Untitled - Parrocchie di Rivoli

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Untitled - Parrocchie di Rivoli
PASQUA 2015
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EDITORIALE
RIVOLI
Parrocchie nella città
ANNO XIX - N.1
Marzo 2015
Via F.lli Piol, 44
10098 Rivoli (TO)
www.parrocchierivoli.it
[email protected]
[email protected]
In copertina:
Tela bianca
di Laura Giacone
Direttore responsabile:
Paolo Paccò
Vice direttore:
Lidia Cuva
Redazione:
Don Giovanni Isonni
Don Angiolino Cobelli
Don Paolo Ravarini
Don Andrea Zani
Paola Cornaglia
Stefano Coscia
Jenny Gennatiempo
Silvano Giordani
Remo Lardori
Franco Rolfo
Mariangela Zamariola
Lidia Zanette
Progetto grafico:
Identità Multimediale
Torino
Impaginazione:
Fabio Leone
Stampa:
Tipografia Locatelli
Trezzano sul Naviglio (MI)
Carissimi,
la nostra storia è la storia dei volti che abbiamo incontrato! Il volto di mamma
che ci ha accolti, ci ha sorriso, ci ha coccolato. Il volto di papà che ci ha rassicurati, ci ha dato forza, ci ha indicato la strada. I volti di tanti amici che ci hanno
fatto sentir bene, che ci hanno fatto compagnia, che ci hanno promesso fedeltà.
Ma dentro ognuno di questi volti da sempre abbiamo cercato i segni, i lineamenti, i tratti di un volto che va oltre, che intuiamo esserci, ma che non riusciamo a
vedere, che ci manca e di cui sentiamo nostalgia.
Sì, perché noi siamo “a immagine e somiglianza” di quel volto! Ogni persona,
ogni credente è alla ricerca del volto del Creatore, del Padre provvidente, dell’Educatore, della Bellezza, della Bontà!
Questo volto noi l’abbiamo incontrato e visto nel volto di Gesù di Nazareth, il
volto della trasparenza dell’Amore più grande!
A volte penso che la nostra vita di fede è questa stupenda avventura di ricerca
del volto di Gesù… pellegrini su questa terra riusciamo a intravvederne solo alcuni tratti lievi, ma con la certezza che più i nostri occhi saranno limpidi meglio
vedremo quel volto.
EDITORIALE
In Gesù di Nazareth vediamo:
• il volto della vita, dal primo suo esistere nascosta nel grembo di una donna al suo spegnersi (per poco) come la
candela che si consuma,
• il volto della bellezza e del bene, perché siamo stati pensati, voluti e creati
come “cosa buona”,
• il volto della sfida per vivere sogni
grandi,
• il volto della fatica per realizzare quei
sogni,
• il volto della sofferenza nella logica
del seme che muore per essere spiga,
• il volto del perdono per ridare sempre e comunque una nuova possibilità
di vita,
• il volto dell’accoglienza: gli occhi
grandi non hanno limiti o chiusure,
• il volto della solidarietà che vede, si
avvicina, si prende cura, si fa carico,
si fa prossimo,
• il volto della gioia, della serenità, del
sorriso,
• il volto dell’amore, dell’Amore più
grande, così grande che arriva a dirci:
“Ti voglio bene, ti amo… da morire!”
Preghiera al Volto Santo
Signore Gesù,
tu che sei il volto dell’eterno amore,
tu che hai voluto guardarci con occhi nuovi,
parlarci con labbra nuove,
ascoltarci con orecchie nuove,
tu che hai voluto effondere lo Spirito Santo
come profumo della tua grazia e della tua bellezza
nei nostri cuori e nell’universo intero,
tu che hai voluto toccarci per essere toccato da noi,
e ti sei fatto gustare nel pane della vita,
parla ancora al nostro cuore,
inondalo, e fa’ che l’incontro con te
in questo luogo santo,
custode del velo nel quale i fedeli venerano
il tuo Volto di infinita misericordia,
possa essere per tutti quelli che vi giungeranno pellegrini
durante questo anno santo,
il nuovo inizio della storia di salvezza e di amore
a cui chiami i nostri cuori...
E Maria, che contemplò il tuo volto per prima
e lo baciò con tenerezza di Madre,
lei che seguì l’evolversi del tuo volto,
e lo vide chiudere gli occhi sulle braccia della croce,
lei che lo contemplò risorto
e ora lo contempla nella gloria,
ci aiuti ad essere quelli che cercano nella verità,
che incontrano nella grazia della santa madre Chiesa,
che riconoscono nei sacramenti, nella carità e nella fede
il tuo volto di Salvatore,
rivelazione dell’infinito amore. Amen!
Fare Quaresima, vivere la Pasqua è
semplicemente cercare, vedere e incontrare questo volto, il volto di Gesù!
Il volto di Gesù lo vediamo:
- quando ci mettiamo in ginocchio e
con le mani giunte e lo sguardo del nostro cuore è solo per lui (la preghiera),
- quando ci liberiamo dalle cose, dalle
Bruno Forte
parole, dai desideri che quasi annebbiamo i nostri occhi (il digiuno),
- quando guardiamo con amore ogni
persona che incontriamo vedendo in
ognuno i tratti di Gesù (la carità).
Che anche quest’anno sia Pasqua per tutti perché la luce del volto dell’Amore
La Redazione
più grande risplenda per i più piccoli, per i nostri ragazzi e giovani, per i papà e le
mamme, per chi è carico di anni, per chi porta in sé il volto del crocifisso perché
di “Rivoli, Parrocchie
malato, per chi sta facendo tanta fatica, per chi non ce la fa più, per chi ancora
nella città” formula
osa sognare, per chi è deluso, per chi è triste, per chi è felice! Sono sicuro che
a tutte le comunità
quel volto che cercheremo guardando al Crocefisso, spiando nel sepolcro vuoto,
curiosando sul lenzuolo della sindone lo potremo incontrare ricordandoci che
i migliori auguri
“non si vede bene che con il cuore, l’essenziale è invisibile agli occhi”, ma non al
per una Santa
cuore, il solo capace di un Amore più grande! Auguri di una Pasqua colorata di
Pasqua di Risurrezione.
volti!!!
don Giovanni
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INSERTO IN ARTE
La “tela bianca” di Laura Giacone
L’AMORE
PIÙ GRANDE
Martedì 24 marzo 2015
ore 21 Oratorio Stella
“L’ostensione
della Sindone”
don Giuseppe Ghiberti
Laura Giacone, figlia del pittore rivolese Claudio Giacone, ha fin da giovane
scelto di dedicarsi all’arte in precedenza scelta dal padre, con particolari ricerche nel campo della pittura e
dell’arte sacra in genere.
Tra i suoi quadri possiamo ammirare i
ritratti alla mamma, alla sorella Silvia
e al papà.
Laura ha realizzato un singolare dipinto di arte sacra contemporanea, così
unico che la vera e propria immagine
può essere vista solo in condizioni particolari: è infatti necessario illuminare
la tela dal retro per poter rivelare l’immagine del volto di Gesù Cristo.
Quando invece la tela è vista frontalmente e senza alcuna illuminazione
retrostante, appare come una normale tela bianca, in attesa di essere dipinta con gentili tocchi di colore.
L’immagine del volto del Cristo non si
rifà però a quello di una qualsiasi icona medievale o rinascimentale, bensì
a quello che è impresso sulla Sacra
Sindone.
Un significato estremamente profondo che vuole quindi sottolineare come
il Salvatore si mostri a noi proprio nei
momenti di buio, solo se effettivamente ricercato con attenzione, solo se è
la luce del nostro cuore a volerlo illuminare.
Un volto debole e stanco, che in un
momento di difficoltà ci illumina a sua
volta e ci aiuta a riprendere le forze e
la gioia del vivere quotidiano.
La tela bianca è stata esposta recentemente presso il monastero di clausura
di Santa Croce, il convento delle Canonichesse Regolari di Via Querro, e in
questo 2015, che prevede una nuova
ostensione della Sindone, la nascita di
un lavoro di arte sacra così singolare ci
aiuta a riflettere sul sacrificio di Cristo,
atto che racchiude in sé tutto ciò che è
l’Amore più Grande.
Mattia
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OSTENSIONE
La Sindone:
un po’ di storia
Le notizie più antiche sono frammentarie e lacunose, non del tutto documentabili. Probabilmente conservata
dalla primitiva comunità cristiana, a
ricordo della Passione di Gesù; ma nascosta per paura delle persecuzioni,
nel VI secolo compare ad Edessa (chiamata “mandylion”). Nel 944 i bizantini
trasferiscono il mandylion a Costantinopoli per salvarla dalle mani dei musulmani invasori. Nel 1147 Luigi VII di
Francia venera la sindone a Costantinopoli e nel 1171 Manuele I Comneno
mostra ad Amalrico I, re dei latini di
Gerusalemme, la sindone insieme ad
altre reliquie della passione. Nel 1204
Costantinopoli viene saccheggiata dai
crociati e della Sindone si perdono le
tracce. Ma ricompare nel 1353, a Lirey
in Francia, da quel momento “storicamente documentata”. Nel marzo del
1453 Margherita di Charny vende la
Sindone al duca Ludovico II di Savoia,
che la porta a Chambéry, allora capitale dei regnanti.
L’11 giugno del 1502 viene sistemata
nella Sainte-Chapelle du Saint-Suaire
del castello ducale di Chambery appositamente costruita. E Papa Giulio
II autorizza (9 maggio 1506) il culto
della Sindone fissandone la ricorrenza festiva il 4 maggio. Danneggiata
da un incendio viene rattoppata dalle
clarisse di Chambéry che la rinforzano
fissandola ad una tela d’Olanda. Il 19
settembre 1578 il duca Emanuele Filiberto trasferisce la Sindone a Torino
dove ha spostato la capitale: qui San
Carlo Borromeo si reca in pellegrinaggio a piedi per assolvere al proprio
voto. Nel 1598 si costituisce la Confraternita del Santo Sudario. Nel 1667
Guarino Guarini è incaricato di realizzare la cappella della sindone tra la
cattedrale ed il palazzo reale: e qui il
1º giugno 1694 viene traslata ufficialmente.
Nel 1898 la Sindone viene fotografata per la prima volta: l’immagine cor-
risponde a un negativo fotografico e
suscita interesse e curiosità, anche nel
mondo scientifico. Dal 1939 al 1946
la Sindone viene nascosta all’interno
dell’abbazia di Montevergine in Campania, per proteggerla dai bombardamenti. Nel 1973 avviene la prima
ostensione televisiva della Sindone.
Ostensione solenne nel 1978 (26 agosto - 8 ottobre) per il quarto centenario del trasferimento da Chambery a
Torino. Nel 1983 Umberto II di Savoia,
ultimo Re d’Italia, lascia la Sindone in
eredità al Papa, che delega la custodia all’Arcivescovo di Torino. Nel 1988
l’esame del carbonio 14 decreta che il
lenzuolo è di epoca medievale (12601390). Tra l’11 e 12 aprile del 1997 la
Sindone è portata in salvo dall’incendio che devasta la Cappella del Guarini. Nel 2002 viene sottoposta a un
intervento di restauro conservativo:
rimosse le toppe e il telo di sostegno
del 1532.
Ostensioni
Numerose sono le ostensioni che accompagnano ricorrenze e feste di casa
Savoia (proprietaria della Sindone)
Ricordiamo solo le più significative e
solenni.
1578 - Ostensione per l’arrivo della
Sindone a Torino (da Chambery) alla
presenza di S. Carlo Borromeo..
1582 - Ostensione per il terzo pellegrinaggio fatto da San Carlo Borromeo a Torino per venerare il Sacro Lino.
1623 - S. Francesco di Sales toglie la
reliquia dalla cassa e la presenta al popolo.
1694 - Ostensione per il trasporto della S. Sindone nella nuova Cappella del
Guarini.
1799 - Ostensione / Ricognizione
dell’Arcivescovo di Torino mons. Carlo
Luigi Buronzo nominato Custode della
Reliquia.
1804 (e 1811) - Ostensione privata in
occasione del passaggio a Torino di
Sua Santità Pio VII (verso Parigi per incoronare l’imperatore Napoleone).
1898 - Ostensione per varie ricorrenze, ma importante la “prima fotografia” che rivela un’immagine “nuova”.
1933 - Ostensione per espresso desiderio del Pontefice Pio XI di celebrare
l’Anno Santo
1969 - Ricognizione sul Telo da parte di
una commissione di studio.
1973 - Prima ostensione televisiva in
diretta.
1978 - Ostensione per il IV Centenario
del trasferimento da Chambery a Torino: Congresso Internazionale di studio.
