BioBanche: aspetti informatici - Mtt
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BioBanche: aspetti informatici - Mtt
Biobanche: aspetti informatici pathologica 2008;100:116-127 Biobanche: aspetti informatici M. Galvagni, S. Cotrupi*, M. Barbareschi* MTT-pro, Trento; * U.O. Anatomia Patologia, Ospedale “S. Chiara”, Trento Parole chiave Banche tissutali • Biobanking • Conservazione tessuti biologici • Criopreservazione tissutale • Informatica Una biobanca è essenzialmente una raccolta di biomateriali e di dati clinico-patologici e biomolecolari 1. La corretta e ordinata raccolta, conservazione ed integrazione di tali elementi è fondamentale per la funzionalità di un biobanca, ed è ciò che distingue una semplice raccolta di biomateriali da una biobanca propriamente detta. La natura dei dati da raccogliere ed associare ai biomateriali è tale da richiedere un apposito sistema informatico, sviluppato per rispondere alle varie esigenze della gestione di una biobanca. Individuazione architettura di riferimento della biobanca Come per tutti i sistemi informatici e informativi di ultima generazione e per le applicazioni distribuite, anche per i sistemi che si occupano della gestione della biobanca non ci si può esimere dal considerare valida un’architettura software basata su di una struttura a n livelli di tipo web-based (n-tier web oriented). Questo tipo di architettura (in Figura 1 è rappresentata l’architettura generale a 3 livelli) trova il suo punto di forza nei seguenti elementi: • scalabilità: i sistemi sviluppati su architettura n-tier permettono facilmente di crescere in funzioni delle necessità e delle possibilità; • gestione delle le risorse, che vengono indirizzate; • gestione ottimale dei risultati; • complessità delle funzionalità che possono essere implementate; • integrazione con qualsiasi altro sistema informativo. L’architettura ad n-livelli prevede che il sistema venga scomposto in n livelli (nel caso 3 livelli: livello di pre- Fig. 1. Architettura generale a 3 livelli. Il presente contributo è stato possibile grazie al finanziamento della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto per il progetto “Studio di fattibilità per la creazione di una banca di tessuti e sangue umani presso la Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari - Trentino Biobank” Corrispondenza dott. Mattia Barbareschi, U.O. Anatomia Patologica, Ospedale “S. Chiara”, largo Medaglie d’Oro, 38100 Trento - E-mail: mattia. [email protected] 117 Biobanche: aspetti informatici sentazione, livello di applicazione e livello dati) ognuno indipendente dagli altri e con specifiche interfacce di comunicazione che consentono ai vari livelli di interagire fra di loro. In questo modo si rendono più agevoli tutte le operazioni come le variazioni in sede di presentazione, l’aggiunta di nuovi servizi oppure la modifica e la sostituzione del database. Un sistema strutturato a livelli richiede per operare in modo performante e funzionale una piattaforma applicativa composta da diversi componenti quali: • web server; • application server; • database server; • authentication e authorization server, middleware, e adattatori. Grazie all’architettura a n livelli, il sistema informativo per la gestione della biobanca permette di interagire in modo agevole con tutti gli altri sistemi che solitamente sono presenti all’interno delle strutture ospedaliere. Un sistema informativo per la gestione della biobanca deve però essere strutturato in modo da essere completamente autonomo per poter essere utilizzato anche in scenari esterni alle strutture ospedaliere. Si propone, per il sistema informativo della biobanca un’implementazione con tecnologia a 3 livelli (Fig. 2). Il sistema per la biobanca implementato con tecnologia ad n livelli web-oriented prevede la presenza di un browser (presentation layer) per la consultazione della biobanca, di un livello di applicazione (business layer) in cui vengono elaborate tutte le informazioni e preparate per la visualizzazione e di un livello di dati (data layer). Particolare attenzione va riservata ai livelli data e business. Nel livello di applicazione risiedono tutte le logiche, le interfacce e gli applicativi che si occupano di elaborare l’informazione per consentire poi al sistema di visualizzarla oppure di immagazzinarla in modo corretFig. 