Passione e apprendimento. Formazione-Intervento

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Passione e apprendimento. Formazione-Intervento
Passione e apprendimento.
Formazione-Intervento: teoria, metodo, esperienze
di Ugo Morelli e Carla Weber
Raffaello Cortina Editore, Milano 1996
RECENSIONE N. 2 OTTOBRE 2006 DI ELENA CIRESOLA
ABSTRACT
Passion and learning published at 1996 and bornes with the purpose to explain and to document the
formation-intervations method that practises Ugo Morelli and Carla Weber.
Passione e apprendimento è stato pubblicato nel 1996 e nasce con l’intento di esplicare e documentare il
metodo della formazione-intervento praticato da Ugo Morelli e Carla Weber.
RECENSIONE
Passione e apprendimento è stato pubblicato nel 1996 e nasce con l’intento di esplicare e documentare il
metodo della formazione-intervento praticato da Ugo Morelli e Carla Weber. Il volume presenta inizialmente
la narrazione di alcune esperienze di formazione-intervento, segue poi una parte teorica che giustifica le
scelte pratiche che caratterizzano tale metodo e si chiude con l’enunciazione di alcuni tra i più importanti
contributi concettuali che consentono di giustificare le scelte effettuate da Morelli e Weber. Le cinque
esperienze e gli eventi formativi narrati nella prima sezione si sono svolti tra il 1989 e il 1996, anno di
pubblicazione del volume, e vengono esposti in forma di storia con l’obiettivo di facilitare la partecipazione
del lettore. Questi racconti presentano le fasi principali dell’attività educativa e formativa, i risvolti
metodologici, le criticità sorte durante l’esperienza e le possibili innovazioni apportate o da apportare. Tali
interventi hanno interessato diverse realtà gruppali e organizzative: la formazione in un’azienda
commerciale, la relazione medico-paziente in una situazione ospedaliera, l’inserimento in azienda di giovani
collaboratori, le relazioni interne e le qualità dei servizi in un ente pubblico, e la formazione in piccole
imprese del credito cooperativo.
Il metodo della formazione-intervento attivato dai due studiosi si presenta come una ricerca dei modi di
ricondurre le azioni formative ai processi di apprendimento naturali delle persone facenti parte di realtà
gruppali o di organizzazioni. Esso cerca quindi di valorizzare degli apprendimenti che esisterebbero
indipendentemente da esso e tenta di intervenire in determinate situazioni o contesti per incrementare le
possibilità verso l’emancipazione di un individuo all’interno di esse. L’azione formativa è costruita dalle
relazioni, dalle situazioni e dagli eventi che emergono durante l’azione stessa. Si tratta pertanto di una teoria
dell’apprendimento evolutiva e non normativa, di una ricerca che emerge durante lo svolgimento dell’azione
e che non prevede un programma definito precedentemente ma che si basa sugli eventi che si susseguono.
Si parla quindi non più di programma, in quanto definizione del percorso di intervento prima dello
svolgimento dell’azione formativa, ma di “agenda”. Non si ha più il bisogno di concordare o prescrivere delle
strategie educative e dell’apprendimento ma semplicemente di cogliere i suggerimenti che derivano
dall’azione stessa e dagli elementi che la compongono. Non si sa mai quindi il percorso che seguirà
l’intervento in quanto esso può evolversi ogni volta per vie inedite ed imprevedibili. Secondo tale condotta si
può trattare ogni singola situazione in maniera individuale e non programmatica. Gli studiosi più volte
marcano infatti la distinzione che esiste tra l’apprendimento in condizioni naturali e l’apprendimento in
1
condizioni artificiali. Con quest’ultimo aggettivo non si vuole definire l’apprendimento in quanto artificioso ma
bensì in quanto “fatto ad arte”, suggerito dall’azione formativa in atto e che si sta sviluppando. La
formazione-intervento assume quindi la realtà esperenziale, così come i contesti propri della vita reale, come
condizione della propria attività. Tale metodo consente un auto-apprendimento da parte dei soggetti
partecipanti i quali basano la propria crescita su modalità autonome e non provenienti dall’esterno. La
formazione-intervento non fa altro pertanto che creare delle situazioni, dare dei suggerimenti, evidenziare
delle possibilità e dei progetti già impliciti nel contesto e nelle esperienze degli individui che lo abitano e lo
vivono. Fondamentale diviene dunque la relazione in quanto consente una viabilità tra le persone coinvolte
nell’azione formativa e chi conduce quest’ultima, ma rende possibile anche un apprendimento o un
cambiamento nei livelli di conoscenza dei partecipanti. La conoscenza quindi non si basa su un
trasferimento passivo ma è l’esito di un’attività costruttiva.
