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Torino, 17 settembre 2009
Spettabile
Ufficio VI, Direzione IV del Dipartimento del Tesoro
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Osservazioni in merito alla seconda consultazione pubblica per l’attuazione della direttiva
2007/36/CE relativa all’esercizio di alcuni diritti degli azionisti di società quotate
Egregi Signori,
Con riferimento al documento di consultazione del 24 luglio 2009, Ci pregiamo di trasmettere le nostre
riflessioni concernenti il punto:
2. - LA CONVOCAZIONE E L’INFORMATIVA PREASSEMBLEARE
Articolo 5, DSHR
Articolo 31, comma 1, lettere c) e d), LC 2008
E’ autorizzata la pubblicazione del presente documento ai fini della consultazione.
Cordiali Saluti
SpA ITALIA
Dott. Umberto Zola
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PREMESSA
Da anni il nostro studio segue con interesse la corporate governance di centinaia di società quotate,
frequentando le assemblee degli azionisti e rivolgendo una costante attenzione alla comunicazione
ed all’informazione verso gli stakeholders, prerogative fondamentali di ogni SpA quotata.
Da qui l’interesse per la direttiva 2007/36/CE, volta a migliorare i diritti degli azionisti
intervenendo su taluni aspetti del diritto societario che, in ambito italiano, rivelano una certa
discrasia con la best practice comunitaria.
In particolare, ciò che ci preme qui rimarcare è questione nota e, a nostro avviso, finora poco
contrastata: lo scarso peso degli azionisti nella vita delle società quotate, tradotto con l’inadeguata
presenza in occasione delle assemblee e lo scarso interesse per l’esercizio del voto. Una mancanza
di interazione che va contro gli stessi interessi delle società quotate e che, alla lunga, rischia di
congelare una piazza finanziaria già fredda come quella italiana, isolandola dal resto d’Europa.
A tale situazione si può porre rimedio implementando la comunicazione e l’informazione verso gli
azionisti e gli stakeholders tutti, italiani od esteri. Senza la libera e tempestiva circolazione delle
informazioni, infatti, la costituzione di un mercato unico europeo non può che restare mera utopia.
E’ proprio al fine di incentivare gli azionisti ad una più attiva e consapevole partecipazione alla
governance societaria che il legislatore europeo, con la DSHR, ha dettato le sue linee guida. Precetti
che gli emittenti quotati italiani avrebbero, a nostro avviso, più che mai bisogno di adottare, pena un
ulteriore decadimento dell’attrattiva del mercato nostrano sul fronte internazionale.
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2. - LA CONVOCAZIONE E L’INFORMATIVA PREASSEMBLEARE
B) Contenuto e modalità di pubblicazione dell’avviso di convocazione
L’articolo 5 della Direttiva 2007/36/CE recita: “Fatti salvi gli ulteriori requisiti in materia di
notifica o pubblicazione stabiliti dallo Stato membro competente quale definito all’articolo 1,
paragrafo 2, la società è tenuta a emettere la convocazione di cui al paragrafo 1 del presente
articolo in modo tale da assicurare un accesso rapido e su base non discriminatoria alla medesima.
Lo Stato membro impone alla società di utilizzare mezzi di comunicazione che possono
ragionevolmente garantire un’effettiva diffusione delle informazioni al pubblico in tutta la
Comunità. Lo Stato membro non può imporre l’obbligo di utilizzare solo i mezzi di comunicazione i
cui operatori sono stabiliti sul suo territorio”.
Emerge, di primo acchito, la discrasia tra le linee guida europee e l’attuale situazione nazionale.
Se l’ordinamento comunitario propugna la libera circolazione degli avvisi di convocazione delle
assemblee – esortando i Paesi membri ad una diffusione rapida, non discriminatoria e globale degli
stessi – la normativa italiana impone obblighi che vanno nella direzione opposta, obbligando le
società a pubblicare l’avviso di convocazione sulla Gazzetta Ufficiale o su un quotidiano a
diffusione nazionale (art. 2366 c.c)1.
