ACCESSO E DISPONIBILITA` DEI DATI SUI BENI CONFISCATI
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ACCESSO E DISPONIBILITA` DEI DATI SUI BENI CONFISCATI
ACCESSO E DISPONIBILITA’ DEI DATI SUI BENI CONFISCATI Stato dell’arte e proposte TAVOLA ROTONDA UNIONCAMERE LOMBARDIA, Milano 16 Dicembre 2014 Il 16 dicembre 2014 presso la sede di Unioncamere Lombardia a Milano si è tenuta una Tavola Rotonda di esperti per discutere l’accesso e la disponibilità dei dati sui beni confiscati in Italia. L’incontro è stato organizzato da Transparency International Italia per coniugare l’impegno pluriennale per la promozione della trasparenza delle informazioni con uno studio condotto di recente sull’efficacia del sistema di confisca dei beni in Italia (“La confisca dei beni illeciti in Italia”, febbraio 2014). Dalla ricerca emerge come uno degli elementi di debolezza dell’attività di aggressione ai patrimoni illeciti italiani sia la scarsa qualità e disponibilità dei dati e delle informazioni relativi ai beni confiscati, che oltre ad indebolire la partecipazione della cittadinanza (e conseguentemente il potenziale sociale della confisca), non consentono l’efficienza dei processi gestionali e decisionali da parte delle istituzioni. L’incontro è stato organizzato nell’ambito del progetto “Enhancing Integrity and Effectiveness of Illegal Asset Confiscation – European Approaches” coordinato da Transparency International Bulgaria, in partnership con Transparency International Italia e Transparency International Romania, un’iniziativa finanziata dalla Commissione Europea, che mira a comparare i sistemi di confisca nei tre Paesi europei per individuare criticità e buone pratiche. Chiara Putaturo e Giorgio Fraschini, ricercatori del progetto per Transparency International Italia, hanno moderato il tavolo. Dopo una breve presentazione del progetto e degli obiettivi del Tavolo, Claudia Marà, collaboratrice di Transparency International Italia, ha esposto i casi studio analizzati nel progetto (Villa Berceto presso il Comune di Berceto, l’associazione “La casa del Silenzio” a Casal di Principe, l’azienda La.Ra Srl di Catania ed una recente confisca di immobili a Reggio Emilia), sottolineando la ricorrente difficoltà nel reperire dati. Sono seguiti gli interventi istituzionali di Laura Tomassini, del Ministero della Giustizia, e del Direttore Tecnico Capo della Polizia di Stato ing. Stefano Caponi dell’Agenzia Nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (ANBSC), i quali hanno illustrato brevemente i progetti realizzati ed in corso per l’informatizzazione dei dati sui beni (SIPPI - Sistema Informativo Prefetture e Procure dell'Italia Meridionale, sistema SITMP – Sistema Informativo Telematico delle Misure di Prevenzione, progetto REGIO – Realizzazione di un sistema per la gestione informatizzata e operativa delle procedure di amministrazione e destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata) e i diversi attori coinvolti nel reperimento dei dati (la Direzione Generale Giustizia Penale, la Direzione Generale per i Sistemi Informativi Automatizzati, l’Agenzia del Demanio, l’Agenzia Nazionale). Gianluca De Martino e Chiara Ciociola hanno illustrano due piattaforme create dalla società civile per il monitoraggio dei beni confiscati: Confiscati Bene, un progetto di mappatura e monitoraggio partecipato dei beni confiscati a livello nazionale, e Monithon, una piattaforma di monitoraggio civico dei progetti finanziati sul riuso e il recupero dei beni confiscati a partire dai dati aperti pubblicati sul portale di OpenCoesione e di Libera il Bene. I rappresentanti di Transcrime, Michele Riccardi, Priscilla Standridge e Cristina Soriani, hanno illustrato i risultati di una ricerca comparata sui dati dei beni confiscati a livello europeo (all’interno del progetto Organised Crime Portfolio). Francesco Menditto, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Lanciano, Umberto Di Maggio, coordinatore di Libera Sicilia e Ilaria Ramoni, amministratore giudiziario e autrice del libro Per il nostro bene, hanno contribuito attraverso le loro diverse esperienze a mettere in luce criticità del sistema dei dati sui beni confiscati e a elaborare