Vento largo (38)

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Vento largo (38)
Vento largo (38)
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Scrivere è il modo di nascondere qualcosa con la speranza che molti lettori lo vogliano scoprire. (Italo Calvino)
Abbiamo ricominciato in grande stile (e in tanti) con Angelo Leadbelly Rossi e John Mellencamp rivisto da
Fabio Cerbone: i primi due incontri dello Zig Zag Social Club, mentre un’intera nazione parla di niente, ci
convincono sempre di più che basta poco per vivere in un altro mondo. Magari più piccolo e intimo, ma che
è molto, molto più interessante. Qualche esempio lo trovate anche nei libri e nei dischi che seguono, e grazie
perché continuate a seguirci. Buona lettura e buon ascolto (e arrivederci al 12 febbraio).
(libri)
Philip Roth, Nemesi, Einaudi
Il protagonista di Nemesi, escluso dalla seconda guerra mondiale per un piccolo difetto della vista, si ritrova
coinvolto in un’altra drammatica battaglia, quella con la polio che gli porta via uno dopo l’altro i suoi giovani
allievi. La sua trincea è a Newark, nel New Jersey, e le torridi estate sono il terreno ideale per l’incubazione, e
Philip Roth tratteggia con grande lirismo, e non senza ironia, il dramma storico e personale.
Ryszard Kapuscinski, Cristo con il fucile in spalla, Feltrinelli
Sempre in prima linea, Kapuściński racconta in dieci diverse tappe (ad oggi inedite) altrettante esperienze
con i giovani ribelli e guerriglieri che, agli angoli del mondo (dall’America Latina al Medio Oriente)
lottarono per la giustizia e per la libertà con la convinzione etica di essere, prima di tutto, dalla parte
dell’uomo. Una testimonianza toccante e coraggiosa, nel ricordare il valore di quelle battaglie e di quei
sacrifici.
Sherwood Anderson, Winesburg, Ohio, Einaudi
Le vite in una “small town” americana, come l’avrebbe chiamata John Mellencamp un secolo dopo,
scorrono in una corrente di normalità che nasconde nevrosi e follie. Un tema che sarà ripreso all’infinito da
William Faulkner (“Sherwood Anderson è stato il padre di tutti i miei libri”) a Charles Bukowski (“Anderson
è stato il piú bravo a giocare con le parole come fossero pietre, o pezzi di roba da mangiare”) e non a caso
perché Winesburg, Ohio è la pietra angolare della letteratura americana. Obbligatorio.
Alessandro Mari, Troppo umana speranza, Feltrinelli
Quattro giovani in cerca di un futuro, nell’Italia che ha ancora un nome, intrecciano le loro storie con
quella di un paese che deve ancora nascere: si muovono in una terra dove “il tramonto non è lontano,
l’aria marzolina eppure già di primavera. L’orizzonte è di pianura, largo, le Alpi lo serrano a
settentrione e altrove c’è soltanto cielo. Spira un alito di vento”, che li porterà lontano. Una grande
storia popolana, e un romanzo originale e insolito.
John Steinbeck, C’era una volta una guerra, Bompiani
Reporter nella seconda guerra mondiale, in particolare sul fronte italiano, John Steinbeck si lascia andare a
una laconica considerazione: “Forse è giusto e perfino necessario dimenticare i disastri, e le guerre sono di
sicuro disastri cui la nostra specie sembra incline. Se potessimo trarne un insegnamento, sarebbe utile tener
vivi i ricordi”. Questo libro può aiutare, e non poco, a non dimenticare, ma anche a capire la guerra.
(dischi)
7 Walkers, 7 Walkers, ResponseAudioglobe
Un batterista dei Grateful Dead, il bassista dei Meters, l’ingegnere del suono di Willie Nelson e Papa Mali,
un bluesman con il gusto dei Caraibi si ritrovano per un disco affascinante e misterioso, impregnato di
atmosfere voodoo così come di una ricerca musicale di grande raffinatezza che sposa i suoni di New Orleans
con mille altri colori. Caleidoscopico, originale, tutto a scoprire.
Iron & Wine, Kiss Each Other Clean, 4AD
Un nuovo, caleidoscopico tuffo nel mondo degli Iron & Wine che, attorno alle ballate di Sam Beam che
rispolverano l’intenso profumo di un passato remoto, imbastiscono un sound coraggioso fino all’eccentrico,
che non disdegna atmosfere sognanti ed eteree, così come esperimenti ritmici più spericolati. Da sistemare
tra i National, gli Arcade Fire e, prossimamente su questi schermi, i Bright Eyes.
Greg Allman, Low Country Blues, Rounder
Sembra il ritorno di un vecchio guerriero che ricomincia dalle origini: Greg Allman, colonna portante degli
Allman Brothers, riprende in mano il blues, da cui è tutto cominciato, e si fa accompagnare in una sorta di
rivisitazione delle proprie radici da T-Bone Burnett, il produttore più scrupoloso e più adatto per trattare con
delicatezza certi argomenti. L’esperienza, moltiplicata per due, produce, un disco di grande classe.
Marianne Faithfull, Horses And High Heels, Naive/Self
Una grande interprete, purtroppo relegata spesso negli angoli del gossip per i suoi (ormai antichi) legami con
i Rolling Stones. Eppure basta avvicinarsi alla profondità e all’intensità delle canzoni di Horses And High Heels,
per accorgersi del talento e della passione che Marianne Faithfull, prodotta da Hal Willner, ci mette a
cantare le sue canzoni così come quelle di Allen Toussaint o Carole King. Superiore.
Sweet Inspiration. The Songs Of Dan Penn & Spooner Oldham, Ace Records
Spooner Oldham e Dan Penn hanno contribuito ad arricchire il linguaggio del rhythm and blues e del soul e
Sweet Inspiration non è soltanto una raccolta delle loro migliori canzoni (interpretate, giusto per fare due
nomi, da Solomon Burke a James Carr), ma anche uno spaccato incredibile di un’epoca (ed è anche uno
splendido disco dall’inizio alla fine).
(promemoria)
Ricordiamo il prossimo appuntamento: sabato 12 febbraio presenteremo Nicola Gervasini e il suo libro,
Rolling Vietnam. Radio-grafia di una guerra (Fanclub/Pacini) in compagnia (sempre graditissima) dei Gobar. Non
mancate.
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