L`uomo sulla Luna
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L`uomo sulla Luna
Indice Perché la Luna Il mondo negli anni '50 La corsa allo spazio Il progetto Apollo Wernher von Braun e il Saturno V Dalla Terra alla Luna L'Apollo 11 Materiali e documenti aggiuntivi Una serie di link a materiali multimediali di approfondimento Fonti Wikipedia: Il Saturn V Wikipedia: Il programma Apollo Moonscape Project: Blog di Paolo Attivissimo sul suo progetto di realizzare un documentario HD con i filmati originali restaurati. Tranquillity Base: Un blog italiano sul progetto Apollo Siamo andati sulla Luna: Un blog sulla trattazione scientifica delle tesi complottiste Perché la Luna Il mondo negli anni '50 Dopo la guerra gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica si serrarono in una guerra fredda costituita principalmente da operazioni di spionaggio e propaganda. L'esplorazione spaziale e la tecnologia dei satelliti artificiali confluirono in questa competizione su entrambi i fronti: l'equipaggiamento satellitare poteva infatti spiare una nazione nemica mentre i successi spaziali potevano invece propagandare le capacità scientifiche acquisite e il potenziale militare. Gli stessi missili che erano in grado di inviare un uomo in orbita o colpire un particolare punto della Luna potevano anche inviare un'arma nucleare su una città nemica. Gran parte dello sviluppo tecnologico richiesto per i viaggi spaziali era applicato anche ai missili militari come i missili balistici intercontinentali. Analogamente alla corsa agli armamenti, i progressi spaziali vennero interpretati come un indicatore delle capacità economiche e tecnologiche, dimostrando la superiorità dell'ideologia appartenente ad una data nazione. La tecnologia spaziale è infatti del tipo Dual-use, essendo in grado di raggiungere sia obiettivi pacifici che militari. Per quasi 20 anni le imprese spaziali furono un nuovo teatro della Guerra Fredda, una gara tecnologica senza risparmio di colpi cominciata ufficialmente il 4 ottobre 1957 con il primo satellite artificiale, lo Sputnik 1. Il suo segnale, dallo spazio, segnò il primo punto a favore dell'Urss. Quel 'bip' emesso dal satellite per 20 giorni consecutivi prese alla sprovvista gli Stati Uniti. Per l'Urss fu un orgoglio nazionale e per il mondo segnò l'inizio dell'era spaziale. La corsa allo spazio La corsa allo spazio è allo stesso tempo un capitolo dell'esplorazione spaziale del Novecento e uno degli aspetti che assunse la guerra fredda tra USA e URSS. Le due superpotenze si sfidarono nella rincorsa a sempre maggiori successi spaziali nel lancio di missili, satelliti, nella conquista della Luna e di pianeti del sistema solare, nel periodo compreso all'incirca tra il 1957 e il 1975, cercando di prevalere l'uno sull'altro. Per quanto le radici affondino nelle prime tecnologie missilistiche e nelle tensioni internazionali che seguirono la seconda guerra mondiale, la corsa allo spazio iniziò dopo il lancio dello Sputnik 1 sovietico il 4 ottobre 1957. Neppure un mese più tardi, il 3 novembre 1957, l'Urss lanciò lo Sputnik 2: fu un altro primato perchè a bordo c'era un essere vivente, la cagnetta Laika. E poichè Laika sopravvisse all'ingresso in orbita ma poi morì per lo stress e il surriscaldamento, nel 1960 l'esperimento si ripetè, stavolta con successo, con i cani Belka e Strelka. La risposta americana allo Sputnik 1 arrivò nel 1958 con il lancio dell'Explorer 1, subito seguito da parte sovietica dal primo volo umano nello spazio, il 12 apr. 1961, quando J.A. Gagarin lasciò la Terra sulla capsula Vostok 1. Qualche settimana dopo, il 5 maggio, Alan Shepard fu il primo americano nello spazio, a bordo di una Mercury 3, in un volo suborbitale. Il primo a raggiungere l'orbita fu invece John Glenn il 20 febbraio 1962, a bordo di una Mercury 6. Il 25 maggio del 1961, a una sessione speciale del Congresso il presidente americano J.F. Kennedy annunciò che gli USA avrebbero mandato un uomo sulla Luna entro la fine del decennio. Il progetto Apollo Wernher von Braun e il Saturno V Wernher von Braun è stato uno scienziato