1980 - Ostensione privata per il Santo
Padre Giovanni Paolo II.
1988 - Prelievo del campione sindonico per l’esame del carbonio 14.
1992 - Ricognizione da parte di esperti
in vista di una migliore conservazione
del Telo.
1998 - Ostensione per il centenario
della prima fotografia (Secondo Pia)
ed i cinque secoli di vita del Duomo di
Torino.
2000 - Ostensione per l’anno Giubilare
del Millennio.
2002 - Restauro del Telo da parte di due
esperte tessili e sistemazione in una
teca ad atmosfera inerte.
2010 - Ostensione voluta dal cardinale Severino Poletto dopo l’intervento
conservativo del 2002.
Silvano Giordani
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TERRA SANTA
Viaggio in Palestina
29 dicembre – 3 gennaio 2015
Il 27 dicembre siamo partiti da Torino per un pellegrinaggio in Palestina. Ciascuno di noi ha portato “una valigia” che conteneva, oltre le cose personali, anche il
desiderio di trovare qualcosa d'importante per la nostra spiritualità. Il nostro intento è stato quello di ripercorrere la vita di Gesù, ritrovando le radici del nostro
essere cristiani, capire meglio che cosa è accaduto duemila anni fa.
Il Masci Nazionale ha organizzato questo pellegrinaggio come chiusura dell'esperienza della Via Francigena allargando la partecipazione anche a me e mio
marito. Pur non facendo parte di questa associazione la conosciamo avendo
avuto nostro figlio scout del Rivoli 3 per un lungo periodo. Dell'associazione ho
sempre ammirato la finalità e l’organizzazione. Infatti, per questo viaggio ci siamo sentiti veramente parte del gruppo ed è stato il modo migliore per entrare in
sintonia con lo spirito del viaggio. Siamo partiti in 91 persone da Torino Caselle
guidati da Don Aldo come padre spirituale “molto attento” e il Diacono Gianfranco, ottima guida per la parte storica. Siamo stati divisi in due gruppi con itinerario
diurno diversificato, uno composto di camminatori piedi+bus e l'altro di meno
camminatori bus+piedi. Abbiamo ripercorso i luoghi evangelici più importanti
dall'Annunciazione di Maria al Santo Sepolcro: Nazareth, Lago di Tiberiade, Betlemme, Gerusalemme. Rivivere quei posti è stato molto emozionante perché
inducevano a una più profonda riflessione. Essere lì è valso anche per prendere
maggior coscienza di che cosa continua ad accadere in questa terra dilaniata da
un conflitto che non trova pace dal 1947. È incredibile vedere con quanto odio
si combatte questa guerra che non si
limita alle sole armi ma si alimenta con
un logorio ideologico devastante sia
sul piano militare che economico. Gli
ebreo-israeliani si sentono sempre più
il popolo eletto che attende il Messia
e in virtù di questo giustificano ogni
mezzo. Hanno innalzato tra Israele e
Cisgiordania un bruttissimo muro alto
nove metri che non solo viene giustificato per la sicurezza del loro Stato ma
rappresenta bene la volontà di divisione delle relazioni dei due popoli, innescando atti di terrorismo da parte dei
palestinesi. È un gatto che si morde la
coda. Nessuno dei due si è reso conto
di come hanno rubato a generazioni di
bambini sia israeliani che palestinesi la
loro infanzia Questo ci deve fare riflettere. Abbiamo avuto modo di incontrare una realtà dove si sentiva che la
parola di Gesù è presente tutti i giorni.
Suor Maria dell'ordine Vincenziano ci
ha spiegato che nel loro orfanotrofio
di Betlemme è Natale tutti i giorni dal
momento in cui accolgono ragazze che
non saprebbero dove andare a partorire i loro figli. I bambini crescono
all'interno della struttura con tanto
amore, senza poter contare della cittadinanza ufficiale. Il loro sostentamento economico si basa sugli aiuti caritatevoli locali e con adozioni a distanza.
A Betlemme opera inoltre un gruppo
di Salesiani che fornisce una formazione scolastica e lavorativa ai ragazzi. Ho
avuto così la certezza di come queste
realtà operi in una “terra di frontiera”
difficile e di come bisogna essere orgogliosi della loro presenza assidua.
Per capire di più sono stati organizzati tre incontri separati di approfondimento con un esponente ebreoisraeliano, un arabo-israeliano e un
padre salesiano, Padre Amateis, che
dal 1958 ha vissuto prima in Libano e
poi in Cisgiordania. Quest'ultimo ha
approfondito ulteriormente le tematiche del conflitto. È stato un ottimo
viaggio vissuto fra noi in fratellanza,
portando nelle nostre case, con noi,
tanti bei ricordi e nuove amicizie..
Laura B.
TERRA SANTA
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Abbiamo visto la stella e siamo venuti
dalla Francigena alla Terrasanta.
È cominciato nel 2008 il lungo cammino dei pellegrini del M.A.S.C.I. (Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani)
sulla Via Francigena, verso Roma e la
tomba di Pietro, nato da un progetto nazionale che tendeva a restituire
all’uso dei pellegrini moderni le antiche vie di pellegrinaggio per la riscoperta di un cammino spirituale.
Ripercorriamo sinteticamente questa
impresa, i suoi numeri ed i suoi temi
di riflessione:
2008 - G.S.Bernardo-Vercelli: “Un
Uomo che cammina”
2009 - Monginevro-Vercelli e VercelliFidenza: “Paolo, l'Apostolo delle genti”
2010 - Fidenza-Lucca: “Il Volto di Cristo”
2011 - Lucca-Sant'Antimo: “Vogliamo
essere sale della Terra? Come? Se non
ora, quando?”
2012 - Sant'Antimo-Roma: “Tu sei Pietro... Pietro, uomo come me. Io, uomo
come Pietro”
I partecipanti hanno visto una costante crescita, passando dai 26 presenti
del 2008 ai 61 dal 2012 con il coinvolgimento complessivo di 87 pellegrini
di 10 regioni italiane e della Slovenia
per un totale di 248 presenze, e questo malgrado le limitazioni organizzative legate al percorso esclusivamente
a piedi, e le esigenze di ospitalità per
gruppi numerosi.
Gli scopi erano essenzialmente:
• Offrire l’opportunità di fare strada a
coloro che avessero voluto parteciparvi, ma inseriti in un gruppo;
• rivitalizzare e rivalorizzare un percorso/pellegrinaggio che era in una situazione di decadimento.
E la proposta, attraverso l’utilizzo di
uno stile scout adulto, di un filo conduttore di riflessione e di preghiera
e l’incontro con le realtà attraversate
costruite anche con incontri e scambi
di esperienze, ha fatto di questa esperienza un aiuto ad andare in profondità del proprio io e riscoprire il senso
“
Il pellegrino
è colui che cerca
accettando
l’incalcolabile rischio
di trovare veramente
perché trovare significa
non essere più quello di
prima.
È cambiare
È morire
Per rinascere
della strada come capacità di rivedere
le proprie certezze e sicurezze nella
precarietà di un percorso concreto e
nell’incontro dell’esperienze e convinzioni degli altri, come emerso dalle
continue e costanti verifiche effettuate anno per anno.
È impossibile riprendere punto per
punto le tappe e le vicissitudini degli oltre 1.200 km percorsi nei cinque
anni, ma sicuramente, come ci è stato testimoniato, una traccia indelebile
è rimasta impressa nei ricordi e nelle
Dal “Portico della gloria”
emozioni dei partecipanti.
di Davide Gandini
Poi, quando il 23 agosto del 2012, nelle Grotte Vaticane, davanti alla tomba
di Pietro, il Cardinale Comastri, Arciprete della Basilica di San Pietro ha
consegnato individualmente a tutti i
pellegrini il “testimonium” dell’avvenuto cammino, l’impresa sembrava giunta al termine.
Ma, ancora prima di salutarsi, quei pellegrini hanno scoperto che se non erano stati fermati dal caldo torrido, dalla pioggia scrosciante, dalle difficoltà del
cammino, non potevano essere fermati dalla fine di un percorso che invece non
ammetteva fine perché aveva smesso da tempo di essere “fisico” ma era diventato “metafisico”, spirituale o anche, forse, solo mentale per qualcuno. Non
c’era bisogno di suggerimenti o proposte, Gerusalemme era già la meta prevista.
Dobbiamo allora correggere e integrare la tabella delle nostre tappe:
2013 – Roma-Benevento
2014 – Benevento-Bari
2014/2015 – Gerusalemme.
Ora la nostra meta è quella di raggiungere ”la sorgente della nostra fede”. E così
è ripreso un cammino, mai interrotto, su quella che è ora la Via Francigena del
Sud, ma che per noi è solo la Via di Gerusalemme. La strada percorre le torride
vie del Meridione, e contemporaneamente la sua ricca storia, abbandonato il
percorso del vescovo Sigerico, che partendo da Canterbury nel 990, ci aveva guidato fino a Roma, si percorrono le vie romane verso la costa per l’imbarco verso
la Terrasanta. E arriviamo all’ultimo atto. A questo punto, purtroppo, si fermano
le nostre esperienze di “route” e ci trasferiamo nel “Turismo religioso” che la
realtà contingente ci impone, ci affidiamo all’Opera Diocesana Pellegrinaggi. È
un’altra cosa, ma necessaria. Per fortuna la Terrasanta stessa prende la regia
del viaggio passo per passo. Ricordiamo frettolosamente qualche momento: sul
lago di Tiberiade sicuramente facciamo fatica a non vedere Gesù che ci viene
incontro sulle acque! Ma forse in fondo sull’orizzonte era veramente lui ad aspettarci sulla riva! E poi il Santo Sepolcro, la meta vera dei pellegrini del medioevo, e
i reduci della partenza dal Gran San Bernardo nel 2008, si abbracciano, nella confusione dei turisti, qualcuno, anche io, ha le lacrime agli occhi. Noi sicuramente
non siamo più quelli di ieri.
Dino Di Cicco
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MISSIONE
Missione Natale
"Papai Noel! Papai Noel!" gridavano
i bambini con gli occhi pieni di gioia: anche quest'anno Babbo Natale è
passato personalmente da Joaquim
Gomes, per portare un po' di felicità
in quell'angolo del nord-est del Brasile in cui molte persone vivono ancora
in case di fango o di lamiera. Era un
Babbo Natale speciale, con la barba, il
pancione e il vestito rosso ma anche
con le infradito e un accento spiccatamente italiano e i doni che ha portato
non possono essere paragonati a quelli che ricevono qua i nostri figli, ma lì
anche per qualche chupa-chupa e un
pacchettino di pop corn si fa una grande festa.
Ormai è il quarto anno che i meninos a
Dicembre ricevono questa visita tanto
attesa, ed è il secondo anno che io, in
qualità di "piccola aiutante di Babbo
Natale", ho il piacere di accompagnarlo.
Non è difficile capire cosa spinge due
ragazzi di 28 e 29 anni a passare lì le
vacanze invernali: gli abbracci dei
bambini, il calore delle persone, la forza di un popolo che non si arrende alla
droga e alla violenza ma che lotta ogni
giorno per un futuro migliore, per garantire ai propri figli quei diritti fondamentali che ancora sono negati. Passare un Natale a Joaquim Gomes vuole
dire non essere circondato dai parenti,
ma da tante persone con cui sentiamo
ormai di essere "famiglia".
Quando si è là, si fanno le attività più
varie: dai giochi con i bambini alle visite al carcere, che è sempre un momento molto forte dell'esperienza;
dalla raccolta dell'insalata nell'orto
alla vendita al mercato, servizio molto bello in cui si entra in contatto con
tutto il paese; dagli incontri con le famiglie più bisognose alle gite al fiume
con i ragazzi del posto, per creare quel
senso di complicità e di gruppo che favorisce lo scambio tra culture.
Nel 2014, come tutti sanno, il Brasile ha ospitato i Mondiali di Calcio e
il Paese è stato presentato al mondo
come uno Stato in espansione, che ha
tutte le carte in regola per diventare
una grande potenza. Il Brasile è anche questo, certo, ma non si possono
nascondere tutti i problemi di libertà
e giustizia che da sempre sono parte
integrante della nazione; non si possono dimenticare le enormi favelas che
si trovano ai margini delle grandi città,
dove le persone vivono in condizioni
disumane e che il Governo, invece di
aiutare, cerca solo di negare e nascondere. E a nasconderle ci è riuscito abbastanza bene: io e Luca quest'anno
siamo stati anche a Rio de Janeiro, la
magnifica capitale in cui la parte turistica è organizzata perfettamente perché tutto sembri pulito e perfetto. Ma
basta girare l'angolo e si vedono fogne
a cielo aperto, bambini vestiti di stracci
che vagano senza meta, "persone" buttate su marciapiedi - che sono diventati la loro casa - intente a fumare crack
senza più alcun altro scopo nella vita.