2. Architettura a 3 livelli. per un prototipo di biobanca. to. Il livello data è il livello in cui risiedono fisicamente i dati, che si distinguono in: • dati clinici: sono i dati clinici del paziente che descrivono la storia clinica del paziente; • dati personale: rappresentano i dati anagrafici del paziente; • dati bio: sono i dati propri del tessuto analizzato, contengono sia dati biologici, molecolari o di stoccaggio (cioè dove vengono archiviati i tessuti). Questo risulta essere il livello che maggiormente può variare a seconda del contesto in cui viene inserito il sistema biobanca; cioè se il sistema è o meno inserito in una struttura clinica sanitaria. Nel caso in cui la biobanca sia interna ad una struttura ospedaliera il sistema non necessita di avere al suo interno i dati personali e i dati clinici, ma è sufficiente che questi siano collegati agli altri sistemi che normalmente detengono queste informazioni. Gli archivi Personal data e clinical data sono necessariamente interni al sistema nel caso in cui la biobanca non risieda all’interno di una struttura clinica. In questo ultimo caso la gestione dei dati clinici e personali richiedono particolare attenzione; l’architettura del sistema deve soddisfare la normativa che regolamenta il trattamento dei dati personali (DL n. 196 del 30.6.2003 – Codice in materia di protezione dei dati personali) che prevede che nessuno accidentalmente possa collegare i dati clinici ad una persona fisica. A tale scopo si è previsto di separare i 3 tipi di dati in diversi archivi fisici. La procedura che in automatico collega i dati di diverso tipo fra di loro esclusivamente per le persone autorizzate viene chiamato binding. Moduli di riferimento della biobanca Il sistema informativo per la gestione di una biobanca prevede la presenza di un applicativo centrale per la me- 118 M. Galvagni et al. Fig. 3. Architettura ad alto livello. morizzazione delle informazioni relative ai biomateriali e al loro stoccaggio. Vi è poi la necessità di correlare tali informazioni alle informazioni cliniche, patologiche e genetiche del paziente, gestite prevalentemente da sistemi legacy nella stessa Unità Operativa di Anatomia Patologica o in altre Unità Operative. La banca dei tessuti dovrà essere vista all’occorrenza come l’unitarietà di tali informazioni. Gli standard a disposizione dal punto di vista informatico sono sicuramente HL7 come protocollo di interscambio di informazioni cliniche fra applicativi legacy (dati patologici, clinici, ecc.) e database dei biomateriali stoccati. XML dovrà essere preferibilmente lo standard per lo scambio di informazioni e documenti in particolar modo per la pubblicazione di dati riassuntivi ed anonimizzati via web. Accessibilità, protezione e sicurezza Il legislatore regolamenta le misure minime di sicurezza dei sistemi informativi relativamente ai seguenti aspetti: • sicurezza di accesso agli elaboratori; • sicurezza di trasferimento delle informazioni; • autenticazione e autorizzazione degli accessi. La sicurezza di accesso agli elaboratori è intesa come accesso fisico agli elaboratori adibiti alle applicazioni lato server ed è strettamente correlato ovviamente alla loro locazione. Per quanto riguarda i server della biobanca, questi dovranno soggiacere alle stesse politiche. Le informazioni possono essere accedute in ambiente controllato, all’interno della lan ospedaliera, ma deve essere necessario garantire un accesso al mondo esterno usufruendo della rete Internet, per poter consultare, ad esempio, le informazioni da postazioni o