una interpretazione "anatomica" - Lions Club Firenze Michelangelo
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una interpretazione "anatomica" - Lions Club Firenze Michelangelo
Teologi, storici, filosofi, artisti, leggono storie diverse nelle successioni degli elementi pittorici che costituiscono la volta della Cappella Sistina. Adesso anche alcuni medici vogliono dire la loro: il gruppo di angeli attornianti la figura di Dio crea una sagoma incredibilmente simile all'immagine di una sezione sagittale del cervello. Ma perché raffigurare un cervello? Si tratta di un messaggio per i posteri o di una falsa chiave di lettura? E' riconosciuto l'interesse di Michelangelo per l'anatomia, l'anatomia, ma a quella rappresentazione contribuiscono, con tutta probabilità, anche le concezioni neoplatoniche che proclamavano l'unità dell'Uomo con Dio, attraverso un'ascesi di cui un gradino è l'intelletto. Angeli nel cervello cervello Osservando la volta della della Cappella Sistina l'occhio del medico può cogliere nella "Creazione di Adamo" (una delle scene principali) insospettate somiglianze tra l'immagine del Padreterno che infonde lo spirito in Adamo, e l'immagine di un cervello umano. Nella "Creazione di Adamo", Adamo", con enorme sorpresa, è stato infatti constatato che il gruppo di angeli attornianti la figura di Dio crea una sagoma incredibilmente simile all'immagine all'immagine di una sezione sagittale del cervello. Il primo a rivelare tale somiglianza è stato il neurologo Frank Lynn Meshberger, del St. John's Medical Center in Anderson, Indiana (USA), pubblicando un suo articolo sulla prestigiosa rivista "Journal of American Medical Association" in cui ha descritto minuziosamente le sorprendenti corrispondenze che esistono tra l'anatomia di un cervello umano e la rappresentazione Michelangiolesca. Sono ben visibili il contorno della volta del cervello, e della base; l'arco del del braccio sinistro di Dio delinea il giro del cingolo, il panneggiamento verde alla base descrive il corso dell'arteria vertebrale; la schiena dell'angelo che sorregge Iddio corrisponde al ponte di Varolio, mentre le sue gambe si prolungano a costituire il midollo spinale. Perfino il dettaglio della struttura bilobata dell'ipofisi è riprodotto fedelmente nel piede apparentemente bifido di un angelo, a differenza degli ordinari piedi di Dio e degli altri cherubini, dotati delle consuete cinque dita; mentre la la coscia dello stesso angelo si staglia in corrispondenza del chiasma ottico. L'osservazione del dott. Meshbergher ha aperto un'altra strada da percorrere nel tentativo di svelare i significati più profondi di carattere teologico e filosofico che si celano tra l'intreccio delle forme e dei colori della volta della cappella Sistina. Sono state descritte con somma di particolari le corrispondenze davvero sorprendenti che intercorrono tra l'immagine anatomica di un cervello e la scena della "Creazione di Adamo" Adamo", o", ma appare chiaro che se questa somiglianza non è una coincidenza, essa va giustificata alla luce delle conoscenze scientifiche e filosofiche di Michelangelo, o dei suoi committenti. già à la In primo luogo bisogna sapere se all'epoca di Michelangelo esisteva gi conoscenza dell'anatomia del cervello e se egli ne era partecipe; ma bisogna anche cercare di far luce su quale motivo l'abbia spinto a dipingere tale elaborazione. Quale significato infatti si attribuiva, al tempo del grande artista, all'organo contenuto contenuto nella scatola cranica? Aveva già guadagnato l'interesse e l'importanza che lo contraddistinguono oggi? E inoltre: perché associare il cervello umano all'immagine di Dio e degli angeli? Si tratta di un ardito paragone dell'inquieto genio fiorentino, oppure oppure questa rassomiglianza era di pubblico dominio tra gli uomini di cultura del primo '500? Bisogna calarsi profondamente nel periodo storico, esaminarne le tensioni e le lotte tipiche di questa epoca di transizione, per scoprire quali profondi mutamenti politici, religiosi e filosofici potrebbero avere influenzato il pensiero e l'opera di Michelangelo. Centro principale di sviluppo e fulcro fulcro di diffusione delle nuove dottrine del Neoplatonismo fu Firenze, e qui l'artista le avrebbe assimilate durante gli anni della formazione, alloggiando presso il suo mecenate Lorenzo il Magnifico, che come afferma il Vasari ebbe un