e ingegnere tedesco (poi naturalizzato statunitense), ritenuto il capostipite del programma spaziale americano. Frequentò l’istituto di Tecnologia di Berlino e successivamente entrò nel Verein für Raumschiffahrt (Società dei voli spaziali) dove assistette Hermann Oberth negli esperimenti sui razzi a motore con combustibile liquido. Dopo aver ricevuto il diploma entrò all’Università di Berlino. A causa di forti pressioni, von Braun nel novembre 1937 entrò nel Partito Nazista e nel mese di maggio del 1940 diventò un ufficiale delle SS. Nella primavera del 1945, con l’Armata Rossa giunta a 160 km da Peenemünde, von Braun riunì i suoi collaboratori e chiese loro a chi avrebbero voluto consegnarsi. Molti scienziati erano impauriti dai russi, per cui Von Braun condusse 500 persone attraverso la Germania distrutta dalla guerra per consegnarsi agli americani. Il 20 giugno 1945, il Segretario di Stato americano Cordell Hull ordinò il trasferimento sul suolo americano degli specialisti tedeschi facenti capo a von Braun (“Operazione Paperclips”). Dopo aver girato alcune locazioni temporanee, von Braun e altri 126 suoi colleghi, si stabilirono a Fort Bliss, nel Texas, in una grande installazione militare a nord di El Paso. Nel 1950 von Braun ed il suo staff vennero trasferiti a Huntsville, in Alabama, dove si stabilirono per vent’anni. Nominato direttore della Divisione di Sviluppo dell’ABMA (“Army Ballistic Missile Agency”), condusse fino al 1956 la squadra di sviluppo dell’esercito alla creazione del razzo Redstone. Nel 1960 la NASA aprì un nuovo centro spaziale, il Marshall Space Flight Center, nella città di Huntsville, in Alabama e trasferì von Braun e il suo staff dall’ABMA alla NASA. Von Braun fu il primo direttore del centro, dal 1960 al febbraio del 1970. Il primo importante progetto al Marshall Center fu lo sviluppo del Saturn V, un razzo in grado di portare astronauti sulla Luna. Il Saturn V è senza dubbio una delle macchine più imponenti mai create dall'uomo. E' un razzo multistadio a combustibile liquido, non riusabile, usato dalla NASA nei programmi Apollo e Skylab. È il modello fisicamente più grande mai prodotto della famiglia di razzi Saturn sviluppata sotto la direzione di Wernher von Braun e di Arthur Rudolph al Marshall Space Flight Center. Un totale di 13 Saturn V furono lanciati tra il 1967 e il 1973 e tutti i lanci si conclusero con successo. Il carico principale per cui questi razzi furono utilizzati fu la serie di missioni Apollo, che portò alcuni astronauti sulla Luna. Tutti i Saturn V furono lanciati dal Launch Complex 39, appositamente costruito al John F. Kennedy Space Center. Il controllo della missione veniva trasferito al Johnson Space Center di Houston (Texas) non appena il razzo lasciava la rampa di lancio. Alto 110,6 m e largo 10, con una massa totale superiore a 3.000 t, il Saturn V è stato l'oggetto più grande mai fatto volare dall'uomo, paragonabile per stazza ad una "nave volante", infatti era talmente pesante che la sua massa nel momento del decollo era pari a quella di una piccola nave da battaglia. Quando veniva lanciato dal Cape Kennedy, generava piccole scosse sismiche percepibili dai sismografi di tutto il paese e le vibrazioni erano tali che, anche a 5 km di distanza, chi assisteva al lancio veniva scosso da queste. Il razzo, nelle missioni Apollo, fu sempre composto in tre stadi (SIC, S-II e S-IVB) e una zona dedicata alla strumentazione di controllo. Tutti e tre gli stadi utilizzavano l'ossigeno liquido (LOX) come ossidante. Come propellente, inoltre, il primo stadio utilizzava cherosene (RP-1), mentre il secondo e il terzo idrogeno liquido (LH2). I tre stadi furono anche dotati di piccoli motori a combustibile solido, utilizzati per dare una spinta aggiuntiva della durata di pochi secondi al razzo per favorire la separazione degli stadi durante il lancio e garantire che i propellenti liquidi fossero sempre in fondo ai serbatoi in modo da avere un corretto funzionamento delle pompe. Dalla Terra alla Luna L’Apollo era un veicolo che rimbalzava fra la Terra e la Luna sfruttando i rispettivi