Documento di analisi dei Bisogni sociali e del
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Documento di analisi dei Bisogni sociali e del
Documento di analisi dei Bisogni sociali e del Volontariato in Sicilia [A cura del direttore del CeSVoP Alberto Giampino con la collaborazione dei colleghi Rosario Ceraolo, direttore CESV Messina, Sonia Longo direttrice del CSVE e dei consulenti della commissione regionale Roberto Fiorini e Roberto Museo ] Nel panorama generale delle azioni rivolte all’infrastrutturazione sociale del mezzogiorno d’Italia, in particolare quello relativo ai bandi di perequazione per la progettazione sociale, per i CSV siciliani riveste un ruolo di primaria importanza il coinvolgimento e partecipazione attiva degli attori sociali ai processi di governance e sviluppo locale1, come tratto distintivo e concreto di una programmazione che parta dal basso. In relazione a tale pirincipio, le progettualità dovranno rispondere ad un bisogno di autodeterminazione espresso da parte delle collettività locali da cui si evidenzia un crescente interesse e la richiesta di prendere parte attiva alle decisioni che li riguardano (artt. 5 e 118 della Costituzione della Repubblica Italiana e art.3 comma 1 e comma 5 della legge 266/1991 principio della sussidiarietà). La concreta possibilità di progettare interventi partecipati e condivisi si poggia soprattutto sulla capacità di ascoltare la voce di coloro che vivono in prima persona il territorio. 1. I dati istituzionali Dato il generale quadro nazionale e regionale, caratterizzato da un convulso cambiamento, confermiamo che i documenti istituzionali di riferimento per la nostra regione non hanno supportato la ns. analisi poiché incompleti o scarsamente attuati. Ad esempio: • il Piano socio-sanitario in Sicilia 2006/2008 (G.U.R.S. del 27 gennaio 2006 n. 4), si limita a definire gli interventi a favore dei soggetti diversamente abili, senza trovare poi una reale applicazione; • i Piani di Zona sono scarsamente contestualizzati e sovente ripresi da realtà di altre regioni; • il documento “Linee guida per l’attuazione del piano socio-sanitario della Regione Siciliana” approvate con D.P.R.S. del 4 novembre 2002 e pubblicate sulla G.U.R.S. Parte I n. 53 del 22 novembre 2002, formalmente molto dettagliato, risulta in gran parte disatteso o applicato approssimativamente; • la legge finanziaria 2007 n.2 dello 08/02/2007 (G.U.R.S. Parte I n.7 supplemento ordinario n.1 dello 09/02/2007) approvata dalla Regione, aveva fissato al 31 dicembre 2007 la scadenza per l’adozione del nuovo Piano Sanitario, ma ad oggi non è attuato. Tuttavia, per quanto nello specifico riguarda il mondo del volontariato, si rileva con interesse la spinta dell’attuale Amministrazione Regionale ad avviare finalmente l’integrazione socio-sanitaria prevista dalla L. 328/00. I CSV hanno avviato, a tale proposito, i necessari canali istituzionali per sostenere le relazioni tra Amministrazione e mondo del volontariato nell’ambito dell’integrazione socio-sanitaria. Infine, è da dire che un po’ tutti i documenti istituzionali (-Documento di programmazione economicofinanziario anni 2007-2011 approvato dalla Giunta Regionale con Delibera N. 311 del 3 agosto 2006; - Il Quadro Strategico Nazionale per la politica regionale aggiuntiva 2007-2013; - Accordo di Programma 1 T. Tarsia, Il Patto Educativo dello Stretto in A. Cammarota, M. Meo (a cura di), Governance e sviluppo locale. Quali ponti per l’area dello Stretto, Franco Angeli, Milano, 2007 [A cura del direttore del CeSVoP Alberto Giampino con la collaborazione dei colleghi Rosario Ceraolo, direttore CESV Messina, Sonia Longo direttrice del CSVE e dei consulenti della commissione regionale Roberto Fiorini e Roberto Museo ] Quadro “Giovani protagonisti di sé e del territorio”; - Documento di programmazione economicofinanziario anni 2009-2013) sono ancora distanti da una lettura delle specificità dei territori e dovendole conciliare in una lettura complessiva diventano un elenco di buoni propositi, ma senza particolari indicazioni operative di specifiche azioni atte a lenire le difficoltà che le comunità delle nostre provincie affrontano quotidianamente e che il volontariato tenta con i propri strumenti di affrontare. 2. I dati emersi dal lavoro dei CSV I CSV siciliani, sempre più convinti della maggiore importanza che hanno i processi di partecipazione e coinvolgimento delle comunità locali attuati attraverso un processo di bottom-up, hanno da tempo sviluppato azioni di analisi partecipata dei bisogni e sperimentazioni di reti operative. Nel presente documento si farà riferimento a cinque fonti di rilevazione dei bisogni sociali e del volontariato prodotte dai CSV nell’ambito della propria attività istituzionale: 1. La ricerca regionale sul tema “Il ruolo del volontariato nella programmazione dei servizi sociali in Sicilia in base alla legge 328/2000: il rapporto con gli enti locali e le pubbliche amministrazioni” 2. I documenti conclusivi dei nove gruppi di lavoro della I Convention regionale del Volontariato svoltasi a Terme Vigliatore dal 29 al 30 