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Comunicato stampa DAL 4 al 19 AGOSTO 2012 “TOME’ il guardiacaccia” Sala delle Meridiane – Via Roma 3 1° piano Ingresso gratuito dalle ore 10.00 alle 12.00 e dalle 17.00 alle 19.00 INGRESSO GRATUITO “ TOME’ il guardiacaccia “ è il titolo della mostra documentale d’epoca che dal 4 agosto sarà allestita ad Ormea presso la Casa delle Meridiane. Il percorso espositivo ricostruisce la figura del brigadiere guardiacaccia Bartolomeo Arduino, detto Tomè vissuto a Viozene-Turia e Upega negli anni che vanno dal 1849 al 1923, attraverso documenti, lettere, cartoline. La mostra, preparata dal sig. Franco Trentini e patrocinata dal Comune di Ormea, rimarrà aperta fino al 19 agosto 2012 Sono trascorsi più di 100 anni da quando si svolsero le vicende che vengono raccontate con questa mostra documentale d’epoca divisa in: TOME’ – la famiglia, la società e il territorio TOME’ - Brigadiere guardiacaccia della “ Bandita di caccia“ NAVETTE DI TENDA TOME ‘ - Portatore del Club Alpino Italia e l’emigrazione ( Francia e Argentina ) Tomè un contadino semplice ma dal carattere e dall’intelletto vivaci che delle sue montagne conosceva ogni sasso, ogni cespuglio, ogni animale e ogni storia. Egli è un uomo che vive i propri affetti e i propri affari trascorrendo la vita sui suoi amati monti. Sono i posti che ho conosciuto anch’io, l’estate scorsa quando sono salito al “ Bertrand “. Ho visto un paesaggio difficile, a tratti impervio sassoso, con bassi cespugli e alte conifere che assomiglia a quello del Trentino dove sono nato e vivo. In quel paesaggio ho ritrovato la vita di Tomè ripercorsa attraverso la lettura dei suoi documenti; una vita dura ma piena di quelle soddisfazioni semplici di cui tutti noi abbiamo bisogno. Ho inoltre la modesta presunzione di pensare che lo studio del materiale esposto potrà portare un ulteriore contributo alle pagine di storia locale scritte fino ad ora. Alle persone che vivono nel Comune, i temi che fanno da scenario a questa esposizione potranno aprire una finestra sul passato in modo del tutto particolare e coinvolgente. Sono sicuro che ogni visitatore potrà trovare, oltre alle informazioni, le emozioni che i documenti sanno trasmettere. Buona visita, Franco Trentini “Era la “belle èpoque”, l’epoca bella, i bei tempi, quando Tomè poteva considerarsi il “direttore” delle Alpi Liguri. Era un periodo di pace e di relativa prosperità. Era il periodo tra la fine dell’ Ottocento e lo scoppio della prima guerra mondiale. Le continue importanti scoperte e le innovazioni tecnologiche (l’illuminazione elettrica, la radio, l’automobile, il cinema, la pastorizzazione, il vaccino contro la tubercolosi, e altre comodità) lasciavano sperare che in poco tempo si sarebbe trovata una soluzione a tutti i problemi e malattie. E la ricerca scientifica arrivò anche in Alta Val Tanaro, zona di endemismi floristici, rifugio delle ultime glaciazioni. Per la particolare ricchezza di specie botaniche fu area di indagine dell’ illustre Egidio Pollacci, docente di Chimica farmaceutica e tossicologica, ma ancor più dell’altrettanto illustre figlio Gino, professore di botanica nelle Università di Sassari, Siena e Pavia che nelle “Navette” aveva trovato un giardino botanico naturale. Vi fece costruire un osservatorio, presso il quale soggiornava a lungo, che divenne anche “casa dei cacciatori”. Scienziato influente e stimato, “ scapolo impenitente” come lo definirono nel necrologio. Il Prof. Pollacci eseguì ricerche in diversi campi della botanica, in particolare nella fisiologia vegetale, nella micologia pura e applicata e nella botanica farmaceutica. Nell’ orto botanico da lui diretto si coltivava da tempo il “Penicillium notatum”, micete dal quale Fleming preparò successivamente la penicillina, di fatto il primo antibiotico. Tomè era lassù, su quei monti, tra scienziati, escursionisti e cacciatori. Si guadagnava da vivere in modo, diremmo oggi, moderno ed innovativo. Aveva colto le occasioni che derivavano dalla moda delle ascensioni sulle Alpi. L’entusiasmo per le relativamente recenti ascensioni di Quintino Sella al Monviso e di Whymper e Carrer al Cervino continuavano e molti, soprattutto liguri, inglesi e francesi volevano scoprire il Marguareis, il Mongioie, il Pizzo d’Ormea, montagne visibili dalla costa: Tomè era lì, pronto a suggerire e ad accompagnarli. Così come da guardiacaccia della “Bandita”, da una parte doveva consigliare i cacciatori sportivi che portavano notizie e quattrini dalla città, dall’altra doveva rendere difficile la vita ai bracconieri.Ci lascia un messaggio che dobbiamo assolutamente cogliere in questi momenti difficili: la montagna è una risorsa, non una riserva. Un plauso alla famiglia, al ..tris…nipote Franco Trentini capace di mostrarci oggi la “nostra” montagna viva di quei tempi. “ Gianfranco Benzo (Sindaco di Ormea) per informazioni: Ufficio Informazioni ed Accoglienza turistica Palazzo delle Meridiane - Via Roma 3 Tel. e fax 0174 392157 e mail: [email protected] www.ormea.eu