i canini
inferiori ed i primi premolari inferiori; la cuspide vestibolo - mesiale del
primo molare superiore è in contatto con il solco intercuspidale del primo
molare inferiore (ipotizzando che non ci siano stati slittamenti di singoli
denti).
BIBLIOGRAFIA: E.H. Angle, Classification of malocclusion, Dental
Cadmos, N.41, Pag. 248-264 /350-357, Anno 1899.
CLASSE 2° di Angle “Rapporti mesio-distali relativi ad arcate dentali
anormali, tutti i denti inferiori occludono distalmente rispetto al normale”. I
canini superiori occludono in una posizione avanzata rispetto ai canini
inferiori, la cuspide disto - vestibolare del primo molare superiore occlude
con il solco intercuspidale del primo molare inferiore; gli incisivi inferiori
si trovano posteriormente rispetto al cingolo degli incisivi superiori.
Esistono vari gradi di deviazione nel rapporto tra le arcate, ma anche una
lieve posizione della mandibola è da considerare una 2° Classe. Le
malocclusioni di 2° Classe sono distinte in due divisioni:
- la prima, caratterizzata dal mascellare contratto trasversalmente, con gli
incisivi superiori protrusi e vestibolo inclinati, con un over jet
conseguentemente aumentato (+/- 5 mm. rispetto alla norma);
- la seconda, contraddistinta da morso profondo (over bite +/- 4,5 mm.),
dall’inclinazione vestibolare degli incisivi laterali superiori e
dall’inclinazione linguale degli incisivi superiori (- 105° rispetto al
piano mascellare).
BIBLIOGRAFIA: E.H. Angle, Classification of malocclusion, Dental
Cadmos, N.41, Pag. 248-264/350-357, Anno 1899.
CLASSE 3° di Angle “Il rapporto tra le arcate dentali è anormale, la
mandibola è in posizione mesiale rispetto al mascellare superiore”. I canini
superiori occludono tra il primo ed il secondo premolare inferiore; la
cuspide mesio - vestibolare del primo molare superiore articola nello spazio
inter - prossimale tra il primo ed il secondo molare inferiore; gli incisivi
inferiori occludono anteriormente rispetto agli incisivi superiori (over jet
+/- 0 mm.)
BIBLIOGRAFIA: E.H. Angle, Classification of malocclusion, Dental
Cadmos, N.41, Pag. 248-264/350-357, Anno 1899
34
(Pseudo) CLASSE 3° Tale malocclusione sottintende una “falsa” 3° Classe
dovuta non ad una discrepanza scheletrica, ma ad un contatto dentale
deflettente, che costringe la mandibola in una posizione avanzata, in
chiusura abituale.
CLASSIFICAZIONE di Angle La classificazione del Dr. Angle risalente
al 1907 mira ad analizzare le malocclusioni dentali con le arcate in
occlusione. Secondo il Dr Angle: “nel diagnosticare i casi di malocclusione
bisogna considerare i rapporti mesio - distali delle mascelle e delle arcate
dentali e quindi le posizioni individuali dei denti”.
La teoria del Dr. Angle si basa su un principio fondamentale: la posizione
inequivocabile e fissa dei primi molari permanenti. L’Autore riteneva,
infatti, che questi ultimi crescessero sempre in una posizione prestabilita
rispetto all’intero complesso cranio - facciale. Assunto tale principio
(inficiato da successive ricerche) Angle classificò le malposizioni dentali in
tre malocclusioni:
- 1° Classe;
- 2° Classe;
- 3° Classe.
BIBLIOGRAFIA: E.H. Angle, Classification of malocclusion, Dental
Cadmos, N.41, Pag. 248-264/350-357, Anno 1899.
CLASSIFICAZIONE Scheletriche Tale classificazione, logicamente, non
si riferisce a tutto lo scheletro umano ma solo all’impalcatura scheletrica
cranio-facciale: la classificazione di Angle è tesa a stabilire i rapporti
antero - posteriori delle arcate dentali, mentre la classificazione scheletrica
analizza i rapporti antero - posteriori delle ossa basali della mascella e della
mandibola.
Ci si riferisce, ad esempio, al punto più anteriore (Punto A) del mascellare
superiore ed al punto più anteriore della mandibola (Punto B).
BIBLIOGRAFIA: M.Bondi, Terapia ortopedica funzionale dell’apparato
stomatognatico, Ed. Masson, Milano.
CLEAR - Aligner Si tratta di un dispositivo ben tollerato dal paziente
essendo molto ridotto e quindi poco visibile. Esso risulta, inoltre, di
estrema efficacia poiché è privo di rialzi occlusali ed abbraccia con la
resina tutti gli elementi, sia vestibolarmente che palatalmente. L'unico
svantaggio, non irrilevante, è rappresentato dalla sua estrema fragilità,
sopratutto nelle zone distali degli ultimi molari, dovuta all’esiguo spessore
dell’acrilico. Tale handicap, che limita notevolmente il suo impiego clinico
35
può essere superato realizzando il clear - aligner in resina acetalica o in
lega per scheletrati.
BIBLIOGRAFIA: Manuale di Tecnica Ortodontica, Ed. Martina, Bologna,
Anno 1994.
CLEAT Si tratta di perni utili per favorire l’estrusione di canini inclusi.
(Gancio) CLIP Questo gancio è applicato in presenza di bande complete di
tubi vestibolari. E’ preferibile confezionarlo con filo di diametro pari a 0,8
- 0,9 mm. La sua costruzione si presenta relativamente semplice. Esso,
infatti, è costituito essenzialmente da un occhiello posto sul palato dal
quale si sviluppa la parte terminale del gancio situato al di sotto della
cannula della banda.
CLIP - On Apparecchio di contenzione rimovibile applicato solitamente
nella zona anteriore (da canino a canino) dell'arcata inferiore.
CLOSE Locking Blocco dell’A.T.M. in posizione di chiusura della
mandibola.
CLOSED Lock Si tratta del blocco dell’A.T.M.
CLUTCH Strumento facente parte del pantografo utilizzato per registrare
l’occlusione.
COESIONE E’ rappresentata dalle forze di attrazione tra particelle di uno
stesso corpo.
(Apparecchio di) COFFIN A Coffin si deve la diffusione di un sistema di
espansione palatina semplice e valida. La peculiarità del dispositivo è la
molla centrale che nel 1880, fu per la prima volta realizzata con un filo di
acciaio per corda di piano, mentre oggi è confezionata con fili elastici di
ultima generazione.
COIL Spring Si tratta di piccole molle precompresse che favoriscono
l’apertura o la chiusura di spazi tra i denti.
COLABILITA’ Vedere FLUIDITA’
COLOMBELLA Vedere (Legatura di) KOBAYASCHI
36
COLOMBIANI (Autore storico) E’ stato uno dei primi Autori di testi in
ambito odontoiatrico con il libro “Il tutto ristretto in poco”, risalente al
1724.
(Trazione) COMBINATA Questo tipo di trazione extra - orale riproduce le
azioni della trazione cervicale e nucale creando così una coppia di forze.
(Arco di ) COMPLETAMENTO Vedere (Arco verticale di)
GOSHGARIAN
COMPOSITO Autopolimerizzante Materiale, utilizzato per la
”fissazione” degli attacchi ortodontici ai denti; esso è composto da una
pasta e da un attivatore.
COMPOSITO Fotopolimerizzante Materiale molto semplice da usare,
utilizzato per la “fissazione” degli attacchi ortodontici ai denti: esso infatti
polimerizza solo dopo averlo esposto alla luce dell’apposita lampada
fotopolimerizzante.
COMPOSITO Pasta - Pasta Si tratta del materiale più utilizzato per la
“fissazione” degli attacchi ortodontici ai denti.
(Pinza) CONCAVO Convessa Strumento utilizzato per confezionare anse
su fili tondi.
CONSONANTI
- LINGUO - PALATALI: L. N. T. D., con appoggio anteriore;
- LINGUO - PALATALI: J. CI. GI., con appoggio laterale;
- LINGUO - VELARI: K. GH. CH., con appoggio tra porzione posteriore
della lingua e palato molle.;
- BI - LABIALI : B. P. M., con appoggio sul labbro inferiore.
(Apparecchio di) CONTE Dispositivo extra - orale ideato dal dottor Conte
per la correzione ortodontica di malocclusioni di III Classi.
BIBLIOGRAFIA: A. Conte - A. Carano - E. Simone - G. Siciliani, Un
nuovo sistema per la protrusione mascellare, Ortognatodonzia Italiana
(Rivista SIDO), Anno 2000, N. 3.
(Dispositivi attivi di) CONTENZIONE La scelta dei dispositivi di
contenzione attivi varia a seconda del numero dei denti interessati alla
rifinitura. Se la correzione concerne pochi elementi, lo strumento
terapeutico utilizzato è una placca stabilizzata con annesse molle e viti. Al
37
contrario, se lo spostamento interessa più denti si può far uso di
apparecchiature specifiche come ad esempio il posizionatore o lo spring aligner.
BIBLIOGRAFIA: U. Comparelli, La recidiva: una panoramica dei
dispositivi ortodontici di contenzione, Bollettino di Informazioni
Ortodontiche Leone, N.58.
CONTENZIONE (Classificazione) Una prima classificazione delle
apparecchiature ortodontiche applicate al termine della terapia ortodontica
è quella che vede contrapposti i dispositivi passivi e quelli attivi: i primi
non esercitano alcuna forza, avendo come unico fine quello di impedire
spostamenti indesiderati; i secondi, al contrario, sono impiegati allo scopo
precipuo di favorire il movimento di uno o più denti, garantendo altresì la
conservazione nel tempo dei risultati conseguiti attraverso la terapia
ortodontica. A questa distinzione, determinata come si è detto dalla
funzione esplicata dal dispositivo, si aggiunge quella tra le apparecchiature
fisse e mobili, funzionale alla natura degli stessi.
CONTENZIONE (Fase terapeutica) Ultima fase del trattamento
ortodontico, il cui scopo è preservare le correzioni ottenute.
(Dispositivi passivi di) CONTENZIONE Tali apparecchi, logicamente
passivi, sono confezionati nel pieno rispetto di alcuni parametri (stabilità,
ritenzione, minimo ingombro, assoluta mancanza di interferenze con
l’antagonista) l’osservanza dei quali è di basilare importanza per l’efficacia
del manufatto.
BIBLIOGRAFIA: A. Levrini - C. Lanteri, Recidiva e contenzione 2° Parte,
Mondo Ortodontico, Ed. Masson, Anno 1988, N. 5.
(Molla) CONTINUA Elemento in filo applicato a splint inferiori per la
vestibolarizzazione dei settori latero-posteriori.
BIBLIOGRAFIA: F.V. Tenti, Guida alla scelta ragionata degli apparecchi
ortodontici fissi e rimovibili, Ed. Microlito, Recco (GE).
(Archi) CONTINUI Archi applicati all’apparecchiatura multi brackets.
BIBLIOGRAFIA: M. Langlade, Terapia Ortodontica, Scienza e Tecnica
Dentistica, Ed. Internazionali, Milano.
(Placca per) CONTRARRE Vedere (Dispositivi con viti) SETTORIALI
CONTRAZIONE e Dilatazione Predisposizione dei materiali a subire
cambiamenti dimensionali in seguito a variazioni termiche.
38
(Arco di) CONTRAZIONE Si tratta di un arco continuo.
(Pinza di) COON Strumento utilizzato per applicare il filo di legatura tra
l’attacco e l’arco.
COPPIA di Forza Essa è costituita da due forze che, applicate in due punti
diversi e con direzioni opposte, riescono a far compiere al dente un
movimento corporeo.
CORONOPLASTICA Tecnica utilizzata in ambito ortodontico ed estetico
per modificare i diametri dei denti mediante l’aggiunta o la sottrazione di
materiale.
(Movimento) CORPOREO Movimento di traslazione di un corpo avente
una direzione perpendicolare al suo asse.
(Placca) CORRETTIVA Dispositivo rimovibile applicato in ambito
gnatologico in soggetti affetti da disfunzioni articolari.
BIBLIOGRAFIA: B. Volpato - N. Anton - C. Minghini, La placca correttiva
e la doccia notturna, Bollettino di Informazioni Ortodontiche Leone, N. 60.
CORRETTORE Labiale Ideato dai dottori Bertarini e Bernokopf, il
correttore labiale è un apparecchio utilizzato in terapia miofunzionale per il
trattamento delle disfunzioni labiali. Esso è costituito da una mascherina in
resina fornita di un appoggio per il labbro superiore, alla quale sono
collegati due bracci in filo. Questi ultimi sono modellati a mò di anelli per
l’inserimento delle dita del paziente.
BIBLIOGRAFIA: A. Bertarini - E. Bernokopf, Il “correttore labiale”
nuovo dispositivo in terapia miofunzionale, Bollettino di Informazioni
Ortodontiche Leone, N.59.
(Piani multi-funzionali di) CORTI Sono piani occlusali metallici
preformati, ideati dal dottor Corti, che si rivelano molto utili nella
costruzione di svariate apparecchiature ortodontiche.
BIBLIOGRAFIA: Bollettino di Informazioni Ortodontiche Leone N. 66.
(Sindrome di) COSTEN Patologia a carico dell’A.T.M. che si caratterizza
per la presenza simultanea di cefalea, vertigini, dolore ed eventuali rumori.
COSTRITTORI Vedere RESTRAINTS.
39
(Gancio) CRAMPONE E’ uno degli elementi ritentivi a braccio singolo
più efficace. La sua conformazione, infatti, garantisce sia la ritenzione che
l’appoggio grazie alla particolare sagoma del supporto (il cosidetto
crampone). Si realizza con un filo da 0,7 mm. modellato tra i denti a forma
di lancia rovesciata.
BIBLIOGRAFIA: Manuale di Tecnica Ortodontica, Bologna, Ed. Martina,
Anno 1994.
CREEP Attrito tra denti e materiale solitamente riferito a materiale
termoplastico.
CROSS - Bite Inversione dei corretti rapporti occlusali tra i denti delle due
arcate.
(Apparecchio di) CROZAT L’apparecchio di Crozat è uno dei dispositivi
ortodontici più poliedrici, in quanto garantisce sia un’ottima ritenzione, sia
la possibilità di aggiungere accessori capaci di correggere un gran numero
di malposizioni dentali.
BIBLIOGRAFIA: 1) G.B.Crozat, Possibilities and use of removable labio lingual spring applince, Orthodont Oral Surg, Anno 1920, N.6.
2) F.Brandies - N.F.Stahl, Tecnica Ortognatodontica, Milano, Ed.Masson,
Anno 1993.
3) F. Francolini, L’apparecchio labiolinguale ad azione elastica, Bollettino
di Informazioni Ortodontiche Leone, N. 52.
CURSORE Telescopico Elemento peculiare dell’apparecchio di Herbst.
D. A. I. (Dental Aesthetic Index) Indice utile per la valutazione oggettiva
dei risultati conseguiti attraverso il trattamento ortodontico.
BIBLIOGRAFIA: G. Casotto - F.A. Miotti, Terapia ortodontica con
estrazioni: analisi dei risultati con il “Dental Aesthetic Index” (DAI),
Mondo Ortodontico, Ed. Masson, Anno 1997, N. 6.
D. V. R. Dispositivo fisso, ideato dall’odontotecnico Alessandro
Passilongo, caratterizzato dalla presenza di una vite di espansione posta
vestibolarmente all’arcata dentale. Con il D.V.R. è possibile ottenere
diversi movimenti in direzione mesiale e distale.
BIBLIOGRAFIA: S. Passilongo, Nuovo dispositivo fisso con vite per gli
spostamenti dentali D. V. R., Rivista Italiana degli Odontotecnici, Dental
Press, Anno 1992 N. 8.
40
(Arco universale) DAL PONT Apparecchio multi - bande composto da
dodici bande fornite di un attacco verticale posizionato vestibolarmente. A
questi ultimi è solidarizzato l’arco universale formato appunto da dodici
anse.
BIBLIOGRAFIA: U. Zompetti, L’arco universale “Dal Pont”, Ortodonzia
tecnica (Rivista Or Tec), Dicembre 1996, N.4.
(Apparecchio di) DARCISSAC Apparecchio “mobilizzatore” ad azione
attiva.
BIBLIOGRAFIA: T. Gallo, Il darcissac e il suo impiego, Rivista Italiana
degli Odontotecnici, Dental Press, Anno 1995, N.5.
(Attivatore labiale di) DASS Apparecchio utilizzato in terapia
miofunzionale per coadiuvare gli esercizi miranti a tonificare la
muscolatura labiale. Esso è costituito da un filo con diametro di 1,1 mm.
modellato a mò di molla con le basi ampie quanto la lunghezza delle
labbra.
BIBLIOGRAFIA: F. Brandies - N.F. Stahl, Tecnica ortognatodontica,
Milano, Ed. Masson, Anno 1993.
(Placca orto-funzionale) DE SIMONE Dispositivo rimovibile superiore
che associa sia l’azione meccanica che quella funzionale. Essenzialmente,
la placca De Simone è composta da:
- ganci di Adams sui primi molari;
- arco palatale a contatto con le superfici linguali degli elementi anteriori
superiori;
- ganci a filo sui canini;
- lip - bumper;
- ed infine, vite di espansione trasversale.
A questa configurazione base è possibile aggiungere accessori coadiuvanti
l’azione del dispositivo, come ad esempio l’arco extra - orale.
BIBLIOGRAFIA: P.De Simone, Placca orto - funzionale De Simone,
Rivista Italiana degli Odontotecnici; Dental Press, Anno 1996, N.4.
DECAPAGGIO Procedimento chimico consistente nell’eliminazione,
mediante particolari acidi, dell’ossido presente sulle superfici metalliche a
fine saldatura o fusione.
DECIDUI Termine indicante i denti da latte.
DECOMPENSAZIONE Correzione delle malposizioni dentali dovute ad
un cattivo rapporto sussistente tra gli elementi dentari e le ossa basali.
41
DEEP - Bite Vedere MORSO Profondo
DEFLESSIONE Operazione attraverso la quale si modifica la direzione di
un corpo in movimento.
DEFORMAZIONE Plastica Operazione attraverso la quale si sfrutta la
capacità di un materiale di lasciarsi deformare in modo permanente.
DEGLUTIZIONE Uno tra i primi a dare una definizione compiuta della
deglutizione è stato F. Magendie. Egli la catalogò come l’atto fisiologico
inteso a permettere “la propulsione del cibo dalla bocca allo stomaco.
In base a tale definizione, la deglutizione può essere suddivisa in quattro
fasi conseguenziali: la preparazione orale, la fase deglutitoria orale, la fase
faringea e la fase esofagea.
Durante la fase orale è la lingua che gioca un ruolo fondamentale grazie al
naturale sinergismo con il palato. Conseguentemente se questo formidabile
muscolo assume posizioni scorrette (deglutizione viziata) andando a
“sbattere” sui denti, possono verificarsi malocclusioni o addirittura,
trattandosi di un conformatore funzionale, assimetrie scheletriche.
BIBLIOGRAFIA: A. Levrini, Terapia miofunzionale. Rieducazione neuro –
muscolare integrata, Ed. Masson, Milano, Anno 1998.
DEGLUTIZIONE Viziata Questa definizione riassume gli atteggiamenti
non corretti assunti dalla lingua durante le prime fasi della deglutizione.
Tali atteggiamenti sono responsabili molto spesso di malocclusioni dentali
o assimetrie scheletriche.
BIBLIOGRAFIA:1) A. Levrini, Terapia miofunzionale. Rieducazione neuro
– muscolare integrata, Ed. Masson, Milano, Anno 1998.
2) A.Ferrante, Terapia miofunzionale, S.Benedetto del Tronto (AP),
Ed.Futura, Anno 1997.
(Doppio arco di) DELAIRE La maschera di Delaire è indicata per il
trattamento della retrusione del mascellare e per il controllo della crescita
mandibolare. Il doppio arco fisso consente di esercitare forze ortopediche
mediante l’uso di elastici applicati dalla maschera extra-orale agli uncini.
Questi ultimi sono modellati solitamente tra gli incisivi laterali ed i canini
superiori in zona vestibolare.
BIBLIOGRAFIA: E. Di Malta, Esecuzione tecnica riguardante
l’applicazione della maschera e del doppio arco nel trattamento delle III
Classi, Bollettino di Informazioni Ortodontiche Leone, N. 43.
42
(Maschera di) DELAIRE Sistema extra-orale ideato dal Prof. Delaire per
correggere discrepanze scheletriche di III Classe.
BIBLIOGRAFIA: A. Castaldo, Maschera di Delaire: ortodonzia e
ortopedia, Ortognatodonzia Italiana (Rivista SIDO), Anno 1995, N. 5.
(Attivatore di) DELAIRE Dispositivo applicato in pazienti affetti da
anchilosi dell’ATM, composto da due ferule (superiore ed inferiore) a cui
sono solidarizzati gli elementi elastici aventi funzione terapeutica.
BIBLIOGRAFIA: M. Melegari - M. Bonanini, Le protesi maxillo - facciali:
gli apparecchi mobilizzatori 2° Parte, Ortodonzia Tecnica (Rivista Or
Tec), Anno 1995, N. 2.
(Apparecchio di) DELQUEL Apparecchio “mobilizzatore” ad azione
passiva.
(Molla a) DELTA Accessorio elastico utilizzato per linguo - inclinare gli
elementi latero - posteriori.
BIBLIOGRAFIA: F.V. Tenti, Guida alla scelta ragionata degli apparecchi
ortodontici fissi e rimovibili, Ed. Microlito, Recco (GE).
DENHOLZ Si tratta di un lip - bumper.
DENTINA Tessuto connettivo mineralizzato situato sotto lo smalto ed il
cemento.
DENTIZIONE (Processo) Il processo riguardante l’eruzione dei denti può
essere suddiviso in tre periodi ben definiti. Il primo periodo, riguardante la
dentizione decidua (20 denti), ha inizio all’incirca all’ottavo mese con la
fuoriuscita dei centrali inferiori, seguita dai:
- centrali superiori al decimo mese;
- laterali inferiori al dodicesimo mese;
- laterali superiori al quattordicesimo mese;
- primi molaretti al sedicesimo mese;
- canini al diciottesimo mese;
- ed infine, i secondi molaretti dal 21° al 30°mese.
Il secondo periodo, invece, si riferisce alla dentizione permanente (32
denti). Esso ha inizio con l’eruzione dei primi molari e degli incisivi
centrali inferiori verso i sei anni circa e prosegue con:
- gli incisivi centrali superiori a sette anni;
- i laterali a otto anni;
- i primi premolari a nove anni;
43
- i canini a dieci anni;
- i secondi premolari a undici anni;
- ed infine, i secondi molari a dodici anni.
Il terzo ed ultimo periodo si riferisce all’eruzione dei cosiddetti denti del
giudizio o terzi molari la cui comparsa, molto variabile e non sicura, può
avvenire dal ventesimo anno in poi.
DEPRESSORE del Labbro Inferiore Muscolo che permette
l’abbassamento del labbro inferiore.
DEPRESSORE dell’Angolo della Bocca Muscolo che consente la
tensione verso il basso degli angoli della bocca.
(Disgiuntore rapido di) DERICHSWEILER E’ un diastasatore della
sutura palatina che prevede la presenza dell’acrilico sul palato.
BIBLIOGRAFIA: D.J. Timms, La realizzazione di apparecchi per la rapida
dilatazione(RDP), La Quintessenza Odontotecnica, Ed. Resch, Anno 1993,
N.6.
(Spazio di) DERIVA Vedere LEEWAY - Space.
DESIRABODE (Autore storico) Precursore dell’uso delle bande come
ancoraggio (1842).
DESMODONTO Complesso fibroso che rende possibile l’unione del
dente all’alveolo.
(Classificazione di) DEWEJ In riferimento alla classificazione di Angle,
Dewej ha catalogato le malposizioni dentali nei seguenti tipi. Per la I°
Classe:
a) Tipo 1, con incisivi affollati e canini in posizione vestibolare;
b) Tipo 2, con protrusione degli incisivi superiori;
c) Tipo 3, con inversione dei rapporti degli incisivi superiori ed inferiori in
senso vestibolo - orale;
d) Tipo 4, con alterazione dei rapporti trasversali tra i molari ed
eventualmente tra i premolari delle due arcate;
e) Tipo 5, con avanzamento dei molari per la caduta dei denti adiacenti.
Per la III° Classe:
a) Tipo 1, le arcate dentali sono di dimensione normale ed i denti sono
posizionati correttamente: l’anomalia dunque è provocata dalla
posizione avanzata della mandibola;
44
b) Tipo 2, gli incisivi inferiori occludono lingualmente rispetto agli incisivi
superiori e l’arcata superiore è normale;
c) Tipo 3, gli incisivi superiori ed inferiori sono in una posizione invertita,
i primi sono affollati, mentre gli ultimi si presentano allineati.
DI. AS. Acronimo di Distrattore Asimmetrico.
DI. AS. MO Acronimo di Distrattore Asimmetrico Modulare.
(Movimento) DIAGONALE Vedere ( Movimento di) BENNET
DIASTASATORE Vedere DISGIUNTORE.
DIASTEMA E’ la mancanza di punti di contatto, mesiali o distali, tra due
o più elementi.
DIATORICI Termine indicante gli elementi latero - posteriori.
DIGRIGNAMENTO Bruxismo eccentrico
DILATATORE a Vite Apparecchio “mobilizzatore” ad azione passiva.
DILATAZIONE Vedere CONTRAZIONE
(Disgiuntore) DI MASSA Si tratta di una vite da espansione rapida che
presenta sulla faccia linguale due o quattro cannule sagittali. Le cannule
sono l’ancoraggio palatale di vari tipi di moduli. La possibilità di applicare
allo stesso tempo: dispositivi di ortopedia maxillare, dispositivi di
ortopedia mandibolare, dispositivi di movimento ortodontico puro, mette a
disposizione dell’ortodontista una vasta gamma di combinazioni tecniche,
che rende veramente molto stimolante la progettazione e la realizzazione
del trattamento.
BIBLIOGRAFIA: E. Di Massa, Il disgiuntore modificato secondo
Elisabetta Di Massa (apparecchio modulare polifunzionale), Bollettino di
Informazioni Ortodontiche Leone, N.61, Anno 1998.
DINAMOMETRO Strumento utilizzato per misurare le forze esplicate
dagli apparecchi ortodontici.
DISCINESIA Insieme di movimenti muscolari abnormi (contrazioni,
scatti).
45
(Dispositivo per) DISCINESIE Dispositivo bi-mascellare realizzato con
materiale termoplastico e completo di scudi laterali utili per correggere
atteggiamenti viziati.
BIBLIOGRAFIA: A. Licantro, Dispositivi per mioartropatie, Rivista
Italiana degli Odontotecnici, Dental Press, N. 4, Anno 1994.
DISFASIA Disorganizzazione nell’articolazione del linguaggio.
DISFUNZIONE Occlusale Patologia a carico dell’occlusione in grado di
causare danni al parodonto e all’A.T.M.
DISGIUNTORE Rapido Dispositivo ortodontico ortopedico fisso
utilizzato per ottenere la disgiunzione della sutura palatina. Esso consta
essenzialmente di una vite centrale dalla quale partono quattro bracci in
metallo che, una volta modellati, saranno brasati alle quattro bande
alloggiate sui denti.
BIBLIOGRAFIA: G. Alessandri Sonetti - I. Marini - U. Capurso, Il
disgiuntore rapido del palato, Ed. Martina, Bologna, Anno 1999.
DISGIUNZIONE Intervento ortopedico consistente nell’apertura della
sutura palatina.
DISGNAZIA Termine indicante la scorretta posizione di un qualsiasi
elemento, sia esso dente o arcata, in relazione al cranio.
DISINCLUSIONE Operazione tramite la quale si elimina un ostacolo
all’estrusione di un dente.
DISLESSIA Difficoltà nell’apprendimento del linguaggio scritto.
DISLALIA Disturbi del linguaggio.
BIBLIOGRAFIA: E. Barbato - D. Proietti - T. Giancotti - D. Cannoni - L.
Manzon, Disturbi del linguaggio nei quadri di malocclusione. Indagine
preliminare, Dental Cadmos, Anno 2000, N. 4.
(Molle) DISLOCANTI Si tratta di accessori elastici in filo che,
opportunamente confezionati, tendono a dislocare l’attivatore. Le molle
dislocanti in questo modo costringono il paziente ad attivare la propria
muscolatura per posizionare correttamente il presidio ortopedico.
BIBLIOGRAFIA: W.R. Proffit, Ortodonzia Moderna, Ed. Masson, Milano,
Anno 1995.
46
DISLOCAZIONE Spostamento in toto di un corpo da una posizione
all’altra.
DISMORFOSI Forma anomala di uno o più denti.
DISODONTIASI Eruzione difficile di uno o più elementi.
DISOSSIDANTE Vedere FONDENTI
DISPLASIE Termine indicante difetti di formazione dei denti o delle ossa
basali.
DISTAL 8 Si tratta di un apparecchio fisso ideato dai dottori Celestino e
Francioli per la distalizzazione degli elementi latero - posteriori superiori.
La particolarità del Distal 8 è rappresentata dalla possibilità di distalizzare
con lo stesso dispositivo anche i primi ed i secondi premolari.
BIBLIOGRAFIA: Sillabo Forestadent, Anno 2000.
DISTAL Jet Ideato dal dott. Carano e dall’od. Testa, il Distal Jet è un
distalizzatore per molari superiori in grado di determinare un movimento
corporeo degli stessi. I componenti peculiari del Distal Jet sono le due
cannule di 0,9 mm. di diametro interno inserite nel bottone di Nance,
ancorato ai primi o ai secondi premolari. Nelle cannule sono inseriti due fili
ancorati alle bande posizionate sui molari. Sui tubi, una volta terminato il
dispositivo, saranno inseriti una molla di nichel - titanio ed un nottolino con
vite. La forza distalizzante si ottiene attraverso la massima compressione
della molla con il fermo garantito dal nottolino.
BIBLIOGRAFIA: A. Carano - M. Testa, Applicazioni cliniche del Distal
Jet, Catalogo Micerium, Anno 1999.
(Strumento) DISTALE E’ utilizzato per piegare la parte terminale dei fili,
direttamente nel cavo orale del paziente.
( Superficie) DISTALE Dividendo in due parti simmetriche le arcate
dentarie con una linea mediana immaginaria, la faccia distale dei denti è
situata nella parte opposta rispetto a tale linea.
(Placca con vite) DISTALIZZANTE Vedere (Dispositivi con viti)
SETTORIALI
47
DISTALIZZAZIONE Spostamento di uno o più denti verso la parte
posteriore della bocca, lontano quindi dalla linea mediana.
DISTOCCLUSIONE Vedere CLASSE III di Angle
DISTOPIE Termine indicante difetti di posizione dei denti o delle ossa
basali.
DISTOVERSIONE Termine generico indicante denti situati in una
posizione distale rispetto alla norma.
DISTRATTORE Asimmetrico Apparecchiatura rimovibile superiore
applicata in pazienti affetti da patologie a carico dell’A.T.M. ed in special
modo da look cronico. La sua funzione è quella di recuperare la posizione
corretta del menisco nella sua sede attraverso lo spostamento anteriore e
verso il basso del condilo. Il distrattore asimmetrico è essenzialmente
composto da uno splint superiore con ganci di ritenzione e piani occlusali,
dai quali dipartono i due distrattori. Questi ultimi, realizzati in resina e
modellati sul piano occlusale, sono solidarizzati ad essi mediante sistemi
elastici rappresentati da due molle.
BIBLIOGRAFIA: E. Acciville - M. Bucceri - G. Fiorillo, Distrattore
asimmetrico e placca gnatologica modulare, Tecnica Ortodontica (Rivista
Or Tec), Anno 1996, N. 2-3.
(Placche di) DISTRAZIONE Si tratta di dispositivi utilizzati in ambito
gnatologico per eliminare la compressione del condilo sul bordo meniscale
o sul periosto della cavità glenoidea
BIBLIOGRAFIA: E. Pessina-M. Bosco-V. Collesano,Le placche occlusali
nella terapia dei disordini cervico-cranio-mandibolari, Quaderni di
Protesi, Ed Masson, Milano, Anno 1996
(Molla a) DITO Modellata vestibolarmente all’arcata con un occhiello, la
sua funzione è linguo - distalizzare il canino. (Vedere Molla).
DIVARICATORE Labiale Strumento utilizzato per divaricare la
muscolatura labiale in modo da mettere ben in evidenza le arcate dentarie.
DIVARICATORI Sono apparecchi “mobilizzatori”.
D. M. B. Distalizzatore fisso per molari nato da modifiche apportate sia al
Pendulum che al Distal Jet.
48
BIBLIOGRAFIA: U. Belassi, D. M. B. distalizzatore molare Belassi,
Bollettino di Informazioni Ortodontiche Leone, N. 57.
DOCCIA Gengivale Dispositivo rimovibile utilizzato per l’applicazione di
prodotti medicamentosi utili per la salute delle gengive.
DOCCIA Occlusale Dispositivo rimovibile impiegabile per diversi scopi:
- stabilizzazione dell’articolato;
- contenzione a fine cura ortodontica;
- rilassamento muscolare.
DOCCIA occlusale in Durasoft Placca di svincolo con rialzi totali che si
caratterizza per il materiale impiegato per la sua costruzione: esso infatti è
composto da uno spessore esterno in acrilico ed uno interno in gomma.
BIBLIOGRAFIA: A. Licandro, Dispositivi per mioartropatie, Rivista
Italiana degli Odontotecnici, Dental Press, Anno 1994, N. 4.
(Gancio di) DOMINIQUE Gancio applicato in presenza di bande
complete di tubi vestibolari.
E’ preferibile confezionarlo con un filo di diametro pari a 0,8 mm. La sua
costruzione si presenta relativamente semplice: esso, infatti, è costituito
essenzialmente da un occhiello con un braccio che si estende oltre la
cannula della banda.
DONAT Molla prefabbricata a spire aperte con diametro interno pari a 1,5
mm. Essa, inserita nei lip - bumper o negli archi per trazione extra – orale,
permette la distalizzazione degli elementi ancorati alle bande.
DOPPIA Placca con Guide Vedere (Attivatore di ) SANDER.
(Placca di avanzamento) DOPPIA Ideata da Schwarz, questa
apparecchiatura è composta da due placche, superiore ed inferiore, ad
espansione trasversale che lavorando sinergicamente (attraverso particolari
piani inclinati) possono risolvere discrepanze di II Classe.
BIBLIOGRAFIA: G. Marozzi, Doppia placca di avanzamento per II Classe
2° Divisione, Bollettino di Informazioni Ortodontiche, N.62.
DORATURA Tecnica di laboratorio atta a ricoprire metalli non nobili con
una sottile lamina d’oro.
49
(Molla) DRITTA Segmento di filo alla cui estremità è aggiunta una goccia
di saldame. La sua funzione è quella di guidare il dente in una posizione
più vestibolare.
(Placca di) DRUM Dispositivo rimovibile realizzato in materiale morbido
applicato in ambito gnatologico.
BIBLIOGRAFIA: E. Pessina-M. Bosco-V. Collesano,Le placche occlusali
nella terapia dei disordini cervico-cranio-mandibolari, Quaderni di
Protesi, Ed Masson, Milano, Anno 1996
DUCOVATOR Dispositivo ad azione funzionale costituito essenzialmente
da un monoblocco, aperto anteriormente, provvisto di archi e vite di
espansione trasversale.
BIBLIOGRAFIA: M.Testa, Ortodonzia del nord Europa: alcuni apparecchi
terapeutici, Rivista Italiana degliOdontotecnici, Dental Press, Anno 1991,
N.6.
DUOBLOC LS Attivatore ideato da Leger e Sorensen per la correzione
della III Classi. Elementi peculiari di questo attivatore separato sono le due
viti Duobloc che oltre ad unire le due placche, esplicano l’azione
terapeutica vera e propria.
BIBLIOGRAFIA: E. Witt - M.E. Gehrke, Progettazione e costruzione degli
apparecchi ortodontici, Ed. Piccin, Padova, Anno 1988.
DUPLICATO Termine generico indicante la riproduzione del modello
maestro in gesso o in materiale refrattario.
DUTTILITA’ Predisposizione di un materiale a farsi ridurre in fili aventi
un diametro più o meno sottile.
DUREZZA Particolarità di un corpo a resistere alla scalfittura e alla
penetrazione di materiali esterni.
(Molla di) DUYZING Accessorio attivo consistente in un sistema in filo
capace di vestibolarizzare il gruppo anteriore (incisivi e canini). Esso è
realizzato con un filo in acciaio da 0,5 mm. brasato ad un arco linguale
solidarizzato a due bande.
BIBLIOGRAFIA: 1) J.A. Duyzing, Orthodontische Apparatur, Utrecht, L.E.
Bosch, 1954.
2) Manuale di Tecnica Ortodontica, Ed. Martina, Bologna, Anno 1994.
50
(Gancio di) DUYZING Ideato da Duyzing questo gancio sfrutta le
superfici ritentive localizzate sulla parete vestibolare del pilastro. Esso è
costituito da due fili di 0,7 mm. modellati ciascuno a forma di “U” coricate,
le cui parti superiori sono posizionate al di sopra dell’equatore del dente e
quelle inferiori al di sotto allo scopo di garantire una certa stabilità alla
placca.
BIBLIOGRAFIA: 1) J.A. Duyzing, Orthodontische Apparatur, Utrecht, L.E.
Bosch, 1954.
2) Manuale di Tecnica Ortodontica, Ed. Martina, Bologna, Anno 1994.
E. J. O. (Rivista) European Journal of Orthodontics.
E.L.N. Acronimo di Enveloppe Lingual Nocturne.
ECCENTRICO Rapporto o una posizione anormale assunta da una
qualsiasi struttura dell’apparato stomatognatico.
ECTOPIA Alterazione congenita consistente nel cambio di sede di uno o
più elementi.
EDGEWISE Universalmente conosciuta, tale tecnica prevede l’impiego
del filo con sezione lunga disposta orizzontalmente negli attacchi.
BIBLIOGRAFIA: C.J. Burstne - K.J. Hanley, Moderna meccanica
Edgewise. Tecnica dell’arco segmentato, Quaderno S.I.D.O., Anno 1985,
N. 23.
(Attivatori) ELASTICI Attivatori (realizzati sempre in articolatore con i
modelli orientati secondo il morso di costruzione rilevato dallo specialista)
caratterizzati da una estrema elasticità grazie al corpo in resina ridotto e,
della presenza massiccia di accessori in filo che opportunamente modellati
favoriscono e stimolano l’attività muscolare del paziente, tanto importante
per il raggiungimento degli obiettivi terapeutici.