Per fortuna ci sono anche delle realtà
molto belle che cercano di recuperare
i bambini e i ragazzi di strada, come ad
esempio la "Casa do Menor" di Padre
Renato Chiera, che io e Luca abbiamo
avuto il piacere di conoscere. È formata da diverse case/famiglia, in cui
vengono accolti bambini e adolescenti
privilegiando quelli in stato di totale
abbandono, vittime di maltrattamenti,
minacciati di morte, coinvolti nel traffico di droga o nella prostituzione, con
lo scopo di reinserirli nella società.
Anche molte piccole cittadine sono
in condizioni molto difficili, ed è per
questo che nel 1990 a Piossasco (TO)
è stata fondata l'Associazione "Amici
di Joaquim Gomes", di cui facciamo
parte io e Luca, per sostenere le suore
giuseppine della Congregazione di Pinerolo che sono presenti sul territorio.
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MISSIONE
Negli anni sono stati fatti molti progetti: ci sono 3 asili che ospitano i bambini dai 2 ai 6 anni dando loro un'educazione prescolare e un pasto caldo ogni
giorno; ci sono alcuni progetti per i
giovani e gli adolescenti per cercare di
dare loro una formazione sana e una
speranza per il futuro (dato che purtroppo lì è molto facile entrare nei giri
della criminalità e della droga); ci sono
progetti per le future mamme in dolce
attesa; ce ne sono altri di catechesi rivolti a tutte le età; ci sono le adozioni
a distanza; c'è il progetto "Sem Terra",
che dà un aiuto non solo pratico ma
anche spirituale agli agricoltori nullatenenti nella loro azione per rivendicare l’applicazione della riforma agraria in Brasile; c’è un orto comunitario
in cui viene utilizzata l’idroponia, che
grazie anche al lavoro di alcuni volontari dà molti frutti e insegnamenti.
Oltre a Suor Miriam, Suor Teresa e
Suor Rosa, da quattro anni un ragazzo
piossaschese, Michele, ha deciso di diventare un missionario Fidei Domum
e vivere a Joaquim Gomes per mettere
le sue capacità e i suoi talenti al servizio degli altri. Queste persone hanno fatto della carità una scelta di vita,
e con il loro impegno e il loro lavoro
giorno dopo giorno sono sempre un
grande esempio per tutti noi.
Anche dall'Italia il lavoro non si ferma
mai: l'Associazione è formata da molti
giovani, ragazzi e adulti, tutti volontari, che durante l'anno si trovano in
maniera continuativa e organizzano
diverse attività di sensibilizzazione e
raccolta fondi per portare avanti i vari
progetti dall'altra parte del mondo.
Tutto culmina nella "Festa Brasiliana",
un grande evento che si tiene dal 2001
a Piossasco intorno al 19 giugno e che
vede coinvolti nella preparazione moltissimi volontari. Inoltre, ogni anno nel
mese di agosto un gruppo di ragazzi
sceglie di passare le vacanze estive a
Joaquim Gomes, ed è un momento
sempre molto atteso da tutta la comunità locale e in particolare dai ragazzi del posto, che non vedono l’ora di
trascorrere del tempo con i loro amici italiani per lavorare e confrontarsi
insieme. Lo scambio è sempre molto
bello per entrambe le parti: per loro è
utile vedere che una strada alternativa
è possibile, che non devono arrendersi
alla criminalità e alla violenza; mentre
noi abbiamo bisogno di tornare ai valori veri della vita, passando del tempo
con loro capiamo come spesso ci lamentiamo per cose futili e come invece basti poco per essere felici. E così è
stato anche per me e Luca: dai tanti incontri, discorsi, sorrisi, abbracci delle
persone abbiamo ricevuto una grande
carica che ci aiuterà a vivere la nostra
vita in maniera più consapevole e grata. Un incontro che per me quest'anno
è stato molto significativo è quello con
una signora ricoverata in una struttura
che ospita disabili cognitivi a Maçeio:
quella struttura è molto piccola, ospita molti più pazienti di quelli per cui è
stata costruita, tra cui alcuni addirittura legati ai letti, le condizioni igieniche
sono precarie e questa donna rimasta
sola, invece di lamentarsi del posto in
cui è costretta a vivere, mi ha detto
questa frase: "Sii felice". Ci ho pensato molto e credo che non siano parole
scontate, e che la realizzazione in gran
parte dipenda da noi. È questo l'insegnamento e l'augurio che quest'anno mi porto dietro da questo viaggio
in Brasile e che voglio fare a tutti voi:
"Siamo felici!". Perché è proprio vero:
quando si fa un'esperienza in missione
si pensa di portare tanto, ma si torna
sempre con molto di più.
Valentina Pugni e Luca Rossino
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DISABILITÀ
Il cerchio delle abilità
Il "Cerchio delle abilità" ONLUS è
un'associazione nata dall'esperienza
comune di alcuni genitori di bambini
con disabilità motoria derivante da
lesioni cerebrali avvenute prima della
nascita, durante il parto o nei primi
mesi di vita. L'Associazione gestisce
l'unico centro riabilitativo in Italia che
pratica il cosiddetto "metodo Petò"
che ha ottenuto il riconoscimento della International Foundation of Conductive Education (UK). Le attività si
svolgono presso la palestra comunale
di via Pio VII a Torino.
Il professor Andras Petò era un medico ungherese che scelse di dedicarsi ai
bambini affetti da esiti di paralisi cerebrale infantile. Arrivarono immediati i
risultati sperati e già nel 1950 nacque
il primo "Istituto Petò" a Bucarest e
parallelamente venne fondata la scuola di formazione per terapisti (conductors), tuttora esistente, finanziata dal
governo ungherese e da quello inglese. Il metodo insegna ai soggetti trattati a raggiungere ciò che desiderano
motivando i loro sforzi e aiutandoli a
trovare la giusta strategia: stimola pertanto l'apprendimento e lo sviluppo
delle attività motorie sulla base della semplice teoria secondo la quale i
bambini affetti da patologie neuromotorie invalidanti possono apprendere
esattamente come tutti i loro coetanei: è pertanto finalizzato all'apprendimento delle attività funzionali della
vita quotidiana (lavarsi, vestirsi, mangiare in autonomia,...) e attribuisce
un grande significato alla dimensione
umana e relazionale ed incentiva i rapporti interpersonali. I terapisti scandiscono verbalmente e ritmicamente
ogni movimento richiesto con un effetto energizzante e di massima concentrazione dell'attenzione.
L'attività dell'Associazione è di aiutare
nel processo di crescita il bambino con
disordine motorio e di fornire un riferimento concreto a tutte le famiglie che
si trovano ad affrontare problematiche
legate alla disabilità dei propri figli: lo
scambio di informazioni ma soprattutto il confrontarsi con persone che vivono esperienze analoghe è senz'altro un
canale privilegiato di mutuo aiuto e di
sostegno reciproco tra famiglie. Vivere
momenti di contatto e di confronto tra
bambini con disabilità è per loro stessi
fonte di emozioni positive e motivanti:
l'Associazione è il luogo dove ritrovarsi
senza dare spiegazioni, senza sentirsi
diversi, dove fare e coltivare amicizie,
dove condividere momenti ricreativi e
di gioco e speranze per il futuro.
Simona
SOLIDARIETÀ
11
Operazione salvadanaio
Da quasi 10 anni è attiva, a cura del
CdA (Centro di Ascolto), una mensa
per tutti quelli, e non sono pochi, che
non hanno casa né possibilità di procurarsi del cibo. Gli utenti variano da
una ventina a circa trenta e sono seguiti dai volontari del Centro, che per
alcuni anni hanno anche preparato i
pasti. Poi il Comune ha inserito nella
gara d’appalto per le mense scolastiche la clausola della fornitura di 20 pasti per adulti da consegnare alla mensa del CdA, che attualmente funziona
nel Centro Bonadies di Cascine Vica.
Questa mensa, però, funziona solo
quando le scuole sono aperte, quindi
dal lunedì al venerdì e non di sabato,
di domenica e durante le vacanze scolastiche. Il CdA ha fornito a sue spese
i pasti in alcune giornate delle vacanze
di Natale, di Pasqua e d’estate.
Da gennaio 2014 il MASCI (cioè gli
scout adulti) della parrocchia della Stella si sono impegnati a fornire
la mensa appunto nei giorni in cui le
scuole sono chiuse. Il servizio è a totale carico del loro gruppo. Al costo di
5 euro a testa per ogni pasto. Il costo,
anche se diviso tra tutti i volontari, diventa gravoso: provate a fare il conto!
Per questo come Scuola Comunale di
Pace (e diritti umani, solidarietà, legalità) abbiamo lanciato prima di Natale
l’Operazione Salvadanaio, contattando alcune scuole del territorio.
Ci è sembrato importante che bambini e ragazzi si rendessero conto che
anche a Rivoli ci sono persone che non
mangiano colazione, pranzo e cena
tutti i giorni, per non parlare di altri
vari spuntini, a scuola e a casa.
E ci è sembrato ancora più importan-
te che vivessero un piccolo momento
di solidarietà, non chiedendo un contributo ai genitori, ma rinunciando
loro stessi a qualcosa, a favore di chi
ha molto meno di loro.
A forza di monetine abbiamo raccolto quasi mille euro, tra il 3° Circolo e la media Gobetti: l’equivalente di
10 giorni di pasti per 20 persone. Un
buon risultato, ma soprattutto un momento educativo significativo.
Riproporremo l’Operazione Salvadanaio forse per Pasqua e/o per la fine
dell’anno scolastico, parlandone a tutte la scuole dell’obbligo, con l’augurio
che la solidarietà diventi per tutti i ragazzi una buona abitudine.
MALATI
12
Le Cure Palliative
Martino di Tour è un cavaliere romano. E come tale appartiene a una classe sociale agiata: si sposta a cavallo, ha
delle armi efficienti, e si può coprire
con un mantello, il “Pallium”, proprio
della sua carica.
Così, quando incontra sulla sua strada,
in una fredda giornata di novembre,
un povero seminudo che gli chiede
aiuto, risponde alla sua richiesta e gli
dona metà del suo pallium, dopo averlo tagliato con la spada.
In questo modo raggiunge subito lo
scopo, necessario, in un modo accogliente, caldo, facilmente adattabile
alle esigenze immediate dell’altro.
In questa breve ripresa della biografia
del futuro santo stanno la motivazione
del nome e le caratteristiche principali
delle Cure Palliative: si tratta della presa in carico globale della persona malata (e della sua famiglia) nel periodo
finale della sua vita, quando non è più
utile, o addirittura dannoso, praticare
o proseguire le cure “attive”, cioè le
cure rivolte alla guarigione o al controllo della malattia di cui soffre.
Le finalità sono quelle di prendersi
cura e di non abbandonare la persona, valorizzando e aiutando a “vivere”
il tempo di vita residuo, con il controllo dei sintomi e della sofferenza, con
l’affiancamento nella strada da percorrere, rendendola più agevole e meno
sconnessa.
Tali cure sono prestate da medici,
infermieri, operatori socio-sanitari,
psicologi, fisioterapisti, consulenti
spirituali laici e religiosi pluriconfessionali, volontari, tutte figure formate per
questo tipo di assistenza e collegate in
quella che è detta rete assistenziale:
al centro sta la persona malata e comprende la sua famiglia e i suoi amici.
La legge dello Stato n°38 del 15 marzo
2010 stabilisce che ogni cittadino ita-
liano ha diritto all’assistenza in Cure
Palliative e la normativa attuale della
Regione Piemonte stabilisce che una
persona possa essere assistita in Cure
Palliative quando è prevedibile un
tempo di vita residuo inferiore a 120
giorni.
Tale assistenza può essere prestata al
domicilio del malato, con il coinvolgimento del medico di medicina generale (coordinatore dell’assistenza),
del servizio ADI (assistenza domiciliare integrata) del distretto sanitario di
residenza, dell’UOCP (unità operativa
di cure palliative) dell’ASL di appartenenza, dei servizi sociali (quando necessario).
Quando non sia possibile, oppure non
desiderata dal malato, la permanenza
a casa, la persona può essere accolta
in Hospice (struttura residenziale) con
l’intervento assistenziale del personale della struttura stessa, ma con il
coinvolgimento delle figure famigliari,
amicali e socio-sanitarie presenti fino
al momento del ricovero.