marzo uu.ss. a cui hanno preso parte 300 OdV del territorio regionale 3. L’attività di rilevamento dei bisogni svolta dal CSVEtneo per il territorio delle provincie di Catania, Enna, Ragusa e Siracusa 4. L’attività di rilevamento dei bisogni svolta dal CeSV Messina per il territorio di Messina 5. L’attività di rilevamento dei bisogni svolta dal CeSVoP per il territorio delle provincie di Agrigento, Caltanissetta, Palermo e Trapani 2.1 Ricerca Regionale del Coordinamento dei CSV Siciliani su “Il ruolo del volontariato nella programmazione dei servizi sociali in Sicilia in base alla legge 328/2000: il rapporto con gli enti locali e le pubbliche amministrazioni” Nella ricerca si è avviato un lavoro complesso volto ad analizzare quanto fatto dagli enti pubblici e del privato sociale locali nella realizzazione del centro focale della legge 328/2000 ovvero del Piano di Zona che prevede: a) la dimensione relativa alla descrizione e rilevazione dei bisogni sociali locali funzionale all’acquisizione di una visione certa e realistica delle risorse territoriali a disposizione ed alla relativa ottimizzazione del binomio bisogno/offerta; b) la dimensione territoriale che, oltre a individuare i confini dell’ambito di azione del piano, individua e legittima gli attori che possono partecipare alla attività di pianificazione e ai relativi benefici; [A cura del direttore del CeSVoP Alberto Giampino con la collaborazione dei colleghi Rosario Ceraolo, direttore CESV Messina, Sonia Longo direttrice del CSVE e dei consulenti della commissione regionale Roberto Fiorini e Roberto Museo ] c) la necessità che la programmazione passi attraverso la negoziazione tra i diversi attori cui è riconosciuto titolo per partecipare al processo2. Tale ricerca è stata svolta dal CeSVoP, per conto del coordinamento dei CSV Siciliani, che ha incaricato per la sua attuazione un gruppo di ricercatori delle Università di Catania, Messina e Palermo e condotta dal comitato scientifico composto dai professori: Carlo Pennisi, ordinario di Sociologia del Diritto presso l’Università degli Studi di Catania, Antonino Anastasi associato della cattedra di Scienza Politica dell’Università degli Studi di Messina ed Antonio La Spina ordinario di Sociologia dell’Università degli Studi di Catania, presidente del Coordinamento dei corsi di laurea in Scienze della Comunicazione e già presidente del Dipartimento di Scienze Sociali della medesima università. Quanto previsto richiede, quindi, di superare la dimensione di particolarismo e frammentazione, che rappresentano una debolezza del volontariato, impedendo di attivare tutte le possibili sinergie in vista di un cambiamento e di una crescita sociale delle comunità locali. A complicare ancor di più il quadro di contesto è che nella nostra regione a tutt’oggi le azioni sociali e sanitarie non hanno un unico assessorato di riferimento: da una parte vi è l’Assessorato Famiglia, Politiche Sociali ed Autonomie Locali e dall’altro Assessorato Sanità. I due uffici sembrano ancora ben lontani dal progetto d’integrazione sociosanitaria previsto dalla normativa (Legge 328/2000) Malgrado ciò, la ricerca conferma che i maggiori ambiti d’intervento e quotidiano impegno delle OdV in risposta ai bisogni del proprio territorio sono: • Famiglia. • Generazioni dipendenti (minori ed anziani). • Pari opportunità di genere. • Integrazione (sia nei confronti degli immigrati che dei non normodotati). Tuttavia, si pongono una serie di quesiti all’orizzonte del volontariato e dei CSV in merito ai rischi che le dinamiche proprie dell’attuazione delle politiche moderne di welfare-mix, possano snaturare l’azione del volontariato se lo stesso non saprà gestire adeguatamente il proprio ruolo nei confronti sia degli enti pubblici che degli altri componenti del Terzo Settore. Infine, nella ricerca si ribadisce che l’elemento caratterizzate l’azione volontaria è l’advocacy, che richiede una profonda autonomia da tutti e da tutto. Se il volontariato perde il proprio carattere di risorsa autonoma del territorio si confronta almeno con due rischi: 1. Viene ridefinito sul piano intimo delle motivazioni personali, rimanendo “affettivo” ed, in senso tecnico, “espressivo” come qualsiasi gesto di affetto. 2. Oppure smette di appartenere al tessuto comunitario e civile delle relazioni sociali per diventare una componente delle strutture di servizio identificate progressivamente in chiave pubblicistica o 2 Pennisi C., Consoli M. T., Mazzeo Rinaldi F., Castro M. P., “Procedimenti e cultura giuridica nella riforma delle politiche sociali in Sicilia”, Università di Catania – Dipartimento di Sociologia e Metodi delle scienze sociali, p.9 e 10. [A cura del direttore del CeSVoP Alberto Giampino con la collaborazione dei colleghi Rosario Ceraolo, direttore CESV Messina, Sonia Longo direttrice del CSVE e dei consulenti della commissione regionale Roberto Fiorini e Roberto Museo ] contrattuale e, così definita ed auto-identificata, finisce per “dipendere” dalla formulazione giuridica di status, “bisogni” e “risposte”. 