istituzioni remote. Nel caso di accesso al mondo esterno devono essere adottate misure forti di controllo del trasferimento delle informazioni, di autenticazione degli accessi e di successivo rilascio dell’autorizzazione. Una soluzione informatica a garanzia della sicurezza a livello di trasferimento dei dati dall’elaboratore centrale (Server Web) all’applicativo utente (Web Browser) potrebbe prevedere, per l’implementazione del canale di trasmissione, il protocollo SSL (Secure Socket Layer) Biobanche: aspetti informatici Fig. 4. Protocollo SSL. implementato dalla Microsoft per la crittografia a 128 bit, basata su certificato server e chiave asimmetrica. I certificati sono emessi da un’infrastruttura di PKI (Public Key Infrastructure) composta dalla Certification Authority (CA) Microsoft Certificate Server con CSP (Criptographic Service Provider) su Token PRO Aladdin. Fig. 5. Framework di sicurezza. 119 Il protocollo SSL (ora TLS) è stato originariamente progettato da Netscape Communications Corporation per realizzare comunicazioni cifrate su Internet. Come mostrato nella Figura 4, il protocollo SSL è inserito tra i protocolli di comunicazione (HTTP, SMTP, FTP, Gopher e NNTP) e il protocollo di connessione TCP/IP. Utilizzato dalla connessione in protocollo HTTPS per cifrare i messaggi in protocollo HTTP, SSL è basato su un meccanismo a coppia di chiavi asimmetriche e certificato rilasciato da una CA ad un Web Server, mediante il quale il client genera e cifra con la chiave pubblica dal server una chiave di sessione da utilizzare per cifrare la comunicazione. L’autenticazione dell’utente esterno si baserà su firma digitale apposta dall’utente su dispositivi di autenticazione, quali possono essere token o smart card, in possesso dell’utente stesso. In questa ipotesi la procedura di autenticazione non inizia fino a quando l’utente non inserisce il dispositivo di sicurezza nell’apposito slot (lettore di smart card o porta USB del pc). Se il dispositivo è estratto dal proprio alloggiamento prima che la sessione sia terminata, questa verrà chiusa immediatamente dall’applicazione (Fig. 5). L’autorizzazione all’accesso dovrà essere effettuata lato server il quale controllerà credenziale, validità del certification e permessi dell’utente in relazione alle informazioni che sta richiedendo. 120 M. Galvagni et al. Formalizzazione dei flussi informativi Lo schema di Figura 6 mostra quali tipologie di informazioni, relative ad un paziente, vengono coinvolte nella gestione di una biobanca. Nello schema sono mostrate le seguenti tipologie di informazioni: • informazioni direttamente correlate al biomateriale (classi prelievo, campione, aliquota e dati di utilizzo). Tali informazioni sono gestite nel sistema di raccolta e stoccaggio. Descrivono le informazioni minimali sull’origine del materiale (data e ora di arrivo in laboratorio, tipologia, organo di prelievo, quantità, ...), le informazioni sulla conservazione del materiale (tipo di manipolazione, coordinate all’interno dei contenitori di conservazione, modalità di stoccaggio, ...) e registrano i dati di utilizzo (identificativi dell’istituzione e del progetto di studio che ne ha richiesto l’utilizzo, modalità di stoccaggio, richiesta, ...); • dati patologici relativi al biomateriale: sono informazioni contenute nei sistemi gestionali delle U.O di Anatomia Patologica (diagnosi istologica, TNM e grading, marcatori immunoistochimici e biomarcatori, ...); • dati anagrafici e dati sensibili: sono dati associati al paziente che permettono i primi, in casi autorizzati e speciali, l’identificazione della sorgente del campione e i secondi studi mirati di popolazione sui campioni (ad esempio a seconda della prevalente attività lavorativa); • dati clinici relativi al biomateriale: rappresentano potenzialmente qualsiasi dato raccolto nel corso della storia clinica del paziente, associabile al biomateriale, utilizzabile ai fini della ricerca. Sono dati clinici