un carretto fittile geometrico, da ordona

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un carretto fittile geometrico, da ordona
UN CARRETTO FITTILE GEOMETRICO, DA ORDONA
Il mondo daunio, almeno sino al V secolo a.C., destinò all'immagine
spazi e valori diversi. Da un lato, infatti, creò le stele, vere e proprio trionfo del
figurativo; dall'altro, invece, organizzò una ricchissima produzione vascolare a
decorazione geometrica nella quale le figure avevano uno spazio infrequente e
comunque molto marginale. Ma, come provano le stesse stele, quest'ultima
circostanza non è certo da imputare alla mancanza di un patrimonio figurativo
indigeno, piuttosto ad una tradizione artigianale che non necessitava di variare il
repertorio geometrico con l'inserzione di elementi ai quali affidare funzioni
narrative o simboliche.
Prima dell'ellenizzazione l'inserimento dell'immagine, dipinta o plastica,
nel tessuto geometrico del vaso daunio è un evento piuttosto raro, ma in questi
casi è sempre stringente il legame con la funzione rituale del vaso. Fra i soggetti
dipinti, in particolare, ricordiamo gli uccelli, isolati o in coppia1, particolarmente
frequenti sugli attingitoi, mentre le scene o i gruppi figurati sono rari e dipinti
sul labbro delle olle. In questi ultimi casi le composizioni si risolvono nello
schema piuttosto semplice di due soggetti affrontati, lo stesso che appare sulle
stele daunie. Agli esemplari a tutt'oggi editi è da aggiungere un frammento del
labbro di un'olla geometrica rinvenuto a Salapia2, sul quale appaiono una figura
maschile ed una femminile di fronte l'una all'altra, e due cavalieri a cavallo, che
ripropongono il medesimo schema e gli stessi costumi documentati da un
frammento analogo da Ordona 3. Dunque, per rimanere nel campo delle
1 - E.M. DE JULIIS, Un antico simbolo solare nella ceramica geometrica daunia, in Archeologia Classica, XXIII, 1971, pp. 37-51; E.M. DE JULIIS, La ceramica geometrica della Daunia,
Firenze 1977, p. 51 nota 1.
2 - San Ferdinando di Puglia, deposito archeologico. Frammento sporadico.
Segnalazione dell'Archeoclub locale.
3 - M.L. NAVA, Le stele della Daunia, in La civiltà dei Dauni nel quadro del mondo italico.
Atti XIII Convegno di Studi Etruschi e Italici, Manfredonia 1980, Firenze 1984, p. 167, tav.
XXVIII: 710R78. Un altro esemplare è nella collezione Sansone: NAVA, Atti Convegno
Studi Etruschi, 1984, p. 160, tav. XXVIII, b; P. IANNANTUONO, Olle geometriche daunie
nella collezione
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Fig. 1 – Carretto fittile a decorazione geometrica. De Ordona. Foggia, depositi Soprintendenza.
Fig. 2 - Frammento di labbro di olla, con decorazione figurata. De Salapia. San Ferdinando di
Puglia, deposito archeologico.
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produzioni locali sarà solo dal III a.C. che appariranno scene più complesse,
ma esclusivamente sui vasi decorati a liste fra le quali sono inseriti soggetti
chiaramente legati alla funzione funeraria del contenitore4.
Nel caso della plastica fittile i soggetti che compaiono sui vasi dauni,
oltre alle piccole protomi comprese fra le terminazioni cornute degli attingitoi,
sono figure isolate, come le statuette di offerenti adoranti e i volatili applicati ai
vasi filtro e agli askoi5. E' eccezionale, a questo proposito, il ritrovamento, nella
tomba 796 di Lavello, di un attingitoio biansato a decorazione geometrica
bicroma con un gruppo plastico rappresentato sul fondo, costituito da una
coppia di 'signori' (uomo e donna) fronteggiati da due cavalli, di notevole
significato ideologico 6. In realtà, ritrovamenti recenti, talvolta da scavi
controllati, più spesso da scavi abusivi immessi nel commercio antiquario
straniero, provano come il campo della plastica fittile della Daunia preromana
sia ancora molto vasto. Ne è testimonianza, ad esempio, la straordinaria
composizione di offerenti femminili disposte alla base di un kalathos, edito da
M Sguaitamatti7.
Dunque, la produzione plastica non pare una pecularità dell'artigianato
daunio, ma bisogna ammettere che essa realizza programmi, decorativi ed
ideologici insieme, di straordinario livello. E lo provano alcuni esemplari a tutto
tondo, non legati a contenitori vascolari, fra i quali una figurina
Sansone, in Rassegna di Studi del Civico Museo Archeologico edel Civico Gabinetto Numismatico di
Milano, XXXI-XXXII, 1983, pp. 25-26,figg. 16a-b. Cfr. inoltre, NAVA, Atti Convegno
Studi Etruschi 1984, p. 176 nota 10; M. MAYER, Apulien vor und während der Hellenisierung,
Leipzig-Berlin 1914, pp. 110- 113, tav. 10 n. 8; D. FEDDER, Daunisch -geometrische
Keramik und ihre Werkstätten, Bonn 1976, p. 247 n. 157. Citata, ma non ancora pienamente
edita, è una brocca da Melfi-Chiucchiari, del subgeornetrico daunio II, di produzione
canosina, con una scena di caccia a cavallo cfr. A. BOTTINI, Principi guerrieri della Daunia del
VII secolo, Bari 1982, p. 102 nota 38 e M. TAGLIENTE, I signori dei cavalli nella Daunia di
età arcaica, in Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università degli Studi di Perugia,
XXIII, n.s. IX, 1985-1986, p. 310, e nota 20.
