Brunello Cucinelli

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Brunello Cucinelli
Cucinelli continua la crescita, ricavi attesi a 280 milioni
"Siamo uno dei principali operatori mondiali di abbigliamento al top del lusso nella moda casual
chic e tali vogliamo rimanere, anche se cresceremo negli accessori e sui mercati a maggiore
potenzialità di crescita, salvaguardando
comunque il ruolo conquistato in Europa e in
Usa".
Obiettivi ambiziosi, ma compatibili poiché, come ricorda Brunello Cucinelli, creatore dell’azienda
nata nel 1978 e approdata con successo in Borsa il 27 aprile 2012, "rappresenta la naturale
evoluzione di una storia di crescita confermatasi anche nell’ultimo decennio con tassi di sviluppo
medi annui dei ricavi superiori al 15 per cento; valori confermati anche in questo primo scorcio del
2012 e previsti tali anche nei mesi successivi, mentre il prossimo futuro si presenta roseo come
emerge dai dati sull’accoglienza della nuova collezione primavera/estate 2013".
Brunello Cucinelli illustra le strategie del gruppo per il futuro
Obiettivi ambiziosi ma compatibili anche perché noi, prosegue Brunello Cucinelli, presidente e Ceo
dell’azienda che ha creato e trasformato uno dei leader del lusso con la collaborazione della
moglie, “salvaguarderemo quelle caratteristiche che ci hanno permesso di crescere e affermarsi
nel mondo: creatività, semplicità, rapidità, sobrietà e una capacità organizzativa che ci consente di
pensare, studiare, disegnare, realizzare e vendere nel mondo una media di ben 50 prodotti nuovi
ogni giorno lavorativo”.
Più in particolare, prosegue il capo azienda, “abbiamo creato uno staff di 11 persone di primo
livello a cui fanno riferimento oltre 90 persone che lavorano sulla creazione dei nuovi modelli,
mentre altre 12 si muovono in giro per il mondo a raccogliere tutte le novità che si presentano e a
cogliere le tendenze per salvaguardare quello stile sportivo chic di lusso che può essere utilizzato
dalle ragazze di 25 anni come dalle signore di 60 anni e più”.
Uno stile, prosegue Cucinelli, “sobrio, ma fortemente distintivo poiché noi manterremo nel tempo
un brand unico, come unica sarà la fascia di prezzi e dei clienti a cui ci rivolgiamo con un gusto
immediatamente riconoscibile. Obiettivo reso possibile merito gli alti contenuti di artigianalità di un
prodotto curato all’ossesso sin nei minimi particolari a partire dalla scelta delle materie prime”.
Caratteri distintivi coniugati con “la volontà di restare un’azienda di bellissimi pret a porter di fine
secolo, mantenuta contemporanea grazie alla forza della nostra creatività, che coniuga semplicità
e sobrietà con un grande contenuto di artigianalità totalmente made in Italy”.
E tutto ciò, puntualizza con orgoglio il capo azienda, “è salvaguardato dalla nostra capacità di
risolvere con rapidità qualsivoglia problema emerga in qualsiasi parte del globo. E ciò nello steso
momento in cui il problema si presenta, senza mai rinviarlo”. E questo grazie ad “una
organizzazione che prevede capacità gestionali con forte delega sul territorio poiché vogliamo
mantenerci snelli per essere efficienti, veloci e rapidi in qualsivoglia decisione dobbiamo prendere,
fissando delle precise griglie di responsabilità con una forte coinvolgimento delle persone, che per
noi sono e resteranno il focus dell’organizzazione”.
È opportuno ricordare che Brunello Cucinelli “è stata costituita nel 1978 con l’obiettivo di produrre
abbigliamento in cashmere colorato di absolute luxury indirizzato anche alle donne, che hanno da
subito apprezzato la combinazione dei colori”. Un business che, ricordano a Solomeo, “ha avuto
successo permettendo all’azienda di affrontare il mercato internazionale già a partire dai primi anni
Ottanta e poi acquisire Rivamonti, società attiva nella maglieria lana, e Gunex operante nel settore
donna; due marchi successivamente incorporati per salvaguardare il ricordato concetto di unicità”.
Nel 1994, aggiungono, “viene aperto il primo negozio monomarca, ma l’accelerazione nello
sviluppo della rete scatta nei primi anni del 2000, sia in Italia che all’estero, mentre si sviluppo il
total look con maglierie, camice, sciarpe, capospalla e pantaloni oltre ad altri accessori per uomo e
donna”. Il tutto, puntualizza Cucinelli, “nel rispetto dei nostri capisaldi storici: altissima qualità, sin
dalla scelta delle materie prime, con grande contenuto di artigianalità tuttamade in
Italy, salvaguardando la contemporaneità con una innovazione che sappia mantenere uno stile
sobrio, ma moderno, e che resti al top del lusso pur essendo attento alle nuove tendenze”.
