Recensione di Michel Alimasi
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Recensione di Michel Alimasi
Recensione di Michel Alimasi Spettacolo: Le bugie con le gambe lunghe Le bugie con le gambe lunghe è una storia di una sconfitta, la sconfitta di un mondo che forse non è mai esistito. Un mondo i utopie e di verità. De Filippo padre, mostrava in quest’opera un’Italia appena uscita dalla guerra, piena di ferite silenziose, di cambiamenti che sottovoce preannunciavano le trasformazioni che sarebbero avvenute da li a poco, raccontava di un anonimo condominio napoletano che vive di vita propria come in un universo a se stante. Libero Incoronato diviene il centro di gravità di questo universo, un universo di bugie e di egoismi, ma pur cercando di rimanere ingenuamente estraneo e distaccato, pian piano il fango che gli ruota attorno riesce a macchiare anche lui e la sua candida camicia bianca. De Filippo figlio, interpreta magistralmente la napoletanità del lavoro paterno, anche gli attori che sceglie per affiancarlo sul palco rispecchiano quelle figure cariche di significati sottointesi e di caratteri ambigui. Il filatelico Libero, collezionista di francobolli, è capro espiatorio e allo steso momento il risolutore di tutti i mali. La sorella Costanza, l’imprenditore Benedetto e sua moglie Olga, la prostituta Graziella e il ricco Perretti cercano di risolvere i loro problemi personali con l’aiuto di Libero. L’interesse personale muove sullo scenario statico di casa Incoronato queste strane sagome, goccia dopo goccia durante la rappresentazione si assiste alla trasformazione del protagonista che nell’esplosione finale perde tutto il suo distacco adeguandosi al mondo delle bugie dalle gambe lunghe. Bugie lunghe come trampoli che sorreggono il loro universo, e che trascinano lo spettatore a un’introspezione personale. Io dico sempre la verità? Esistono bugie a fin di bene? Forse è proprio questo uno dei meriti dell’opera, il riuscire a far riflettere in un ambito così intimo come quello delle verità personali. Attualissime le tematiche egoistiche delle strategie di vita di Olga e di Costanza, anche troppo vicine alle situazioni e ai fatti di cronaca recenti. Dove sembra più rispettabile la prostituta Graziella, che lascia alla luce del sole il suo mestiere al contrario di chi tramite sotterfugi e menzogne si nasconde dietro un velo. La rassegnazione e la sconfitta di Libero devono essere colte malgrado il finale lieto proposto da De Filippo, bugie dalle gambe troppo lunghe prima o poi fanno inciampare.