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Appassionato di meccanica (ha iniziato a fare l'imprenditore quasi per gioco, all'età di 20
anni), il marchigiano Federico Vitali fonda la Faam rinunciando ai finanziamenti della Cassa
per il Mezzogiorno. Oggi il gruppo ha tre stabilimenti in Italia e due all'estero: Cina e Uruguay. E crede nel futuro dei veicoli elettrici: produce anche una bici elettrica e i veicoli ecologici che saranno presenti negli stadi di Pechino 2008
Faam: come ricaricare
le batterie all’economia
LEADER GLOCALISTI 3
di Antonio Barbangelo
na storia industriale iniziata come un
U
gioco. “Ero un diciottenne appassionato di
meccanica, e mi piaceva trafficare in un’officina di un mio amico, Giuseppe Carlini. Un bel
giorno al mio amico servivano delle batterie,
ma i fondi per acquistarle erano scarsi. Così
gli offrii di finanziare l’acquisto; andai a Jesi e
riempii di batterie la ‘124’ che avevo all’epoca:
furono vendute tutte in breve tempo. Pochi
mesi dopo dovevo partire per il servizio
militare; dissi: “Cosa ne pensi di continuare
quando ritorno?” Detto, fatto. Federico Vitali
racconta il suo primissimo passo da imprenditore. Un paio di anni più tardi (è il 1974)
parte l’avventura aziendale. A
Monterubbiano (piccolo borgo in provincia
di Ascoli Piceno) nasce la Faam, una ditta
individuale con due soli collaboratori. “Il
venditore di batterie di Jesi mi aveva insegnato a fabbricarle”, ricorda ancora Vitali.
“Naturalmente io e Carlini abbiamo sempre
lavorato insieme, fin dall’inizio”.
In questi 33 anni la Faam (Fabbrica accumulatori e autoveicoli Monterubbiano) ha percorso
molta strada. Dal 1982 diventa società per
azioni. Oggi Federico Vitali – piglio deciso e
orgoglio delle proprie radici, nato 53 anni fa a
Monterubbiano, sposato e padre di tre figli –
è il presidente e amministratore delegato di
Faam Spa, una delle realtà italiane più importanti nel campo della produzione di accumulatori e veicoli elettrici, capofila di un gruppo
di società italiane ed estere. Un gruppo con un
fatturato consolidato 2006 di 48 milioni di
euro (destinato per il 20% all’export), tre sta-
bilimenti in Italia, uno in Uruguay e uno in
Cina, aperto lo scorso anno. Conta 220 occupati, solo nelle unità produttive italiane. Le
proiezioni per il 2007 descrivono un fatturato
consolidato di 60 milioni di euro.
Che cosa producete?
Nello stabilimento di Monterubbiano,
Faam produce la linea di batterie avviamento, che fornisce al ministero della Difesa,
Landini trattori, BredaMenarini bus, SisuRenault e Valtra Valmet, in Finlandia, e a
molti altri costruttori di veicoli europei.
E i veicoli elettrici?
Escono dalla nostra controllata Evf Spa,
che si trova sempre a Monterubbiano, costituita per le linee di veicoli ecologici, per uso
industriale e per il tempo libero. Giuseppe
Carlini è l’attuale presidente di Evf, nonché
membro del Cda di Faam Spa. Si occupa di
sviluppo di nuovi veicoli.
Dove sono venduti?
Oggi i nostri veicoli elettrici circolano nei
più importanti comuni italiani e in varie
città europee. In Italia, per esempio, sono
presenti a Milano, Torino, Catania, Bari,
Siena, Vercelli, Roma, Ancona. Quanto
all’Europa sono a Parigi, Barcellona,
Helsinki, Zurigo e in altre città.
Avete aperto anche uno stabilimento in Puglia?
Sì, a Monte Sant’Angelo, in provincia di
Foggia, dove ha sede la Ibf Spa. È un’opera141
FAAM: COME RICARICARE LE BATTERIE ALL’ECONOMIA
zione che mi piace ricordare, perché abbiamo zature. Costruire uno stabilimento a
fatto una “delocalizzazione a rovescio”.
Monterubbiano significava dare una possibilità ai suoi abitanti. In questi anni il nostro
Cioè...
paese è cresciuto insieme alla Faam. E la
Nel 2000 abbiamo chiuso una joint venu- nostra azienda è diventata più forte grazie
re in Ungheria, con un’azienda locale gover- anche a Monterubbiano.
nativa. E abbiamo aperto in Italia, in Puglia.
Un vostro prodotto in questa parte di terra
Serrande chiuse a Budapest per aprire a
marchigiana...
Monte Sant’Angelo, nel Polo industriale di
Il comune di Fermo, a pochi chilometri da
Manfredonia, a due ore di macchina dalla
Monterubbiano, ha acquistato il primo veisede principale del gruppo. Sono uno dei
pochi che ha chiuso un impianto nell’Europa colo elettrico Faam nel ‘91. Oggi detiene un
parco costituito da una decina di nostri veidell’Est per trasferirlo in Italia.
coli elettrici.