Una strategia che ha permesso al gruppo di sviluppare la matrice prodotti/mercati e ha creato le
condizioni per un ulteriore passo in avanti. Il nostro obiettivo, ricorda Cucinelli, è raddoppiare i
ricavi a 500 milioni entro il 2020, con una incidenza degli accessori al 20% e una redditività in
progresso al 20 per cento. Una crescita cui darà un contributo fondamentale lo sviluppo della rete
distributiva composta oggi da 72 punti vendita monomarca “poiché vogliamo aprire fino a 20
negozi all’anno per giungere nel 2020 ad oltre 200 punti vendita, di cui tre quarti in proprietà e il
resto in franchising”.
Una scelta che, ricorda Cucinelli, porterà dal 39 al 60% l’incidenza dei ricavi realizzati nei negozi
monomarca, mentre il multibrand scenderà al 40% salvaguardando però un ruolo centrale nello
sviluppo dei prodotti quale fonte privilegiata per ascoltare il mercato in quanto, ricorda il capo
azienda, il gestore del negozio multibrand è molto più duro nei giudizi e ci aiuta a mantenere lo
stile nel giusto posizionamento per salvaguardare il successo che ci riserva il consumatore”. La
crescita, prosegue Cucinelli, sarà concentrata nelle aree a maggiore potenziale e la nostra
presenza nel mondo dovrebbe raddoppiare a quota 100 Paesi.
E per supportare lo sviluppo è già scattato il potenziamento della capacità produttiva con un
investimento di 18 milioni per raddoppiare gli spazi a disposizione a Solomeo dal 2014,
mantenendo il 20% della capacità in immobili in affitto e “salvaguardando quella rete di fornitori
terzi composta da oltre 300 microazienda presso le quali lavorano circa 2.300 persone, di cui mille
a tempo pieno per noi e il resto al 50%. Persone con elevata capacità artigianale per realizzare
prodotti di eccellenza. Il tutto, completano, salvaguardando le caratteristiche distintive come sopra
esposte”.
Uno sviluppo ancorato a risultati in ulteriore crescita poiché il collocamento ha permesso di
abbattere l’indebitamento, mentre l’andamento del primo semestre e dei mesi successivi permette
di aspettarsi un 2012 che nella sostanza riproduca l’andamento dei primi sei mesi con ricavi in
crescita di oltre il 15% e tendenti ai 280 milioni sostenuti dall’ottimo andamento dei mercati esteri,
mentre l’Ebitda normalizzato dovrebbe tendere ai 50 milioni con margini in ulteriore progresso
rispetto al 16,8% dei primi sei mesi dell’anno.
Sede
Vertici
Organigramma Gruppo
Le potenzialità di crescita e le buone performance portano gli analisti a suggerire il
buy
Intermonte conferma l’outperform con target a 12,75 euro perché "il gruppo vive una fase ancora
embrionale dello sviluppo e quindi presenta un’elevata capacità di crescita nonostante la
complessità del quadro congiunturale e merito la potenzialità della matrice canali-mercati-prodotti".
Siamo quindi positivi proprio perché Cucinelli, completa l’analista, "beneficerà dello sviluppo dei
canali distributivi monomarca, in particolare quelli diretti, oltreché dalla penetrazione attesa sui
mercati asiatici, mentre un contributo significativo dovrebbe giungere anche dalla leva
merceologica che vede il progressivo espandersi degli accessori con focus sul mondo della pelle
ma senza trascurare quelli in seta".
Merrill Lynch inizia la copertura con buy e target price fissato a 13,2 euro "merito le prospettive di
crescita legate ai risultati storici e all’alta percezione del valore del brand, oltreché alla qualità di
servizi e prodotti offerti. Le attese sono positive anche perché - completa l’analista - sono basate
sullo sviluppo dei canali di vendita e sulla diversificazione geografica".
Mediobanca mantiene il neutral con target a 11,05 euro perché "il titolo ha performato molto bene
è quindi i prezzi incorporano già gran parte del potenziale di crescita, mentre non ravvisiamo
ulteriori upside nel breve periodo". Restiamo cauti anche se, puntualizza l’analista, "esprimiamo un
giudizio lusinghiero sul modello di business e sulla strategia, oltreché sul management a cui è
demandato il compito di realizzarla, ma anche perché Cucinelli si trova nella prima fase del
processo di crescita sia in termini di canali distributivi che di mercati di sbocco, oltreché di brand
extension".