BIBLIOGRAFIA: F. Brandies - N.F. Stahl, Tecnica Ortognatodontica,
Milano, Ed. Masson, 1993.
ELASTICITA’ Attitudine di un materiale a deformarsi per poi riassumere,
cessata la causa, la struttura originale.
ELASTICO Gli elastici trovano largo uso in ortodonzia fissa per
coadiuvare l’azione dell’apparecchiatura confezionata dallo specialista.
51
(Placca con) ELASTICO Vestibolare Così come la placca con arco
rettrattore di Roberts anche questo dispositivo risulta efficace in presenza
di un leggero tourque vestibolare degli incisivi. Essa è costituita da due
ganci di Adams realizzati sui 16 - 26 e da due uncini posizionati
vestibolarmente tra i premolari, ai quali viene applicato l’elastico in
tensione del tipo 3/8” o 5/8”. Il grosso svantaggio di questo apparecchio di
rifinitura è la facilità con cui l’elastico tende a scivolare sulla superficie dei
denti, andando così a danneggiare la mucosa gengivale. Per eliminare
questo inconveniente è possibile inserire nell’acrilico, tra gli incisivi, due
fermi in metallo sì da bloccare l’elastico.
BIBLIOGRAFIA: W.J.B. Houston, Sinossi di Ortodonzia di Walther, Edi Ermes, Milano, Anno 1988.
ELASTO - Aligner Posizionatore di nuova generazione costruito con
elastomero di silicone avente grado di durezza pari a shore 65. Esso è
utilizzato prevalentemente per la rifinitura della cura ortodontica.
BIBLIOGRAFIA: R.Hinz, Sistema Elastodontico KFO. Evoluzione del
posizionatore, Ortodonzia Tecnica (Rivista Or Tec), Anno1996, N. 2-3.
ELASTO - Finisher Posizionatore dotato di ottima elasticità essendo
costruito con elastomero di silicone di durezza pari a shore 40. Esso,
proprio per le sue caratteristiche, può essere utilizzato in abbinamento ai
brackets ed in sostituzione agli ultimi archi di livellamento.
BIBLIOGRAFIA: 1) R.Hinz, Sistema Elastodontico KFO. Evoluzione del
posizionatore, Ortodonzia Tecnica (Rivista Or Tec), Anno 1996, N. 2-3.
2) A. Silvestrini Biavati, Elastodonzia: alcune considerazioni cliniche,
Mondo ortodontico, Ed. Masson, Anno 1994, N.5.
ELASTO - Osamu Dispositivo davvero singolare: esso infatti è un
monoblocco di materiale altamente elastico interessante entrambe le arcate,
al quale è possibile applicare la trazione extra - orale. Questa sua
particolarità rende l’Elasto - Osamu davvero interessante perché oltre a
fungere da posizionatore e quindi da rifinitore dentale, può essere applicato
per risolvere discrepanze scheletriche di II Classe, come un qualsiasi altro
attivatore rigido.
BIBLIOGRAFIA: R. Hinz, Sitema elastodontico KFO. Evoluzione del
posizionatore, Ortodonzia Tecnica (Rivista Or Tec), Anno 1996, N. 2-3.
ELASTODONZIA Sistematica che prevede l’uso di posizionatori
realizzati con materiale altamente elastico.
52
BIBLIOGRAFIA: J. Duran Von Arx, Elastodonzia: varianti dei
posizionatori elastici: classificazione e uso clinico, Mondo Ortodontico,
Ed. Masson, Anno 1990, N. 6.
ELASTOMERI Polimeri utilizzati in ortodontotecnica per la costruzione
di apparecchi (posizionatori e similari) molto richiesti per il loro ampio
spettro di applicazione.
BIBLIOGRAFIA: M. Fraschini, Elastomeri naturali e sintetici in
ortodontia: revisione della letteratura, Mondo Ortodontico, Ed. Masson,
Anno 1998, N. 6.
(Slitta divergente di) ELEN Accessorio che, abbinato alla trazione extraorale, permette la vestibolarizzazione degli incisivi inferiori.
BIBLIOGRAFIA: N. Pantaleoni, Ortodotecnica, Bologna, Ed. Grasso,
1985.
ELETTROMIOGRAFO Strumento diagnostico utilizzato per testare e
rilevare l’attività di una serie di muscoli (temporali anteriori, masseteri,
temporali posteriori, digastrici, anteriori).
ELEVATORE del Labbro Superiore Muscolo che permette il
sollevamento del labbro superiore.
ELEVATORE del Velo Palatino Fa parte dei muscoli del palato molle;
esso permette l’elevazione del palato.
ELEVATORE dell’Angolo della Bocca Muscolo che determina sia il
sollevamento dell’angolo della bocca che l’aumento della depressione del
solco esistente fra il naso e la bocca.
ELEVATORI Linguali Gli elevatori linguali pur essendo rieducatori,
sono apparecchi singolari ed unici, completamente diversi dai tradizionali
stimolatori orali. Le differenze sono riscontrabili sia nella forma che nella
funzione: essi, infatti, invece di stimolare incosciamente la lingua la
“guidano” sul palato (Vedere anche: Fantilli, Verdon, Balercia,).
(Molla a) ELICE Molla caratterizzata dalla presenza di un occhiello
realizzato vestibolarmente alle arcate. Il suo uso è indicato per distoinclinare singolarmente i premolari.
BIBLIOGRAFIA: W.R. Proffit, Ortodonzia Moderna, Ed. Masson, Milano,
Anno 1995.
53
ELLIS (Autore storico) Ad Ellis, in collaborazione con Ketcham (1919) si
deve l’introduzione della radiografia facciale.
E. L. S. A. A. Apparecchi di espansione e allineamento dei segmenti
labiali.
BIBLIOGRAFIA: H. S. Orton, Gli apparecchi funzionali in terapia
ortodontica. Indicazioni cliniche e tecniche di costruzione, Scienza e
Tecnica Dentistica, Ed. Internazionali, Milano, Anno 1995.
(Processo) ENZIMATICO Vedere MASTICAZIONE.
E. O. A. Acronimo di Attivatore Elastico Aperto di Klammt.
EQUILIBRATORE della Muscolatura Vestibolare Vedere PODUS.
EQUILIBRO Occlusale Situazione fisiologica naturale o ricercata
dell’occlusione dentale.
EQUIPLAN E’ una delle apparecchiature ideate dal prof. Planas (Vedere
anche apparecchi di PLANAS).
(Arco extra - orale a) EQUIPLANO Arco extra - orale completo di rialzo
anteriore in metallo.
BIBLIOGRAFIA: M. Langlade, Terapia Ortodontica, Scienza eTecnica
Dentistica, Ed. Internazionali, Milano.
ERITRODONZIA Anomalia nella colorazione dei denti decidui che si
presentano marroni.
(Arco di) ESCHLER Arco in filo che, applicato all’apparecchio superiore,
abbraccia le superfici vestibolari degli elementi anteriori inferiori. La sua
funzione è del tutto simile a quella dell’arco di retrazione inferiore.
BIBLIOGRAFIA: M. Tromba, Riabilitazione neuro - occlusale secondo
Planas, Rivista Italiana degli Odontotecnici, Dental Press, Anno 1995, N.
2.
ESPANSIONE Termine generico utilizzato per indicare l’aumento dei
diametri delle arcate.
54
(Arco di) ESPANSIONE Si tratta di un arco continuo.
ESPANSIONE di Presa Durante la reazione di presa del gesso si verifica
un aumento volumetrico, definito appunto espansione di presa. Viene
considerata, a riguardo, la percentuale di dilatazione lineare.
ESPANSORE Palatale Nitatium Vedere NITATIUM Palatal Expander.
ESSIX Retainer termostampato con un rialzo articolare totale di 0,4 mm.
(Terapia) ESTRATTIVA Trattamento ortodontico che prevede due o più
estrazioni dentali.
ESTRUSIONE Traslazione del dente in direzione occlusale.
ETCHING Procedimento chimico consistente nell’applicazione di acido
orto - fosforico per l’adesione degli attacchi ortodontici sulle pareti dei
denti.
EUGNAZIA Funzionale Obiettivo terapeutico ottenuto con l’estrazione di
due o più denti.
EUGNAZIA Morfologica Obiettivo terapeutico ottenuto senza ricorrere
ad alcuna estrazione dentale.
EVAA Appliance Propulsore mandibolare. L’attivatore Evaa, infatti, è un
apparecchio rimovibile inferiore con rialzi laterali (realizzato secondo il
morso di costruzione) solidarizzato all’arcata superiore tramite due bracci
vestibolari in filo. Essi vanno ad inserirsi nelle cannule delle bande
posizionate sui molari superiori.
BIBLIOGRAFIA: M. Testa, Ortodonzia del nord - Europa: alcuni
apparecchi terapeutici, Rivista Italiana degli Odontotecnici, Dental Press,
Anno 1991, N. 6.
EVANS (Autore storico) Precursore nell’uso delle bande fisse come
ancoraggio.
(Trazione) EXTRA - Orale Sistema costituito da due archi, uno interno ed
uno esterno, molto utilizzato in ortodonzia per distalizzare o contenere
rotazioni indesiderate dell’arcata superiore. (vedere anche Trazione di
KLOEN).
55
BIBLIOGRAFIA: A. Samuels - V. Cacciafesta, L’uso clinico della trazione
extraorale ortodontica, Ortognatodonzia Italiana (Rivista SIDO), Anno
1999, N. 3.
F. D. A. Sistema funzionale applicato per ottenere la distrazione condilare.
Ideato dal prof. Rocabado, l’F. D. A. è composto da due splint in resina,
superiore ed inferiore, con rialzi totali. Essi sono solidarizzati attraverso un
sistema elastico rappresentato da due molle opportunamente realizzate con
un filo in acciaio di 1mm.
BIBLIOGRAFIA: M. Tromba, M. F. D. A. : apparecchiatura per la
distrazione condilare, Ortodonzia Tecnica (Rivista Or Tec), Anno 1995,
N.1.
F. O. M. (Funcional Orthodontic Modulator) Sistema funzionale modulare
ideato dall’odontotecnico Roberto Paludetti. Elementi peculiari di questo
dispositivo sono l’esiguo ingombro e l’estrema versatilità applicativa che si
traducono in vantaggi per il paziente e per lo specialista.
BIBLIOGRAFIA: R. Paludetti, Dispositivi modulari polivalenti, Rivista
Italiana degli Odontotecnici, Dental Press, Anno 1995, N.3.
FACCIA Porzione della testa che va dalla radice del naso alla zona
inferiore del mento.
FACCIA Corta Termine impiegato per identificare soggetti che
presentano una riduzione verticale del segmento facciale inferiore.
FACCIA Lunga Paziente con faccia lunga e stretta associata il più delle
volte ad un morso aperto scheletrico.
(Arco) FACCIALE Strumento utilizzato sia per rilevare sul paziente i
rapporti tra asse cerniera, denti e misura intra - condilare, che per trasferire
tali dati sull’articolatore individuale.
(Profilo) FACCIALE Per profilo facciale s’intende il bordo anteriore della
testa. I punti di repere presi in considerazione sono il mento, la fronte ed il
filtro del labbro superiore.
(Placca superiore con vite di espansione) FAN Pnas Fulcro di questo
dispositivo è la vite di espansione Fan-Pnas la cui particolare
conformazione consente l’espansione asimmetrica dell’arcata dentale
superiore.
56
BIBLIOGRAFIA: N. Pantaleoni, Ortodontotecnica, Bologna, Ed. Grasso,
1985.
(Placca superiore con vite di espansione) FAN Spring Si tratta di un
apparecchio molto usato in passato, dotato di una particolare vite utile per
l'espansione trasversale asimmetrica dell’arcata dentale superiore.
(Il regolatore di funzione linguale) FANTILLI Il regolatore di Fantilli è
un regolatore linguale realizzato sull’arcata inferiore. Esso è costituito da
un placca in resina nella quale sono inseriti due “cordoni” metallici rivestiti
da guaine di plastica. I “cordoni”, più propriamente detti modulatori, sono
in grado di essere orientati in funzione del movimento richiesto alla lingua.
Oltre a fungere da binari, i due modulatori sono degli ottimi stimolatori, in
quanto sono in grado di tonificare la muscolatura linguale nel suo
complesso.
BIBLIOGRAFIA: D.Caprifoglio - M.Gandolfini - M.Fedi - A.Levrini,
Stimolatori orali: una rassegna critica, Mondo ortodontico, Ed. Masson,
Anno 1994, N. 2.
(Gancio a) FARFALLA Mezzo ritentivo a braccio singolo impiegato
come gancio complementare. Si realizza con un filo in acciaio avente un
diametro di 0,7 mm. e la sua azione è garantita dalla “farfalla” modellata al
di sotto della massima curvatura orizzontale dei denti pilastro.
BIBLIOGRAFIA: U. Comparelli, Atlante Ortodontico, San Benedetto del
Tronto (AP), Ed. Futura, Anno 1999.
(Placca di) FARRAR Apparecchio superiore rimovibile con rialzi
occlusali totali e leggero piano di scivolo anteriore. La placca di Farrar è
utilizzata in presenza di blocco articolare (dopo la fase acuta) per
riposizionare il condilo nella sua sede.
BIBLIOGRAFIA: G. Capone - C. Rivieccio, Interceptor secondo Schulte e
la placca di Farrar, Ortodonzia Tecnica, (Rivista Or Tec), Anno 1995, N.
3.
FAUCHARD (Autore storico) Pierre Fauchard con il suo lavoro “Le
chirurgie dentiste” risalente al 1728, si pone come uno dei primi clinici
specialisti in ortognatodonzia.
FENOTIPO Tipo di sviluppo influenzato dall’ambiente che circonda il
soggetto.
57
FERULA Particolare apparecchio utilizzato in fase di contenzione. Si
caratterizza per l’estensione che interessa solo le corone dentali.
BIBLIOGRAFIA: B.G.N. Smith, Ferule definitive, Rivista Italiana degli
Odontotecnici, Dental Press, Anno 1992, N. 1.
(Lingua) FESTONATA Patologia a carico della lingua che si presenta
molto alterata nella forma e caratterizzata da impronte dentarie visibili. La
causa risiede molte volte in una dimensione verticale molto bassa associata
ad una deglutizione scorretta.
BIBLIOGRAFIA: A. Ferrante, Terapia Miofunzionale, San Benedetto del
Tronto (AP), Ed. Futura, 1997.
FILI Ortodontici I fili in ambito ortodontico rivestono un ruolo di
primaria importanza: grazie ad essi infatti è possibile garantire
l’assorbimento ed il rilascio di energia, necessaria per effettuare i
movimenti desiderati. Quando si progetta un qualsiasi apparecchio
ortodontico è indispensabile ricordare che esso agisce non soltanto in un
contesto delicato e complicato, ma anche in un campo d’azione limitato.
Ottenere una forza intensa (non indicata) non è mai un problema, al
contrario è difficile ottenere una forza leggera e continua (indicata).
FILO Leggero Vedere LIGHT - Wire.
(Gancio a) FILO Questo elemento di tenuta è realizzato con un filo in
acciaio con un diametro pari a 0,9 - 1 mm. Esso è modellato sulla parete
vestibolare del dente con la parte terminale del filo insinuato nel
sottosquadro, sì da garantire una certa stabilità alla placca ortodontica.
BIBLIOGRAFIA: Manuale di Tecnica Ortodontica, Ed. Martina, Anno
1994.
FIONDA Trazione extra – orale, avente come punto di appoggio il mento,
impiegata per correggere le III Classi scheletriche.
(Gancio) FIRENZE Ortodonzia Gancio utilizzato in abbinamento alle
bande e formato da due ganci a palla posizionati l’uno mesiale e l’altro
distale al dente, brasati ad un filo situato al di sopra di essi.
FIRST – Class Si tratta di un distalizzatore per molari ideato
dall’odontotecnico Parri e dai dottori Luppoli e Fortini.
BIBLIOGRAFIA: A. Fortini – M. Luppoli – M. Parri, Un nuovo
apparecchio per la distalizzazione rapida: il First – Class, Il Bollettino
Ortodontico Leone, N. 63, Anno 1999.
58
(Protesi) FISIOLOGICA Tipo di protesi in cui i carichi masticatori
vengono trasferiti solo sui denti (Es. Protesi fissa).
(Placca) FISSA Con tale termine si suole indicare le placche ortodontiche
in resina (normalmente rimovibili) cementate ai denti. Tale necessità,
davvero molto rara e non auspicabile, può presentarsi in dentizione decidua
ove, per la particolare morfologia dentale, non è possibile garantire una
buona ritenzione al dispositivo.
(Protesi) FISSA Tutti i tipi di protesi fissate con particolari cementi ai
denti o a strutture impiantate nell’osso.
FISSATORE Vedere VERTOCCLUSORE.
(Apparecchiature ortodontiche) FISSE I dispositivi meccanici fissi sono
apparecchi estremamente versatili e perciò impiegabili per la risoluzione di
molteplici problematiche. Essi, inoltre, presentano il vantaggio non
trascurabile di garantire al paziente un buon comfort ed al professionista un
trattamento che prescinde completamente dalla volontà del primo.
Quest’ultimo aspetto è legato alla natura stessa dell’apparecchio fisso,
natura che tuttavia causa una scarsa igiene orale e quindi compromette il
parodonto e la salute orale in generale. A tutto ciò l’ortodontista dovrebbe
porre rimedio con una minor diluizione temporale dei controlli. Le
principali tipologie riguardanti tali dispositivi sono:
- gli archi saldati;
- gli archi rimovibili;
- i retainer.
BIBLIOGRAFIA: B.G.N. Smith, Ferule definitive, Rivista Italiana degli
Odontotecnici, Dental Press, Anno 1992, N. 1,
F. K. O. Acronimo di Funktionsckieferorthopadie che significa ortopedia
funzionale dei mascellari.
BIBLIOGRAFIA: R. Frankel, Ortopedia mascellare, ortodontia e la teoria
di Roux sull’adattamento funzionale, Ortognatodonzia Italiana (Rivista
SIDO), Anno 1997, N. 5.
FLUIDITA’ Predisposizione del materiale fuso a scorrere.
FLUSSI Vedere FONDENTI.
FLUX Vedere FONDENTI
59
FOLLOW UP Controllo a distanza.
FONDENTI Materiali utilizzati durante la brasatura per rimuovere dalle
superfici da brasare gli ossidi derivanti dal riscaldamento. Questi ultimi,
una volta sciolti, si depositeranno sulla superficie esterna del saldame e
potranno essere rimossi facilmente al termine dell’operazione.
FORMATURA della Resina Fase tecnica finalizzata ad ottenere la “base”
del dispositivo ortodontico. Essa prevede:
- l’impasto del monomero e del polimero;
- la sua applicazione sul modello di lavoro, con relativa rifinitura;
- ed infine, la polimerizzazione finale dell’impasto in un appropriato
polimerizzatore.
FORMATURA della Resina con la Tecnica per Impasto Tale metodica
prevede l’impasto del liquido (metil - metacrilato) e della polvere
(polimetacrilato di metile) in appositi contenitori di vetro - ceramica o
siliconici. Dopo aver ben miscelato le due parti (in base alle proporzioni
dettate dalla casa costruttrice dell’acrilico), la resina viene colata sul
modello di lavoro fino a ricoprire tutti gli elementi presenti (ganci, arco,
molle, viti, etc.). Prima di inserire il manufatto così preparato nel
polimerizzatore, è consigliabile sia saturarlo con un po’ di polimero che
modellarlo con una spatola per ridurre le distorsioni subite dal materiale
durante la polimerizzazione.
FORMATURA della Resina con la Tecnica Sale e Pepe Tale metodica
prevede l’apposizione della polvere e del liquido direttamente sul modello
di lavoro. Dopo aver immerso in acqua e isolato il modello, si procede
spargendo su di esso dei leggeri strati di polvere (polimero) alternati a
piccole dosi di liquido (monomero), fino a ricoprire tutti gli elementi
facenti parte del dispositivo. Come per le altre metodiche, prima di inserire
il modello nel polimerizzatore è opportuno saturare e rifinire l’impasto.
FORO Retroincisivo Il foro retroincisivo si trova a ridosso degli incisivi
centrali all’altezza della sutura palatina. E’ senza dubbio un sito molto
importante poiché è attraversato sia dai nervi naso-palatini che dai vasi
della porzione anteriore del palato.
FORZA Per forza s’intende qualsiasi causa capace di produrre o
modificare un movimento.
60
FORZA Singola Tipo di forza che, applicata ai denti, produce un
movimento d’inclinazione.
FOVE Palatine Le fove palatine non hanno una posizione fissa ma
variabile da soggetto a soggetto. Esse si localizzano, comunque, tra il
palato duro e quello mobile.
F. P. O. S. (Flat Plane Occlusal Spilnt). Dispositivo superiore con rialzi
totali applicato in pazienti affetti da disordini cranio -mandibolari.
(Piano di) FRANCOFORTE E’ uno dei piani cefalometrici più
importanti; esso è compreso tra il bordo superiore del porion e il punto
sotto orbitario.
BIBLIOGRAFIA:S. Corti, Cefalometria in norma lateralis, Guida pratica
al tracciato cefalometrico di Ricketts; Verona, Ed. Resch, Anno 1988.
(Placca vestibolare di) FRANKEL La Die Bukkalplatte si
contraddistingue per il corpo in resina che, infatti, si sviluppa
esclusivamente nel vestibolo dell’arcata inferiore. Il professor Frankel ha
ideato tale apparecchiatura per agevolare la funzione linguale, tanto
compromessa con l’applicazione dei dispositivi rimovibili linguali
tradizionali.
BIBLIOGRAFIA: F.Francioli - D. Francioli, “Die Bukkalplatte-la placca
vestibolare secondo Rolf Frankel, Bollettino di Informazioni Ortodontiche
Leone, N. 40.
(Regolatore di funzione di) FRANKEL Tra i dispositivi funzionali, il
regolatore di funzione del prof. Frankel è quello più completo e quindi più
indicato in presenza di disordini muscolari, causa di malocclusioni e di
assimetrie facciali. L’apparecchio si caratterizza per gli scudi in resina
laterali e anteriori, realizzati secondo parametri ben studiati dall’Autore.
Essi hanno come obiettivo terapeutico principale quello di contrastare
l’azione centripeta della muscolatura vestibolare verso il complesso dento alveolare. Anche per il regolatore di funzione di Frankel esistono più
versioni, ciascuna mirata alle differenti malocclusioni:
- il regolatore FR 1 per le I Classi con affollamento;
- il regolatore FR 2 per le II Classi;
- il regolatore FR 3 per le III Classi;
- il regolatore FR 4 in presenza di morsi aperti.
BIBLIOGRAFIA: R. Frankel - C. Frankel, Ortopedia orofacciale con il
regolatore di funzione, Milano, Ed. Masson, Anno 1991.
61
FREEWAY Space Spazio libero fisiologico intra - occlusale.
FRENULECTOMIA Operazione chirurgica riguardante la riduzione o
l’eliminazione del frenulo.
FRENULO Linguale Esso deve essere salvaguardato dal presidio
protesico e per garantire ciò lo specialista deve rilevare un’impronta
funzionale che registri i suoi movimenti in tutte le direzioni.
(Dispositivi) FUNZIONALI “La funzione modella la forma”. Questo
concetto enunciato da Moss nel 1968 in relazione alla matrice funzionale,
racchiude tutta la filosofia terapeutica degli apparecchi funzionali. L’azione
di tali dispositivi, infatti, è mirata a contrastare, sfruttare e rieducare la
muscolatura oro - facciale e non, come avviene per gli apparecchi
meccanici, agendo direttamente sui denti. Dall’inizio del secolo (a quegli
anni risalgono i monoblocchi di Robin, Andresen e Haupl, precursori dei
presidi funzionali) ad oggi, la loro “evoluzione” è stata costante e
progressiva tanto da porli in una posizione di primo piano nel panorama
ortodontico mondiale. I clinici che più di altri hanno contribuito a tale
successo sono stati il professor Frankel con il regolatore di funzione e il
dottor Balters con il Bionator. Entrambi sono divenuti ben presto dei punti
di riferimento, influenzando e stimolando successivamente altri autorevoli
Autori a mettere a punto apparecchiature più sofisticate e talvolta più
efficaci.
BIBLIOGRAFIA: T. M. Graber, I principi fisiologici degli apparecchi
funzionali, Ed. Masson. Milano, Anno 1989.
FUSIBILITA’ Predisposizione di un materiale a passare dallo stato solido
a quello liquido tramite apporto, maggiore o minore, di calore.
GANCI Termine generico usato per indicare i sistemi ritentivi
indispensabili per la stabilità della protesi rimovibile ovvero gli accessori
solidarizzati all’apparecchiatura utili per l’applicazione di elastici inter o
extra - orali.
GANCI di Ritenzione Un buon dispositivo ortodontico mobile per
definirsi tale deve essere supportato da ottimi sistemi ritentivi. Essi perciò
devono essere realizzati con la massima cura, rispettando sempre alcuni
principi basilari:
- non devono interferire a livello occlusale con l’antagonista;
- non devono ledere i tessuti molli ed il parodonto;
62
-
non devono ostacolare eventuali eruzioni dentali;
devono garantire una buona stabilità alla placca;
devono essere confezionati così come prescritto dall’Autore;
e infine, durante il trattamento ortodontico, devono poter essere attivati
dallo specialista in qualunque momento.
I ganci che rispondono a queste caratteristiche sono numerosi e si dividono
sostanzialmente in elementi ad uno o più bracci, ciascuno con propri pregi
e difetti.
BIBLIOGRAFIA: Manuale di Tecnica Ortodontica, Ed. Masson, Milano,
Anno 1994.
(Dispositivo di) GARRY - Prior Si tratta di un Herbst modificato,
applicato in pazienti russatori affetti da apnea notturna. Esso è realizzato
secondo i principi della scuola neuro - muscolare.
BIBLIOGRAFIA: N. Lambini, Apnea ostruttiva e roncopatia cronica:
“L’utilizzo di apparecchiature dentali nel trattamento notturno”, Bollettino
di Informazioni Ortodontiche Leone, N. 54.
GAUGE George Strumento utilizzato per la registrazione del morso di
costruzione.
(Metodica di) GELB E’ una indagine per immagine. Il fine di tale
metodica è valutare la posizione del condilo nella cavità glenoidea sul
piano sagittale attraverso proiezioni laterali. Vedere anche (Posizione 4 – 7
di) GELB:
Bibliografia: U. Capurso, Diagnostica per immagini dell’ATM, Schede di
aggiornamento SIDO, 1994-1995.
(Placca di) GELB Vedere M .O .R .A.
(Posizione 4-7 di ) GELB Ci si riferisce alla posizione del condilo nella
cavità glenoidea. Suddividendo le parti interessate in zone numerate, il
condilo deve trovarsi nelle porzioni 4 e 7 per ottenere, secondo il prof.
Gelb, un’occlusione fisiologica.
BIBLIOGRAFIA: A. Ferrante, Terapia miofunzionale, San Benedetto del
Tronto (AP), Ed. Futura, 1997.
(Arco) GEMELLARE Si tratta dell’insieme di due archi di filo in accaio
da 0,2 - 0,3 mm. incastonati in tubi che a loro volta, vengono inseriti
all’interno delle bande nei rispettivi alloggi.
GENI Vedere TUBERCOLI Mentonieri.
63
GENIOGLOSSO Muscolo facente parte della lingua, responsabile
dell’avanzamento e dell’arretramento della lingua.
GENIOPLASTICA Intervento chirurgico atto a migliorare l’estetica del
profilo del viso.
BIBLIOGRAFIA: M.T. Fadda - E. Migliano - E. Flumari, La
programmazione della genioplastica in chirurgia ortognatica, Mondo
Ortodontico, Ed. Masson, Anno 1996, N. 5.
(Lingua) GEOGRAFICA Patologia a carico della lingua che si presenta
molto alterata nella forma. La causa è da ricercare in una grave
deglutizione viziata.
BIBLIOGRAFIA: A. Ferrante, Terapia miofunzionale, San Benedetto del
Tronto (AP), Ed. Futura, Anno 1997.
GERMEZ Apparecchio mobilizzatore intra - orale.
GESSO Il gesso è un minerale che in natura si presenta sia in cristalli
trasparenti che in grandi ammassi rocciosi. E’ un solfato di calcio biidrato
(Ca SO4 – 2H20), ha un peso specifico di 2,3 (un cm. Di gesso naturale
pesa 2,3 grammi), durezza 2 nella scala di Mohs. I gessi utilizzati in campo
dentale sono ottenuti con la cottura e la macinazione del gesso naturale.
Quest’ultimo una volta setacciato e ben miscelato, viene ulteriormente
calcinato a 120° perdendo una parte di acqua di cristalizzazione. Così
facendo il solfato di calcio biidrato (gesso naturale) si trasforma in solfato
di calcio semiidrato (gesso dentale).
GESSO ad Uso Dentale (Classificazione) Tali materiali vengono suddivisi
in base alla loro durezza in tre gruppi ed in quattro tipi. Questa
classificazione è dovuta alla differente granulosità della polvere che
comporta un diverso quantitativo di acqua durante la miscelazione (la
quantità di acqua è inversamente proporzionale alla durezza finale del
gesso).
GRUPPI
1° Gruppo: gesso beta tenero (rapporto acqua - polvere 1:2) Espansione
lineare = 0,3 - 0,5%
2° Gruppo: gesso alfa duro (rapporto acqua - polvere 1:3) Espansione
lineare = 0,1 - 0,2%
3° Gruppo: gesso alfa extra duro (rapporto acqua - polvere 1:4) Espansione
lineare = 0,01 - 0,1%
TIPI
64
Tipo I = gesso tenero, impiegato per la rilevazione di particolari impronte
di posizione;
Tipo II = gesso tenero, utilizzato per il confezionamento di muffole e
stampi;
Tipo III = gesso duro, utile per la realizzazione di modelli particolarmente
resistenti alla compressione ed all’abrasione;
Tipo IV = gesso extra duro o sintetico utilizzato per lavori estremamente
precisi.
(Placca di) GIANNELLY Si tratta di una placca di contenzione con arco
circolare
BIBLIOGRAFIA: P. Gandini - M. Mancini - D. Fraticelli - G. Sfrondino,
Quaderni di Odontoiatria Infantile a cura di D. Caprifoglio, Ed. Masson,
Milano, Anno 1992.
(Morfocorrettore di ) GIANNI’ Dispositivo ad azione funzionale molto
simile al regolatore di funzione di Frankel.
BIBLIOGRAFIA: Manuale di Tecnica Ortodontica, Ed. Martina, Bologna,
Anno 1994.
GINESTET Apparecchio mobilizzatore extra - orale.
BIBLIOGRAFIA: T. Gallo, Il Darcissac e il suo impiego, Rivista Italiana
degli Odontotecnici (Dental Press), Anno 1995, N. 5.
(Placca di) GINEVRA Apparecchio superiore indicato per le classi II, con
ganci di Adams sui secondi premolari, arco vestibolare semplice, piani
rialzati laterali, vite di espansione e tubi per attivatore utili per
l’applicazione della trazione extra - orale.
BIBLIOGRAFIA: 1) J. P. Joho - F. De Kalbermatten, Placca di Ginevra
con trazione extra - orale, Bollettino di Informazioni Ortodontiche Leone,
N. 59.
2) N. Salento - R. Grassi, Gli attivatori con trazione extra - orale delle
scuole svizzere, Ortognatodonzia Italiana (Rivista SIDO), Anno 1995, N.
5.
GIPSOTECA Mobile adibito ad archivio dei modelli riproducenti le
bocche dei pazienti ortodontici.
GIRES Apparecchio mobilizzatore intra - orale.
GLOSSECTOMIA Intervento chirurgico consistente nella riduzione del
volume della lingua.
65
GNATODINOMETRO Strumento utilizzato per analizzare e calcolare i
carichi masticatori che i singoli denti sono in grado di sopportare.
(Placca) GNATOLOGICA Modulare Presidio terapeutico superiore di
stabilizzazione. La particolarità di questo dispositivo è rappresentata dalla
possibilità di aggiungere alla placca base accessori utili alla distrazione
dell’ATM ed al riposizionamento mandibolare.
BIBLIOGRAFIA: E. Acciville - M. Buccheri - G. Fiorillo, Distrattore
asimmetrico e placca gnatologica modulare, Tecnica Ortodontica (Rivista
Or Tec), Anno 1996, N. 2-3.
(Placca di) GODDARD Introdotta intorno al 1880 questa placca di
vulcanite, provvista di molle per espansione di Coffin, permetteva
l’avanzamento del gruppo dentale anteriore del mascellare superiore.
(Espansore di) GODON La funzione dell’apparecchio di Godon risalente
alla fine del 1800 era espandere l’arcata inferiore grazie a due viti poste
anteriormente.
GONFOSI E’ la sinartrosi rappresentata dal rapporto dente ed alveolo.
(Arco verticale di) GOSHGARIAN Particolare arco trans - palatino
provvisto di un ansa centrale capace di produrre movimenti in diverse
direzioni e impedire la mesializzazione dei denti ad essi collegati. Essi
possono essere realizzati con fili d’acciaio con diametro 0,9 - 1 mm. o con
speciali fili elastici in lega beta - titanio. Per la solidarizzazione alle bande,
è possibile sia saldarli che inserirli nei lingual cleat, rendendoli così
rimovibili.
BIBLIOGRAFIA: G. Fiorelli - B. Melsen - R. Giorgetti, Fondamenti di
biomeccanica nell’uso della barra transpalatale e dell’arco linguale,
Mondo Ortodontico, Ed. Masson, Anno 1990, N. 6.
(Arco) GOTICO Insieme dei movimenti eccentrici della mandibola sul
piano orizzontale.
(Attivatore di) GOUDIN Monoblocco bi - mascellare in resina acrilica ad
azione ortopedico funzionale.
BIBLIOGRAFIA: Manuale di Tecnica Ortodontica, Ed. Martina, Bologna,
Anno 1994.
66
GRABER Si tratta di un lip - bumper.
(Scala) GRADUATA Strumento diagnostico utilizzato in terapia
miofunzionale per valutare la resistenza della muscolatura delle labbra.
BIBLIOGRAFIA:A. Ferrante, Terapia miofunzionale, San Benedetto del
Tronto(AP), Ed. Futura, Anno 1997.
GRATA Porzione dello scheletrato atta ad accogliere le basi in resina ed i
denti artificiali.
(Molla a) GREMBIULE Tali molle sono solitamente brasate ad archi o
ferule posizionate in alto, vestibolarmente rispetto all’arcata dentale. La
loro funzione è quella di correggere eventuali linguo - inclinazioni degli
elementi anteriori.
BIBLIOGRAFIA: W.J. Tulley - B.S. Cryer, Trattamento ortodontico
nell’adulto, Ed. Odonto Stomatologiche Internazionali Saccardin, Bologna,
Anno 1970.
GRIGLIA Linguale Rappresenta sicuramente il restraint più utilizzato per
bloccare la spinta anomala della lingua sui denti, anteriori o e posteriori.
Caratterizzata da anse in filo di numero e diametro variabili in base allo
spazio da coprire, la griglia può essere sia inglobata nell’acrilico che
saldata su di un arco linguale fisso. Essa può essere applicata sia sull’arcata
superiore che su quella inferiore: in ogni caso per evitare l’insorgere di
decubiti è importante che non venga in contatto con i tessuti molli.
BIBLIOGRAFIA: D. Caprifoglio - M. Gandolfini - M. Fedi - A. Levrini - L.
Levrini, Stimolatori orali: una rassegna critica, Mondo ortodontico, Ed.
Masson, Anno 1994, N. 2.
GRIGLIE Palatali Costrittori fissi applicati per contrastare l’abitudine
viziata del succhiamento.
BIBLIOGRAFIA: G. Tassan, Dispositivi per la correzione della
malposizioni linguali, Rivista Italiana degli Odontotecnici (Dental Press),
Anno 1995, N. 9.
(Gancio di) GROTH Mezzo ritentivo estremamente efficace in presenza di
elementi poco erotti, caratterizzato da una forma ad “U” chiusa.
BIBLIOGRAFIA: E. Witt - M.E. Gehrke, Progettazione e costruzione degli
apparecchi ortodontici, Ed. Piccin, Padova, Anno 1988.
67
GUARDIA Orale Dispositivo mobile interessante entrambe le arcate ed
esteso, sia lingualmente che vestibolarmente, oltre il colletto dei denti. Tale
apparecchio è realizzato in materiale termoplastico ed il suo scopo è quello
di preservare il complesso dento - alveolare durante l’attività fisica.
GUIDA Canina Percorso della mandibola funzionale alla posizione e
morfologia dei canini.
GUIDA Condilare Percorso della mandibola strumentale alla morfologia
dei condili e delle cavità glenoidee.
GUIDA Incisiva Movimento di protrusione mandibolare dipendente dalla
morfologia e dalla posizione degli incisivi.
(Linea) GUIDA Vedere (Linea di) ANALISI.
GUIDE Occlusali Vedere (Placche per) BRUXISTI e (Dispositivi con)
GUIDE.
(Dispositivi con) GUIDE Apparecchi forniti di guide occlusali in resina in
grado di riposizionare la mandibola secondo un protocollo terapeutico
programmato dallo specialista in base alla disfunzione occlusale o
articolare presente.
GUMMY Smile Sorriso gengivale.
(Dado di) GURIN Accessorio dell’apparecchiatura fissa che permette
l’aggiunta di ganci e stop in modo semplice e veloce.
(Disgiuntore di) HAAS Espansore rapido del mascellare che si caratterizza
per la presenza della resina sul palato. Tale modifica rende il dispositivo
più versatile in quanto è possibile trasformarlo, dopo la diastasi, in un
apparecchio di contenzione rimovibile.
BIBLIOGRAFIA: C. Browne - I. Sutton - A. Twesme, Espansore rapido
palatale tipo Haas, Ed. Masson, Anno 1992, N. 4.