alcune proposte. Di seguito le principali criticità e proposte emerse dalla discussione: CRITICITA’ PROPOSTE REPERIBILITÀ dei dati. - Molte informazioni concernenti i beni confiscati e destinati non sono presenti sul sito dell’Agenzia e possono essere ottenute solo dall’amministratore giudiziario, dai media o dagli attuali utilizzatori del bene, con conseguenti problemi di allungamento dei tempi, adempimenti burocratici (necessità di redigere domande scritte e motivate) e affidabilità dei dati stessi. Disponibilità e diffusione completa da parte dell’Agenzia dei dati significativi per l’individuazione concernenti i beni confiscati definitivamente (per i quali i problemi di riservatezza sono limitati) e destinati. Miglioramento della disponibilità analitica da parte del Ministero della Giustizia dei dati dei beni sequestrati (fino alla confisca definitiva), per i quali possono ottenersi al momento solo dati complessivi o eccessivamente aggregati (come comunicati ora nelle relazioni semestrali del Ministero della Giustizia). Miglioramento del popolamento da parte degli uffici giudiziari dei dati sui beni sequestrati o per i quali si procede ancora e apertura del dato al cittadino da parte della Direzione Generale Giustizia Penale. Miglioramento dell’affidabilità dei dati attraverso il contributo degli amministratori giudiziari per l’identificazione e l’individuazione accurata dei beni sequestrati e confiscati. Migliorare la trasparenza anche sui dati sui beni mobili (denaro) e sulle somme ed i valori (beni finanziari) che confluiscono nel Fondo Unico Giustizia Da alcuni mesi sono reperibili sul sito del Ministero Giustizia, ma con aggiornamenti saltuari: http://www.giustizia.it/giustizia/it/mg_2_9_1.wp Tracciare e rendere disponibili anche dati di bilancio ed in generale economici e societari delle aziende confiscate. A livello europeo: Trasparenza del beneficial ownership a livello europeo (per reperire informazioni sui titolari effettivi delle aziende confiscate). - Mancano i dati sui beni sequestrati e non confiscati definitivamente ex art.12 sexies e dati attendibili sulle confische definitive 12 sexies. Il registro per i sequestri 12 sexies esiste (SICP) e prevede l’immissione dei dati dal sequestro alla confisca definitiva. Per i nuovi procedimenti, l’inserimento é dubbio, mentre per i procedimenti pendenti, è complicato inserire i dati e non c’è nessuno che vi provvede. Rendere operativo l’obbligo di tenuta ed aggiornamento (analogamente a quanto avviene per le misure di prevenzione patrimoniali) anche dei registri delle misure patrimoniali penali ex art.12-sexies della legge 356/92. - I Comuni non rispettano l’obbligo di pubblicazione dei beni confiscati ad essi trasferiti (ex d.lgs. n. 159/11, art. 48, comma 3, lett. C ), in parte per paura di occupazione Responsabilità dei dirigenti del comune se i dati non sono pubblicati. abusiva degli immobili. QUALITÀ dei dati. - I dati dell’Agenzia non sono aggiornati (ultimo aggiornamento gennaio 2013) poichè il colloquio telematico previsto dal DPR n. 233 del 15 dicembre 2011 tra il Ministero della Giustizia e l’Agenzia è divenuto operativo nel luglio 2014. Previsione dell’inserimento dei dati relativi alle destinazioni nel programma Statistico Nazionale (ISTAT), in estensione alla corrente presenza del dato delle confische. Migliorare in termini di accuratezza e completezza i flussi informativi (ed informatizzati) tra il Ministero della Giustizia e l’Agenzia, ed eventualmente estenderli ad altre amministrazioni quali Agenzia del Territorio, Equitalia Giustizia, PRA, InfoCamere Rapida Diffusione a livello nazionale del nuovo sistema SITMP del Ministero della Giustizia oltre alle regioni obiettivo convergenza (già in atto presso le regioni obiettivo PON). - I dati non sono omogenei nella loro completezza anche quando esiste un sistema informativo. Ad esempio tra il momento dell’emissione del sequestro e della sua esecuzione o confische successive, i dati identificativi del bene variano in accuratezza e completezza, ma essi non vengono aggiornati nel sistema SIPPI. Possono esistere prassi per le quali alcune informazioni importanti per l’Agenzia non vengono valorizzate (ad esempio la