atteggiamento paterno nei confronti del giovane Michelangelo: [Lorenzo il Magnifico] "...fatto proposito di aiutare e favorire Michelagnolo, mandò per Lodovico suo padre, e gliene chiese, dicendogli che lo voleva tenere come un de' suoi Magnifico ifico gli ordinò in casa sua una camera, figlioli, ed egli volentieri lo concesse; dove il Magn e lo faceva attendere, dove del continuo mangiò alla tavola sua co' suoi figlioli ed altre onorato...".. persone degne e di nobiltà, che stavano col Magnifico, dal quale fu onorato..." Ebbe, quindi, sicuramente stretti contatti con intellettuali quali Pico della Mirandola e Marsilio Ficino, che furono tra i più insigni esponenti di una filosofia che aspirava a conciliare il pensiero della Chiesa con quello dei Platonici e che come lui frequentavano il Giardino di S. Marco punto di incontro, messo a disposizione da Lorenzo, Accademia per i grandi personaggi della cultura di allora. E' questo il periodo in cui sorge l'l'Accademia Platonica. Platonica. La filosofia sviluppata alla corte di Lorenzo il Magnifico, aveva radici antiche: Platone e i suoi epigoni, la Cabbala ebraica, la magia Caldea ed il Cristianesimo.. Da questi fondamenti gli uomini del Rinascimento fiorentino svilupparono nuove concezioni, in cui il Mondo assume un aspetto dinamico dove l'uomo altro non è che un gradino intermedio tra l'essere e Dio. L'uomo non è più visto come qualcosa di casuale casuale o fortuito, ma, al contrario, funzione di una causa, e finalizzato al raggiungimento dell'unità con il resto delle cose attraverso l'intelletto, ultimo gradino prima della Divinità. Questa concezione, nuova per il tempo, costituisce il terreno di coltura per una nuova generazione di studiosi che applicano la loro ricerca alla comprensione del mondo per fini teologici ed ascetici. L'uomo acquista così una sua dignità perché, appunto, non più passivo e supino alla Natura, ma quanto più è attivo tanto più tende tende alla perfezione. Michelangelo si muoveva in questo ambiente, partecipava ai dibattiti, assorbiva una nuova dottrina che mutava il modo di vedere il Mondo; era circondato da una cerchia di aristocratici che proclamava l'unità con Dio attraverso un'ascesi un'ascesi che passa per diversi gradini, di cui l'ultimo è l'intelletto. L'intelletto, nella visione degli appartenenti all'Accademia all'Accademia Platonica, Platonica, era simbolicamente rappresentato dagli angeli, come nella sua opera fondamentale, "Theologia Platonica", Platonica", scriveva Marsilio Marsilio Ficino: "L'anima imita Iddio con l'unità, gli angeli con l'intelletto, la specie propria con la ragione, gli animali bruti col senso, le piante col nutrimento, le cose che mancano di vita tutte te le cose". con l'essere. E' dunque l'anima dell'uomo in un certo modo tut cose". Epilogo: perché un cervello? Michelangelo conosceva le argomentazioni neoplatoniche sull'intelletto, e sapeva che gli anatomisti suoi contemporanei, con cui era in stretto contatto, ponevano la sede dell'intelletto nei ventricoli del cervello. Scriveva Berengario da Carpi, professore di anatomia a Bologna all'epoca in cui Michelangelo eseguiva la volta della Cappella Sistina: "Sia che la mia opinione sia nuova o antica, io credo che sia molto convincente. Ritengo che i citati poteri della mente siano localizzati nelle due cavità anteriori del cervello, che la fantasia sia localizzata anteriormente e non altrove, che il pensiero stia a metà e la memoria posteriormente, e anche ai lati, perché la parte posteriore di quel ventricolo si estende ai lati lati delle orecchie". orecchie". Alcuni studiosi hanno ravvisato nella volta della Sistina degli elementi che potrebbero far leggere l'opera in chiave neoplatonica: le immagini lungo il perimetro della volta, i Profeti e le Sibille, sono state giudicate come le rappresentazioni rappresentazioni di Neoplatonici. All'interno di questo quadro interpretativo viene ora ad assumere una posizione centrale la raffigurazione della "Creazione di Adamo". Adamo". Infatti, Michelangelo, partecipe del pensiero neoplatonico, avrebbe potuto mettere tra Dio e Adamo gli angeli, allegoria dell'intelletto, forse con il proposito di indicare la strada per arrivare all'unità con il Creatore; peraltro non è da escludere che, conoscendo l'anatomia e la funzione del cervello come sede dell'intelletto, abbia modellato Dio ed angeli in tal guisa.