(Apparecchio di) HABERFELLNER e Rossiwall Questo attivatore è un
dispositivo ideato per coadiuvare la lunga e difficile terapia di pazienti
piccoli affetti da paralisi celebrale con compromissione dei distretti orale,
facciale e faringeo. Il suo fine terapeutico, che si esplica attraverso la sua
estrema mobilità, è facilitare le funzioni più semplici dell’apparato
68
stomatognatico: l’assimilazione del cibo e la riduzione della fuoriuscita
della saliva. Per ottenere tali risultati l’attivatore è composto da:
- quattro scudi (due per arcata) posti vestibolarmente in zona anteriore,
utili per garantire una buona sensibilità della zona periorale ed il
ripristino della chiusura della rima orale;
- un corpo linguale a forma di “coda”, al quale si possono aggiungere vari
accessori che, stimolando la lingua e la zona orale, hanno il compito di
ripristinare il riflesso deglutitorio e la coordinazione dei vari elementi
interessati.
BIBLIOGRAFIA: D. Caprifoglio - M. Gandolfini - M. Fedi - A. Levrini - L.
Levrini, Stimolatori orali: una rassegna critica, Mondo Ortodontico, Ed.
Masson, Anno 1994, N. 2.
HAND Separator Strumento utilizzato per eseguire lo stripping.
(Placca di) HANSA Apparecchio ortopedico funzionale nato da una
modifica del sistema di Bass e ideato dal professor Hasun. La placca di
Hansa è costituita da due placche:
- una superiore, con rialzi occlusali, tubi per la trazione extra - orale,
ganci di ritenzione, molla per il torque anteriore, vite di espansione
trasversale;
- una inferiore, con lip - bumper in filo e anse con funzione di ancoraggio
allo splint superiore.
BIBLIOGRAFIA: H. Konrad, La placca “Hansa” secondo il prof. Hasun,
Ortodonzia Tecnica (Rivista Or Tec), Anno 1995, N. 3.
(Attivatore di) HARVOLD Dispositivo funzionale nato da una modifica
dell’Andresen, da cui si distingue per l’apertura anteriore e per il diverso
disegno dell’arco vestibolare.
BIBLIOGRAFIA: M. Testa, Ortodonzia del nord Europa: alcuni
apparecchi terapeutici, Rivista Italiana degli Odontotecnici, Dental Press,
Anno 1991, N. 6.
HAUPL (Autore storico) Coideatore dell’attivatore di Andresen.
(Placca di) HAWLEY Essenzialmente, tale placca è costituita da due
ganci di Adams realizzati sui primi molari ed un arco vestibolare semplice.
Quest’ultimo, invece di essere inserito nell’acrilico, può essere brasato ai
ponti degli Adams. La resina palatalmente si estende fino agli ultimi
molari.
BIBLIOGRAFIA: 1) C. A. Hawley, A removable retainer, International
Journal of Orthodontics, N. 2, Anno 1919.
69
2) W.R. Proffit, Ortodonzia Moderna, Ed. Masson, Milano, Anno 1995.
(Placca di rilassamento di) HAWLEY Si tratta di una placca superiore con
ganci molari, arco vestibolare con passanti distali ai canini e piano di
svincolo anteriore interessante gli incisivi ed i canini inferiori.
HEADGEAR Si tratta della trazione extra - orale con appoggio craniale.
(Vite di) HELLER Particolare vite che permette sia la vestibolarizzazione
che la contrazione di singoli denti.
BIBLIOGRAFIA: E. Witt - M.E. Gehrke, Progettazione e costruzione degli
apparecchi ortodontici, Ed. Piccin, Padova, Anno 1988.
(Arco linguale di) HELLIS Arco linguale con un omega centrale realizzato
in oro con capsule prestampate.
(Cerniera di) HERBST Apparecchio fisso utilizzato per la correzione delle
malocclusioni di II e III Classe. Esso è costituito essenzialmente da due
“perni” reperibili in commercio, posti l’uno a destra e l’altro a sinistra delle
due arcate e fissati alle bande ed all’apparecchiatura multi – attacchi,
tramite accessori specifici. All’interno delle due “cannule” vi sono dei
perni che lavorando a mo’ di stantuffo producono, durante l’apertura e la
chiusura della bocca, gli effetti terapeutici ricercati. E’ opportuno precisare
che se per le II Classi tali perni sono posizionati anteriormente al
mascellare (a livello canino) e posteriormente alla mandibola (sui molari),
per le III Classi dentali essi verranno posizionati esattamente al contrario.
BIBLIOGRAFIA: 1) H.S. Orton, Gli apparecchi funzionali in terapia
ortodontica. Indicazioni cliniche e tecniche di costruzione, Scienza e
Tecnica Dentistica, Ed. Internazionali, Milano, Anno 1995.
2) R. Schiavoni, Il trattamento delle malocclusioni di Classe II mediante
l’apparecchio di Herbst, Mondo Orotdontico, Anno 1990, N. 1.
(Attivatore di) HERREN Dispositivo funzionale utilizzato in presenza di
discrepanze scheletriche di Classe II. Essenzialmente si tratta di un
monoblocco interessante entrambe le arcate (tipo Andresen) composto da:
- vite di espansione trasversale;
- ganci di ritenzione sui molari;
- archi vestibolari semplici, superiore ed inferiore.
Anteriormente tra le due arcate, per agevolare la respirazione del paziente,
l’Autore consiglia di realizzare un “tunnel” e di abbracciare con l’acrilico
anche le superfici vestibolari degli incisivi inferiori.
70
BIBLIOGRAFIA: M. Ruzza, Attivatore di Herren, Ortodonzia Tecnica
(Rivista Or Tec), Anno 1996, N. 4.
HICKAM Sistema extra - orale completo di mentoniera e propulsore per il
mascellare, utile per la correzione delle III Classi scheletriche.
HIGH - Pull Utilizzato per il controllo della dimensione verticale in
soggetti iper – divergenti, tale sistema extra - orale è costituito
essenzialmente da un appoggio pericranico collegato all’apparecchiatura
fissa applicata all’arcata superiore.
HINGE - axis Asse cerniera.
(Sistematica) HIRO Metodica messa a punto dal dottor Hiro, riguardante il
bandaggio linguale indiretto.
BIBLIOGRAFIA: S. Della Vecchia-G. Scuzzo-K. Takemoto-T. Hiro-N.
Citrulli, Hiro System: nuova metodologia per il bandaggio linguale
indiretto. Procedura di laboratorio,Ortodonzia Tecnica (Rivista OrTec),
N.1, Anno 2001.
(Pinza di) HOLLOW Chop Strumento utilizzato per realizzare archi
palatali.
(Placca palatale di) HOTZ Apparecchio utilizzato in pazienti affetti da
palatoschisi per “sigillare” la fessura in attesa dell’intervento chirurgico. La
sua conformazione, molto simile a quella della base di una protesi mobile
totale, si caratterizza per la presenza di uno strato esterno duro (realizzato
in resina acrilica) che ricopre quello interno morbido preposto alla chiusura
della palatoschisi.
BIBLIOGRAFIA: M. Seki, Palatoschisi e placca palatale secondo Hotz, La
Quintessenza Odontotecnica, Ed. Resch, Anno 1991, N. 12.
(Placca vestibolare di) HOTZ Si tratta di uno schermo vestibolare
utilizzato sia in terapia miofunzionale che per lingualizzare gli incisivi
superiori.
BIBLIOGRAFIA: F.V. Tenti, Guida alla scelta ragionata degli apparecchi
ortodontici fissi e rimovibili, Ed. Microlito, Recco (GE).
(Pinza di) HOW Strumento utilizzato per modellare le bande.
HUNTER (Autore storico) John Hunter fu tra i primi a dimostrare con un
esperimento che è la mandibola a muoversi e non il resto del cranio.
71
I. A. P. N. O. R. International Academy of Posture and Neuromuscolar
Occlusion Research.
(Archi) IDEALI Archi continui utilizzati per la rifinitura della cura
ortodontica.
BIBLIOGRAFIA: M. Langlade, Terapia Ortodontica, Scienza eTecnica
Dentistica, Ed. Internazionali, Milano.
IDROCOLLOIDI Irreversibili Vedere ALGINATO
IDROCOLLOIDI Reversibili Materiale per impronta che, grazie ad una
particolare sostanza, (gel di Agar), può essere utilizzato ripetutamente.
IMPASTO della Resina Vedere FORMATURA della Resina.
(Superficie) INCISALE Superficie occlusale degli incisivi e dei canini.
INCLUSIONE Difficile eruzione di un dente.
(Bandaggio) INDIRETTO Questa tecnica di laboratorio consiste
nell’approntare il montaggio degli attacchi ortodontici sui modelli in gesso.
Successivamente, tramite mascherine di trasferimento, gli attacchi così
posizionati vengono fissati sugli elementi dentari riducendo il tempodi
attesa ed il fastidio per il paziente.
(Attivatore) INDIVIDUALE Vedere (Attivatore di) BONDI.
INFRAOCCLUSIONE Tale termine indica uno o più denti che si
vengono a trovare al di sotto del piano occlusale.
INTARSIO Ricostruzione di una porzione della corona tramite
applicazione di una struttura in lega o in materiale estetico opportunamente
realizzata.
INTERCEPTOR di Schulte Vedere (Interceptor di) SCHULTE.
(Fase) INTERCETTIVA La fase intercettiva rappresenta in ambito
ortodontico la tanto auspicata prevenzione, utile per evitare l’insorgere di
patologie di difficile soluzione. Essa, infatti, ha come scopo terapeutico
72
quello di risolvere eventuali problemi ortodontici e/o funzionali ortopedici
sin dalla loro comparsa in età evolutiva.
BIBLIOGRAFIA: F. Fiorile, Trattamento intercettivo, Ortodonzia Italiana
(Rivista SIDO), Anno 2000, N. 2.
(Molle) INTERDENTALI Molto simili alle molle con occhiello, si
differenziano da queste per l’assenza dell’occhiello stesso.
BIBLIOGRAFIA: D. Covoni, Elementi a molla, Bollettino di Informazioni
Ortodontiche Leone, N. 52.
(Trazione) INTERMASCELLARE Trazione intra orale consistente
nell’applicazione di elastici tra le due arcate.
INTERNAL Derangements Alterazioni intra - capsulari.
INTEROCCLUSAL Acrilic Appliance Dispositivo rimovibile ideato dal
professore americano Korn per intrudere i settori dentali posteriori.
BIBLIOGRAFIA: M. Korn - J. P. Massol - E. Sefaty, L’orthodontie
posturale, Rev. Orthop. Dentofac, Anno 1995, N. 29.
INTERPOSIZIONE Linguale Abitudine scorretta della lingua che si
frappone tra le arcate dentali.
(Trazione) INTRAMASCELLARE Trazione intra orale consistente
nell’applicazione di elastici tra denti della stessa arcata.
(Apparecchi) INTRANASALI Acrilici Particolari presidi terapeutici
applicati in soggetti affetti da labiopalatoschisi.
BIBLIOGRAFIA: I. Santiago, Trattamento ortopedico - ortodontico delle
labiopalatoschisi, Bollettino di Informazioni Ortodontiche Leone, N. 60.
INTRUSIONE Movimento ortodontico corporeo di uno o più elementi
verso la base ossea.
(Attivatore di) INTRUSIONE Attivatore indicato nelle II Classi 1°
Divisione gravi, con sorriso gengivale e faccia lunga.
BIBLIOGRAFIA: H.S. Orton, Gli apparecchi funzionali in terapia
ortodontica. Indicazioni cliniche e tecniche di costruzione, Scienza e
Tecnica Dentistica, Ed. Internazionali, Milano, Anno 1995.
73
IOGLOSSO E’ un muscolo che fa parte della lingua. Esso la deprime e
concorre al suo arretramento.
I. P. A. Acronimo di Indirect Position Arches. Si tratta di una metodica di
incollaggio indiretto dei brackets.
BIBLIOGRAFIA: F. Fantozzi, “IPA” (Indirect Position Arches), Bollettino
di Informazioni Ortodontiche Leone, N. 64.
IPER - Correzione Termine riguardante la posizione dei primi molari.
Esso sottintende uno spostamento degli stessi in iper-prima Classe di Angle
per garantirsi inequivocabilmente, in caso di recidiva, il successo
terapeutico del trattamento ortodontico.
IPERDIVERGENTE Sinonimo di faccia lunga.
IPERDIVERGENZA Conformazione scheletrica del cranio con crescita
in senso orario e verticale.
IPERDONZIA Termine indicante un numero maggiore di elementi dentari
sull’arcata rispetto alla norma (soprannumerari).
IPER - Funzione Occlusale Parafunzione dovuta a rapporti occlusali non
corretti.
IPODIVERGENTE Sinonimo di faccia corta.
IPODIVERGENZA Conformazione scheletrica del cranio con crescita in
senso anti orario e orizzontale.
IPODONZIA Termine indicante un numero minore di elementi dentari
sull’arcata rispetto alla norma.
IPOSCIALIA Diminuzione della secrezione salivare.
(Disgiuntore rapido di) ISAACSON Diastasatore della sutura palatina
composto da una particolare vite fornita di molla che si estende
trasversalmente sul palato.
BIBLIOGRAFIA: D. J. Timms, La realizzazione di apparecchi per la
rapida dilatazione palatina (RDP), La Quinteessenza Odontotecnica, Ed.
Resch, Anno 1993, N. 6.
74
(Contrazione muscolare) ISOMETRICA Il muscolo si contrae senza
apprezzabile diminuzione di lunghezza, mentre la sua tensione aumenta.
(Contrazione muscolare) ISOTONICA Il muscolo si contrae senza
aumento di tensione, accorciandosi notevolmente.
(Gancio a) J Il gancio a “J” è utile come elemento di sostegno
complementare. La sua parte ritentiva, ossia il filo modellato a forma di
“J”, deve essere curvata in modo da essere accostato al margine della
gengiva sulla superficie vestibolare, avvolgendo così completamente il
dente di ancoraggio in senso mesio - distale.
(Gancio di) JACKSON Questo gancio fu ideato all’inizio del scolo da V.
H. Jackson con l’intento di sfruttare al meglio i sottosquadri mesiali e
distali presenti sulla parete vestibolare del dente.
BIBLIOGRAFIA: Manuale di Tecnica Ortodontica, Bologna, Ed. Martina,
Anno 1994.
JANKELSON Americano, è considerato il padre dell’occlusione neuromio - posturale.
(Ortotico di) JANKELSON Vedere ORTOTICO.
JASPER Jumper Propulsore mandibolare fisso che lavorando lungo
l’asse di crescita delle Y favorisce l’avanzamento della mandibola senza
indurre arretramenti del mascellare superiore.
BIBLIOGRAFIA: 1) S. Beccari, La metodica Herbst e il Jasper Jumper nel
trattamento ortodontico fisso, Ortognatodonzia Italiana (RivistaSIDO),
Anno 1992, N. 4.
2) A. Calabro, Jusper Jumper, Ortognatodonzia Italiana (Rivista SIDO),
Anno 1992, N. 3.
J. C. O. (Rivista) Journal of Clinic Orthodontics.
(Placca di) JENSEN Placca superiore con rialzo anteriore che non prevede
ganci di ritenzione. Anteriormente, sulla superficie vestibolare degli
incisivi superiori, è presente un arco vestibolare realizzato con un filo di
spessore di 0,4 x 0,5 mm.
BIBLIOGRAFIA: C. Raiman, Speciali apparecchi di ritenzione amovibili,
La Quintessenza Odontotecnica, Ed. Resch, Anno 1989, N. 12.
75
JET Family Sistematica comprendente una serie di dispositivi ideati
dell’odontotecnico Mauro Testa e dal dottor Aldo Carano. La loro
peculiarità è rappresentata dal sistema telescopico, fulcro di tutti gli
apparecchi, che opportunamente assemblato permette la risoluzione di
diverse disgnazie.
BIBLIOGRAFIA: A. Carano - M. Testa, Catalogo Jet Family, Micerium.
J - Hook Accessorio a forma di “J” utilizzato per l’applicazione della
trazione extra - orale alta.
JIG Sistema accessorio dell’apparecchiatura ortodontica utile per
l’applicazione di trazioni intra o extra - orali.
JIG di V. Lucia Splint superiore rimovibile ideato dallo gnatologo
americano Lucia, la cui peculiarità è la struttura che si estende solo nella
zona anteriore dell’arcata superiore. BIBLIOGRAFIA: E. Pessina-M.
Bosco-V. Collesano,Le placche occlusali nella terapia dei disordini
cervico-cranio-mandibolari, Quaderni di Protesi, Ed Masson, Milano,
Anno 1996.
(Mini) JIG Dispositivo in materiale elastico ideato dal Prof. Korn per
intrudere i settori dentali anteriori.
BIBLIOGRAFIA: M. Korn - J.P. Massol - E. Serfaty, L’orthodontie
posturale, Rev. Orthopo. Dentofac., Anno 1995, n. 29.
JONES Jig Questo dispositivo permette di effettuare la distalizzazione dei
molari superiori comprimendo una molla al nickel titanio contro un
meccanismo di ancoraggio, composto da un bottone di Nance solidarizzato
alle bande cementate sui secondi premolari. Il vantaggio clinico del Jones
Jig risiede nella semplicità del meccanismo che evita così l’applicazione di
trazione di II Classe.
BIBLIOGRAFIA: R.O. Jones - J.M. White, Per una rapida e semplice
distalizzazione dei molari, Mondo Ortodontico, Ed. Masson, Anno 1994,
N.5.
(GS) JUMPER Dispositivo ad azione funzionale applicato per la
correzione delle II Classi. Il GS Jumper è composto da un apparecchio
superiore con:
- ganci di ritenzione;
- arco vestibolare semplice;
- vite di espansione trasversale;
- piani rialzati in resina;
76
- arco palatale;
- tubi per l’inserimento della trazione extra - orale.
In corrispondenza delle zone palatali a livello molare, si sviluppano due
“ali” che fungono da sede per l’avanzatore mandibolare, indispensabile per
la correzione della discrepanza basale. Quest’ultimo, realizzato in filo, è
provvisto di elici per aumentarne l’elasticità e di unisola in resina a contatto
con i tessuti molli della zona linguale anteriore.
BIBLIOGRAFIA: M. Testa, Ortodonzia del nord Europa: alcuni
apparecchi terapeutici; Rivista Italiana degli Odontotecnici, Dental Press,
Anno 1991, N. 6.
(Sistema elastodontico) KFO Sistematica comprendente vari tipi di
posizionatori (realizzati con elastomeri di silicone con grado di durezza
shore pari a Sh 40 e Sh 65) in grado, dopo aver effettuato il necessario set up, di effettuare movimenti molto più ampi rispetto ai tradizionali
posizionatori.
BIBLIOGRAFIA: R. Hinz, Sistema elastodontico KFO. Evoluzione del
posizionatore, Ortodonzia Tecnica (Rivista Or Tec), Anno 1996, N. 2 - 3.
(Attivatore di) KARWETZY Attivatore composto da due splint, uno
superiore e l’altro inferiore, uniti da altrettante anse ad “U” poste
palatalmente ed in posizione posteriore (all’altezza dei molari). Esso può
essere impiegato nel trattamento del progenismo.
BIBLIOGRAFIA: K. Stolp, Attivatore a staffa U secondo Karwetzy, La
Quintessenza Odontotecnica, Ed. Resch, Anno 1992, N. 10.
(Classificazione di) KENNEDY Questa classificazione ha come scopo
precipuo quello di individuare e catalogare situazioni di edentulie
topograficamente simili. Essa si sviluppa in quattro classi principali:
- 1° Classe: edentulie bilaterali presenti distalmente ai denti residui;
- 2° Classe: edentulie monolaterali presenti distalmente ai denti residui;
- 3° Classe: edentulia presente mesialmente al dente superstite;
- 4° Classe: edentulia interessante la zona normalmente occupata dai denti
frontali.
KETCHAM (Autore storico) Fautore dell’introduzione della radiografia
facciale in collaborazione con Ellis.
KIBERNETOR di Schmuth Esso rientra tra gli attivatori anteriori aperti o
stimolatori occlusali. Come tutti gli attivatori anche il Kibernetor è
realizzato in articolatore, con i modelli orientati secondo il morso di
costruzione rilevato dallo specialista. Esso è molto simile al Bionator; gli
77
elementi che lo contraddistinguono sono i due archi vestibolari semplici
realizzati sulle due arcate e la vite di espansione trasversale posta
sull’arcata superiore.
BIBLIOGRAFIA: F. Brandies - N. F. Stahl, Tecnica Ortognatodontica,
Milano Ed. Masson, Anno 1993.
KINESIOLOGIA Applicata La kinesiologia applicata è una scienza che,
attraverso, alcuni test muscolari, permette di allo specialista di individuare
dettagliatamente lo stato di salute del paziente.
BIBLIOGRAFIA: R. Dujany, Teoria e impiego pratico della kinesiologia
applicata, Ed. Tecniche Nuove, Milano, Anno 1990/95.
KINETOR di Stockfish L’attivatore di Stockfish è costituito
essenzialmente da due placche con viti trasversali, una inferiore e l’altra
superiore aperta anteriormente. Esse sono unite da due anse buccinatorie
che partono dallo splint superiore e terminano in quello inferiore. Su
entrambe le arcate sono confezionati due archi vestibolari semplici con i
passanti distali ai canini. La particolarità del Kinetor è rappresentata dalla
presenza sulla superficie occlusale (interposti quindi tra le arcate) di tubuli
in gomma elastica con funzione armotizzante e stimolante l'apparato
muscolare masticatorio.
BIBLIOGRAFIA: 1) G. Mariotti - O. Olivi - E. Spessot, Kinetor di Stockfish
con sistemi modulati, La Quintessenza Odontotecnica, Ed. Resh, Anno
1990, N. 8.
2) F. Gagliano, Il Kinetor del prof. Stockfish, Rivista Italiana degli
Odontotecnici, Dental Press, Anno 1990, N. 3.
KINGSLEY (Autore storico) Precursore dell’uso della trazione extraorale.
KINIESOGRAFO Strumento diagnostico utilizzato per l’analisi dei
movimenti mandibolari.
(Arco di) KITCHON Arco ausiliario per il torque.
BIBLIOGRAFIA: F.V. Tenti, Guida alla scelta ragionata degli apparecchi
ortodontici fissi e rimovibili, Ed. Microlito, Recco (GE).
(Attivatore elastico di) KLAMMT Attivatore caratterizzato da una estrema
elasticità grazie al corpo in resina ridotto e dalla presenza massiccia di
accessori in filo che, opportunamente modellati, favoriscono e stimolano
l’attivazione muscolare del paziente. Tale dispositivo si estende
principalmente sulle superfici palatali e linguali limitrofe ai diatorici.
78
Anteriormente, in corrispondenza delle pareti linguali degli incisivi
superiori e inferiori, sono modellati quattro bracci elastici aventi funzione
di controllo. Vestibolarmente sono realizzati quattro archi buccinatori, due
per l’arcata superiore e due per l’arcata inferiore. Palatalmente, invece, è
presente un’ampia ansa che ha il compito sia di stabilizzare l’attivatore che
di stimolare la lingua.
BIBLIOGRAFIA: F. Brandies - N. F. Stahl, Tecnica Ortognatodontica,
Milano, Ed. Masson, Anno 1993.
(Trazione di) KLOEHN Apparecchio extra - orale costituito da un arco
esterno solidarizzato ad una fascia ad appoggio cervicale ed un arco interno
inseribile in appositi alloggi posizionati vestibolarmente all’arcata
superiore.
(Legatura di) KOBAYASCHI E’ utilizzata per bloccare l’arco negli slot.
(Indice di) KORKHAUS Tale Autore ritiene che il rapporto tra la somma
dei diametri mesio-distali dei quattro incisivi superiori e la profondità della
porzione anteriore dell’arcata superiore sia fondamentale per pianificare la
vestibolarizzazione o la lingualizzazione del gruppo frontale.
(Gancio di) KORN Questo sistema di ancoraggio è applicabile a bande
complete di cannule vestibolari. Esso è caratterizzato dall’occhiello che
permette l’inserimento di accessori per trazione, quali elastici o legature
atte ad esercitare movimenti di rifinitura.
(Apparecchio di) KRAUS Schermo anti - lingua, utilizzato per evitare che
la lingua si interponga tra le arcate, durante la deglutizione.
(Doccia a perno di) KROGH-POULSEN Si tratta di una ferula inferiore
caratterizzatz dalla presenza di perni, posizionati sugli ultimi molari (destro
e sinistro), che articolano nelle fosse centrali degli ultimi molari superiori.
La loro funzione è quella di risolvere blocchi articolari.
BIBLIOGRAFIA: E. Pessina-M. Bosco-V. Collesano,Le placche occlusali
nella terapia dei disordini cervico-cranio-mandibolari, Quaderni di
Protesi, Ed Masson, Milano, Anno 1996.
KURZ Americano, ha avuto il merito di essere stato tra i primi clinici ad
aver approfondito la tecnica di applicazione dei brackets linguali.
(Pinza di) LA ROSA Strumento ideato per realizzare archi ed anse.
79
LABBRO Leporino Vedere LABIO Schisi.
(Segmenti) LABIALI Si riferisce agli incisivi.
(Apparecchio) LABIOLINGUALE ad Azione Elastica Vedere
(Apparecchio di) CROZAT.
(Placche per) LABIOPALATOSCHISI Presidi terapeutici (applicati in
pazienti in età neonatale) molto particolari, che si differenziano
completamente dai tradizionali dispositivi ortodontici. La loro funzione,
infatti, è quella di dare continuità alla volta palatina che, nei pazienti affetti
da labiopalatoschisi, è comunicante con le fosse nasali. Tecnicamente, tali
placche devono essere realizzate con molta attenzione seguendo
scrupolosamente le indicazioni dello specialista. Essenzialmente sono
costituite da una base in resina (molto simile a quella di una base di una
protesi mobile totale) che, opportunamente confezionata, andrà a colmare
la deficienza ossea grazie al cosidetto “otturatore”.
LABIOPALATOSCHISI Fusione incompleta dei processi nasali laterali
con i processi mascellari.
LABIOSCHISI Fusione incompleta del labbro superiore.
LABIO - Versione Inclinazione vestibolare dei denti anteriori.
(Gancio) LANCEOLATO Ideato da M. Schwarz nel 1935, questo gancio
è considerato estremamente importante in quanto con la sua introduzione è
stato possibile garantire al dispositivo ortodontico mobile una più adeguata
stabilità. Ciò logicamente ha favorito un impiego sempre maggiore di
questo tipo di presidio terapeutico. La sua validità risiede essenzialmente
nel miglior sfruttamento, a differenza dei precedenti ganci, dei sottosquadri
mesiale e distale situati sulla superficie vestibolare dei denti. Per la sua
costruzione si usa un filo con diametro di 0,7 mm., piegato in maniera tale
da formare delle “lance” posizionate negli spazi interdentali a livello
gengivale ed al di sotto dell’equatore degli elementi in questione.
BIBLIOGRAFIA: Manuale di Tecnica Ortodontica, Bologna, Ed. Martina,
Anno 1994.
(Gancio) LANCEOLATO Rovesciato Vedere (Gancio a) CRAMPONE
(Saldatura) L. A. S. E. R. Acronimo di Light Amplification by Stimulated
Emission of Radiation.
80
Tale tipo di saldatura si avvale di strumenti atti a produrre energia radiante
di notevole intensità che focalizzata in superfici ridottissime permette
un’adesione notevolissima delle parti interessate. Oggigiorno rappresenta il
miglior sistema di saldatura utilizzata in campo dentale.
LATERO - Deviazione Mandibolare Deviazione patologica laterale della
mandibola.
(Apparecchio di) LEBEDINSKY Apparecchio mobilizzatore ad azione
passiva.
BIBLIOGRAFIA: T. Gallo, Il Darcissac e il suo impiego, Rivista Italiana
degli Odontotecnici, Dental Press, N. 5, Anno 1995.
LEEWAY - Space Il leeway - space rappresenta un dato clinico molto
importante nell’impostazione del trattamento ortodontico. Esso, infatti,
esprime la differenza che sussiste tra i diametri mesio-distali dei canini e
molaretti decidui e canini e premolari definitivi delle quattro semi-arcate.
E’ un dato che si rileva molto utile per guidare in maniera corretta
l’eruzione della dentizione permanente.
LEFOULON (Autore storico) Precursore, già nel 1841, della tecnica di
applicazione dei brackets sulle superfici linguali dei denti.
LEGATURA Tecnica utilizzata per fissare l’arco agli attacchi ortodontici
tramite un filo d’acciaio morbido.
LEGNETTO Strumento correttivo che può essere impiegato in fase
intercettiva per lievi malposizioni dentali. E’ molto simile ad un abbassa
lingua e deve essere utilizzato a mò di leva.
LEHEMAN Dispositivo funzionale che si caratterizza sia per l’estrema
versatilità applicativa che per l’esiguo spessore. Essenzialmente il Leheman
è composto da:
- uno splint superiore con ganci di ritenzione;
- dall’avanzatore mandibolare;
- ed infine, dall’arco per la trazione extra - orale inserito nell’acrilico.
BIBLIOGRAFIA: M. Testa, Ortodonzia del nord Europa: alcuni
apparecchi terapeutici, Rivista Italiana degli Odontotecnici, Dental Press,
Anno 1991, N. 6.
(Doccia idrostatica di) LERMAN Si tratta di una placca superiore di
protezione.
81
(Placche di) LIBERAZIONE Occlusale Vedere (Placche di)
SVINCOLO.
LIGHT - Wire Tecnica ortodontica basata sull’uso di fili che rilasciano
forze leggere in un arco di tempo lungo.
LINEA di Analisi Essa rappresenta schematicamente l’equatore dei denti
pilastro.
LINGUA La lingua non fa parte dell’apparato locomotore; tuttavia la sua
grandissima mobilità è indispensabile per il movimento del cibo durante la
masticazione, nonché per la formazione e per il coordinamento delle
parole. La sua lunghezza è di circa 5 cm., mentre la larghezza può arrivare
a 4 cm. Le sue fibre muscolari essendo disposte in tutte le direzioni
permettono l’esecuzione di movimenti complessi senza alcuna limitazione.
Tra i numerosi compiti svolti dalla lingua quelli più importanti sono l’atto
deglutitorio (basti pensare, infatti, che mediamente si deglutisce tra le
1500-2000 volte al dì) e la formazione di suoni e parole. Nell’atto
deglutitorio, ad esempio, la punta della lingua si poggia sul palato in
prossimità della papilla retroincisiva (così come avviene quando la lingua è
in posizione di riposo); il segmento centrale, al contrario, si alza in
corrispondenza della parte più alta del palato, mentre il segmento posteriore
si arcua verso il basso, scaricando tutto il peso della lingua sul palato duro.
Conseguentemente se questo formidabile muscolo assume posizioni
scorrette andando ad adagiarsi sui denti, può essere causa di malocclusioni
o addirittura, trattandosi di un conformatore funzionale, anche di assimetrie
scheletriche facciali. Le cause principali perché ciò possa avvenire sono:
- sindrome disartica ed oligofrenica (in ordine: gruppo dei disturbi dei
soggetti spastici e dei disturbi comunicativi in soggetti affetti da
insufficienza mentale);
- sindrome afasica (gruppo di persone che erano in grado di comunicare e
che in seguito a disturbi celebrali quali trombosi, emorragie ed embolie,
hanno perso quell’abilità);
- paralisi parziali;
- abitudini viziate;
- la presenza di un frenulo linguale corto;
- macroglossia, la lingua si presenta molto grande rispetto alla capsula
periorale.
LINGUA Festonata Vedere (Lingua) FESTONATA.
82
LINGUA Geografica Vedere (Lingua) GEOGRAFICA.
LINGUAL Cleat Vedere TUBI linguali.
LINGUAL Kick Piega linguale.
(Arco) LINGUALE Solitamente utilizzato come ancoraggio, esso è
realizzato con un filo da 0,9 mm. - 1mm. modellato nella regione linguale
dell’arcata dentale inferiore.
(Superficie) LINGUALE Rappresenta la superficie dei denti inferiori che
“guarda” l’interno della bocca.
(Tecnica) LINGUALE Ideata da Fujita a metà degli anni 70, tale tecnica
prevede l’applicazione dei bracketts sulle superfici linguali, e non
vestibolari, dei denti. Questa metodica che rende possibile un alto grado di
mimetizzazione dell’apparecchiatura ortodontica con relativi pregi estetici
e difetti riscontrabili, soprattutto nella biomeccanica più complicata, nella
fonesi un po’ alterata e nella formazione di lesioni alla mucosa orale.
BIBLIOGRAFIA: 1) M. Grazioso, Attacchi linguali: metodo diretto, Schede
di aggiornamento SIDO, 1994-1995.
2) G. Siciliani, Ortodonzia Linguale, Ed. Masson, Milano, Anno 1992.
LINGUO - Versione Termine indicante l’inclinazione linguale dei denti
anteriori.
LIP - Bumper I lip - bumper devono essere considerati dei veri e propri
apparecchi funzionali. La loro applicazione, sempre più diffusa, è indicata
in presenza di una pressione notevole delle labbra verso il complesso dento
- alveolare. Essi sono realizzati con un filo in acciaio completo di anse e
stop o fornito di olive in resina poste anteriormente a livello buccale. I lip bumper possono essere solidarizzati a due bande cementate sui molari o,
più raramente, inseriti a splint rimovibili in resina. Il loro grosso vantaggio
è rappresentato dalla estrema versatilità di applicazione. E’ infatti possibile
utilizzarli in abbinamento con quasi tutti i presidi correttivi: dai brackets
agli archi saldati, dai dispositivi mobili meccanici a quelli funzionali.
BIBLIOGRAFIA:1) F. Contento - R. Palla - P. Tonini - D. Zanini, Il lip bumper in ortodonzia: caratteristiche e indicazioni, Rassegna
Odontotecnica, N. 33.
2) A. Petrera-V. Becherucci-G. Galluccio- G. Fratto, Lip bumper inferiore.
Valutazione qualitativa e quantitativa degli effetti ortodontici, Mondo
Ortodontico, Ed. Masson, N. 5, Anno 2000.
83
LIP - Bumper di III Classe Si tratta di un particolare lip-bumper che,
solidarizzato all’arcata inferiore, si sviluppa sul mascellare superiore.
Particolarmente interessante è la configurazione ideata dall’odontotecnico
Mariano Zocche che, attraverso un sistema telescopico fornito di molle, è
riuscito ad ovviare ai problemi caratterizzanti tale presidio terapeutico.
BIBLIOGRAFIA: M. Zocche, Lip - bumper di terza Classe, Bollettino di
Informazioni Ortodontiche Leone, N. 46.
LIP - Bumper Inverso Si tratta di un particolare lip-bumper multifunzionale.
BIBLIOGRAFIA: P. Marchionni, Modifiche della muscolatura periorale e
valutazione della crescita condilare mediante l’utilizzo del lip - bumper
inverso, Ortognatodonzia Italiana (Rivista SIDO), Anno 1997, N. 5.
LIVELLAMENTO Fase della cura ortodontica con apparecchiatura fissa
consistente nell’allineamento degli elementi dentari e conseguente
livellamento delle curve di Von Spee e Wilson.
(Arco di) LIVELLAMENTO Si tratta di un arco continuo.
LOCATELLI System Metodica ideata dal dottor Locatelli per la
distalizzazione dei molari. Tale metodo si avvale dell’utilizzo di un arco in
nickel - titanio abbinato sia ai bracketts che alla trazione di II Classe (dal
primo premolare superiore al primo molare inferiore) necessaria per
contrastare la mesializzazione dei denti anteriori.
BIBLIOGRAFIA: R. Locatelli, Un altro metodo per la distalizzazione,
Mondo Ortodontico, Ed. Masson, Anno 1991, N. 6.
LOCKING Blocco dell’articolazione temporo mandibolare.
LONG Face Vedere FACCIA Lunga.
LONGITUDINALE Inferiore Muscolo della lingua che permette sia
l’accorciamento che l’abbassamento della punta.
LONGITUDINALE Superiore Muscolo della lingua che permette sia il
suo accorciamento che il sollevamento dei lati e della punta.
(Molla distalizzante di) LORENZ Applicata nelle regioni posteriori, questa
molla è composta da un sistema elastico che, insinuandosi nello spazio
interdentale, induce lo spostamento dei denti interessati.
84
(Arco labiale alto di) LOURIE Ideato da Lourie nel 1918, questo arco
rappresenta uno strumento alternativo utile per correggere la posizione
anomala di singoli denti. La sua applicazione è indicata nei dispositivi di
contenzione al termine della cura ortodontica. Esso è costituito da un
supporto rigido realizzato con un filo avente un diametro di 1 mm., al quale
sono brasate delle molle da 0,5 mm. modellate in forme diverse in base allo
spostamento da effettuare. Queste ultime, posizionate correttamente,
garantiscono una correzione graduale e molto precisa.
BIBLIOGRAFIA: A. Geis, La riscoperta dell’arco labiale alto, La
Quintessenza Odontotecnica, Ed. Resch, Anno 1988, N. 9.
LPS Acronimo di LabioPalatoSchisi.
LRM Dispositivo ad azione funzionale composto da due placche con vite
trasversali ed anse buccinatorie.
BIBLIOGRAFIA: M. Testa, Ortodonzia del nord Europa: alcuni
apparecchi terapeutici, Rivista Italiana degli Odontotecnici, Dental Press,
Anno 1991, N. 6.
(Gancio di) LUCCHESE Questo gancio nasce da una modifica del gancio
di Adams per sfruttare al meglio i sottosquadri dei diatorici. L’Autore ha
aggiunto vestibolarmente, grazie all’applicazione di un uncino, un’isoletta
in resina che abbraccia i denti al di sotto dell’equatore, garantendo così al
dispositivo un’ottima ritenzione e una conseguente stabilità.
(Apparecchio di) LUCIA Vedere JIG di Lucia
LUCIDATURA Procedimento atto a rendere lucida la superficie del
presidio clinico.
LUSSAZIONE dell’ATM Dislocazione dalla sua sede originale di uno o
dei due condili mandibolari.
(Monoblocco di) LUZI e MAJ Questo dispositivo è applicato in presenza
di malocclusioni dentali di III Classe. Il monoblocco di Luzi e Maj è
costituito da uno splint inferiore in resina (che abbraccia i denti sia
vestibolarmente che lingualmente) fornito di una vite bi - mascellare ad
espansione sagittale interessante solo il settore dentale anteriore superiore.
BIBLIOGRAFIA: N. Pantaleoni, Ortodontotecnica, Bologna, Ed. Grasso,
Anno 1985.
85
MACRODONZIA Termine indicante uno o più denti aventi un diametro
mesio-distale molto più grande rispetto alla norma.