In Puglia nascono altri accumulatori?
Sì, abbiamo gli impianti per produrre
batterie industriali: per trazione e stazionarie. In pratica le altre due tipologie di accumulatori, oltre a quelli di avviamento, cioè le
batterie che tipicamente abbiamo tutti nelle
autovetture. Le batterie per trazione sono
utilizzate da clienti come Linde, BT Cesab,
Jungheinrich e molti altri costruttori, oltre
che da utilizzatori come Aeroporti di Roma,
Gruppo Colgate Palmolive, il gruppo
Ariston, Barilla e altri.
Quale spazio ha l'innovazione?
In media, oltre il 5% del fatturato è
destinato a spese in ricerca e sviluppo, con
punte in alcuni anni del 10 percento.
Almeno dieci persone sono dedicate alle attività di ricerca. Dal 1999 abbiamo ottenuto la
certificazione Iso 14001. Inoltre, riguardo
alle tematiche ambientali, Faam è la prima
azienda registrata Emas nelle Marche, secondo la normativa CE 761/2001.
Lavorate con le università?
E quelle stazionarie?
Sono usate da vari gruppi, pubblici e privati. Qualche nome? Telecom e Tim,
Trenitalia, Enel, Peg Perego, Aros, Inovatec.
Una larga parte della vostra produzione
proviene da Monterubbiano...
Certo. La Faam è nata nel 1974 come
risposta al desiderio di valorizzare il territorio di origine. La località dove sono nato si
trovava schiacciata tra il distretto calzaturiero che si sviluppa a Nord e la Cassa del
Mezzogiorno, che attirava uomini e risorse a
pochi chilometri più a Sud. Quando è nata la
Faam, ci ripetevano tutti i giorni che bastava
scendere a sud di 15 chilometri per entrare
nell’area della Cassa per il Mezzogiorno.
E la risposta?
Noi abbiamo rinunciato a quei finanziamenti per restare sul nostro territorio.
Monterubbiano è un paese bellissimo, che
oggi conta circa 2.500 abitanti; un paese che
è stato abitato fin dal paleolitico e conserva
l'unico forte di Francesco Sforza ancora in
piedi. Non poteva essere abbandonato. Negli
anni Settanta si stava svuotando, perché il
lavoro era più a Nord, verso il polo delle cal142
Sì, le evoluzioni dei nostri prodotti sono
sviluppate spesso in partnership con università e istituti di ricerca. In particolare, per
quanto riguarda le batterie stazionarie, l’orientamento è verso l’energia solare. Ma sia
per il settore delle “stazionarie”, sia per le
batterie trazione, il futuro è nel campo della
fuel cell alimentata a idrogeno.
Ci spieghi meglio...
Dal 2000 Faam è impegnata nella sperimentazione delle fuel cell che erogano energia pulita, grazie alla reazione tra idrogeno e
ossigeno. Sono stati realizzati due stack da
36 Volt 380 Watt, adatti all’alimentazione
della Camaleo, ultimo modello di bici elettrica progettata da Faam, e un generatore elettrico a idrogeno dalla potenza di 1 Kw. È
stata avviata, inoltre, la progettazione di uno
stack da 15 Kw, adatto ad alimentare i veicoli
a quattro ruote. Ma Faam lavora anche in
progetti per veicoli a idrogeno, come lo
“Smile Fuel Cell”, che vedremo in occasione
delle Olimpiadi di Pechino 2008.
Pechino... Allora vediamo più da vicino l'attività all'estero. Questo è know-how italiano
che state trasferendo anche in Cina...
In parte sì. Dallo scorso mese di luglio
abbiamo una società controllata in Cina,
nella provincia di Jiangsu, verso la costa
orientale. È la Yibf (Yxing Industrial Battery
Faam), che produce per il territorio cinese. In
Cina abbiamo investito 5 milioni di euro. Lo
stabilimento è la replica dell’unità produttiva
Ibf a Sant’Angelo: batterie trazione e stazionarie. Il fatturato del 2006 è stato di 500.000
euro, ma la previsione è di arrivare a 30
milioni di euro nei prossimi tre anni.
All’inizio dell’anno nello stabilimento cinese
lavoravano 25 addetti, che diventeranno 170
alla fine del 2007.
venture, diventate poi quattro nel 1998. Due
di queste Jv vivono ancora oggi, e due sono
state chiuse.
Dopo i primi due viaggi a vuoto in Cina, c'è
stato un episodio che ha dato il là alle
vostre attività nel Paese asiatico?
Sì. E ho avuto la conferma che – come
spesso accade – sono le persone con cui interagiamo a determinare i cambiamenti
importanti. Una regola che vale ovunque.
Anche in Cina.
Che cosa accadde?