Per meglio approfondire la questione, abbiamo analizzato nel dettaglio le modalità di pubblicazione
degli avvisi di convocazione di tutte le società quotate. I risultati della nostra indagine sono
brevemente presentati qui di seguito2.
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Il 18 agosto 2009 è entrato in vigore il Dlgs 101/09, "Modifiche ed integrazioni ai decreti legislativi 24 febbraio 1998,
n. 58, e 17 settembre 2007, n. 164, in materia di intermediazione finanziaria e di mercati degli strumenti finanziari", ha
modificato gli artt. 113-bis, 113-ter e 114 del decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58, aggiungendo la dicitura
«ferma restando la necessità di pubblicazione tramite mezzi di informazione su giornali quotidiani nazionali» non
soltanto per quanto concerne gli avvisi di convocazione, ma anche in merito a tutta l’“informazione regolamentata”
(ovvero i comunicati stampa, i bilanci, i prospetti di quotazione, ecc.).
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Per consultare i risultati della ricerca nel dettaglio, www.spaitalia.it.
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AVVISI DI CONVOCAZIONE – LA SITUAZIONE ITALIANA
Per convocare le assemblee di bilancio dell’esercizio 2008 le società quotate italiane hanno
pubblicato un totale di 413 avvisi di convocazione, distribuiti tra la Gazzetta Ufficiale della
Repubblica Italiana (24% del totale) e 25 quotidiani a diffusione nazionale3.
QUOTIDIANO
GAZZETTA UFFICIALE
IL SOLE 24 ORE
MILANO FINANZA
FINANZA & MERCATI
ITALIA OGGI
LA REPUBBLICA
IL CORRIERE DELLA SERA
IL GIORNALE
IL MESSAGGERO
LA STAMPA
IL RESTO DEL CARLINO
Q.N.
L’ECO DI BERGAMO
FINANCIAL TIMES
IL GIORNO
LA NAZIONE
WALL STREET JOURNAL
LA GAZZETTA DI PARMA
IL GAZZETTINO
IL MATTINO
IL PICCOLO
L’INFORMAZIONE DI REGGIO EMILIA
LA PROVINCIA
L'ARENA
LIBERO
FRANKFURTER ALL. ZEITUNG
AVVISI
99
89
66
41
23
23
22
9
7
7
4
3
3
3
2
2
2
1
1
1
1
1
1
1
1
1
Di questi, solamente Gazzetta Ufficiale, prima scelta tra le
società quotate, diffonde gli avvisi anche su internet, in una
apposita banca dati disponibile gratuitamente online per 60
giorni. Gli altri quotidiani si limitano a stamparli tra le
pagine del giornale. Tra di essi, al primo posto vi è “Il Sole
24 Ore”, che ha pubblicato il 21% degli annunci. Una quota
di assoluto rilievo appartiene ai giornali editi da “Class
Editori”: “Milano Finanza” (16%) e “Italia Oggi” (6%). Tra i
due quotidiani della casa editrice milanese si inserisce
“Finanza & Mercati” (10%), edito da “Perla Finanza”.
Seguono “La Repubblica” (6%) ed “Il Corriere della Sera”
(5%). Via, via, con numeri significativamente inferiori,
vengono poi gli altri quotidiani, tra i quali se ne annoverano
anche tre esteri: “Financial Times”, “Wall Street Journal” e
“Frankfurter Allgemeine Zeitung”4.
Quantitativamente, il livello della comunicazione tra le società quotate e gli stakeholders potrebbe
sembrare soddisfacente. Sono molte, infatti, le società emittenti che hanno interpretato in modo
ampio l’art. 2366 c.c., prevedendo la pubblicazione degli avvisi di convocazione su più di un
quotidiano.
3
Dati elaborati in base ai verbali delle assemblee di bilancio dell’esercizio 2008, inviati dalle società e pubblicati sul
sito Internet di Borsa Italiana. Si noti che il numero degli avvisi di convocazione è superiore al totale delle emittenti
quotate con sede in Italia, il che si spiega col fatto che molte società optano per pubblicare l’avviso su più di un
quotidiano.