MACROGLOSSIA Anomalia di forma e dimensione della lingua.
(Modello) MAESTRO Modello principale su cui si realizza il presidio
terapeutico.
MAGNETI I magneti trovano applicazione in ambito ortodontico per le
loro proprietà intrinseche in grado di sviluppare forze dovute all’attrazione
ed alla repulsione degli stessi.
BIBLIOGRAFIA: Manuale di Tecnica Ortodontica, Ed. Martina, Bologna,
Anno 1994.
MALLEABILITA’ Rappresenta la proprietà di un materiale di ridursi in
lamine a causa di azioni esterne.
MALOCCLUSIONE Termine generico indicante una anormalità
nell’occlusione.
MALOCCLUSIONE Scheletrica Vedere CLASSIFICAZIONE
Scheletrica.
MALOCCLUSIONI Acquisite Esse sono determinate da abitudini
viziate, nocive all’occlusione fisiologica.
MALOCCLUSIONI Dentali di I, II, III Classe secondo Angle Vedere
CLASSIFICAZIONE di Angle.
MALPOSIZIONE Dentale Vedere CLASSIFICAZIONE di Angle.
MANDIBOLA La mandibola ha un corpo arcuato a ferro di cavallo ed è
costituita da una spessa lamina ossea a decorso orizzontale, sul cui bordo
superiore si trovano gli alveoli dell’arcata dentaria inferiore. All’estremità
posteriore si prolunga in due rami (uno per lato) con una deviazione verso
l’alto: ogni ramo si suddivide in due sporgenze che rappresentano il
processo coronoideo ed il processo condiloideo. Quest’ultimo si articola
nella corrispondente cavità dell’osso temporale (la fossa mandibolare)
costituendo così l’articolazione temporo - mandibolare che rappresenta
l’unico rapporto diretto della mandibola con il resto dello scheletro. La
mandibola svolge una funzione insostituibile nella masticazione
opponendosi alla mascella, contro la quale viene “premuta” dall’azione di
vari muscoli i più importanti dei quali sono il massetere, il temporale e gli
86
pterigoidei. La mandibola si sviluppa verso il basso ed in avanti in base alla
crescita del condilo e del ramo, crescita che avviene verso l’alto e
posteriormente. La sua crescita è influenzata:
- dall’ingrandimento dello spazio faringeo;
- dai muscoli masticatori;
- dall’allungamento della zona naso-mascellare della faccia in senso
verticale;
- dalla forma e dalla postura della lingua.
MANTENITORE di Spazio Dispositivo passivo, fisso o mobile, utile per
conservare uno spazio in arcata in attesa dell’applicazione di una protesi o
dell’eruzione di un elemento definitivo.
BIBLIOGRAFIA: E. Graziani - M. E. Zelanti - G. Alessandri, Ortodonzia
intercettiva: valutazioni sull’opportunità d’uso dei mantenori di spazio,
Mondo Ortodontico, Ed. Masson, Anno 1992, N. 4.
M. A. P. (Mandibolar Advancer Positioner) Tale dispositivo nasce dal
concetto applicativo del Bionator: la sua azione, infatti, è quella di
stimolare la posizione avanzata della mandibola.
MAPPAGGIO Vedere SERIOGRAFIA.
MASCELLARE Superiore Il mascellare superiore è un osso pari,
protagonista nella formazione delle regioni più importanti dell’apparato
orofacciale. Esso consta di due facce e quattro margini:
- volta palatina;
- fosse nasali;
- fosse pterigo-mascellari;
- antro di Higmoro;
- cavità orbitarie.
La sua crescita, concatenata all’apparato nasale, è influenzata dai tessuti
molli della regione medio - facciale.
MASCHERA di Delaire Vedere (Maschera di) DELAIRE.
MASS E’ un apparecchio per trazione extra - orale munito di rialzo
anteriore.
BIBLIOGRAFIA: N. Pantaleoni, Ortodotecnica, Bologna, Ed. Grasso,
Anno 1985.
MASS - ROSS Apparecchio per trazione extra-orale completo di rialzo
anteriore e schermo vestibolare.
87
BIBLIOGRAFIA: N. Pantaleoni, Ortodontotecnica, Bologna, Ed. Grasso,
Anno 1985.
MASSETERE Uno dei muscoli più importanti della mandibola, ne
permette l’elevazione.
MASSIMA Intercuspidazione Dentale Ci si riferisce al massimo contatto
delle superfici occlusali dei denti delle due arcate allorquando i muscoli
masticatori risultano molto contratti.
MASTICAZIONE La masticazione rappresenta la prima fase della
digestione; essa ha luogo attraverso due processi ben definiti: il processo
enzimatico ed il processo meccanico.
PROCESSO ENZIMATICO
Tale processo avviene durante la triturazione dei cibi per l’aumento della
secrezione salivare, che a sua volta è composta dalla ptialina enzima
(amilasi) la quale attaccando l’amido lo trasforma in zuccheri.
PROCESSO MECCANICO
Il processo meccanico ha luogo grazie all’azione dei muscoli masticatori
che permettono alle superfici occlusali dei denti delle due arcate di
sminuzzare il cibo.
MATERIALI da Impronta Sono utilizzati per rilevare il negativo
(impronta) delle arcate dentarie e dei tessuti molli.
MATERIALI per Modellazione Costituiti più che altro da cere di varia
fattura, il loro compito è quello di ricreare artificialmente le zone da
protesizzare.
MATERIALI per Modelli Solitamente a base gessosa, tali materiali
vengono colati nell’impronta per riprodurre fedelmente le arcate ed i tessuti
adiacenti.
MATERIE Plastiche Vedere PLASTOMERI
(Pinza di) MATHIEU Strumento utilizzato per applicare le legature
elastiche tra l’attacco e l’arco.
MATITA Dermografica E’ una matita utilizzata per segnare particolari
punti sui fili metallici.
MATRICE Funzionale Principio secondo il quale lo sviluppo scheletrico
è largamente influenzato dalla funzione muscolare. Tale principio,
88
enunciato da Moss nel 1969, assume particolare importanza in ortodonzia
ortopedico - funzionale.
BIBLIOGRAFIA: T. M. Graber, I principi fisiologici degli apparecchi
funzionali, Milano, Ed. Masson, Anno 1989.
MAXILLATOR Attivatore usato nei casi di discrepanza scheletrica di II
Classe 1° Divisione meso o ipo - divergenti. Esso è costituito da uno splint
superiore con:
- rialzi anteriore o e posteriori;
- ganci di Adams realizzati sui primi molari;
- tubi per l’inserimento della trazione extra - orale;
- sistema di avanzamento mandibolare realizzato sulla superficie linguale
dell’arcata inferiore.
BIBLIOGRAFIA:1) R. Accorsi - D. Benatti, Ortodonzia fissa, funzionale,
gnatologica e prechirurigica: ottimizzazione degli aspetti tecnici nella
collaborazione tra studio e laboratorio, Il Nuovo Laboratorio
Odontotecnico, (Rivista ANTLO), Anno 1999, N. 9.
2)F. Bartolucci, Maxillator: L’attivatore della scuola danese, Ortodonzia
Tecnica (Rivista Or. Tec.), Anno 1995, N. 1.
(Disgiuntore rapido di) MC NAMARA Diastasatore della sutura palatina
con rialzi laterali in resina: l’Autore ha apportato tale modifica per
eliminare le interferenze occlusali e modificare la postura della mandibola.
BIBLIOGRAFIA: L. Franchi - J. A. Mc Namara Jr. - I. Tollaro,
Modificazioni scheletriche dei mascellari indotte dalla terapia della
malocclusione di III Classe con espansione mascellare e maschera
facciale, Ortognatodonzia Italiana, (Rivista SIDO), N. 3, Anno 1998.
(Dispositivi) MECCANICI Fissi Si tratta di dispositivi “cementati” su due
o più denti che esercitano un’azione continua assolutamente indipendente
dalla volontà del paziente. Essi inoltre garantiscono:
- al paziente, un relativo comfort;
- all’ortodontista, un’ampia gamma di applicazioni cliniche.
L’unico svantaggio, non irrilevante, è rappresentato dalla deficitaria igiene
orale. Il professionista quindi, consapevole del problema, dovrebbe
controllare periodicamente il paziente ed intervenire, se necessario, al fine
di evitare problemi al parodonto ed alla salute orale in generale.
BIBLIOGRAFIA: Manuale di Tecnica Ortodontica, Ed. Martina, Bologna,
Anno 1994.
(Processo) MECCANICO Vedere MASTICAZIONE
89
MELADONZIA Infantile Patologia a carico dei denti da latte che si
manifesta con la comparsa di macchie oscure sulle corone dei decidui
anteriori.
MENTONIERA Si tratta di una trazione extra-orale che usa come
ancoraggio il mento.
BIBLIOGRAFIA: F.V. Tenti, Guida alla scelta ragionata degli apparecchi
ortodontici fissi e rimovibili, Ed. Microlito, Recco (GE).
MENTONIERO Muscolo che permette sia l’avanzamento del labbro
inferiore che l’arricciamento del mento.
MESIAL Jet Dispositivo fisso facente parte della Family Jet. La sua
applicazione, indicata per la chiusura di spazi, permette la mesializzazione
corporea del dente. Per quel che concerne la componentistica, essa è
identica a quella del Distal Jet: l’unica differenza, logicamente è
rappresentata nell’assemblaggio dei vari elementi.
BIBLIOGRAFIA: A. Carano - M. Testa, Catalogo Jet Family, Micerium.
(Superficie) MESIALE La faccia mesiale dei denti è quella che guarda
l’ipotetica linea mediana che divide le arcate dentarie in due parti
simmetricamente.
(Placca con vite) MESIALIZZANTE Vedere (Dispositivi con viti)
SETTORIALI.
MESIO - Occlusione Vedere CLASSIFICAZIONE di Angle.
MESIODENS Anomalia dentaria indicante solitamente la crescita di un
dente sovrannumerario con forma e dimensione anormale, localizzato per
lo più tra i due incisivi centrali superiori.
MESODIVERGENTE Sinonimo di faccia normale.
METIL - Metacrilato Si tratta del liquido della resina e la sua funzione è
quella di legare i granuli del polimero.
M.F.D.A (Apparecchiatura Funzionale Modificata per la Distrazione
dell’ATM) Nata da una modifica del distrattore del prof. Rocabado e ideato
dal dr. Festa, l’M.F.D.A. è un sistema funzionale per la distrazione
condilare. Gli elementi che lo contraddistinguono sono sia le molle,
realizzate con un numero di elici variabili in base alla gravità della
patologia, che il loro sistema di ancoraggio allo splint. Nell’M.F.D.A.
90
infatti, tali molle non sono inserite nell’acrilico bensì in tubi per attivatore.
Ciò rende molto semplice la loro sostituzione sia in caso di rottura sia per
motivi strettamente terapeutici.
BIBLIOGRAFIA: M. Tromba, MFDA: apparecchiatura per la distrazione
condilare, Ortodonzia Tecnica (Rivista Or. Tec.), Anno 1995, N. 1.
MIALGIA Contrattura muscolare secondaria, determinata da abitudini
viziate o da tic.
(Placca) MICHIGAN Dispositivo rimovibile con rialzi totali applicato in
ambito gnatologico.
BIBLIOGRAFIA: E. Pessina-M. Bosco-V. Collesano,Le placche occlusali
nella terapia dei disordini cervico-cranio-mandibolari, Quaderni di
Protesi, Ed Masson, Milano, Anno 1996
MICROBAND F Apparecchio extra - orale ad azione simmetrica e/o
asimmetrica.
BINLIOGRAFIA: V. Fotis-V. Bassarelli, Mondo Ortodontico, Ed. Masson,
Anno 1991, N. 4.
MICRODONZIA Termine indicante uno o più denti aventi un diametro
mesio-distale ridotto rispetto alla norma.
MICRO - Mandibolia Anomalia riguardante lo sviluppo della mandibola
che si presenta poco sviluppata.
MIDPLANT Dispositivo osteointegrato utilizzato in ambito ortodontico
come ancoraggio.
BIBLIOGRAFIA: B. Giuliano Maino-P. Mura-E. Paoletto, Midplant:
l’ancoraggio assoluto in ortodonzia(1° Parte e 2° Parte),Ortodonzia
Tecnica(Rivista OrTec), N.3 Ottobre 2, N.1 Marzo 2001.
MIGRAZIONE Spostamento non indotto di un dente dalla sua sede.
(Pinza) MILLIMETRICA Strumento multi - funzione utile per il
fissaggio diretto degli attacchi ortodontici.
BIBLIOGRAFIA: S. Grillo, Tecnica di posizionamento del bracket con
l’ausilio di un nuovo strumento, Mondo Ortodontico Ed. Masson, Anno
1991, N. 1.
(Arco di) MILLS Questo particolare arco è costruito con un filo di 0,7 mm.
ed è utilizzato per completare la linguo - inclinazione degli incisivi
superiori a fine terapia ortodontica. Per aumentarne la flessibilità, è
91
opportuno sagomare le anse lontano dai tessuti molli, estendendosi con il
filo fino ai premolari. Durante l’attivazione, inoltre, l’ortodontista deve
operare accuratamente bilanciando equamente le pieghe dell’arco.
BIBLIOGRAFIA: W.J.B. Houston, Sinossi di ortodonzia di Walther,
Edi.Ermes, Milano, Anno 1988.
(Linea) MILOIOIDEA Delimita una delle zone di maggior interesse
clinico poiché gran parte della superficie linguale è compresa in quest’area.
La linea miloioidea, infatti, è una cresta ossea che si estende dagli ultimi
molari fino ad arrivare, con un’ escursione verso il basso, alla regione del
mento in corrispondenza degli incisivi. E’ preferibile che i bordi periferici
del presidio non superino quest’area poiché, al di sotto di essa la mucosa
orale si presenta molto sottile. In caso contrario è necessario scaricarli, sì
da evitare lesioni e decubiti durante l’inserzione del dispositivo.
MILOIOIDEO Facente parte dei muscoli sopraioidei, esso concorre
all’abbassamento della mandibola e all’elevazione sia dell’osso ioide che
della lingua.
(Apparecchio di) MILWAUKEE Apparecchiatura extra-orale con
appoggio mandibolare.
BIBLIOGRAFIA: J.S. Beresford, Diagnosi Ortodontica, Ed. Odonto
Stomatologiche Internazionali Saccardin, Bologna, Anno 1970.
MINI - Attivatore Dispositivo ad azione funzionale ortopedica che,
secondo l’Autore, sfrutta al meglio i principi dell’attivatore classico, del
regolatore di funzione di Frankel, della placca C Cervera e della trazione
extra-orale.
BIBLIOGRAFIA: F.V. Tenti, Guida alla scelta ragionata degli apparecchi
ortodontici fissi e rimovibili, Ed. Microlito, Recco (GE).
MINI - Posizionatore Apparecchio prefabbricato in materiale elastico
caratterizzato dall’estensione delle flangie vestibolari. Esse, infatti,
abbracciano solo gli elementi anteriori, da canino a canino.
BIBLIOGRAFIA: M. Langlade, Terapia ortodontica, Scienza e Tecnica
Dentistica, Ed. Internazionali, Milano.
MIOARTROPATIA Disordine a carico dell’ATM.
MIOCENTRICA Vedere (Occlusione) NEURO – Mio - Posturale.
(Apparecchi funzionali) MIODINAMICI Con tale termine, si indicano i
dispositivi funzionali elastici, come ad esempio il modellatore elastico di
92
Bimler, che sfruttano prevalentemente le contrazioni isotoniche rispetto a
quelle isometriche.
BIBLIOGRAFIA: M. Bondi, Terapia ortopedica funzionale dell’apparato
stomatognatico, Ed. Masson, Milano.
(Apparecchi ortodontici) MIOFUNZIONALI E’ noto come diverse
alterazioni a carico dell’occlusione, dell’apparato stomatognatico e
dell’organismo in genere, possano essere ricondotte ad una deglutizione
scorretta, la cui correzione limita ed in molti casi risolve definitivamente
numerose disfunzioni. Diversi sono i clinici che hanno indirizzato la
propria attività in questo campo. I loro sforzi, tutti finalizzati a modificare i
comportamenti neuro-muscolari errati, hanno prodotto un gran numero di
apparecchiature che si contraddistinguono sia per piccoli accorgimenti che
per differenze sostanziali, riscontrabili per lo più nell’azione terapeutica
vera e propria. E’ possibile, distinguere i dispositivi in oggetto in due
grandi gruppi:
- i costrittori, che attraverso opportuni “ostacoli”, hanno come unico
scopo quello di evitare che la funzione scorretta continui a danneggiare
l’occlusione;
- gli stimolatori che invece mirano alla risoluzione terapeutica della
malfunzione, coadiuvando attivamente la terapia miofunzionale.
BIBLIOGRAFIA: D. Caprioglio – M. Gandolfini – M. Fedi – L. Levrini,
Stimolatori orali: una rassegna critica, Mondo Ortodontico, Ed. Masson,
Anno 1994, N.2.
(Apparecchi funzionali) MIOTONICI Termine utilizzato per indicare i
dispositivi funzionali rigidi, come ad esempio il bionator, che sfruttano le
contrazioni muscolari isometriche e lo stiramento dei tendini.
BIBLIOGRAFIA: M. Bondi, Terapia ortopedica funzionale dell’apparato
stomatognatico, Ed. Masson, Milano.
MIRS Splint con stop incisale anteriore utile per il riposizionamento
mandibolare. Il Mirs è un dispositivo bi-mascellare applicato in soggetti
russatori affetti da apna notturna.
BIBLIOGRAFIA: N. Lambini, Apnea ostruttiva e roncopatia cronica. “L’
utilizzo di apparecchiature dentali nel trattamento notturno”, Bollettino di
Informazioni Ortodontiche Leone, N. 54.
MOA Palatino Attivatore Palatino a media Apertura.
BIBILOGRAFIA: H. S. Orton, Gli apparecchi funzionali in terapia
ortodontica. Indicazioni cliniche e tecniche di costruzione, Scienza e
Tecnica Dentistica, Ed. Internazionali, Milano, Anno 1995.
93
MOA Labiale Attivatore Labiale a media Apertura.
BIBILOGRAFIA: H. S. Orton, Gli apparecchi funzionali in terapia
ortodontica. Indicazioni cliniche e tecniche di costruzione, Scienza e
Tecnica Dentistica, Ed. Internazionali, Milano, Anno 1995.
MIS Splint di Intrusione Mascellare.
BIBILOGRAFIA: H. S. Orton, Gli apparecchi funzionali in terapia
ortodontica. Indicazioni cliniche e tecniche di costruzione, Scienza e
Tecnica Dentistica, Ed. Internazionali, Milano, Anno 1995.
(Dentizione) MISTA Termine utilizzato quando in arcata risultano presenti
sia i denti da latte che quelli definitivi.
(Protesi) MOBILE Per protesi mobile s’intende qualsiasi protesi
rimovibile che il paziente può inserire o disinserire a prorpio piacimento
senza l’intervento dello specialista.
MOBILITA’ Dentale Movimento fisiologico del dente nella relativa
cavità alveolare.
(Apparecchi) MOBILIZZATORI Dispositivi ortopedici utilizzati per
coadiuvare l’azione del chirurgo maxillo - facciale, la cui funzione
principale è consentire la distensione dei tessuti cicatriziali.
BIBLIOGRAFIA: M. Bonanini-M. Melegari. Le protesi maxillo – facciali:
gli apparecchi mobilizzatori, Ortodonzia Tecnica (Rivista Or Tec), Anno
1995 N. 2 – 3 – 4.
(Cervera B) MODELER Dispositivo ortopedico funzionale ideato dal
professor Cervera. Il C. B. Modeler è costituito essenzialmente da un
monoblocco di resina elastica interessante entrambe le arcate al quale al
bisogno è possibile aggiungere degli accessori, ad esempio i piani metallici
e l’arco extra – orale, utili per coadiuvare l’azione del dispositivo.
BIBLIOGRAFIA: F.V. Tenti, Guida alla scelta ragionata degli apparecchi
ortodontici fissi e rimovibili, Ed. Microlito, Recco (GE).
MODELLATORI Occlusali Vedere (Attivatori) ELASTICI.
MODELLO Il modello inteso come strumento atto a fissare un
determinato momento clinico è da sempre al centro di ricerche mirate sia a
migliorare la qualità strutturale che a perfezionare la fedeltà di
riproduzione. Nella nostra professione questo “artifizio” assurge senza
alcun dubbio a ruolo “principe”, in quanto grazie ad esso è possibile
94
eseguire tra l’altro due tra le più importanti operazioni tecniche e
diagnostiche:
- realizzazione di qualsiasi presidio riabilitativo e correttivo;
- esame visivo tridimensionale delle arcate dentali nella loro interezza,
con il vantaggio di poter analizzare dettagliatamente anche le zone
propriamente dette (superficie interna delle arcate alveolo – gengivo dentarie, palato duro e pavimento duro e pavimento della lingua),
indagine questa assai difficoltosa e laboriosa se compiuta direttamente
nel cavo orale del paziente.
MATERIALI
Uno tra i primi materiali utilizzati per realizzare i modelli in odontotecnica
fu lo zolfo. Esso permetteva all’operatore, dopo opportuno riscaldamento in
un appropriato crogiuolo e successiva colatura (all’inizio della fase di
cristalizzazione) nell’apposita impronta, di ottenere ad indurimento
avvenuto un calco che in qualche modo riproduceva l’arcata interessata.
Oggigiorno, invece, grazie allo sviluppo merceologico, esistono prodotti
all’avanguardia, come:
- i gessi resinosi extra-duri tipo IV A.D.A., addizionati con speciali resine
atte a migliorare la durezza ed a esaltarne l’elasticità durante la
lavorazione;
- resine epossidiche;
- poliuretani che, scevri da impurità e dotati di minima espansione e
distorsione, massima stabilità ed elevata resistenza (anche nei bordi e
nelle preparazioni più sottili), risultano molto affidabili e capaci di
ricopiare con una eccellente precisione la parte anatomica impressa
nell’impronta. Essi sono usati per lavori estremamente complicati, ove è
indispensabile una rigorosità esecutiva esasperata:
- modelli per protesi su impianti;
- accurati margini per protesi in ceramica;
- riproduzioni di monconi e modelli per ponti estesi in protesi fissa;
- applicazioni di intarsi in ceramica;
- realizzazione di compositi per inlays ed onlays.
I modelli in ortodonzia
Dallo strumento diagnostico al dispositivo riabilitativo fisso o mobile, i
gessi comunemente impiegati per il confezionamento dei modelli in
ortodonzia sono quelli del tipo III e IV preferibilmente di colore bianco.
Essi a loro volta, in base alla loro funzione, vengono classificati in:
- modelli di lavoro;
- modelli diagnostici o di studio (i cosidetti musei).
Entrambi sono confezionati con la metodica universale o dell’ammasso,
rispettando le modalità conosciute (rapporto acqua – polvere, miscelazione
sottovuoto, utilizzo del vibratore).
I modelli di lavoro
95
Essi, così come si evince dal nome, hanno come unica finalità quella di
permettere all’odontotecnico di costruire il presidio clinico richiesto
dall’odontoiatra. Le lavorazioni tecniche ortodontiche abbracciano due
settori ben distinti: gli apparecchi rimovibili ed i dispositivi fissi. Se per il
primo è inutile dilungarsi poiché non vi è alcuna discordanza rispetto alla
metodica succitata, per il secondo invece è necessario un approfondimento
poiché sussistono sostanziali differenze.
I modelli di lavoro in ortodonzia fissa
La particolarità caratterizzante tali modelli risiede nella presenza delle
bande, necessarie sia per la costruzione del dispositivo fisso che per la
successiva cementazione nel cavo orale del paziente. La sistemazione delle
bande sul modello può essere eseguita con la tecnica diretta o con quella
indiretta in base alla metodica utilizzata dallo specialista.
Tecnica diretta
Essa prevede una fase clinica ed una tecnica:
- come prima cosa l’ortodontista deve adattare ai denti scelti le opportune
bande;
- in seguito dopo aver rilevato l’impronta con le bande in sito, deve
rimuoverle e consegnare il tutto al tecnico. In laboratorio, dopo aver
pulito ed asciugato l’alginato, si dovranno posizionare accuratamente le
bande nei rispettivi alloggi. Successivamente, dopo averle ricoperte con
un leggero strato di cera, viene colato il gesso nell’impronta così
attrezzata. Infine dopo la rimozione del modello, l’intera operazione si
conclude con la squadratura.
Tecnica indiretta
A differenza della tecnica diretta, tale metodica viene sviluppata
esclusivamente in laboratorio, poiché la ricerca ed il successivo
adattamento delle bande vengono eseguite direttamente sul calco
riproducente l’arcata del paziente. Se ciò comporta un notevole risparmio
di tempo per lo specialista e minori fastidi per il paziente, per
l’odontotecnico al contrario aumentano sia le responsabilità che il tempo
lavorativo. La fase clinica inerente consiste nella presa delle impronte,
nella scelta dei denti pilastro e nella prescrizione del dispositivo.
L’odontotecnico, che deve possedere una buona conoscenza dell’anatomia
dentale nella sua interezza (corona, colletto, processo radicolare), dopo
aver sviluppato l’impronta e squadrato il modello provvederà a scalzare gli
elementi in gesso per l’adattamento delle bande. E’ questa la fase più
delicata, da essa infatti dipende il buon esito dell’intero lavoro. A tal
riguardo è necessario asportare, al di sotto del colletto (sia vestibolarmente
che buccalmente), 5 mm. di gesso riproducente la gengiva; per far ciò con
un seghetto si eseguono due tagli, l’uno mesiale e l’altro distale ai denti.
Successivamente con una fresa conica a taglio fine in modo da non scalfire
il gesso si asporta la gengiva aderente seguendo i tagli effettuati
96
precedentemente, fino a riprodurre il profilo radicolare. In seguito, dopo
aver eliminato gli angoli di gesso formatisi con il taglio del seghetto e con
l’azione della fresa, si procederà alla ricerca delle bande, fino a scegliere
quelle più adatte. Per definirsi tale, queste ultime devono possedere alcuni
requisiti essenziali, quali:
- la perfetta aderenza con gli elementi preparati;
- la totale assenza di deformazioni strutturali.
I modelli diagnostici o da museo
I modelli da museo rappresentano in ortodonzia un fondamentale strumento
clinico; essi espletano, infatti, due compiti essenziali:
- nell’impostazione diagnostica, completano con l’esame fotografico,
radiografico, clinico ed anamnesico un serio check - up ortodontico;
- nel prosieguo della terapia diventano sia per l’ortodontista che per il
paziente un formidabile parametro di valutazione.
Grazie ad essi infatti, è possibile effettuare in momenti diversi tutta una
serie di valutazioni atte a risolvere la malocclusione:
- Classe di Angle;
- Indice di Bolton;
- Over jet ed Over bite;
- Curve di Von Spee e Wilson;
- Denti mancanti per agenesie ed avulsioni;
- Soprannumerari;
- Elementi irrecuperabili;
- Ectopie;
- Disodontiasi;
- Rotazioni ed inclinazioni;
- Morsi crociati e deviazione della linea mediana.
Il tecnico di rimando, per soddisfare al meglio tali richieste, deve
confezionarli con la massima precisione tenendo ben presenti determinate
caratteristiche:
- le indicazioni dell’Autore;
- il gesso duro bianco, colore per antonomasia in ortodonzia;
- l’occlusione identica a quella del paziente (essa deve essere riscontrata
senza alcun basculamento, allorquando i modelli vengono posizionati
sulle loro basi posteriori);
- la fedeltà nella riproduzione di ogni dettaglio anatomico (dalle corone
alla gengiva aderente, dai fornici vestibolari al rafe mediano, dai frenuli
alle pliche palatali).
Classificazione
I modelli diagnostici si dividono essenzialmente in due gruppi. Il primo
comprende quei musei costituiti da un unico blocco di gesso; essi sono
realizzati con l’aiuto della squadramodelli o con l’ausilio di zoccolatori.
Sono da considerare molto precisi perché riproducono fedelmente oltre ai
97
tavolati occlusali, tutte quelle zone anatomiche interessanti dal punto di
vista diagnostico. I modelli da museo appartenenti al secondo gruppo,
invece, sono di facile costruzione, poiché vengono assemblati in preformati
di plastica. Questi ultimi risultano meno precisi dei precedenti, più
artificiali e quindi meno affidabili.
BIBLIOGRAFIA:1) G. Consolmagno, I modelli da museo in
ortognatodonzia, Ed. Ellebi, Anno 1983, N. 5 bis.
2) Manuale di Tecnica ortodontica, Bologna, Ed. Martina, Anno 1994.
3) E. Viora, I modelli gnatostatici in ortodonzia, Ed. Minerva
Stomatognatica, 1983.
MODELLO Scheletrico Si riferisce al rapporto esistente, sul piano
sagittale, tra la mandibola e la mascella.
(Dispositivi) MODULARI Dispositivi ideati dall’odontotecnico Roberto
Plaudetti che si caratterizzano per l’estrema versatilità, derivante dalla
struttura dei componenti.
BIBLIOGRAFIA: R. Plaudetti, Dispositivi modulari polivalenti, Rivista
Italiana degli Odontotecnici (Dental Press), Anno 1995, N. 3.
MOLAGGIO Selettivo Riduzione o eliminazione di punti o superfici
occlusali ritenute dannose per l’occlusione.
MOLLA In passato prima dell’avvento delle viti, le molle rappresentavano
una delle poche soluzioni utili per indurre con l’apparecchio ortodontico
una qualsiasi espansione (ad Es. la molla di Coffin). Ancor oggi essa
rimane il miglior elemento attivo poiché esercita sul dente una pressione
sempre costante e poco traumatica. Sostituita in molti casi dalla vite, la
molla è utilizzata abitualmente per spostamenti di singoli elementi; con
esse infatti è possibile ottenere diversi movimenti:
- la vestibolarizzazione e l’inclinazione;
- la mesializzazione e la distalizzazione;
- ed infine, in alcuni casi l’estrusione.
A prescindere dalla forma che è strettamente funzionale allo spostamento
da effettuare, le molle sono molto simili, essendo caratterizzante da tre
componenti fondamentali:
- il segmento aderente al dente;
- il corpo elastico;
- la ritenzione.
Il primo segmento in filo è modellato rispettando il diametro mesio-distale
della corona a contatto con la superficie palatale o vestibolare e sopratutto
discosto dai tessuti molli per non provocare decubiti e infiammazioni. Il
corpo elastico rappresenta, invece, la variabile della molla. Esso perciò va
98
realizzato in base alle finalità terapeutiche, alla direzione desiderata ed in
modo da permettere all’ortodontista le successive attivazioni, indispensabili
per il raggiungimento dell’obiettivo terapeutico prefissato.
BIBLIOGRAFIA:Manuale di Tecnica Ortodontica, Bologna, Ed. Martina,
Anno 1994.
(Placca con) MOLLA Palatale Dispositivo rimovibile superiore
caratterizzato dalla presenza di un corpo in filo posizionato in
corrispondenza delle rughe palatine, avente funzione di stimolo per la
lingua.
BIBLIOGRAFIA: A. Richardson, Ortodonzia Intercettiva, Ed. Masson,
Milano, Anno 1993.
MOMENTO Tipo di forza agente a distanza.
(Griglia funzionale di) MOMOSE La griglia funzionale di Momose è un
apparecchio di scuola giapponese che secondo l’Autore, permette di
riposizionare correttamente, attraverso l’anello e l’omega, sia il segmento
anteriore che quello posteriore della lingua.
BIBLIOGRAFIA: G. Tassan, Dispositivi per la correzione della
malposizioni linguali, Rivista Italiana degli Odontotecnica (Dental Press),
Anno 1995, N. 9.
MONOARTRITE Patologia infiammatoria a carico del tessuto connettivo
che abbraccia la radice dei denti (parodonto).
MONOBLOCCO Vedere (Attivatore di) ANDRESEN.
(Vite) MONODONTICA Microvite utilizzata per lo spostamento di
singoli denti.
MORDENZATURA Sequenza speculare all’incollaggio dei brackets,
consistente nell’applicazione sullo smalto dei denti di una sostanza acida
capace di creare micro porosità superficiale.
M.O.R.A. Si tratta di una placca inferiore di stabilizzazione con rialzo,
ideata dal prof. Gelb. Essa schematicamente è composta dai ganci di
ritenzione e dai rialzi laterali, solidarizzati tramite una ferula in metallo
posta al di sotto delle superfici linguali degli elementi anteriori.
BIBLIOGRAFIA: F. Francolini, I bite odontoiatrici, Bollettino di
Informazioni Ortodontiche Leone, N. 53.
99
MORDEX Apertus Esterno Severo morso aperto contraddistinto da
notevole crescita scheletrica verticale della zona inferiore del complesso
facciale e, nei casi più gravi, dalla mancanza di contatto occlusale degli
incisivi, canini e premolari delle due arcate.
BIBLIOGRAFIA: E. Muzj, Indirizzo antropometrico nella determinazione
dell’anatomia dentale nel profilo facciale europide, Bologna, Ed. Martina,
Anno 1993.
MORDEX Apertus Interno Beanza presente tra il gruppo incisale
superiore ed inferiore.
BIBLIOGRAFIA: E. Muzj, Indirizzo antropometrico nella determinazione
dell’anatomia dentale nel profilo facciale europide, Bologna, Ed. Martina,
Anno 1993.
MORDEX Contractus Diametro trasversale delle arcate molto ristretto,
con conseguente contrazione dei muscoli delle guance.
BIBLIOGRAFIA: E. Muzj, Indirizzo antropometrico nella
predeterminazione dell’anatomia dentale nel profilo facciale europide,
Bologna, Ed. Martina, Anno 1993.
MORDEX Copertus Morso profondo con riduzione di crescita nella parte
inferiore della faccia. Tali soggetti si contraddistinguono per l’eccessiva
anteriorizzazione del mento.
BIBLIOGRAFIA: E. Muzj, Indirizzo antropometrico nella
predeterminazione dell’anatomia dentale nel profilo facciale europide,
Bologna, Ed. Martina, Anno 1993.
MORDEX Distractus Diametro trasversale delle arcate molto ampio.
BIBLIOGRAFIA: E. Muzj, Indirizzo antropometrico nella
predeterminazione dell’anatomia dentale nel profilo facciale europide,
Bologna, Ed. Martina, Anno 1993.
MORDEX Incrociatus Morso inverso dei settori latero-posteriori delle
arcate con conseguente assimetria facciale.
BIBLIOGRAFIA: E. Muzj, Indirizzo antropometrico nella
predeterminazione dell’anatomia dentale nel profilo facciale europide,
Bologna, Ed. Martina, Anno 1993.
MORSO Termine generico indicante una registrazione effettuata in bocca
per rilevare una determinata posizione dei due mascellari nello spazio
(massima intercuspidazione, occlusione abituale, massima retrusione, testatesta, in avanzamento mandibolare, con rialzo occlusale, etc.).
100
MORSO Aperto Beanza sussistente tra le due arcate dentarie per il
mancato contatto occlusale di uno o più denti.
BIBLIOGRAFIA: G. Di Donna - P. Balercia - F. Aquilano, Eziopatogenesi
dell’open - bite. Abitudini viziate e disfunzioni, Dental Cadmos, Anno
1999, N. 15.
MORSO di Costruzione Il morso di costruzione o registrato occlusale è
sempre individuale e perciò viene rilevato direttamente in bocca
dall’odontoiatra. Esso serve da base per la realizzazione di diversi tipi di
apparecchiature ortodontiche:
- dal posizionatore alle placche con rialzi anteriore e o posteriore;
- dagli splint scaricatensione ai bite per problemi disfunzionali dell’atm;
- dagli attivatori classici (tipo Andresen) a quelli di ultima generazione
(tipo Teuscher).
(Pinza di) MOSQUITO Pinza utilizzata per applicare il filo per legatura
tra l’attacco e l’arco.
(Propulsore di) MUHLEMANN Attivatore rigido molto simile
all’Andresen, da cui si differenzia per la struttura. Essa, infatti, si presenta
“aperta” nella zona palatale e linguale, in corrispondenza dei premolari e
molari.
BIBLIOGRAFIA: F. Brandies - N. F. Stahl, Tecnica Ortognatodontica,
Milano, Ed. Masson, Anno 1993.
(Speroni guida di) MULLER Accessori utilizzati per la costruzione dalla
placca doppia. Essi fungono da unione tra la placca superiore e quella
inferiore ed in base al loro posizionamento influenzano la posizione della
mandibola.
BIBLIOGRAFIA: E: Witt - M.E. Gehrke, Progettazione e costruzione degli
apparecchi ortodontici, Ed. Piccin, Padova, Anno 1988.
(Arco palatale) MULTI - Azione Dispositivo ideato dal dottor Wilson,
caratterizzato dall’estrema versatilità applicativa.
BIBLIOGRAFIA: P. Rametta, L’arco palatale multiazione di Wilson:
biomeccanica e funzioni, Mondo Ortodontico, Ed. Masson, Anno 1998, N.
4.
MUSCOLI I muscoli in base alla loro funzione si suddividono in:
- involontari, non comandati cioè dalla parte cosciente del cervello, ma
dal sistema vegetativo, il cosiddetto simpatico ( muscolo cardiaco);
- volontari, poiché agenti per comando del cervello ( muscolatura orofacciale)
101
Ci sono tre famiglie di muscoli che assurgono ad un ruolo preminente nella
sfera funzionale della bocca (ingoiare, parlare, masticare):
- i muscoli delle labbra;
- i muscoli delle guance;
- ed infine, la lingua.
MUZJ Il professor Edmondo Muzj è considerato il “padre” della scuola di
ortodonzia italiana. A lui si deve un approccio clinico diverso
dell’ortognatodonzia, intesa non più come disciplina relativa solo alle
arcate dentarie, ma inserita in un quadro clinico molto più ampio.
BIBLIOGRAFIA: E. Muzj, Indirizzo antropometrico nella determinazione
dell’anatomia normale del profilo facciale europide, Bologna, Ed.
Martina, Anno 1993.
MYOPROGRESS Sistema ideato dal dr. Levrini applicabile ad un gran
numero di dispositivi ortopedici funzionali per aumentarne l’elasticità. Tale
sistematica si avvale di materiale elastico apposto sulle superfici occlusali.
MYOSCANNER Strumento diagnostico utilizzato in terapia
miofunzionale per valutare e rilevare il grado di tonicità di alcuni muscoli
facciali (orbicolari, lingua e masseteri).