Nomura mantiene una iniziale cautela con la raccomandazione neutrale, ma fissa il prezzo
obiettivo a 12,80 "viste le opportunità di crescita e i potenziali nei margini nel medio termine. La
cautela permane però poiché attendiamo l’implementazione della strategia di crescita".
Chevreux esprime un outperform con target price a 13,5 euro "merito la sua buona posizione nel
segmento del lusso, la scarsa concorrenza e le alte barriere all’ingresso". L’analista apprezza
inoltre "le prospettive delle aperture dei nuovi DOS e dell’espansione nei mercati emergenti,
oltreché la crescita attesa negli accessori; tre caratteristiche da cui deriverà nel medio termine una
crescita dei margini".
Il titolo ancora in progresso resta vicino ai massimi
Inizio di settimana positivo per Brunello Cucinelli, che ha registrato nell’infraday di lunedì 10
settembre un lieve progresso rispetto a venerdì 7, arrivando così a quota 13,61 euro. Valore che è
stato nei fatti riproposto nei giorni successivi e che assume un significato ancora più compiuto se
confrontato con il listino, rispetto al quale, negli ultimi cinque mesi, ha registrato una
sovraperformance nell’intorno del 65 per cento. Ma c’è pure altro poiché il prezzo attuale si colloca
al 30% al di sopra del minimo storico registrato il 10 maggio scorso, quando Brunello Cucinelli ha
toccato i 10,5 euro. Performance che però deve considerare la data di quotazione quando
l’azienda umbra è approdata al listino il 27 aprile scorso, dopo un collocamento di grande
successo poiché la domanda è stata ben 17 volte la quantità offerta e i titoli sono stati collocati al
prezzo massimo di 7,75 euro. E il 27 aprile è stata una giornata piena di sorprese in quanto
nell’arco di poche ore lo stesso titolo ha segnato un progresso di quasi il 50% e a fine giornata è
arrivato a quota 11,6 euro. Un valore sostanzialmente confermato nei mesi successivi, anche se il
titolo è stato caratterizzato da una forte volatilità così come il listino a causa di un mercato che è
stato dominato da una speculazione che ha trovato terreno fertile nei timori sulla tenuta dell’euro e
nella crisi che ha visto in molti paesi europei un progressivo peggioramento del merito di credito
del debito pubblico. Oscillazioni interrotte da un balzo di oltre il 43% scattato a fine luglio e che in
soli 24 giorni borsistici ha portato Cuccinelli a quota 15,22 euro, il massimo storico della società. E
gli analisti si dimostrano fiduciosi anche per il futuro tanto che tre suggeriscono di acquistare e due
di mantenere il titolo in portafoglio.
Il rischio esecuzione in uno scenario congiunturale ancora difficile
Cucinelli archivia il primo semestre 2012 con una crescita dei ricavi di oltre il 16 per cento,
confermando un trend che si ripropone da oltre 10 anni, e consegue un progresso di oltre il 20%
nell’Ebitda normalizzato consolidando quel trend che nel medio dovrebbe portare al 20% la
redditività.
Dati che confortano le aspettative di sviluppo sulle quali, comunque, grava l’incognita
dell’execution. Il gruppo, concordano gli analisti, <ha di fronte a se un grande potenziale di
crescita, ma deve dimostrare che saprà sfruttare le opportunità e realizzare i piani di espansione, a
partire dall’oculata selezione dei negozi monomarca>.
Cucinelli, aggiungono gli operatori, dovrà inoltre accelerare lo sviluppo nei Paesi emergenti, a
partire dalla Cina, dove ha cumulato un certo ritardo rispetto ai comparable, e agire sulla gamma
offerta sviluppando gli accessori. C‘è poi il capitolo congiuntura poiché quasi il 90% dei ricavi è
realizzato nei Paesi maturi (vedere grafico in pagina) e cioè quelli più esposti al vento recessivo
che ha colpito alcune aree dell’Europa a partire dall’Italia, il cui peso in 12 mesi è diminuito di 5
punti al 27% mentre si è rafforzato il resto del mondo e gli Usa, che oggi rappresentano il 26% dei
ricavi.
Da rilevare al riguardo che Cucinelli è cresciuta molto bene sul mercato americano, ove però
permane l’incognita sulla capacità di tenuta nella fase post-elettorale. È doveroso infine ricordare
che Cucinelli è fortemente dipendente dal suo fondatore e deve ancora dimostrare di aver
selezionato un management capace di salvaguardare le eccellenze costruite in questi 35 anni di
attività e proseguire il percorso di crescita sostenibile attuato sono ad ora.