campi di attrazione: il vero grande sforzo autonomo è quello iniziale per strapparsi alla gravità terrestre. Ma da quel momento in avanti l’astronave era vincolata alle regole della meccanica celeste e le sfruttava in pieno. Lasciando l’orbita terrestre e dopo che il terzo stadio del razzo vettore gli aveva impresso una velocità di circa 40.000 Km l’ora, l’Apollo si avviava sulla rotta lunare per forza di inerzia, nessun propulsore era acceso. L’Apollo, rallentava gradatamente. A un certo punto addirittura si sarebbe fermato e sarebbe stato riacchiappato dalla Terra sulla quale sarebbe finito per ricadere. Ma prima che la sua velocità si fosse annullata, l’Apollo veniva preso in carico dalla forza di gravità lunare che intorno ai 300.000 Km dalla Terra diventa prevalente (in senso locale, perchè si ricordi che la Luna a sua volta è prigioniera della forza di gravità terrestre). Perciò l’Apollo cadeva verso la Luna accelerando gradualmente, tanto che poi doveva accendere il suo motore di servizio per rallentare sino alla velocità orbitale lunare. Al ritorno succedeva la medesima cosa: un colpo di motore per accelerare sino a vincere la gravità lunare e poi una lunga caduta verso la Terra. Il viaggio verso la Luna si svolgeva con i veicoli agganciati in un treno spaziale, costituito da: la navicella spaziale Apollo (CSM, Command and Service Module) con gli astronauti, il modulo di servizio (SM, che conteneva il motore principale, i sistemi per l'energia, i sistemi per la comunicazione radio e ambientali) ed il modulo lunare o LEM. Quest'ultimo era costituito a sua volta da due moduli. Il modulo di risalita (una cabina pressurizzata contenete gli astronauti ed i sistemi di navigazione e risalita dalla Luna) e il modulo di discesa (con quattro zampe ammortizzate, destinate a sostenere il modulo di risalita durante l'atterraggio e la fase di decollo). Esso conteneva il motore di discesa e fungeva al ritorno come base di lancio. La missione prevedeva, oltre il primo aggancio tra CSM e LEM all'inizio del viaggio, un rendezvous, cioè incontro con aggancio dei veicoli, al ritorno dei due astronauti dalla Luna in orbita lunare, sempre tra LEM e CSM, sul quale era rimasto uno dei tre astronauti dell'equipaggio. Il rendezvous in orbita lunare fu una intuizione dell'ingegnere della Nasa John Houbolt, che lo propose a fronte di progetti molto più complicati, costosi o impossibili. Nel complesso la missione Apollo si svolgeva con i seguenti passaggi: • Lancio del complesso Apollo da Cape Canaveral tramite razzo vettore Saturn V; • Distacco del 1° stadio S1-C, accensione del 2° stadio S-2. Abbandono della torre di salvataggio LES; • Distacco del 2° stadio e accensione del 3° stadio S-4B per alcuni minuti. • Spegnimento e inserimento in orbita terrestre di parcheggio. • Test della navicella e taratura della strumentazione di navigazione; • Accensione del 3° Stadio S-4B ed iniezione in traiettoria translunare (TLI). • Dopo lo spegnimento, separazione del CSM dal 3° stadio ed estrazione del LEM dalla carenatura-adattatore a cono che lo sovrasta; • Correzioni di rotta. Si abbandona la traiettoria di ritorno libero; • • Inserimento in orbita lunare; Due astronauti scendono nel LEM e si preparano per la discesa. Uno resta nel CSM ad attenderli; • • • • Separazione del LEM dal CSM. Inizia la fase di atterraggio; Fase di discesa. Il motore è acceso e regola la velocità sino all'allunaggio; Allunaggio. Attività Extra Veicolari degli astronauti; Decollo dalla superficie lunare. Il modulo di discesa resta sulla Luna per fungere da base di lancio allo stadio di risalita con gli astronauti; Fase di inseguimento tra LEM e CSM in orbita; Rendez-Vous. Gli astronauti del LEM tornano nel CSM con il loro bottino di pietre lunari; Lo stadio di risalita del LEM viene abbandonato in orbita lunare per poi precipitare sulla Luna; Accensione del potente razzo SPS del CSM. Si abbandona l'orbita lunare in direzione della Terra; Poche ore prima dell'ammaraggio, si abbandona il modulo di servizio. Lo scudo termico della navicella necessario al rientro viene così