2.2 Sintesi dei documenti dei nove gruppi di lavoro della I Convention regionale del Volontariato svoltasi a Terme Vigliatore dal 29 al 30 marzo uu.ss. In occasione della suddetta Convention i nove workshop ai quali hanno preso parte oltre 400 volontari aderenti a 300 differenti OdV della regione hanno trattato i seguenti : 1) QUALI MODELLI DI PARTECIPAZIONE NELLA COSTRUZIONE DI WELFARE LOCALE dal quale in sintesi è stata esplicitata la volontà che il volontariato non sia più relegato alla mera gestione di servizi, ma proprio per il forte radicamento sul territorio e per la conoscenza dei bisogni, sappia recuperare una delle proprie peculiarità, che è l’innovazione, la sperimentazione di nuove strategie e di nuove strade per risolvere i problemi. Solo in questo caso, allora è possibile che il volontariato diventi gestore di servizi, ma solo per periodi limitati nel tempo e che poi siano altri soggetti a farsene carico. Rafforzando un ruolo da protagonista della difesa e dell’innovazione del Welfare. Alimentando e rafforzando il passaggio dal welfare state al welfare community. 2) L’IMPEGNO PER LA GIUSTIZIA SOCIALE, LA CULTURA DELLA LEGALITA’, LA LOTTA ALLE MAFIE dal quale in sintesi è stata esplicitata la volontà che il volontariato attui sempre maggiori azioni educative sulle tematiche della legalità. Ed che riesca in collaborazione alle istituzioni e ai media a dare maggiore risonanza alle stesse. 3) LA TUTELA DEL TERRITORIO: AMBIENTE E PROTEZIONE CIVILE dal quale in sintesi è stata esplicitata la volontà che si attuino azioni educative per combattere la cultura dello spreco ed in partenariato con gli EELL per la raccolta differenziata coerenti con le direttive nazionali ed europee. Azioni di riduzione, riuso, raccolta differenziata, riciclaggio e compostaggio. 4) RICOGNIZIONE DEI BISOGNI, BUONE PRASSI E METODOLOGIE DI LAVORO PER INTERVENTI PIÙ EFFICACI ORIENTATI ALLO SVILUPPO DI COMUNITÀ dal quale in sintesi è stata esplicitata la volontà che si agisca sempre più attraverso una metodologia olistica (analisi progettazione, azione e monitoraggio per eventuali correzioni) ovvero che il volontariato non sia il tappabuchi rispetto alle assenze degli enti preposti, bensì sia attuatore di azioni organizzate in supporto e collaborazione alle pubbliche amministrazioni ma sempre autonome per poter meglio attuare la propria mission di advocacy e di soggetto responsabile nella propria comunità locale. 5) MULTICULTURALISMO ED INTEGRAZIONE: LE NUOVE SFIDE DEL VOLONTARIATO dal quale in sintesi è stata esplicitata la volontà che si continui sulla strada appena intrapresa di una maggiore capacità d’interlocuzione con tutti a prescindere dalle differenze di cultura, nazionalità, genere, abilità. Ciò concretizzato attraverso progetti di reti sempre più ampie ed aperte che partendo dall’ambito privato (famiglia) pervadano l’ambito pubblico per creare un effetto moltiplicatore che influisca sulla differenti generazioni e sui vari attori sociali presenti nel territorio. 6) POLITICHE GIOVANILI E NUOVE SFIDE EDUCATIVE dal quale in sintesi è stata esplicitata la volontà di continuare nella stretta collaborazione con le istituzioni scolastiche e le università. Inoltre, che si lavori sempre più a fondo sia sulla dimensione dell’essere soggetto personalmente coinvolto [A cura del direttore del CeSVoP Alberto Giampino con la collaborazione dei colleghi Rosario Ceraolo, direttore CESV Messina, Sonia Longo direttrice del CSVE e dei consulenti della commissione regionale Roberto Fiorini e Roberto Museo ] ovvero dell’identità di Volontario sia su quella dell’essere gruppo pubblico protagonista nel proprio territorio ovvero attuare azioni di cambiamento reale. Attuando azioni sperimentali che portino l’innovazione ad essere un metodo di lavoro che poi si socializzi in buone prassi. 7) IL SENSO DEL DONO E LA CULTURA DELLA GRATUITA’ dal quale in sintesi è stata esplicitata la volontà di sancire in maniera chiara la differenza tra volontariato e Terzo Settore (proprio con riferimento alla gratuità). Oltre, che attivare azioni trasversali ai differenti ambiti d’intervento del volontariato ribadendo il ruolo di advocacy ed attore sociale attivo nei rapporti con le pubbliche amministrazioni in particolare in difesa degli ultimi e di chi non ha voce. 8) VOLONTARIATO E SERVIZI SANITARI dal quale in sintesi è stata esplicitata la volontà di uscire dal giardinetto della singola patologia e rinforzare azioni di rete ed difesa dei diritti comuni tra le OdV come “portatrici di diritti”, facendo perno sulla propria autonomia per svincolarsi da certi professionisti del settore sanitario che attingono al volontariato come tampone alla mancanza di personale. 