La “scrittura creativa” di Gabriele Era una di quelle giornate di Aprile

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La “scrittura creativa” di Gabriele Era una di quelle giornate di Aprile
La “scrittura creativa” di Gabriele
Era una di quelle giornate di Aprile nelle quali l’aria era alquanto
calda: dopo una lunga mattinata a scuola, all’uscita, ho avvertito il
classico tempo primaverile che richiamava in me la voglia di stare
all’aria aperta a giocare e a fare escursioni per una nuova
avventura.
Vedevo, lì, maestoso il castello che dominava da lontano sopra il
monte, scambiandosi con il mare sussurri di salsedine. Quindi ho
deciso di avventurarmi verso il castello, ma per arrivare fin sopra,
vortice nuvoloso colorato. L’omino non era un semplice omino, era
un mago, potente ma buono che subito fece di me un cavaliere
trasformando il cane che avevo portato in un maestoso cavallo
bianco. Dopo avermi ringraziato con il dono di una spada mi salutò
scomparendo.
Proseguii il mio viaggio verso la cima e arrivato lì mi accorsi che la
spada donatami dal mago aveva il suo scopo, uccidere il drago
che si era impadronito del castello: sputava fuoco e con un gesto
veloce l’ho colpito al cuore. Cadendo morì.
bisognava attraversare la lunghissima foresta. Quando sono
partito ho visto un cane e quindi l’ho portato con me. Sono entrato
nella folta foresta ed ho sentito qualcuno che urlava. La voce da
lontano chiedeva aiuto e quindi sono corso a vedere, incuriosito,
chi fosse.
Era un piccolissimo omino intrappolato in una bottiglia, simile a
quelle da 0.75ml di acqua, chiusa con un tappo di cristallo. Decisi,
così, di rimuovere quel tappo, era duro e pesante, ma con un po’
di forza riuscii a rimuoverlo e quell’omino riprese le sue misure
umane dopo essere scomparso e di nuovo ricomparso in un
Gabriele
La “scrittura creativa” di Federica
Era una di quelle giornate di Aprile nelle quali l’aria era alquanto
calda: dopo una lunga mattinata a scuola, all’uscita, ho avvertito il
Nel letto, ero ancora con il sorriso sulle labbra, soddisfatta della
giornata trascorsa, decisi di ricordare quell’esperienza con un bel
disegno!
classico tempo primaverile che richiamava in me la voglia di stare
all’aria aperta a giocare e a fare escursioni per una nuova
avventura. Vedevo, lì, maestoso il castello che dominava da
lontano sopra il monte, scambiandosi con il mare sussurri di
salsedine, allora decisi di andare a fare un pic-nic con la mia
migliore amica Valeria.
Decidemmo insieme di coinvolgere anche Martina, così arrivammo
a casa sua e con le bici e tutt’e tre pedalammo verso la montagna.
Una volta sopra, organizzammo una coperta stesa sull’erbetta
fresca, ci sedemmo intorno e pranzammo. Subito dopo
decidemmo di fare un‘escursione, chiacchierando un po’ delle
nostre cose. All’imbrunire accendemmo un fuoco e vi sedemmo
attorno con una busta di mash mellow. Attirate dal fuoco, le nostre
mamme, che cominciarono a cercarci, arrivarono al nostro
accampamento. Era ora di tornare a casa!
Federica
La “scrittura creativa” di Martina
Era una di quelle giornate di Aprile nelle quali l’aria era alquanto
calda: dopo una lunga mattinata a scuola, all’uscita, ho avvertito il
classico tempo primaverile che richiamava in me la voglia di stare
all’aria aperta a giocare e a fare escursioni per una nuova
avventura. Vedevo, lì, maestoso il castello che dominava da
lontano sopra il monte, scambiandosi con il mare sussurri di
Ai piedi del monte, c’era una jeep ad aspettarci: il percorso era
tortuoso e pericoloso per salire con le biciclette. In effetti, con quel
mezzo, il viaggio non fu molto interessante e quando arrivammo in
cima alla Rocca, incontrammo Federica e Valeria. Loro erano lì
per un pic-nic e così decidemmo di unirci a loro per condividere
l’esperienza. Avevamo fame, così trovammo un posto per gustare
i panini preparati da casa.