liberato; Inizio della fase di ingresso nell'atmosfera. Apertura dei paracadute principali. Ammaraggio e recupero degli astronauti; • • • • • • • • • Il programma Apollo iniziò, purtroppo, con una tragedia: la morte dell'equipaggio dell'Apollo 1. L'AS-204 (il nome in codice della missione, che poi, in onore degli astronauti periti, fu denominata Apollo 1) doveva essere il primo volo di prova dotato di equipaggio con un Modulo di Comando e di Servizio (CSM) in orbita intorno la Terra lanciato su un razzo Saturn IB. L'incidente avvenne sulla rampa di lancio durante una esercitazione. L'equipaggio si stava distendendo nei rispettivi sedili orizzontali, completando la checklist. Improvvisamente, una voce gridò "Fire! We've got fire in the cockpit!" cioè "Fuoco! C'è del fuoco nella cabina!". L'ultima registrazione ha avuto luogo 17 secondi dopo il primo messaggio di allerta con la frase "We're burning up!" cioè "Stiamo bruciando!". La trasmissione si concluse con un grido di dolore. L'equipaggio non ebbe la possibilità di fuggire, dato che il portello con apertura interna poteva aprirsi solo con la capsula non pressurizzata. Nel migliore dei casi sarebbero occorsi almeno 90 secondi per aprirla, mentre l'equipaggio morì in appena 15 secondi. Si ritiene che il fuoco abbia avuto origine da una scintilla scoccata in un preciso punto dei 50 km di cavi presenti nella navicella, ed abbia avuto una combustione molto accelerata a causa dell'atmosfera d'ossigeno pressurizzato presente nella capsula. L'Apollo 11 Apollo 11 fu la missione spaziale che per prima portò gli uomini sulla Luna, gli statunitensi Neil Armstrong e Buzz Aldrin, il 20 luglio 1969 alle 20:18 UTC. Armstrong fu il primo a mettere piede sul suolo lunare, sei ore più tardi dell'allunaggio, il 21 luglio alle ore 02:56 UTC. Armstrong trascorse due ore e mezza al di fuori della navicella, mentre Aldrin un po' meno . Insieme raccolsero 21,5 kg di materiale lunare che riportarono a Terra. Un terzo membro della missione, Michael Collins, rimase in orbita lunare, pilotando il modulo di Comando che riportò gli astronauti a casa. La missione terminò il 24 luglio, con l'ammaraggio nell'Oceano Pacifico. La prima passeggiata lunare fu trasmessa in diretta televisiva per un pubblico mondiale. Armstrong quando mise il piede sulla superficie lunare descrisse l'evento come: « That's one small step for [a] man, one giant leap for mankind. » « Questo è un piccolo passo per un uomo, ma un balzo da gigante per l'umanità. » Apollo 11 fu lanciato da un razzo vettore Saturn V dalla piattaforma di lancio 39A, parte del complesso di lancio 39 del Kennedy Space Center, il 16 luglio, 1969 alle 13:32:00 UTC ed entrò in orbita terrestre dodici minuti più tardi. Dopo un'orbita e mezza, il motore PWR J-2 del terzo stadio S-IVB spinse la navetta sulla sua traiettoria verso la Luna grazie alla manovra Trans Lunar Injection (TLI) iniziata alle 16:22:13 UTC. Circa 30 minuti più tardi la coppia modulo di comando/modulo di servizio si separarono dall'ultimo stadio del saturno V e compirono la manovra per agganciarsi al Modulo Lunare rimasto ancora nel suo adattatore posto in cima al terzo stadio. Dopo che il Modulo Lunare fu estratto, il vicolo spaziale combinato continuò il suo viaggio verso la Luna, mentre il terzo stadio ormai abbandonato fu messo in un'orbita eliocentrica. Il 19 luglio alle 17:21:50 UTC, Apollo 11 passò dietro la Luna e accese il motore di servizio per entrare in orbita lunare. Nelle trenta orbite che effettuò, l'equipaggio ebbe modo di osservare il luogo previsto per il loro atterraggio nel sud del Mare della Tranquillità. Il sito di atterraggio era stato scelto in parte perché era ritenuto avente una conformazione relativamente piatta e liscia. Il 20 luglio 1969 il modulo lunare chiamato "Eagle" venne separato dal modulo di comando, detto "Columbia". Collins rimase a bordo del Columbia, mentre l'Eagle con Armstrong e Aldrin, scendeva sulla superficie. Dopo un attento controllo visivo, Eagle accese il motore e iniziò la discesa. Appena iniziata la manovra di discesa, vari allarmi del computer