ODISSEE Alziamo le vele sulle rotte dell`esperienza e del sapere
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ODISSEE Alziamo le vele sulle rotte dell`esperienza e del sapere
Ci sono storie che non finiscono mai, come la storia della lingua, o meglio delle lingue. Ogni parola trattiene memoria dell'esperienza dell'uomo che fin dagli albori ha voluto dare nome alle cose, ma un nome che è al tempo stesso segno e suono. In alcune lingue il segno è pure un'immagine, una pittura. Allora sarà un'avventura affascinante esplorare il territorio della lingua per penetrarne lo sviluppo, per scoprire il fascino del senso dei nomi tanto importanti da essere uno dei compiti assegnati all'uomo nella Bibbia, ma anche negli altri testi sacri (Corano, Veda, Popol Vuh, Kalevala). E il viaggio si addentra nel futuro laddove si prova a giocare con i neologismi, le fusioni tra le varie lingue, i confronti tra i diversi modi di dire fino ad addentrarsi nei testi poetici e letterari che narrano emozioni, sensazioni, esperienze, scoperte. L'immaginazione del matematico si può paragonare per certi versi al viaggio che Ulisse fu costretto a compiere per tornare a Itaca dopo la distruzione di Troia. Il filosofo neoplatonico Proclo fu il primo a immaginare il viaggio del matematico come ricerca dell'invenzione geometrica, della produzione sterminata di forme e figure con cui siamo soliti organizzare lo spazio che ci circonda. Quale navigazione più affascinante di quella che attraversa la comprensione del significato dei numeri non come entità astratte e lontane dal quotidiano, ma come elementi indispensabili per comprendere il mondo circostante, i suoi fondamenti scientifici, per decifrare interpretare l'arte visiva, per decodificare e riprodurre suoni, per ascoltare il respiro nascosto dell'universo? ODISSEE Alziamo le vele sulle rotte dell'esperienza e del sapere Proposta per il progetto di Istituto 2015-2016 Perché Odissee come filo conduttore del lavoro per il prossimo anno? Ogni giorno che viviamo è un viaggio ricco di incognite. Dal momento in cui apriamo gli occhi al mattino nulla è certo, sappiamo solo che dobbiamo andare al lavoro, a scuola, a giocare. Quali eventi segneranno la nostra giornata? Cosa potrò scoprire? Quali ostacoli mi sbarreranno il cammino e quali strategie dovrò trovare e metter in atto per superarli? E soprattutto quali incontri daranno una svolta al mio andare? Come per Ulisse anche per noi gli incontri, i volti, le parole dette e ascoltate possono dare energia al nostro viaggio esistenziale. “Fatti non foste per vivere come bruti, ma per seguire virtute e conoscenza” e ancora “Libertà va cercando ch'è si cara come sa chi per lei vita rifiuta”. Dante ci dà il senso del nostro continuo partire che per la scuola non è il mero apprendimento di nozioni, ma è vivere esperienze comunitarie per dare sapore (Et. sapere- avere sapore, il sapore della saggezza) e consistenza alle scelte della vita. Pittura, scultura, musica, canto, danza, teatro sono i linguaggi che gli uomini fin dagli albori della loro esistenza hanno utilizzato per trasmettere il loro stupore di fronte alla natura, all'universo, alla sua dinamicità, al suo continuo evolversi. E tali linguaggi nel tempo si sono trasformati, modificati riflettendo il senso della vita, le fatiche, gli ostacoli, i dolori, le sofferenze dell'uomo, il suo sconfinato desideri di andare oltre, di superare i limiti, di comprendere i misteri racchiusi nell'evolversi del tempo e dello spazio. Mai l'uomo si è fermato, mai ha tradito il suo anelito alla conoscenza, mai ha tacitato il bisogno di partire. Ha cercato terre nuove, reali e ideali, ha narrato sempre se stesso, i suoi incontri così come continua anche oggi. Che la scuola non tradisca mai questo bisogno e non usi l'arte, la musica, il teatro come semplici momenti di apprendimento scolastico. Siano queste le vele per aprire orizzonti di esperienza e di pensiero per la vita. Le impronte di Laetoli fissate nei millenni nella polvere vulcanica della Tanzania sono l'emblema dell'uomo in cammino. Oggi assistiamo ammutoliti e quasi impotenti ai viaggi della disperazione: uomini, donne, bambini che attraversano mari e frontiere per sfuggire alla miseria, alla guerra, alla tortura. Studiare la storia dell'umanità in cammino è sollevare i veli del silenzio sulle tragedie dell'uomo che cerca la pace, una vita serena, il lavoro. Così studiare la geografia non è mero elenco di stati, di economie, di capitali, di superfici. Quali rotte nella storia dell'uomo? Quali territori parlano di accoglienza? Quali carte dei diritti gli stati hanno elaborato per costruire società inclusive? I fili nascosti dell'accoglienza, dell'onestà, del rispetto come conquiste mai raggiunte sottendono alla lettura della storia, della geografia che si fanno materie vive per la costruzione di coscienze civiche attente al presente, perché hanno saputo interpretare i segni del passato. Scrive Massimo Recalcati: Non esiste insegnamento senza amore. Ogni maestro che sia degno di questo nome sa muovere l'amore, è in grado di generare trasporto. La scuola come sentinella della possibilità di risveglio, il luogo che conduce altrove, di fronte al nuovo, all'imprevisto. L'urto che ti costringe a pensare. Un miracolo che può compiersi solo se non c'è sudditanza. Alzare le vele per seguire le rotte dell'esperienza e del sapere significa oltrepassare i limiti bloccanti dell'efficienza, della prestazione acritica. Nell'incontro tra allievi e maestri che viaggiano insieme verso la ricerca, lontana dal sapere già costituito e immodificabile la scuola si salverà dal naufragio. Bibliografia Gian Antonio Stella, Odissee. Italiani sulle rotte del sogno e del dolore, Rizzoli Andrea De Benedetti, La situazione è grammatica. Perché facciamo errori, perché è normale farli, ET saggi Lorenzo Braccesi, Sulle rotte di Ulisse. L'invenzione della geografia omerica, Editori Laterza Alessandro Carrera, La consistenza della luce, Il pensiero della natura da Goethe a Calvino, Feltrinelli Slmy Molcho, I linguaggi del corpo. Come il corpo comunica senza parole, Edizioni Red Eduardo Galeano, Parole in cammino. Las palabras andantes, Oscar Mondadori Massimo Recalcati, L'ora di lezione. Per un'erotica dell'insegnamento, Giulio Einaudi Robert Osserman, Poesia dell'Universo, Longanesi Albrecht Beutelspacher, Matematica da tasca. Dall'abaco allo zero, Ponte delle Grazie