“Piccoli crimini coniugali” eleganti e furbi

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“Piccoli crimini coniugali” eleganti e furbi
MessaggeroVeneto
ALBUM
14
OSOPPO. Il Friuli, così lontano
dalla Giamaica in cui esplose il mito,
ha un rapporto particolare,
singolare,unico e storico con Bob
Marley e tutta la cultura Rasta: dal
1994 ospita il Rototom Susplash,
quello che è diventato il più grande
ed importante festival europeo
dedicato alla musica reggae.
Prima a Gaio di Spilimbergo, poi ad
Aprilia Marittima e infine all’ombra
della fortezza di Osoppo, questa
autentica kermesse di suoni, colori,
profumi e culture ha saputo
ROTOTOM SUNSPLASH, UN ANGOLO DI GIAMAICA IN FRIULI
richiamare nella nostra terra i più
grandi artisti della scena reggae,
ampliando di anno in anno l’offerta
di ospitalità e intrattenimento
ricreativo e formativo, tanto che da
più di un’edizione le presenze di
pubblico superano
abbondantemente le centomila
unità. Oltre a tantissima gente
proveniente dalla nostra regione, al
Rivellino arrivano appassionati dalla
Scandinavia, dall’Inghilterra, dalla
Francia e dalla Germania,
dall’Austria e dalla Spagna, e
ultimamente anche dai Paesi dell’Est
europeo.
Sicuramente un bel motivo di
soddisfazione per Filippo, Sabrina e
tutta l’affiatata e coraggiosa banda
del Rototom e per quanti hanno
creduto che questo piccolo grande
sogno di portare un po’ di Giamaica
nel nostro Friuli fosse qualcosa di
realizzabile. Le cronache dicono che
SABATO 5 FEBBRAIO 2005
questi coraggiosi hanno avuto
ragione e i risultati li spronano a fare
sempre meglio. Sono già al lavoro
per l’edizione 2005 del Sunsplash,
che – nonostante i corteggiamenti
romani – si svolgerà ancora a
Osoppo, stavolta dal primo al 9
luglio.
Ecco, come si diceva, un angolo di
Giamaica qui in Friuli, per una
settimana di pace e di good
vibrations, non un corpo estraneo,
ma tanti nuovi amici per una terra
che vuol crescere, anche a tempo di
reggae. (n.c.)
Il grande artista scomparso nel 1981 domani avrebbe compiuto 60 anni. Megaraduno ad Addis Abeba
Il mondo celebra Bob Marley
profeta della dignità degli ultimi
Sarannopiùdicinquecentomilalepersoneche,domani, si raduneranno al Maskal Square di Addis Abeba, in
Etiopia, per ricordare il sessantesimo anniversario della nascita del Ribelle Robert Nesta Marley. Un evento
mondiale che, inizialmente, gli organizzatori volevano
dedicaresoltantoalpopoloafricano,escludendoqualsiasi musicista bianco. Sul palco, accanto ai membri della
famiglia Marley, saliranno gli eredi del profeta di Kingston: a partire dal trascinante e ieratico Luciano a DanCresciutonelghettodiKingston,capitale della Giamaica, fra bande di teppisti e disc-jokey, Tuff Gong (questo il suo
soprannomedabullettodeglislum),passòl’interaadolescenza allaricercadi un
senso della propria vita e della gente
che lo circondava. Lo trovò nel racconto
cheRita,sua moglie,glifece dellaprima
visita che Sua maestà imperiale Hailè
Selassiè I fece sull’isola caraibica per
incontrarelacomunitàRastacheloadorava come la reincarnazione di Dio in
terra.RasTafariMakonnen,questoilnome di battesimo dell’imperatore, figlio
di un’illuminata dinastia di sovrani che
avevano fatto dell’Etiopia una della nazioni più evolute dell’Africa Nera, nella
quale convivevano spinte moderniste e
le antiche tradizioni della Chiesa Copta.
Per la Giamaica, risvegliatasi dal gioco
coloniale, l’Etiopia e il suo imperatore
erano l’Africa primordiale, la terra alla
quale tornare e la guida da seguire per
conoscereilcamminodelproprioriscatto terreno.