Nel territorio dell’ASL TO3, le Cure
Palliative domiciliari sono garantite
dalla collaborazione dell’unità operativa dedicata dell’ASL stessa con l‘Associazione “Luce per la Vita Onlus” e
la Fondazione “Faro”, attraverso una
convenzione triennale. Per quanto riguarda le Cure palliative residenziali
invece, sono erogate presso l’Hospice
“Anemos”, situato nel comprensorio
dell’AOU San Luigi Gonzaga di Orbassano, ma gestito dall’associazione
“Luce per la Vita”.
Per avere informazioni in merito è
possibile rivolgersi al proprio medico di famiglia, al distretto sanitario di
residenza, al medico di riferimento di
reparto o ambulatorio, se si è seguiti
in ospedale, o direttamente all’unità
di cure palliative dell’ASL di residenza.
Mauro Gottero
Medico Luce per la Vita Onlus
MALATI
13
Sapientia cordis
“Io ero gli occhi per il cieco, ero i piedi per lo zoppo”
Il messaggio di papa Francesco per la XXIII giornata del
malato si rivolge a chi è segnato dalla malattia e anche a
chi, per professione o per volontariato, è a contatto con
chi soffre.
Prende spunto da una espressione del libro di Giobbe “Io
ero gli occhi per il cieco, ero i piedi per lo zoppo” usando
la prospettiva della “sapienza del cuore”, non come concetto astratto ma come prassi quotidiana. Dalla lettera di
San Giacomo essa è “pura, pacifica, mite, arrendevole,
piena di misericordia e di buoni frutti, imparziale e sincera”.
Questo atteggiamento si rispecchia nel servizio al fratello, che fa di una persona un uomo o una donna giusta,
con una statura morale elevata. Molte persone, nel silenzio, testimoniano oggi questo essere per l’altro occhi
o piedi. Coloro che sono vicini, che aiutano, che vestono
i malati non solo ogni tanto, ma per mesi o magari per
anni, percorrono un sentiero faticoso e pesante ma che
può diventare, come dice il papa, un vero cammino di
santificazione, anche quando l’altro non è più in grado
di ringraziare. In questi momenti si realizza in pienezza il
messaggio evangelico.
Centrale è la dimensione dello “stare”, tanto difficile
oggi. Per Papa Francesco “il tempo passato accanto al
malato è un tempo santo”.
Dal Vangelo di Luca “Io sto in mezzo a voi come colui che
serve”. Il valore dell’accompagnamento e del tempo dedicato è una grazia, che va al di là della sola ricerca della
“qualità della vita” in tante situazioni di grave sofferenza.
L’assoluta priorità dell’“l’uscita da sé verso il fratello” è
uno dei due comandamenti che fondano ogni norma morale. Spesso la fretta, l’attenzione al fare e al produrre,
fa dimenticare la gratuità del prendersi cura e del farsi
carico dell’altro.
Ma la sapienza del cuore, per il Papa, chiede anche solidarietà senza giudizio. La carità ha bisogno di tempo per
“stare accanto”. Ma gli amici di Giobbe, nel loro “stare
seduti a terra accanto a lui”, portavano in loro un giudizio
negativo, pensavano infatti che la sua sventura fosse la
punizione di Dio per una sua colpa.
La vera carità “è condivisione che non giudica, che non
pretende di convertire l’altro; è libera da quella falsa
umiltà che sotto sotto cerca approvazione e si compiace
del bene fatto”.
La risposta al dramma del dolore dell’uomo, specialmente di quello innocente, è nella croce di Gesù e nel Cristo
risorto, nelle sue piaghe, scandalo e verifica della fede.
La malattia e la sofferenza, anche quando prendono il sopravvento sulla vita di donazione, possono essere luogo
privilegiato per rafforzare la sapienza del cuore.
Giobbe, alla fine della sua esperienza, afferma “Io ti conoscevo solo per sentito dire, ma ora i miei occhi ti hanno veduto”. La testimonianza della malattia nella fede
può permettere di abitare la stessa sofferenza, anche se
l’uomo non riesce, con la sua intelligenza, a comprenderla fino in fondo.
Piero Bottino
PROGETTO ESTATE
14
ELEMENTAR
I
Progetto
Estate
2015
GIOVANI
MEDIE
SUPERIORI
ISCRIZIONI
dal 4 maggio al 5 giugno
Dal Lunedì al Venerdì ore 16.00-19.00
Segreteria dell’Oratorio Stella
Il Mercoledì ore 16.00 -18.00
Ufficio Parrocchiale di San Bernardo
All’atto dell’iscrizione verrà chiesto, oltre
al saldo della prima settimana frequentata, un contributo di 10 euro per la maglietta, le spese assicurative e le spese di
segreteria.
PER INFO CONTATTARE:
Don Andrea Zani: 347-8437134
Donatella, Claudia, Mattia:
Segreteria Oratorio Stella
Federica: Ufficio Parrocchiale S.Bernardo
ANNO DELLA VITA CONSACRATA
2014 - 2015
Il Logo per l'anno della vita consacrata, esprime per
simboli i valori fondamentali della vita consacrata.
La colomba appartiene alla simbologia classica per
raffigurare l'azione dello Spirito Santo fonte di vita
e ispiratore di creatività. La colomba, planando su
un mare gonfio di vita inespressa, richiama la fecondità paziente e fiduciosa, mentre i segni che la
circondano rivelano l'azione creatrice e rinnovatrice dello Spirito. Le acque formate da tessere di
mosaico, indicano la complessità e l’armonia degli
elementi umani e cosmici. Le tre stelle ricordano
l’identità della vita consacrata nel mondo come
“confessio Trinitatis, signum fraternitatis e servitium caritatis”. Le stelle richiamano anche il trino
sigillo aureo con cui l’iconografia bizantina onora
Maria, la tutta Santa, Madre di Dio, prima Discepola di Cristo. Il piccolo globo poliedrico significa
il mondo con la varietà dei popoli e delle culture
consacrate. Il lemma dona ulteriore risalto a identità e orizzonti, esperienze e ideali, grazia e cammino
che la vita consacrata ha vissuto e continua a vivere
nella Chiesa come popolo di Dio, nel pellegrinare
delle genti e delle culture, verso il futuro.
Evangelium: indica la regola fondamentale della
vita consacrata che è la «sequela Christi come viene insegnata dal Vangelo» (PC 2a).
Prophetia: richiama il carattere profetico della vita
consacrata che «si configura come una speciale
forma di partecipazione alla funzione profetica di
Cristo, comunicata dallo Spirito a tutto il Popolo di
Dio» (VC 84).
Spes: ricorda il compimento ultimo del mistero cristiano. Viviamo in tempi di incertezze diffuse e di
scarsità di progetti ad ampio orizzonte: Segno di
speranza la vita consacrata si fa vicinanza e misericordia, parabola di futuro e libertà.
Un anno dedicato
alla vita consacrata
Con la lettera apostolica del 28 novembre 2014
Papa Francesco ha indetto l’anno dedicato alla
vita consacrata, che ha avuto inizio domenica
30 novembre scorso e terminerà con la festa della Presentazione di Gesù al tempio il 2 febbraio
2016. Gli obiettivi che il papa affida a ogni congregazione religiosa sono tre: guardare il passato
con gratitudine, vivere il presente con passione,
abbracciare il futuro con speranza. Papa Francesco sottolinea che l’anno dedicato alla vita consacrata non riguarda solo il cammino di rinnovamento spirituale delle persone consacrate, ma la
chiesa intera. Il papa invita tutte le comunità cristiane a partecipare in modo attivo alle iniziative
proposte a questo riguardo, per conoscere o riscoprire la grande storia di santità e di carità che
ogni congregazione custodisce, per ringraziare il
Signore per il dono della presenza dei diversi carismi all’interno delle comunità parrocchiali ma
soprattutto per “stringerci attorno alle persone
consacrate, gioire con loro, condividere le difficoltà e collaborare per il proseguimento del loro
ministero.”
Questo inserto speciale a loro dedicato vuole essere l’occasione per riscoprire con gratitudine la
ricca e multiforme presenza della vita consacrata
nella nostra città, dando voce direttamente alle
otto comunità che vivono e operano con noi ogni
giorno.
Suor Paola
S P E C I A L E V I TA C O N S A C R A TA
Che cosa significa questo logo?
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Carmelitane Scalze di Cascine Vica di Bruere
“Svegliate il mondo:
siate testimoni di un modo diverso
di vivere, di fare, agire e vivere”
(Papa Francesco)
Come può un monastero di clausura fare questo?
Il beato Paolo VI ha detto che le nostre mura sono
trasparenti. Questo vuol dire che niente di quel che
capita “fuori” ci è estraneo e tutto quello che capita
dentro influisce sulla vita del mondo. Santa Teresa
del Bambin Gesù, patrona delle missioni, insegna.
Non per niente è dottore della chiesa. Dice appunto che un solo atto d’amore, un passo fatto anche
con fatica, è per la chiesa aiuto e forza perché è
fatto per amore. Il primo obiettivo di questo anno
è fare grata memoria del rinnovamento della vita
consacrata operata dal Concilio e oggi lo possiamo
davvero fare. L’avvicinarci alla parrocchia, togliere
la serranda che ci impediva di seguire l’Eucarestia,
l’esserci tolte una grata in chiesa e in parlatorio, ma
soprattutto l’esserci aperte, con l’aiuto di grandi
maestri salesiani, alla preghiera liturgica condivisa con i fedeli, ci ha aperte alla chiesa nel nostro
modo: la preghiera. La presenza dei fedeli, anche se
in questi ultimi anni è andata diminuendo, ha fatto
bene prima di tutto a noi e poi forse ha fatto sì che
chi si univa a noi nella preghiera gustava e ritrovava
il silenzio, l’adorazione, l’amicizia con Dio e fra di noi.
La nostra realtà attuale è uguale a quella di tante altre comunità, famiglie. L’avanzare degli anni, le malattie, chiedono a tutte noi un aumento di speranza
teologale, di accettazione della precarietà, che ci
fa abbracciare il futuro con speranza: non perché
domani arriveranno tre sorelle innamorate di Dio
che ci aiuteranno (magari fosse vero) ma perché il
nostro Dio si chiama papà e ognuno di noi, le nostre
Comunità, è nelle sue mani.
VIVERE IL PRESENTE CON PASSIONE, come ci raccomanda Papa Francesco, è quello che cerchiamo
di fare. Chi scrive può dire, con tutta verità, che
malgrado i difetti che abbiamo tutti, c’è tra noi la
passione dell’amore che vuole aiutare a vivere chi
fa più fatica. Stiamo celebrando il 500° anniversario della nascita di Teresa di Gesù, riformatrice del
Carmelo e la Santa Madre, come la chiamiamo noi,
ci ha lasciato questa esortazione: “Noi cominciamo
ora, preoccupiamoci di camminare sempre di bene
in meglio.” Questo per vivere con passione la nostra realtà. Il nostro monastero si affaccia al nastro
di strada che da Corso Francia arriva fino alla frazione di Bruere e dopo Corso Kennedy si apre la strada
privata che porta alla nostra chiesa e al monastero.
La nostra chiesa è frequentata sia per la santa messa feriale e festiva, sia per la preghiera del vespro
domenicale seguita dall’adorazione eucaristica.
La Fraternità dello Scapolare è nata per iniziativa
del Parroco di allora d. Antonio Zombonetti, per far
gustare la spiritualità carmelitana ai laici attraverso
cinque incontri annuali. Da parecchi mesi abbiamo
risposto al desiderio del Movimento del Rinnovamento dello Spirito che ogni giovedì e sabato sera
si incontra nella nostra chiesa per un’ora di adorazione eucaristica dalle 21 alle 22, quest’anno anche
il 31 dicembre! Possiamo assicurarvi è che è stata
una grazia poter testimoniare al mondo di Rivoli che
seguire Cristo è gioia, la scelta claustrale porta alla
libertà di vivere e operare per il mondo intero. La
campanella che suona è la nostra voce per il mondo
al di fuori. La chiesa è il luogo dei nostri incontri e la
preghiera per il centenario di Santa Teresa esprime
la nostra gioia di essere sue figlie. Grazie.