Un giorno a Shanghai assistetti a uno
Quando ha iniziato a “esplorare” il Paese di rimprovero – un po’ troppo chiassoso –
Mezzo?
rivolto a un cortese consulente cinese da
Andai in Cina la prima volta nel 1992,
ma scappai: non c'era possibilità di fare business. Poi tentai ancora due anni dopo, e
dovetti rinunciare ancora. Abbiamo iniziato
a operare in Cina nel 2006, con tre joint
parte di un dirigente di un’azienda italiana.
Il cinese rimase in silenzio e rimase molto
male. A quel punto mi scusai con questa persona per essere stato presente alla deplorevole scenata. Tornai in Italia. Dopo pochi
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FAAM: COME RICARICARE LE BATTERIE ALL’ECONOMIA
giorni il consulente cinese mi chiamò per
propormi di insegnarmi i valori base della
cultura e della comunicazione nel Paese del
Drago. Gli elementi indispensabili per poter
interloquire efficacemente con i cinesi. Mi
spiegò i concetti fondamentali che occorre
sapere sul tempo... sul “perdere la faccia”, e
molte altre cose. Venne apposta in Italia e
offriva tutto gratuitamente. Dovetti insistere
con tenacia per potergli rimborsare almeno
le spese di viaggio.
Insomma, bisogna prepararsi prima di cercare di fare business...
Chi proviene dall'Europa deve “svuotarsi” dagli stereotipi che ha sulla Cina. È un
“mondo” estremamente interessante, che va
compreso. Occorre molta delicatezza nelle
relazioni d’affari e tanta pazienza.
Ricorda una fornitura oltre frontiera significativa?
Certo. E rimarrei ancora in Cina.
Emblematica è stata la prima fornitura di
batterie trazione effettuata nel 1998, a una
società di gestione degli aeroporti per i sistemi di traino degli aerei. Si trattava di una
fornitura di per sé esigua. Che ci ha permesso di confermare la volontà di proseguire la
nostra attività nel Paese asiatico.
Ma i primi step dell'attività all’estero sono
precedenti...
Le prime batterie Faam vendute all’estero
sono andate in Francia, nel 1987.
Inizialmente le nostre esportazioni erano
rivolte ai Paesi europei.
Dove sono collocate le altre “bandierine”?
In Europa, abbiamo aperto la Slo.Bat sro
nella Repubblica Slovacca, e la Dbf sro nella
Repubblica Ceca: sono le controllate che
commercializzano i prodotti Faam nell’Est
europeo. Mentre in Francia è nata la Dbf
France, sempre con una funzione commerciale. Poi ci sono i partner Faam in 22 Paesi.
Sono importatori in cui non abbiamo nostre
quote. Presenti in quasi tutti gli Stati europei, oltre a Russia, Marocco, Guadalupe e
Australia. Presto ne avremo altri in
Germania, Olanda e in Canada, a Montreal.
Una rete molto estesa...
È complesso realizzare prodotti buoni, ma
è ancora più difficile vendere bene.
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Sono state tentate imitazioni all’estero?
Abbiamo avuto qualche caso di contraffazione nell’Est Europa, ma di rilevanza marginale, grazie alla politica di registrazione del
nostro marchio nei principali Paesi.
Chi sono i vostri principali competitor nel
mondo?
Sono grandi gruppi americani. I tre big
sono Johnson Control, Enersys ed Exide, che
opera sui tre settori di batterie: avviamento,
trazione e stazionarie.
Vediamo la società in Sud America...
Nel ‘99 abbiamo costituito una società
produttiva in Uruguay, nella città di Colonia
del Sacramento. Colonia è una cittadina di
16.000 abitanti, a sud del Paese, sulla foce del
Rio della Plata.
Perché proprio in Uruguay?
C’è stabilità politica. È una posizione
importante per l’area dei Paesi del Mercosur.
Si dice che l’Uruguay è il “cotone tra i due
cristalli”; perché è collocato proprio tra
Argentina e Brasile, due giganti che si possono anche “rompere”. Abbiamo visto cosa è
accaduto in Argentina in tempi piuttosto
recenti. La nostra unità di Colonia produce
per l’after market e fa attività di assistenza.
Quali sono gli altri Paesi in cui prevedete di
andare?
Pensiamo di raffrorzare la nostra presenza in
Russia e in India. Oggi in Russia abbiamo
partner a Mosca e a San Pietroburgo: prevediamo di realizzare nella terra di San Nicola
ciò che stiamo già facendo in Cina.
L’obiettivo è una nuova unità produttiva. Un
passo per volta. Ma ci stiamo preparando
anche per questo mercato.
I NUMERI DELLA FAAM
Anno di nascita:
Fatturato:
Utile netto:
Dipendenti:
In quali Paesi esteri:
1974
Nel 2006, 48 milioni di euro
Nel 2005, 600.000 euro
220
Francia, Germania, Olanda,
Gran Bretagna, Spagna, Cina, Usa,
Russia, Argentina, Brasile, Uruguay,
Egitto.