data di Omogeneizzazione dei dati all’origine. Standardizzazione dei dati nella fase delle misure preventive. A livello europeo: Elaborazione di una matrice comune europea dei beni confiscati e destinati da parte di EUROSTAT (in proposta del sequestro presso il tribunale di Reggio Calabria) A livello europeo il problema principale è la definizione non omogenea di reato connesso alla confisca. - I dati pubblici sono incompleti: mancano dati sul tempo (date dei vari passaggi salienti di stato, confisca provvisoria, confisca definitiva, destinazione, assegnazione), sul valore dei beni, i riferimenti agli atti giudiziari delle sentenze, informazioni sul proponente della confisca e sulla fattispecie di reato o fattispecie criminale o associativa, sugli elementi specifici della tipologia del bene (es. per le aziende il numero di dipendenti e i dati di bilancio (presente in molti Paesi europei, non in Italia)). Questo a volte è causa di travisamento dei dati (es. nel caso di aziende il numero é alto ma poche sono quelle con dipendenti). programma). Migliore cooperazione giudiziaria a livello europeo. Disponibilità di un dato migliore che copra tutte le fasi temporali del ciclo di vita del bene. Disponibilità dei dati sul tempo e sul valore, con aggiornamento del valore o delle somme incassate nel caso di vendita. Disponibilità dei dettagli sulla localizzazione del bene . Disponibilità dei dati delle confische per diverse tipologie di reato (es. criminalità, evasione fiscale, corruzione). Disponibilità di informazioni estese in base alla tipologia di bene (aziende: personale impiegato, dati di bilancio), beni mobili registrati (tipologia, marca modello) etc. . Monithon: creare una sezione per dare informazioni sulle variabili temporali. LEGGIBILITÀ dei dati. - I dati del Ministero della Giustizia non sono facilmente Rendere i dati del Ministero più facilmente leggibili al leggibili; - Il linguaggio è difficile (es. definizione di particella, identificazione dati di una sentenza), sia per chi fornisce i dati che per gli utenti. Difficoltà di COORDINAMENTO tra diversi enti. cittadino, differenziando i dati da diffondere alla popolazione da quelli più complessi ad uso dei tecnici. Disponibilità di metadati. Adozione da parte di ANBSC e del Ministero di Giustizia di iniziative open data. Elaborazione di uno schema del flusso dei dati per individuare i punti critici. Istituzione di una regia unica generale per la gestione, diffusione e manutenzione del patrimonio informativo in un ente sovraordinato come la Presidenza del Consiglio dei Ministri o il Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione Economica) che raccordi le informazioni giudiziarie, amministrative (destinazione, assegnazione, revocazione) e civiche (storie, esperienze, testimonianze) Es. Iniziativa da parte di Opencoesione (“openbeni confiscati”) con capofila la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Istituzione di un unico repositorio che contenga tutti i contributi istituzionali (Giustizia, Agenzia beni confiscati, Agenzia Demanio, Enti Territoriali, soggetti civici) e che costituisca la summa delle varie iniziative della società civile viste nel tempo (Monithon, Confiscati bene, Geoblog di Libera, Osservatorio Toscana). Iniziativa nazionale di recupero e consolidamento dello storico (dall’introduzione della Legge Rognoni-La Torre e 356/92) di tutto il patrimonio informativo frammentato tra i diversi attori susseguitesi nel tempo (Agenzia Demanio, ANBSC, Alto Commissariato, Cancellerie, Prefetture, Enti territoriali), ai fini della costituzione di un patrimonio nazionale informativo di analisi ed informazione civica ed istituzionale. Insufficienza di RISORSE per l’Agenzia e per il Ministero della Giustizia (personale del Ministero molto oberato e soggetto ad un ricambio frequente). Utilizzare risorse FUG (Fondo Unico Giustizia) per sostenere e creare infrastrutture e procedure di gestione e tenuta delle informazioni e dati relativi al contrasto all’illegalità per mezzo di misure patrimoniali. Altre proposte Considerare il valore dei beni confiscati nel PIL del Paese (invece dell’ economia sommersa). “Confiscare i dati” alle organizzazioni criminali.