Bob Marley rimase affascinato dal
racconto di Rita, dai segni mistici che in
quel giorno, in tutta la Giamaica accompagnaronolavisitadelNegus.Quelgiorno, in lui, gli insegnamenti di Marcus
“Generali
a merenda”
per Akropolis
UDINE.Opportunamentecollocato nella coda del Carnevale,
approda allo Zanon mercoledì,
alle21,perlarassegnaAkrópolis
5 – Percorsi di teatro civile, firmata dal Teatro club Udine, in collaborazione con Teatro Nuovo
GiovannidaUdineeErt,unodegli spettacoli più corrosivi e irriverenti dell’ultima stagione: Generaliamerenda,coprodottodalla compagnia I Fratellini e dal
TeatroMetastasiodiPrato,dove
ha debuttato con successo appenaloscorsodicembre.Neèautore Boris Vian (1920-1959), geniale meteora della letteratura
francese, drammaturgo, poeta,
romanziere, cantante, attore,
suonatoreditromba(sua,tral’altro,la canzoneIl disertore recentemente riproposta da Ivano
Fossati), insommaun irregolare
ed eclettico protagonista della
vita cultural-mondana della Parigi surrealista ed esistenzialista del dopoguerra.
LacompagniaIFratellini,capitanata da attori perfetti di
grandeesperienzacomeMarcello Bartoli e Dario Cantarelli, al
fianco di un nutrito cast di sette
compagni, tra cui spicca anche
la friulanissima, nonché bella e
brava, Michela Mocchiutti.
ny Glover, India Arie, Angelique Kidjo, Shaggy. Accantoall’eventoprincipale,un interomesedifesteggiamenti per rendere omaggio al primo artista che volle dare
voce ai popoli sfruttati ed emarginati, all’insuperato
campione del riconoscimento dei diritti umani per le
popolazioni del sud del mondo. Nato dall’unione di un
tenente inglese e di una giamaicana il 6 febbraio 1945,
Marley incarnava il senso dell’emarginazione di un’intera parte del globo.
Garvey,primodivulgatoredellafedeRasta in Giamaica, presero un corpo e un
volto.QuelladiHaillèSelassiè.PerMarleyessereRastanonsignificavasoloaderire ad una fede, ma diventarne, anche,
il portavoce fra i popoli oppressi. Da
quel giorno il compito che Robert Nesta
si dette fu quello di portare la coscienza
dellaschiavitùfraipopolidell’esodoneroe,assiemeaquella,laparolacheinducevaalrisveglioeilmessaggiodelnecessarioritornoalleorigini,allaMadreAfrica.
LamusicadiMarleynonebbeperògli
effetti sperati: la sua parola snobbata
dal popolo nero si diffondeva fra i bianchiche,ovunquenelmondo,glirendevano omaggio. Poche volte riuscì a suonare in Africa e, anche quelle esperienze
gli riservarono molte delusioni. Come
quando fu costretto a suonare in modo
formale per il pubblico di regnanti, per
lo più bianchi o comunque complici con
la politica di dominio dei bianchi, per la
celebrazione dell’indipendenza dello
Zimbabwe. Davanti alla tribuna dei sovrani accorsi da tutto il mondo Marley si
accorse che il pubblico nero era stato
lasciatofuorieche,quandocercòdisfondare i cancelli per assistere all’esibizio-
ne del profeta del reggae, fu accolto a
suon di lacrimogeni sparati ad altezza
uomo. Il concerto riparatore del giorno
successivo,alqualealcunevociattribuiscono un milione di spettatori, non rimarginò la feritache si era prodotta nell’anima di Marley.
È per questo che la sua storia ricorda
da vicino quella del suo idolo, il tanto
invocato Ras Tafari, Haillè Selassiè, incarnazione, per i Rastafariani, di dio in
terra,Leoneconquistatoredellatribùdi
Giuda. L’imperatore etiope, pur con le
contraddizioni tipiche del continente
africano, seppe modernizzare il suo stato al quale, già nel 1932, volle dare una
prima carta costituzionale. Ma anche
lui,ideatoredell’Organizzatoredell’Unitàafricana, fuemarginato dalla comunità internazionale e dal popolo. Alla primasirivolse perbendue volteperreclamare i diritti del suo e di tutti i popoli
africani. La prima, nel 1936, denunciandogliorroridellaconquistaitalianadell’Etiopia,portata aterminedalgenerale
fascistaGraziani attraversolo sterminio
dellapopolazione civilecon igas tossici.
La seconda per denunciare il neo colonialismo dell’occidente su un Africa oggetto di becero sfruttamento e di ottimo
mercatod’armi per le industrie belliche
del nord del mondo. E con l’aiuto del popolo giunse il colpo di stato che lo fece
deporre e morire in carcere nel 1975.