9) VOLONTARIATO E NON AUTOSUFFICIENZA dal quale in sintesi è stata esplicitata la volontà di svincolarsi da una posizione subalterna rispetto alle istituzioni politiche per riprendere il proprio ruolo da protagonista della comunità locale nella difesa dei diritti per l’integrazione dei soggetti svantaggiati. In particolare viene sottolineata la necessità di attuare azioni di rete con altre OdV anche non dello stesso settore nelle progettualità rivolte ai giovani ed all’educazione. Alla fine della due giorni intensa e piena di slanci per la ripresa di un percorso che porti a progettualità trasversali tra i differenti ambiti di azione delle OdV del territorio siciliano si è in particolare auspicato che: • Venga ricostituito dall’Assessorato Famiglia, Politiche Sociali ed Autonomie Locali l’Osservatorio Regionale sul Volontariato, oltre alla ricostituzione delle varie sedi consultive e concertative nei settori socio – sanitari. • Si sviluppi il ruolo consultivo e di indirizzo dell’Osservatorio Nazionale del Volontariato. 2.3 CSVEtneo L’analisi dei bisogni è stata realizzata dal CSVEteno attraverso l’adozione di strumenti formalizzati e strutturati e strumenti non formalizzati. Tra gli strumenti formalizzati indichiamo: 1. la Convention interprovinciale di Sampieri (RG) svoltasi nel giorni 18-19-20 Aprile 2008 2. analisi dei bisogni, attraverso l’invio di una scheda a tutte le OdV delle quattro province di competenza, utile alla Programmazione 2009-2011 3. il monitoraggio delle attività attraverso la verifica dei servizi erogati alle OdV 4. questionari ex post somministrati durante i corsi di formazione erogati dal CSVE 5. somministrazione scheda valutazione attività “matricole del volontariato” Tra gli strumenti non formalizzati si possono indicare: 1. le riunioni dei Distretti del Volontariato [A cura del direttore del CeSVoP Alberto Giampino con la collaborazione dei colleghi Rosario Ceraolo, direttore CESV Messina, Sonia Longo direttrice del CSVE e dei consulenti della commissione regionale Roberto Fiorini e Roberto Museo ] 2. bisogni emersi durante le riunioni delle “reti tematiche” 3. i servizi di back office presso la sede centrale e le sedi provinciali 4. gli incontri informali con i responsabili di settore ed i consulenti con le OdV 1. Alla convention che si è svolta a Sampieri (Ragusa) dal 18 al 20 aprile 2008 hanno partecipato 132 associazioni ed oltre 150 volontari. La tre giorni residenziale è stata un’occasione per discutere sul ruolo e sulle prospettive del volontariato, sulle proposte di modifica alla Legge 266/91, sul Bando di Perequazione, sulla Progettazione Sociale. A conclusione dei lavori sono stati elaborati e condivisi dei report dei gruppi di lavoro suddivisi per area tematica e dai quali è stato possibile rilevare dei bisogni specifici: a. disagio ed inclusione sociale Le Associazioni presenti hanno espresso come bisogno prioritario quello di conoscere sempre più e meglio le altre OdV, al fine di creare e potenziare le attività di rete, utili a determinare un’azione di pressione politica, di difesa dei diritti dei più deboli e di nascita di specifici protocolli con le Istituzioni; necessità di formazione per volontari e quadri per sedere con pari dignità ai tavoli di discussione locali; promozione del volontariato nelle scuole e presso le famiglie. b. donazione sangue ed organi Le OdV partecipanti al tavolo auspicano una capillarizzazione delle donazioni ed esprimono un loro bisogno di autosufficienza, dato l’incremento vertiginoso delle richieste di sangue e la ridotta disponibilità nel Meridione; ancora, si ricercano “nuovi donatori” tramite la promozione della cultura della donazione; creazione di una nuova classe dirigente con una formazione adeguata e qualificata, anche per uniformare la gestione amministrativa e l’integrazione dei servizi. c. immigrazione e intercultura L’immigrazione in Sicilia non è un’immigrazione stanziale ma di passaggio. Il contesto dove le Associazioni di Volontariato si muovono è un contesto in notevole evoluzione. Le caratteristiche strutturali dell’immigrazione cambiano da provincia a provincia, determinando delle notevoli differenze etniche, linguistiche, di inserimento sociale e lavorativo nel territorio di riferimento; dalla conoscenza del gruppo si rivela una forte presenza di irregolari che richiedono interventi diversificati da parte delle OdV, nasce da qui il bisogno di prendere in carico le differenze e le specificità di ogni comunità di migranti, in particolare le OdV si trovano ad affrontare le difficoltà di integrazione anche per la scarsa conoscenza e per la diffusione dei pregiudizi della cittadinanza. d. protezione civile Data la diversità territoriale delle quattro province di competenza del CSVE, le OdV del settore manifestano la necessità di una formazione d’eccellenza diversificata ed un know how, sia per [A cura del direttore del CeSVoP Alberto Giampino con la collaborazione dei colleghi Rosario Ceraolo, direttore CESV Messina, Sonia Longo direttrice del CSVE e dei consulenti della commissione regionale Roberto Fiorini e Roberto Museo ] ambito territoriale sia per ambito di intervento, di incrementare mezzi e materiali ed acquisirne di nuovi per fronteggiare al meglio le emergenze che possono verificarsi, di costituzione di una rete tra le OdV in grado di dialogare paritariamente con tutte le componenti istituzionali e della Protezione Civile. Promuovere la cultura della tutela dell’ambiente nei giovani, nelle famiglie e nella cittadinanza. e. sanità Da una prima analisi della situazione della sanità siciliana, le Associazioni evidenziano carenze nei servizi territoriali di sostegno, soprattutto non c’è un sistema di dismissione e accompagnamento protetto del malato né un sostegno alla famiglia; la mancanza di integrazione tra sociale e sanitario, tra ospedale e territorio; ancora, disinteresse delle strutture socio-sanitarie all’applicazione di strategie di prevenzione e scarsa attenzione ai processi di umanizzazione della sanità. La difficoltà delle Associazioni di far fronte a queste situazioni riduce gravemente la loro possibilità di costituirsi in rete, come strumento che favorisca lo sviluppo delle sinergie esistenti. 