Untitled - elettromedia

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Untitled - elettromedia
Accademia
dell’audio
dalla necessità di controllare e contenere
il jitter (instabilità temporale del segnale di
clock) che può penalizzare seriamente la
qualità sonora di un sistema audio digitale.
Per inquadrare correttamente la catena
Full Digital Audio di Audison è opportuno
fare una piccola premessa, per introdurre
i concetti base della musica liquida e dei
supporti per ascoltarla correttamente.
La musica liquida
Questo termine si riferisce alla musica registrata sottoforma di file di dati e che pertanto può comodamente “scorrere” attraverso reti telematiche, senza perdere informazioni, e a differenza della musica
che viaggia su un supporto fisico come
un disco in vinile o CD si adatta a qualsiasi
supporto capace di contenerla, come
fanno i liquidi che passano da un contenitore ad un altro. Per queste caratteristiche, e per la sua facile trasportabilità e reversibilità, la musica su file di dati viene
definita “musica liquida”. Tale definizione
si usa generalmente per indicare anche la
musica in formato compresso MP3 o similari, ma in questo senso si tratta di una
indicazione riduttiva e tendenzialmente
errata in quanto musica liquida è anche
quella estratta dai CD e riversata (in gergo
“rippata”) su hard disk senza perdita di
dati, mantenendo la risoluzione originale
di 16 bit e 44,1 kHz o quella nei formati a
più alta risoluzione, tipicamente 24 bit e
192 kHz.
Ma perché ostinarsi a riversare la musica
attraverso formati di derivazione informatica se è possibile ascoltarla con un lettore di CD, senza complicarsi la vita con altri
dispositivi e settaggi più o meno complessi?
Semplice: non solo perché la musica liquida può essere riversata in contenitori
(hard disk, pendrive, o altro) capaci di
contenere l’intera discografia di nostro interesse con la massima praticità di accesso e di uso, ma anche perché il risultato
sonoro fornito da una catena audio “full
digital” può raggiungere una qualità nettamente superiore alla riproduzione offerta da un normale lettore di CD, come abbiamo avuto modo di spiegare in dettaglio
su ACS fin dal numero 184 (speciale car
PC) prima che il fenomeno della musica liquida “dilagasse” alle sue attuali dimensioni anche in ambito domestico come in
automobile.
Tuttavia settare correttamente un impianto per gestire ed ascoltare i file di musica
liquida alla massima qualità possibile richiede un lavoro paziente per mettere insieme hardware e software in grado di
sfruttare tutta la qualità del segnale originale. Un impegno che non tutti gli appassionati di musica sono in grado o hanno
voglia di affrontare.
Ma cos’è il sistema
Full Digital Audio?
Il sistema Audison Full DA
rappresenta qualcosa di veramente innovativo che punta anche
oltre i migliori sistemi audio proposti negli
anni passati dalle aziende leader del settore, come Pioneer con l’ODR, Alpine con
l’F#1 Status e Sony con l’ES, tutti sistemi
integrati dotati di meccanica di lettura,
DSP e finali dedicati.
A differenza di questi ultimi, il sistema Full
DA potrà (in futuro) garantire una maggiore
facilità di configurazione e taratura insieme
a una qualità audio ai massimi livelli, senza
dover ricorrere ad un computer con scheda audio dedicata ma utilizzando apparecchiature più tradizionali che non stravolgano il concetto di “componente” car stereo
(a differenza del car PC) prevedendo una
sorgente audio, un DSP ed uno o più finali
multicanale.
Molte “luci”, quindi, in grado di elevare il
marchio Audison al livello di leader del mercato mondiale, con un sistema originale,
semplice ed innovativo.
Da questo punto di vista lasciatemi esprimere un personale plauso all’Azienda (italiana) per il lungimirante cammino intrapreso, cammino che presenta, senza ombra
di dubbio, la possibilità di raccogliere ampi
consensi anche in campo internazionale,
come conferma il riconoscimento EISA.
... per fare posto al
modulo digitale AV bit IN
è rendere l’amplificatore
compatibile Full DA 24
bit/192 kHz.