BIBLIOGRAFIA: L. Balercia, Occlusione neuro – mio – posturale, San
Bendetto del Tronto (AP), Ed. Futura, Anno 1995.
MYOSPLINT Vedere ORTOTTICO.
(Bottone di) NANCE Tale apparecchio è composto da un arco saldato
fornito di un “bottone” in resina confezionato sulla volta palatina. Proprio
per questa sua particolare conformazione il bottone di Nance è considerato
un ottimo sistema di ancoraggio.
BIBLIOGRAFIA: Manuale di Tecnica Ortodontica, Ed. Martina, Bologna,
Anno 1994.
(Pinza di) NANCE Pinza utilizzata per realizzare anse chiuse di diverse
grandezze.
N.A.P.A. (Nocturnal Airway Patency Appliance) Dispositivo rimovibile
applicato in pazienti russatori per eliminare o quanto meno ridurre il
fenomeno, abbastanza frequente in questi soggetti, dell’apnea notturna.
Essenzialmente il N.A.P.A. è un monoblocco di resina interessante
entrambe le arcate (con ganci di ritenzione sia sull’arcata superiore che su
quella inferiore) realizzato in base ad una registrazione occlusale
102
abbastanza alta (all’incirca 4-6 mm.) rilevata con la mandibola in posizione
avanzata.
BIBLIOGRAFIA: D. Caprifoglio - M. Gandolfini - M. Fedi - L. Levrini,
Stimolatori orali: Una rassegna critica, Mondo Ortodontico, Ed. Masson,
Anno 1994, N.2.
NEGATOSCOPIO Apparecchio utile per la lettura di radiografie e per
l’esecuzione di tracciati cefalometrici.
(Zoccolatore universale) NERIO Ortobox ideato dal dr. Nerio Pantaleoni
che permette un assemblaggio dei modelli in modo rapido e preciso.
BIBLIOGRAFIA: N. Pantaleoni, Ortodontotecnica, Bologna, Ed. Grasso,
Anno 1985.
(Occlusione) NEURO-mio-posturale “Per occlusione neuro – mio –
posturale si intende la massima intercuspidazione che nella deglutizione si
realizza in un punto secondo un piano ove le curve di Won Spee e di
Wilson rappresentano, assieme al fisiologico spazio libero, la sintesi
dell’armonia della funzione sugli elementi passivi che ne sono il supporto
determinandone forma e disposizione spaziale. Avviene dopo un tragitto
individuale appropriato che parte dalla posizione di riposo della mandibola,
ultimo anello della catena posturale che nasce dai piedi in sintonia con una
fisiologica respirazione cranica primaria” (L. Balercia).
BIBLIOGRAFIA: L. Balercia, Occlusione neuro – mio – posturale, San
Benedetto del Tronto (AP), Ed. Futura, Anno 1995.
NEUTROCCLUSIONE Rapporto occlusale instabile riferito ai primi
molari, che occludono “testa a testa” sul piano sagittale. E’ considerato
fisiologico solo nel caso esso avvenga in dentizione mista.
(Gancio di) NEY Particolare gancio utilizzato per la ritenzione dello
scheletrato.
NITATIUM Palatal Expander Apparecchio fisso realizzato in lega nickel
titanio termico che consente l’espansione, sia rapida che lenta, del
mascellare superiore.
BIBLIOGRAFIA:1) A. Fortini - E. Fortini - M. Luppoli - A. Danielli,
Espansione del mascellare con l’uso del Nitatium palatal expander 2,
Mondo Ortodontico, Ed. Masson, Anno 1998, N. 6.
2) M. Parri, Il Nitatium – Palatal - Expander 2 TM: fasi di laboratorio
emeccanismo d’azione, Ortodonzia Tecnica (Rivista Or Tec), Anno 1997,
N. 1.
103
NITE - Guide Dispositivo preformato in materiale elastico bi - mascellare,
utilizzato in ortodontia preventiva. Secondo l’Autore, il Nite - Guide deve
essere applicato in pazienti con età compresa tra i 5 e i 7 anni.
BIBLIOGRAFIA: A. Polimeri - L. Ottolenghi - G. Ierardo - L. Manzon,
Aspetti clinici e terapeutici della deglutizione atipica, Dental Cadmos,
Anno 1999, N. 17.
(Terapia) NON Estrattiva Trattamento ortodontico che non prevede
estrazioni.
NONIO Parte integrante del calibro, esso rappresenta la scala graduata.
NORMOCCLUSIONE Vedere CLASSE I di Angle.
(Placche di svincolo) NOTTURNE Apparecchi applicati di notte in
pazienti con parafunzioni occlusali.
(Lampada) NOU - Lite Strumento utilizzato per la polimerizzazione del
composito foto-polimerizzante.
93/42 Normativa Europea
BIBLIOGRAFIA: Danno iatrogeno e ortognatodonzia: aspetti medico
legali ed assicurativi, Ortognatodonzia Italiana (Rivista SIDO), Anno
1996, N.6.
(Trazione) NUCALE Rappresenta quel tipo di trazione che utilizza come
ancoraggio la zona nucale della testa.
NUMERAZIONE internazionale
- semi – arcata destra superiore: 11 – 12 – 13 – 14 – 15 – 16 – 17 – 18
- semi – arcata sinistra superiore: 21 – 22 – 23 – 24 – 25 – 26 – 27 – 28
- semi – arcata destra inferiore: 41 – 42 – 43 – 44 – 45 – 46 – 47 – 48
- semi – arcata sinistra inferiore: 31 – 32 – 33 – 34 – 35 – 36 – 37 – 38
(Gancio ad) OCCHIELLI Esso sfrutta i sottosquadri presenti al di sotto
dei punti di contatto dell’elemento pilastro. Per la sua realizzazione si
utilizza un filo con diametro di 0,7 mm. modellato sia in base allo spazio a
disposizione che alla forma anatomica dei denti contigui.
(Molla ad) OCCHIELLO E’ impiegata più che altro per indurre piccoli
movimenti in senso mesiale o distale. Si caratterizza per l’occhiello
modellato nella regione palatale, da cui parte un braccio che avvolge il
dente da correggere.
104
BIBLIOGRAFIA: D. Govoni, Elementi a molla, Bollettino di Informazioni
Ortodontiche Leone, N. 52.
(Superficie) OCCLUSALE Viene denominata anche triturante poiché è la
superficie che è in contatto con i denti antagonisti.
(Apparecchi) OCCLUSALI Sono tutti quei dispositivi che, interagendo tra
le due arcate, modificano l’equilibrio neuro - muscolo - scheletrico
esistente tra le varie strutture dell’apparato stomatognatico.
OCCLUSIONE Centrica Tipologia di occlusione che si manifesta
raramente e che ha luogo solo quando le posizioni di massima
intercuspidazione dentale e di relazione centrica risultano coincidenti.
(Piano di) OCCLUSIONE E’ rappresentato da una retta immaginaria che
partendo dalle superfici incisali finisce sul bordo distale del secondo
molare.
OCCLUSOGRAMMA Sistema diagnostico utilizzato per la valutazione
dello spazio dentale necessario per ottenere un buon risultato ortodontico.
OCCLUS-o-GUIDE Dispositivo preformato in materiale elastico bimascellare utilizzato in ortodontia intercettiva. Secondo l’Autore, l’Occluso-Guide deve essere applicato in pazienti di età compresa tra i 9 e i 12 anni.
BIBLIOGRAFIA: A. Polimeri - L. Ottolenghi - G. Ierardo - L. Manzon,
Aspetti clinici e terapeutici della deglutizione atipica, Dental Cadmos,
Anno 1999, N.17.
OCCLUSORE Riproduttore meccanico dell’occlusione usato per il
montaggio dei modelli a fini diagnostici o esecutivi. Esso consente solo
movimenti a cerniera di apertura e chiusura.
ODONTOBLASTI Cellule costituenti la dentina.
OFF-Set Termine inglese utilizzato in ortodonzia per indicare la
realizzazione di un compenso sul filo ortodontico.
O.L.P.T. Acronimo di Proiezione Transcraniale Laterale Obliqua. Essa
rientra tra le indagini diagnostiche interessanti l’articolazione temporo
mandibolare.
ONLAY Ricostruzione, realizzata in laboratorio, di una porzione di dente.
105
OPEN - Attivator Dispositivo di scuola olandese ad azione funzionale,
costituito da:
- ansa palatale, tipo Coffin;
- archi vestibolari semplici, superiore ed inferiore;
- archi, palatale e linguale, modellati sulle superfici interne degli elementi
anteriori;
- ed infine, dal corpo in resina che interessa solo le zone posteriori di
entrambi i mascellari (da canino a molare).
BIBLIOGRAFIA: M. Testa, Ortodonzia del nord Europa: alcuni
apparecchi terapeutici, Rivista Italiana degli Odontotecnici, Dental Press,
Anno 1991, N. 3.
OPEN - Bite Vedere MORSO Aperto.
OPEN - Face Dispositivo funzionale utilizzato per la correzione delle II
Classi. L’Open-Face essenzialmente è composto da:
- ansa palatale (Tipo Bionator);
- arco palatale, a contatto con la superficie interna degli elementi
anteriori, completo di anse utili per l’attivazione;
- anse buccinatorie, una per ogni arcata;
- ed infine, dal corpo in resina che si estende palatalmente, lingualmente
ed a livello occlusale.
BIBLIOGRAFIA: G. Galuppo, Dispositivi funzionali II e III Classe secondo
D. G. Woodside, Rivista Italiana degli Odontotecnici, Dental Press, Anno
1992, N. 4.
OPEN Locking Blocco dell’ATM in posizione di apertura della
mandibola.
(Dispositivi) OPEN System I dispositivi “Open System” sono stati ideati
per migliorare il rapporto, troppe volte conflittuale, tra esigenza terapeutica
e funzionale. La loro peculiarità risiede nel migliore rispetto della sfera
funzionale e nell’invarianza dell’azione correttiva. Questo intento, sempre
auspicabile ma difficilmente realizzabile, è stato raggiunto esaminando in
primis:
- l’anatomia delle arcate;
- la lingua e la sua funzione;
- l’aspetto progettuale;
- la struttura dei dispositivi rimovibili.
BIBLIOGRAFIA: U. Comparelli, Atlante Ortodontico, San Benedetto del
Tronto (AP), Ed. Futura, Anno 1999
106
O.P.T. Acronimo di Ortopantomografia. Si tratta di una stratigrafia delle
arcate dentali e delle strutture ad esse connesse.
BIBLIOGRAFIA: S. Oddini Carboni - M. Ronchin - S. Dessì, La radiologia
in ortognatodonzia “Dossier” Parte IV, Mondo Ortodontico Ed. Masson,
Anno 1991, N.6.
(Molla) ORALE Applicata vestibolarmente alle arcate, la sua funzione è
quella di guidare il dente verso l’interno della bocca. Essa è modellata in
base allo spazio a disposizione ed al tragitto che l’elemento dentario deve
effettuare.
BIBLIOGRAFIA: F. Brandies - N. F. Stahl, Tecnica Ortognatodontica,
Milano, Ed. Masson, Anno 1993.
ORBICOLARE delle labbra Muscolo che permette l’arricciamento e
l’avanzamento delle labbra.
ORDINE Termine indicante il tipo di pieghe che si possono effettuare sul
filo ortodontico.
(Attivatori) ORIZZONTALI Attivatori utilizzati in pazienti con crescita
ipo-divergente.
BIBLIOGRAFIA: M. Biondi, Terapia ortopedica funzionale dell’apparato
stomatognatico, Milano, Ed. Masson.
ORTOBOX Modelli diagnostici la cui realizzazione si presenta
relativamente semplice, poiché i passaggi tecnici inerenti sono di gran
lunga inferiori rispetto ad altre metodiche. Essi, infatti, sono assemblati in
preformati di plastica fabbricati con angoli standards. Si evita così la
squadratura, fase peculiare e complessa di questo tipo di lavorazione. I
preformati, commercializzati da diverse ditte del settore, sono logicamente
bianchi ed abbastanza similari tra loro; le uniche differenze si riscontrano
nelle cerniere posteriori:
- rimovibili a chiavistello;
- fisse a compasso.
(Profilo) ORTOGNATICO Rappresenta il profilo normale. I punti di
repere (fronte, naso e filtro) si presentano quasi allineati, con una lieve
prominenza anteriore.
ORTOGNATODONZIA Branca specialistica dell’odontoiatria che si
interessa dell’impostazione diagnostica degli obiettivi e del piano di
trattamento, nei casi di malposizioni dentali e malformazioni scheletriche
riguardanti il complesso orofacciale.
107
ORTOPANTOMOGRAFIA Vedere O.P.T.
ORTOTICO (di Jankelson) Apparecchio rimovibile inferiore con rialzi
totali impiegato per i disordini neuro - muscolari dell’ATM. Esso si
contraddistingue per la particolare forma della superficie occlusale.
Quest’ultima, infatti, è ottenuta rispettando scrupolosamente il rapporto tra
le cuspidi e le fosse dei denti delle due arcate.
BIBLIOGRAFIA: C. Frontali, Doccia totale di riposizionamento
mandibolare ortotico in resina acetalica, Rassegna Odontotecnica, N. 29
OSA (Attivatore Aperto Semirigido) Dispositivo miodinamico ad azione
funzionale nato da una modifica del Bionator di Balters.
L’OSA si caratterizza principalmente per la presenza di materiale elastico
sui settori latero-posteriori.
BIBLIOGRAFIA: A.Levrini, Nuovi tipi di apparecchi funzionali elastici,
Mondo Ortodontico, Ed. Masson, Anno 1997, N. 6.
O. S. A. S. Acronimo di Obstructive Sleep Apnea Sindrome.
(Elasto) OSAMU Monoblocco di materiale altamente elastico interessante
entrambe le arcate al quale è possibile applicare la trazione extraorale.
Questa sua particolarità rende l’Elasto Osamu davvero singolare perché
oltre a fungere da riposizionatore e rifinitore dentale, può essere applicato
per risolvere discrepanze scheletriche di Classe II, come un qualsiasi altro
attivatore rigido.
BIBLIOGRAFIA: R.Hinz, Sistema Elastodontico KFO: Evoluzione del
Posizionatore, Ortodonzia tecnica (Rivista Or Tec), Anno 1996, N. 2-3.
(Retainer) OSAMU Dispositivo di contenzione che si contraddistingue per
la particolare struttura. Esso, infatti, è composto sia da materiale morbido
che da quello rigido.
BIBLIOGRAFIA: O. Yoshii-M. Pohl, Indicazioni e possibilità del Retainer
Osamu, Mondo Ortodontico, Ed. Masson, Anno 1996, N. 1
OSSA Palatine Vedere PROCESSI Palatini
OSTEOPATIA Medicina della mobilità fondata dall’americano W.
Sutherland.
BIBLIOGRAFIA: V. Cozzolino, Cranial Osteopathy, Rivista IAPNOR Ed.
Futura, San Benedetto del Tronto (AP), Anno 1996, N. 1.
108
OTTURATORE Presidio clinico applicato in pazienti affetti da
palatoschisi.
BIBLIOGRAFIA: I. Santiago, Trattamento ortopedico-ortodontico delle
palatoschisi, Bollettino di Informazioni Ortodontiche Leone, N. 60.
OVER Bite Analizza la distanza tra i margini incisali dei centrali superiori
ed inferiori sul piano sagittale in senso verticale.Valore medio = +/- 2 mm.
OVER Jet Analizza la distanza tra i margini incisali dei centrali superiori
ed inferiori sul piano sagittale in senso antero - posteriore. Valore medio =
+/- 2 mm.
(Sistema) PACON Tecnica che prevede il montaggio indiretto degli
attacchi linguali attraverso l’uso del parallelometro Pacon.
BIBLIOGRAFIA: U. Capurso - A. Veneziani - F. Garino, Tecnica linguale:
applicazione del sistema Pacon nel montaggio indiretto degli attacchi
senza set-up, Mondo Ortodontico Ed. Masson, Anno 1991, N. 1.
P.A.F. Acronimo di Punto di Applicazione della Forza.
(Molla a) PAGAIA Molla utilizzata per la vestibolarizzazione di singoli
denti.
BIBLIOGRAFIA: W.R. Proffit, Ortodonzia Moderna, Ed. Masson, Milano,
Anno 1995.
(Vite) PAGANI Vedere (Dispositivi attivi con vite a) VENTAGLIO.
(Superficie) PALATALE Superficie dei denti superiori che “guardano”
l’interno della bocca.
(Placca) PALATINA Forata Così come si evince dal nome, questo
apparecchio sfrutta come stimolo un foro realizzato a ridosso delle rughe
palatine. Per far sì che lo stimolo sia continuo e che quindi la lingua non
perda quella curiosità tanto necessaria per il raggiungimento dell’obiettivo
terapeutico, il dr. Pantaleoni ha inserito nell’acrilico una ghiera di acetato
riproducente delle forme ellittiche. Essa partendo dalla papilla retroincisiva
si estende posteriormente, sino all’altezza degli ultimi premolari.
BIBLIOGRAFIA: D. Caprifoglio - M. Gandolfini - M. Fedi - A. Levrini - L.
Levrini, Stimolatori orali: una rassegna critica, Mondo ortodontico, Ed.
Masson, Anno 1994, N. 2.
109
(Arco) PALATINO Solitamente utilizzato come ancoraggio, Questo arco è
realizzato con un filo da 0,9 mm. - 1 mm. modellato nella regione palatina
dell’arcata dentale superiore.
PALATOGLOSSO Muscolo facente parte della lingua, che ne determina
il suo sollevamento e la sua trazione posteriore.
(Placche per) PALATOSCHISI Vedere OTTURATORE.
(Molla a) PALETTO Vedere (Molle) INTERDENTALI.
(Gancio a) PALLA I ganci a palla sono sistemi ritentivi complementari,
abbinati ad altri ganci più solidi ed efficaci. Il gancio a palla espilca la sua
funzione proprio per la presenza, all’estremità del filo, della sfera o pallina
che va ad inserirsi nello spazio interdentale dei due denti interessati, a
livello del margine gengivale.
BIBLIOGRAFIA: Manuale di Tecnica Ortodontica, Ed. Martina, Bologna,
Anno 1994.
(Supporto) PANTALEONI Apparecchio fisso solidarizzato alle bande
molari, utile sia come supporto per altre apparecchiature che per effettuare
l’espansione trasversale dell’arcata superiore. Il supporto Pantaleoni è
costituito essenzialmente da un filo da 0,9 mm. fornito di una serie di anse
modellate sul palato in corrispondenza delle zone delle rughe palatine.
BIBLIOGRAFIA: N. Pantaleoni, Ortodontotecnica, Bologna, Ed. Grasso,
Anno 1985.
PANTOGRAFO Strumento diagnostico utile per rilevare tutti i movimenti
dell’articolazione temporo mandibolare.
PAPILLA Retroincisiva Vedere RUGHE palatine.
PARA - Colpi Protezione in resina morbida utilizzata dagli sportivi per
evitare traumi alle strutture dento - alveolari delle due arcate.
PARAFUNZIONI Abitudini viziate o tic nervosi che comportano
problemi ai movimenti mandibolari e all’occlusione.
PARALLELOMETRO Strumento utilizzato per ricercare ed evidenziare
le linee di analisi sugli elementi dentari.
PARAURTI Labiali Vedere LIP-Bumper.
110
PARODONTITE Patologia infiammatoria a carico del tessuto connettivo
che abbraccia la radice dei denti (Parodonto).
PARODONTO Tessuto connettivo che abbraccia la radice del dente e da
essa si estende fino alla corticale dell’osso alveolare.
PATRICK (Autore storico) A Patrick si deve l’ideazione nel 1882 di un
arco prefabbricato completo di accessori scorrevoli, utili per correggere
diverse malposizioni dentali.
(Lampada di) PAYNE Strumento diagnostico utilizzato in terapia
miofunzionale per rilevare, con la fluorescina, le zone di contatto della
lingua durante l’atto deglutitorio.
BIBLIOGRAFIA: A. Ferrante, Terapia miofunzionale, San Benedetto del
Tronto, Ed. Futura, Anno 1997.
P.E.I. (Piano Elastico Interocclusale). Dispositivo rimovibile inferiore
caratterizzato dalla presenza dei piani laterali in metallo aventi funzione
armortizzante.
BIBLIOGRAFIA: V. Tenti-M. Salvione, Il piano elastico interocclusale
(P.E.I.) nel controllo dell’open bite scheletrico e nei problemi dell’ATM.
Bollettino di Informazioni Ortodontiche Leone, N. 56.
PENDULUM di Hilgers Dispositivo fisso ad azione meccanica utilizzato
per la distalizzazione dei molari superiori. Il pendulum di Hilgers si
compone di un bottone di Nance (da cui partono quattro segmenti in filo
con funzione di ancoraggio, per poi terminare nei solchi occlusali dei
premolari) fornito di due molle che, andando ad inserirsi nei lingual cleat
puntati alle bande molari, permettono la distalizzazione degli stessi.
BIBLIOGRAFIA:1) J. Hilgers, The pendulum appliance for Class II non
compliance, Journal Clinic Orthodontic, Anno 1992, N. 11.
2) S. Della Vecchia, Modifiche al pendulum di Hilgers, Ortodonzia Tecnica
(Rivista Or Tec), Anno 1999, N.1
PERDITA di Ancoraggio E’ rappresentato dal movimento dei denti
utilizzati come ancoraggio. Molte volte tale azione è volutamente ricercata
per la correzione della malocclusione.
PERFECTOR Dispositivo singolare utilizzato per la rifinitura della cuara
ortodontica. Il Perfector, molto simile al posizionatore, si differenzia da
esso per l’aggiunta della componente attiva dello Spring Aligner.
BIBLIOGRAFIA: A. Viotti, Il Perfector, Ortodonzia Tecnica (Rivista
OrTec), N. 2, Anno 2000.
111
PERICORONARITE Eruzione difficile di uno o più elementi.
PERMUTA Dentale Indica l’avvicendamento naturale tra la dentizione da
latte e quella permanente.
PERRY (Autore storico) Ideatore di una placca in vulcanite completa di un
arco attivato da una vite, capace di retrudere il gruppo anteriore.
(Arco) PESANTE di Base Arco vestibolare realizzato con un filo dolce da
0,4 mm. modellato sui bordi dei premolari e dei canini e solidarizzato,
tramite legature, agli attacchi presenti sul gruppo frontale.
(Maschera facciale di) PETIT dispositivo extra - orale applicato per la
correzione ortopedica delle III Classi.
BIBLIOGRAFIA: L. Franchi - J.A. Mc Namara Jr. - I. Tollaro,
Modificazioni scheletriche dei mascellari indotte dalla terapia della
malocclusione di III Classe con espansione mascellare e maschera
facciale, Ortognatodonzia Italiana, (Rivista SIDO), Anno 1998, N. 3.
P. F.G. Dispositivo funzionale indicato per la correzione delle III Classi.
La PFG, ideata dall’odontotecnico Bartolucci, nasce da una modifica della
placca Cervera funzionale ed è costituita da:
- piani metallici laterali;
- arco vestibolare di retrusione inferiore;
- lip-bumper superiore;
- bottoni buccinatori;
- ed infine, dal supporto sottolinguale dell’arcata inferiore.
BIBLIOGRAFIA: E. Bartolucci, La PFG III modifica della placca Cervera
funzionale, Ortodonzia Tecnica (Rivista Or Tec), Anno 1996, N. 4.
(Placca) PIANA SI tratta di una placca superiore con rialzi totali lisci
utilizzata in soggetti con patologie a carico dell’articolazione temporomadibolare di natura muscolare.
BIBLIOGRAFIA: E. Pessina-M. Bosco-V. Collesano,Le placche occlusali
nella terapia dei disordini cervico-cranio-mandibolari, Quaderni di
Protesi, Ed Masson, Milano, Anno 1996.
PIANI Guida Piani in resina realizzati su dispositivi rimovibili atti a
guidare o costringere la mandibola in una posizione prefissata.
PIANO INCLINATO Inferiore Anteriore di Scivolo Elemento più
importante della placca Bassani, il piano si distingue da altri dispositivi
112
simili per la peculiarità delle funzione svolta. La sua costruzione deve
avvenire nel pieno rispetto di alcuni parametri, la cui inosservanza
pregiudica l’efficacia del manufatto. Pertanto, è indispensabile che esso:
- deve permettere lo scivolamento degli incisivi inferiori in senso sagittale
e verticale verso l’alto;
- in massima retrusione mandibolare, non venga scavalcato dagli incisivi
inferiori;
- abbia una forma con base ampia dalla metà di un incisivo laterale
all’altra;
- il suo spessore risulti maggiore alla base e minore alla punta;
- la sua lunghezza e la sua forma siano determinate dalla corsa, stabilita
dal medico, che la mandibola effettua verso il mascellare superiore.
BIBLIOGRAFIA: U.Comparelli, La placca Bassani: una metodica di
costruzione individuale del piano inclinato inferiore anteriore di scivolo,
La Quintessenza Odontotecnica, Ed. Resch, Anno 1993, N. 5.
PICCO Pubertario Periodo di massima crescita somatica dell’individuo.
L’identificazione di tale periodo assume particolare importanza per
l’eventuale applicazione di un apparecchio ortopedico funzionale.
PIEGA Termine generico indicante una deformazione eseguita su di un
filo.
PIEGHE di 1° Ordine Pieghe realizzate sul filo sul piano orizzontale.
BIBLIOGRAFIA: F.V. Tenti, Guida alla scelta ragionata degli apparecchi
ortodontici fissi e rimovibili, Ed. Microlito, Recco (GE).
PIEGHE di 2° Ordine Pieghe realizzate sul piano verticale.
BIBLIOGRAFIA: F.V. Tenti, Guida alla scelta ragionata degli apparecchi
ortodontici fissi e rimovibili, Ed. Microlito, Recco (GE).
PIEGHE di 3° Ordine Pieghe realizzate torcendo un filo intorno al suo
asse.
BIBLIOGRAFIA: F.V. Tenti, Guida alla scelta ragionata degli apparecchi
ortodontici fissi e rimovibili, Ed. Microlito, Recco (GE).
(Dente) PILASTRO Dente scelto come ancoraggio per l’applicazione di
protesi fisse o rimovibili.
PITSCH Apparecchio mobilizzatore intra-orale.
(Dispositivi con guide) PIVOT Dispositivi con rialzi occlusali latero posteriori realizzati per provocare un riposizionamento caudale dei condili.
113
PLACCA Ortodontica Sinonimo di dispositivo ortodontico rimovibile.
(Apparecchi di) PLANAS Dispositivi ad azione “neuro - occlusale”
utilizzati per la risoluzione di gran parte delle malocclusioni dento scheletriche. Negli apparecchi del prof. Pedro Planas non sono previsti
ganci di ritenzione proprio per sollecitare l’attività neuro - muscolare del
paziente. Elementi peculiari di tali presidi terapeutici sono le piste lateroposteriori opportunamente sagomate rispetto al piano di Camper. Alla
struttura base, infatti, è possibile aggiungere accessori, come molle e viti,
coadiuvanti l’azione del dispositivo.
BIBLIOGRAFIA: M. Tromba, Riabilitazione neuro – occlusale secondo
Planas, Rivista Italiana degli Odontotecnici, Dental Press, Anno 1995, N.
5.
PLASTICITA’ Attitudine di un materiale a lasciarsi deformare in modo
permanente dall’azione di elementi esterni.
PLASTOMERI Le materie plastiche o plastomeri si suddividono in
termoplastici ed in termoindurenti. Questa distinzione si basa sul loro
comportamento a polimerizzazione avvenuta. I termoindurenti, ad esempio,
sono materiali irreversibili: una volta induriti se sottoposti a calore si
carbonizzano. I termoplastici, invece, sono materiali reversibili poiché con
il riscaldamento o con il raffreddamento possono passare entro certi limiti,
da uno stato all’altro.
P. L. N. M. Acronimo di placca neuro - muscolare. Si tratta di un
dispositivo rimovibile superiore con ganci di ritenzione e rialzi laterali
realizzati in base all’equilibrio neuro - muscolare del paziente. La P. L. N.
M. è applicata in pazienti disfunzionali con problemi all’ATM.
BIBLIOGRAFIA: C. De Nuccio - M. Mazzuk - A. Venditti, Studio
comparativo tra placca neuro-muscolare e casuale nei disordini temporo mandibolari, Ortognatodonzia Italiana (Rivista SIDO), Anno 1999, N.4.
P. L. V. S. Placca superiore di scuola neuro-muscolare con rialzi laterali e
vite di espansione.
BIBLIOGRAFIA: S. Leccisotti - F. Biancastro, Espansione mascellare con
PLVS: attivazione di crescita mandibolare mono-laterale nelle asimmetrie,
Ortognatodonzia Italiana (Rivista SIDO), Anno 1997, N. 5.
PODUS Equilibratore della muscolatura vestibolare costituito da un trifil
inguainato. Esso è applicato vestibolarmente alle arcate fin sui fornici.
114
BIBLIOGRAFIA: N. Pantaleoni, Ortodontotecnica, Ed. Grasso, Bologna,
1985.
(Vite di) POGGIO Vite utilizzata per la vestibolarizzazione di singoli
elementi.
BIBLIOGRAFIA: F.V. Tenti, Guida alla scelta ragionata degli apparecchi
ortodontici fissi e rimovibili, Ed. Microlito, Recco (GE).
(Indice di) POINT L’Autore sulla base di consolidati dati afferma
l’esistenza di un collegamento tra la dimensione trasversale dell’arcata
superiore (si fa riferimento ai primi molari ed ai primi premolari,
prendendo come punto di repere il centro dei denti) e la somma dei
diametri mesio-distali dei quattro incisivi superiori. Egli evidenzia inoltre
come la larghezza dell’arcata superiore possa essere rapportata alle
seguenti formule:
- (11+12+21+22)x100 il tutto diviso 80 (formula relativa alla distanza
premolare)
- (11+12+21+22)x100 il tutto diviso 64 (formula relativa alla distanza
molare).
POLIMERIZZAZIONE Reazione chimica in cui i monomeri (molecole
di piccole dimensioni) si legano tra loro formando i polimeri (composti
organici di notevole peso molecolare).
POLIMETACRILATO di Metile Rappresenta la polvere della resina.
Esso è un polimero di addizione a struttura lineare con caratteristiche
termoplastiche.
POLPA Presente nella cavità centrale del dente, è un’unità tissutale
terminale.
POMICE Polvere di pietra vulcanica leggera che, mescolata con acqua,
abrade la superficie del dispositivo rendendolo liscio e privo dei segni
lasciati dalle frese.
POSIZIONATORE Questo apparecchio, ideato da Kesling nel 1940, è
impiegato essenzialmente nella rifinitura della cura ortodontica operando, a
seconda dei casi, come strumento di contenzione attiva o passiva.
L’impiego del posizionatore, preceduto dal necessario set-up, consente di
ottenere movimenti semplici o plurimi in direzione vestibolo-linguale,
verticale o mesio-distale. Per ciò che concerne i dati tecnici, questo
monoblocco di resina elastica interessante entrambe le arcate dentarie è
115
costruito rispettando alcuni parametri, che sono peraltro modificabili in
funzione del fine terapeutico perseguito.
ESTENSIONE
- fino ai colletti (Ridotto)
- 2-3 mm. oltre i colletti (Normale)
- 6-8 mm. oltre i colletti (Esteso)
SPESSORE
- 2 mm. (Sottile)
- 3 mm. (Normale)
- 4-5 mm. (Spesso)
DUREZZA
- 50 - 60 Shore A, (Soft) indicato in tutti quei casi dove sono richieste
correzioni molto estese;
- 65 - 70 Shore A, (Medio) consigliabile per la realizzazione di
posizionatori gnatologici con un ottimo grado di elasticità;
- 75 - 80 Shore A, (Hard) ideale per posizionatori di contenzione e dove
sia richiesto un minimo ingombro dentale, per bruxisti o come
paradenti.
E’ importante ed opportuno precisare che l’efficacia del dispositivo è
strettamente legata ad alcuni fattori, quali:
- l’anatomia dentale;
- il tipo e la qualità della cura ortodontica effettuata dallo specialista;
- la perfetta esecuzione del set - up da parte del tecnico;
- le caratteristiche del materiale impiegato per la costruzione del
posizionatore.
BIBLIOGRAFIA: G. Mayerhofer, Realizzazione di un posizionatore
gnatologico, Quintessenza odontotecnica, Ed. Resch, Anno 1993, N. 7 – 8.
POSIZIONATORE Aperto Posizionatore a copertura vestibolare
parziale. In questo apparecchio, infatti, le superfici vestibolari degli
elementi anteriori sono libere. Il suo utilizzo è indicato per la correzione di
beanze anteriori.
POSIZIONATORE Pre - Chirurgico Si tratta di una metodica di
costruzione del posizionatore nella terapia ortodontica pre - chirurgica del
progenismo.
BIBLIOGRAFIA:1) A. Minenna - F. Minenna – P. Minenna - A. Curci,
Utilizzazione del positioner nella terapia ortodontica pre - chirurgica del
progenismo, Doctor Os, Ed. Aries due Anno 1994, N. 5.
2) U. Comparelli, Metodica di costruzione del positioner secondo la
tecnica del dottor Per U. Varde e sua applicazione in ortodonzia pre chirurgica, Bollettino di Informazioni Ortodontiche Leone, N. 53.
116
POSIZIONATORI Occlusali Vedere POSIZIONATORE e (Placche
per) BRUXISTI.
POSIZIONE di Riposo Posizione della mandibola in presenza di una
situazione di equilibrio dei muscoli masticatori.
POSIZIONE di Massima Intercuspidazione Dentale Relazione esistente
tra i denti delle due arcate in massima intercuspidazione.
(Schema di) POSSELT Tale schema rappresenta graficamente i movimenti
e le posizioni più importanti assunti dalla mandibola. Esso considera
quindi:
- la posizione retrusa di contatto;
- la posizione di intercuspidazione dentale;
- la posizione “testa a testa”;
- la posizione protrusa di contatto;
- il movimento di chiusura in abituale;
- il movimento terminale a cerniera;
- la posizione compresa tra la chiusura terminale a “cerniera” e quella
posteriore di apertura;
- ed infine la massima apertura mandibolare.
POST - Rotazione Movimento in senso orario delle ossa basali,
mandibolare e/o mascellare.
POSTURA Atteggiamento che il corpo assume nell’ambiente che lo
circonda.
(Dispositivi ortodontici) PRE - Protesici Il fine terapeutico di un
dispositivo ortodontico pre - protesico è quello di permettere, così come si
evince dal nome, l’applicazione di una futura protesi. L’ortodonzia pre protesica pur entrando a far parte dell’ortodonzia classica, si differenzia da
essa per le caratteristiche che la contraddistinguono. Le apparecchiature
utilizzate, infatti, sono quasi sempre uniche e nascono di volta in volta dalle
intuizioni dell’ortodontista che le richiede e dalla capacità del tecnico che
le esegue.
BIBLIOGRAFIA: 1) P. Gandini - L. Sbarra - E. Ostinelli, Ortodonzia
preprotesica, Ed. Masson, Milano, Anno 1993.
2) F. Francolini, Cenni di ortodontia preprotesica, Il Nuovo Laboratorio
Odontotecnico (Rivista ANTLO), Anno 1997, N. 5.
PRECONTATTO Contatto occlusale che precede la chiusura vera e
propria delle due arcate dentarie.
117
PROCESSI Palatini e OSSA Palatine Parte anteriore e posteriore del
palato, essi ricoprono un ruolo fondamentale in quanto conferiscono
sostegno al presidio terapeutico.
PROFILO Il volto sul piano sagittale.
PROGENISMO Termine riferito impiegato per indicare una notevole
crescita mandibolare.
PROGNAZIA Marcato sviluppo in senso sagittale della mandibola o del
mascellare superiore.
PROSOPOENTASIA Sindrome facciale interessante i profili rettilinei, la
cui caratteristica principale è l’arretramento della porzione mediana della
faccia a causa di una retrusione superiore, di una protusione inferiore o di
una combinazione delle stesse.
PROSOPOECTASIA Sindrome facciale che interessa profili curvilinei.
Sono tre le forme che la contraddistinguono:
- protusione superiore;
- retrusione inferiore;
- protusione superiore associata ad una retrusione inferiore.
PROTEGGI Denti Vedere Protezione Dento - Mascellare
PROTESI Mezzo artificiale che sostituisce un organo del corpo. Le protesi
dentarie sono quindi dei manufatti grazie ai quali si ripristina la continuità
delle arcate dentarie.
PROTESI di Fissaggio Vedere (Placche per)BRUXISTI
PROTESI Parziale Protesi rimovibile che riproduce parzialmente l’arcata
dentaria.
(Placche di) PROTEZIONE Si tratta di dispositivi applicati in pazienti
affetti da bruxismo, al fine di proteggere i denti e le strutture connesse
PROTEZIONE Dento - Mascellare Dispositivi rimovibili applicati per
proteggere le arcate dentali da colpi più o meno violenti. La loro struttura è
composta da materiale elastico che, opportunamente sagomato, abbraccia
tutti i denti.
118
BIBLIOGRAFIA: W. Andreini, Protezione dento mascellare, Materiali e
metodi, Sillabo G.B.M. Italia.
PROTRUSIONE Termine indicante una posizione più anteriore, rispetto
alla base cranica, degli elementi dentari.
(Molla di) PROTRUSIONE Vedere (Molla a) ZETA.
PTALINA Vedere MASTICAZIONE.
PTERIGOIDEO Laterale E’ uno dei muscoli più importanti dell’apparato
oro-facciale. Esso permette l’avanzamento della mandibola.
PTERIGOIDEO Medio Muscolo che consente l’elevazione della
mandibola.
PTIALISMO Disturbo comportamentale caratterizzato dal frequente
bisogno di espellere saliva.
PUNGILINGUA Si tratta di un costrittore molto usato in passato,
oggigiorno senza dubbio improponibile. La sua funzione, similare a quella
delle griglie, va ricercata nella presenza delle punte acuminate. Queste
ultime, provocando dolore “dovrebbero” eliminare l’abitudine viziata,
inducendo una modifica nel comportamento neuro – muscolare errato.
BIBLIOGRAFIA: D. Caprifoglio - M. Gandolfini - M. Fedi - A. Levrini - L.
Levrini, Stimolatori orali: una rassegna critica, Mondo ortodontico, Ed.