2. Strumento utilizzato per la rilevazione dei bisogni è stato la somministrazione di un questionario inviato a tutte le OdV presenti nelle quattro province di competenza del Centro. Numerose Associazioni hanno dichiarato di operare a livello provinciale, comunale ed anche più limitato (quartiere) e che i beneficiari delle loro attività sono prevalentemente: minori, famiglie, disabili e cittadinanza in generale. Sia durante la Convention, attraverso i documenti condivisi, che a seguito della elaborazione dei questionari pervenuti sono emersi i seguenti principali bisogni: Creare luoghi di incontro dove confrontarsi, scambiare esperienze e favorire la conoscenza reciproca delle OdV, per potenziare le attività di rete già avviate; supportare azioni a sostegno dello sviluppo associativo in modo da porre in essere un’efficace azione di pressione politica a difesa dei diritti dei più deboli; favorire l’attivazione di sinergie con le Istituzioni locali. Bisogno di formazione per volontari e quadri dirigenti: è necessario e prioritario per le OdV riuscire a sedersi nei vari tavoli con pari dignità con le Istituzioni e con gli altri attori del Terzo Settore (es. i Piani di Zona della Legge 328); ancora si segnala che l’esigenza comune sia la qualificazione dei volontari, sia su competenze di base per i nuovi associati, che specialistiche con corsi di specialistici. Formazione specifica e d’eccellenza: anche a seguito delle nuove opportunità per le OdV del Mezzogiorno d’Italia (dai Bandi della Fondazione per il Sud ai Bandi Perequazione sulla Progettazione sociale), si rende necessaria una formazione sulla progettazione sociale e sulla costruzione di reti e partnership; formazione ed informazione sulla cooperazione internazionale e su “Europa e Volontariato”, consapevoli della necessità e dello scambio con altre realtà operanti in aree differenti, al fine di favorire scambio di esperienze e di crescita dei volontari e del territorio di appartenenza; Corsi di formazione e percorsi di promozione del Volontariato aperti anche alla cittadinanza. Promuovere e sensibilizzare le scuole: coinvolgere gli studenti, gli insegnanti ed i genitori delle scuole medie inferiori e superiori. Maggiore presenza e visibilità negli eventi pubblici di rilevanza locale. Sensibilizzare alla cultura della donazione. Necessità di individuare i luoghi e locali più idonei per lo svolgimento delle attività. [A cura del direttore del CeSVoP Alberto Giampino con la collaborazione dei colleghi Rosario Ceraolo, direttore CESV Messina, Sonia Longo direttrice del CSVE e dei consulenti della commissione regionale Roberto Fiorini e Roberto Museo ] Implementare azioni a sostegno dello sviluppo associativo. La presenza di un Volontariato che sia di integrazione alle Istituzioni e non sostitutivo delle stesse 3. Dal monitoraggio delle attività sui servizi erogati, svolto in sinergia con i singoli settori e con cadenza semestrale, si è potuto rilevare un aumento delle richieste relativamente ai settori formazione, consulenze, servizi ed editing. Attraverso questo strumento è possibile analizzare la tipologia di OdV che vengono in contatto con il CSVE, i loro specifici ambiti di intervento e la distribuzione territoriale, quest’ultime riportare nelle tabelle sottostanti: 4. I dati provenienti dai questionari ex post somministrati ai corsi di formazione e dalle schede proposte durante le giornate di promozione del volontariato attraverso il progetto “matricole”, ci confermano i bisogni delle OdV rilevati dai due momenti sopra indicati. Dagli strumenti non formalizzati emergono diversi bisogni quali l’accompagnamento tecnico amministrativo (supporto nella individuazione di locali idonei per la realizzazione di feste ed eventi vari, supporto nelle autorizzazioni ed assicurazioni varie, etc.) e il reclutamento di nuovi giovani volontari attraverso il potenziamento del già esistente progetto “matricole del volontariato”. Dalle riunioni distrettuali emerge, altresì, la richiesta di ricevere un supporto nel dialogo tra le Istituzioni locali ed il Volontariato, al fine di facilitare sia forme di dialogo “politico” che le procedure burocratiche ed amministrative. 