ad esempio le terapie e il decorso (recidivem visite di follow-up, …). Fig. 6. Tipologie di informazioni. Nella Figura 7 è schematizzato il flusso informativo che coinvolge il donatore del biomateriale dal momento del suo ingresso nella struttura sanitaria in poi. Ovviamente un paziente può acconsentire o meno alla raccolta dei suoi biomateriali nella biobanca. Nel caso sia stato rilasciato il consenso dovrà essere effettuata l’accettazione del paziente e del relativo pezzo operatorio, e l’iter di analisi e stoccaggio proseguirà parallelo, ma indipendente dal normale percorso di diagnosi e cura del paziente. Definizione dell’architettura funzionale di un sistema per la raccolta dati Come abbiamo già detto una biobanca è essenzialmente una raccolta di campioni biologici connessi a un’ampia raccolta di dati: entrambi questi elementi necessitano di una gestione accurata e complessa che può essere garantita solamente attraverso un sistema gestionale informatico disegnato appositamente. Nella situazione ideale tale sistema deve interfacciarsi con i sistemi gestionali delle unità operative di anatomia patologica e con eventuali altri sistemi, quali le cartelle cliniche informatizzate dei reparti clinici. Di seguito vengono riportati i requisiti minimi di un sistema per la gestione della raccolta di biomateriali. Il sistema gestionale, eventualmente integrato con il sistema gestionale delle unità operative di anatomia patologica deve essere in grado di: • assegnare un identificativo univoco al materiale, possibilmente utilizzando sistemi di codifica a barre; l’identificativo deve essere diverso dal numero istologico dell’esame, presente nel sistema gestionale delle unità operative di anatomia patologica; in alternativa Biobanche: aspetti informatici 121 Fig. 7. Flussi di informazioni. il sistema deve essere in grado di ricevere un simile identificativo specifico, generato all’interno del sistema gestionale della U.O. di Anatomia Patologica; • permettere, solo al responsabile della biobanca o a un suo delegato, con una apposita procedura nel rispetto delle norme giuridiche, la correlazione fra materiale conservato e donatore; • registrare i dati relativi al consenso fornito dal pa- 122 ziente all’utilizzo del materiale biologico, comprese le varie restrizioni all’uso del materiale stesso; • memorizzare i dettagli del materiale in termini di: – tipologia di materiale (tessuto, materiale citologico, ...), – topografia del prelievo, diagnosi istologica, codifica TNM (possibilmente tramite sistema codificato interfacciato con il sistema gestionale delle unità operative di anatomia patologica), – tipo di campione (tessuto normale, peritumorale, tumorale, ...), – manipolazione dei campioni (tipo di processazione, tempistica di prelievo rispetto alla exeresi chirurgica, …); • registrare le coordinate del materiale rispetto al luogo di conservazione: freezer, colonna, scatola, ...; • registrare i movimenti del materiale: quantità prelevate per studio, finalità e identificativo dello studio; • permettere la registrazione delle informazioni cliniche, possibilmente interfacciandosi con i sistemi esistenti (cartelle cliniche informatizzate); • permettere la registrazione dei dati molecolari che vengono progressivamente prodotti dall’analisi dei materiali stessi. Il sistema di raccolta deve inoltre: • permettere una rapida interrogazione della sua base dati per verifiche e selezione di materiale di studio; • pubblicare periodicamente un report sulla consistenza della biobanca per riversare tali dati in sistemi web pubblici, per permettere ad altre istituzioni di venire a conoscenza e usufruire del materiale per motivi di studio, ovvero riversare tali dati in un sistema di rete tra biobanche; • garantire un elevato livello di sicurezza attuando politiche di protezione sia all’interno dell’istituzione che soprattutto all’esterno. Analisi dei requisiti di un sistema per la raccolta dati Per consentire