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misure
Unità di conversione AUDISON AV bit IN montata su AUDISON AV 5.1k
RISOLUZIONE EFFETTIVA: 13,6 bit
RAPPORTO SEGNALE/RUMORE: pesato "A" 89,8 dB
RISPOSTA IMPULSIVA
(1 campione a 0 dB su 127, intervallo 2 ms)
GAMMA DINAMICA: 86,5 dB
RISPOSTA IN FREQUENZA
Volume al massimo, enfasi inattiva, Fs 48 kHz
RESIDUI IN BANDA PASSANTE E SOPPRESSA
(Spettro di un segnale da 16 toni tra 20250 e 23765 Hz, -3
dB di picco. Segnale utile in blu)
DISTORSIONE PER DIFFERENZA DI FREQUENZE
a 0 dB; toni a 19 e 20 kHz, word d'ingresso a 24 bit
DISTORSIONE ARMONICA AI BASSI LIVELLI
-70,3 dB + dither / 1 kHz, word d'ingresso a 24 bit
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L'unità di conversione Audison è stata naturalmente misurata in associazione al suo finale oltre che al processore
bit Ten D; il che rende poco confrontabili le sue performance intrinseche rispetto a quelle delle unità digitali
stand alone, soprattutto in termini di rumore, che qui è infatti non particolarmente contenuto in termini relativi (parliamo comunque di circa 90 dB in rilevazione pesata). I
segnali accettati in ingresso sono quelli con frequenza di
campionamento fino a 48 kHz (formato massimo ammesso in uscita dal bit Ten D), ed in queste condizioni la
risposta copre con ottima linearità la gamma da 10 a
21.000 Hz (circa 1 dB di attenuazione agli estremi e minimo ripple in banda passante). Buona la linearità, sia ad
alto livello (il doppio tono a 19+20 kHz genera pochissima intermodulazione) sia ai livelli minimi, con uno spettro del tono da -70 dB in cui poche armoniche superano
la barriera dei -110 dB ed una sola spuria (probabilmente
legata all'alimentazione) sfiora i -90 dB. La risposta all'impulso mostra che il filtraggio anti-immagine è puramente
analogico, e congruente con questa opzione è lo spettro
del segnale multitono, che mostra una moderata pendenza di entrata in banda attenuata unita comunque a
pochissimi "rimbalzi" in banda passante. F. Montanucci
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Il modulo AV bit IN è dotato di ingressi e
uscite negli standard Audison AD Link e AC
Link che lo rendono compatibile con i
processori dotati di analoghe connessioni
(Audison bit Ten D e bit one).
Al momento di scrivere queste note non
sono a conoscenza di altre aziende impegnate a fornire una soluzione altrettanto
evoluta e tanto più valida ed allettante se la
sorgente dedicata al sistema consentirà di
leggere file in alta risoluzione, archiviati in
una memoria di massa come un HDD.
Questa, infatti, è la soluzione verso cui
puntare e che lancia il Full Digital Audio al
di là di quanto oggi può essere raggiunto
solo dai migliori sistemi car PC con scheda
audio multicanale esterna, potendo aggiungere, rispetto ad essi, un’estrema
semplificazione del lavoro di configurazione, installazione, collegamento e messa a
punto, per una corretta gestione del segnale senza rinunciare ad un bit di qualità
sonora.
Rimini 2011, il primo assaggio
Molti appassionati hanno potuto saggiare
le potenzialità di questa nuova frontiera
dell’audio all’ultimo Audioraduno di Rimini,
dove tra le auto in esposizione presso il nostro stand era presente una Giulietta con
impianto Full DA, realizzato dal Master
Training Institute, in grado di leggere e
convertire segnali sino a 24 bit / 96 kHz
semplificando qualche funzione del processore “bit one” e dotando il finale di una
buona sezione di conversione D/A, molto
probabilmente la stessa presente in questo Voce AV 5.1k.
Avrete forse notato che nel descrivere le
maggiori potenzialità offerte dal sistema
Full Digital Audio ho usato il tempo “futuro”: la dotazione infatti, nel finale in prova,
di convertitori a 24 bit e 192 kHz prelude
necessariamente alla (speriamo imminente) commercializzazione di DSP in grado di
gestire ed elaborare segnali anche a queste risoluzioni. Per questo potrebbe essere
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sufficiente anche un aggiornamento del
software utilizzato dagli attuali processori,
ma la maggiore potenza di calcolo richiesta presume probabilmente il sacrificio di
qualche funzione.
L’Audison Voce AV 5.1k è quindi il capostipite di una nuova generazione di amplificatori capaci di trattare direttamente il segnale digitale in alta risoluzione visto, come
abbiamo detto, che accetta segnali con
parola di 24 bit e frequenza massima di
192 kHz, anche se al momento questa
funzione è limitata dai processori “bit one”
e “bit Ten D” che operano al massimo con
una frequenza di 48 kHz, sufficiente tuttavia per apprezzare la qualità audio in formato CD. Invero, credo che nel futuro ormai prossimo saremo invasi dalle novità
Audison in questo campo, anche in considerazione che il cerchio si chiuderà solo
quando verrà realizzata una sorgente in
grado di leggere e trattare a dovere i file
musicali in formato liquido, tralasciando il
supporto CD o DVD a sistemi più semplici
e meno impegnativi, comunque apprezzati
da ampie schiere di appassionati di buona
musica e di utenti meno specializzati.