4 - D. YNTEMA, The Matt-Painted Pottery of Southern Italy, Utrecht 1985, pp.
380-387.
5 - K. MAES, La piccola plastica fittile della Daunia, in Acta Archaeologica Lovanensia,
Leuven 1975, pp. 353-378; DE JULIIS, La ceramica geometrica 1977, pp. 52-53; E.M. DE
JULIIS, I popoli della Puglia prima dei Greci, in Magna Grecia. Prolegomeni, Milano 1985, p. 170.
6 - TAGLIENTE, Annali Perugia, 1985-86, pp. 305-321.
7 - M. SGUAITAMATTI, Ein daunischer Kalathos mit plastischem Schmuck, in Antike
Kunst 26, 1983, pp. 50-54.
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maschile d'impasto rinvenuta nei contesti della prima età del Ferro a Salapia8 ed
un gruppo di tintinnabuli, sagomati con protomi femminili o a forma animale9.
Un pregevole carretto fittile da Ordona, anch'esso con la funzione di
sonaglio per i bambini, appartiene ad un gruppo alquanto significativo di
terracotte raffiguranti questo stesso soggetto. Il caso più noto è quello del carro
geometrico di fattura daunia al British Museum, proveniente da Nola, trainato
da una coppia di cavalli e sormontato da una sedia o trono 10. Sono meno
completi, invece, due esemplari, uno portato alla luce fra il materiale di
riempimento del fossato di Monte Saraceno 11, l'altro, d'impasto, nella
collezione Bellak, a Vienna 12. In ambedue i casi si conserva un quadrupede,
acefalo, con un foro in corrispondenza della testa ed altri in corrispondenza
delle zampe che dovevano servire per il fissaggio delle ruote. Il carretto di
Ordona fu rinvenuto in una tomba a fossa del IV secolo a.C., insieme ad altro
materiale ceramico di corredo, un'armilla ed un anello 13. L'animale è composto
da un corpo di forma allungata con le terminazioni plasmate ad apice
triangolare appiattito con due fori di sospensione all'estremità, con due grandi
ruote fissate alla base. Una cordicella doveva consentire di trascinarlo
smovendo le palline fittili collocate all'interno, che, urtando fra loro,
producevano un suono. La caratteristica bifronte dell'animale rispondeva
certamente all'uso che veniva fatto dell'oggetto, cioè trainando8 - M.A. ALBERTI-A. BETTINI-J. LORENZI, Salapia (Foggia). Notizia
preliminare sugli scavi nella città dauna di Salapia. Campagne 1978-79, in Notizie degli Scavi di
Antichità, XXV, 1981, p. 168 ss. fig. 14.
9 - G. FAZIA, Due tintinnabuli geometrici al Museo di Foggia, in Taras, III, 1-2, 1983,
pp. 149-154. Oltre ai due esemplari editi si ricordano un askòs al Museo di Bari (MAYER,
Apulien, 1914, pp. 135-136, tav. 11, 7), uno al Museo di Amburgo con due protomi
(MAYER, Apulien, 1914, p. 131, tav. 13,9) ed uno da Ordona (M. MERTENS, Ordona VI.
Rapports ed Etudes, Bruxelles - Rome 1979, p. 26, tav. VI b).
10 - C.V.A. Great Britain 10, London 1932, p. 7, tav. 8, 6; MAES, Acta Archeologica
1975, p. 361, tav. IV, 7.
11 - DE JULIIS, Magna Grecia, 1985, fig. 233.
12 - R. PERONI, Archeologia della Puglia preistorica, Roma (s.d.), p. 123, fig. 27, 8.
13 - Il corredo era composto, oltre che dal carretto fittile, dai seguenti materiali: 1.
Olla acroma; 2-3. Brocche a decorazione geometrica monocroma; 4-5-6. Brocche a vernice
bruna; 7. Bicchiere kanthariforme a vernice bruna; 8. Coppa a vernice nera; 9. Armilla in
bronzo; 10. Anello in bronzo; 11. Spiedo in ferro. Scavo Soprintendenza Archeologica
della Puglia 1985.
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lo da ambo i lati secondo gli stessi criteri ancora oggi proposti con i 'trainabili',
fabbricati in legno o plastica per i bambini.
Le raffigurazioni di carri, peraltro, sono note nel mondo daunio anche
attraverso altri tipi di documentazione. Ricordiamo il cosiddetto 'carrello di
Lucera', in bronzo, al quale appartengono tre complessi elementi forse
associabili fra loro, composti da una coppia di ruote a quattro raggi e da un
elemento nastriforme verticale sormontato da protomi animali cornute, una
importazione dall'area italica14, e, per ritornare all'ambito più squisitamente
locale, i carri che compaiono sulle stele, trainati da cavalli e piuttosto
identificabili come carri da parata, utilizzati nelle cerimonie funebri15.
La nuova acquisizione da Ordona viene così ad offrire contributi a più
tematiche di ricerca, come l'artigianato locale, l'uso dell'immagine, l'ideologia
funeraria ecc. e consente di recuperare altri e nuovi frammenti della società
daunia in età preromana.
Marina Mazzei
14 - Ancient Italy before the Romans, by A.C. Brown, Oxford 1980, p. 29, tav. IX.
15 - M.L. NAVA, Stele Dauníe I, Firenze 1980, tavv. CCXLVI, n. 748 A sin.,
CCCXXVI, n. 986 A.
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