salsedine: decisi allora che era il momento giusto per fare
Dopo aver mangiato andammo a
un’escursione sulla bellissima Rocca. Presi la bicicletta e tornai a
fare un giro turistico con la guida;
casa, il tempo di cambiarmi ed ero pronta per andare, preparai in
visto che il panorama era a dir
fretta i panini e l’acqua e li misi nello zainetto; stavo per uscire di
poco stupendo, decisi di fare
casa quando pensai di invitare anche la mia amica Francesca (per
delle foto allontanandomi dal
non sentirmi sola), così corsi nella mia stanza, mi fiondai sul letto,
gruppo. Scattai cinque, sei foto
afferrai la cornetta del telefono e composi il numero: … TUUU,
al mare azzurro come non mai e
TUUU, TUUU, TUUU…, Il telefono squillava! <<Pronto?>> era la
tornai verso il gruppo ma con grande sorpresa non trovai più
voce di Francesca, le chiesi se uscire con me in bici. Lei rispose di
nessuno: non c’era nessuno, la cima della Rocca era deserta.
si! Il tempo di salire in bicicletta, che già ero in strada verso casa
Possibile erano andati tutti via?! Pensai che probabilmente li avrei
sua. Arrivai da lei che già era pronta, fuori casa ad aspettarmi.
trovati tutti dentro le mura del castello, così mi avvicinai ai ruderi:
gridai, chiamando Francesca, Federica ma … nulla! Nessuna
risposta! Pensai ad uno scherzo e gli urlai di venire fuori (forse si
anni, era solito, che un prescelto veniva per liberarli da quel
erano nascosti) ma nessuno continuava a rispondere. Entrai fra i
terrore e mi spiegò che questa volta era toccato proprio a me!
ruderi del castello con la speranza di trovare qualcuno ed anche
Guardandomi attorno mi ero resa conto che tutto era come nuovo:
con una gran dose di coraggio. Come per magia, ad un certo
il castello non era più un vecchio rudere ma era una fortezza
punto, mi apparve una ragazza: sembrava provenisse da un altro
maestosa e imponente: era meraviglioso!
tempo, era vestita in modo strano, quasi sembrava provenire dal
La principessa mi portò nei suoi alloggi e subito mi armò di
medioevo: anche lei era molto spaventata. La sua presenza non
un’armatura e di una spada.
mi stupì, pensavo fosse un ologramma, ma quando la mia mano
Era ufficiale: avrei dovuto uccidere il terribile drago. Non credo che
non passò dentro il suo stomaco divenni pallida in viso e mi
cel’avrei fatta. Infatti quando arrivo il momento non riuscii ad
sembrò di svenire. Lei
ucciderlo, lui se ne accorse e si lasciò accarezzare dolcemente.
era vera!
Scoprii che in realtà era un gran giocherellone e tutti scoprirono la
La ragazza cominciò
a parlarmi: spaventata
lei,
spaventata
io,
credo che provammo
a tranquillizzarci a vicenda. Mi raccontò di essere una principessa,
in effetti veniva proprio dal medioevo. Il suo spavento non era a
causa mia ma per via del grosso drago che volteggiava fuori del
castello, terrorizzando il suo paese e tutti i suoi sudditi. Ogni dieci
sua vera natura. Così nessuno ebbe più paura di lui, anzi divenne
parte del popolo, divenne uno di loro.
La principessa Rocca mi ringraziò, in qualche modo avevo rotto
una qualche forma di incantesimo che li tormentava da secoli
ormai. Le chiesi come sarei potuta tornare a casa, cosa ne
sarebbe stato di me. Mi rispose di non preoccuparmi e mi diede in
dono una collanina. Una lacrima mi fece stringere gli occhi e
quando li riaprii con grande meraviglia vidi intorno a me tutti i miei
compagni. Non mi spiegavo cosa fosse successo. La maestra mi
spiegò che cadendo dalla bicicletta avevo perso i sensi. Una volta
a casa mi stesi sul letto e ripensai a quello strano sogno della
principessa Rocca e del drago e nel mentre mi resi conto che dalla
tasca mi sbucava qualcosa di strano. La estrassi: era la collanina
donatami dalla principessa!
Non capivo: era stato tutto un sogno o no? Non avevo proprio idea
e non mi interessava scoprirlo, avevo vissuto una bella avventura.
Martina
Alcuni disegni … dalle storie di scrittura creativa
Dalla rappresentazione di “scrittura creativa” di Francesco
“L’uomo maschera”
Dalla rappresentazione di
“scrittura creativa” di Pasqualino
“La macchina del tempo”
Dalla rappresentazione della “scrittura creativa” di
Umberto “Rocca Dragonis”.