Le Carmelitane Scalze di Cascine Vica di Bruere
Le Carmelitane Scalze Beata Vergine delle Grazie
Via Bruere, 71 - 10098 - Cascine Vica - Rivoli (TO)
Tel. 011.959.48.74 - 011.957.10.18
Suore Missionarie dell’Immacolata Regina della Pace
Come compagne di viaggio la nostra missione qui ai Tetti è: “Ci siamo”!
popolo: che bello vivere la vita nella prossimità reciproca! Sei già venuto a trovarci? Non aver timore
di suonare al nostro campanello: c’è sempre qualcuno che ti accoglie e ti ascolta... che con te vive la
prossimità.
sr. Simona, sr. Anna Lidia, sr. Mariella
Suore Missionarie
dell’Immacolata Regina della Pace
P.za Santa Maria 5 - Fr. Tetti Neirotti - Rivoli
Tel. 011.959.13.17 - [email protected]
S P E C I A L E V I TA C O N S A C R A TA
Siamo a Tetti Neirotti da 7 anni nella canonica della
Chiesa parrocchiale chiamate a “stare in mezzo” alla
gente come segno della presenza di Dio che visita e
ha cura del suo popolo. Cosa fanno tre suore in una
casa parrocchiale? Non sostituiscono il parroco ma
cercano di vivere da donne consacrate la missione
che il fondatore p. Francesco Pianzola ha regalato
alla Chiesa: “Essere un piccolo e povero Gesù, come
Lui si china sulle ferite dei cuori agonizzanti, versa
l’olio della carità e il vino della verità, come Lui va in
cerca, si ferma nei crocicchi e infonde speranza”. Il
nostro fondatore era un prete della Diocesi di Vigevano che si è lasciato interrogare dai segni dei tempi e soprattutto dal grido sofferente di molte donne che venivano nella Lomellina per la monda del
riso. Uno sguardo che andava oltre la vita concreta,
a volte degradata moralmente, ma che coglieva la
sofferenza nascosta, il grido di speranza, la ricerca
della salvezza. In molte occasioni, ci ha richiamato
al fatto che ogni luogo è la nostra missione: non c’è
un’opera o un servizio che determina la missione
ma è l’urgenza della salvezza, nelle sue diverse forme, che interpella nuove risposte di missione.
Essere compagne di viaggio di un piccolo popolo
come quello della frazione di Tetti Neirotti ci interpella a metterci in ascolto dei bisogni della gente,
delle domande a volte inespresse e a prenderci a
cuore le molteplici situazioni di vita. Siamo qui per
tutti! A volte soffriamo per la nostra fragilità e l’impossibilità a dare risposta a tutti gli appelli che vediamo e che ascoltiamo. Quante sofferenze conserviamo nel cuore e che ci mettono nell’impotenza di
poter trovare una risposta adeguata o solo un di più
della nostra presenza! Siamo consapevoli di essere
una piccola e silenziosa presenza ma siamo anche
consapevoli che la storia della salvezza passa dal
sollecitare desiderio di Vangelo.
Concretamente sembra che non facciamo niente…
non abbiamo opere visibili! Ma desideriamo essere un punto di riferimento per molti, un incoraggiamento per gli scoraggiati, uno spazio di ascolto
alle ferite umane, una compagnia nell’affrontare le
diverse forme di crisi della vita, un pensiero evangelico nella quotidianità. Visitiamo le famiglie, gli
ammalati, stimoliamo le catechiste, accompagniamo gli animatori, siamo “mediatrici” della Parola,
apriamo la porta per un dialogo sincero e fraterno,
stiamo vicino alle persone che vivono lutti o grosse sofferenze, vogliamo “esserci”! Sì forse la nostra
missione qui ai Tetti è: “ci siamo”!
Dalla nostra esperienza di vita pensiamo che la Vita
Consacrata può essere un segno profetico nell’oggi
solo se mostra la “prossimità” di Dio e il suo essere “solidale” con l’uomo e la donna di ogni tempo.
Non possiamo essere tutto ciò se non insieme al
Canonichesse Regolari Lateranensi di Sant’Agostino
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La radice antica
che non invecchia mai!
Le origini
Dopo la conversione di Sant’Agostino nel 387 a Milano, quando questi e alcuni suoi amici fecero ritorno alla nativa Tagaste, si liberarono dei loro beni
e iniziarono una vita di preghiera e di studio come
“servi di Dio”. Ordinato sacerdote nel 391, Agostino ottenne un terreno a Ippona per costruirvi un
monastero per la sua comunità laica. In seguito
scrisse una regola per i suoi fratelli, ispirandosi alla
comunità cristiana di Gerusalemme. Nominato vescovo di Ippona, pur scegliendo di abitare nella sua
residenza episcopale, continuò a vivere la vita comune insieme al suo clero. Successivamente la fondazione in città di un monastero femminile mise in
evidenza le tre forme di vita religiosa agostiniana:
maschile, di laici e chierici, e femminile.
Tra il 430 e il 570 questo stile di vita venne fatto
conoscere in Europa dai monaci e dai sacerdoti che
fuggivano per sottrarsi alle persecuzioni dei Vandali. Intorno al 440 Quodvultdeus da Cartagine si stabilì in Italia, nelle vicinanze di Napoli. Nel 502 San
Fulgenzio da Ruspe arrivò in Sardegna.
Spiritualità. La spiritualità dell’Ordine proviene dalla sequela di Cristo, secondo gli insegnamenti del
Vangelo e l’azione dello Spirito Santo. Principale
punto di riferimento è il magistero e l’esempio di
Sant’Agostino, completato con la tradizione dell’Ordine. Codice fondamentale di questa spiritualità è
la Regola, che deve orientare la vita e la nostra azione. La spiritualità agostiniana, sviluppata nel corso
dei tempi e arricchita dall’esempio e dalla dottrina
dei nostri predecessori, si deve adattare alle circostanze di tempo, luogo e cultura, in conformità al
dettame del carisma dell’Ordine.
Il nome. Canonichesse e Canonici Regolari Lateranensi rivela la sintesi della loro storia:
* Canonici, cioè chierici iscritti nel canone della
chiesa locale, indica il periodo iniziale della storia;
* Regolari, perché, stimolati dalla riforma gregoriana avviata dal Sinodo Lateranense nel 1059, hanno
adottato la regola del S. Padre Agostino, riproponendo la vita comune;
* Lateranensi, perché per due volte nel corso del
tempo hanno servito nella Chiesa che è “Madre di
tutte le Chiese”.
Al Laterano, fin dal secolo IX, c’erano stati canonici
regolari. Papa Eugenio IV vi chiamò quelli del priorato di S. Maria di Fregionaia (Lucca) che, dopo
un periodo di decadenza, era rifiorito nella riforma operata dal sacerdote Bartolomeo da Roma e
da due canonici provenienti da S. Croce di Mortara, Leone Gherardini e Taddeo da Bagnasco. Papa
Eugenio IV, nel 1446, conferì il prestigioso nome di
“Lateranensi”. Non soltanto il nome Lateranensi,
ma anche la divisa è come l’abito del papa, con la
mantella e il rocchetto bianco che si usano durante
la S. Messa. Nei secoli successivi la Congregazione
alternò vari periodi di presenza al Laterano, sino a
un allontanamento nel 1471 ad opera di papa Sisto
IV, allontanamento che risulterà poi definitivo.
Monasteri. I monasteri delle Canonichesse in Italia
erano 6: Roma, Spoleto, Caldarola, Genova, Vercelli
e Torino, però i monasteri di Genova, Vercelli e Torino sono stati chiusi. Le monache di Torino si sono
trasferite a Rivoli nel 1901. Monasteri in Spagna:
Palma de Mallorca, Alicante, Arceniega, Astigarraga,
Burgos, Hernani, Ibiza, Palencia, Sòller, e Valencia.
(La federazione Spagnola ha costruito un monastero
nelle Filippine a Inabangga Bohol e sta costruendo
un monastero in Polonia). Filippine: Tagbilaran Bohol
(Visayas), Butuan City (Mindanao).
Monastero S. Croce
Verso la seconda metà del secolo XI in quel di Vercelli le monache erano conosciute per la loro abilità
nella formazione delle nobili giovinette. Per promuovere identica iniziativa nel Torinese nel 1533
Beatrice di Romagnano, contessa di Ronsecco, donò
alle Canonichesse una sua proprietà in Torino presso le mura della Città nelle vicinanze di porta Susina. Il monastero è stato poi trasferito verso la fine
del ‘600 in piazza Carlina, fino a essere soppresso il
20 novembre del 1800, dopo l’entrata dei Francesi
in Città. Riaperto circa 15 anni dopo, le monache
vengono espulse dal governo liberale e anticlericale
nel 1854 e dopo anni di vagabondaggio tra Carma-
Presenza attuale
Attualmente siamo rimaste tutte Filippine. L’ultima
italiana, Madre Margherita, è mancata il giorno 9
novembre 2014. La nostra giornata inizia alle ore
4,45. Alle 6, quando il sole non è ancora una palla
di fuoco e l’alba incomincia a colorare il cielo, siamo già pronte per riunirci in coro per la preghiera
e innalzare le lodi al Signore, mezz’ora dopo, la piccola cappella del monastero si apre ai fedeli per la
S. Messa. Il nostro tempo è scandito da ore di preghiera diluite nell'arco della giornata, ore di lavoro
e di tempo libero. Le vie del Signore sono infinite,
noi continuiamo a partecipare con entusiasmo a
tutti gli eventi della comunità rivolese. La giovane
età media delle monache (42 anni) è l’elemento
che ha dato vita a incontri settimanali con i laici per
riflettere insieme sulle S. Scritture della celebrazione
domenicale. Le riflessioni di tutti vengono pubblicate
sul sito parrocchiale per la condivisione con il resto
della comunità. Il monastero è anche aperto per il
ritiro mensile e gli Esercizi Spirituali, tre volte l’anno.
La nostra è una vita “contemplativa” non sempre
e non facilmente compresa e accettata anche tra
il popolo dei fedeli. La natura umana comprende
più facilmente le cose terrene e materiali e ha talvolta difficoltà a considerare, accettare, giustificare
una vita dedicata alla preghiera anche se, in particolari momenti di sofferenza e difficoltà, è facile
ricordarsi e raggiungere il monastero per chiedere
una preghiera particolare, con la speranza di essere
ascoltati ed esauditi. Noi monache preghiamo per
tutti, preghiamo sempre, certe che l’unica forza per
l’uomo viene da Dio. Futuro. Speriamo che la radice
antica del nostro ordine possa ancora portare frutti
e radicarsi in realtà lontane dove lo Spirito lo guida.
Le suore canonichesse: Madre Maria Gesuina, Suor Maria Lucia, Suor Maria Lorenzina, Suor Maria Bernardetta, Suor
Maria Agostina, Suor Maria Ferdinanda. E inoltre Suor Maria Annunziata e Suor Maria Antonietta (che non è presente nella foto) nel monastero di Butuan nelle Filippine
Canonichesse Regolari Lateranensi di Sant’Agostino
Monastero di Santa Croce - Via Querro, 52 - 10098 - Rivoli (TO) - Tel. 011.958.62.96
S P E C I A L E V I TA C O N S A C R A TA
gnola, Sati e Chieri, giungono finalmente nel 1901
a Rivoli. I vecchi rivolesi le chiamano “rocchettine”
perché indossano sulla veste un rocchetto di tela
bianca, simile a quello indossato dai sacerdoti. Per
tutti i Rivolesi, infatti, in quegli anni le “rocchettine”
erano il “coro degli angeli” e le ricamatrici di corredi
per giovani spose, da quando il Monastero era ancora in via Rombò. In via Rombò le monache sono
rimaste fino a quando nella seconda guerra mondiale un bombardamento ha distrutto il monastero
e loro sono state costrette a uscire, tra le macerie e
il terrore. Mai prima di allora avevano visto le case,
le strade, la gente che circondava il monastero,
molte di loro non sapevano neppure che cosa fosse
un camion e tanto meno un’automobile: qualcuna
infatti era lì dal 1901, quando la comunità da Chieri
si era trasferita a Rivoli con un omnibus allestito a
clausura in miniatura nell'attuale area prospiciente
via Rombò oggi occupata da un centro commerciale, palazzi residenziali, un istituto bancario. Distrutto il monastero, si sono trasferite nella nuova
residenza che era prima del loro arrivo una villa in
via Querro: ricamavano, si occupavano dell’orto,
del giardino, di galline e conigli e a chi faceva delle
offerte davano in cambio un po’ della loro verdura.
Gli ultimi anni sono stati per loro i più difficili, sono
rimaste sei suore: la più giovane di 75 anni e la più
anziana di 97 anni, troppo anziane per ricamare e
badare all’orto, vivevano esclusivamente della loro
misera pensione sociale e delle offerte che qualche
rivolese di vecchia data non aveva mai dimenticato
di fare. Il monastero rischiava di chiudere, soltanto
la presenza delle postulanti filippine e della madre
maestra proveniente dal monastero di Spoleto, ha
ridato loro la vita.
Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli
S P E C I A L E V I TA C O N S A C R A TA
San Vincenzo e la comunità delle Figlie della Carità
Il contesto storico
La Francia del 1600: fame, epidemie, guerre, violenze, la miseria della maggioranza della gente e la
ricchezza sfrontata di pochi fortunati. Questo è il
quadro sociale nel quale Vincent de Paul, figlio di
modesti contadini, tenta l’ascesa sociale attraverso
un mezzo molto comune a quell’epoca: l’ordinazione sacerdotale, che gli avrebbe consentito benefici
economici e una vita migliore di quella della sua
famiglia. Ma il Cristo Signore… lo aspetta al varco!
Una serie di avvenimenti importanti e sofferti gli
apre gli occhi e Vincenzo ripensa il significato della
sua vita.
L’attrattiva
La conversione di Vincenzo diviene davvero una
“inversione di rotta”: dalla ricerca del potere e del
prestigio sociale alla “ricerca degli ultimi”, poiché
il Volto del Signore gli si rivela proprio in quello
dei poveri, in quello di coloro che non contano, in
quello di coloro che sono “al margine”. Le parole
del Vangelo ”... Ho avuto fame e mi avete dato da
mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere;
ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete
vestito...” [Mt. 25] diventano l’attrattiva per cui vale
la pena spendere la sua vita.
In compagnia di altri
La vita di Vincenzo impegnata nel cammino di prossimità ai fratelli coinvolge altre persone, uomini e
donne che trovano la realizzazione della propria
umanità nell’incontro con l’umanità dell’altro. Sono
uomini e donne chiamati a imitare Gesù Cristo proprio nel Suo modo di approssimarsi agli uomini,
malati, fragili, dubbiosi, abbandonati. La prima ad
essere contagiata da questa esaltante avventura è
Luisa De Marillac e, al suo seguito, altre donne differenti tra loro per condizione sociale e stile di vita.
Esse concretizzano il Comandamento dell’Amore nell’accoglienza e nell’aiuto agli ultimi, dai clochards di Parigi ai neonati esposti sul sagrato delle
chiese, dai detenuti di allora (galeotti) ai malati infettati dalle epidemie di peste e di sifilide seminate
dalle guerre… Intanto, a Vincenzo si unisce anche
qualche altro prete.
Le Comunità e la Famiglia Vincenziana
Tra quanti seguono Vincenzo nell’incontro con Cristo attraverso la Carità, alcuni e alcune scelgono una
donazione totale, una fecondità diversa da quella
naturale, alternativa, più somigliante a quella di
Cristo. Nasce la Comunità delle Figlie della Carità
e, parallelamente, la Congregazione dei preti della
Missione. Anche il laicato Vincenziano si organizza
attivando collaborazioni, comunione di intenti e di
Carisma, tali da costituire, insieme alle suore ed ai
preti della Missione, un’unica “Famiglia spirituale”.
Il “carisma Vincenziano”
nella storia e nelle culture
Dal 1600 ad oggi sono trascorsi 4 secoli: l’albero
della Famiglia Vincenziana si è arricchito di nuovi
rami e la Comunità delle Figlie della Carità si è resa
presente in 94 Stati del mondo; la sua diffusione
nei cinque continenti ha incarnato il carisma della Carità nelle differenti culture, affinché il Vangelo sia annunciato a tutti gli uomini. Ma ciò che ha
arricchito maggiormente la famiglia Vincenziana
sono state le sofferenze
di alcuni dei suoi membri internati nei campi di
lavoro forzato e di concentramento dei Paesi
a regime totalitario ed
il martirio di confratelli
e consorelle che hanno
preferito morire piuttosto che rinnegare la fede
in Cristo Signore.
Cosa può dire il carisma Vincenziano
alle nuove generazioni
Il carisma della Carità non è proprietà esclusiva di un gruppo
o di una comunità, né ci si può appropriare di esso come pretesto per il protagonismo personale. Esso è Dono dello Spirito
alla sua Chiesa, e come ogni Dono va accolto e testimoniato.
Ogni tempo, ogni cultura ha il proprio modo di vivere questo
dono. A ciascuno di noi la responsabilità di accoglierlo e parteciparlo nei contesti quotidiani di vita, affinché si realizzi la
Parola di Cristo Signore “In verità vi dico: ogni volta che avete
fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, l'avete
fatto a me”.
Suor Teresita Pavanello
Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli
Via Grandi, 5 - 10098 Rivoli (TO)
Tel. 011.956.17.15 - Fax 011.956.45.70
E-mail: direzione@salfi or.it
http://www.salfior.it
Se vuoi saperne di più,
puoi consultare i seguenti siti:
www.formazione.salottoefiorito.it
www.salottofiorito.it
www.fdcsanvincenzo.it
Vieni Spirito Creatore, con la multiforme grazia a illuminare, a vivificare, a santificare la tua Chiesa!
Uniti nella lode ti rendiamo grazie
per il dono della Vita consacrata
elargito e confermato nella novità
dei carismi lungo i secoli. Guidati
dalla tua luce e radicati nel battesimo uomini e donne attenti ai tuoi
segni nella storia, hanno arricchito
la Chiesa, vivendo il Vangelo nella
sequela dei Cristo casto e povero,
obbediente, orante e missionario.
Vieni Santo Spirito, amore eterno
del Padre e del Figlio.
Ti invochiamo affinché tu custodisca tutti i consacrati nella fedeltà.
Vivano il primato di Dio nelle vicende umane, la comunione e il servizio tra le genti, la santità nello spirito delle beatitudini.
Vieni Spirito Santo paraclito, sostegno e consolazione del tuo popolo!
Infondi in loro la beatitudine dei
poveri per camminare sulla via del
Regno. Dona loro un cuore di consolazione per asciugare le lacrime
degli ultimi. Insegna loro la potenza della mitezza perché risplenda
in essi la signoria di Cristo.
Accendi in loro la profezia evangelica per aprire sentieri di solidarietà
e sfamare attese di giustizia. Riversa nei loro cuori la tua misericordia
perché siano ministri di perdono e
di tenerezza.
Rivesti la loro vita della tua pace
affinché possano narrare nei crocevia del mondo le beatitudini dei
figli di Dio .
Fortifica i loro cuori nelle avversità e nelle tribolazioni, si rallegrino
nella speranza del Regno futuro.
Associa alla vittoria dell’Agnello
coloro che a causa di Cristo e del
Vangelo sono segnati dal sigillo
del martirio. La Chiesa in questi
suoi figli e figlie possa riconoscere
la purezza del Vangelo e il gaudio
dell’annuncio che salva.
Maria, prima discepola e missionaria, Vergine fatta Chiesa, interceda
per noi. Amen.
S P E C I A L E V I TA C O N S A C R A TA
La presenza della Comunità
delle Figlie della Carità
in Rivoli
Dalla Francia all’Italia, a Torino e da Torino... a Rivoli,
a partire dal 1800. Tre sono
state le Comunità aperte
nel nostro territorio: presso
Villa Cane d’Ussol, ex Municipio, come casa di accoglienza per madri sole con
bambini, presso l’Istituto Salotto e presso l’Istituto Fiorito.
Attualmente, la presenza della Comunità è concentrata negli
Istituti Riuniti Salotto e Fiorito, ove si impegna nell’animazione del volontariato, nel solco della collaborazione con l’intera
famiglia Vincenziana, e nell’educazione. La scuola paritaria accoglie il bambino di cui non soltanto forma l’intelligenza e al
quale non soltanto trasmette cultura, ma dello stesso educa
il cuore, poiché propone valori e attiva legami fra le persone.
L’altro significativo impegno delle Figlie della Carità si riferisce
all’agenzia per la Formazione Professionale di giovani e adulti
e ai Servizi al lavoro. L’agenzia formativa valorizza una particolare intelligenza dei nostri giovani: quella che passa ”attraverso le mani”, cioè quel “genio” che non solo studia, ma crea,
produce, lavora. Inoltre, in un tempo in cui la dignità di giovani e adulti è ferita dall’impossibilità di trovare occupazione,
l’offerta dell’acquisizione di nuove competenze professionali e
di un accompagnamento nella vita e al lavoro è il tentativo di
ricostruire il positivo di un’immagine di sé svalorizzata dall’improduttività, dalla marginalità o dall’insuccesso scolastico, è il
tentativo di ricostruire un tessuto sociale più attivo e solidale,
nella scuola, nel lavoro, nella cittadinanza, nella partecipazione sociale e politica.
Suore Operaie della Santa Casa di Nazareth
S P E C I A L E V I TA C O N S A C R A TA
Un dono che arriva da lontano
Botticino Sera (BS) - 1900
Il dramma della disoccupazione, allora come oggi,
grida la sua disperazione e tocca con maggior forza i
più deboli: le donne e i giovani. In paese due filande
creano occupazione per un centinaio di operaie, ma
i più sono costretti ad andare lontano in cerca di lavoro. Le donne trovano lavoro in un paese che dista
15 km, una grande distanza per quei tempi. Il Parroco, don Arcangelo Tadini, vede ritornare le sue giovani, alla fine di un’estenuante settimana lavorativa,
distrutte, come limoni spremuti. Alle mamme che
incontra dice: “Mi è di gran dolore veder partire le
mie figlie. Mamme, portate pazienza e vi prometto
che penserò a qualche cosa”. Detto fatto. Progetta
e costruisce una modernissima filanda e trasforma
una villa in pensionato per le operaie. La nuova filanda, dotata di strutture e impianti all’avanguardia,
entra in funzione tra derisioni e guai finanziari. Ma
don Tadini non è ancora soddisfatto. Ha la geniale
idea di far entrare nella filanda alcune suore che
lavorino gomito a gomito con le operaie, che si occupino delle ragazze non dal piedistallo di una cattedra, ma rimanendo con loro sullo stesso banco di
lavoro. Si rivolge a più Istituti Religiosi, ma ovunque
riceve chiari rifiuti. Già era ritenuto poco dignitoso
per una donna lavorare in fabbrica, figuriamoci per
le donne consacrate. Don Tadini non indietreggia
davanti alle difficoltà. Abile interprete dei segni dei
tempi, tra cui l’enciclica sociale Rerum Novarum di
papa Leone XIII del 1891, fonda lui stesso una nuova
famiglia religiosa: le Suore Operaie della Santa Casa
di Nazareth, donne che consacrano la loro vita a Dio
per l’evangelizzazione del mondo del lavoro, per testimoniare con la vita che il lavoro non è una maledizione, ma è luogo di realizzazione e santificazione.
Quando, nel 1912, don Tadini muore, la Congregazione è da pochi giorni stata approvata dalla Chiesa,
senza che lui lo sappia. Don Arcangelo Tadini è proclamato Santo nel 2009.
Rivoli (TO) - 2015
È da così lontano che arriviamo! Tre Suore Operaie
in Piemonte. Un po’ inconsapevoli eredi di un Dono
così grande, ma con l’entusiasmo di poterlo condividere anche qui. Siamo felici di appartenere a Cristo e di essere chiamate a manifestare un aspetto
particolare della sua vita: Gesù lavoratore a Nazareth. Con la nostra vita continuiamo oggi l’incarnazione del “Figlio del falegname”. Come?
Con la preghiera! La preghiera comunitaria, personale e della Chiesa a cui apparteniamo è il respiro
quotidiano della nostra vita, il luogo in cui portare
i fratelli lavoratori e da cui trarre la forza per condividere con gioia il lavoro e la vita. Alla luce della
Parola di Dio impariamo a leggere la storia e ad attualizzare nell’oggi il carisma che don Tadini ci ha
lasciato.
Con la condivisione! Come Gesù a Nazareth siamo chiamate a condividere il lavoro, ma non solo.
Condividiamo le speranze, i problemi, le insicurezze dell’uomo di oggi, nella consapevolezza che non
siamo noi a portare la salvezza o il Signore là dove
viviamo, ma che, insieme con i nostri fratelli, scopriamo il Cristo già presente, proprio nelle realtà
più comuni e quotidiane.
Con la fraternità! Qualsiasi compito svolgiamo, non
lo facciamo a nome nostro, ma mandate e sorrette
dalla comunità, che assume come propria la missione di ciascuna sorella. La nostra comunità vuole
essere, pur con i nostri limiti e povertà, un luogo
accogliente, dove ogni fratello e sorella respira uno
spirito di famiglia, si sente ascoltato e accolto, un
po’ come nella casa di Gesù a Nazareth.
