Canaletto: un nuovo modo di vedere venezia e il mondo

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Canaletto: un nuovo modo di vedere venezia e il mondo
Comunicato stampa
Canaletto: un nuovo modo di vedere venezia e il mondo
Il Vedutismo veneziano è stato al centro di un Seminario internazionale organizzato
a Milano dalla Fondazione Bracco, in collaborazione con l’Associazione Amici di
Brera e con la Pinacoteca di Brera. Tra i relatori, David A. Brown della National
Gallery of Art di Washington, Giandomenico Romanelli della Fondazione Musei
Civici di Venezia e Dario Camuffo del CNR, che hanno approfondito i tanti aspetti
storici, artistici e scientifici legati a questa straordinaria stagione pittorica italiana
Milano, 27 maggio 2011 – “Abbiamo voluto organizzare questa importante giornata di
studio” ha affermato Diana Bracco aprendo i lavori del Simposio che si è svolto alla
Pinacoteca di Brera, “proprio a pochi giorni dalla chiusura della mostra ‘Venezia: Canaletto
e i suoi Rivali’, che è stata organizzata a Washington dalla National Gallery of Art insieme
con la National Gallery of Art di Londra e che è stata sostenuta dalla Fondazione Bracco.
La mostra ha avuto uno straordinario successo di pubblico, registrando oltre 100.000
visitatori durante i tre mesi di apertura, ed è stata uno dei massimi eventi culturali della
Capitale USA proprio nell’anno in cui si celebra il 150° anniversario dell’Unità d’Italia. La
collaborazione tra le due Gallerie Nazionali inglese e americana”, ha concluso la
Presidente della Fondazione Bracco, “ha permesso di raccogliere un numero eccezionale
di capolavori, tra cui venti fra i più bei Canaletto esistenti. Siamo stati onorati e orgogliosi
di aver contribuito a un così significativo progetto culturale”.
Il Seminario “Il vedutismo veneziano: una nuova visione” ha offerto l’occasione per
riflettere sull’eredità culturale e scientifica della grande stagione di Canaletto e dei suoi
contemporanei. Dopo i saluti di Sandrina Bandera, Soprintendente e Direttore della
Pinacoteca di Brera, Aldo Bassetti, Presidente Associazione Amici di Brera e Caterina
Bon Valsassina, Direttore Regionale per i Beni Culturali e paesaggistici della Lombardia,
è intervenuto il Prof. David Alan Brown, tra i massimi esperti della pittura italiana, che ha
illustrato il valore artistico e scientifico della mostra: “La grande esposizione che abbiamo
allestito a Washington grazie anche al main sponsor Fondazione Bracco è stata
caratterizzata da una forte componente scientifica, legata soprattutto alla camera oscura:
sappiamo che i pittori veneziani tenevano moltissimo alla precisione topografica dei propri
lavori, e sembra che per costruire le loro vedute abbiano utilizzato diversi strumenti tecnici,
come appunto la camera oscura o una lente grandangolare. Lungi dall’essere un’illusione
ottica, la camera oscura era funzionale all’organizzazione della congerie di dati visivi
presenti nell’occhio ai fini della loro rappresentazione su una superficie piana”.
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Il nesso tra arte e scienza è stato approfondito anche da Dario Camuffo, professore
dell’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima del CNR di Padova, a cui la Fondazione
Bracco ha commissionato uno studio sull’uso della camera oscura da parte dei Vedutisti
che ha fornito anche sorprendenti indicazioni sull’evoluzione del livello del mare a
Venezia: “Grazie agli accurati dipinti realizzati con l’ausilio proprio della camera oscura”,
ha spiegato lo scienziato, “possiamo fare una valutazione anche quantitativa
dell’innalzamento del livello del mare. I quadri infatti evidenziano sui Palazzi la cintura di
alghe, che è un marcatore biologico del livello medio dell’acqua. Se si compara tale livello
con i segni sugli edifici attuali, il suo spostamento corrisponde all’innalzamento verificatosi
nel frattempo. In particolare, i dipinti del Canaletto e di Bellotto testimoniano un alto tasso
di inquinamento a Venezia, con edifici gravemente anneriti già allora, dopo
centocinquant’anni di vita. La precisione dei dettagli è straordinaria”.
Sul significato del nuovo modo di intendere la “visione” introdotto dai vedutisti veneziani,
rivali ma anche amici, si è soffermato Giandomenico Romanelli, Direttore della
Fondazione Musei Civici di Venezia, mentre il Prof. Dario Maran, dell’Università Ca’
Foscari di Venezia ha analizzato nel dettaglio il “Quaderno” di disegni di Canaletto. I lavori
del Seminario internazionale della Fondazione Bracco sono stati conclusi dall’intervento di
Mariolina Olivari della Pinacoteca di Brera, che ha approfondito in particolare l’opera di
Carlevarijs.
Dopo il simposio tutti i presenti hanno partecipato a una visita guidata allo storico museo
meneghino, con un focus particolare sulle opere dei Vedutisti presenti nella Collezione.
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