Approfondimento - Fabio Gnocchi e i piani di crescita dei canali di disctribuzione
“Il Gruppo Brunello Cucinelli è presente oggi in 54 Paesi nel mondo attraverso negozi monomarca
e selezionati punti vendita multimarca nelle principali metropoli (tra le altre Milano, Roma, Parigi,
Londra, Madrid, New York, Los Angeles, Miami, Chicago, Città del Messico, Mosca, Tokyo, Hong
Kong, Shanghai) e nelle più esclusive località resort (Capri, St. Tropez, Porto Cervo, Forte dei
Marmi, Cannes, Cortina, St. Moritz, Sylt, East Hampton)”.
I nostri prodotti, spiega Fabio Gnocchi, direttore commerciale sviluppo internazionale e strategico,
“sono fruibili attraverso tre principali canali di distribuzione: il canale retail, ovvero la distribuzione
attraverso negozi monomarca diretti (DOS); il canale wholesale monomarca, negozi ad insegna
Brunello Cucinelli gestiti in Franchising;i l canale wholesale multimarca, che comprende i negozi
multimarca indipendenti ed i department store. Con le recenti aperture di Amsterdam e Chicago in
giugno, di Taichung (Taiwan) in luglio e Lugano ai primi di agosto, sono ad oggi 72 i negozi nel
mondo ad insegna Brunello Cucinelli, di cui 33 Franchising”.
Sono invece circa 1000 i punti vendita, tra multimarca e department store, che vendono i nostrl
prodotto nel mondo; i primi concentrati principalmente in Europa inclusa quella dell’Est e in Nord
America, i secondi, dove il brand Cucinelli è venduto principalmente all’interno di shop in
shoppersonalizzati, si trovano nel mercato americano (Neiman Marcus, Bergdorf Goodman e Saks
Fifth Avenue), in quello europeo (Harrods) e in quello asiatico (Isetan/Mitsukoshi, Shinsegae e
Hyundai).
Per tutti i canali distributivi, prosegue Gnocchi, “diamo un valore importantissimo al visual
merchandising in modo che l’immagine e lo stile del brand vengano sempre trasmessi al
consumatore finale. Qualità, artigianalità ed esclusività si riflettono nello stile dei nostri punti
vendita, ovunque caratterizzati da eleganza, armonia e semplicità. Importante è la ricerca dei
materiali nella presentazione del nostro prodotto, che cerca di coniugare i valori della nostra
cultura con l’arte e lo stile tradizionale del Paese nel mercato di riferimento. Intendiamo inoltre
proseguire con gli investimenti nei diversi canali di distribuzione al fine di consolidare e ampliare la
presenza del marchio a livello mondiale”.
Nello specifico, raccontano dal quartier generale, “intendiamo concentrarci sull’ampliamento del
canale retail, che riteniamo il maggior driver di crescita del Gruppo, nelle città e nelle high streets
più prestigiose. In quest’ottica stiamo portando avanti soprattutto un programma di aperture di
nuovi negozi diretti e la conversione in DOS di alcuni negozi monomarca attualmente in
franchising, in particolare in Europa ed Asia”.
In secondo luogo, specifica Gnocchi, “la nostra attenzione è costantemente posta anche al
rafforzamento del canale whole sale multimarca e al consolidamento della presenza di Brunello
Cucinelli all’interno dei department store, incrementando la superficie dedicata al marchio con
corner e shop in shop che riproducono il concept del brand. Sono questi punti vendita multibrand,
da noi considerati guardiani del gusto, che attraverso le loro scelte ci spingono a restare freschi e
contemporanei”.
La strategia del gruppo prevede inoltre l’espansione della presenza anche nei mercati emergenti
dove nei prossimi 3 anni, prosegue, “intendiamo realizzare un programma di apertura di numerosi
negozi monomarca soprattutto diretti. Tra i mercati più interessanti pensiamo alla Grande Cina,
dove abbiamo recentemente costituito una joint venture per gestire direttamente il retail, al Medio
Oriente, dove stiamo definendo un accordo di franchising con un player molto importante, e
all’America Latina, dove siamo già presenti in Messico con una boutique in franchising, mentre
progettiamo di operare direttamente in Brasile”.