Il metodo di formazione-intervento predilige al singolo individuo la gruppalità in quanto consente la
condivisione delle risorse individuali manifestate nel contesto e durante l’attività formativa. Vengono così
evidenziate sia le capacità attive di ogni membro ma allo stesso tempo anche quelle negative. Quest’ultime
non vengono pertanto tralasciate ma fatte valere in quanto frutto di un cambiamento individuale che diventa
risorsa per tutto il gruppo. Quest’ultimo subisce a sua volta un cambiamento e va pertanto ad influenzare e
modificare la struttura del singolo. La realtà gruppale permette inoltre il recupero del progetto interno
dell’individuo rimasto finora inespresso ed offe così l’occasione nella quale tale progetto può trovare un
sostegno e può rivendicarsi.
L’epistemologia del metodo di formazione-intervento si fonda su due principi basilari riconducibili in due
parole chiave: crescere ed allevare. L’attività formativa presta infatti notevole attenzione alla crescita di chi
conduce l’azione stessa e di chi partecipa ad essa ma si impegna anche ad allevare sia gli uni che gli altri.
Entrambi infatti si mettono in gioco, si confrontano con se stessi e con il gruppo, e cercano conferme. Perché
ciò avvenga non può però mancare un’attenzione volta a ricevere, spronare, sostenere e quindi allevare la
domanda di crescita per poter così offrire la possibilità di una realizzazione a chi partecipa e a chi conduce
l’azione educativa e formativa.
La formazione-intervento, seppur non programmatica, presenta comunque delle caratteristiche distintive che
risultano essere riconducibili ad un background teorico e concettuale che ha consentito alle scienze umane e
alla psicologia di confrontarsi con le condizioni di sviluppo degli interventi in contesti di vita reale. Si ha
quindi l’unione dell’azione formativa con un metodo documentato e sostenuto dai riferimenti teorici. L’idea
propria della scienza classica della validazione di un metodo derivante dalla spiegazione dei fenomeni, dalla
standardizzazione dei risultati e dalla prevedibilità di questi viene superata grazie all’evoluzione del pensiero
scientifico dovuta in primo luogo alla teoria della relatività di Einstein e alla meccanica quantistica. La prima
ha infatti evidenziato come la posizione dell’osservatore, la sua velocità e la sua storia modifichino le
misurazioni di spazio e tempo, mentre la seconda ha dimostrato che l’atto di misurazione dipende dall’azione
dello stesso osservatore che si trova a scegliere il livello di precisione con il quale vuole conoscere. Il
metodo di formazione-intervento, frutto anche di tale evoluzione, non si esprime come detto
precedentemente attraverso un’attività premeditata ma fa leva sul caso, sull’imprevedibilità, sull’incertezza.