Masson, Anno 1994, N. 2.
PUNTATURA Tecnica che sfrutta una quantità di calore elevata
concentrata su di una piccola superficie. Essa si rivela utile per applicare
diversi accessori alle bande.
PUNTI Cefalometrici Vedere CEFALOMETRIA e
CLASSIFICAZIONE Scheletrica.
PUNTI di Contatto Superfici di contatto, mesiale e distale, presenti tra i
denti contigui.
QK Acronimo di QuietKnight. Dispositivo pre - confezionato utilizzato per
contrastare l’apnea notturna ostruttiva.
BIBLIOGRAFIA: A. Caprifoglio - L. Levrini - A. Tagliabue - C.
Caprifoglio, Comparazione clinico strumentale di differenti
119
apparecchiature ortodontiche nella terapia dell’apnea notturna,
Ortognatodonzia Italiana (Rivista SIDO), Anno 2000, N. 3.
QUAD - Action (del dottor Wilson) Apparecchio prefabbricato impiegato
per l’espansione dell’arcata inferiore. Esso fa parte dei dispositivi ideati dal
dottor Wilson, caratterizzati da una estrema versatilità applicativa e da una
facile gestione clinica. Come tutti gli apparecchi di Wilson, anche il quad action si solidarizza alle bande molari tramite i lingual -cleat 3D a
caricamento verticale.
BIBLIOGRAFIA: P. Rametta, Quinto inferiore impattato e Quad - action
di Wilson: una soluzione ortodontica semplice ed efficace, Mondo
Ortodontico, Ed. Masson, Anno 1993, N. 1.
QUAD - Elix Apparecchio fisso applicato generalmente all’arcata
superiore per la risolvere insufficienze trasversali in pazienti in fase di
crescita. Esso è costituito da un filo in lega cromo - cobalto (Tipo Crozat)
con diametro di 0,9 mm. caratterizzato dalla presenza di quattro elici (due
anteriori e due posteriori) che inducono l’espansione desiderata.
L’apparecchio, così confezionato, può essere sia brasato alle bande molari
che inserito negli appositi lingual - cleat.
BIBLIOGRAFIA: 1) D. D’Alessio - C. Lanteri - F. Lerda, Quad - Elix ad
azione ortopedica, Bollettino di Informazioni Ortodontiche Leone, N. 58.
2) M. Gandolfini, L’espansore rapido ed il quad - elix: due presidi per
l’espansione mascellare, Ed. Martina, Bologna.
(Arco) QUADRATO Arco “leggero” usato nella tecnica bioprogressiva di
Ricketts.
QUINTERO (Autore storico) Ideatore di un arco palatino in oro utilizzato
per l’espansione trasversale dell’arcata superiore.
(Apparecchio funzionale) RA. DI. CA. Si tratta di un dispositivo applicato
in pazienti affetti da blocco articolare (ClosedLock). Il RA.DI.CA, ideato
da Rampello e Di Paolo, è composto da due placche, superiore ed inferiore,
solidarizzate tramite due molle vestibolari e da una cerniera anteriore.
BIBLIOGRAFIA: E. Pessina-M. Bosco-V. Collesano,Le placche occlusali
nella terapia dei disordini cervico-cranio-mandibolari, Quaderni di
Protesi, Ed Masson, Milano, Anno 1996.
RADIOGRAFIA del Polso Indagine per immagine utile per valutare lo
sviluppo scheletrico e stabilire quindi il potenziale di crescita del paziente.
120
RAFE Mediano Il rafe mediano ricopre la sutura palatina. Esso partendo
dalle papilla retroincisiva termina ai margini del palato duro.
(Vite) RAGNO Dispositivo fisso ideato dai dottori Schellino e Modica che
permette la diastasi asimmetrica del mascellare superiore.
BIBLIOGRAFIA: L. Levrini – V. Filippi – A. Tagliabue – A. Macchi,
Meccanismo d’azione della vite Ragno, Bollettino di Informazioni
Ortodontiche Leone, N.62.
(Splint modulare multifunzionale di) RAMPELLO E’ un apparecchio
occlusale applicato per permettere lo sblocco articolatore in pazienti affetti,
appunto, da blocco articolare. Esso si caratterizza per l’estrema versatilità
in quanto è possibile utilizzarlo (grazie all’inserimento dei vari moduli)
come distrattore puro, come riposizionatore e infine, come apparecchio di
svincolo.
BIBLIOGRAFIA: Gruppo di ricerca SIDO, Terapia del locking,
Ortognatodonzia Italiana (Rivista SIDO), Anno 1999, N. 4.
RAMATURA Tecnica simile alla galvanoplastica utile per estrapolare
dall’impronta i dettagli anatomici più importanti.
RECIDIVA Perdita parziale nel tempo dei risultati ottenuti con il
trattamento ortodontico.
R. E. F. (Rimodellatore Elastico Funzionale). Dispositivo ad azione
funzionale ideato dal professor Zampetti. Il rimodellatore elastico
funzionale si contraddistingue per la particolare struttura che, oltre ad
essere realizzata in materiale elastico si sviluppa esclusivamente nel
vestibolo delle arcate. Essenzialmente il R. E. F. è composto da tre scudi
(anteriore e laterali) solidarizzati tramite due fili piatti di spessore pari a 2
mm. per 1 mm.
BIBLIOGRAFIA: G. Zampetti, Nuovi sviluppi della terapia funzionale: il
rimodellatore elastico funzionale (REF), Ortognatodonzia Italiana (Rivista
SIDO), Anno 1995, N. 1.
(Materiale) REFRATTARIO Materiale che ad alte temperature non fonde
e che sopratutto non subisce alcun cambiamento.
REGISTRATO Occlusale Vedere MORSO di Costruzione.
REGOLATORE GB Accessorio che abbinato alla trazione extra-orale,
permette l’allineamento degli incisivi superiori.
121
RELAZIONE Centrica Si riferisce alla relazione esistente tra il cranio e
mandibola. Tale rapporto, riguardante in effetti la posizione dei condili
nelle cavità glenoidee, non tiene in alcuna considerazione gli elementi
dentari.
REMINDERS Termine inglese che indica gli apparecchi utilizzati come
stimolatori. Essi si pongono in una posizione privilegiata rispetto ai
costrittori poiché partecipano attivamente al programma riabilitativo
impostato dal terapista miofunzionale. Essendo numerosi come sempre
spetta allo specialista scegliere lo stimolatore capace di garantire un
risultato confacente alle legittime aspettative del paziente. In base alla
specificità è possibile suddividere i reminders in:
- stimolatori veri e propri;
- elevatori linguali.
BIBLIOGRAFIA: A. Ferrante, Terapia miofunzionale, San Benedetto del
Tronto(AP), Ed. Futura, Anno 1997.
RESILIENZA Attitudine di un corpo a resistere alla rottura per urto.
RESINA Acetalica Si tratta di un particolare materiale plastico
(poliacetalico) impiegato in ambito tecnico.
BIBLIOGRAFIA: L. Curioni - R. DeStefanis - M. Testa, Le resine
acetaliche: nuovi orizzonti, Rivista Italiana degli Odontotecnici (Dental
Press), Anno 1994, N. 4.
RESINA Fotopolimerizzabile Materiale mono-componente che
polimerizza attraverso mediante processo foto-chimico.
BIBLIOGRAFIA: K. Frass, La nuova generazione di resine foto - indurenti
adesso anche per placche ortodontiche ed attivatori, Dental Materials, Ed.
Elle/bi, Anno 1989, N. 7.
RESINE Acriliche Come è noto l’acrilico occupa, tra i materiali dentali un
posto di primo piano; esso infatti è adoperato per la realizzazione della
maggior parte dei manufatti odontoiatrici:
- dalle protesi mobili alle ricostruzioni estetiche di ponti e corone in
protesi fissa;
- dalle placche ortodontiche ai cucchiai individuali e per finire ai denti
prefabbricati.
Considerato il diffusissimo impiego e l’ambiente ospitante (il cavo orale), è
necessario che tale resina risponda a determinati requisiti:
- deve essere anallergica ed impermeabile;
- atossica e resistente a sostanze acide o basiche;
- non deve presentare fenomeni evidenti d’invecchiamento;
122
- deve essere in grado di sopportare sollecitazioni anche rapide;
- deve poter garantire al laboratorio odontotecnico una buona lavorabilità
a costi contenuti.
Le resine acriliche si ottengono attraverso due tipi di polimerizzazione:
- quella a caldo, che avviene con l’apporto di calore e dopo un lungo
procedimento di cottura. Essa si presenta molto precisa, dura e molto
stabile. Essa è utilizzata per la costruzione di basi per protesi mobili,
denti prefabbricati, ricostruzione di corone in protesi fissa e ribasature
complete;
- quella a freddo che si ottiene con l’aggiunta di un agente, la dimetil –
paratoludina, che attiva chimicamente, a temperatura di 40 - 45° a 2 2,5 atmosfere per circa 30 minuti, il perossido presente nella polvere. Il
suo grande vantaggio risiede nella semplice e rapida lavorazione, non
vincolata all’utilizzo di polimerizzatori e muffole particolari. Le resine
polimerizzabili a freddo sono per lo più usate nella realizzazione di
portaimpronte individuali, ribasature dirette o indirette, basi in resine
per scheletrati e, importante, apparecchi ortodontici.
RESINE Naturali Esse sono presenti in natura e derivano dal processo
secretivo di diversi vegetali.
RESINE Sintetiche Le resine sintetiche sono ottenute mediante processo
chimico artificiale, detto di polimerizzazione. La polimerizzazione viene
ottenuta attraverso l’apporto di calore o di particolari attivatori che
permettono al monomero (liquido) ed al polimero (polvere) di unirsi.
REST Porzione della protesi che ne garantisce la stabilità, evitando il suo
affondamento nella mucosa. Esso è posizionato sul tavolato occlusale senza
interferire con l’antagonista.
RESTRAINTS Sono i tradizionali restrittori caratterizzati dalla presenza
di barriere meccaniche quali, griglie, avvolgimenti e scudi in resina posti
laddove la lingua o elementi esterni come il dito hanno creato o
potenzialmente possono creare disformismi. Logicamente, l’efficacia di tali
presidi è temporanea, relativa cioè al tempo di applicazione. Tra le diverse
tipologie costrittive quelle più conosciute sono:
- le griglie;
- i pungilingua;
- i dispositivi anti - succhiamento.
BIBLIOGRAFIA: D. Caprifoglio - M. Gandolfini - M. Fedi - A. Levrini - L.
Levrini, Stimolatori orali: una rassegna critica, Mondo ortodontico, Ed.
Masson, Anno 1994, N. 2.
123
RETAINER Vedere (Apparecchio di) CONTENZIONE.
RETAINER Linguali Realizzati in acciaio inossidabile trattati a caldo, i
retainer linguali sono indicati per la ritenzione degli elementi dell’arcata
inferiore. Essendo preformati, sono commercializzati in diverse misure sì
da soddisfare il più possibile tutte le eventuali richieste terapeutiche.
L’operatore, dopo aver scelto quello adatto in base al diametro più idoneo,
prima di procedere alla cementazione deve adattare il retainer ai denti
abbracciando al meglio le facce linguali degli incisivi inferiori. Il vantaggio
di questo dispositivo risiede nel suo minimo ingombro che, a sua volta, si
traduce in una migliore estetica ed in un minor fastidio per il paziente. In
casi particolari, quando la morfologia dentale si presenta sfavorevole, per
evitare che il retainer possa decementarsi è consigliabile realizzarlo in
laboratorio mediante modellazione e successiva fusione in modo che si
adatti perfettamente alle superfici da solidarizzare.
BIBLIOGRAFIA: W.R. Proffit, Ortodonzia Moderna, Ed. Masson, Milano,
Anno 1995.
RETRATTORE di Roberts Ideato da G.H.Roberts, questo arco è
impiegato per lingualizzare gli incisivi. Nella versione originale è costruito
con un filo di 0,5 mm. inserito in due cannule che vengono solidarizzate ai
passanti realizzati con un filo avente un diametro pari a 0,6 mm. Dopo
aver scaricato palatalmente la resina, l’azione del retratttore è esplicata
attraverso l’attivazione dei due occhielli modellati a livello dei canini al di
sotto del picco della giuntura gengivale.
BIBLIOGRAFIA: 1) W.J.B. Houston, Sinossi di ortodonzia di Walther,
Edi.Ermes, Milano, Anno 1988.
2) U. Comparelli, La recidiva: una panoramica de dispositivi ortodontici
di contenzione, Bollettino di Informazioni Ortodontiche Leone, N. 58.
RETRAZIONE Movimento delle arcate o dei denti in direzione
posteriore, lontano quindi dalla rima orale.
(Arco vestibolare di) RETRAZIONE Inferiore Il suo impiego è indicato
quando è necessario controllare la posizione dell’arcata inferiore durante
l’applicazione del dispositivo ortodontico sul mascellare superiore. Per la
sua realizzazione si utilizza un filo con diametro di 0,9 - 1 mm., modellato
sia in base alle richieste dell’ortodontista che alla maggiore o minore
elasticità a cui l’arco deve essere sottoposto. Solitamente, esso abbraccia le
facce vestibolari degli elementi anteriori inferiori, per poi congiungersi con
la placca superiore grazie alle due anse “lunghe” realizzate all’altezza dei
canini superiori.
124
BIBLIOGRAFIA: A. Silvestri - A.M. Della Grotta - M. Iaquaniello - C.
Azzuni, Pseudo III Classi: diagnosi e programmazione terapeutica, Mondo
Ortodontico Ed. Masson, Anno 1991, N. 1.
(Arco vestibolare di) RETRAZIONE Inferiore con Occhielli E’ una
variante dell’arco di retrazione tradizionale consistente nella modellazione
di due occhielli al posto delle anse. Tale modifica è utile per aumentare
l’elasticità dell’arco.
(Attivatore di) RETRAZIONE Vedere A.d.R.
RETRO - Inclinazione Inclinazione in senso palatale degli elementi
anteriori.
(Profilo) RETROGNATICO Profilo caratterizzato da una marcata
posteriorizzazione del mento.
RETROGNATISMO Termine riferito essenzialmente alle ossa,
mandibolare e / o mascellare, che si trovano in una posizione retrusa
rispetto all’intero complesso cranio-facciale.
RETROGNAZIA Vedere RETROGNATISMO.
(Molla) RETROINCISIVA Vedere (Molla a) ZETA.
RETRUSIONE Termine indicante una posizione posteriore, rispetto alla
norma, delle arcate e delle basi ossee di uno o di entrambi i mascellari.
(Arco) RETTANGOLARE Proposto da Angle, l’arco rettangolare è parte
integrante del sistema più complesso denominato Edgewise.
RIABILITAZIONE Occlusale Azione terapeutica finalizzata a preservare
o correggere le superfici occlusali dei denti, in modo da garantire al
paziente un’occlusione fisiologica.
RIALZI Laterali I rialzi laterali utilizzati spesso in associazione con
elementi di espansione, sono impiegati nella risoluzione dei morsi
incrociati mono o bi - laterali. Tecnicamente, essi sono realizzati in base
alla registrazione effettuata in bocca dall’odontoiatra e la loro estensione
interessa le superfici occlusali di tutti gli elementi latero - posteriori.
BIBLIOGRAFIA: N. Pantaleoni, Ortodontotecnica, Bologna, Ed. Grasso,
Anno 1985.
125
RIALZO Anteriore La funzione principale del rialzo anteriore è quella di
modificare la posizione della mandibola. Altri effetti scaturenti dalla sua
applicazione possono essere:
- il rialzo della dimensione verticale, in seguito all’estrusione dei settori
dentali latero - posteriori;
- il rilassamento della muscolatura masticatoria;
- ed infine, secondo alcuni Autori, l’intrusione degli incisivi inferiori.
Tecnicamente il piano rialzato anteriore è realizzato seguendo questi
parametri:
- deve interessare solo le superfici incisali degli incisivi inferiori;
- deve avere una conformazione a mezza luna e parallela al piano
masticatorio;
- non deve ostacolare più del dovuto la mobilità linguale.
BIBLIOGRAFIA: N. Pantaleoni, Ortodontotecnica, Bologna, Ed. Grasso.
Anno 1985.
RICERCA Posturale Mandibolare Ricerca delle posizioni assunte dalla
mandibola a riposo ed in massima intercuspidazione dentale.
(Arco vestibolare di) RICKETTS Impiegato come ritentore nei dispositivi
di contenzione, questo arco per la sua particolare forma è ideale nel
controllo post - trattamento ortodontico degli elementi anteriori. Per la sua
costruzione si usa un filo con diametro di 0,7 - 0,8 mm., che viene
sagomato sulle pareti vestibolari degli incisivi formando le due anse sui
canini.
(Placca di) RICONDIZIONAMENTO Dispositivo rimovibile con rialzi
occlusali applicato in presenza di un blocco dell’ATM. Essa è realizzata in
base alla registrazione della mandibola in leggera protrusione.
BIBLIOGRAFIA: 1) C. Capone - C. Rivieccio, Interceptor secondo Schulte
e la placca di Farrar, Ortodonzia Tecnica (Rivista Or Tec), Anno 1995, N.
3.
2) A. Licantro, Dispositivi per mioartropatie, Rivista Italiana degli
Odontotecnici (Dental Press), Anno 1994, N. 4.
(Placca di) RIEQUILIBRIO Posturale Dispositivo rimovibile, completo
di rialzi, applicato in ambito kinesiologico.
BIBLIOGRAFIA: M. Figlioli, Placche di riequilibrio posturale, Ortodonzia
Tecnica (Or Tec), Anno 1998, N. 1.
RIFINITURA Procedimento atto a rendere la superficie del presidio
terapeutico liscia.
Vedere (Placca ortodontica) BASE.
126
RIGIDITA’ Caratteristica riferita a materiale poco deformabile.
(Dispositivi di) RILASSAMENTO Dispositivi rimovibili applicati in
soggetti con patologie a carico dell’ATM di natura muscolare La funzione
delle placche di rilassamento muscolare è svincolare la mandibola in statica
e dinamica, al fine di facilitare una funzione della muscolatura interessata.
(Archi) RIMOVIBILI Molto simili a quelli saldati, gli archi rimovibili
differiscono da essi solo per il sistema di ancoraggio alle bande. Nello
specifico, l’apparecchio fisso (necessariamente realizzato con un filo di 0,9
mm.) non sarà brasato o saldato, ma inserito nei lingual cleat puntati alle
bande.
RINOLALIA Dovuta a perturbazioni delle vie nasali, tale disturbo si
evidenzia con un’alterazione del timbro vocale associato a difficoltà
nell’articolazione delle parole.
(Placche di) RIPOSIZIONAMENTO Anteriore Apparecchiature
rimovibili applicate per riposizionare correttamente i condili nelle cavità
glenoidee nei casi di dislocamento degli stessi.
BIBLIOGRAFIA: Gruppo di ricerca SIDO, L’utilizzo delle placche
occlusali nei pazienti affetti da patologia disfunzionale dell’ATM.,
Ortognatodonzia Italiana (Rivista SIDO), Anno 1999, N.4.
(Posizione di) RIPOSO Mandibolare Posizione assunta dalla mandibola
quando i muscoli masticatori assumono un atteggiamento tonico.
RITENZIONE Termine generico indicante la parte terminale del gancio.
Essa deve essere posizionata nelle zone di sottosquadro per garantire,
appunto, la ritenzione e la stabilità della protesi.
(Arco vestibolare) RIVESTITO Arco vestibolare semplice ricoperto
vestibolarmente dall’acrilico per ottenere sia il massimo ancoraggio dei
suddetti elementi che, come nel caso dello spring - aligner, l’adeguato
abbraccio, indispensabile per guidare l’allineamento dei denti interessati.
(Placca di) RIVOLI Dispositivo funzionale ideato dall’odontotecnico
Mauro Testa applicato per le II e III Classi. Tale apparecchio si caratterizza
sia per la struttura ridotta che per la facile gestione clinica. Essenzialmente
è composto da uno splint superiore con ganci di ritenzione, arco
vestibolare, rialzi in metallo (tipo Cervera), scudi vestibolari e propulsore
127
che, opportunamente confezionato, permette la risoluzione dalla
malocclusione.
BIBLIOGRAFIA: W. Manuzzi - L. Curioni - R. De Stefanis - M. Testa - E.
Ferla, Nuovi ausili terapeutici: placca di Rivoli, Cervera modificato e
TLM, Mondo Ortodontico, Ed. Masson, Anno 1994, N.2.
R. M. N. Acronimo di Risonanza Magnetica Nucleare.
(Corpo stimolante di) ROCABADO Il corpo stimolante di Rocabado è
costituito da un elastico posizionato all’altezza della papilla retroincisiva e
solidarizzato a due gancetti metallici. Esso è applicabile a dispositivi con o
senza vite.
BIBLIOGRAFIA: D. Caprifoglio - M. Gandolfini - M. Fedi - A. Levrini - L.
Levrini, Stimolatori orali: una rassegna critica, Mondo ortodontico, Ed.
Masson, Anno 1994, N. 2.
(Sistema di) ROCABADO Vedere F. D. A.
(Distrattore di) ROD Distrattore osseo utilizzato per l’allungamento sul
piano sagittale della mandibola. Ideato dal dr. Razdolsky, esso è composto
da piastrine d’acciaio denominate attacchi ROD (ad inserzione verticale),
saldati a capsule fuse sui secondi molari e sui primi premolari inferiori. A
questa impalcatura base sono applicate, una per ogni lato dell’arcata, le
particolari viti con funzione disgiuntiva.
BIBLIOGRAFIA:Y. Razdolsky, Distrazione ossea per l’allungamento
mandibolare con un distrattore ad appoggio dentale completamente
endorale, Bollettino di Informazioni Ortodontiche Leone, N. 58.
(Nastro di) ROGERS Apparecchio extra - orale utilizzato in terapia
miofunzionale per l’allenamento della muscolatura labiale.
(Occhiello) ROMPIFORZE Accessorio dell’apparecchiatura multibrackets.
(Pinza di) ROSE Pinza utilizzata per eseguire il torque ad una sezione di
arco senza provocare distorsione nella parte rimanente del filo.
(Nitatium Molar) ROTATOR Apparecchio fisso prefabbricato in lega
nickel - titanio termico utile per derotare i molari superiori.
(Molle di) ROTAZIONE Accessori che, solidarizzati ai brackets,
permettono la rotazione di uno o più denti.
128
(Doccia “evolutiva” di) ROZENCWEIG Dispositivo superiore utilizzato
in ambito gnatologico in pazienti affetti da disturbi muscolari.
BIBLIOGRAFIA: E. Pessina-M. Bosco-V. Collesano,Le placche occlusali
nella terapia dei disordini cervico-cranio-mandibolari, Quaderni di
Protesi, Ed Masson, Milano, Anno 1996
RUGHE Palatine e PAPILLA Retroincisiva Zone anatomiche del
mascellare superiore di maggiore interesse, entrambe situate dietro gli
incisivi:
- le prime sono formazioni fibrose irregolari distribuite in un’area
abbastanza estesa (terminano, infatti, all'altezza dei premolari);
- la seconda, molto piccola, ha una forma a guisa di cuscinetto.
La zona comprendente le rughe palatine, essendo ruvida, stimola
notevolmente la lingua anche per la presenza su quest’ultima delle papille
gustative, mentre la papilla retroincisiva, essendo composta da numerose
strutture nervose, riveste un ruolo fondamentale nel contesto neurologico
dell’intera bocca. Oltre a questi fattori, senza dubbio rilevanti, bisogna
aggiungere che proprio queste due zone del mascellare sono determinanti
nell’azione deglutitoria della lingua e nella formazione dei suoni e delle
parole. Per garantire al paziente un dispositivo confacente alle sue legittime
aspettative, dunque è assolutamente necessario preservare e salvaguardare
opportunamente tali aree.
(Ganci di) RUSH Ganci ausiliari a palla.
BIBLIOGRAFIA: A. Wichelhaus, Il saltamorso: modifiche e settori di
applicazione, Odontoiatria Infantile e Ortodonzia, Quaderno 11, Anno
1993.
(Molla a) S Le peculiarità di questa molla sono la struttura molto robusta e
la forma a mò di calice. Tali caratteristiche permettono una sua
applicazione non solo mirata alla vestibolarizzazione di un singolo dente,
bensì di gruppi di tre o quattro denti.
BIBLIOGRAFIA: W.J. Tulley - B.S. Cryer, Trattamento ortodontico
nell’adulto, Ed, Odonto Stomatologiche Internazionali Saccardin, Bologna,
Anno 1970.
S.A.E.R. (Sleep Apnea Elastic Reducer). Dispositivo rimovibile nato da
una modifica del NAPA ed applicato in pazienti affetti da apnea notturna.
BIBLIOGRAFIA: A. Levrini, Dispositivi intraorali nella terapia del
russamento cronico e dell’apnea notturna ostruttiva, Ortodonzia Tecnica
(Rivista Or Tec), Anno 1998, N. 1.
SAGITTAL Developer Vedere WILLIAMS Jumper.
129
(Dispositivi con vite) SAGITTALE Dispositivi con vite settoriale
scheletrata e asta filettata unilaterale. Essa è posizionata a livello dei
colletti, a ridosso delle rughe palatine, con il centro in direzione del rafe
mediano e perpendicolarmente all’asse dei denti. Durante l’attivazione
l’escursione della vite include generalmente i quattro incisivi.
(Arrampica lingua di) SALAGNAC E’ un apparecchio rimovibile inferiore
utilizzato per guidare la lingua nella giusta posizione sul palato.
L’arrampica lingua di Salagnac è composto da:
- ganci di ritenzione realizzati sui primi molari;
- arco vestibolare semplice;
- ed infine, dal corpo in resina che si estende sul pavimento linguale e che
prevede, spesso, dei rialzi laterali molto alti.
BIBLIOGRAFIA: M. Pardini, I dispositivi di riposturazione linguale,
Ortodonzia Tecnica (Rivista Or Tec), Anno 1995, N. 2.
SALDABILITA’ E’ la predisposizione di due metalli uguali ad unirsi in
modo stabile attraverso l’apporto di calore o mediante pressione.
(Arco saldato) SPEZZATO Vedere (Molla con) AVVOLGIMENTO.
(Gancio di) SAHA Si tratta di un particolare gancio palatale ideato da Saha
Bonnet utilizzabile nella costruzione della Busta Linguale di Bonnet.
P. Ponti-C. Buraglio, L’ELN del dottor Bonnet: caratteristiche e modalità
di costruzione, Ortodonzia Tecnica (Rivista OrTec), N. 3, Anno 2000.
(Arco) SALDATO Gli archi saldati fondamentalmente sono costituiti da un
filo di acciaio con diametro variabile modellato in base alle indicazioni del
professionista e brasato alle bande posizionate sui denti. A questa
“impalcatura” è possibile aggiungere accessori, quali molle, corpi in resina
ed ulteriori elementi in filo, che permettono di effettuare movimenti mirati
o azioni intercettive coadiuvanti la risoluzione della cura ortodontica.
SALDATURA Tecnica di laboratorio atta ad unire porzioni metalliche
attraverso l’apporto di materiale specifico. (Vedere anche BRASATURA)
(Arco) SALISCENDI Vedere (Arco verticale di) GOSHGARIAN.
SALTAMORSO Dispositivo ideato da Kingsley nel 1880 utile per
ottenere l’avanzamento mandibolare e l’arretramento del settore anteriore
superiore.
130
SALTAMORSO di Sander L’attivatore di Sander è impiegato per il
trattamento delle II Classi. Esso è composto da due placche con ganci di
ritenzione e viti trasversale, realizzate su entrambe le arcate. La
particolarità di questo dispositivo è la presenza di un sistema di scorrimento
costituito da due aste a decorso dorsale che, partendo dalla vite superiore,
scivolano in apposite guide ricavate nello splint inferiore. Tale meccanica,
abbinata alla posizione protrusa della mandibola, permette la risoluzione
funzionale della retrognazia.
BIBLIOGRAFIA: F. G. Sander, Fabbricazione ed applicazione del
saltamorso, Sillabo Foresta - Dental.
(Doppia placca retrusiva di) SANDER Si tratta di un sistema composto da
due placche (complete di accessori specifici), superiore ed inferiore,
applicato in pazienti affetti da III Classe scheletrica.
BIBLIOGRAFIA: A. Melacini, Il Sander per le III Classi, Ortodonzia
Tecnica (Rivista OrTec), N. 1, Anno 2001.
(Attivatore verticale a molla di) SANDER Dispositivo polifunzionale che,
correttamente applicato, può indurre stimolazione muscolare, distrazione
del condilo e rotazione mandibolare in senso antiorario. Tale attivatore è
composto da due placche (superiore ed inferiore) con ganci e rialzi in
resina, collegate fra di loro attraverso due molle posizionate tra le due
arcate nel versante interno latero - posteriore.
BIBLIOGRAFIA: 1) C. Frontali - G. Bergami, Attivatore verticale a molla
di Sander, Bollettino di Informazioni Ortodontiche Leone, N. 53.
2) A.Weinreich, L’attivatore a molla. I criteri essenziali per la sua
realizzazione, La Quintessenza Odontotecnica, Ed. Resch, Anno 1992, N.
11.
(Placca di) SARDI Apparecchio meccanico rimovibile superiore impiegato
per ottenere movimenti dentali in senso sagittale.
BIBLIOGRAFIA: Manuale di Tecnica Ortodontica, Ed. Martina, Bologna,
Anno 1994.
SCANALATURA Accessori del dispositivo ortodontico utili per il
controllo, in senso verticale, degli elementi interessati.
(Splint) SCARICA - Tensione Dispositivi rimovibili forniti di rialzi
(anteriore, posteriori o totale) applicati per ristabilire, attraverso il
posizionamento corretto dei condili, l’equilibrio neuro - muscolare del
sistema stomatognatico.
(Dispositivi di) SCARICO Vedere (Dispositivi di) RILASSAMENTO.
131
SCHANGE (Autore storico) Precursore dell’uso delle bande nel 1840.
(Placca) SCHELETRATA Modulare La placca scheletrata modulare è in
grado di limitare al massimo il discomfort per il paziente, aspetto questo
fondamentale sia per salvaguardare la funzionalità delle numerose
connessioni neuro-muscolari del sistema stomatognatico che, di
conseguenza, per garantirsi una fattiva e completa collaborazione da parte
del paziente. L’applicazione della placca scheletrata modulare è indicata in
fase di contenzione, in ortodonzia intercettiva e come ausilio
mioterapeutico finalizzato alla disfunzione del paziente. La particolarità
che contraddistingue tale dispositivo è rappresentata dalla possibilità di
aggiungere all’apparecchio accessori utili per coadiuvare l’azione della
placca. Quelli più richiesti sono senz’altro:
- l’arco con griglia, la cui funzione è quella di evitare che la lingua
impatta contro gli incisivi;
- l’arco con bottone forato, utile come stimolo tattile per correggere la
dinamica della lingua;
- ed infine, l’arco transpalatino con perlina di Tucat, applicato per
conservare, una volta ottenuta, la giusta posizione della lingua durante
la deglutizione.
La placca scheletrata modulare è composta da:
- due elementi di tenuta;
- un arco vestibolare semplice brasato al ponte dei ganci;
- una barra transpalatina il cui scopo è quello di stabilizzare l’intero
dispositivo;
- due bracci estensori che sostituiscono l’acrilico nella regione palatale
degli elementi anteriori.
BIBLIOGRAFIA: U. Comparelli, La placca scheletrata modulare,
Bollettino Micerium Informa, Anno 1998, N.1.
SCHELETRATI Ortodontici I dispositivi ortodontici scheletrati si
pongono in una posizione privilegiata rispetto ai tradizionali dispositivi
rimovibili poiché, grazie alla loro struttura, possiedono caratteristiche
uniche, quali:
- esigua copertura dei tessuti molli e dei denti;
- rispetto dell’asse di inserzione, con la distribuzione omogenea del carico
occlusale;
- spessori minimi e buona ritenzione;
- distribuzione ottimale delle forze, con la possibilità di selezionare con
assoluta precisione le zone sottoposte ad azione ortodontica,
salvaguardando al meglio il parodonto.
Tali peculiarità si traducono per il paziente in vantaggi incontestabili:
132
- migliore fonetica;
- estetica accettabile;
- comfort eccellente;
- maggior rispetto del cavo orale.
Da tutto ciò deriva che i dispositivi scheletrati siano sopratutti indicati in:
- ortodonzia pre - protesica;
- soggetti allergici all’acrilico;
- pazienti adulti particolarmente attenti all’estetica;
- contenzione, specie se di lunga durata.
BIBLIOGRAFIA: U. Comparelli - M. Cortellessa - G. Ria - M. Suriano, I
dispositivi ortodontici scheletrati, Il Nuovo Laboratorio Odontotecnico
(Rivista ANTLO), Anno 1997, N. 10.
(Dispositivo) SCHELETRATO Modifica del regolatore di funzione Fr 2.
BIBLIOGRAFIA: N. Lambini, Modifiche al regolatore di funzione per il
trattamento delle Classi 2° I Divisione disfunzionali, Bollettino di
Informazioni Ortodontiche Leone, N.50.
SCHERMO Anti-lingua Vedere GRIGLIA Linguale.
SCHERMO Orale Dispositivo utilizzato in terapia miofunzionale per la
correzione di abitudini viziate.
BIBLIOGRAFIA: G. Tassan, Dispositivi per la correzione della
malposizioni linguali, Rivista Italiana degli Odontotecnica (Dental Press),
Anno 1995, N. 9.
SCHISI Labiale Vedere LABIO - Schisi.
(Gancio di) SCHNEEMANN Nato da una modifica del gancio triangolare
la sua costruzione prevede tre fasi conseguenziali:
- si realizza il gancio triangolare;
- in seguito, con lo stesso filo, si esegue sulla parete vestibolare del dente
un’ansa parallela al margine gengivale;
- infine, si modella il passante nello spazio interdentale, evitando così
interferenze occlusali con l’antagonista.
Secondo la filosofia dell’Autore tale gancio permette di fondere in un unico
elemento in filo due componenti fondamentali:
- la ritenzione attraverso il triangolo;
- l’eventuale attivazione, utile per lingualizzare o controllare il dente
adiacente, grazie all’ansa che funge da molla.
(Doppio gancio di) SCHNEEMANN E’ una variante del gancio di
Schneeemann e si realizza con un filo con diametro di 0,7 mm. partendo
133
dalla parte centrale modellata a forma di “V” e posizionata tra i due denti
interessati. Le due anse, aventi lo stesso diametro mesio - distale degli
elementi, sono sagomate parallelamente alla superficie vestibolare di questi
ultimi.
(Interceptor di) SCHULTE Dispositivo applicato per il rilassamento
muscolare, che si caratterizzato da una struttura molto ridotta.
BIBLIOGRAFIA: G. Capone - C. Rivieccio, Interceptor secondo Schulte e
la placca di Farrar, Ortodonzia Tecnica (Rivista Or Tec), Anno 1995, N. 3.
(Attivatore con arco elastico di) SCHWARZ Attivatore costituito da due
placche, una superiore e l’altra inferiore, collegate da anse elastiche in filo
posizionate distalmente agli ultimi molari. Sull’arcata inferiore è realizzato
un arco vestibolare semplice.
BIBLIOGRAFIA: F. Brandies - N. F. Stahl, Tecnica Ortognatodontica,
Milano, Ed. Masson, Anno 1993.
(Gancio di) SCHWARZ Vedere (Gancio) LANCEOLATO.
(Placche di) SCHWARZ Si tratta delle classiche placche di espansione,
complete di ganci, arco vestibolare ed altri accessori (viti, molle).
BIBLIOGRAFIA: M. Testa - D. Francioli, Realizzazione tecnica della
placca di Schwarz, Il Nuovo Laboratorio Odontotecnico (Rivista ANTLO),
Anno 1997, N. 5.
SCIALORREA Fuoriuscita involontaria della saliva dalla bocca.
SCK (Seconde Classi Scheletriche) Dispositivo ad azione funzionale ideato
dall’odontotecnico Ciro Pisano. Esso è costituito da uno splint superiore
con ali in resina, arco vestibolare semplice, rialzi in resina, vite trasversale
e moduli per l’inserzione dello scudo di avanzamento mandibolare. Alla
configurazione base è possibile aggiungere sia il lip-bumper che la trazione
extra-orale.
BIBLIOGRAFIA: C. Pisano, SCK Seconde Classi Scheletriche, Bollettino
di Informazioni Ortodontiche Leone.
SCOLIOSI Curvatura di una porzione della colonna vertebrale valutabile
sul piano frontale.
(Occlusogramma) SDP Sistema (ideato da Silvia De Pasquale) in grado di
analizzare dettagliatamente, attraverso i modelli in gesso, la posizione nello
spazio dei denti delle due arcate in massima intercuspidazione.
134
SEATING Lug Supporto buccale.
SEBAS Apparecchiatura rimovibile prefabbricata completa di rialzo
anteriore e schermo vestibolare. Il Sebas, applicato per discludere il morso,
si presenta estremamente versatile in quanto, inserendosi nei tubi
vestibolari delle bande può essere gestito autonomamente dal paziente
stesso.
BIBLIOGRAFIA: N. Pantaleoni, Ortodontotecnica, Bologna, Ed. Grasso,
Anno 1985.
(Arco) SEGMENTALE Arco con sezione di 4 decimi di millimetro
interessante un solo segmento dell’arcata.
(Tecnica) SEGMENTALE Tecnica che prevede l’applicazione di attacchi
e relative correzioni non su tutta l’arcata, bensì su uno o più settori dentali.
(Ortodonzia linguale) SEGMENTATA Metodica (applicata in ortodonzia
linguale) davvero molto vasta ed interessante, ideata dal dottor Fontanelle.
Essa, molto schematicamente, si traduce nell’utilizzo di “cappucci”
modellati sui denti aventi funzione ritentiva, dai quali parte tutto un sistema
composto da molle e fili rappresentante la parte attiva del dispositivo.
BIBLIOGRAFIA: M. Quercioli - L. Occhialini-D. Pavesi, L’ortodonzia
linguale segmentata, Bolletino di Informazioni Ortodontiche Leone, N. 53.
SELLA Vedere GRATA.
(Protesi) SEMI - Fisiologica Tipo di protesi in cui i carichi masticatori
vengono trasferiti sia sui denti pilastro che sulla mucosa presente nelle zone
edentule (Es. protesi scheletrata).
