Progettare ed installare impianti di climatizzazione in zone

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Progettare ed installare impianti di climatizzazione in zone
expoclima.net
#60
ARTICOLO TECNICO
INTERVISTA
pROdOTTI
NEWS dAL pORTALE
FEBBRAIO ‘14
L’ancoraggio degli impianti
secondo Fischer italia: intervista
doppia
Ing. Enrico Crivellaro - Responsabile Engineering di Fischer Italia
Ing. Roberta Gobbo - Product Manager ITS Trade e SaMontec di Fischer Italia
In Italia Fischer è una delle aziende più conosciute per i sistemi di fissaggio, applicabili in diversi ambiti dell’edilizia e
dell’impiantistica, e i tasselli, come ad esempio il tassello a S che, a partire dalla fine degli anni ’60, è letteralmente entrato nei
muri dei tutti gli italiani. Per questa intervista, quindi, dovendo parlare di sistemi antisismici per l’ancoraggio degli impianti
HVAC, ci siamo rivolti a due esperti dell’azienda: l’ing. Enrico Crivellaro, Responsabile Engineering di Fischer Italia e l’ing. Roberta
Gobbo, Product Manager ITS Trade e SaMontec di Fischer Italia.
Progettare ed installare
impianti di climatizzazione in
zone sismiche
Il territorio nazionale viene ormai interamente
classificato dalle normative vigenti come zona
sismica. Per questo, e visti anche i recenti
eventi sismici, si sta sviluppando una sensibilità sempre maggiore sulla costruzione di edifici
atti a resistere a tali eventi. Anche gli impianti
devono essere adeguati e verificati, per poter
funzionare o comunque non provocare danni a
persone in seguito ad un terremoto.
ing. Crivellaro, i sistemi
di ancoraggio con
tasselli sono sempre
più utilizzati; le norme
italiane, però, ancora
non affrontano i criteri di
prescrizione, di controllo
e di dimensionamento.
Cosa ne pensa? Secondo
lei una svolta in tale
direzione porterebbe ad
una migliore conoscenza
della materia e ad una
progettazione e posa in
opera più accurata?
In questo specIale
Il sisma e gli impianti
Note per l’installazione e la
progettazione sismica degli impianti
Normative, linee guida e
raccomandazioni
Intervista a:
Enrico Crivellaro
Responsabile Engineering
roberta Gobbo
«Sicuramente la mancanza a
oggi di una norma nazionale in materia di sistemi di ancoraggio
ha rappresentato una grossa lacuna nel mondo delle
costruzioni. Questo ha comportato molto spesso un utilizzo
di ancoranti non idonei al tipo di applicazione. Confidiamo
che l’entrata in vigore della Norma Europea EN 1992-4 relativa
alla progettazione degli ancoranti su calcestruzzo, prevista per
il 2014, sviluppi una maggior sensibilità nei progettisti, che
progettano gli ancoraggi, e negli installatori, che realizzano
l’installazione».
Product Manager ITS Trade e
SaMontec
Fischer Italia
prodotti in primo piano
L’idoneità antisismica degli ancoranti è disciplinata
in Europa da linee guida apposite. Brevemente, quali
sono le caratteristiche e le specifiche degli ancoranti
da utilizzare per il collegamento alle strutture dei
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componenti di impianti? Che norme europee devono
rispettare?
«Nel 2013 l’EOTA (Ente Europeo per i Benestare Tecnici) ha
emesso il Rapporto Tecnico TR 045 che fornisce indicazioni per
la progettazione sismica degli ancoraggi su calcestruzzo. Tale
riferimento sarà sostituito dall’entrata in vigore della Norma
Europea EN 1992-4. L’EOTA ha emesso inoltre la linea guida
ETAG 001 – Annesso E, che permette di certificare gli ancoranti
da impiegare con azioni sismiche, in particolare: ancoranti
in categoria di prestazione sismica C1 (per applicazioni non
strutturali) e C2 (per applicazioni strutturali). Gli ancoranti
devono superare severe prove che simulano l’azione sismica.
Infine la scelta del fissaggio più idoneo deve essere fatta dal
progettista in funzione del grado di sismicità della zona e della
classe di importanza dell’edificio».
potrebbe illustrare l’importanza della realizzazione del
foro per la tenuta dei tasselli, in particolare con ancoranti
chimici?
