vedere i libri compressi su scaffala- ture striminzite e insufficienti era

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vedere i libri compressi su scaffala- ture striminzite e insufficienti era
libri di silvia albertazzi
Silvia Albertazzi, La casa di via azzurra, Bologna, Edizioni
Kolibris, 2010
S 851 ALBES
Silvia Albertazzi, Il nulla, quasi: foto di famiglia e istantanee
amatoriali nella letteratura contemporanea, Firenze, Le lettere, 2010
S 809 ALBES
Guardare oltre: letteratura, fotografia e altri territori, a cura
di Silvia Albertazzi e Ferdinando Amiconi, Roma,
Meltemi, 2008
S 801 GUARD
Silvia Albertazzi, In questo mondo: ovvero, quando i luoghi
raccontano le loro storie, Roma, Molteni, 2006
S 809 ALBES
Periferie della storia: il passato come rappresentazione nelle
culture omeoglotte, a cura di Silvia Albertazzi, Barnaba
Maj e Roberto Vecchi, Macerata, Quodlibet, 2004
S 302 PERIF
Abbecedario postcoloniale: venti voci per un lessico della postcolonialità, a cura di Silvia Albertazzi e Roberto Vecchi,
Macerata, Quodlibet, 2004
S 809 ABBEC
Silvia Albertazzi, Lo sguardo dell’altro: le letterature postcoloniali, Roma, Carocci, 2000
S 809 ALBES
Silvia Albertazzi, Appartenenze: la scrittura delle donne di
colore nelle letterature di espressione inglese, Bologna,
Pàtron, 1998
S 820 APPAR
Silvia Albertazzi, Nel bosco degli spiriti: senso del corpo e
fantasmaticità nelle nuove letterature di lingua inglese,
Manziana, Vecchiarelli, 1998
S 820 ALBES
Silvia Albertazzi, Scuola di scrittura, Venezia, Marsilio,
1996 v
SN ALBES SCU
Il punto su la letteratura fantastica, a cura di Silvia
Albertazzi, Roma, Laterza, 1995
S 809 PUNTO
Introduzione a Lawrence, di Silvia Albertazzi, Roma,
Laterza, 1988
S 823 LAWRDH.INT
Silvia Albertazzi, Il tempio e il villaggio: la narrativa indoinglese contemporanea e la tradizione britannica, Bologna,
Patron, 1978
S 823 ALBES
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consigliati da silvia albertazzi
libri di Charles Dickens
Charles Dickens, Il circolo Pickwick, Milano, Adelphi, 1965
S 823 DICKC
Charles Dickens, Oliver Twist o La storia di un orfanello,
Torino, Einaudi, 2005
S 823 DICKC
Charles Dickens, David Copperfield, Torino, Einaudi, 1993
S 823 DICKC
Charles Dickens, Tempi difficili, Milano, Garzanti, 2002
S 823 DICKC
Charles Dickens, Grandi speranze, Milano, Biblioteca
Universale Rizzoli, 2002
S 823 DICKC
Charles Dickens, Casa desolata, Torino, Einaudi, 1995
S 823 DICKC
Charles Dickens, Il nostro comune amico, Torino, Einaudi,
1982
S 823 DICKC
Charles Dickens, Canti di Natale, Torino, Einaudi, 2007
S 823 DICKC
“
...vedere i libri compressi su scaffalature striminzite e insufficienti era una
delle cose che più lo mandavano in
bestia. D'altronde non sopportava
neppure di vederli afflosciati su una
scansia semivuota.