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Per approfondimenti, consultare l’allegato 1. a pag. 8 della presente relazione.
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A nostro avviso, però, è in termini qualitativi che emergono le discrepanze con la best practice
comunitaria, e per comprenderlo è sufficiente tenere conto dei dati di diffusione giornaliera delle
testate nazionali sopra menzionate5.
GIORNALE
GAZZETTA UFFICIALE
AVVISI
99
quotidiani minori e meno utilizzati dalle
Il SOLE 24 ORE
89
320.213
2.637
società stesse, basta analizzare la tabella
MILANO FINANZA
66
99.155
1.002
FINANZA & MERCATI
41
n.d.
n.d.
ITALIA OGGI
23
77.972
72
LA REPUBBLICA
23
507.388
33.252
IL CORRERE DELLA SERA
22
587.157
38.864
IL GIORNALE
9
179.208
1.252
IL MESSAGGERO
7
207.803
418
307.409
861
Senza prendere in
considerazione i
qui a fianco per comprendere - senza
ombra di dubbio - come il mezzo cartaceo
non
sia
adatto
a
rispondere
alle
raccomandazioni contenute nella DSHR.
LA STAMPA
7
Come possono testate che diffondono
Altri
27
DIFFUSIONE ESTERO
online
online
poche migliaia di copie all’estero – ma in taluni casi si scende ampiamente sotto il migliaio –
conseguire risultati apprezzabili al fine di una comunicazione “comunitaria”?.
Non è forse contraddittorio auspicare un mercato europeo in cui le informazioni circolino in modo
libero, tempestivo e non discriminatorio, quando tuttora, e sempre più in futuro, la normativa
italiana impone alle società quotate di pubblicare gli avvisi di convocazione delle assemblee –
momento fondamentale di interazione tra società ed azionisti - sui quotidiani?
Un autorevole parere in questo senso l’ha già dato il TAR del Lazio, che il 24 giugno scorso ha
bocciato il ricorso promosso da “Il Sole 24 Ore Spa”, “Class Editori Spa” e “FIEG” contro
“CONSOB” e “Borsa Italiana Spa”, sancendo “l’impossibilità per la CONSOB di affidare alla
stampa quotidiana il ruolo di mezzo utilizzabile per l’adempimento degli obblighi informativi con le
modalità imposte dalla disciplina comunitaria e dalla legge italiana, in quanto essa non
consentirebbe di rispettare tali modalità”6.
5
Media mobile di 12 mesi – da Giugno 2008 a Maggio 2009 (dati dichiarati dall'editore e pubblicati sotto la sua
responsabilita'). Dati raccolti da Ads e pubblicati su www.fieg.it.
6
Interpretando le linee guida europee e la direttiva cosiddetta “Transparency”, con la delibera n. 16850 del 1° aprile
2009 la Consob aveva modificato il regolamento di attuazione del Dlgs n. 50/1998, eliminando l’obbligo di
pubblicazione delle informazioni finanziarie sui giornali. “Il Sole 24 Ore”, “Classe Editori” e “FIEG” ricorsero contro
tale decisione, trovando però il parere negativo del TAR del Lazio, che il 24 giugno 2009 ha dichiarato inammissibile
ed infondato tale ricorso.
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CONCLUSIONI
Alla luce di quanto esposto, rispondiamo ora alle domande contenute nel Secondo Documento di
Consultazione, relative al punto 2.B: Contenuto e modalità di pubblicazione dell’avviso di
convocazione.
- Ritenete condivisibili gli interventi normativi prospettati?
- Le medesime modalità di pubblicazione di cui all’articolo 125, comma 1, TUF, sono previste per
l’avviso di convocazione di cui all’articolo 104, comma 2, TUF: ritenete opportuno prevedere
invece formalità semplificate di pubblicazione, ad esempio solo sul sito Internet della società?
Riteniamo condivisibili gli interventi concernenti il contenuto dell’avviso di convocazione, ma
siamo profondamente contrari al perdurare dell’obbligatorietà di diffusione degli stessi per mezzo
della stampa.