la progettazione e l’implementazione di un sistema biobanca è necessaria una raccolta e analisi dei requisiti, che possono essere classificati in: • requisiti utente: cioè quei requisiti identificati direttamente dall’utente per specificare le proprie esigenze e le proprie attese dal sistema. Vengono descritti ed esplicati con la stesura del database utilizzando il formalismo entità-relazioni; • requisiti funzionali: sono le funzioni identificate in accordo con l’utente. Progettazione base di dati Progettazione concettuale Lo scopo della progettazione concettuale è quello di descrivere, con un opportuno linguaggio (nel nostro caso il formalismo Entity-Relationship), ciò che il sistema do- M. Galvagni et al. vrà trattare e quale dovrà essere il suo comportamento. Tale descrizione coinvolge i seguenti aspetti: ontologico, epistemologico, pragmatico e linguistico. Aspetto ontologico L’aspetto ontologico descrive ciò che esiste nel mondo reale osservato e che alla fine della progettazione concettuale deve generare il diagramma entity-relationship. Nella progettazione vanno quindi descritte la conoscenza concreta, la conoscenza astratta e la conoscenza procedurale. Conoscenza concreta Nella descrizione della conoscenza concreta si devono elencare le entità rilevate nella modellazione del sistema. Le entità vengono identificate negli elementi del mondo reale che compongono il sistema che si va a modellare, nel nostro caso quindi le entità si possono riassumere in: • paziente: è l’entità che identifica il paziente “donatore”; risulta essere elemento fondamentale del sistema; • biomateriale (generalmente un pezzo operatorio): identifica il campione biologico sul quale vengono effettuate una serie di manipolazioni. Ai fini del sistema risulta essere l’entità principale senza la quale il sistema non può funzionare; • campione: il biomateriale (es.: pezzo operatorio) viene diviso in campioni (frammenti o porzioni del biomateriale) che vengono raccolti e conservati con opportune procedure; • aliquota: questa entità identifica una successiva suddivisione (a livello fisico) del campione per l’utilizzo della stessa in studi di ricerca o esami particolari. Le entità sono collegate tra di loro dalle Associazioni con la seguente cardinalità: paziente (1,n) biomateriale (1,n) campione (1,n) _ _ _ biomateriale (1,1) campione (1,n) aliquota (1,n) Conoscenza astratta La conoscenza astratta riassume i possibili vincoli a cui è soggetta la conoscenza concreta. Qui di seguito riportiamo i vincoli di integrità della base dati. L’entità paziente, per essere tale deve avere un codice fiscale, un codice paziente. L’entità pezzo operatorio deve avere un codice pezzo operatorio, una data ed un’ora di exeresi Conoscenza procedurale La conoscenza procedurale raccoglie tutti quei dati che vengono ricavati in modo automatico dal sistema e vengono memorizzati nella base dati; qui di seguito riportiamo l’elenco dei vincoli procedurali con riportata nella parentesi l’entità a cui fanno riferimento. Biobanche: aspetti informatici Intervallo dal prelievo (entità campione): memorizza il periodo, espresso in minuti, che trascorre dal momento delle exeresi al momento in cui il campione viene stoccato in freezer. Materiale esaurito (entità campione e aliquota): memorizza lo stato di disponibilità del campione o dell’aliquota. Viene calcolato in automatico dal sistema tenendo presente ogni singolo utilizzo o prelievo del campione o dell’aliquota. Fig. 8. Schema entity-relationship. 