Prova 14
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Prova 14
• Il/La candidato/a legga il testo seguente Era il gennaio del 1993. Me n'ero andato di casa assieme a mio fratello Junior e al nostro amico Talloi, entrambi di un anno più grandi di me, per partecipare a un'esibizione di dilettanti organizzata da alcuni amici nella città di Mattru Jong. Mohamed, il mio migliore amico, non era potuto venire con noi perché quel giorno doveva aiutare il padre a ristrutturare il tetto di paglia della cucina. Alcuni anni prima, quando avevo otto anni, noi quattro avevamo fondato un gruppo di musica e ballo rap. Avevo scoperto il rap durante una gita a Mobimbi, il quartiere in cui vivevano gli stranieri che lavoravano per la stessa compagnia americana che aveva assunto mio padre. Andavamo spesso a Mobimbi a nuotare in piscina e a guardare l'enorme televisore a colori e i bianchi che popolavano la zona dei divertimenti per turisti. Una sera la TV aveva trasmesso un video musicale in cui c'era una banda di ragazzi neri che parlavano davvero veloce. Eravamo rimasti ipnotizzati, cercando di capire cosa dicevano. Alla fine del video, nella parte bassa dello schermo erano apparse delle scritte: «Sugarhill Gang - Rapper's Delight». Junior aveva annotato subito il nome su un foglio. Da quel momento avevamo passato i fine settimana a studiare quel genere di musica davanti alla TV. Allora non sapevamo come si chiamasse, ma io ero impressionato dalla parlata veloce e perfettamente a tempo di quella banda di ragazzi neri. In seguito, quando Junior aveva iniziato a frequentare la scuola media, grazie ai suoi nuovi amici aveva approfondito la conoscenza di quella musica straniera e del modo giusto di danzarla. Durante le vacanze mi portava cassette da ascoltare, e insegnava a me e ai miei amici i passi di quello che scoprimmo chiamarsi hip-hop. Adoravo ballare, ma mi divertivo soprattutto a imparare i testi a memoria, perché erano poetici e arricchivano il mio vocabolario. Un pomeriggio mio padre era tornato a casa mentre io, Junior, Mohamed e Talloi stavamo imparando le parole di I know you got soul di Eric B. & Rakim. Ci aveva guardato ridendo dalla soglia della casa di mattoni d'argilla con il tetto di lamiera, e aveva chiesto: «Ma lo capite almeno cosa state dicendo?» Poi se ne era andato senza lasciare a Junior il tempo di rispondere. Si era sdraiato sull'amaca all'ombra delle piante di mango, guava e arancio sintonizzando la radio sul notiziario della BBC. «Questo sì che è un buon inglese, fareste meglio ad ascoltare questo» aveva urlato dal cortile. Mentre papà ascoltava le notizie, Junior ci insegnava a muovere i piedi a ritmo. Con il destro facevamo un saltello avanti e uno indietro, poi ripetevamo la mossa con il sinistro, e nel frattempo accompagnavamo il movimento con le braccia, scuotendo il busto e la testa. «Questa è la mossa del running man, l'uomo che corre» diceva Junior. Infine ci esercitavamo a cantare in playback i rap che avevamo imparato. Prima di lasciarci per compiere i nostri doveri serali, come pulire le lampade o andare a prendere l'acqua, ci salutavamo dicendo: «Peace, son» o: «l'm out», modi di dire che avevamo scoperto nei testi delle canzoni hip-hop. Fuori, iniziava la musica serale degli uccelli e dei grilli. (da Ishmael Beah, Memorie di un soldato bambino, Vicenza 2007, Neri Pozza Editore) 1. Il candidato sintetizzi il brano in circa 80 parole. 2. Il candidato immagini di essere il padre del protagonista che scrive una lettera ad un amico dove racconta di suo figlio ed esprime i suoi giudizi sulla musica che ascolta. (80-100 parole) 3. Come vediamo dal testo il padre apprezza un tipo diverso di inglese, la lingua del notiziario della BBC, rispetto all’inglese dei cantautori hip-hop americani che invece i ragazzi prediligono. Io candidato esprima le sue opinioni sul modo di esprimersi dei giovani in Alto-Adige e sul rapporto che essi hanno con le lingue che li circondano. (180-200 parole)