Il Full Digital Audio oggi
La conformazione dell’attuale sistema Full
DA si può definire minimalista visto che,
sorgente a parte, si compone di un processore “bit one” o “bit Ten D” e di un finale
con sezione di conversione D/A interna
che pilota, in multiamplificazione, un sistema di altoparlanti a due vie anteriore più
subwoofer. In alternativa, si può utilizzare
la via superiore per pilotare una sezione
medioalta filtrata passivamente, oppure si
può aggiungere un ulteriore finale con ingresso digitale, dato che il processore “bit
Ten D” può controllare sino a 8 canali in re-
gime digitale.
Come potete vedere, si
tratta di un sistema semplice, sulla cui composizione mi permetto di osservare
un paio di cose.
La prima riguarda la dotazione, nel “bit Ten
D”, di un ingresso digitale solo ottico. Avrei
preferito che fosse affiancato da un ingresso digitale elettrico per scongiurare l’uso di
lunghi cavi ottici per la trasmissione del segnale dalla sorgente che, se di bassa qualità, possono inficiare notevolmente le prestazioni audio (come abbiamo già verificato in passato nella prova di altri processori): tanto più in considerazione del fatto che
il “bit Ten D” viene solitamente installato nel
vano bagagli anziché nel cruscotto, obbligando la sorgente a impiegare cavi particolarmente lunghi, generalmente di bassa
qualità stanti gli alti costi di quelli in vera fibra di vetro. Al limite, avrei preferito spostare la sezione di ingresso fuori dal processore, magari trasportando il segnale digitale su un cavo di rete di categoria 5 (o
meglio 6) verso una piccola interfaccia di
ingresso ottico ed elettrico digitale, posizionabile direttamente dietro la sorgente,
in modo da utilizzare cavi ottici in fibra di
vetro molto corti ed offrire la massima versatilità e qualità di collegamento senza degrado sonoro.
Nel mio caso, comunque, questo problema
non sussiste visto che la mia sorgente di
musica liquida è nel bagagliaio, per cui basta attivare con un buon cavo ottico la connessione tra il mio car PC ed il “bit Ten D”.
Montaggio in auto
L’impianto audio utilizzato per la prova
dell’Audison Voce AV 5.1k si compone di
un sistema di altoparlanti a due vie anteriore più subwoofer. Nonostante la sua semplicità, le cose da fare in sede di taratura
sono parecchie, comprendendo l’installazione del software di controllo del “bit Ten
D” sul computer e l’esecuzione del primo
start up del finale secondo le specifiche indicate dall’Audison.
Oltre a settare il processore con tagli in frequenza e ritardi temporali, c’è la necessità
di configurare i vari canali del finale in mono
o in stereo associando ogni coppia ai rispettivi canali del “bit Ten D”, il quale, come abbiamo già detto, può gestire fino ad
8 canali in digitale pur utilizzando due soli
cavi cat. 5 connessi su RG45 per il collegamento con l’interfaccia AV bit IN.
L’installazione è quindi semplice, stante
l’esiguo numero dei cavi di collegamento,
ma richiede un setup preparatorio piuttosto complesso che non può essere effettuato utilizzando il solo comando remoto
DRC del processore, le cui funzioni sono limitate al richiamo delle due memorie inter-
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ne, del volume generale e del subwoofer. Il
setup iniziale del “bit
Ten D” quindi va effettuato collegandolo ad un PC
esterno. Gli interventi via computer sono immediati, tanto da poterne valutare le variazioni in diretta. Peccato che per
alcune regolazioni, come quella del ritardo
temporale o dei livelli, siano udibili dei click
che potrebbero essere mal digeriti da
tweeter un po’ troppo delicati. Comunque
si riesce a definire in poco tempo una buona taratura di base, sufficiente per saggiare le potenzialità del sistema.
In merito alla prova d’ascolto, avendo a disposizione ambedue le sezioni di ingresso
intercambiabili dell’amplificatore AV 5.1k
ho deciso di utilizzare prima quella analogica, pilotata direttamente dal segnale stereo in uscita dalla scheda audio del mio car
PC, e poi sono passato a verificare il funzionamento con l’interfaccia digitale AV bit
IN ed il processore “bit Ten D” collegato alla sorgente in ottico e poi in analogico tramite l’ingresso Aux.