Le sue parole davanti all’assemblea
dell’Onu s’incarnarono in una delle più
belle canzoni di Marley, War, che diventò, per qualche tempo, l’inno di tutti i
popoli oppressi: «Fintanto che la filosofia che ritiene una certa razza superiore
ad un’altra, non verrà completamente e
definitivamente screditata e abbandonata, ci sarà guerra ovunque.
Il disegno di un riscatto rivoluzionario, anche se teocentrico, degli oppressi
èevidenteintuttalapredicazionediMarley: come in War, nell’appello al risveglio delle masse contenuto in Get up
stand up, nell’indicazione della via da
seguire in Exodus, nella mitica Zimbabwe,compostadurantelavisitaaShashamani, l’insediamento che i Rastafariani
avevano costruito in Etiopia come primo esempio del ritorno alle origini. E
poi in Africa Unite, vissuta dichiarazione dell’africacentrismo del suo pensiero e della sua musica. Il suo pensiero
politico terzomondista era intriso di rastafarianesimo: una congiunzione che
produsse capolavori come Forever loving Jah, Redemption song e Zion train.
Un pensiero che si spense con la sua
scomparsa (l’11 maggio 1981), lasciando
inereditàsoloconflitti,anchefraglistessi Rasta, da allora divisisi in più Chiese.
Diquelpensierolibertarioeliberatorio,
rivoluzionario e terzomondista, oggi rimanesolol’iconadelsuovolto,riprodottaserialmentesullet-shirtinvenditasulle bancarelle di tutto il mondo.
Anna Mazzamauro è “Nannarella”
GRADISCA D’ISONZO. Una grande attrice come Anna Magnani rivive attraverso una
popolare interprete italiana: Anna Mazzamauro. Si tratta di Nannarella, spettacolo in
esclusiva regionale, per la regia di Pino Strabioli,con FilippoGuerrierie MarioPietramata, scene di Tonino di Ronza e costumi di Isabel Angarita, in apertura alla stagione di prosa di Gradisca d’Isonzo, fissato per mercoledì
prossimo, alle 21, in sala Bergamas.
Un racconto per palcoscenico vivacemente, affettuosamente (anche impietosamente)
bilanciatotrainformazioni,rievocazioni,emozioni,citazionipoeticheecanzonettistiche,accompagnatomusicalmenteda MarcelloFiorini (fisarmonica) e Marco Camboni (contrabbasso). Che cosa piace al Signor Critico, e cosa
apprezzerà il pubblico più attento, di questo
Nannarella? In primo luogo, il montaggio:
sembra un termine tecnico del mestiere (in
Lega dei chitarristi, tecnica eccelsa, ma concerto glaciale
Folk club: 13 musicisti sul palco di Pasian di Prato per una lezione di estetica e cultura sonora
di NICOLA COSSAR
PASIAN DI PRATO. L’esteticadiRobertFripp,iltirannoilluminatodelRegnoCremisicheabbiamo sempre e comunque amato, non può non vivere nelle nuovegenerazioni,neisuoitalentuosi,cosmopolitieglacialifigliartistici. Talis pater! Comunque sia,
la furba (crafty) scuola dello zio
BobèdiventataunaveraInternazionaledei chitarrismoacustico,
selettiva (e ambita), rigorosa, didatticamente quasi teutonica,
coltissima e disciplinata come
un vero e proprio esercito a sei
corde.
Il giro italiano della task force
diquestaLeagueofcraftyguitaristsnonpotevanontrovareospitalitàalFolkclub,dasempreattenta alle proposte di alta qualità
musicale, che stavolta – con la
complicità di Roberto Duse – ha
accolto i tredici-diconsi-tredici
artisti nell’accogliente e funzionale cornice dell’auditorium di
Pasian di Prato (grazie all’attenta sensibilità dell’assessorato allacultura).Nonèstatounconcerto, un qualcosa di travolgente,
caldo e da condividere. Si è trattato, piuttosto, di una piccola liturgia del suono affidata a una
L’ensemble della League of crafty guitarists applaudito a Pasian di Prato (Foto Anteprima)
vera e propria orchestra di Ovation, capo-pattuglia Hernan
Nuñez, ottimo anche come compositore. Loro i celebranti, noi i
fedeliaffamatidiunorientamento musicale più forte della banalità di questi tempi e capace di
restituire dignità alla sei corde
oltreigenerieglieroi.Qualesuono?Aldilàdicertesonoritàman-
dolinisticheedilampi rockd’annata, la Lega ha esplorato, metabolizzando,rivisitandoeattualizzando – in conformità con il proprio dettato estetico ed agogico
(atrattipersino fastidioso)–classicidiognigenere,daBachaBartok, dai Beatles al lussureggianteedevocativoPiazzolla,aggiungendoci proprie composizioni in
uncontinuumespositivodavvero
rituale, come le sempre affascinanti Circulations, che sono – per
noi – il momento di autentica comunione del gruppo. Poliritimiche perfette, intonazioni anche,
post-contrappunti ben studiati,
riffmisuratiefunzionaliadundisegno più complesso e quadrato,
disciplinato appunto.