(Arco vestibolare) SEMPLICE La forma ideale e la natura passiva fanno
dell’arco vestibolare semplice l’arco più diffuso nel campo dell’ortodonzia
mobile. La sua costruzione si presenta alquanto semplice essendo
caratterizzata da tre passaggi fondamentali:
- dapprima si modella il filo di diametro pari a 0,7 mm. posizionandolo
circa a metà altezza degli incisivi;
- in seguito, distalmente ai laterali, si eseguono due pieghe di 90° per poi
formare due anse uguali larghe quanto le facce vestibolari dei canini;
- infine, si realizzano le ritenzioni modellando i passanti interdentali
distali ai canini.
BIBLIOGRAFIA: F. Brandies - N. F. Stahl, Tecnica Ortognatodontica,
Milano, Ed. Masson, Anno 1993.
135
(Arco vestibolare) SEMPLICE con Anse Verticali a “M” Variante
dell’arco vestibolare semplice che prevede la modellazione, a livello
canino, di anse a forma di “M”. Tale modifica può essere utile per
lingualizzare o controllare meglio i canini.
(Arco vestibolare) SEMPLICE con Molla Singola Saldata Variante
dell’arco vestibolare semplice che prevede l’aggiunta, solitamente a livello
canino, di una molla a balestra. Tale modifica si rivela utile per
lingualizzare i canini.
SEPARATORI Accessori utili per ricavare lo spazio, tra denti contigui,
per un corretto alloggiamento delle bande.
(Tecnica) SEQUENZIALE Tecnica multi - attacchi che si
contraddistingue per la sequenzialità del bandaggio.
SERIOGRAFIA Si tratta dell’insieme delle radiografie indorali dei singoli
denti delle due arcate.
BIBLIOGRAFIA: S. Oddini Carboni - M. Ronchin - S. Dessì, La radiologia
in ortognatodonzia “Dossier” Parte IV, Mondo Ortodontico Ed. Masson,
Anno 1991, N. 6.
SERRAMENTO Bruxismo centrico
SET-Up Termine inglese che letteralmente significa organizzazione o
programmazione. In odontoiatria tale operazione prevede il rimontaggio
(simulato) corretto dei denti in occlusione per:
- il confezionamento del posizionatore utilizzato a fine cura ortodontica;
- la pianificazione del trattamento ortodontico.
Per eseguire correttamente il set - up è necessario rispettare parametri e
limiti ben precisi. Genericamente il set - up si esegue riposizionando
singolarmente ciascun dente, facendo riferimento all’intera arcata,
garantendosi così sia l’entità che la qualità dello spostamento. E’ questa
l’operazione più delicata; è consigliabile pertanto eseguirla con molta
attenzione controllando frequentemente gli elementi interessati non solo in
relazione centrica, bensì compiendo con l’articolatore i movimenti di
lateralità (destra e sinistra) e di protrusione. Al termine del set - up le
cuspidi palatali superiori dovrebbero occludere con i versanti delle cuspidi
vestibolari inferiori, mentre le pareti palatali delle cuspidi vestibolari
superiori dovrebbero occludere con i versanti vestibolari delle cuspidi
linguali. I margini incisali degli inferiori dovrebbero trovarsi in
corrispondenza del cingolo palatale degli incisivi superiori e quindi l’overbite e l’over-jet dovrebbero essere di 1 - 2 mm. Nei movimenti di lateralità
136
è il canino superiore il dente guida, di conseguenza esso dovrebbe
anticipare il contatto con l’arcata inferiore rispetto agli elementi superiori.
BIBLIOGRAFIA: G. B. Garino - U. Capurso - A. Veneziani, Il set - up
operativo e diagnostico nel paziente disfunzionale, Mondo Ortodontico,
Ed. Masson, Anno 1991, N.3.
(Dispositivi con viti) SETTORIALI Questo gruppo comprende i
dispositivi utili per l’esecuzione di movimenti mirati di uno o più elementi.
VESTIBOLARIZZAZIONE
Movimento di rifinitura effettuato con una vite (tipo sagittale) micro
inserita solitamente in una placca di contenzione al termine della cura
ortodontica. La vite, essendo posizionata perpendicolarmente al dente da
spostare un po’ al di sotto del colletto, richiede uno spessore di resina
piuttosto spesso. La sua escursione interessa, logicamente, solo il dente
sottoposto alla correzione.
CONTRAZIONE e MESIALIZZAZIONE
Si adopera per entrambi i movimenti una vite a trazione, la cui caratteristica
principale è senza dubbio la differente struttura che durante l’attivazione,
permette di spostare i denti in direzione dello spazio disponibile. Tale
azione consente al clinico:
- la chiusura di spazi;
- la correzione di iper - espansioni, in senso trasversale dei settori lateroposteriori (con l’aggiunta di piani rialzati laterali e o del rialzo
anteriore).
DISTALIZZAZIONE
Le viti in oggetto sono le stesse applicate per ottenere l’espansione in senso
sagittale e vestibolare. Fornite in diverse misure, la scelta è subordinata al
numero ed alla struttura dei denti malposizionati. La vite è posizionata con
la sua parte centrale in corrispondenza della parete mesiale dell’elemento
da distalizzare. Durante l’escursione la parte anteriore segue lo
spostamento, mentre quella posteriore con funzione ritentiva rimane
inglobata nella porzione restante della placca.
(Archi) SEZIONALI Segmenti di archi fissati separatamente su gruppi di
denti.
BIBLIOGRAFIA: M. Langlade, Terapia ortodontica, Scienza e Tecnica
Dentistica, Ed. Internazionali, Milano.
(Attivatore di) SHEFFIELD Dispositivo funzionale concepito presso
l’università di Sheffield, e nato da una modifica del Bionator da cui
differisce per la presenza della vite trasversale e dell’arco vestibolare
semplice.
137
BIBLIOGRAFIA: M. Testa, Ortodonzia del Nord Europa: alcuni
apparecchi terapeutici, Rivista Italiana degli Odontotecnici, Dental Press,
Anno 1991, N. 6.
(Autoposizionatore di) SHORE Dispositivo rimovibile utilizzato in
pazienti affetti da problemi articolari.
(Durezza) SHORE Per durezza shore s’intende la resistenza alla
penetrazione di un corpo di forma conica, di determinate dimensioni e a
una pressione definita, su un campione di materiale con una superficie
liscia e piana di almeno 30 mm. di diametro ed uno spessore di almeno 6
mm.
SHORT Face Faccia Corta.
(Posizione di) SCHULLER Modificata Proiezione trans craniale laterale
obliqua.
SIDE Shift Sinonimo di Bennet immediato.
S. I. D. O. Società Italiana di ortodonzia.
SIMMETROPREDETERMINATORE Strumento ideato dal professor
Muzj che permette di confrontare le due arcate e pianificare i movimenti
dentali adatti alla malocclusione.
SIMON (Autore storico) Famoso per l’ideazione di una tecnica diagnostico
in ambito ortodontico che si avvale di una fase gnatologica e di un sistema
fotostatico.
SINTOSTASIA (Classificazione di Muzj) Malposizione dei denti anteriori
per carenza di spazio.
SINTOSTASIA Macrodontica (Classificazione di Muzj) Anomalia
caratterizzata da denti malposizionati per carenza di spazio dovuta alla
grandezza eccessiva degli stessi.
SINTOSTASIA Micrognatica (Classificazione di Muzj) Anomalia
caratterizzata da arcate dentali con diametri ridotti, specie nel settore
intercanino, e conseguente affollamento dentale.
SINTOSTASIA Prometastodontica Bi - Mascellare (Classificazione di
Muzj) Anomalia di posizione dei primi molari superiori ed inferiori.
138
SINTOSTASIA Prometastontica Superiore (Classificazione di Muzj)
Anomalia di posizione dei primi molari superiori in senso mesiale.
SISTEMI Ritentivi Vedere GANCI di Ritenzione.
SLEDIN Accessorio dell’apparecchiatura fissa costituito da due cannule
(una rotonda e l’altra rettangolare). Può essere utilizzato per la
distalizzazione dei premolari.
BIBLIOGRAFIA: N. Pantaleoni, Ortodontotecnica, Bologna, Ed. Grasso,
Anno 1985.
(Arco vestibolare a) SLITTA Arco vestibolare formato da due segmenti in
filo che, opportunamente modellati, scivolano su se stessi.
SLOT Solco presente sull’attacco ortodontico in cui alloggiare l’arco
modellato dallo specialista.
SLOT Machine Strumento utilizzato per il posizionamento degli attacchi
linguali sui modelli di lavoro.
SMALTO Strato esterno della corona dentaria.
S.N.C. Acronimo di Sistema Nervoso Centrale.
SOTTOSQUADRO Zona localizzata tra l’equatore del dente e la gengiva
(Attivatore a doccia di) SOULET-BESOMBES Attivatore ad azione
funzionale ortopedica.
BIBLIOGRAFIA: M. Langlade, Terapia ortodontica, Scienza e Tecnica
Dentistica, Ed. Internazionali, Milano.
(Gancio di) SOUTHEND Questo elemento ritentivo è da considerare
esclusivo per gli elementi anteriori. Per la sua realizzazione si segue, con
un filo da 0,7 mm., la sagoma vestibolare degli incisivi centrali (al di sopra
del picco della giuntura gengivale), per poi rientrare nella zona linguale, in
cui si modellano le ritenzioni.
BIBLIOGRAFIA: W.J.B. Houston, Sinossi di ortodonzia di Walther,
Edi.Ermes, Milano, Anno 1988.
139
SPATOLA Linguale Strumento extra - orale utilizzato per favorire
l’allineamento di un incisivo linguo - verso in pazienti in fase di crescita.
BIBLIOGRAFIA: A. Richardson, Ortodonzia Intercettiva, Ed. Masson,
Milano, Anno 1993.
(Molla a) SPATOLA La molla a spatola può essere applicata a dispositivi
rimovibili superiori o inferiori. La sua azione correttiva è esercitata dalla
porzione in filo avente foggia di “spatola”, adagiata sulla parete linguale
del dente da vestibolarizzare.
SPAZIO dell’ “E” Vedere LEEWAY Space.
SPAZIO di Deriva Vedere LEEWAY-Space.
SPAZIO Intermascellare Distanza esistente, in posizione di riposo della
mandibola, tra quest’ultima e la mascella.
SPAZIO Libero Fisiologico Spazio presente occlusalmente, tra le due
arcate, quando la mandibola è in posizione di riposo. Mediamente tale
spazio può variare dai 2 agli 8 mm..
(Curva occlusale di Von) SPEE Rappresentata da un arco di circonferenza,
il suo centro è situato nel centro dell’orbita e passa per la cuspide del
canino e le cuspidi disto - vestibolari dei diatorici inferiori.
BIBLIOGRAFIA: N. Germane - J.A. Staggers - L. Rubenstein - J.T. Revere,
Lunghezza dell’arcata e curva di Spee: un modello matematico, A.J.O. and
D.O., Ed. Italiana, Anno 1993, N. 4.
SPEED Particolare attacco linguale autolegante.
BIBLIOGRAFIA: A. Veneziani - F. Garino, Sistematica Speed nella tecnica
linguale, Ortognatodonzia Italiana (Rivista SIDO), Anno 1998, N. 2.
SPERONE Spezzone di filo con diametro variabile opportunamente
sagomato sulla parete (mesiale o distale) del dente che, inserito solitamente
nelle placche, ha la funzione di preservare uno spazio in attesa
dell’eruzione di un elemento o dell’applicazione di una protesi.
BIBLIOGRAFIA: F. Brandies - N. F. Stahl, Tecnica Ortognatodontica,
Milano, Ed. Masson, anno 1993.
(Molla con) SPERONE Vestibolare Elemento elastico utilizzato per la
correzione di denti linguoversi. La parte a contatto con il dente è
posizionata vestibolarmente ed ha la forma di un “8” coricato. Da esso si
sviluppa il filo inserito nell’acrilico a livello interstiziale.
140
BIBLIOGRAFIA: D. Govoni, Elementi a molla, Bollettino di Informazioni
Ortodontiche Leone, N. 52.
SPINGI - Bande Strumento utile per inserire le bande sui denti pilastro.
SPLINT Termine generico che indica un dispositivo realizzato in resina
acrilica. Nello specifico la sua funzione è quella di solidarizzare
rigidamente denti e ossa basali dopo un intervento ortopedico chirurigico.
(Molla a) SPORTELLO Accessorio elastico in filo applicabile ad
apparecchi rimovibili per indurre vestibolarizzazione di molari e premolari
inferiori.
BIBLIOGRAFIA: F.V. Tenti, Guida alla scelta ragionata degli apparecchi
ortodontici fissi e rimovibili, Ed. Microlito, Recco (GE).
SPRING - Aligner Si tratta di un dispositivo rimovibile utilizzato come
rifinitore; esso è applicato al settore anteriore dell’arcata e si rivela efficace
per contrastare la recidiva degli incisivi. E’ un apparecchio realizzato in
acrilico e come per il posizionatore la sua azione e strettamente vincolata
all’esecuzione del set - up dei denti interessati.
BIBLIOGRAFIA: W.R. Proffit, Ortodonzia Moderna, Ed. Masson, Milano,
Anno 1995.
SPRING - Bite Letteralmente bite a molla, è uno degli accessori della
placca Cervera, utile per intrudere gli elementi anteriori.
SPRING - Jet Apparecchio fisso facente parte della Family Jet che
consente l’espansione in senso trasversale dell’arcata superiore. Esso è
composto dal sistema telescopico, elemento peculiare di tali dispositivi,
ancorato alle bande. Con lo Spring - Jet è possibile ottenere sia
l’espansione dentale con l’applicazione del “monotubo” (un solo sistema
telescopico ancorato solitamente alle bande molari), che l’espansione
ortopedica del mascellare attraverso l’utilizzo del “bitubo” (rappresentato
da due sistemi telescopici opportunamente confezionati alle bande molari e
premolari).
BIBLIOGRAFIA: A. Carano - P. Leone - E. Rotunno - M. Testa, Lo Spring
- Jet, un nuovo dispositivo per l’espansione dell’arcata superiore, Mondo
Ortodontico, Ed. Masson, Anno 1998, N. 5.
SPRING – Retainer Vedere SPRING - Aligner
SQUADRATURA Operazione tecnica intesa a dare una forma appropriata
al modello in gesso.
141
SQUALO Apparecchiatura davvero singolare nata una modifica del lip bumper tradizionale lo squalo, realizzato in filo super elastico in titanio
inguainato, è modellato sui fornici delle due arcate in modo da non
provocare decubiti e lesioni della mucosa. E’ interessante evidenziare che,
a differenza di altri presidi analoghi, questo dispositivo non ha bisogno di
alcun ancoraggio alle arcate dentali.
BIBLIOGRAFIA: E. Ostinelli - R. Calegari - A. Norcini - C. Palerma,
Squalo: indagine su una nuova apparecchiatura, Ortognatodonzia Italiana
(Rivista SIDO), Anno 1993, N. 5.
(Placche di) STABILIZZAZIONE Apparecchiature rimovibili applicate,
per un lasso di tempo molto lungo, per il controllo sia dei risultati ottenuti
con la terapia occlusale che dell’attività muscolare.
BIBLIOGRAFIA: Gruppo di ricerca SIDO, L’utilizzo delle placche
occlusali nei pazienti affetti da patologia disfunzionale dell’ATM,
Ortognatodonzia Italiana (Rivista SIDO), Anno 1999, N. 4.
(Gancio di) STAHL Messo a punto da A. Stahl nel 1958, è questo è un
gancio a braccio singolo che sfrutta il sottosquadro presente nello spazio
interdentale. Per la sua realizzazione si usa un filo in acciaio con diametro
di 0,6 - 0,7 mm. La ritenzione è garantita dall’ansa eseguita al di sotto della
massima curvatura orizzontale dei denti interessati. Uno dei vantaggi di
questo elemento di tenuta è rappresentato dal diametro della spira che,
solitamente di 0,5 mm., può variare in base allo spazio disponibile.
BIBLIOGRAFIA: F. Brandies - N. F. Stahl, Tecnica Ortognatodontica,
Milano, Ed. Masson, Anno 1993.
(Pinza di) STEINER Strumento utilizzato per applicare il filo di legatura
tra l’attacco e l’arco.
STEP - Down Termine inglese indicante una piega rivolta verso il basso.
STILOGLOSSO Muscolo della lingua che concorre al suo sollevamento e
alla sua trazione posteriore.
STILOIOIDEO Fa parte dei muscoli sopraioidei. Esso concorre
all’elevazione dell’osso ioide.
STIMOLATORI di Funzione Linguale Gli stimolatori in genere
assurgono ad un ruolo preminente in ambito terapeutico; essi infatti, se
utilizzati correttamente ed in abbinamento alla terapia riabilitativa, possono
contribuire a rieducare stabilmente i distretti muscolari colpiti da deficit
142
sensomotori. Nello specifico, gli stimolatori orali sono capaci di modificare
la postura linguale scorretta grazie alla loro particolare conformazione che,
“stuzzicandola” induce la lingua a percorrere e ricercare il corretto percorso
e la giusta posizione sul palato.
BIBLIOGRAFIA: D. Caprifoglio - M. Gandolfini - M. Fedi - L. Levrini,
stimolatori orali: una rassegna critica, Mondo Ortodontico, Ed. Masson,
Anno 1994, N. 2.
STIMOLATORE Occlusale Vedere ATTIVATORE Anteriore Aperto.
(Attivatore di) STOCKLI Dispositivo ad azione funzionale che prevede
l’applicazione della trazione extra - orale. L’attivatore di Stockli è
essenzialmente un monobloco in resina, interessante entrambe le arcate,
composto da:
- ganci di ritenzione sui primi molari;
- molle per torque anteriore degli incisivi;
- rialzi in resina, anteriore e o posteriore;
- ed infine, i tubi per l’inserimento della trazione extra - orale.
Anteriormente, una flangia in resina abbraccia le superfici vestibolari degli
incisivi inferiori in modo da stabilizzare ulteriormente l’attivatore.
BIBLIOGRAFIA: W. Proffit - H. Fields, Ortodonzia Moderna, Milano, Ed.
Masson, Anno 1995.
STOMATITE Infiammazione del cavo orale.
STOP Occlusali Accessori del dispositivo ortodontico utili per il controllo,
in senso verticale, degli elementi interessati.
(Tecnica) STRAIGHT - Wire Tecnica multi - brackets nata dalle ricerche
di Andrews, che prevede l’applicazione di attacchi pre - programmati con
valori di torsione e angolazione ideali. Con tale metodica per ottenere il
massimo risultato, è necessario posizionare gli attacchi secondo indicazioni
e parametri ben precisi.
BIBLIOGRAFIA: G. Gubbini, La tecnica Straight Wire, Ortodonzia
Tecnica (Rivista Or Tec), Anno 1996, N. 2 – 3.
STRIPPING Riduzione dello smalto interprossimale dei diametri mesiodistali dei denti.
BIBLIOGRAFIA: N. Citrulli - A. Caprifoglio - D.J. De Franco, Effetti dello
stripping interdentale su parodonto e carie: un esame della letteratura,
Ortognatodonzia Italiana (Rivista SIDO), N. 3, Anno 1998, N. 3.
143
(Superficie) SUB - Linguale Superficie situata nella zona compresa tra la
cresta retro - miloioidea ed il frenulo linguale. Essa si suddivide in due
parti, una anteriore e l’altra posteriore.
SUGGELLO Posteriore Palatino Comprende l’area dell’incisura pterigo
- mascellare destra e sinistra seguendo il decorso delle ossa palatine. In
protesi mobile tale superficie è utilizzata per la realizzazione del post dam.
SUTURA Palatina Corrisponde alla linea mediana e nasce dall’unione
delle ossa palatine e mascellari.
(Placca di) SVED Si tratta di una placca di svincolo.
BIBLIOGRAFIA: A. Licantro, Dispositivi per mioartropatie, Rivista
Italiana degli Odontotecnici (Dental Press), Anno 1994, N. 4.
SVILUPPATORE di Arcata Linguale Dispositivo fisso solidarizzato
all’arcata tramite gli attacchi a caricamento verticale utilizzati nella tecnica
di Wilson. Lo sviluppatore d’arcata linguale è applicato per la
vestibolarizzazione dei denti anteriori e la distalizzazione dei molari.
(Placche di) SVINCOLO Apparecchiature rimovibili applicate nei casi di
disordini muscolari del sistema masticatorio. La loro funzione è
interrompere la normale occlusione e rilassare la muscolatura.
BIBLIOGRAFIA: Gruppo di ricerca SIDO, L’utilizzo delle placche
occlusali nei pazienti affetti da patologia disfunzionale dell’ATM,
Ortognatodonzia Italiana (Rivista SIDO), Anno 1999, N. 4.
T. APPLIANCE Dispositivo funzionale applicato per la correzione di
discrepanze sagittali, trasversali e verticali di I e II Classe. L’attivatore T è
costituito da due apparecchi che abbracciano vestibolarmente e
lingualmente le due arcate. I due splint sono uniti tramite due anse ad “U”
realizzate posteriormente. A questa configurazione base è possibile
aggiungere accessori (come ad esempio i tubi per l’arco extra - orale, le
molle per il torque anteriore degli incisivi e la vite di espansione
trasversale) coadiuvanti l’azione del dispositivo.
BIBLIOGRAFIA: M. Testa, Ortodonzia de Nord Europa: alcuni
apparecchi terapeutici, Rivista Italiana degli Odontotecnici, Dental Press,
Anno 1991, N. 6.
T. A. Acronimo di Tubercolo Articolare.
T. A. C. Acronimo di Tomografia Assiale Computerizzata.
144
BIBLIOGRAFIA: S. Bovone, Possibilità diagnostiche della tomografia
assiale computerizzata nello studio delle patologie dell’articolazione
temporo-mandibolare, Ortognatonzia Italiana (Rivista SIDO), Anno 1993,
n. 2,
TAGLIO Vedere SQUADRATURA.
TALBOT (Autore storico) Clinico che nella pubblicazione “Irregularities
of the Teeth and treatment” del 1888, fornì una attenta e scrupolosa
dimostrazione del meccanismo occlusale.
(Molla di) TALBOT Particolare molla prefabbricata che, coadiuvando
l’azione della Fan Spring, permette l’espansione asimmetrica dell’arcata
dentale superiore.
TAMPONI Linguali I tamponi linguali rappresentano il cuore
dell’apparecchiatura più complessa di Bass. Secondo la filosofia
dell’Autore, la parte in resina del tampone linguale deve estendersi nella
regione linguale della mandibola, tra i due premolari, 4 - 5 mm. sotto il
margine gengivale. Il tampone così realizzato va ad inserirsi per poi
scorrere, nel modulo precedentemente fissato allo splint superiore. E’ cura
dell’ortodontista inserire i tamponi linguali nei moduli della placca. Ciò
avviene di solito al primo controllo dopo che il paziente ha utilizzato
l’apparecchio nudo, senza cioè l’impiego di alcun accessorio.
(Attivatore con) TAMPONI A VITE Apparecchiatura ad azione
funzionale nata da una modifica del Sistema Ortopedico Funzionale di
Bass. L’attivatore con tamponi a vite si rivela utile nella risoluzione della
2° Classe 1° Divisione scheletrica in pazienti in fase di crescita.
(Indice di) TANAKA L’indice di Tanaka, simile a quello di Ballard e
Wylie, presenta il non trascurabile vantaggio (prendendo come punto di
riferimento la tabella di Moyers) di fornire, sia per l’arcata inferiore che per
quella superiore, utili indicazioni in merito al diametro mesio-distale dei
canini e dei premolari. Tale indice è espresso dalla seguente relazione:
- le somme dei diametri mesio - distali dei canini e dei premolari di un
lato è uguale alla metà della somma dei diametri mesio-distali degli
incisivi inferiori permanenti più il numero fisso 10,5.
T.A.R.G. (Tourque Angolation Reference Guide). Strumento utilizzato
solitamente nella tecnica linguale per il montaggio dei brackets sul
modello. Esso è costituito da una base fissa, una snodabile, l’asta di lettura
e il posizionatore per l’applicazione degli attacchi.
145
BIBLIGRAFIA: G. Mostardi - G. Siciliani - S. Terranova, Il laboratorio
nella tecnica linguale, Bollettino di Informazioni Ortodontiche Leone, N.
62.
T.E.A Acronimo di Trazione Extra - orale Alta.
T.E.B. Acronimo di Trazione Extra - orale Bassa.
T.E.I. Acronimo di Trazione Extra - orale Invertita.
TELERADIOGRAFIA Radiografia laterale del cranio.
BIBLIOGRAFIA: S. Oddini Carboni - M. Ronchin - S. Dessì, La radiologia
in ortognatodonzia “Dossier” Parte IV, Mondo Ortodontico Ed. Masson,
Anno 1991, N. 6.
(Vite) TELESCOPICA Microvite utilizzata per lo spostamento di singoli
denti.
TEMPORALE Si tratta di uno dei muscoli più importanti dell’apparato
oro-facciale che permette l’elevazione della mandibola.
TEMPRABILITA’ Attitudine di un metallo a modificare la propria
durezza se sottoposto prima ad aumento notevole della temperatura e dopo
ad un veloce raffreddamento.
(Molla a) TENDEUR Concettualmente simile alle molle a grembiule, essa
si diversifica da esse poichè costituita da un unico elemento in filo elastico.
T. E. N. S. (Transcutaneos Electrical Neural Stimolation) Strumento
utilizzato per la stimolazione ed il controllo guidato delle contrazioni
muscolari.
TENSIONE Superficiale Attitudine dei liquidi ad assumere la minima
estensione possibile.
TENSORE del Velo Palatino Muscolo appartenente al palato molle, la cui
funzione è tendere il palato.
T. E. O. (Trazione Extra Orale) Apparecchiatura costituita sia da un arco
esterno solidarizzato ad una fascia ad appoggio craniale, che da un arco
interno inseribile in appositi alloggi posizionati vestibolarmente all’arcata
superiore.
146
T. E. O. F. (Trazione Extra Orale Funzionale) Sistema funzionale
modulare ideato dall’odontotecnico Roberto Paludetti che si caratterizza
per la presenza dell’arco extra - orale. Elementi peculiari di questo
dispositivo sono l’esiguo ingombro e l’estrema versatilità applicativa che si
traducono in vantaggi sia per il paziente che per lo specialista.
BIBLIOGRAFIA: R. Paludetti, Dispositivi modulari polivalenti, Rivista
Italiana degli Odontotecnici, Dental Press, Anno 1995, N. 3.
(Apparecchio di) TEPPER Dispositivo rimovibile applicato in pazienti
russatori per eliminare o quanto meno ridurre il fenomeno, abbastanza
frequente in questi soggetti, dell’apnea notturna. L’apparecchio di Tepper è
realizzato sull’arcata superiore e la sua azione è incentrata nel
condizionamento della postura linguale. Esso è composto da:
- una base in resina, che si estende sulla parte mediana e posteriore del
palato;
- un arco interno inguainato, che è modellato sulle superfici palatali degli
incisivi superiori;
- ed infine dal condizionatore linguale, rappresentato da un sottilissimo
spessore di resina che, partendo dalla porzione anteriore
dell’apparecchio, termina su di un elastico avente funzione
armortizzante.
BIBLIOGRAFIA: D. Caprifoglio - M. Gandolfini - M. Fedi - L. Levrini,
Stimolatori orali: una rassegna critica, Mondo Ortodontico, Ed Masson,
Anno 1994, N. 2.
TERAPISTA Miofunzionale Figura professionale che si occupa
specificatamente dell’impostazione terapeutica relativa:
- alla rieducazione dei distretti muscolari dell’apparato oro - facciale;
- all’insegnamento di esercizi finalizzati al ripristino di una deglutizione
corretta;
- all’eliminazione di atteggiamenti viziati, come ad esempio la suzione
del dito.
BIBLIOGRAFIA: A. Ferrante, Terapia Miofunzionale, San Benedetto del
Tronto (AP), Ed. Futura, Anno 1997.
TERMINUS E’ un simulatore occlusale (ideato da B. Jankelson) da
utilizzarsi in abbinamento alla registrazione in Mjo - Print rilevata con la T.
E. N. S.
(Dispositivo) TERMOSTAMPATO di Contenzione L’applicazione di
questo dispositivo è indicata nella fase di contenzione immediata in
pazienti adulti con una dentatura completa. Al contrario, il suo impiego è
sconsigliato per lunghi periodi e in presenza di elementi decidui o poco
147
erotti, poiché non essendoci ganci il dispositivo risulterebbe poco stabile. I
suoi vantaggi più evidenti sono la rapidità di esecuzione, la trasparenza e il
buon controllo vestibolare e linguale degli elementi da contenere.
BIBLIOGRAFIA: W.R. Proffit, Ortodonzia Moderna, Ed. Masson, Milano,
Anno 1995.
(Attivatore di) TEUSCHER Monoblocco di resina acrilica (ideato dal
professore svizzero Teuscher) applicato in presenza di II Classi
scheletriche. Il Teuscher essenzialmente è composto da:
- un corpo in resina che interessa entrambe le arcate, (Tipo Andresen)
realizzato come tutti gli attivatori secondo il morso di costruzione;
- ansa palatale di Coffin;
- molle per il torque degli incisivi superiori;
- tubi per l’applicazione della trazione extra - orale;
- stop occlusali in filo.
A questa configurazione base è possibile aggiungere, secondo le necessità
terapeutiche, il lip - bumper inferiore rimovibile.
BIBLIOGRAFIA: 1) U. Teuscher, Sillabo SIDO, Anno 1991.
2) F. Fantozzi, L’attivatore di Teuscher, filosofia – progettazione costruzione, Bollettino di Informazioni Ortodontiche Leone, N. 59.
3) Salento - R. Grassi, Gli attivatori con trazione extra - orale delle scuole
svizzere, Ortognatodonzia Italiana (Rivista SIDO), Anno 1993, N. 5.
T. E. V. Acronimo di Trazione Extra - orale Verticale.
THERMAL Palatal Expander Dispositivo realizzato in lega nichel titanio termico utilizzato per l’espansione ortopedica del mascellare
superiore.
TIE - Back Ansa eseguita sull’arco, mesialmente al tubo della banda.
TIME - Out Tecnica utilizzata per eliminare l’abitudine viziata relativa al
succhiamento del dito. Il time - out consiste essenzialmente in una
punizione, alquanto blanda, inflitta al bambino ogniqualvolta quest’ultimo
inserisce il dito in bocca.
TIP - Back Termine inglese indicante una piega rivolta posteriormente.
TIPPING Variazione angolare indotta alla corona del dente.
TIRA - Elastico Strumento utilizzato per facilitare l’inserzione degli
elastici.
148
(Arco) TIRA - Spingi Arco continuo utilizzato nella tecnica bioprogressiva
di Ricketts.
BIBLIOGRAFIA: M. Langlade, Terapia ortodontica, Scienza e Tecnica
Dentistica, Ed. Internazionali, Milano.
(Placca di) TYLAR Apparecchio superiore di contenzione composto da
ganci di ritenzione molari ed arco vestibolare semplice.
BIBLIOGRAFIA: P. Gandini-M. Mancini-D. Fraticelli-G. Sfondrini,
Stabilità e contenzione, Quaderni di odontoiatria infantile a cura di D.
Caprifoglio, Ed. Masson, Milano, Anno 1992.
TLM Ferula realizzata in resina acetalica, applicata solitamente a fine cura
ortodontica. Tale dispositivo può essere utilizzato sia come ritentore
passivo che, dopo aver effettuato il set - up, come rifinitore.
BIBLIOGRAFIA: W. Manuzzi - L. Curioni - R. De Stefanis - M. Testa - E.
Ferla, Nuovi ausili terapeutici: placca di Rivoli, Cervera modificato e
TLM, Mondo Ortodontico, Ed. Masson, Anno 1994, N. 2.
T. M. D. Acronimo di Disordini Temporo Mandibolari.
T. M. R. Dispositivo utilizzato a fine cura ortodontica che si
contraddistingue per la completa assenza dell’acrilico. La TMR è composta
da ganci di Adams, arco vestibolare brasato ai ponti degli Adams, barra
palatale di stabilizzazione e appoggi occlusali.
BIBLIOGRAFIA: A. Melacini, Contenzione TMR, Il Nuovo Laboratorio
Odontotecnico (Rivista ANTLO), Anno 1999, N. 9.
TOE - In Piega in direzione linguale.
T. O. F. Acronimo di trattamento Ortopedico Funzionale.
TOGLI - Bande Strumento utile per decementare e rimuovere le bande dai
denti.
TOGLI - Brackets Strumento utile per decementare gli attacchi dai denti.
TOKEN Economy Tecnica utilizzata per eliminare l’abitudine viziata
relativa al succhiamento del dito. La token economy si basa su una sorta di
accordo scritto con il bambino che, impegnandosi ad eliminare l’abitudine
viziata, riceve i premi concordati nel “contratto”.
(Bionator Elastico di) TOKUYAMA Dispositivo funzionale caratterizzato
dalla presenza dei piani occlusali elastici.
149
BIBLIOGRAFIA: G. Forni, Il Bionator elastico di “Tokuyama”,
Ortodonzia Tecnica (Rivista OrTec), N.3, Anno 2000.
TONO Muscolare Stato dei muscoli in contrazione.
T. O. P. S. (Tepper Oral Proprioceptive Stimolatur) Vedere (Apparecchio
di) TEPPER.
(Molle per il) TORQUE Anteriore Esse sono applicate alle
apparecchiature ortopediche funzionali, sugli incisivi superiori, in
abbinamento alla trazione extra - orale. Tra le sue funzioni, quella più
importante è controbilanciare l’effetto dislocante della trazione extra orale.
Vedere anche (Molla di controllo del torque anteriore di) BASS.
TORRETTA Strumento utilizzato per il confezionamento degli archi.
TORUS Palatino Sporgenza sita sul palato duro che sottolinea la sinartrosi
delle apofisi palatine del mascellare.
(Protesi mobile) TOTALE Protesi rimovibile che riproduce integralmente
l’arcata dentaria.
TORQUE Variazione di spazio indotta all’apice radicolare.
(Molla) TP Particolare accessorio elastico che, abbinato all’arco extra orale, permette la linguo - inclinazione del settore dentale superiore
anteriore.
(Retrattore di) TRACEY Accessorio utilizzato per la chiusura degli spazi.
TRAGITTO di Chiusura Traiettoria del punto interincisivo, dalla
posizione di riposo mandibolare a quella di massima intercuspidazione
dentale.
(Arco) TRANSPALATALE Vedere (Arco verticale di) GOSHGARIAN.
(Arco di) TRASFERIMENTO Vedere (Arco) FACCIALE.
TRASLAZIONE Vedere (Movimento) CORPOREO.
TRASPOSIZIONE Anomalia caratterizzata dall’eruzione di un dente in
una sede diversa da quella geneticamente determinata.
150
TRASVERSALE Muscolo della lingua che permette il suo allungamento
ed il suo restringimento.
(Dispositivi attivi con vite) TRASVERSALE L’elemento attivo in oggetto
è una vite ad espansione, disponibile in forme e grandezza variabile, con
asta a due guide bi - laterali inglobate nella resina o in un alloggiamento
chiuso. Con questo presidio terapeutico è possibile:
- espandere simmetricamente in senso trasversale le semi - arcate
dentarie;
- correggere cross - bite monolaterali (con l’aggiunta alla struttura base
dei piani rialzati e del piano di intercuspidazione modellato nel settore
opposto alla contrazione).
La vite è posizionata tra i primi ed i secondi premolari, perpendicolarmente
al piano mediano e preferibilmente in prossimità della volta palatina; la sua
escursione include tutti i denti. Nel caso di palati ogivali è consigliabile
spostare la vite posteriormente. Nella maggior parte dei casi, infine, l’arco
vestibolare non è presente a meno che lo specialista non intenda indurre
derotazioni o retrusione degli elementi anteriori.
BIBLIOGRAFIA: Manuale di Tecnica Ortodontica, Ed. Martina, Bologna,
Anno 1994.
(Attivatori) TRASVERSALI Attivatori utilizzati in pazienti, giovanissimi,
con contrazione severa del mascellare.
BIBLIOGRAFIA: M. Biondi, Terapia ortopedica funzionale dell’apparato
stomatognatico, Milano, Ed. Masson.
TRAUMA Ortodontico Danno causato al parodonto da forze ortodontiche
incongrue.
(Arco a) TRAZIONE Elastica Arco vestibolare fornito di due uncini,
modellati in corrispondenza dei canini, utili per l’applicazione di trazioni
elastiche.
BIBLIOGRAFIA: N. Pantaleoni, Ortodontotecnica, Bologna, Ed. Grasso,
Anno 1985.
TRAZIONE Tipo di forza espressa lontano dal punto di applicazione,
come ad esempio quella esercitata da un elastico in trazione.
TRAZIONE di 1° Classe Trazione interessante un'unica arcata.
151
TRAZIONE di 2° Classe Trazione elastica inter-mascellare che va dalla
porzione anteriore del mascellare superiore alla porzione posteriore della
mandibola.
TRAZIONE di 3° Classe Trazione elastica inter-mascellare che va dalla
porzione posteriore del mascellare superiore alla porzione anteriore della
mandibola.
(Pinza a) TRE Becchi Pinza molto usata per la realizzazione di archi e
ganci di ritenzione.
(Gancio) TRIANGOLARE Gancio a braccio singolo in cui la ritenzione è
garantita dal triangolo modellato tra i sottosquadri mesiale e distale, al di
sotto dell’equatore dei due denti utilizzati come ancoraggio. Per la sua
costruzione l’Autore consiglia un filo in acciaio con diametro di 0,7 mm.
BIBLIOGRAFIA: E. Witt - M.E. Gehrke, Progettazione e costruzione degli
apparecchi ortodontici, Ed. Piccin, Padova, Anno 1988.
TRIANGOLO delle Forze Concetto, enunciato dal professor Garliner, che
prende in considerazione: bocca, guance, muscolo orbicolare e lingua.
Secondo l’Autore, la normalità delle arcate dentarie è strettamente
vincolata all’equilibrio esistente tra l’azione dei muscoli “esterni”
(buccinatore, massetere, orbicolare) e quella dei muscoli “interni” (in
special modo la lingua).
BIBLIOGRAFIA: D. Garliner, Importanza di una corretta deglutizione, Ed.
Futura, San Benedetto del Tronto (AP), Anno 1995.
