Oggetti ed eventi nell`arte

Transcript

Oggetti ed eventi nell`arte
Oggetti ed eventi nell’arte
Andrea Borghini
Columbia University, New York
Al pari di altri ambiti di indagine e di azione, nell’arte si possono distinguere due categorie di
entità: gli oggetti e gli eventi. Oggetti d’arte sono le statue, i quadri, le chiese, i mosaici, i disegni,
le fotografie; in generale, tutte le cose che esistono (e quindi possono, salvo eccezioni, essere
percepite) nella loro interezza in un istante. Sebbene possano necessitare di un tempo molto
ristretto per essere percepiti, gli oggetti d’arte possono durare a lungo. Si pensi, ad esempio, al
Colosseo.
Eventi d’arte sono invece gli spettacoli musicali, quelli teatrali, le mostre d’arte, le
performances artistiche, e in generale tutte le cose che richiedono più di un istante per essere
fruite in quanto, oltre alle parti spaziali, hanno anche parti temporali. Sono quindi eventi d’arte
anche i films e le registrazioni musicali. Avremo così eventi d’arte irripetibili, come una certa
rappresentazione teatrale, ed eventi ripetibili, come un film.
A differenza degli oggetti d’arte, quindi, la buona parte degli eventi d’arte si consumano,
parte dopo parte, nel tempo. Ogni momento di un concerto o di una rappresentazione è unico: una
volta passato, non torna più. Dobbiamo stare concentrati se non vogliamo perdere la trama e il
piacere della performance. E in molti casi non sta a noi decidere quando concentrarsi. L’evento
d’arte è a nostra disposizione soltanto per un determinato lasso di tempo, e solo un po’ alla volta.
Ma, per fortuna, degli eventi artistici ci rimangono i ricordi o le registrazioni. Memorie, foto,
recensioni, disegni, CD, videocassette, e altre rappresentazioni sotto forma di oggetti. Certo, si
potrebbe anche ricordare un evento tramite un altro evento. Per esempio, possiamo celebrare
Woodstock con un altro concerto. Ricordare soltanto attraverso eventi, però, anche se fattibile, è
irragionevolmente dispendioso. Finita una performance ne dovremmo fare subito un’altra per
ricordare la precedente – e dobbiamo fare una performance somigliante, altrimenti ci
dimenticheremo della precedente.
Si potrebbe quindi essere tentati di credere che gli eventi siano secondari rispetto agli oggetti.
Assistere ad una performance artistica può essere un’esperienza rivelatrice ed entusiasmante; ma,
come abbiamo visto, le performances sono effimere; e l’unico modo che abbiamo per farne tesoro
al di là del momento della performance stessa è rappresentare gli eventi artistici attraverso
2
oggetti. Gli oggetti d’arte, invece, sono più facilmente fruibili degli eventi d’arte, essendo
presenti all’istante e, in molti casi, per un lungo lasso di tempo.
Non solo. Come sappiamo, gli oggetti d’arte possono acquistare valore nel tempo. Pochi anni
dopo la sua morte, le opere di Modigliani moltiplicarono il loro valore. Al contrario, proprio
perché più effimere, le performances artistiche non possono acquistare valore nel tempo. Per
assistere ad una performance può occorrere un biglietto (o una videocassetta, un CD, o l’accesso
ad internet. Per semplicità, concentriamoci sul biglietto). Il biglietto non acquista valore nel
tempo. Casomai, a crescere nel tempo, sarà la fama di un artista o una compagnia di artisti. E così
il prezzo per assistere a una performance può crescere nel tempo. Ma il prezzo del biglietto per
una performance rimane invariato; non è il singolo evento ad acquistare valore, ma la capacità
dell’artista.
Si potrebbe, però controbattere che i biglietti per eventi d’arte acquistano, seppur
illegalmente, e potrebbero acquistare legalmente valore col tempo. Che acquistano valore lo
sappiamo bene. Se con buon anticipo vi procurerete un biglietto per il concerto degli U2 al
Madison Square Garden, ci sono ottime probabiltà che possiate rivenderlo a prezzo maggiorato il
giorno del concerto. E così ci sono persone che fanno del comprare e rivendere biglietti un lavoro
– i bagarini. Dall’altra parte, però, l’attività del bagarino è illegale. Inoltre, ogni biglietto ha una
scadenza, mentre nel caso degli oggetti d’arte non c’è scadenza. Quindi, nonostante i bagarini, gli
oggetti d’arte rimangono più facilmente commercializzabili degli eventi.
A difesa degli eventi d’arte, si potrebbe stavolta controbattere con un’ipotesi: immaginate che
i prezzi di una performance dipendano dalla richiesta; in questo caso, il prezzo di un biglietto per
assistere a un evento d’arte acquisterà o perderà valore in base a quante sono le persone che
chiedono di assistere, ai biglietti disponibili e alle esigenze di chi organizza e ospita il concerto
Questi ultimi avranno quindi un ritorno economico maggiore o minore in base alla richiesta. E gli
spettatori faranno un buon o cattivo affare nell’acquistare il biglietto. E, vista proprio
l’irripetibilità dell’evento artistico, si potrebbe immaginare che i prezzi di alcuni, particolarmente
attesi, eventi potrebbero andare alle stelle.