Dall’inizio del 2012 ad oggi, prosegue il manager, “sono state aperte 17 boutique ed altre, tra cui
importanti piazze come Venezia, Zurigo, Berlino ed Aspen, verranno aperte entro fine anno. Il
nostro progetto – completa - è quello di continuare con un ritmo di 18-20 nuovi negozi monomarca
ogni anno per i prossimi due anni in modo di dare maggior visibilità al marchio e consolidare la
nostra presenza nei maggiori mercati mondiali”.
Ad oggi, conclude, “i negozi monomarca rappresentano il 39% dei ricavi. Il nostro obiettivo è di
portare in pochi anni il peso di questo canale al 50%”.
Approfondimento - Brunello Cucinelli racconta l’identità e i valori del gruppo
“Quando, nel 1978, decisi di lanciarmi nell’affascinante avventura della maglieria, a Perugia, trovai
un piccolissimo laboratorio che produsse sei prototipi di maglie in cashmere colorato. Mi sono
affidato alla sapienza degli artigiani umbri, alle tradizioni, alla fierezza, alla laboriosità delle mie
genti. Con pazienza e determinazione, abbiamo puntato sulla qualità e sulla concretezza. Con
rigore benedettino abbiamo messo al vaglio tutte le nostre strategie di prodotto e di
comunicazione, scartando volutamente tutto ciò che non collimava con i valori e la filosofia
d’impresa”.
Ispirato dalla terra che amo, prosegue Brunello Cucinelli, “guidato dai Grandi maestri dell’umanità
ho cercato di dare all’impresa un senso che vada oltre al profitto. Un modello imprenditoriale a
vocazione etica e umanistica, che pone l’uomo al centro dell’impresa, che si basa sui valori della
dignità e del lavoro favorendo l’espressione della creatività e dell’artigianalità dei singoli”.
Una filiera produttiva, spiega il presidente, “in cui la manualità ha un valore aggiunto fondamentale
che opera con estrema cura, fedele a una filosofia che oserei definire speciale, capace di
introdurre in un’organizzazione tipicamente industriale il concetto di umanesimo, di coniugare
l’Etica agli affari, esaltando al suo interno i valori come l’arte, la creatività, l’armonia e il senso del
bello: un capitalismo umanistico”.
L’attenzione e la cura riposte nella realizzazione del prodotto, continua, “si esprimono attraverso
l’utilizzo di materie prime di eccellenza, la sartorialità, l’artigianalità delle lavorazioni, eseguite
esclusivamente in Italia, e un meticoloso e costante controllo di qualità lungo tutto il processo
produttivo. E’ così che l’azienda è cresciuta negli anni, con pazienza, passione e garbo,
acquisendo pian piano una competenza diretta e specifica non solo nella lavorazione della
maglieria in cashmere ma anche del capospalla, dei pantaloni e gonne, della camiceria, della
pelletteria e degli accessori. Fino a diventare un completo pret à porter sport chic di lusso. Un
modo di vestire che ci piace definire contemporaneo, una linea di abbigliamento trasversale, che
fortunatamente abbraccia i gusti di una clientela molto ampia in termini di età e di stili di vita”.
Importanti risorse, illustrano dal quartier generale, “vengono destinate ogni anno alla ricerca, per
cercare di rendere nuove, fresche e creative le nostre collezioni. E se da un lato l’innovazione
rappresenta il motore stesso della moda, una strategia altrettanto importante è stata quella di
mantenere un’identità riconoscibile. Rinnovandosi senza scendere a compromessi, senza
dimenticare il DNA dell’azienda”.
Non avrei mai immaginato, conclude Cucinelli, “che i nostri prodotti sarebbero stati esposti nelle
più prestigiose vetrine internazionali e riconosciuti, in tutto il mondo, come valori del lusso assoluto
e come espressione del lifestyle italiano. Ritengo vi sia molta attenzione oggi nel mondo nei
confronti di questo modo di vestire sportivo chic di lusso italiano, ben fatto che narra quel credo
nella bellezza, nell’arte, nella letteratura e nelle scienze che rappresentano la nostra cultura.
Espressione di una contemporanea arte di vivere in cui il valore estetico ed edonistico si esprime
attraverso un atteggiamento di elegante sottotono, intimistica ricerca del valore eterno della
semplicità. Il fatto di vivere e lavorare in un piccolo borgo della campagna umbra ci ha avvicinato
alle solide concretezze della tradizione e della manifattura artigiana. Ci siamo concentrati
sull’essenza del prodotto, cercando di affinare la nostra capacità di ascolto, l’attenzione per le
esigenze, i gusti, le sensibilità della gente, vicino al polo intimo della quotidianità e della semplicità
dell’essere”.
16 settembre 2012 - 21:48:07