TRIANGOLO Diagnostico Ideato dal dottor Tweed, tale triangolo si
sviluppa dal piano di Francoforte al piano mandibolare per terminare lungo
l’asse degli incisivi centrali inferiori.
TRIANGOLO Terapeutico Relativo ad una qualsiasi terapia, esso prende
in considerazione il paziente, il genitore ed il terapista come figure
fondamentali per il raggiungimento degli obiettivi terapeutici.
BIBLIOGRAFIA: D. Garliner, Importanza di una corretta deglutizione, Ed.
Futura, San Benedetto del Tronto (AP), Anno 1995.
(Dispositivi attivi con vite) TRIDIREZIONALE In questo caso l’elemento
attivo è composto da due viti congiunte (sagittale e trasversale) che
consentono al dispositivo l’espansione contemporanea dei settori anteriore
e posteriore. La vite deve essere posizionata con il suo centro in
corrispondenza del rafe mediano, tra i primi ed i secondi premolari, ed in
152
maniera tale da agire con i segmenti della placca perpendicolarmente agli
elementi dentari.
BIBLIOGRAFIA: Manuale di Tecnica Ortodontica, Ed. Martina, Bologna,
Anno1994.
TRIFIL Particolare filo ortodontico dotato di una buona memoria elastica,
composto da più fili intrecciati.
TRIGGER Point Punto doloroso.
TRISMA Quadro patologico caratterizzato da un handicap motorio,
riguardante i movimenti di apertura e chiusura della bocca.
TROMBONE di Clarck Dispositivo fisso solidarizzato all’arcata dentale
tramite gli attacchi a caricamento verticale utilizzati nella tecnica di
Wilson. Il trombone di Clarck è applicato per la vestibolarizzazione dei
denti anteriori e la distalizzazione dei molari.
TRONCHESE Distale con trattenuta Strumento ideato per tagliare i fili
trattenendo l’estremità distale in modo da evitare tagli e lesioni alla mucosa
del paziente.
TROTTOLA Apparecchio “mobilizzatore” ad azione passiva.
BIBLIOGRAFIA: M. Melegari - M. Balanini, Le protesi maxillo - facciali:
gli apparecchi mobilizzatori. 1° Parte, Ortodonzia Tecnica (Rivista Or
Tec), Anno 1995, N. 2.
TUBERCOLI Mentonieri Alquanto rari, sono situati in direzione dei
canini e dei premolari.
TUBEROSITA’ Linguale E’ presente distalmente alla linea miloioidea ed
è di natura ossea.
TUBI Convertibili Accessori dell’apparecchiatura fissa che all’occorrenza
possono essere trasformati in brackets.
TUBI Buccali per Attivatore Essi sono inseriti all’apparecchio rimovibile
per permettere l’applicazione della trazione extra - orale. Solitamente si
posizionano tra i due premolari, paralleli al tavolato occlusale ed in modo
che la loro ritenzione non tocchi o non sia da ostacolo ad elementi in
eruzione.
153
TUBI Linguali Supporti che, puntati alle bande, sono utili per
l’inserimento degli archi rimovibili. Essi permettono all’ortodontista di
disinserire il dispositivo fisso senza essere costretto a decementare le bande
dai denti pilastro.
TUBI Molari Accessori, solitamente vestibolari, che completano le bande
ortodontiche. La loro funzione è quella di permettere l’applicazione di
svariate apparecchiature intra o extra - orali.
TUBO Protettivo Accessorio utilizzato per ricoprire i fili metallici.
(Perla di) TUCAT La perla di Tucat è probabilmente il capostipite degli
stimolatori orali. Trattandosi di un sferetta libera di ruotare attorno ad un
supporto metallico, essa può essere applicata sia su placche mobili che,
come nel caso della barra palatina secondo Petit, su dispositivi fissi. A
riguardo è interessante notare come autorevoli clinici, tra cui lo stesso Petit,
ritengano indispensabile posizionare la perla in una posizione molto
arretrata rispetto alla papilla retroincisiva. Ciò sicuramente è importante per
garantirsi sia che la lingua, dopo il trattamento, conservi e non anteriorizzi
il punto di repere ricercato, sia per evitare, durante l’applicazione del
dispositivo, che la lingua inclini vestibolarmente gli incisivi.
BIBLIOGRAFIA: D. Caprifoglio - M. Gandolfini - M. Fedi - A. Levrini - L.
Levrini, Stimolatori orali: una rassegna critica, Mondo ortodontico, Ed.
Masson, Anno 1994, N. 2.
(Pinza per anse di) TWEED Pinza utile per realizzare anse chiuse con fili
quadrati e rettangolari.
(Modelli da museo di) TWEED I modelli da museo realizzati secondo la
metodica ideata dal dr. Tweed sono considerati a livello mondiale, tra i
migliori. La sua squadratura prevede per il modello inferiore:
- un’altezza di 3,5 cm. (comprendente l’arcata ed il tavolato occlusale);
- un piano base parallelo al piano occlusale (prendendo come riferimento
i canini ed i molari);
- un piano base posteriore perpendicolare al piano base;
- due piani obliqui laterali medi di 55°;
- due piani obliqui laterali posteriori di 125°;
- una linea intercanina, parallela al piano base.
Per il modello riproducente l’arcata superiore, invece:
- un’altezza di 3,5 cm. (uguale a quella del modello inferiore);
- un piano base, parallelo al piano base inferiore;
- un piano base posteriore, realizzato sulla stessa linea di quella del
modello inferiore;
154
- due piani obliqui laterali posteriori di 125°;
- due piani obliqui laterali medi di 65°;
- due piani obliqui laterali anteriori di 25°.
L’altezza, in totale, dei due modelli deve essere di 7 cm., dei quali un terzo
rappresentato dalle basi ed il resto dalle superfici anatomiche delle arcate
alveolo - gengivo- dentarie.
BIBLIOGRAFIA: G. Consolmagno, I modelli da museo in ortognatodonzia,
Ed Ellebi, Anno 1983, N.5 bis.
(Tecnica di) TWEED Tecnica multiattacchi tipo Edgewise che prevede
l’uso di attacchi con slot da 0,22x0,28.
TWIN Block Dispositivo funzionale ideato dal dottor William Clarck. Il
twin block è utilizzato nella correzione delle II Classi scheletriche ed è
composto da due apparecchi con rialzi laterali, superiore ed inferiore,
denominati dall’Autore “Bite Blocks”. Questi ultimi, realizzati secondo il
morso di costruzione, sono forniti di piani che, intersecandosi, favoriscono
l’avanzamento della mandibola.
BIBLIOGRAFIA: A.Viotti, La tecnica del Twin Block del dottor William
Clarck, Ortodonzia Tecnica (Rivista Or Tec), Anno 1995, N. 1.
2) T. Baccetti-L. Franchi, Efficacia ed epoca ottimale di trattamento con
l’apparecchio twin block, Bollettino di Informazioni Ortodontiche Leone,
N.66.
TWIN Bracket Doppio attacco.
TWIST Filo a treccia.
(Placca di) TYLAR Si tratta di una placca superiore con arco vestibolare
in nylon.
BIBLIOGRAFIA: P. Gandini - M. Mancini - D. Fraticelli - G. Sfrondino,
Quaderni di Odontoiatria Infantile a cura di D. Caprifoglio, Ed. Masson,
Milano, Anno 1992.
(Molla ad) “U” Si tratta di una molla sicuramente singolare, poiché il suo
corpo elastico è rappresentato da un’ansa a forma di “U”. Essa è utilizzata
per la chiusura di diastemi presenti nella zona anteriore dell’arcata dentale.
U - BOW Activator Vedere (Attivatore di) KARWETZKY.
UGOLA Fa parte dei muscoli del palato molle; essa permette il suo
accorciamento.
155
(Apparecchiatura) UNIVERSALE Tecnica multi - attacchi nata dalla
fusione di alcuni concetti dell’Edgewise e della Ribbon - Arch, ideata da S.
R. Atckinson.
UPRIGHTER - Jet Apparecchio fisso facente parte della Family Jet. La
sua applicazione, indicata in ortodonzia pre - protesica, permette appunto
l’uprighting dei primi molari. La componentistica è del tutto simile a quella
utilizzata per il Distal Jet, le differenze sono rappresentate
dall’assemblaggio e dal particolare attacco (su cui si ancora il dispositivo)
solidarizzato sulla banda del molare da disto-inclinare.
BIBLIOGRAFIA: 1) A. Carano - M. Testa, Applicazioni cliniche del Distal
Jet, Ed. Rs Italia, Anno 1997.
2) A. Carano - M. Testa, Catalogo Jet Family, Ed. Micerium, Anno 1999.
URANOSCHISI Vedere PALATOSCHISI.
URTI Termine, poco usato, utilizzato per identificare le zone di carico
occlusale realizzati sugli apparecchi funzionali.
(Strumento di) UTILITA’ Strumento utilizzato per la cementazione delle
bande.
(Tecnica di confezionamento) UNIVERSALE Si tratta del procedimento
più usato per lo sviluppo dei modelli; esso consiste nel colare il gesso allo
stato pastoso, opportunamente miscelato, nell’impronta, fino a colmarla e
formare appunto un ammasso di gesso che dopo la squadratura fungerà da
zoccolo del modello. Durante la presa, è preferibile non capovolgere il
cucchiaio, per ottenere un gesso solido e compatto nelle zone anatomiche
di maggiore interesse clinico e tecnico.
(Molle per) UPRIGHTING Le molle di uprighting sono utilizzate per
spostamenti mesio - distali di singoli denti. Esse possono essere usate con
qualsiasi arco, e vengono inserite in modo tale che le forze verticali
spingano l’arco dentro e non fuori dallo slot.
V - BENDS Si tratta di pieghe di secondo ordine effettuate sull’arco
ortodontico.
VALER Apparecchio rimovibile prefabbricato, fornito di beat, utilizzato
principalmente come supporto per trazioni inter-mascellari. Il Valer, molto
simile nella forma ad un lip-bumper, può essere applicato sia all’arcata
superiore che a quella inferiore, tramite le cannule vestibolari puntate alle
bande.
156
VALLO di Avanzamento Mobile Inferiore Accessorio in filo
solidarizzato al dispositivo superiore utile per l’avanzamento graduale della
mandibola.
(Attivatore di) VAN Beek Dispositivo funzionale utilizzato per la
correzione della II Classe 1° Divisione. Essenzialmente è un monobloco,
che interessa entrambe le arcate, completo di arco extra-orale.
BIBLIOGRAFIA: H. Van Beek, La terapia ortodontica della II Classe
Divisione 1 mediante Headgear – Attivatore – Bite Block, Ortognatodonzia
Italiana (Rivista SIDO), Anno 1994, N. 1.
(Placca di) VAN Linden Apparecchio rimovibile superiore utilizzato
esclusivamente per ottenere l’estrusione di un canino non erotto. La placca
di Van Linden è costituita da ganci di ritenzione doppi, sia sui molari che
sui premolari, di gancetti (posti vicino al dente da “pilotare”) utili per
l’applicazione della trazione con funzione estrusiva.
BIBLIOGRAFIA: M. Testa, Ortodonzia del Nord - Europa: alcuni
apparecchi terapeutici, Rivista Italiana degli Odontotecnici, Dental Press,
Anno 1991, N. 6.
(Apparecchio di) VAN Ommen Apparecchio “mobilizzatore” ad azione
attiva.
BIBLIOGRAFIA: M. Melegari - M. Bonanini, Le protesi maxillo - facciali:
gli apparecchi mobilizzatori 3° Parte, Ortodonzia Tecnica (Rivista Or
Tec), Anno 1996, N. 1.
(Viti per biomeccanica) VELTRI Sistematica ideata dal dottor Veltri
riguardante l’utilizzo di apparecchiature fisse complete di viti capaci di
risolvere anomalie del mascellare superiore di carattere ortopedico e o
dento-alveolare.
BIBLIOGRAFIA: N. Veltri, Espansione del mascellare a 360°, Bollettino di
Informazioni Ortodontiche Leone N. 63.
(Dispositivi attivi con vite a ) VENTAGLIO L’espansione assimetrica
dell’arcata dentaria superiore, tramite dispositivo rimovibile, è resa
possibile dall’applicazione di una particolare vite denominata “a
ventaglio”, ideata dall’italiano Fiorino Pagani. La peculiarità principale di
tale vite è rappresentata dalla possibilità di espandere, in modo
sostanzialmente diverso, le porzioni anteriore e posteriore dell’arcata
superiore, in base al posizionamento della vite stessa.
BIBLIOGRAFIA: Manuale di Tecnica Ortodontica, Ed. Martina, Bologna,
Anno 1994.
157
VENTRE Anteriore del Digastrico Fa parte dei muscoli sopraioidei. La
sua funzione è quella di concorrere all’abbassamento della mandibola ed
all’elevazione dell’osso ioide.
VENTRE Posteriore del Digastrico Fa parte dei muscoli sopraioidei.
Esso permette l’elevazione dello ioide.
(La rampa di) VERDON La rampa di Verdon a primo acchito sembrerebbe
un “restraints” per la presenza della griglia anteriore. Quest’ultima, invece,
modellata anatomicamente a ridosso degli incisivi inferiori e più avanti del
frenulo linguale, ha la funzione di costringere la lingua ad “arrrampicarsi”
sul palato in modo corretto.
BIBLIOGRAFIA: G. Tassan, Dispositivi per la correzione della
malposizioni linguali, Rivista Italiana degli Odontotecnica (Dental Press),
Anno 1995, N. 9.
VERTICALE Muscolo della lingua che permette il suo appiattimento e la
sua estensione.
(Arco) VERTICALE Vedere (Arco verticale di) GOSHGARIAN.
(Attivatori) VERTICALI Si tratta di attivatori utilizzati in pazienti con
crescita iper - divergente.
BIBLIOGRAFIA: M. Biondi, Terapia ortopedica funzionale dell’apparato
stomatognatico, Ed. Masson.
VERTOCCLUSORE Strumento di laboratorio utile per il fissaggio dei
modelli secondo il morso di costruzione rilevato dallo specialista. Il
vertocclusore si rivela efficace nella realizzazione di attivatori bimascellari.
BIBLIOGRAFIA: Bollettino di Informazioni Ortodontiche Leone, N. 51.
(Arco) VESTIBOLARE Così come il gancio, anche l’arco vestibolare è
parte integrante del dispositivo ortodontico mobile. Esso in base
all’applicazione può essere brasato ai ganci o inglobato nella resina; è
importante, sempre realizzarlo preservando le parti molli, in special modo i
frenuli. L’arco vestibolare, oltre a fungere da supporto ritentivo può essere
impiegato:
- come elemento con piccoli off-set;
- come contenzione a fine cura ortodontica;
- per guidare l’allineamento degli incisivi, nel caso di espansione;
- come supporto per molle e braccetti.
158
BIBLIOGRAFIA: N. Pantaleoni, Ortodontotecnica, Bologna, Ed. Grasso,
Anno 1985.
(Arco) VESTIBOLARE con Molla a Tendeur Esso è costituito da un
supporto di 1mm., modellato al di sopra dei colletti, sul quale è avvolta e
successivamente saldata una molla a grembiule di 0,4 mm. Il suo fine
terapeutico risiede nella possibilità, attraverso l’attivazione dell’elemento
attivo, di lingualizzare gli elementi anteriori.
(Arco) VESTIBOLARE con Molle a Grembiule Applicato solitamente
alle placche di contenzione, questo arco si inserisce tra quegli accessori in
filo utilizzati per la rifinitura della cura ortodontica. Esso è costituito da un
supporto (al quale sono saldate le molle) realizzato con un filo con
diametro di 0,9 mm. e modellato al di sopra dei colletti degli elementi
anteriori. Le parti attive delle molle sono sagomate lungo tutta la superficie
vestibolare degli incisivi, in modo da poter esplicare attraverso l’opportuna
attivazione, la prevista linguo - inclinazione.
(Arco) VESTIBOLARE con Molle a “T” Realizzato con un filo di 0,7
mm., questo particolare arco permette un movimento di torque graduale
degli elementi anteriori e in posizione passiva ne impedisce l’inclinazione
vestibolare.
BIBLIOGRAFIA: W.J.B. Houston, Sinossi di ortodonzia di Walther, EdiErmes, Milano, Anno 1988.
(Arco) VESTIBOLARE Spezzato Si tratta di un arco vestibolare semplice
separato al centro e completo di due uncini utili per l’applicazione di un
elastico.
(Superficie) VESTIBOLARE Rappresenta la faccia del dente che si
affaccia verso il vestibolo orale della bocca.
(Molla) VESTIBOLARE Vedere (Molla a) BANDIERA.
(Dispositvi con vite) VESTIBOLARIZZANTE Vedere (Dispositivi con
vite) SETTORIALE.
VESTIBOLO - Orale Il vestibolo orale si sviluppa a ferro di cavallo ed è
delimitato dalle:
- arcate gengivo - dentarie (all’interno);
- labbra e guance (all’esterno).
159
VETRO Ionometrico Cemento con sottofondo protettivo utilizzato per
fissare le bande ortodontiche ai denti.
(Placca di) VITALI Vedere A.D.A.
VITI Ortodontiche Le viti ortodontiche, nate dalle intuizioni geniali di
alcuni Autori, nel corso del tempo hanno subito una serie di modifiche che
ne hanno facilitato l’applicazione e accresciuto la funzionalità: basti
pensare, infatti alle molteplici forme esistenti in commercio. Il compito di
una vite ortodontica consiste nell’effettuare, attraverso il dispositivo
rimovibile, una serie di movimenti, quali:
- la contrazione e l’espansione;
- la mesializzazione e la distalizzazione;
- l’inclinazione e la derotazione.
E’ opportuno comunque che il professionista consideri l’apparecchio con
vite un valido ausilio e non la panacea per ogni problema; con esso, infatti,
così come per le molle, non è possibile ottenere movimenti corporei dei
denti, ,ma solo d’inclinazione.
V. T. O. Suffisso inglese che indica Visualizzazione degli Obiettivi di
Trattamento.
BIBLIOGRAFIA: R.P. Mc Laughlin - J.C. Bennet, Un’analisi del
movimento ortodontico del dente – Il VTO dentale, Ortognatodonzia
Italiana (Rivista SIDO), Anno 2000, N. 1.
VULCANITE E’ stato probabilmente il primo tra i materiali utilizzati per
realizzare dispositivi rimovibili.
WAFER - Bite E’ una metodica ideata dal Dott. Per U. Varde utile per la
costruzione del posizionatore. Essa prevede la rilevazione di due morsi in
cera:
- uno in relazione centrica con rialzo, necessario per garantire un
sufficiente spessore inter - occlusale al posizionatore;
- l’altro, in massima intercuspidazione, indispensabile per l’esecuzione
del set - up.
Tali dati sono trasferiti in articolatore seguendo le seguenti fasi:
- montaggio dei due modelli con la cera di rialzo;
- in tale posizione si blocca l’astina dell’articolatore;
- indurito il gesso e staccato il modello inferiore, si sostituisce il morso di
costruzione con la cera di massima intercuspidazione;
- infine, rifissati i due modelli, si realizza il wafer - byte.
Si sono così trasferite sull’articolatore le registrazioni effettuate in bocca:
- con il wafer-byte le arcate sono in massima intercuspidazione;
160
- senza placca intermedia si ha la posizione data dal morso di costruzione.
BIBLIOGRAFIA: Per U. Varde, Registrazione del morso in cera per la
costruzione del positioner, Mondo Ortodontico, Ed. Masson, Anno 1991,
N. 1
(Molla di) WARREN Accessorio elastico dell’apparecchiatura multibrackets utilizzato per effettuare il torque.
BIBLIOGRAFIA: M. Langlade, Terapia ortodontica, Scienza e Tecnica
Dentistica, Ed. Internazionali, Milano.
(Arco di) WATKIN Accessorio dell’apparecchiatura multi - bande.
BIBLIOGRAFIA: W.J. Tulley-B.S. Cryer, Trattamento ortodontico
nell’adulto, Ed, Odonto Stomatologiche Internazionali Saccardin, Bologna,
Anno 1970.
(Apparecchio di) WATKIN Dispositivo storico multibande in auge negli
anni ’40 -’60.
BIBLIOGRAFIA: R. Palmieri, L’apparecchio di Watkin, Ortodonzia
Tecnica (Rivista Or Tec), Anno 1997, N. 1.
(Scudi labiali di) WEBER Gli scudi labiali di Weber sono parte integrante
di apparecchi rimovibili applicati solitamente all’arcata inferiore. Per la
loro realizzazione si usano fili in acciaio con diametro di 0,8 mm. che,
partendo dalla placca in resina, si affacciano vestibolarmente nello spazio
interdentale presente tra premolare e canino. Sulla zona anteriore sono
realizzate le ritenzioni meccaniche che fungeranno da sedi per le “olive” in
resina. La forma, l’estensione e altri parametri costruttivi degli scudi in
resina sono simili a quelli dei lip - bumper tradizionali.
BIBLIOGRAFIA: F. Brandies - N.F. Stahl, Tecnica Ortognatodontica,
Milano, Ed. Masson, Anno 1993.
(Metodica di) WEINBERG E’ una indagine per immagine. Il suo scopo è
quello di valutare la posizione del condilo nella cavità glenoidea sul piano
sagittale attraverso proiezione laterale.
(Vite di) WEISE Particolare vite applicata ad attivatori separati, indicati
per la correzione delle III Classi.
BIBLIOGRAFIA: E: Witt - M.E. Gehrke, Progettazione e costruzione degli
apparecchi ortodontici, Ed. Piccin, Padova, Anno 1988.
WELLS (Autore storico) Nel 1844 il dr. Horace Wells fa uso di un gas
esilerante per allievare il dolore durante l’estrazione di un dente.
161
WHITE (Autore storico) Precursore dell’uso delle bande fisse usate come
ancoraggio e ideatore di una placca in vulcanite per l’espansione
trasversale dell’arcata superiore.
(Splint di) WILKINSON Apparecchio rimovibile utilizzato in ambito
gnatologico.
(Apparecchio di) WILLIAMS Si tratta di un dispositivo inferiore fisso,
completo di vite. L’apparecchio di Williams si presenta molto versatile in
quanto consente, con le limitazioni del caso, l’espansione dento-alveolare
dell’arcata inferiore in senso sagittale e trasversale.
BIBLIOGRAFIA:N. Lambini, Note di laboratorio sull’espansione
dell’arcata inferiore, Bollettino di Informazioni Ortodontiche Leone N. 63.
WILLIAM Jumper Dispositivo altamente elastico, molto simile allo
Jusper Jumper.
BIBLIOGRAFIA: A.G. Crismali - J.W. Freudenthaler - H. Tripolt - H.P.
Bantleon, Entità e costanza delle forze inter-mascellari: Jusper Jumper William Jumper e elastici di II Classe, Ortognatodonzia Italiana (Rivista
SIDO), Anno 1998, N. 2.
(Arco bimetrico di) WILSON Vedere (Arco) BIMETRICO
(Arco linguale di) WILSON E’ uno degli apparecchi ideati dal dr. Wilson.
L’arco linguale 3D, prefabbricato in diverse misure, è applicato per
l’espansione dell’arcata dentale inferiore. Esso è solidarizzato ai denti
tramite gli attacchi a caricamento verticale 3D puntati sulle bande molari.
BIBLIOGRAFIA: P. Rametta, L’arco linguale di Wlison. Biomeccanica e
indicazioni cliniche, Mondo Ortodontico, Ed. Masson, Anno 1998, N. 3.
(Attacco 3D di) WILSON Lingual cleat a caricamento verticale. Esso
rappresenta l’elemento di ancoraggio caratterizzante tutti i dispositivi ideati
dal dottor Wilson.
WING Aletta. Si tratta di un elemento facente parte dell’attacco.
WOODSIDE - Lie Attivatore ideato dal professor D. G. Woodside per la
correzione delle malocclusioni di III Classi. L’attivatore si compone
schematicamente di una parte inferiore con rialzi ed arco vestibolare
semplice, collegato allo splint superiore fornito di lip-bumper anteriore ed
ansa palatale. Anteriormente, tra le due arcate, non è presente la resina al
fine di agevolare la respirazione del paziente.
162
BIBLIOGRAFIA: S. Colli - G. Caluppo, Dispositivi funzionali II e III
Classi secondo D. G. Woodside, Rivista Italiana degli Odontotecnici,
Dental Press, Anno 1992, N.4.
WRAPAROUND Apparecchio di contenzione molto simile ad una ferula.
XERORADIOGRAFIA Tecnica radiologica in grado di evidenziare i
tessuti duri e molli delle articolazioni.
ZEPPATURA Vedere FORMATURA.
(Molla a) ZETA con Occhiello E’ una molla a zeta semplice con due o più
occhielli utili per aumentarne l’elasticità.
(Molla a) ZETA Doppia E’ una variante della molla a zeta semplice. Si
realizza con un filo da 0,4 mm. modellato in modo da formare due zeta
sovrapposte.
(Molla a) ZETA Semplice Elemento in filo impiegato per indurre
movimenti in direzione vestibolare di singoli denti. Tale molla è realizzata
con un filo da 0,5 mm. modellato a mò di zeta.
ZOCCOLATORE Strumento utilizzato per l’assemblaggio dei modelli in
ortobox.
BIBLIOGRAFIA: Bollettino di Informazioni Ortodontiche Leone, N. 51.
ZOLFO Lo zolfo è stato uno dei primi materiali utilizzati per la
realizzazione di modelli in odontoiatria, si presenta come una fine polvere
gialla, con un peso pari a 32,066 ed un peso specifico uguale a 2,03. Lo
zolfo reagisce prontamente a elementi attivi come l’idrogeno, il fluoro ed il
sodio, ma perché reagisca con una sostanza meno attiva , deve essere
fortemente riscaldato. Le sue varietà principali sono lo zolfo rombico e lo
zolfo monoclino.
ZONE di Carico Termine indicante i settori in resina o metallo degli
apparecchi ortodontici, in contatto con il piano occlusale.
ZONE di Scarico Termine indicante i settori degli apparecchi ortodontici
distanti dai tessuti molli o dai denti.
163
SOMMA RIO
Adams
Acco
Abrasione
Abbraccio
Analysis Analisi
Asymmetry
Anchorage Ancoraggio
Asimmetria
Able Capace
Ankyloglossia
Atlas Atlante
Abrasion Abrasione
Anchiloglossia
Atmosphere Atmosfera
Abrasive Abrasivo
Arch Arco
Attached gingiva
Academy Accademia
Arch expansion
Gengiva aderente
Acid Acido
Espansione dell’arcata
Atypical swallowing
Acid etching
Arch form Forma
Deglutizione atipica
Mordenzatura
dell’arcata
Author Autore
Activator Attivatore
Art Arte
Available Disponibile
Active Attivo
Articular capsule
Backwards Indietro
Adaption Adattamento
Capsula articolare
Band removal
Addresse Destinatario
Articular cartilage
Rimozione delle bande
Adhesive Adesivo
Cartilagine articolare
Behind Dietro
Adolescent
Artificial Artificiale
Bidimensional
Adolescente
Association
technique Tecnica
Airway Vie aeree
Associazione
bidimensionale
Allergic Allergico
Assorted Assortito
Big Grande
APPENDICE
164
Biocompatibility
Cephalometric
Complicated
Biocompatibilità
analysis Analisi
Complicato
Biomechanics
cefalometrica
Composite Composito
Biomeccanica
Cephalometric tracing
Compressor
Bodily movement
Tracciato cefalometrica
Compressore
Movimento corporeo
Cephalometrics
Condylar cartilage
Body Corpo
Cefalometria
Cartilagine condilare
Bond strength Forza di
Ceramic brackets
Condylar guidance
adesione
Attacchi in ceramica
Guida condilare
Bowl Ciotola
Ceramic Ceramica
Contact point Punto di
Bowling Ebollizione
Certficate Certificato
contatto
Brachyfacial
Change Cambiamento
Container Contenitore
Brachifacciale
Cheap Economico
Cooking Cottura
Bruxism Bruxismo
Chemistry Chimica
Cooperation
Buccinator Muscle
Clinical orthodontics
Collaborazione
Muscolo buccinatore
Ortodonzia clinica
Craftsman Artigiano
Button Bottone
Colour Colore
Cranial base Base
Cement Cemento
Communication
cranica
Cephalogram
Comunicazione
Cranial structures
Teleradiografia
Competence
Strutture craniali
Competenza
Complete Completo
165
Craniofacial
Debonding
Dental compensation
development Sviluppo
Debondaggio degli
Compensazione dentale
cranio-facciale
attacchi
Dental enamel Smalto
Craniofacial sucking
Debonding Rimozione
dentale
Suzione
degli attacchi
Dental trauma Trauma
Craniomandibular
Declaration
dentale
disorders Disfunzioni
Dichiarazione
Dentition Dentatura
cranio-mandibolari
Defect Difetto
Dentoalveolar
Cross bite Morso
Delaire face mask
structures Strutture
crociato
Maschera facciale di
dento-alveolari
Crowding
Del aire
Dento-facial
Affollamento
Demonstration
orthopedics Ortopedia
Cure Cura
Dimostrazione
dento-facciale
Curve Curva
Dental anatomy
Dentoskeletal
Cylinder Bombola
Anatomia dentale
defotmities
Cylinder Cilindro
Dental arch Arcata
Malformazioni dento-
Date Data
dentaria
scheletriche
Dato Item
Dental casts Modelli di
Denture Dentiera
Day Giorno
studio
Diagnosis Diagnosi
Diagnosis Diagnosi
Different Diverso
Difficult Difficile
166
Digital radiography
Environment
Facial profile Profilo
Radiografia digitale
Ambiente
facciale
Distalization
Error Errore
Figure Figura
Distalizzazione
Esthetic wires Fili
Filter Filtro
Distance Distanza
estetici
Finger sucking
Document Documento
Esthetics Estetica
Suzione
Drawing Disegno
Etiology Eziologia
Firm Ditta
Dry Asciutto
Example Esempio
First molar Primo
Easy Facile
Exercise Esercizio
molare
Edentulism
Exhibition Esposizione
Fixed appliance
Edentulismo
Expansion Espansione
Apparecchiatura fissa
Edgewise appliance
Expert Esperto
Fixed retention
Apparecchiatura di
Extraction Estrazione
Conenzione fissa
Edgewise
Extraction treatment
Flame Fiamma
Elastodontics
Terapia estrattiva
Follow up Controllo a
Elastodonzia
Extraoral appliances
distanza
Electromyography
Trazione extra-orale
Forces Forze
Elettromiografia
Extrusion Estrusione
Freeway space Spazio
Endodontically Denti
Face Faccia
libero
devitalizzati
Facebow Arco facciale
Friction Attrito
Energy Energia
Facial height Altezza
Function Funzione
Envelope Busta
facciale
167
Functional Appliance
Growth rotation
Impacted canines
Apparecchiatura
Rotazione di crescita
Canini inclusi
funzionale
Hard Duro
Impacted teeth Denti
Functional matrix
Headache Cefalea
inclusi
Matrice Funzionale
Headgear Trazione
Impacted tooth
Functional
extra-orale
Inclusione
orthodontics
Heat Calore
Implant Impianto
Ortodonzia funzionale
Height Altezza
Incisal guidance Guida
Functional therapy
Herbst appliance
incisale
Terapia funzionale
Apparecchiatura di
Incisor Incisivo
Genetics Ereditarietà
Herbst
Included Compreso
Glove Guanto
Hinge axis Asse
Increase Aumento
Glue Colla
cerniera
Indirect bonding
Gnathology Gnatologia
Hole Buco
Bondaggio indiretto
Good Buono
Hook Gancio
Informed consent
Grill Griglia
Hyoid bone Osso ioide
Consenso informato
Growth Crescita
Hyperdivergence
Injury Lesione
Growth factors Fattori
Iperdivergenza
di crescita
Hypodontia Agenesia
Growth prediction
Previsione di crescita
168
Intercanine width
Light cured composite
Mandibular posture
Diametro inter-canino
Composito
Postura mandibolare
Interceptive
fotopolimerizzante
Mandibular
orthodontics
Lingual arch Arco
prognathism
Ortodonzia intercettiva
linguale
Prognatismo
Interdental papilla
Lingual orthodontics
mandibolare
Papilla interdentale
Ortodonzia linguale
Mandibular
Intermaxillary elastics
Lip Labbro
repositioning
Elastici intermascellari
Long Lungo
Riposizionamento
Internal Interno
Lower Inferiore
mandibolare
Interproximal space
Magnet Magnete
Mandibular shift
Spazio interprossimale
Malocclusion
Scivolamento della
Intrusion Intrusione
Malocclusione
mandibola
Jaw position Posizione
Mandibilar rotation
Masticatory
dei mascellari
Rotazione mandibolare
Dysfunction
Kinesiography
Mandible Mandibola
Disfunzione
Kiniesografia
Mandibular condyle
masticatoria
Label Etichetta
Condilo mandibolare
Maxillary
Length Lunghezza
Mandibular growth
retrognathism
Level Livello
Crescita mandibolare
Retrognazia mascellare
Library Biblioteca
Mandibular position
Posizione mandibolare
169
Mechanical strani
Neuromuscolar
Open Aperto
Deformazione
disturbances Disturbi
Open bite Morso
meccanica
neuromuscolari
aperto
Meeting Incontro
Neuromuscular
Oral Hits Abitudini
Midline Linea mediana
function Funzione
orali viziate
Mixed dentition
neuro-muscolare
Oral hygiene Igiene
Dentatura mista
Non extraction
orale
Molar uprighting
treatment Terapia non
Oral surgery Chirurgia
Raddrizzamento dei
estrattiva
orale
molari
Occlusal function
Orthodontic alloys
Moment Momento
Funzione occlusale
Leghe ortodontiche
Mouth Bocca
Occlusal plane Piano
Orthodontic appliance
Mouth breathing
occlusale
Apparecchiatura
Respirazione orale
Occlusal splint Splint
ortodontica
Multidisciplinary
occlusale
Orthodontic band
treatment Terapie
Occlusal therapy
Banda ortodontica
multi-disciplinare
Terapia occlusale
Orthodontic bonding
Muscular function
Occlusals interference
Bondaggio ortodontico
Funzione muscolare
Interferenze occlusali
Orthodontic brackets
Myofunctional
Occlusion Occlusione
Attacchi ortodontici
therapy Terapia mio-
Off – set Compenso sul
funzionale
filo ortodontico
170
Orthodontic record
Palatal suture Sutura
Post-surgical
Documentazione
palatina
orthodontics
ortodontica
Panoramic radiograph
Ortodonzia post-
Orthodontic tooth
Ortopantomografia
chirurgia
movement Movimento
Parafunctional
Posture Postura
dentale ortodontico
activities Parafunzioni
Premolars Premolari
Orthodontic treatment
Periodontal ligament
Pre-prosthetic
Terapia ortodontica
Legamento parodontale
orthodontics
Orthodontic wires Fili
Periodontal surgery
Ortodonzia pre-
ortodontici
Chirurgia parodontale
protesica
Orthodontics
Periodontium
Pre-surgical
Ortodonzia
Parodonto
orthodontics
Orthognathic surgery
Perioral musculature
Ortodonzia pre-
Chirurgia ortognatica
Muscolatura periorale
chirurgica
Orthopedic treatment
Photografy Fotografia
Prevention
Terapia ortopedica
Planning orthodontics
Prevenzione
Orthopedics Ortopedia
Programmazione
Primary canines
Osseointegration
ortodontica
Canini decidui
Osteointegrazione
Porcelain Porcellana
Primary teeth Denti
Palatal bar Barra
Position brackets
decidui
palatale
Posizionamento degli
Proprioception
attacchi
Propriocezione
171
Publischer Editore
Root development
Skeletal divergency
Radiology Radiologia
Sviluppo radicolare
Divergenza scheletrica
Rebonding
Rotated teeth Denti
Skeletal open bite
Ribondaggio
ruotati
Morso aperto
Rehabilitation
Sagittal relationships
scheletrico
Riabilitazione
Rapporti sagittali
Slide Diapositiva
Relapse Recidiva
Scales Bilancia
Sliding mechanics
Reminders Stimolatori
Seating lug Supporto
Scorrimento
Replantation Denti
buccale
Smooth Liscio
reimpiantati
Second molar Secondo
Space analysis Analisi
Repositioning
molare
dello spazio
Disinclusione
Segmented arch Arco
Speech Discorso
Resin Resina
segmentato
Speech pathology
Respiratory function
Sharp Affilato
Dislalia
Funzione respiratoria
Shiny Lucido
Speech pathology
Restraints Costrittori
Short Breve
Fonazione
Retention Contenzione
Short face Faccia corta
Stability Stabilità
Retraction archwire
Side Lato
Stainless steel brackets
Arco di arretramento
Skeletal analysis
Attacchi in acciaio
Riverse lip-bumper
Analisi scheletrica
Standard Norma
Lip-bumper inverso
Steel Acciaio
Rod Bacchetta
Stick Bacchetta
172
Stomatognatic system
Thread Filo
Tooth Width Diametro
Apparato
Tipping Variazione
dentale
stomatognatico
angolare indotta alla
Torque Variazione di
Straight Diritto
corona del dente
spazio indotto all’apice
Straight Wire
TMJ sounds Rumori
radicolare
appliance
articolari
Trade Commercio
Apparecchiatura
To build Costruire
Transfer tray
Straight Wire
To check Controllare
Mascherina
Straight wire Arco
Tongue elevator
Transverse
diritto
Arrampicalingua
discrepancy
Superelastic arch
Tongue posture
Discrepanza trasversale
wires Fili super-elastici
Postura linguale
Transverse width
Supernumerary teeth
Tongue thrust
Diametro trasversale
Denti soprannumerari
Deglutizione atipica
Treated teeth Denti
Surgery Chirurgia
Tonque Lingua
devitalizzati
Switch Interruttore
Tool Attrezzo
Treatment objectives
Temporomandibular
Tooth decay Carie
Obiettivi del
disordes Disfunzioni
Tooth transposition
trattamento
temporo-mandibolari
Trasposizione
Trigger point Punto
Temporomandibular
doloroso
joint Articolazione
Twin Bracket Doppio
temporo-mandibolare
attacco
173
Twin Gemello
Twist Filo a freccia
Upper airway Vie
aeree superiori
Upper Superiore
Useless Inutile
Vertical deficiency
Insufficienza verticale
Vertical dimension
Dimensione verticale
Vertical relationships
Rapporti verticali
Water – proff
Impermeabile
Weak Debole
Wet Bagnato
Whole Intero
Wide Largo
Work Lavoro
174
175