Via libera del giudice: il cane all`ospedale dalla padrona ricoverata

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Via libera del giudice: il cane all`ospedale dalla padrona ricoverata
Animali
Via libera del giudice:
il cane all'ospedale
dalla padrona ricoverata
di DANILO MAINARDI
V
ima storia veramente antica
quella del rapporto affettivo
che lega il cane al suo padrone e, per converso, il padrone al
suo cane. Antica e immutabile
nella sua essenza, a far capo da coloro che per primi strinsero un
rapporto affettivo con un animale capace di sentimenti, come appunto può essere un cane. E penso ai nostri antenati del paleolitico che per primi scoprirono quel
vincolo fatto d'affettività che li legava, contraccambiati, ai primi
giovani lupi da essi addomesticati. Ed essenziale è percepire che
niente avrebbe funzionato, nel
processo d'addomesticamento,
se tra quelle persone umane e
quelle altre non umane (nel caso
canine) non fosse scattato un
qualcosa di simile all'amore. Né
caccia, né pastorizia, né guardia.
Niente insomma: nessun mestiere. Perché il cane il suo lavoro lo
fa solo perché ama il suo padrone, n suo è un rapporto fatto così
e non può essere diversamente, e
di ciò tanto hanno scritto letterati, storici, psicologi, naturalistici.
Se il rapporto tra cane e padrone è ancora quello, immutabile,
di quando si instaurò la prima alleanza, il significato e soprattutto
il valore di quello strano sentimento d'amore che lega un umano e un non umano è molto cambiato nel tempo. La legge, per
esempio, solo recentemente ha
E
iniziato a codificare al fine di rico-
La sentenza
noscere e garantire questa forma
d'amore.
«Il sentimento
Ed ecco allora il lato nuovo, a
per gli animali
suo modo rivoluzionario, di prencostituisce un
dere cognizione, al fine di tutelarlo, di questo forte rapporto affettivalore e urr
vo.
La storia, in breve, è questa:
interesse garantiti
una signora con gravi patologie
dalla Costituzione» viene ricoverata in una clinica e
chiede di poter incontrare ogni
tanto il suo cane. Secondo il regolamento, però, il cane non può entrare nella clinica e così la richie-
sta finisce sul tavolo del giudice
tutelare di Varese, Giuseppe Buffone. La sentenza, di pochi giorni
fa, è assai articolata, e in essa si
sancisce che il «sentimento per
gli animali costituisce un valore e
un interesse a copertura costituzionale...».
In tale sentenza si fa inoltre riferimento al fatto che, «in base all'evoluzione della coscienza sociale e dei costumi, il Parlamento abbiaritenutoche un tale sentimento costituisse oramai un interesse
da trarsi dal tessuto connettivo
della Charta Chartarum...». Parole certo difficili, anche se il senso
generale non può* sfuggire ad alcuno, e lo stesso vale anche per
questi altri passaggi assai significativi: «Lo Stato e le Regioni possono promuovere di intesa (...)
l'integrazione dei programmi didattici delle scuole e degli istituti
di ogni ordine e grado, ai fini di
una effettiva educazione degli
alunni in materia di etologia degli animali e del loro rispetto...».
E, in questo caso facendo riferimento alla Convenzione europea
di Strasburgo: «La legge ha riconosciuto che l'uomo ha l'obbligo
morale di rispettare tutte le creature viventi, e in considerazione
dei particolari vincoli esistenti
tra l'uomo e gli animali da compagnia, ha affermato l'importanza
di tali animali a causa del contributo che essi forniscono alla qualità della vita e dunque il loro valore per la società».
Ed è così che il caso della signora di Varese che, come certifica la
sentenza, pur essendo afflitta da
varie e dolorose patologie «conserva lucidità mentale e appare
capace di intendere e di volere»,
può produrre importanti ricadjite generali per gli animali e per
quelli che li amano.
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