Dall’altro lato è vero che le cose, almeno per il momento, non vanno così. E i biglietti per
eventi d’arte vengono fissati una volta per tutte all’inizio della vendita. Il sostenitore della
superiorità degli oggetti d’arte, di nuovo, sembra avere buon gioco.
3
Non sembra quindi casuale che, quando si devono citare delle grandi opere d’arte, si citino
quadri (la Gioconda), statue (il David), opere architettoniche (la Torre di Pisa), o scritti (la
Commedia). Gli oggetti sono superiori rispetto agli eventi nell’arte. Come potremmo noi oggi
apprezzare una performance di Liszt in assenza di sue tracce? E, supponendo pure di avere alla
mano tracce di eventi passati, avremmo in mano soltanto una copia dell’evento, non l’evento
stesso. C’è una bella differenza tra vedere un’immagine o un video di una performance e
parteciparvi. Nel caso della Gioconda, del David, della Torre di Pisa, invece, possiamo ammirare
l’originale. E questo spiega la loro fama. La maggiore fruibitilità e la possibilità di
commercializzazione rendono quindi gli oggetti d’arte più preziosi degli eventi d’arte, in quanto
riescono a procurare una fama più duratura.
Questa conclusione, però contrasta con il panorama artistico attuale. Molti dei più noti artisti
contemporanei si esprimono attraverso performances, la cui notorietà può essere amplificata dai
media. Si pensi, ad esempio, alla performance di Christo a Central Park nel Gennaio del 2005,
senza considerare le performances di gruppi musicali o teatrali.
Il successo delle performances d’arte non rappresenta un fenomeno nuovo, però. Nel
Cinquecento e Seicento in tutta Europa molti attori, cantanti, e artisti che si esprimevano
attraverso performances godevano di altrettanta notorietà di quelli contemporanei; lo stesso vale
per gli autori di performances in antica Grecia e Roma. Ma la natura effimera della loro arte – il
fatto, cioè, che essa sia fatta di eventi – ha fatto sì che oggi non possiamo più riconoscere il valore
artistico di quegli eventi. Così, si potrebbe congetturare che tra cento anni, saranno ancora i
quadri, le statue, le foto, le opere architettoniche a contendersi la fama di grandi opere d’arte. Se
un artista aspira alla memoria dei posteri, dovrà produrre oggetti anziché allestire performances.
Foscolo lo sapeva, e scrisse poesie, anziché recitare in teatro. Le uniche performances che
sembrano avere qualche chance sono i films e le incisioni o registrazioni. Ma, anche in questo
caso, i supporti oggettuali che le contengono non sono altrettanto duratutri di un blocco di
marmo.
Nonostante vi siano questi vantaggi nel produrre oggetti anziché eventi d’arte, a guardar
bene, gli eventi d’arte hanno un ruolo cruciale nell’arte. Per due motivi. Creare un opera d’arte –
il momento creativo – è un evento. E, come sappiamo, molti artisti fanno arte proprio per
4
l’esigenza di creare, ovvero per l’esigenza di far parte in prima persona di un certo tipo di eventi.
Che il risultato della creazione sia poi un oggetto o un evento poco importa – uno potrebbe dire.
Inoltre, anche la fruizione dell’arte è un evento. In base ad essa si potrebbe ribaltare la tesi
secondo cui gli oggetti sono prioritari agli eventi in arte. Se da un lato i primi sono più fruibili e
commercializabili, dall’altro ogni volta che ci avviciniamo all’arte lo facciamo attraverso un
evento: la fruizione. Vedere un oggetto d’arte è un evento, un’esperienza che vogliamo fare nel
migliore delle condizioni. Per questo allestiamo musei, teatri, biblioteche; luoghi specifici per la
fruizione dell’arte. Quindi, non c’è arte senza eventi.
É vero che né la creazione né la fruizione sono per definizione essi stessi forme d’arte. Ma
nemmeno una videocassetta a un CD (in quanto oggetti fisici) sono per definizione forme d’arte.
Ecco che allora si affaccia una tesi che ci spinge a pensare all’arte come una serie di eventi
artistici: ogni volta che fruiamo di un oggetto artistico non facciamo altro che partecipare a un
evento artistico, una performance.
L’idea che l’oggetto rimanga immutato nel tempo non è rilevante per l’arte. Qualsiasi sia il
fine dell’arte (e non è detto che ve ne sia solo uno) fruire di un’opera d’arte è partecipare ad una
performance. La Torre di Pisa è sempre diversa ogni volta che la vediamo, perché diversa è la
luce, le persone, l’atmosfera, la disposizione d’animo con cui arriviamo a vederla. La Torre di
Pisa che hai visto oggi non sarà la stessa che vedrai domani. Sono due performances diverse,
proprio come il concertodegli U2 di oggi a New York e quello di domani a Città del Messico.
L’arte quindi, si dà sempre sotto forma di un evento, di una performance, anche quando
esperiamo oggetti d’arte. Rimane un fatto che la Torre duri ben più a lungo che un concerto, e
quindi possa dar vita a una miriade di performances, una fama duratura, e abbia un maggiore
valore economico di un concerto. Ma chi ha detto che la fama e il valore economico della
creazione artistica siano (i soli) obiettivi del fare arte?