Sono come gli esseri umani, amava
dire: isolati non si reggono in piedi,
ma quando sono accalcati non si sopportano più.
libri di autori dickensiani moderni
Peter Carey, Oscar e Lucinda, Milano, TEA, 2000
SN CAREP OSC
Peter Carey, Jack Maggs, Milano, Frassinelli, 1999
SN CAREP JAC
Richard Flanagan, Solo per desiderio, Milano, Frassinelli,
2009
SN FLANR SOL
Amitav Ghosh, Il cromosoma Calcutta: un romanzo di febbre, delirio e scoperta, Torino, Einaudi, 1996
SN GHOSA CRO
Nick Hornby, Tutta un’altra musica, Parma, Guanda, 2009
SN HORNN TUT
John Irving, Le regole della casa del sidro, Milano,
Bompiani, 2000
SN IRVIJ REG
Lloyd Jones, Mister Pip, Torino, Einaudi, 2007
SN JONEL MIS
Stephen King, Stagioni diverse, Milano, Sperling paperback, 2001
SN KINGS STA
Jonathan Lethem, Chronic city, Milano, Il saggiatore,
2010
SN LETHJ CHR
Salman Rushdie, I figli della mezzanotte, Milano, Oscar
Mondadori, 2003
SN RUSHS FIG
Graham Swift, Waterland, London, Picador, 1983
SN SWIFG WAT
Denis Guedj, Il teorema del pappagallo, Longanesi, 2000
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silvia albertazzi per la biblioteca
Londra in bianco e nero
Se ci penso adesso ho quasi l'impressione di avere
inventato tutto: John Michael, Londra, cinque
giorni di un gelido febbraio, trent'anni fa. Mi sono
rimaste solo un paio di foto in bianco e nero,
scattate di fronte al British Museum: io ho un
cappotto con il collo di pelliccia, le mani affondate nelle tasche e sorrido distratta, evitando di
fissare l'obiettivo; lui, invece, ride beato in faccia
alla macchina fotografica. Ha gli occhi chiari e lo
sguardo beffardo e più lo fisso più mi pare di non
averlo mai conosciuto uno così poco grigio, uno
in grado di colorare con un sorriso un'istantanea
fuori fuoco in bianco e nero. Non sono più sicura
nemmeno di come ci siamo incontrati: a volte mi
pare che piovesse - quando non c'era nevischio,
pioveva a dirotto, quell'inverno e forse lui si è
offerto di ripararmi sotto il suo ombrello, uscendo
dalla biblioteca; altre volte ho l'impressione che
fossimo vicini, in lunga fila per entrare alla reading room. O invece è stato sulla metropolitana: a
una fermata brusca mi è scivolato il libro che tenevo sulle ginocchia; lui, che mi sedeva di fronte,
l'ha raccolto, e s'è reso conto che stavamo leggendo lo stesso romanzo, nello stesso momento.
Così abbiamo cominciato a parlarne e siamo scesi
insieme, alla stessa fermata, quella di Tottenham,
perché tutt'e due avevamo la stessa meta: la British Library, l'imponente biblioteca dove entrambi
raccoglievamo materiale per le nostre tesi di laurea. Questo lo ricordo bene, però: ero a Londra già
da una ventina di giorni, quando l'ho incontrato:
già contavo le ore che mi separavano dal rientro
poi, all'improvviso, era apparso John Michael, quel
lunedì mattina, e la voglia di tornare era svanita.