di "allunaggio" segnalarono un guasto al sistema di guida automatico dovuto all'esaurimento di tutta la memoria del computer. Questo fu causato da un errore dell'equipaggio che attivò il rendezvous radar, utile in caso di annullamento dell'atterraggio, che saturò tutta la memoria necessaria per i calcoli del software di allunaggio. L'errore fu prontamente riscontrato e risolto senza conseguenze dagli astronauti. Durante questa fase, gli astronauti si accorsero che il sito dell'allunaggio era molto più roccioso di quanto avessero indicato le fotografie. Armstrong prese il controllo semi-manuale del modulo lunare, che fece allunare alle 20:17:40 UTC (22:17:40 ora italiana) con ancora soli 25 secondi di carburante. La NASA considerata la modesta quantità di carburante rimasta, di gran lunga inferiore rispetto ai precedenti test, aumentò in modo considerevole la quantità di combustibile disponibile sul LEM per i voli futuri. Sei ore e mezza dopo aver toccato il suolo, alle 2:57 UTC (4:57 italiane), Armstrong compì la discesa sulla superficie e fece il suo grande passo per l'umanità. Aldrin lo seguì, e i due astronauti trascorsero 2 ore e 31 minuti a fotografare la superficie lunare e raccogliere campioni di roccia. Dopo le attività sulla superficie lunare, Aldrin rientrò nell'Eagle per primo. Con non poche difficoltà, gli astronauti caricarono i film e due sacchi contenenti più di 22 kg di materiale lunare dallo sportello del Modulo Lunare, grazie ad un sistema a puleggia chiamato "Lunar Equipment Conveyor". Poi Armstrong saltò sulla scaletta ed entrò nel LEM. Dopo la chiusura del LEM accesero il motore di ascesa per rientrare in orbita. Completata l'ascesa, spensero il motore e raggiunsero Michael Collins a bordo del CM Columbia che si trovava in orbita lunare. I due Moon-walkers lasciarono sulla Luna apparecchiature scientifiche quali un prisma retroriflettente usato per l'esperimento Lunar Laser Ranging. Lasciarono, inoltre, una bandiera americana e una placca con i disegni dei due emisferi terrestri, un'iscrizione, le firme degli astronauti e del presidente Nixon. I tre astronauti ritornarono sulla Terra il 24 luglio, accolti come eroi. Il punto dell'ammaraggio fu a 13 gradi 19 primi N, 169 gradi 9 primi W, cioè 380 km a sud dell'Atollo Johnston e 24 km dalla nave di recupero, la USS Hornet. A partire dalla missione Apollo 15, sulla Luna fu trasportato un veicolo elettrico a quattro ruote (Lunar Roving Vehicle), che espanse di molto la capacità degli astronauti di esplorare la superficie lunare. Le prime missioni (sprovviste del rover) infatti si limitarono a compiere qualche balzo a piccola distanza dal Modulo Lunare, dato che l'ingombrante tuta spaziale non permetteva agli astronauti molto altro. Il rover lunare viaggiava fino a 13 km/h, ma per via della elevata pericolosità (con un sesto della gravità terrestre), difficilmente superava i 4-5 km/h. Nell'ultima missione Apollo 17 gli astronauti percorsero in totale, con il rover, circa 35 km. Dopo aver svolto il suo dovere, il Rover veniva abbandonato sulla Luna, dove si trova tuttora. Materiali e documenti aggiuntivi Una ottima simulazione di tutta la missione Apollo 11 con la base musicale del film "Apollo 13". Il video contiene alcuni brani audio originali delle trasmissioni radio tra astronauti e centro di controllo: http://www.youtube.com/watch?v=xS5HYznzw-k Il filmato originale della partenza del Saturn V con Apollo 11 dalla rampa di lancio: http://www.youtube.com/watch?v=F0Yd-GxJ_QM Il video, usato nel progetto Moonscape di Paolo Attivissimo, che mostra l'allunaggio del LEM dalla camera di bordo con l'audio originale degli astronauti: http://www.youtube.com/watch?v=8nYjclHaLlM Una presentazione completa dell'allunaggio, parola per parola e immagini originali: http://www.firstmenonthemoon.com/ Dalla NASA la raccolta audio delle trasmissioni originali della missione, in MP3: http://www.nasa.gov/mission_pages/apollo/40th/a11_audio_db.html I disegni tecnici dei veicoli del progetto Apollo sul sito della NASA: http://www.hq.nasa.gov/office/pao/History/diagrams/apollo.html