Non cerca si stabilire delle regole universali da seguire indistintamente nelle diverse occasioni d’azione ma
si ascolta di volta in volta la domanda e si cerca la via migliore per intervenire, si individuano le azioni e i
percorsi da seguire, i tempi e la durata. L’efficacia del metodo dipende dalla capacità di mettersi in gioco, dal
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modo di affrontare le opportunità che progressivamente emergono e dall’abilità di dare forma al patrimonio
che caratterizza la situazione in cui l’azione ha luogo. Bisogna essere quindi in grado di formulare delle
ipotesi di metodo capaci di trattare ogni emergenza e di sfruttare ogni opportunità, ma anche di non
anticipare troppo precocemente una possibile evoluzione. Gli individui che partecipano devono essere solo
sollecitati e lasciati liberi di esprimersi. Dalle loro reazioni verranno individuati degli indizi utili ad indicare la
direzione più opportuna da seguire durante lo sviluppo del percorso. Ogni volta il cammino di apprendimento
avrà pertanto una svolta nuova, diversa ed imprevedibile, talvolta segnata da degli effetti indesiderati dovuti
ad errori commessi da chi conduce l’attività o da chi vi partecipa. Anche in questo caso però l’importante è
rendere costruttivi tali errori in quanto essi possono essere sì un’occasione di perdita di opportunità o di
regressione nello sviluppo del percorso educativo ma si possono rivelare anche come un’opportunità di
emancipazione. Tutto ciò che si origina durante l’esperienza formativa assume valore e diviene risorsa per
elaborare le modalità adatte a favorire lo sviluppo di chi vi partecipa e a sostenere l’evoluzione del rapporto
soggetto-sapere. L’obiettivo quindi del metodo di formazione-intervento non è altro che il sostegno della
crescita delle donne e degli uomini fatti partecipi delle azioni educative e formative.
Il metodo condotto da Morelli e Weber si presenta con un atteggiamento inventivo e creativo, cosciente di
non possedere degli strumenti in grado di gestire la complessità dei processi di apprendimento ma
altrettanto consapevole di poterli comprendere osservando di volta in volta ciò che accade nelle relazioni e
nelle situazioni. Esso tiene conto dei cambiamenti che avvengono durante l’intervento formativo e si
presenta alla continua ricerca delle condizioni più opportune per superare la separatezza tra l’epistemologia
di chi partecipa all’azione e quella di chi la conduce. In tale maniera il sapere di chi “insegna” è in stretta
relazione con il sapere di chi è “insegnato”, si va a perdere la divisione tra conoscere e intervenire, e
l’apprendimento naturale e quello artificiale vanno a confluire nella medesima amalgama. Il metodo della
formazione-intervento si differenzia nettamente dalla prospettiva delle scienze positiviste. Quest’ultime
tendono infatti a tenere separata la conoscenza dall’azione e a porre il momento dell’osservazione al di fuori
del momento dell’applicazione. Tale prospettiva presenta anche diversi linguaggi, differenti strategie per
accrescere la conoscenza e dissimili scopi epistemologici e criteri di verifica.
Nell’ultima sezione del volume vengono brevemente presentati i riferimenti teorici e concettuali che si sono
occupati in precedenza del rapporto individuo-conoscenza e che consentono di giustificare alcune scelte di
lavoro del metodo di formazione-intervento. Le aree proposte dei diversi riferimenti sono cinque e il titolo che
le precede riepiloga l’apporto concesso allo studio della conoscenza e dell’apprendimento. Di ogni area sono
stati posti in evidenza gli aspetti che sostengono e rafforzano la prospettiva della formazione-intervento.
Vengono pertanto considerati i contributi delle scienze della vita e delle neuroscienze, della storia del
vivente, dell’antropologia, della paleontologia e delle scienze psicologiche che si sono occupate del
pensiero, dell’azione e delle relazioni.