«L’importanza nella realizzazione del foro nell’installazione
dei tasselli è fondamentale. Una non conforme pulizia del
foro secondo quanto riportato su certificazione del prodotto,
può causare una riduzione del carico anche del 40%. In
modo particolare gli ancoranti di tipo chimico basano il loro
funzionamento su due principi: da una parte grazie all’adesione
e l’attrito, combinati con l’accoppiamento geometrico tra resina
e le asperità della superficie, e dall’altra tramite l’accoppiamento
geometrico con il filetto della barra metallica. Se la resina
chimica quindi fa presa sui residui di polvere di cemento non
rimossi in seguito alla foratura e non sulle asperità del foro, si
crea una un layer di micrograni non portante attorno al cilindro
di resina che va a ridurre la capacità portante dell’ancoraggio».
caldaie, Uta, macchine in genere, che tipologia di
ancorante consigliate? E per l’ancoraggio di tubazioni
(carichi minori)?
per la vs. azienda ricerca e sviluppo hanno un ruolo
importante per la definizione di prodotti sempre nuovi e
più prestanti. Che tematiche state affrontando?
«Impianti o macchinari soggetti a vibrazioni vengono
installati con appositi compensatori o sistemi antivibranti che
desolidarizzano i movimenti dei macchinari dalla struttura.
Il fissaggio dei compensatori non richiede particolari
accorgimenti se non diversamente specificato dai produttori».
«Attualmente la tematica più calda è quella relativa agli
ancoranti di categoria C2, dove l’obbiettivo è quello di studiare
un sistema che sia in grado di soddisfare i severi test relativi
alla categoria C2 senza avere una riduzione significativa della
caricabilità».
ing. Gobbo, quali
soluzioni proponete per il
controventamento antisismico
degli impianti e in particolare di
tubazioni installate usualmente
nel controsoffitto?
«Le soluzioni da adottare
dipendono dalla forza sismica in
gioco e dal peso delle tubazioni
o dei macchinari: può bastare
un nastro d’acciaio oppure può rendersi necessario un
controventamento realizzato con profili in diagonale. Inoltre, la
scelta del controventamento deve tenere conto del fatto che si
tratti di un impianto di nuova realizzazione o di un’operazione di
retrofit. Nella valutazione entrano in gioco anche gli ingombri:
a volte potrebbe essere più economico controventare con
barre filettate che lavorino a sola trazione in più direzioni, ma
lo spazio a disposizione impone di utilizzare un solo bracing,
realizzato con un profilo che possa assorbire sia trazioni che
compressioni».
Fischer Italia fa parte del Gruppo Internazionale Fischer,
partito nel 1948 come piccola officina della Foresta Nera
e oggi leader nei prodotti per il fissaggio.
Fischer produce una diversificata gamma di sistemi di
fissaggio in nylon e acciaio, ancoranti chimici, Soluzioni
per il recupero e il restauro, l’involucro edilizio, la
carpenteria metallica, il legno, le linee vita, la posa dei
serramenti, il fotovoltaico, l’impiantistica e il settore
idrotermosanitario.
Un marchio famoso in tutto il mondo, che si è affermato
con la forza dell’innovazione espressa da quasi 2000
invenzioni e oltre 3000 brevetti e sinonimo innovazione
e qualità, con prodotti e soluzioni applicative che spesso
anticipano gli standard aziendali di sicurezza delle
normative europee e nazionali. Conta 3900 dipendenti
in 43 Paesi e stabilimenti produttivi in Italia, Germania,
Repubblica Ceca, Cina e Continente Americano.
Fischer è anche aggiornamento costante grazie ai corsi di
formazione teorico-pratica organizzati presso le proprie
sedi formative di Padova e Caserta e gli eventi organizzati
sul territorio. L’innovazione costante si avvale, in Italia, di
collaborazioni con i massimi esponenti dell’Università di
Pavia, del Politecnico di Milano, dell’Università di Padova,
dello IUAV di Venezia e dell’Istituto Eucentre e dell’Enea.
Quant’è in media l’incidenza economica di un sistema
di sostegno delle tubazioni antisismico, rispetto alla più
comune pendinatura?
«L’incidenza economica è variabile, basti pensare che un singolo
tubo pendinato è soggetto non solo alle forze orizzontali, ma
anche alle componenti verticali dovute al sisma e la semplice
barra filettata spesso non garantisce la dovuta resistenza a
compressione. Si rende quindi necessario un irrigidimento
con profili di sezione adatta. Per contro, l’incidenza su un telaio
più complesso e pesante, già realizzato con profili, può essere
intorno al 5-10% perché spesso bastano piccole modifiche alla
geometria.
Tenere gli impianti molto vicini alla struttura, evitando quindi
l’effetto ‘altalena’, è un’ottima soluzione per contenere i costi
dell’adeguamento sismico».
per l’ancoraggio alle strutture o alle fondazioni dei
componenti di impianti soggetti a vibrazioni, quali
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