«Sull`affidamento ai lavoratori non può esserci nessun tabù»
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«Sull`affidamento ai lavoratori non può esserci nessun tabù»
[3:';~àt,~mmrm:m n J r li.?)- rm-" "ft'=i,oI:l/iLg ~ Luigi Angeletti segretario generale della UiI ~ «Sull'affidamento ai lavoratori non può esserci nessun tabù» , Anubi D'Avossa Lussurgiu Segretario Angeletd, lei ba proposto sul caso della lnnse un intervento pvbbli.co che,raJlldi ai lavoratori, in assenza di altre soluzioni. Ha detto letteralmente: «IJi3m01a agli operai». Ora si parla d'una ofFerta. d'acquisto con impegno alla ripresa produttiva, ma inunagino che la sua dichiarazione volesse avere un mlore al di là della circostanza sped6ca. Può esplicitare? E' presto detto: oggi l'interesse di tutti e non solo dei sindacati - dovrebbe es sere quello di salvaguardare il maggior numero di posti di lavoro. E dunque anche di imprese. Ci sono già quelle che chiuderanno per la crisi, per i suoi effet ti economici. E ve ne sono che chiudo no addirittura per cause interne alle sin gole imprese stesse. Sarebbe grave che si disperdessero patrimoni produttivi semplicemente perché non ci sono im prenditori disponibili o all'altezza. E al lor<).: o ci rassegniamo che il tasso 'di cre tr~~iI_m scita edi sviluppo è totalmente subor dinato alla qualità e al numero degliim prenditori, o dobbiamo ttovare soluzio ni. Anche sostitutive. Non si può pen sare a statalizzare, io penso, soprattutto per la classe politica che abbiamo. Ma ci sono comunque altre soluzioni allo smantellanto per assenza di imprese in teressate. Qyella che ho evocato potreb be anche essere difficile da realizzare: ma vorrei sapere, di fronte ad un'azien da che ha un mercato, un prodotto, per sone in grado difada funzionare, qual è il tabù ideologico che porta ad esclu derla. Lei ba fatto cenno al quadro della e crisi alla serie di fallimenti già formatasi: crede che nei prossiIDi mesi potremmo trovarci di JTonre ad una moltiplicazione di casi estremi come quello della lnnse? Nel momento storico di cui stiamo par lando e nella tipologia del nostto capi talismo, il caso Innse potrebbe essere anche lilnitato a poche riproduzioni. Perché abbiamo ancora imprenditori ; @ffflWF ".lf"PU! dedicati alla produzione. Ma è eviden te che non tutti sono eguali, non tutti f.mno questo mestiere allo stesso modo, c'è chi intende l'impresa manttatturiera come un modo di far soldi perfetta mente intercambiabile con albi. E in una fase i cui gli imprenditori per così dire "autentici" sono sottoposti alla pressione della crisi, in cui questa crisi è finanziaria, derivata dal turbocapitali smo, noi abbiamo già visto che dopo tre mesi a pagarla sono proprio le pro duzioni manufatturiére: Ecco perché non si può stare a braccia conserte. Eppure, l'autorità politica non cessa i messaggi di rassicurazione, ad intervalli regolari. sul supenunento della crisi già alk viate-. Se siamo giunti alla fine della crisi, nel senso che abbiamo smesso di scendere e non certo nel senso che stiamo risa lendo, perché questo si potrebbe vede re solo dopo anni, la vera manttestazio ne di ciò sarà quando smetteremo di perdere posti di lavoro. Leipensa che questo succederà o che il maggior impatto della crisi occupazionale deve ancora misruani, nell'autunno prossimo? lo penso che li perderemo ancora, ma gari non con la velocità vista negli ulti mi mesi, ma ne perderemo. E intanto ci vorranno anni per tentare di ricostruire i posti già perduti. Ma non siete allarmati dalla. questione delle risorse pubbliche &ponibili? Non stanno per Jinire i soldi per la Cigs? Guardi, questa è proprio la cosa che mi . preoccupa di meno. In che senso, mi smsi? Nel senso che ritengo, noi ritenamo, che i soldi spesi sono necessari. E che se ci sarà bisogno di altri bisognerà spen derli seuza battere ciglio. E bisognerà spendeme quanti ce ne vorranno, per tanto tempo quanto ce ne vorrà. Molto chiaro. Ma intanto la quesoone delle risorse &ponibilila metti: sul tavolo di ba le chiavi della cassa. E al ministro dell'Economia cheagitandola aveva progettato di tassare roro di Bankitalia, la Bee opponeil suo veto_ Appartengo alla scuola di pensiero per la quale tutto si può fare nell'Europa del XXI secolo tranne che imporre come unica politica applicabile quella mone tarista, che ha già trasferito ilIO per cen to della ricchezza mondiale dall'Europa ad altre aree. Il problema fondamentale è: qual è l'obiettivo della politica econo mica. Si può dire che l'Europa n.on ne ha una, ma la Banca centrale in- realtà una ne applica. Tassare le riselVe auree? Venderle? Tutto legittimo, per me, $e 1'obiettivo è l'intelVento sulla crisi eco nomica e sociale. Anche e soprattutto se fosse proprio la Bee, a decidersi o ad es sere indotta a spendere, finalmente. Su questa linea, lei pensa che indurreteilgoverno a proporsigli obiettivi che auspiate? Non toma qui ilproblema delle risorse ari Torino, seminarioIlo: ;paesipoveridipendonodai finanziamenti dei ricchi J?Occidente è in crisi. " t"5-") attingibili? \ Prima di questo, devo dire che c'è il pro blema di spendere i soldi che ci sono. Si accusa il governo di spendere sempre gli stessi soldi, l'unica accusa che non gli si fa è quella giusta: e cioè che in realtà non li spende. Tutti i piani d'investi mento, condivisibili o no, in effetti non si fanno. E cost non producono alcun aumento della domanda aggregata. Intanto, anche certi prezzi non scendono alfatto. I petrolieri bauno appena risposto che i loro awnenti sono legittimati dalle ospecu1azioni di mercatO», lo sa? E' incredibile. Uno comprende quando i prezzi aumentano se ci sono ragioni di carattere economico. Ma quando ci so no ragioni speculative è intollerabile, sono pochi che approfittano di una si tuazione che gli consente di farlo impu nemente. E va bene che non si possono imporre i prezzi, cile c'è lalibertà d'im presa... ; ma non riesco a credere che i govemi non abbiano sufficiente moral suasion per convincere le compagnie quanto meno a non aumentare. 1nsormna, segretario: voi ri siete dati delle soglie e conseguentemente delle tappe per veriJkare gli impegni cosiddetti "anticrisi", o no? Noi abbiamo un solo parametro, che sono i licenziamenti. Noi siamo per at tuare tutte le politiche che evitino que sto sbocco. Il giomo in cui invece vi si arrivasse, allora il nostro livello di sop portazione sara saturato. Automatica mente. d imporre trattamenti più bassi. «Abbiamo speso la nostra vita nelle piantagioni sottolinea un lavoratore nell'articolo scritto da Pramod Giri, dell'Annapurna posi daify -. Sàppiamo solo facco- ,C" "'......... • salari minimi basati sull'anziani tà di servizio». Il punto è che nel settore informale in Nepal è im piegato tra 1'80 e il 90 per cento della forza lavoro. Secondo Alessandro Chiarabini. ,(:5 c." ~ $, n.' ~ ~, 2!j) / 1 ~. ~ "' ç) ~ .LJ..' {~ ----J