Sr Camilla, sr Erika e sr Raffaella
Suore Operaie della Santa Casa di Nazareth a Rivoli
Viale Beltramo, 2 – 10098 Rivoli
Missionari della Consolata del Beato Allamano
I missionari della Consolata fanno parte di una
lunga storia di presenza nella città di Rivoli
Come raccontano i vari Padri che hanno scritto la
storia della presenza a Rivoli (P. Federico Peirone,
P. Giovanni Dutto, P. Francesco D’Acquarica) molteplici sono state le finalità della casa: luogo di ritrovo
attorno al padre fondatore per i primi missionari e
missionarie, sede della Redazione della Rivista Missioni Consolata, seminario, noviziato e attualmente
casa di animazione missionaria e Centro spirituale
per i membri dell’Istituto. Da Villa Allamano sono
partiti molti giovani missionari ora sparsi nei vari
continenti in cui operiamo (Africa, America Latina
e Asia), così come molti giovani italiani alla volta
di paesi esteri in cui vivere per qualche settimana
o qualche mese esperienze missionarie. Da Villa Allamano è stata lanciata la Campagna “Non di
sola coca: quando impegnarsi serve”, da cui è nata
l’Associazione “Impegnarsi Serve Onlus”, ora Organizzazione di Volontariato. La presenza dei Padri è
garanzia non solo di un servizio pastorale alle varie Parrocchie di Rivoli, ma anche testimonianza di
una vocazione missionaria vissuta nel quotidiano.
La mostra “Giuseppe Allamano, padre di Missionari
e Missionarie”, sempre visitabile, ha reso la Villa un
luogo di pellegrinaggio e di riflessione missionaria.
Nella città di Rivoli molte sono state le iniziative di
sensibilizzazione alle grandi sfide dell’umanità: il
progetto educativo interculturale “L’altra faccia della coca” ha sensibilizzato gli studenti delle scuole
al problema della cocaina, la Mostra sull’Amazzonia
ha reso visibile le violenze in atto sull’ambiente in
questo comune polmone dell’umanità e Sikìa ha
donato ai cittadini la gioia di scoprire e apprezzare
la ricchezza della diversità. Tra le varie attività l’esposizione delle mostre “Gioca Africa” e “La bellezza salverà l’umanità”.
Chi vorremmo essere
Guardando avanti vorremmo continuare ad essere seguaci dell’Allamano offrendo a scuole, classi di catechismo e gruppi la possibilità di venire a
trovarci e vedere il bello “spirituale” e non solo, di
stare con noi per direzione spirituale, confessioni
e ritiri. Vi faremo conoscere la bellezza e l’attualità della nostra vocazione missionaria e le ricchezze
che i vari popoli e le chiese ove siamo presenti e
operanti hanno ancora oggi da offrire a noi cittadini
e cristiani europei, a volte un po’ spenti e stanchi.
La vocazione missionaria è un grande dono per una
chiesa aperta a percorrere le strade della vita.
P. Giordano Rigamonti
Il messaggio di questi santi è attualissimo in ogni
stagione della vicenda umana, perché parla di vita
e di amore, narra con parole e gesti di un’epoca precisa il permanere della buona notizia del Vangelo
e la capacità insita nell’uomo di vivere il comandamento nuovo dell’amore, perché “la carità non avrà
mai fine”. (Gian Mario Ricciardi)
Missionari della Consolata
Via 1° Maggio 3 - 10098 Rivoli (To)
Tel. 011.958.67.91 - Fax: 011.958.09.07
E-mail: [email protected]
www.consolata.org
www.impegnarsiserve.org
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Rivoli è innanzitutto il luogo
della fondazione morale dei
Missionari della Consolata
Così scriveva il Beato Allamano in occasione del 10°
anniversario della Fondazione morale dell’Istituto: “Dieci anni fa avevo in corso una
gravissima malattia che mi
portò fino alle porte del Paradiso, d’onde fui ricacciato
qui in terra, perchè non ne ero ancora degno; il nostro Card. Arcivescovo veniva a trovarmi quasi tutte
le sere, e siccome avevamo già parlato di questa
istituzione, dissi: - Sicché all’Istituto penserà ormai
un altro, e lo dicevo contento; forse per pigrizia di
non sobbarcarmi ad un tal peso. Egli però mi rispose: No, guarirai, e lo farai tu. E son guarito. Andai
poi a fare la convalescenza a Rivoli, e là, il giorno di
S. Fedele da Sigmaringa posi sull’altare una lunga
lettera in cui si decideva la Fondazione: celebrai la
Messa in onore del Santo, indi andai ad impostare
la lettera che inviavo al Cardinale Arcivescovo. E fu
decisa la fondazione.
Rivoli era il nido della formazione dei primi missionari. Qui trovavano un Padre buono che li accoglieva, parlava loro di Dio e delle missioni, teneva le
conferenze.
Sacerdoti Salesiani di San Giovanni Bosco
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Nel Bicentenario della nascita di don Bosco
1815-2015: sono passati duecento anni dalla nascita di don Bosco e il ricordo diventa non solo ringraziamento per il passato, ma anche e soprattutto
spinta per un rinnovato futuro di fedeltà e di fantasia carismatica. I salesiani nascono dall’intuizione
di San Giovanni Bosco, chiamato da Dio a lavorare
in modo particolare con i giovani, perché potessero diventare buoni cristiani e onesti cittadini. La
sua santità è uno svelamento per la Chiesa e per
la società della possibilità di essere giovani eppure già santi attraverso un cammino spirituale e pedagogico che trova nella religione, nella ragione e
nell’amorevolezza i cardini della propria formula. È
la nascita del sistema preventivo, dove coltivare il
bene e promuovere la crescita di ognuno è arma
vincente rispetto alla sola correzione degli errori o
alla punizione degli sbagli.
Don Bosco attua tutto questo in un ambiente particolare, l’oratorio, che non è inventato da lui, eppure
trova nel carisma di questo santo una applicazione
del tutto particolare ed originale: il clima di famiglia, la capacità di assistenza e di confidenza degli
educatori, il coinvolgimento di una vasta rete di
persone e la capacità di mettere sempre al centro
la persona del giovane più povero ed emarginato,
ne sono le principali caratteristiche.
L’oratorio salesiano nasce a Torino nel 1841, mentre don Bosco, giovane prete, è alla scuola del Cafasso per approfondire gli studi e portare avanti la
propria formazione ecclesiale; nel 1846 approda a
Valdocco, dove trova immediato sviluppo, sia nel
numero dei giovani che lo frequentano, sia nella
capacità di essere punto di aggregazione di una vasta schiera di benefattori e volontari che vedono in
Don Bosco una guida e, potremmo dire, un profeta.
Intorno alla metà degli anni ’50, don Bosco si rende
conto della necessità di una stabilità maggiore e di
una formazione migliore dei suoi collaboratori e ha
una intuizione carismatica fondamentale: aggregare a sé i giovani migliori che già sono al suo fianco e
con essi e per mezzo di essi fondare una congregazione che possa dare continuità e valore all’oratorio
ormai in fase di espansione.
È il 1859 quando nasce ufficialmente la pia Società
di San Francesco di Sales, o i Salesiani, una Congregazione nata dai giovani per i giovani sotto la guida
di don Giovanni Bosco.
Da allora, Salesiani di Don Bosco, siamo riconosciuti
nella Chiesa come Congregazione religiosa maschile dedita all'attività apostolica e missionaria ed alle
molteplici opere che la carità cristiana ha suscitato,
ma soprattutto al servizio dei giovani, specialmente
i più poveri e abbandonati.
Le necessità dei giovani e degli ambienti popolari, la volontà di agire con la Chiesa e in suo nome
muovono e orientano la nostra azione pastorale
per l'avvento di un mondo più giusto e più fraterno
in Cristo.
Le nostre caratteristiche fondamentali sono: viviamo in comunità che sono attivamente impegnate
nel mondo dei giovani; ci sforziamo di rendere il
sogno di Don Bosco una realtà e di diffondere il suo
stile e il suo carisma; viviamo la nostra consacrazione a Dio attraverso i tre voti della povertà, castità e
obbedienza; la scelta dei giovani si traduce nel rendere profonda la nostra credibilità come “segni e
portatori dell’amore di Dio” per ciascuno di essi; la
nostra opzione preferenziale è lavorare tra i giovani
poveri e abbandonati dalla società; l’essere “segni
e portatori dell’amore di Dio ai giovani” è la strada
per la nostra santità - il cammino che ciascuno di
noi ha scelto di fare accanto ai giovani.
A Rivoli i Salesiani arrivano 50 fa, per l’esattezza
nel 1963. La ragione che li porta nella nostra città è
particolare: hanno bisogno di un nuovo posto in cui
stabilire la propria editrice, la Elledici (Libreria Dottrina Cristiana) che si sta espandendo e sta in quegli anni sostenendo la riforma della Chiesa italiana
in particolare nel campo della educazione e della
catechesi. Scelgono Cascine Vica come luogo per
costruire la propria sede e qui iniziano a lavorare.
Fedeli però al propria carisma e alla propria vocazione, non si limitano ad abitare il luogo in cui sono,
ma cercano di inserirsi fin da subito nella struttura
del quartiere, in particolare nel mondo giovanile
e delle famiglie, organizzando, prima in modo più
ra sono due laici, che assieme a molti altri, volontari o stipendiati, reggono la responsabilità della
conduzione e progettazione dell’opera assieme ai
salesiani. Ci appare questo un segno importante di
comunione ecclesiale e di testimonianza vocazionale, dove consacrati e laici lavorano insieme a più
livelli per il bene dell’intera comunità testimoniando ognuno a modo proprio il carisma di don Bosco
e l’efficacia della fede.
Questi anni sono particolarmente fecondi per noi
salesiani: due anni fa la celebrazione del 50° del nostro arrivo a Rivoli, l’anno scorso la peregrinazione
nella nostra città dell’urna di don Bosco e quest’anno i festeggiamenti del Bicentenario della nascita di
don Bosco.
Abbiamo scelto per quest’anno uno slogan impegnativo: riscoprire la stessa missione di don Bosco,
con i giovani e per i giovani, oggi.
Dobbiamo tornare al centro della chiamata di don
Bosco e del suo carisma, scoprire meglio la sua figura, conoscerla di più. Tutto questo non per fare
dell’archeologia, ma per essere ancora più in sintonia con i giovani di oggi e renderli protagonisti,
assieme a noi, della loro vita cristiana e sociale così
come Gesù e don Bosco la sognano per ognuno di
loro. Vogliamo in questo coinvolgere più persone
che possiamo perché diventi veramente opera ecclesiale e, in questa Chiesa, essere come salesiani
fermento consacrato perché Cristo resti per tutti
l’unico punto di riferimento nella varietà delle attività e dei progetti.
Comunità Salesiana Pastorale
Via Stupinigi, 1 – C.ne Vica - Rivoli (TO)
Tel: 011 9593437 – Fax: 011 9572762
Parrocchia San Giovanni Bosco
Viale Carrù, 9 – C.ne Vica - Rivoli (TO)
Tel: 011 9592487 – Fax: 011 9560708
[email protected]
[email protected]
[email protected]
www.donboscorivoli.it
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spontaneo, poi in modo più progettuale un oratorio. Da allora a oggi lo sviluppo dell’oratorio e della presenza dei salesiani ha seguito lo sviluppo del
quartiere. Negli anni 70 l’affidamento della parrocchia con le relative strutture e poi la costruzione del
nuovo oratorio che oggi conosciamo. L’opera si è
così radicata nel territorio che anche quando alcuni fa l’Editrice ha lasciato Cascine Vica, la presenza
salesiana è rimasta, nella forma di parrocchia e oratorio al servizio della popolazione e dei numerosi
giovani che ormai la frequentano.
La comunità salesiana oggi presente a Rivoli è composta da sei confratelli ed è impegnata in due settori fondamentali di attività pastorale: la parrocchia
e l’oratorio. L’impegno maggiore e obiettivo fondamentale dei due settori di opera è quello di riuscire
a formare, con tutti i collaboratori e tutti i destinatari, una unica comunità pastorale che ha nella comunità religiosa e in alcuni laici corresponsabili, il
nucleo animatore di una vasta opera a servizio di
tutto, in particolare dei giovani e delle famiglie. È
quella che viene chiamata normalmente la CEP, la
Comunità Educativo Pastorale, ossia la costruzione
di una comunità ecclesiale sul territorio, che al di
là delle forme di impegno e di azione che sviluppa,
oratorio, parrocchia o altro, sappia essere fermento cristiano e testimone della fede sulla base della
comunità descritta dagli Atti degli Apostoli, con un
occhio di riguardo alla gioventù, specie più povera
e pericolante.
Questo è l’obiettivo della comunità dei consacrati
salesiani: non tanto l’essere gestori in prima persona delle opere, ma piuttosto essere costruttori di
unione e di coinvolgimento. La comunità salesiana
si trova al centro di questa vasta comunità cristiana di parrocchia e oratorio, non perché ne detiene
le redini logistiche, ma perché ne fa intravedere le
fondamenta evangeliche e carismatiche.