Riteniamo tale obbligo antitetico ai principi fondanti la Direttiva 2007/36/CE, la quale – è bene
ricordarlo – esorta gli Stati membri ad imporre “alla società di utilizzare mezzi di comunicazione
che possono ragionevolmente garantire un’effettiva diffusione delle informazioni al pubblico in
tutta la Comunità”, nonché “assicurare un accesso rapido e su base non discriminatoria”.
Adempiere agli obblighi di comunicazione attraverso la carta stampata è, al contrario,
un’operazione:
a) costosa: per l’azionista (per non lasciarsi sfuggire un avviso, occorrerebbe in linea teorica
acquistare ogni giorno tutti i quotidiani nazionali) e per la società emittente, che paga l’inserzione.
b) laboriosa: ogni giorno l’azionista con un discreto pacchetto azionario dovrebbe sfogliare le
pagine di decine di quotidiani nazionali, per non parlare delle difficoltà che incontrerebbe chi
risiede all’estero (si legga in proposito la diffusione dei quotidiani italiani, pag. 5 della presente
relazione).
c) discriminatoria: per le difficoltà palesate ai punti a) e b), i piccoli risparmiatori non sarebbero di
fatto in condizione di ricevere un’informativa tempestiva e completa7.
7
Lo stesso TAR del Lazio, nella succitata pronuncia, ha sentenziato: “la possibilità di considerare la carta stampata
quale mezzo rispondente agli obiettivi individuati dalla Direttiva non poteva essere presa seriamente in considerazione
in sede di recepimento, a meno di non tradirne del tutto la reale portata di quest’ultima”. E ancora: “Né può certo
sostenersi che una testata giornalistica, per quanto altamente diffusa nell’ambito di uno Stato membro, possa assicurare
la “diffusione su base non discriminatoria di informazioni su tutta la Comunità”.
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La soluzione da noi proposta, già caldeggiata dal legislatore europeo8, è dunque quella di
convogliare - al più presto - le comunicazioni finanziarie verso il canale telematico, giacché Internet
è attualmente l’unico mezzo di comunicazione in grado di conseguire realmente gli obiettivi
propugnati dalla direttiva comunitaria. Ogni altra forma comunicativa sarebbe, a nostro giudizio,
dispendiosa, ridondante e, per giunta, poco efficace.
Fermo restandone la necessarietà e validità, riteniamo che la soluzione ideale non sia da ricercarsi
nella sola diffusione delle informazioni sui singoli siti Internet delle società. Come per i quotidiani,
infatti, anche in questo caso gli stakeholders si troverebbero costretti a visitare, quotidianamente, i
siti di tutte le società quotate alla ricerca di comunicazioni preziose.
Cio che consigliamo, invece, è la creazione di un’unica banca dati di facile consultazione,
accessibile online gratuitamente, che contenga ed archivi in modo sistematico e duraturo – con
modalità di ricerca analitiche e cronologiche - l’integralità delle comunicazioni inviate dalle
società quotate.
Vista l’efficacia e l’esperienza ormai rodata del circuito NIS, sarebbe il sito Internet di Borsa
Italiana, a nostro giudizio, il luogo più indicato a tale scopo, in quanto vero e proprio organo
ufficiale del mercato quotato italiano e facilmente riconoscibile in tal senso anche da parte degli
investitori esteri. A tal fine sarebbe necessaria, ovviamente, una traduzione in inglese di tutta
l’informativa, nonché della banca dati e dell’integralità del sito stesso, in modo da consentire un
accesso rapido e non discriminatorio a tutti gli stakeholders, italiani e non.
8
Sulla DSHR si legge: “È opportuno sfruttare le possibilità offerte dalle moderne tecnologie al fine di rendere
immediatamente accessibili le informazioni. La presente direttiva presuppone che tutte le società quotate abbiano già un
sito Internet”.
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Allegato1: ripartizione percentuale degli avvisi di convocazione9
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Dati elaborati dagli avvisi di convocazione delle sole assemblee di bilancio dell’esercizio 2008.
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