123 Schema concettuale della base dati secondo il formalismo entity-relationship Tutte le informazioni raccolte generano così il diagramma E/R (entity-relationship) riportato nella Figura 8. Progettazione logica Descriviamo qui in dettaglio le entità del modello E/R descrivendo gli attributi principali che possono essere previsti per queste. Qui di seguito viene riportata la programmazione logica delle entità di u sistema di gestione di una biobanca, nella colonna descrizione viene fornita la descrizione dei campi che non risultano ovvi dal nome. 124 M. Galvagni et al. Entità paziente (se residenti in archivio i dati devono essere forzatamente criptati e protetti dagli accessi accidentali, in alternativa possono risiedere nel sistema gestionale della unità operativa): Nome campo Descrizione/note Centro Centro da cui proviene il paziente Progressivo paziente Codice del paziente composto da caratteri alfanumerici Tipo paziente Specifica la tipologia del paziente e può assumere i valori Paziente Donatore sano Non definito Nome Cognome Data di nascita Sesso Città di nascita Città di nascita del paziente Città di residenza Città di residenza del paziente Provincia Provincia di residenza del paziente Occupazione Occupazione principale del donatore Entità pezzo operatorio: Nome campo Descrizione/note Codice pezzo operatorio Codice univoco Consenso informato Sono registrate le varie autorizzazioni/restrizioni decise dal paziente Data exeresi Data del prelievo del pezzo operatorio Ora exeresi Ora del prelievo del pezzo operatorio Data arrivo Data di arrivo del pezzo operatorio all’u.O. di Anatomia Patologica Ora arrivo Ora di arrivo del pezzo operatorio all’u.O. di Anatomia Patologica Materiale Specifica la tipologia del materiale e può assumere i valori Tessuto Citologico per scraping Citologico per agoaspirato Citologico da versamento Sangue intero Plasma Urine Siero Organo Riporta da che organo è stato prelevato il pezzo operatorio – possibilmente con codifica standard (es.: Snomed) Tipo intervento Tipo di intervento a cui il pezzo è stato sottoposto possibilmente con codifica standard (es.: Snomed) Diagnosi istologica estesa Diagnosi istologica riferita al pezzo operatorio: testo della diagnosi Diagnosi codificata snomed-m Diagnosi istologica riferita al pezzo operatorio: possibilmente con codifica standard (es.: Snomed) Tnm Grading Immagine Path dell’immagine (se disponibile) 125 Biobanche: aspetti informatici Entità campione: Nome campo Descrizione/note Codice campione Codice univoco Data campione Data del prelievo del campione Ora campione Ora del prelievo del campione Intervallo Intervallo di tempo (espresso in minuti) trascorso tra l’exeresi e l’arrivo del pezzo operatorio Tipo campione Specifica la tipologia del campione e può assumere i valori Normale Peritumorale Tumore primitivo Metastasi locoregionale Metastasi a distanza Manipolazione Specifica la tipologia del tipo di manipolazione subita dal campione e può assumere i valori Cong. ai vapori di azoto Cong. in isopentano Cong. per immersione in azoto liquido Cong. in oct per immersione in azoto liquido Cong. in oct ai vapori di azoto Cong. in oct in isopentano Fissazione in formalina tamponata Modalità stoccaggio Specifica la locazione dello stoccaggio specificando dove viene conservato il campione (p. es.: in quale freezer e, all’interno di questo, in quale colonna e in che scatola – numero e tipo) Materiale esaurito Flag che segnala la disponibilità del materiale Entità aliquota: Nome campo Descrizione/note Codice aliquota Codice univoco Data aliquota Data del prelievo dell’aliquota Ora aliquota Ora del prelievo dell’aliquota Materiale ottenuto Specifica la tipologia di materiale ottenuto dalla manipolazione e può assumere i valori DNA da tessuto congelato DNA da tessuto fissato in formalina RNA da tessuto congelato RNA da tessuto fissato in formalina Frazione proteica Componente subcellulare Modalità stoccaggio Specifica la locazione dello stoccaggio specificando dove viene conservato il campione (p. es.: in quale freezer, e all’interno di questo in quale colonna e in che scatola – numero e tipo). Materiale esaurito Flag che segnala la disponibilità del materiale 126 M. Galvagni et al. Ad ogni entità pezzo operatorio vanno collegati i seguenti dati clinici: Nome campo Descrizione/note Data ultimo aggiornamento dati Status del paziente Specifica lo status attuale