I risultati dell`Indagine su pressione fiscale e studi di settore
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I risultati dell`Indagine su pressione fiscale e studi di settore
I risultati dell’Indagine su pressione fiscale e studi di settore Apindustria Vicenza, nel suo ruolo di sindacato d’impresa, realizza studi svolti dall’Ufficio fiscale dell’Associazione, che sono diretti a valutare l’impatto economico delle norme tributarie sulla platea delle proprie azienda associate. Nell’attuale contingenza, per la criticità dei provvedimenti normativi e la gravità delle conseguenze relative all’applicazione dei medesimi, le citate indagini si sono focalizzate sulle problematiche connesse alla pressione fiscale ed alla normativa, recentemente modificata, sugli studi di settore. Con riferimento agli studi sulla pressione fiscale, dalle indagini svolte su un campione rappresentativo di 200 piccole aziende (< 50 dipendenti), è emerso che le imprese conseguono in media una redditività, in termini di utile prima delle tasse, pari al 5,11% dei ricavi. Redditività lorda delle piccole e medie imprese Utile prima delle imposte (*) % 5,11% (*) in percentuale dei ricavi Sulle medesime, tuttavia, la tassazione IRES ed IRAP incide, in media, per il 2,79% del fatturato, riducendo la redditività delle imprese, dopo il pagamento delle imposte, al 2,35% del fatturato, valore, a ben vedere, che costituisce disincentivo verso qualsiasi investimento in attività economiche non prive di rischio. Incidenza della tassazione Ires ed Irap sulla redditività delle piccole e medie imprese Tassazione Ires ed Irap (*) % 2,79% (*) in percentuale dei ricavi Redditività netta delle piccole e medie imprese Utile dopo il pagamento delle imposte (*) % 2,35% (*) in percentuale dei ricavi Va, inoltre, considerato che, la tassazione delle imprese, avviene su basi imponibili “virtuali”, superiori al valore costituito dal vero utile d’impresa. Da un lato, infatti, i costi indeducibili Ires, producono un incremento medio ponderato dell’utile prima delle tasse pari al 6%, dall’altro, le logiche di calcolo dell’Irap (che, nella sostanza, è un imposta sul costo del personale, il compenso degli amministratori, gli interessi passivi e i costi indeducibili Ires), producono uno sbalorditivo incremento medio ponderato dell’utile prima delle tasse, pari al 361%. Ciò sta a significare che le imprese non pagano l’Irap sull’utile realmente conseguito, ma su un importo maggiorato pari al 361% di tale valore. 1/3 Tassazione Ires ed Irap:incremento della base imponibile reale Incremento della base imponibile reale Ires Incremento della base imponibile reale Irap % 6,00 % 361,00 % La tassazione effettiva d’impresa, come facilmente desumibile dai dati sopra citati, si attesta su aliquote percentuali ben superiori al complessivo 37,25%, dato dalla somma tra il 33% ai fini Ires ed il 4,25 i fini Irap: le aliquote medie di tassazione complessiva si collocano, infatti, tra il 70% e l’80%, producendo una tassazione media ponderata, a livello di sistema della piccola impresa, nella misura del 55% dell’utile prima delle imposte. Tassazione effettiva Ires ed Irap delle piccole e medie imprese Aliquote medie (*) % 70 - 80 % Tassazione media ponderata della piccola impresa (*) 55,00 % (*) in percentuale del reddito imponibile L’effettivo peso della fiscalità che grava sulla piccola e media impresa nazionale, se rapportato alle aliquote medie vigenti nei paesi dell’Unione europea e, ancor più, a quelle vigenti in numerosi Paesi terzi, non necessariamente costituenti paradisi fiscali, permette di comprendere il massiccio esodo di imprese che ha caratterizzato l’economia nazionale negli ultimi cinque anni ed il profondo processo di deindustrializzazione in atto nel nostro paese. Il citato valore di tassazione media ponderata dell’utile prima delle imposte non è, tuttavia, uniforme: esso risulta più elevato in alcuni specifici settori dell’economia. Di seguito, pertanto, a completamento dell’analisi si riporta tabella relativa alla tassazione media ponderata, dell’utile prima delle imposte, nei vari settori oggetto di analisi. Settore % tassazione (*) Edile 77% Chimica 64% Plastica e gomma Metalmeccanico 55% 54% Plastica e Gomma 55% Tessile 55% (*) tassazione media ponderata dell’utile prima delle imposte Con riferimento, invece, all’indagine realizzata in relazione alla applicazione degli Studi di settore, dalle analisi svolte su di un campione di 200 imprese associate è emerso che il 45% dei soggetti esaminati risulta non congruo. Studi di settore e non congruità Imprese non congrue del campione analizzato % 45% 2/3 Tale non congruità, vale a dire i maggiori ricavi pretesi dal fisco raggiunge, inoltre, una media ponderata pari all’8% dei ricavi dichiarati (come rapporto tra ricavi da adeguamento e dichiarati). Rapporto tra ricavi da adeguamento e dichiarati % Media ponderata del rapporto tra ricavi da adeguamento e ricavi dichiarati 8% Dal dato in esame si evince come i valori calcolati dallo studio, che presuppongono ricavi non dichiarati pari all’8% del fatturato aziendale, non abbiano raffronto con la realtà economica del settore manifatturiero. I maggiori ricavi calcolati dallo studio emergono, infatti, dalle situazioni contabili di imprese che hanno già scontato Ires ed Irap, con una pressione fiscale media del 55% sull’utile prima delle imposte. Se il dato emergente dagli Studi di settore fosse vero, pertanto, le imprese del campione dovrebbero aver conseguito un utile prima delle imposte almeno del 16%. E’, invece, noto ed anche confermato dalle statistiche, che, l’utile, prima delle imposte delle piccole e medie industrie del settore manifatturiero, ammonta a valori che non raggiungono il 5% dei ricavi. Di seguito, a completamento dell’analisi, si riporta tabella indicante la media ponderata dell’incidenza dei maggiori ricavi da adeguamento, richiesti dagli Studi di settore, nei vari settori oggetto di analisi. Settore % non congruità (*) Edile 10% Impiantistica 3% Legno 11% Metalmeccanico 11% Orafo 10% Plastica e Gomma 7% Tessile 9% (*) incidenza dei maggiori ricavi da studi di settore sui ricavi dichiarati Le predette analisi, svolte su dati pubblici, con il contributo delle imprese associate che hanno offerto la propria disponibilità caricando le informazioni nell’apposita pagina del sito web dell’Associazione, hanno permesso di consolidare l’autorevolezza di Apindustria Vicenza quale interlocutore del mondo politico a livello nazionale. I predetti studi, inoltre, che hanno interessato il periodo d’imposta 2005, richiedono ora una manutenzione dei dati con l’aggiornamento dei medesimi al 2006 ed un ulteriore sviluppo e potenziamento delle analisi per meglio comprendere le imminenti e profonde trasformazioni in atto nel sistema del tributario, che troveranno attuazione con l’approvazione della Manovra finanziaria per il 2008. Con la presente, pertanto, invitiamo tutte le imprese associate a provvedere, nei prossimi giorni, al caricamento delle informazioni richieste che, ricordiamo, costituiscono dati di pubblico dominio, nel sito web dell’Associazione www.apindustria.vi.it., e ringraziamo fin d’ora coloro che offriranno la propria disponibilità e contribuiranno allo sviluppo delle ricerche innanzi descritte. 3/3