Trieste: fino a domani al politeama Rossetti la commedia di Schmitt con Andrea Jonasson
Uno spettacolo senza pause o rallentamenti
per raccontare una coppia in crisi
tra mistero, gelosie e presunto lieto fine
La commedia è frutto di
unacoproduzionetraloStabile regionale e la Contemporanea, con la regia di Sergio
Fantoni. Protagonisti sono la
citata Jonasson, stella del firmamento teatrale nel mondo
tedesco, e l’ottimo Gianpiero
Bianchi. Le opere di Schmitt
sono poi ben note in Italia, lo
stesso Stabile del Friuli-Venezia Giulia infatti ha realizzato in passato il suo Visitatore. Sebbene molto del succes-
so del presente allestimento
si debba alla maestria registica di Fantoni, si può notare
anche in questa Piccoli crimini coniugali la cura con cui
l’autore confeziona la patina
elegante per le sequenze di
battute, che sempre riescono
a darti il sapore della sospensione, dell’indeterminatezza:
suggestioni che forse vengono da lontano, orecchiando
memorabili tracce della nouvelle vague.
Il tema è quello più favorevole a tale costrutto: una coppia in crisi, un pizzico di mistero,un’amnesia vera o falsa
che via via si colora di sangue, per un tentato omicidio.
Gelosie,insofferenze,indifferenze,tuttoquantostaapuntinoperunimpastochenonpesa sul pubblico, ma in diverse
maniere lo sollecita. Non
manca il (presunto) lieto fine.
Certamente per portare a
buon fine una tal commedia
occorrono due attori in grado
di convincere la platea, mostrandosi preda di quel mitico straniamento, come esigeva il famoso Stanislawski, un
registaconcuièindebitomol-
parte lo è), ma soprattutto esso designa la presa di distanza dalla materia, dai tanti materialiraccoltierielaborati.Ainventarefavolenuove basta l’immaginazione, ma per tornare su
cose conosciute occorre la fantasia: e proprio
alla fantasia ricorre il montaggio di questo testo. Prendere le distanze, dicevo: eh già, perchéincasidelgenereilsantino,cioèlamitizzazione,è a portata di mano. Con Anna Magnani,
poi! Ed è per fantasia di scrittura che qui si
evita il trabocchetto della celebrazione. L’attrice destinata ad essere la Magnani sa in partenza che non la sarà. Le girerà intorno, entrerà improvvisamente nella pelle di lei come
una nota a piede di pagina, la mostrerà in terza persona, ne rievocherà aneddoti professionali e private reazioni: insomma epicamente
dovrà straniarla, cioè lasciarla crescere liberamente nella coscienza del pubblico. Un ritratto per vie traverse, insomma, ma sicuramente autentico bel ritratto dal vero.
Alessandro Montello
“Piccoli crimini coniugali” eleganti e furbi
TRIESTE. Due personaggi
sempre in scena per oltre
un’ora e mezzo, senza intervallo e soprattutto senza che
la platea percepisse dei momenti di pausa o di rallentamentonellatensionerecitativa: bisogna quindi affermare
subito che Piccoli crimini coniugali del francese Eric-EmmanuelSchmitt,rappresentato al politeama Rossetti mercoledì scorso e qui sino a domani, è un copione misurato
e attento, ma anche costruito
con una buona dose di furbizia (condivide questa tesi anche la protagonista Andrea
Jonasson nell’intervista presentenelfascicolocheaccompagna lo spettacolo).
A GRADISCA
to teatro europeo del Novecento. Jonasson e Bianchi
quindi si dimostrano, come
necessita, straordinariamente coinvolti nell’azione, felici
anzi nel procedere progressivo della storia, sostenendo la
loro recitazione sempre con
nuove risorse espressive, per
far percepire la crescente suspence.
Spettacolo di stile, di gusto...probabilmenteindirizzato alla borghesia alla moda,
provvistadiapprocciculturali, quella che riempie in europa le platee.
Mercoledì sera al Rossetti,
successo deciso con molte
chiamate.