INDICE DEL LIBRO
Presentazione
Un metodo che nasce durante il fare
1
Introduzione
9
3
L’ipotesi della formazione-intervento
1
Esperienze ed eventi formativi
17
Apprendimenti innovativi e vincoli culturali
17
Cambiamento epistemologico ed etica della prassi
29
Rituali di iniziazione
38
I labirinti della comunicazione
48
Grandangolo mentale: formazione, sviluppo organizzativo e innovazione
57
2
I percorsi della formazione-intervento
67
3
I riferimenti teorici
85
Azione, ricerca e cambiamento
87
Origini della conoscenza, evoluzione ed emergenza
106
Antropologia della conoscenza, differenza, rapporto sapere-potere
119
e cambiamento
Pensiero, bisogno di conoscere, progetto, relazione, affettività
e vincoli all’apprendimento
137
Giochi linguistici, possibilità e limiti della conoscenza, forme di vita
155
Bibliografia
167
Indice analitico
173
AUTORI
Ugo Morelli è nato il 19 novembre 1951 a Grottominarda (AV). Si è laureato presso l’Università di Bologna
in Scienze Politiche con indirizzo psicologico-organizzativo e con una tesi in Metodologia della Ricerca. Si è
poi specializzato in Economia e organizzazione aziendale, in Psicologia sociale e in Psicologia del lavoro e
delle organizzazioni presso la medesima Università. Ha insegnato come Professore a contratto
nell’Università di Trieste e dal 1992 è stato docente di Organizzazione aziendale per il Corso di laurea in
Economia e gestione delle aziende turistiche presso la Facoltà di Economia dell’Università Cà Foscari di
Venezia e nel Master in Economia e gestione del Turismo della stessa Università. La sua attività di docenza
è continuata con l’insegnamento di Metodologia della ricerca prima presso l’Università degli Studi di Bologna
e poi presso l’Università Autonoma de Cataluna a Barcellona (Spagna) per Facoltà di Medicina. Attualmente
è docente di Scienze della mente e Organizzazione aziendale presso la Trento School of Management,
Università degli Studi di Trento, dove è membro del Comitato Scientifico e Direttore del Master of Art and
Culture Management e dirige l’Area Arte e Cultura. Ha inoltre in corso un Programma di ricerca congiunto tra
Università di Venezia, IUAV e Trento School of Management sull’evoluzione dell’economia del simbolico e i
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cambiamenti nei modelli di management. Insegna anche Metodologia dell’Action Research presso
l’Università degli Studi di Perugia per la Facoltà di Medicina.
Morelli è fondatore di Pluriversitas, Associazione per la ricerca sulla conoscenza e l’apprendimento, di
Polemos, Scuola di ricerca e formazione sui conflitti, e della Fondazione Luigi Pagliarani, con sede in Canton
Ticino, Svizzera. È Direttore scientifico di programmi di ricerca sociale applicata in diverse istituzioni
pubbliche e private ed è membro del Comitato scientifico della rivista Sviluppo & Organizzazione. È stato
inoltre responsabile di ricerca, per circa quindici anni, presso il Training and Organizational Development
Department di Unilever Italia, dove ha diretto progetti di ricerca per l’innovazione nel Training, nel Personnel
Management e nell’Organizing. Attualmente svolge la medesima attività con l’Ufficio Formazione e
Organizzazione del Credito Cooperativo e con la società Formazione Lavoro della Federazione Trentina
delle Cooperative. Morelli ha collaborato assiduamente con contributi scientifici alla rivista Pluriverso (La
Nuova Italia), di cui è stato anche redattore, e collabora al presente alle riviste Sviluppo & Organizzazione
(ESTE), Animazione Sociale (Edizioni Gruppo Abele).
Ugo Morelli compie ricerche e studi riguardanti la Psicologia culturale con particolare riferimento alle scienze
della mente e della cognizione applicate all’apprendimento, ai conflitti, alla formazione e alle forme di vita
organizzativa. Ha dedicato maggior attenzione all’apprendimento umano attraverso lo studio dell’interazione
mente-cultura e il miglioramento dei modelli e dei metodi dell’educazione e della formazione, al lavoro
organizzato e all’evoluzione economica, culturale e psicologica delle forme di vita organizzativa, e ai metodi
e agli strumenti di ricerca azione per l’analisi e l’intervento con i conflitti, i fenomeni complessi, globali e
controversi.