2.4 CeSV Messina [A cura del direttore del CeSVoP Alberto Giampino con la collaborazione dei colleghi Rosario Ceraolo, direttore CESV Messina, Sonia Longo direttrice del CSVE e dei consulenti della commissione regionale Roberto Fiorini e Roberto Museo ] Il CESV Messina, per la realizzazione dell’azione Sostegno alla costruzione di patti delle organizzazioni di volontariato nella comunità, ha realizzato una specifica azione di ricerca - intervento finalizzata ad individuare i bisogni delle organizzazioni di volontariato nei diversi contesti territoriali. In base a quanto emerso nella ricerca-intervento effettuata, il CeSV intende sostenere azioni rivolte alla necessità emersa da parte delle OdV di pensare ad un approccio sinergico ai problemi ed ai bisogni espressi dai diversi territori: la possibilità di agire sui diversi territori attraverso lo strumento partecipativo dei patti di comunità è infatti strettamente legata a questa riflessione. È stata infatti confermata l’idea, anche da alcuni intervistati, di rispondere ai bisogni non più facendo riferimento alla logica dell’emergenza e della riparazione, ma piuttosto costruendo interventi sistematici che nascano da analisi dei bisogni accurate e partecipate dai singoli attori sociali. Al termine della ricerca i bisogni percepiti dagli intervistati, che sono stati identificati sono i seguenti: bisogni relazionali ed educativi legati anche all’assenza di spazi di socializzazione per minori e adulti (anziani e non); disgregazione delle famiglie; gestione di anziani, diversamente abili e malati e delle loro famiglie (socializzazione ed animazione del tempo libero); accoglienza e servizi rivolti agli immigrati; emergenza di una povertà sommersa dovuta alla disoccupazione ed alla malattia; partecipazione attiva alle decisioni; carenza di infrastrutture; informazione e monitoraggio di rischio ambientale; pianificazione e sviluppo sostenibile. Pertanto, dalla suddetta azione di ricerca si evidenzia come siano da attivare azioni progettuali nelle seguenti macroaree di intervento: sostegno alle famiglie: così ad esempio sostegno alle famiglie in difficoltà economiche, con problematiche connesse alla gestione di anziani e diversamente abili responsabilità educativa: così ad esempio promozione di percorsi, luoghi e spazi di socializzazione. Con una attenzione particolare ai bambini ed agli adolescenti la qualità della vita: cosi ad esempio educazione ambientale, promozione della cultura della protezione civile, accessibilità dei servizi Per ciascuna area tematica indicata sono state individuate alcune scelte strategiche che di seguito si riportano e che intendono rappresentare una pista di lavoro su cui orientare la specifica progettualità. sostegno alle famiglie • Promuovere la conoscenza e la fruizione delle risorse formali ed informali presenti sul territorio a sostegno delle famiglie. • Promuovere l’integrazione tra i servizi istituzionali e informali. sostegno alle responsabilità educativa [A cura del direttore del CeSVoP Alberto Giampino con la collaborazione dei colleghi Rosario Ceraolo, direttore CESV Messina, Sonia Longo direttrice del CSVE e dei consulenti della commissione regionale Roberto Fiorini e Roberto Museo ] • Promuovere l’integrazione dei percorsi educativi e l’efficacia dell’azione educativa della rete istituzionale (patti educativi territoriali) • Promuovere luoghi e momenti di confronto e di ricerca tra i diversi attori sociali impegnati in ambito educativo. qualità della vita nei territori. • • • Promuovere campagne di tutela della salute, di informazione e di denuncia di situazioni problematiche Promuovere la cultura della salute Promuovere metodi e strumenti di lavoro più efficaci di tutela della salute, dell’ambiente, del territorio 2.5 CeSVoP Il Centro Servizi per il Volontariato di Palermo, da parte sua, tramite un metodo di approccio partecipato ha realizzato la consultazione diretta delle OdV del proprio territorio, prima tramite la consolidata somministrazione di una scheda di rilevazione dei bisogni realizzata secondo procedura della norma ISO:9001. In tale scheda veniva richiesto di esplicitare bisogni, tematiche, nuovi servizi in relazione alle aree di intervento del CSV indicando nello specifico i tempi di realizzazione più congeniali alle esigenze delle OdV. Ovviamente, dalle risposte oltre a possibili servizi attuabili dal CesVoP in maniera ordinaria si possono evincere bisogni la cui risposta può essere data solo dalla realizzazione di progetti sociali attivabili tramite i bandi di perequazione. Per potenziare quanto già fatto, attraverso le assemblee di delegazione svoltesi nei mesi di giugno e luglio 2008, si è attuata un’azione di ulteriore integrazione del processo bottom-up data dai Seminari Provinciali di Studio e Programmazione 2009-2011, svolti nell’ultima settimana di settembre u.s., a cui sono state convocate tutte le OdV del territorio di propria competenza. In totale Provincia Volontari OdV presenti presenti AGRIGENTO 33 45 CALTANISSETTA 26 55 PALERMO 87 124 TRAPANI 45 69 Totali 191 293 [A cura del direttore del CeSVoP Alberto Giampino con la collaborazione dei colleghi Rosario Ceraolo, direttore CESV Messina, Sonia Longo direttrice del CSVE e dei consulenti della commissione regionale Roberto Fiorini e Roberto Museo ] Settore d'intervento Socio-assistenziale Sanitario