del paziente e può assumere i valori: Vivo senza malattia Vivo con malattia Deceduto per malattia Deceduto per altre cause Comparsa di altra neoplasia Familiarità Specifica la presenza di familiarità della patologia del paziente e può assumere i valori: Sì No Tipo di familiarità Tipo terapia Specifica il tipo di terapia postchirurgica seguita e può assumere i valori: Chemioterapia Ormonoterapia Radioterapia Data ultimo follow-up Data prima recidiva/metastasi Tipo recidiva/metastasi Sede recidiva/metastasi Data morte Data altro tumore Ad ogni entità campione o aliquota vanno collegati i seguenti dati utilizzo. Nome campo Descrizione/note Data utilizzo Data Istituto utilizzatore Nome dell’istituto che utilizza il campione o l’aliquota Numero progetto studio Numero identificativo del progetto Acronimo progetto studio Acronimo del progetto Unità operativa utilizzatore Nome dell’unità che utilizza il campione o l’aliquota Persona responsabile utilizzo Recapito telefonico responsabile 127 Biobanche: aspetti informatici Ad ogni entità dati utilizzo vanno collegati ad esempio i seguenti dati molecolari Nome campo Descrizione/note Gene analizzato Analisi DNA Può assumere i valori: SSCP Analisi mutazionale LOH MSI SNP … Analisi mRNA Può assumere i valori: Northern Blot RT-PCR Real Time PCR Microarray … Analisi espressione proteica Può assumere i valori: Western blot Espressione immunoistochimica Elettroforesi bidimensionale … • • • • in relazione alle caratteristiche clinico-patologiche e eventualmente biomolecolari (es.: individuare quanti biomateriali vi sono in relazione a un dato istotipo tumorale e di un determinato stadio, di cui si abbia un follow-up superiore ad un dato periodo); descrizione delle procedure di biobanking, quali protocolli di processazione e controlli di qualità dei biomateriali; descrizione delle considerazioni etico-giuridiche per la raccolta e distribuzione dei biomateriali; descrizione delle procedure di governance della biobanca, con specifico riferimento alle procedure di richiesta di biomateriali e alla loro accettazione; saranno disponibili anche forms elettronici per la richiesta di biomateriali, che verranno concessi sulla base di progetti di ricerca approvati dal comitato scientifico della biobanca; per la trasparenza della biobanca potranno essere elencati i progetti a cui la biobanca ha aderito concedendo i propri biomateriali; descrizione delle motivazioni che hanno portato alla creazione della biobanca, rivolte soprattutto ad eventuali utenti non professionali, ed in modo particolare i pazienti. Conclusioni Sito web Nella progettazione di un sistema gestionale di una biobanca, occorre anche considerare la possibilità di rendere pubblici alcuni contenuti della biobanca stessa, utilizzando modalità di pubblicazione dati su internet. Fra i contenuti utili riteniamo esservi: • descrizione aggiornata della consistenza della raccolta di biomateriali; tale obiettivo può essere raggiunto con la pubblicazione di reports periodici, ove sia possibile consultare la tipologia dei biomateriali Bibliografia Somiari SB, Somiari RI, Hooke J, Garguilo G, Mittal V, Hu H, et al. Establishment and management of a comprehensive biore- 1 Nella presente analisi abbiamo evidenziato i vari elementi necessari per la implementazione di un sistema informatico che permetta una completa gestione di una biobanca. Ovviamente ogni analisi simile deve essere poi calata nei contesti in cui occorre operare. Fra gli elementi qualificanti di ogni simile sistema riteniamo comunque che la modularità e scalabilità dei sistemi sia fondamentale, per potersi adeguare alle esigenze di interfacciabilità con altri sistemi, alla implementazione di nuove funzionalità e all’adeguamento alle crescenti e variabili necessità di raccolta dati. pository for integrated high throughput genomics and proteomics research. Trans Integr Biomed Inform Enabling Technol Symp J 2004;1:131-43. 128 M. Galvagni et al.