Carla Weber è nata il 4 novembre 1949 a Mezzocorona (TN) e vive a Trento-Ravina. Dopo aver conseguito
la laurea nel 1975 presso l’Università di Padova, è stata ricercatrice per la Facoltà di Psicologia dell’età
evolutiva presso la medesima Università. Nel 1981 ha concluso la specializzazione biennale in Servizio
formazione permanente presso l’Università Cattolica di Milano che le ha consentito di praticare, su incarico
ministeriale, il ruolo di psicopedagogista nella scuola pubblica, all’interno di una sperimentazione
quinquennale (1979 – 1984). Tra il 1987 ed il 1991 ha conseguito anche la specializzazione quadriennale
presso la Scuola Italiana di Psicosocioanalisi a Milano ed in seguito si è dedicata all’approfondimento del
metodo e delle tecniche della pratica psicoterapeutica e psicoanalitica con la supervisione del maestro Prof.
Luigi M. Pagliarani e della dott.ssa Anna Maria Burlini.
Carla Weber è attualmente psicologa e psicoterapeuta ad indirizzo psicosocioanalitico, con iscrizione
all’Albo dell’Ordine degli psicologi della Provincia di Trento. È anche socia ordinaria dell’Associazione
Italiana di Psicosocioanalisi, con sede a Milano, e della COIRAG (Confederazione italiana ricerca e analisi di
gruppo); è supervisore di allievi (dal 1994) e docente (dal 1997) in alcuni moduli formativi della Scuola
italiana di psicosocianalisi e psicoterapia progettuale, ARIELE, Milano; è socia A.S.P., Associazione di Studi
Psicoanalitici, con sede a Milano; è parte del gruppo di studio di psicologia clinica dell’Ordine degli psicologi
della Provincia di Trento, costituitosi nel 2000. Carla Weber è inoltre socia-fondatrice di Pluriversitas,
Associazione per la ricerca sulla conoscenza e l’apprendimento e fondatrice dello Studio Akoé di Trento
(1989), sede di sviluppo di attività di ricerca, formazione e intervento per gli individui, i gruppi, le istituzioni e
le
organizzazioni,
secondo
l’approccio
psicosocioanalitico.
È
anche
una
dei
fondatori
della Associazione per la Ricerca sulla Conoscenza e l’Apprendimento, di Polemos, Scuola di formazione e
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studi sui conflitti, con sede a Trento, e della Fondazione Luigi Pagliarani, con sede a Vacallo (CH).
È responsabile dell’area Psicologia culturale dei comportamenti di genere ed è docente nel Master
universitario di Politiche di genere (2004-2005), presso l’Università degli Studi di Trento, Facoltà di Lettere e
Filosofia. Insegna inoltre nell’area Risorse umane e Sviluppo organizzativo nel Master of Art and Culture
Management (edizioni 2004 e 2005), presso la Trento School of Management. Esercita l’attività
psicoterapeutica come libera professione dal 1989 nel proprio Studio a Trento ed è responsabile di interventi
psicologici e formativi con gruppi e istituzioni a livello pubblico, privato e del terzo settore, con riguardo
particolare alla selezione, alla consulenza al ruolo, alla supervisione e allo sviluppo organizzativo.
LINK UTILI
http://www.polemos.it/lavorano/carlaweber.html
http://www.polemos.it/lavorano/ugomorelli.html
http://www.unilibro.it/find_buy/result_scrittori.asp?scrittore=Morelli+Ugo&idaff=0
http://www.meltemieditore.it/nuovo/autori/schedaautore.asp?codice=961
http://www.meltemieditore.it/nuovo/autori/schedaautore.asp?codice=893
http://www.festivaletteratura.it/2005/schedaautore2005.php?autid=1221
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