Protezione civile Educazione, formazione Tutela beni ambientali Tutela beni artistici e culturali Tutela dei diritti civili Altro OdV Agrigento 13 8 9 1 0 2 0 0 OdV OdV Caltanissetta Palermo 13 45 5 13 6 11 0 4 0 2 1 2 0 7 1 8 OdV Trapani 23 9 9 2 0 0 0 2 Totali 94 35 35 7 2 5 7 11 In occasione dei Seminari Provinciali ci si è confrontati sulle azioni svolte nelle passate annualità ed in particolare alla luce delle indagini sociali realizzate attraverso le attività dei progetti provinciali di solidarietà in reti di delegazioni attuate nel 2007 e 2008 si è rafforzata la programmazione del CSV e delle OdV di azioni di risposta ai bisogni dei territori differenziate per ambito d’intervento. In sintesi dai dati emersi nelle indagini sociali locali confrontati e rielaborati con dati rintracciabili tramite la consultazione di fonti ufficiali (citare, piani di zona o altro), è possibile avere una visione più complessiva dei bisogni segnalati dalle OdV in riferimento alla peculiarità dei propri territori. Nello specifico a fronte del trasversale tema dell’advocacy sono emersi dalla 3.809 interviste le seguenti aree tematiche di azione da parte delle OdV: • • • • • Povertà e Famiglie Sistema Socio-Sanitario Integrazione di genere, dei migranti e dei disabili Beni comuni e protezione civile Educazione e partecipazione giovanile Per essere ancora più legati ai territori è emersa una maggiore attenzione per singola Provincia, ovvero: Nella provincia di Agrigento - la principale area d’intervento per le OdV avvalorata da due indagini sociali realizzate nei territori di Sciacca e Campobello di Licata sono la Famiglia e Migranti. [A cura del direttore del CeSVoP Alberto Giampino con la collaborazione dei colleghi Rosario Ceraolo, direttore CESV Messina, Sonia Longo direttrice del CSVE e dei consulenti della commissione regionale Roberto Fiorini e Roberto Museo ] Nella provincia di Caltanissetta – l’urgenza è quella educativa e del rapporto intergenerazionale tra Giovani ed Anziani come si evince dalla ricerca realizzata. Nella provincia di Palermo – tramite la realizzazione di mappature e costruzione di carte dei servizi sono emersi le seguenti tematiche – Anziani – Famiglia – Benessere e Minori. In provincia, si è inoltre realizzate indagini sociali sia sul tema degli Anziani che sul Benessere in genere Nella provincia di Trapani – i bisogni emergenti sono sia dal punto di vista delle nuove Povertà che dei Migranti. La prima tra l’altro è avvalorata da i dati riportati di seguito. Conclusioni A conclusione del documento i CSV ritengono opportuno mettere in risalto i seguenti obiettivi da mettere come sfondo delle azioni sociali da attivare per il tramite dei fondi di perequazione per la progettazione sociale. I progetti dovranno preferibilmente consistere in interventi pilota, sperimentali ed innovativi, finalizzati a promuovere attività di rete e a mettere a punto modelli di intervento che possano essere trasferiti in altri contesti territoriali, in nessun caso sostitutivi dell’intervento pubblico. Al riguardo gli stessi dovranno definire con precisione il contesto d’intervento, individuando i servizi di natura pubblica e privata già attivi o attivabili. Quali elementi di carattere trasversale e premianti ai fini della ammissione a finanziamento saranno considerati i seguenti : - attenzione alle integrazione di genere, di età e di abilità/disabilità; - approccio multiculturale - coinvolgimento degli Enti Locali, con particolare riferimento alla messa a disposizione di immobili, soprattutto di quelli provenienti dalle confische alla criminalità organizzata A) sostenere l’accesso all’integrazione sociale e lavorativa, in particolare incentivando la partecipazione femminile e le politiche di inserimento dei migranti; B) promuovere l’accesso di tutti alle risorse, ai diritti alla salute e all’istruzione, per la prevenzione dei rischi di esclusione attraverso interventi informativi, di advocacy, di promozione della solidarietà, di stimolo alla integrazione fra EE.LL. e volontariato nella programmazione, progettazione, cogestione e monitoraggio dei servizi anche mediante l’utilizzo di nuove tecnologie; C) supportare le persone anziane, valorizzandone le potenzialità per la comunità e aiutandole nell’interfaccia con il sistema dei servizi; D) coprogettare e sperimentare forme innovative, partecipative di politiche giovanili, mettendo i giovani al centro della progettazione e gestione dei luoghi e delle organizzazioni, dall’età scolare fino all’università; coinvolgere in tali percorsi gli EE.LL. attraverso la messa a disposizione di immobili, in particolare provenienti dalle confische alla mafia; E) intervenire in modo integrato affiancando il sistema scolastico, nei contesti più deprivati, al fine di promuoverne il valore di presenza istituzionale e luogo di aggregazione anche in orari extracurriculari, mediante accordi di rete mirati all’utilizzo da parte delle OdV degli spazi scolastici a favore dei minori a rischio [A cura del direttore del CeSVoP Alberto Giampino con la collaborazione dei colleghi Rosario Ceraolo, direttore CESV