Configurato a cinque canali
in analogico
Effettuati i collegamenti ed impostata la se-
zione di filtraggio elettronico e la regolazione dei livelli sull’AV 5.1k, il finale esprime
un suono di ottimo livello qualitativo, da
amplificatore moderno e potente.
In particolare alla sezione sub il merito di
aver risvegliato dal letargo i miei due KEF
BD 139 B connessi in parallelo in cassa
reflex, dotandoli di un punch di gran livello e di un controllo sulle basse frequenze
di assoluta qualità.
Anche il resto della gamma non è male,
offrendo un ascolto ricco di particolari e
dotato di una notevole dinamica, con una
sezione medioalta cristallina e sufficientemente ariosa in relazione al formato CD
dei file musicali utilizzati.
Dopo aver affinato ulteriormente la taratura, decido di passare alla cartella dei file
ad alta risoluzione per ascoltare le differenze.
La conversione del segnale digitale è affidata alla scheda audio del mio car PC
che consegna un segnale analogico convertito direttamente dai file ad alta risoluzione a 176,4 kHz e a 192 kHz. L’ascolto
conferma l’ottima qualità del finale, che
appare solo leggermente chiuso sulle altissime frequenze rispetto al mio riferimento.
A scanso di equivoci, ricontrollo plug-in e
collegamenti. La stessa sensazione viene
confermata sostituendo il tweeter Focal
Tbe con un costoso ed esoterico trasduttore a nastro. Un suono eccellente
sotto ogni aspetto, con una leggera chiusura alle altissime frequenze che toglie un
po’ della straordinaria naturalezza e fluidità al messaggio musicale.
Sospetto che dipenda dalla limitata banda passante dei canali relativi alla via superiore, quelli di minore potenza, gli stessi che alle misure eseguite nel nostro laboratorio mostrano un’estensione in frequenza leggermente inferiore rispetto alle
necessità estreme dei segnali musicali ad
alta definizione convertiti a dovere.
A vedere le misure, appare strano che la
sezione dedicata ai mediobassi presenti
una banda passante più estesa. Un piccolo neo che francamente non inficia la qualità generale del prodotto, che abbiamo ricevuto in anteprima assoluta visto che riporta il numero di matricola 0001.
Tornando alle qualità musicali, il Voce AV
5.1k si fa valere in tutti i settori, con una
gamma media e alta di gran livello che
donano alla riproduzione impatto e dinamica, insieme a una buona articolazione
e controllo della gamma bassa e mediobassa direi molto vicine ad un finale di livello superiore (vogliamo parlare del Thesis HV venti?).
La sessione comandi e controlli del
modulo digitale AV bit IN, una volta che
quest’ultimo è integrato con
l’amplificatore, viene protetta da un
pannellino rimovibile fumé.
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Connesso in digitale
Riprendo la fase di taratura dopo il montaggio dell’interfaccia digitale e collego
l’uscita digitale ottica della scheda audio
del car PC al processore con un cavo ottico in pasta di vetro di qualità, visto che il
collegamento tra sorgente e processore
avviene all’interno del bagagliaio che vede i
tre componenti del sistema vicini tra loro.
La prima cosa che verifico è la massima
frequenza di accettazione del segnale digitale proveniente dai file nativi a frequenze di
176,4 e 192 kHz, sapendo che comunque
il “bit Ten D” applica sempre un down-sampling, cioè riportando il segnale digitale originale a frequenze di 44,1 e 48 kHz.
In queste condizioni devo dire che il processore accetta di buon grado file nel formato a 24/96 ma entra in blocco con file a
24/192. D’altronde non si poteva chiedere
di più dato che la stessa Audison dichiara
per il suo AV 5.1k una frequenza massima
di 24/192 mentre il “bit Ten D”, a causa dei
numerosi calcoli da fare, è limitato a 24/48:
da qui la necessità sempre più stringente
di un’espansione della gamma dei processori verso l’alta definizione. Limitiamoci
quindi all’ascolto di file in formato CD, dal
trattamento dei quali si nota un sistema in
grado di mettere in grande evidenza le differenze sonore tra un brano e l’altro mostrando sempre grandi doti dinamiche, di
prontezza e velocità nel restituire alto e ben
stagliato il transiente, con un ottimo spettro armonico riproposto.
