Il colpo di pistola: la prima “spiegazione”, nata nell`ambito delle
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Il colpo di pistola: la prima “spiegazione”, nata nell`ambito delle
Scienze della natura Oggetto Dati Si esprimono con Finalità Il cane cane del sociologo Werner Sombart Scienze dello Spirito Studiano il mondo interno all'uomo (le azioni Studiano il mondo esterno all'uomo (gli compiute dai soggetti che hanno un loro significato eventi/oggetti/fatti non hanno esperienze vissute) interno) Provengono dall' esperienza interna (quella vissuta) Provengono dall'osservazione esterna e dalla comprensione che l'uomo ha degli altri uomini Giudizi determinanti: Giudizi di valore: determinanti attribuiscono qualcosa a valore attribuiscono un valore di bello, di qualcos’altro; si strutturano nella forma buono, di giusto ecc. a qualcosa o qualcuno; la verità dell’affermazione e negazione; pensano il particolare non si costruisce sulla corrispondenza del giudizio ad come contenuto nell’universale; sono un tentativo di uno stato di cose; fanno riferimento non solo al dire rispecchiare le cose e la realtà ed a questo riguardo cose vere (LOGOS) ma anche al fare e volere cose si possono dire veri o falsi vere (EROS EROS) EROS Comprendere (Verstehen)) sulla base dell'esperienza Spiegare i fenomeni casualmente riportandoli ad un vissuta, avvalendosi di categorie concettuali insieme di leggi (valore/signifìcato/scopo). Il sig. Rossi, stanco dei rumori della città, si è trasferito in periferia. Il suo vicino di casa possiede un cane che abbaia continuamente durante la notte e non gli permette di dormire. Una sera il sig. Rossi esasperato prende la pistola e uccide il cane. Qual è la causa della morte del cane? Il colpo di pistola: la prima “spiegazione”, nata nell’ambito delle scienze naturali, è esterna e meccanica, non considera la causa finale; i singoli oggetti vengono isolati dalla totalità di cui fanno parte, il fine è l’individuazione di leggi di regolarità e di ripetibilità. “Ogni volta che un cane abbaia di notte è probabile che esso venga ucciso dal vicino di casa” Come o perché? Nelle scienze della natura non ha senso chiedersi “Perché?”, “Per quale scopo?” mentre è molto importante chiedersi “Come” (proviamo a chiederci: perché il corpo cade a terra? Perché ha voluto cadere a terra?; perché la pietra mi ha colpito? Perché ha voluto colpirmi?; perché la terra si muove? Perché ha voluto muoversi? Ponendoci tali domande sembra riconoscere alle cose inanimate una volontà, il desiderio di perseguire un fine) Il desiderio del sig. Rossi di dormire tranquillo: la seconda “spiegazione” si basa sulla comprensione dei motivi per cui un certo evento accade, il procedimento conoscitivo prevede di andare oltre ciò che si osserva scendendo in profondità per cogliere le cause prime e per cercare ciò che rende l’evento necessario e unico nel suo accadere. “Il cane del vicino è stato ucciso dal sig. Rossi perché non gli permetteva di dormire; quest’ultimo, esasperato, in un momento di rabbia ha sparato.” Nelle scienze dello spirito (scienze umane) non è sufficiente chiedersi “Come?”, mentre è molto importante chiedersi “Perché?”, “Per quale scopo?”. (proviamo a chiederci: come è stato possibile a Carlo di colpirmi con una pietra? Perché ha voluto colpirmi? Come ha potuto scrivere la Critica della ragion pratica Kant? Perché ha voluto scriverla?” come è stato possibile per Socrate andare in carcere?” “Perché Socrate è andato in carcere?” in questo caso il fine dà un senso e un significato al fatto) Il principio dell'avalutatività di Weber dice in estrema sintesi questo: vi è una "differenza insormontabile" tra le proposizioni descrittive e quelle valutative, tra le argomentazioni che mirano a ordinare concettualmente la realtà e quelle che mirano a valutarla; mentre le prime hanno il carattere dell'oggettività, poiché pretendono di valere universalmente per ogni individuo dotato di ragione, le seconde sono puramente soggettive, valgono solo per chi le esprime e per chi, soggettivamente, si trova d'accordo con lui, non possono pretendere di avere una validità intersoggettiva di diritto. Alcuni però affermano che una reale oggettività è impossibile, e che anche l'analisi razionale più rigorosa è basata su un insieme di valori (magari non esplicitati). Pensiamo al giudizio “l’acqua bolle a 100 gradi centigradi” e chiediamoci quando nella vita quotidiana esprimiamo questo giudizio lo facciamo sempre in modo disinteressato cioè senza badare ad un qualche valore di riferimento? Chi è giunto a questa conclusione scientifica vi è giunto senza alcuna relazione ad un valore? Se anche l’unico scopo della nostra conoscenza fosse l’oggettività, quello scopo non sarebbe un valore? L’oggettività è un valore? L’universalità è un valore?