Messina, Sonia Longo direttrice del CSVE e dei consulenti della commissione regionale Roberto Fiorini e Roberto Museo ] F) promuovere la presenza permanente e l’azione del volontariato di lotta alla povertà nei contesti degradati delle città metropolitane, nel territorio dei quartieri con maggior degrado e dove più utile può essere il ruolo di organizzazioni territoriali di supporto alle famiglie e ai minori; G) promuovere e rafforzare la presenza del volontariato a fianco dei cittadini che devono fruire dei servizi socio sanitari, mediante interventi mirati all’umanizzazione dei servizi, all’informazione e tutela dei diritti, nonché al sostegno delle persone ammalate e delle loro famiglie, attraverso un adeguato sistema di dismissione e accompagnamento. H) sostenere le persone disabili e le loro famiglie nei percorsi di integrazione e in particolare nella costruzione del cosiddetto DOPO DI NOI, sostenendone i percorsi di autonomizzazione, anche sensibilizzando gli EE.LL. all’adozione delle necessarie misure; I) sostenere le azioni volte alla diffusione di una cultura partecipativa alla protezione dell’ambiente e dei rischi connessi alle attività umane, incrementando mezzi e materiali delle OdV di Protezione Civile per fronteggiare al meglio le emergenze che possono verificarsi. L) promuovere la cultura della donazione del sangue e degli organi tra i giovani e la più vasta comunità sociale, volta ad implementare la rete dei donatori già presenti. Alla luce di quanto detto si propone che gli ambiti di intervento per la Sicilia su cui indirizzare i progetti da supportare con il “Bando Perequazione per la progettazione sociale” siano i seguenti: 1Sviluppo, qualificazione e innovazione dei servizi socio-sanitari, non in via sostitutiva dell’intervento pubblico • • promozione dell’accesso di tutti alle risorse, ai diritti alla salute e all’istruzione, per la prevenzione dei rischi di esclusione attraverso interventi informativi, di advocacy, di promozione della solidarietà, di stimolo alla integrazione fra Enti Locali e Volontariato nella erogazione dei servizi, anche mediante l’utilizzo di nuove tecnologie; supporto alle persone anziane, valorizzandone le potenzialità per la comunità e aiutandole nell’interfaccia con il sistema dei servizi e nelle relazioni intergenerazionali; • • • 2 • promozione e rafforzamento della presenza del volontariato a fianco dei cittadini che devono fruire dei servizi socio-sanitari, mediante interventi mirati alla lettura del bisogno, alla definizione delle politiche, alla umanizzazione dei servizi, all’informazione e tutela dei diritti, nonché al sostegno delle persone ammalate e delle loro famiglie sostegno delle persone disabili e delle loro famiglie nei percorsi di integrazione e in particolare nella costruzione del cosiddetto DOPO DI NOI, sostenendone i percorsi di autonomizzazione, anche sensibilizzando gli Enti Locali all’adozione delle necessarie misure; promozione della cultura della donazione del sangue e degli organi tra i giovani e la più vasta comunità sociale, volta ad implementare la rete dei donatori già presenti. - Politiche per le Famiglie e Lotta alle povertà promozione della presenza permanente e dell’azione del volontariato nella lotta alla povertà, nei contesti degradati delle città, nel territorio dei quartieri con maggior degrado e dove più utile può essere il ruolo di organizzazioni territoriali di supporto alle famiglie, [A cura del direttore del CeSVoP Alberto Giampino con la collaborazione dei colleghi Rosario Ceraolo, direttore CESV Messina, Sonia Longo direttrice del CSVE e dei consulenti della commissione regionale Roberto Fiorini e Roberto Museo ] • 3 promozione di interventi nelle aree dell’affido e dell’adozione. - Cura e valorizzazione dei beni comuni • • • 4 azioni volte alla diffusione di una cultura partecipativa alla protezione dell’ambiente e dei rischi connessi alle attività umane, per fronteggiare al meglio le emergenze che possono verificarsi valorizzazione dei beni culturali ed ambientali promozione della accessibilità al patrimonio culturale e ambientale, con particolare riferimento agli utenti svantaggiati. - Educazione dei giovani con particolare riferimento alla legalità ed ai valori della convivenza civile • 5 co-progettazione e sperimentazione di forme innovative, partecipative di politiche giovanili, mettendo i giovani al centro della progettazione e gestione dei luoghi e delle organizzazioni, dall’età scolare fino all’università, intervenendo in modo integrato affiancando il sistema scolastico, nei contesti più deprivati, al fine di promuoverne il valore di presenza istituzionale e luogo di aggregazione anche in orari extra-curriculari. - Mediazione culturale e accoglienza/integrazione dei migranti • sostegno dell’accesso ai servizi ed interventi finalizzati all’integrazione sociale dei migranti. [A cura del direttore del CeSVoP Alberto Giampino con la collaborazione dei colleghi Rosario Ceraolo, direttore CESV Messina, Sonia Longo direttrice del CSVE e dei consulenti della commissione regionale Roberto Fiorini e Roberto Museo ]