Dagli approfonditi ascolti, ripetuti per tutto il
periodo estivo, viene fuori anche la necessità di collegare al sistema Full Digital altoparlanti di gran caratura qualitativa, segno
che il sistema così configurato entra nelle
pieghe della musica, mostrando tutto ciò
che questa porta con sé. In fondo gli altoparlanti installati li conosco da tempo,
avendoli scelti per alcune peculiarità che
sostengono un progetto di base ben definito, eppure è evidente come l’ampli del sub
chieda ai miei KEF un extralavoro mai sentito prima, lavoro di qualità che è tutto a carico della sezione finale dedicata e del processore.
Il suono con il passaggio al Full Digital gode
di una maggiore fluidità e naturalezza, mostrando una notevole capacità di controllo
e definizione.
L’impressione è quella di aver tolto un doppio strato di polvere dai coni degli altoparlanti: ora tutto è più ritmico e veloce, e la
musica si libra con maggiore fluidità e definizione.
Sembra in pratica è di essere raggiunti da
una maggiore quantità di informazioni che
arricchiscono l’ascolto fornendo a volte
sensazioni differenti da quelle percepite poco prima nella configurazione analogica.
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Mi riferisco alla grana della voce di Ivano
Fossati e alla profondità ed estensione di
quelle di Mina e De André, dove si evidenzia la necessità di piccoli ritocchi alla taratura del sistema che si riflettono in modo benefico su tutti gli altri brani.
Ottima la resa della sezione sub: veloce, dinamica e generosa di corrente da scaricare
sugli altoparlanti, tanto da mantenere inalterate le sensazioni di dinamica e potenza
percepite poco prima.
Molto buono anche il controllo sulla gamma
mediobassa, quella in genere più critica soprattutto nel gestire l’emissione del mediobasso caricato dal volume della portiera.
Con il “bit Ten D” pilotato
in analogico
Inviando il segnale in analogico all’ingresso
Aux del processore si nota subito uno sbilanciamento dello stage rispetto all’ascolto
in digitale ottico, tale da richiedere un ritocco dei setup di base. Non so spiegarmi il
perché di questo effetto e soprattutto da
cosa dipenda, se dalla mia scheda audio o
dal processore.
Comunque, dopo la nuova taratura del “bit
Ten D” si torna ad ascoltare un buon sistema che però, rispetto al digitale, ha perso
qualcosa in lucentezza e definizione, definibile con una maggiore compressione e un
minor respiro delle trame musicali.
Malgrado tutto, resta inalterata la sostanza
e la struttura musicale dell’insieme, con
punch e dettaglio da vendere, naturale dotazione delle sezioni finali capaci di trattare
bene il segnale che gli diamo in pasto.
Le differenze sostanziali si ascoltano tutte
nel dominio digitale utilizzando l’ingresso ottico,
confermando le ottime
performance qualitative del
sistema processore più finale.
Infine, un consiglio: non fate economie sul cavo ottico, che può rappresentare
un “collo di bottiglia”, e godetevi la musica.
Il salto qualitativo vale veramente la pena,
anche per l’ascolto dei soli CD.
Conclusioni
Dalla presentazione della Giulietta Full DA
all’Audioraduno di Rimini, Audison dimostra di fare sul serio con le apparecchiature
dedicate alla massima qualità sonora con
“musica liquida”. Sotto questo aspetto
l’AV 5.1k ed il relativo modulo AV bit IN costituiscono pietre angolari del sistema Full
DA, così come gli altri amplificatori della linea Voce, mostrando di avere le carte in
regola per ben figurare al confronto con i
“mostri sacri” dell’elettronica mondiale.
Ma siamo ancora alle fasi iniziali, lungi dal
completamento della gamma, dove manca tra l’altro una sorgente idonea alla lettura dei file musicali che sia di più facile utilizzo di un car PC.
Certi che Audison non si lascerà sfuggire la
ghiotta occasione che la “musica senza
supporto” rappresenta, con il Full Digital
Audio apre la strada ad un futuro dove si
intravede per il Marchio italiano la vetta della massima qualità sonora mondiale, un
tempo ad esclusivo appannaggio di aziende giapponesi ed americane.
Dateci dentro signori, la meta è alla vostra
portata!
Una interessante installazione Full DA realizzata da Car Audio Point di Lissone (MB) utilizza come sorgente un
hard disk multimediale Iomega (l’apparecchio nero a sinistra) collegato in digitale ottico al finale Voce AV 5.1k
tramite il processore bit Ten D (in alto a destra). L’hard disk è completo di telecomando e di uscita video che in
questo caso è collegata ad un monitor sul cruscotto per visualizzare i menu.
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