Avevo passato venti giorni in solitudine, tra la
mia stanzetta allo YWCA - mia madre, per non
correre rischi, mi aveva fatto alloggiare in un'istituzione per sole donne - e l'enorme biblioteca,
che allora stava ancora dentro al British Museum,
un centinaio di metri più avanti, lungo la Great
Russell Street. Tutto il mio tempo lo
trascorrevo tra volumi e schedari,
a leggere vecchi testi alla luce del-
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>
le fievoli lampade da tavolo, prendendo appunti
in maniera frenetica, trascrivendone, anzi, interi
capitoli. La sera sedevo sul lettino con le sponde di
ferro e cancellavo un altro giorno dalla mia agenda;
la mattina, dopo una doccia spartana nel freddo del
bagno comune, mi preparavo a un'altra giornata di
gelo guardando le facce delle mie vicine di stanza al
tavolo del breakfast: i volti graffiati da rughe delle
anziane signorine che vivevano in quel luogo tetro
e che iniziavano puntualmente ogni nuova giornata affondando angosce e malumori nella tazza del
porridge, prima di uscire al freddo, l'ombrello scuro
appeso all'avambraccio. A volte avevo l'impressione che, se mi fossi trattenuta più a lungo in quel
posto, avrei finito per diventare come loro. Leggevo, prima di addormentarmi, La peste di Camus,
e cominciavo ad avvertire tutti i sintomi della
'sindrome della città di Orano': qualcosa sarebbe
capitato, temevo, che mi avrebbe separata per sempre dalla mia famiglia, dalle due torri e dalle dodici
porte. La mattina in cui incontrai John Michael,
però, avevo con me un altro romanzo, On the Road,
e con lui non parlai che di viaggiare, camminare,
attraversare paesi, come se lo scopo della mia vita
fosse solo allontanarmi il più possibile dalle torri
antiche. Mi sforzo, mi sforzo, ma recupero solo
brandelli di memoria: non c'è continuità in quello
che ricordo di quei pochi giorni. Solo immagini
sfocate, primi piani staccati dal loro contesto, scene veloci con l'audio cancellato. Noi due al riparo
di una tettoia a Kew Gardens, dove la pioggia ci
ha sorpreso in mezzo alle felci; un film interrotto
da un improvviso black out che getta la città nel
buio più assoluto per un paio d'ore - e noi a cercare rifugio in un caffè illuminato dalle candele, e i
miei lunghi capelli che prendono fuoco quando mi
avvicino un po' troppo alla fiamma; e poi, l'ultima
sera, balliamo insieme - 'Something in the way she
moves/ attracts me like no other lover' - e io ho
quasi paura di stringerlo più forte, come mi piacerebbe fare, perché lui è sempre così corretto, così
inglese, e non mi dirà mai che gli piaccio, nemmeno la mattina che mi accompagna a Victoria Station
a prendere il mio treno, e anche lui ha gli occhi
lucidi, ma mi tende soltanto la mano, e dice: 'Take
care', 'Stammi bene', sfiorandomi appena una guancia con le labbra... Ancora inverno, ancora febbraio,
le quattro del pomeriggio e quasi notte. Nella sala
di lettura della nuova British Library, a King's Cross,
biblioteca.salaborsa
lo scrittore bibliotecario
silvia albertazzi
un riflesso di luce, sulla mia postazione, illumina la
faccia sorridente di John Michael nella foto ingiallita scivolata tra le pagine del mio libro. Lo guardo,
mi guarda, guardiamo la spia luminosa che lampeggia l'arrivo del libro che ho richiesto, i monitor per
la consultazione dei cataloghi, il portatile su cui mi
ostino a quasi ricopiare i testi che consulto. Niente
di tutto questo appartiene al nostro ricordo. Fuori,
la luna è un'unghia appena tagliata persa in uno
spazio disperatamente blu. Tutte le stelle dormono.
E domani, lo so, pioverà ancora sulla biblioteca e
sui miei libri.
gli autori e i libri di lo scrittore bibliotecario nelle biblioteche: come trovarli
> collegati online al catalogo delle biblioteche bolognesi:
sol.cib.unibo.it/SebinaOpac/Opac (accessibile direttamente dal
sito www.bibliotecasalaborsa.it)
> inserisci il nome dell’autore che ti interessa nel campo
autore
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ecc.
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Inedito di Silvia Albertazzi per Narratori e poeti
contemporanei, archivio navigabile su www.bibliotecasalaborsa.it
Immagine di Alessandra Ragusa, tutti i diritti riservati
lo scrittore
“
Accade ai libri come alle ragazze, fra
le quali spesso le migliori e piu' degne
rimangono trascurate. Ma finalmente
appare qualcuno che le tira dall'oscu
rita' del loro rifugio alla luce d'un bel
campo d'azione.
Ludwig Feuerbach, Abelardo e Eloisa, Clinamen, 2006
bibliotecario
Biblioteca Salaborsa
Piazza Nettuno 3, Bologna
tel. 051 2194400
[email protected]
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silvia
albertazzi
biblioteca.salaborsa
7 febbraio '12
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biblioteca.salaborsa
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