Carlo Milic
Risultato?Esattamente quello
che ci aspettavamo: rispettoso e
sincero apprezzamento per l’alto
livellotecnicoeorchestrale,emozionizero.ConlaLCGnonci sono
sorprese, sai esattamente come
comincia e come finisce (passerella in platea compresa), siamo
in una dimensione altra, fedele e
coerente con il verbo seminato
da Fripp quasi vent’anni fa, un
insegnamento che ha dato frutti
copiosi (sul palco c’erano musicisti italiani, svedesi, inglesi, tedeschi,spagnoli,messicanieunaragazza argentina), risultato di un
veroepropriomovimentostilisticochecontinuaafarproselitinelle giovani generazioni di tutto il
mondo. E questo è un fatto molto
positivo in un mondo musicale
usa e getta e attraversato da
un’ignoranza tecnica a volte imbarazzante. L’Università Fripp è
una garanzia di preparazione (a
proposito, l’ensemble presente
in Friuli siera fermato a studiare
a Cesclans!), di approfondimento, di disciplina (anche troppa),
di conoscenza della letteratura
musicale sopra ogni genere. La
LCG, se non la destinazione, è almeno una speranza per la musica di domani. Magari con un po’
di ghiaccio in meno...
Domani “Albero”
a Burattinibon
TAVAGNACCO. Terzo appuntamento con
Burattinibon, organizzato dall’assessorato alla cultura del Comune di Tavagnacco e dalla
FondazioneLuigi Bon per la direzione artistica di Pierpaolo Di Giusto. Domani, alle alle
17.30, sarà la volta de Il Cerchio Tondo da Lecco con lo spettacolo Albero.
Èesistitaun’epocaincuilepiantevenivano
considerate la manifestazione più immediata
delladivinità.Allepiantegliuominisirivolgevano per chiedere conforto, intorno ad esse
fiorivano miti straordinari. Ad ogni albero venivano attribuite caratteristiche particolari,
perchéinciascunodiessiilmisterodellanatura e quello del divino trovavano un diverso
equilibrio.
L’apertura della biglietteria è fissata per le
15. Il costo del biglietto unico per grandi e piccini è di 4 euro.
Discoteca regionale:
mille produzioni
tutte da consultare
OSOPPO. La Discoteca regionale
del Friuli-Venezia Giulia apre i
battenti al grande pubblico dopo
circa 9 mesi di intenso lavoro di
catalogazione a partire
dall'inaugurazione, avvenuta il 17
aprile 2004. Ogni martedì e
giovedì, dalle 15 alle 18, sarà infatti
possibile accedere a questa
innovativa struttura, voluta dal
batterista U.T. Gandhi e realizzata
con il sostegno di Regione,
Provincia di Udine e Comune di
Osoppo, che tra l’altro ha messo a
disposizione i locali che ospitano
l’archivio e le altre attività della
Discoteca, in piazza Vittorio
Veneto 1.
Gli interessati potranno trovarvi
circa 1000 produzioni
discografiche che in comune
hanno la presenza di un legame
con la storia e la cultura della
nostra regione. L’accesso al
materiale è mediato da un
innovativo catalogo progettato da
Lorenzo Tempesti e Lucio Scuor,
entrambi diplomati al Dams, che
costituisce una grande fonte di
informazioni per chi si avvicina al
mondo della musica regionale (già
quasi 3000 artisti e tecnici inseriti)
ed è accessibile anche
comodamente da casa a partire
dall’indirizzo internet
www.discoteca.fvg.it. La Discoteca
è anche raggiungibile
telefonicamente (0432-986841).
Tra gli esperti e operatori del
settore che collaborano alla
realizzazione del progetto ci sono
Roberto Fabris, presidente della
cooperativa Gaia.A. di Udine che
ha in gestione la Discoteca, e
Valter Sivilotti, noto pianista ed
arrangiatore. È grazie a
quest’ultimo che la Discoteca ha
anche messo in opera un’attività di
educazione musicale dedicata agli
allievi delle scuole dell’obbligo
della regione.
La Discoteca regionale si propone
anche di pubblicare degli studi
che focalizzino di volta in volta su
un particolare aspetto della sua
attività o del patrimonio musicale
regionale. La collana Quaderni
d’archivio è già stata inaugurata
dal primo volume: Villotte
emigranti e altre storie jazz a cura
di Flavio Massarutto.
Una grande novità è infine data
dalla recente donazione, da parte
di Manfred Eicher, di tutto il
catalogo disponibile dell’etichetta
da lui fondata: la prestigiosa Ecm.