In questo senso, la Congregazione salesiana ha deciso di affidare ad alcuni laici preparati e significativi
alcune responsabilità fondamentali nella gestione
dell’opera. L’incaricato dell’oratorio, così come il
coordinatore della attività amministrative dell’ope-
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Giuseppini di San Leonardo Murialdo
“Mi scrivi un articolo su Giuseppini e Anno della
Vita Consacrata?” Mi ritrovo a scrivere un articolo sulla vita consacrata, cercando di far emergere
il carisma che noi Giuseppini del Murialdo viviamo
nella Chiesa, oggi come nella storia passata, a Rivoli come nelle altre realtà dove siamo in Italia e
nel mondo. Ma cosa devo scrivere… Mi hanno detto: “Scrivi come voi al Sangiuseppe vivete questo
anno dedicato alla Vita Consacrata, come pensate
di raggiungere gli obiettivi che Papa Francesco ha
indicato nell’istituirlo: Guardare il passato con gratitudine… Vivere il presente con passione… Abbracciare il futuro con speranza…” Ma cosa scrivere…
Proviamo questa modalità: io vado a ruota libera e
voi che leggete direte se sono rimasto nel mandato
ricevuto. Parlare di vita consacrata vuol dire parlare
di vocazione, di relazioni, di educazione, di scelte,
di vita insomma… Si parte da un’intuizione di un
santo (il Murialdo nel nostro caso) che ha “riletto”
il Vangelo alla luce della sua storia e della storia del
suo tempo, come portare Cristo ai giovani che accompagnava ed educava, quei giovani che ha visto
bisognosi dell’Amore di Dio declinato attraverso
l’essere per loro “amico, fratello e padre”.
Con e dopo il Murialdo altre persone nel divenire
della storia, tra il 1800 ed oggi, hanno continuato a
sviluppare quelle intuizioni rispondendo alla chiamata del Signore a vivere la propria esistenza come
dono per gli altri. E così mi trovo dentro questa
storia di salvezza qui a Rivoli fra persone che non
immaginavo, chiamato a declinare continuità e creatività, in nome di una vocazione gratuita, misteriosa e profonda. Che faccio qui a Rivoli? Insieme con
altri religiosi giuseppini? In una scuola? In un’opera
che vista dal di fuori, in maniera superficiale, senza
conoscerla bene, rischia di essere etichettata come
una realtà per giovani “che stanno bene”, protetti
e magari anche “viziati”? Vivo la mia quotidianità
accanto ai giovani, cercando di fare crescere il bene
che c’è in loro, facendo percepire che la fede è il
sale che dà gusto, il senso dell’esistenza e la luce
che illumina anche gli angoli più difficili.
Essere consacrato come Giuseppino del Murialdo
mi porta a incontrare i giovani specialmente nella
fatica del crescere e a sostenerli nelle loro fragilità.
Mi trovo soprattutto a testimoniare la vicinanza e
l’amore di Dio per ognuno di loro, ad accompagnare chi cerca dei punti di riferimento per crescere, a
richiamare la coerenza delle proprie scelte, a riaccendere il fuoco della passione per la vita a chi lo ha
spento per cocenti delusioni affettive, relazionali e
familiari. Scegliere di dedicare la propria vita a testimoniare e a vivere il Vangelo è un’avventura fantastica, tutt’altro che facile ma che scalda il cuore e
che trova realizzazione soltanto se vissuta con passione. Questo mi porta ad avere una creatività continua, altrimenti rischio di diventare un disco rotto
che si ripete, ma che non incide nel cuore degli altri
e quindi nemmeno sul proprio. Non è semplice tutto questo! A volte mi verrebbe la voglia di continuare su binari sicuri, su quello che si è sempre fatto,
ma rischio di non aver fiducia nello Spirito Santo
che con il suo soffiare suscita modi sempre nuovi
per testimoniare ai giovani l’amore di Dio, per far
emergere il bello che c’è in tutti. Per fortuna la collaborazione, la corresponsabilità, la comunione con
altri (consacrati e laici) mi aiuta a rimanere aperto
al nuovo dell’oggi per rendere attuale e comprensibile che la speranza del futuro è posta in quel Dio
che non si fa mai battere in generosità e fantasia.
Non so se ho svolto il mio compito o se dovevo raccontare come viviamo la nostra esperienza di consacrati, le tante cose che facciamo al Sangiuseppe
o la nostra vita di giuseppini. Penso che il miglior
racconto sia il camminare insieme condividendo le
differenze e le caratteristiche che portiamo nel nostro essere Chiesa. Se invece siete curiosi di capire
qualcosa in più… venite a trovarci.
don Fabio
Padri Giuseppini del Murialdo
Corso Francia, 15 - Rivoli (TO)
Tel. 011.950.36.66
E-mail: [email protected]
www.sangiusepperivoli.org
Don Bosco e Don Murialdo: Santi Sociali a Rivoli
Una serata per conoscere meglio Giuseppini e Salesiani
Don Danilo Magni, giuseppino del Murialdo dal 1990,
dal 2010 svolge principalmente il suo servizio al Collegio Artigianelli (Casa Madre della Congregazione –
Torino 1873) con ragazzi e giovani.
Don Alberto Martelli, direttore della Comunità Salesiana di Cascine Vica, parrocchia S. Giovanni Bosco, direttore editoriale della casa editrice Elledici, formatore in
Pastorale presso l'Università Pontificia Salesiana.
Il primo oratorio a Rivoli - Non tutti sanno che il primo oratorio a Rivoli – lo ricorda una lapide in V.le Partigiani – fu realizzato dal Murialdo che volle applicare
a Rivoli la sua esperienza maturata a Torino nell'oratorio di San Luigi, voluto da don Bosco. Ma le iniziative
a favore del mondo giovanile si realizzano anche nel
complesso degli Artigianelli, in frazione Bruere: prima
colonia agricola per applicare nel concreto uno studio
"agrario", altrimenti astratto e improduttivo.
Innovatore o conservatore? - Don Bosco potrebbe
senz'altro costituire un modello di riferimento per il
contesto sociale attuale: le somiglianze sono tante
con la "periferia torinese dell'Ottocento". Dovendo
definire la sua indole secondo categorie comuni dovremmo dire che don Bosco fu un conservatore. Non
certo un rivoluzionario.
La crisi come sfida alla creatività - Il contesto sociale
dell'Ottocento è molto simile all'epoca che stiamo vivendo: il Murialdo, come gli altri santi, ha risposto alla
crisi con modalità diverse, ma con iniziative concrete
anche se povere di mezzi. È la sfida di oggi. Anche dovendo rinunciare a sostegni e collaborazioni che nel
recente passato garantivano mezzi e opportunità, ma
forse certo la “profezia” che guidava il Murialdo nel
passato.
Rivoluzione nella linea della tradizione - Come continuare il nostro impegno oggi, tra i giovani, in un
contesto critico e complesso? Il Murialdo ha cercato
di rispondere alle esigenze del suo tempo con i mezzi poveri di cui poteva disporre: dobbiamo ricominciare da quello spirito, superando la preoccupazione
dell'istituzione e rimettendo al centro la formazione
reale dei ragazzi. Così, accanto alla formazione professionale tradizionale, si è pensato a come costruire
opportunità reali per i ragazzi, per il loro futuro in una
società che non offre opportunità di lavoro, di sistemazione e quindi di autonomia di vita. Si è partiti con
la costruzione di una impresa sociale , rilevando una
azienda in crisi: l'attività viene rilanciata coinvolgendo
i ragazzi con metodi nuovi. Oggi le imprese sono sei,
e si impegnano in questa prospettiva. È un tentativo!
Questa presenza diversificata nella formazione di teoria e pratica sarà utile stimolo per la didattica e per
il mondo del lavoro. E dovrebbe aiutarci a ripensare
la funzione educativa dei nostri oratori… Ma non è
sufficiente moltiplicare queste imprese per risolvere il
problema, è importante incidere sulla società. Ed è in
questa prospettiva che è nato il primo centro italiano
per l’innovazione sociale (2013). Il SocialFare sviluppa
e disegna servizi di comunità e impresa sociale, ponendo al centro il “noi” come comunità di pratica e
centri di competenza, ascoltando e includendo “dal
basso”.
Don Bosco è aldilà - Tutto intento a ricomporre tensioni, a ristabilire relazioni tra mondi naturalmente
contrapposti: autorità e ragazzi di strada, gente perbene e ragazzi difficili, governanti e giovani lavoratori.
In realtà possiamo dire che nel suo intento conservatore don Bosco ha uno sguardo che sorpassa la realtà,
va al di là dell'apparenza, vede oltre la quotidianità.
Tutto in lui tende a far risaltare qualità e doti che possano costituire un motivo per emergere e guardare
con fiducia al futuro.
Don Bosco è dentro - Don Bosco pratica una caratteristica essenziale per rapportarsi al mondo giovanile,
ma non solo: si immerge nella realtà con entusiasmo,
con sincera passione, con competenza. Sta all'interno del mondo in cui sceglie di operare, per conoscere
a fondo la realtà giovanile e rinnovarla dal di dentro.
Solo così si conoscono i bisogni reali (della persona
come dell'ambiente) e si possono realizzare le strutture necessarie alle esigenze concrete.
Il giovane protagonista - Il suo obiettivo sono i giovani: inizia la sua attività con i giovani, fonda i salesiani
con i giovani per i giovani. Perché il giovane diventi
protagonista: una caratteristica che diventa la molla
positiva per la sua crescita educativa. Ma anche accoglienza a braccia aperte del giovane: interesse centrato sulla persona e non sulle cose fatte o non fatte,
attenzione alle esigenze e ai bisogni più che alle abitudini e ai comportamenti, per accogliere e non giudicare, per renderlo protagonista della sua vita.
Cristiano come testimone - Don Bosco scrittore colloca come centrale della vita del protagonista l'evento
della prima comunione: è la svolta educativa determinante, perché l'incontro con Gesù cambia la vita.
È la scelta di vita richiesta all’educatore non per discriminare, ma per dare testimonianza, per diventare formatori "completi", in quanto accettati come persone
e credibili nel proprio stile di vita.
S P E C I A L E V I TA C O N S A C R A TA
Non sempre sappiamo riconoscere e apprezzare le opportunità che ci stanno attorno, attive tra le nostre case, presenti nel nostro territorio! Così rischiamo di trascurare, per ignoranza o indifferenza, realtà e persone che hanno
costituito la storia del nostro ambiente, contribuendo allo sviluppo sociale ed economico, educativo e religioso di
intere generazioni. Per non dimenticare queste realtà il gruppo di Rivoli-Crocevia propone una serata per conoscere meglio due realtà storiche del nostro territorio: i giuseppini del Murialdo e i salesiani di don Bosco.
Sintesi a cura di Silvano Giordani
28
GIOVANI
Pastorale Giovanile:
tra eventi e proposte straordinariamente ordinarie!
Le proposte della Pastorale Giovanile
delle nostre parrocchie si muovono su
due binari, da un lato gli eventi: occasioni per far festa, per radunare tanti ragazzi, per richiamare l’attenzione e coinvolgere gente nuova, per essere visibile
anche a chi non è direttamente coinvolto
e fargli dire “che belle cose che fanno i
giovani!”, dall’altro il percorso ordinario
dei tanti gruppi, che un piccolo passo
dopo l’altro camminano e crescono, quel
passo che forse è meno emozionante e
appariscente, ma che certamente “trasforma” cioè “dà forma, plasma” dentro
uno stile di vita che speriamo essere ispirato al Vangelo di Gesù. Dopo i festeggiamenti patronali delle varie comunità
e il tempo della progettazione da parte
della Regia Educativa, a Ottobre è ripreso
il cammino del Gruppo Predò 3° Media e
dei Gruppi Adolescenti, uno per ciascuna
annata: New Generation (1° Superiore),
Asganaway (2° Superiore), Flash (3° Superiore), ’97 Stelle (4° Superiore) e Fattore ’96 (5° Superiore). Ciascun gruppo
è accompagnato da uno staff composto
dai 3 ai 7 animatori: giovani dai 20 ai 28
anni. A questi gruppi si è aggiunto nel
mese di Novembre il nuovo Predò 2°
Media composto dai ragazzi appena cresimati e accompagnati da uno staff di 8
animatori e nella prima parte dell’anno
dalle catechiste di ciascuna realtà parrocchiale. Tutti i gruppi hanno la finalità
di far crescere ciascun ragazzo attraverso
l’esperienza del gruppo. Ogni anno viene
proposta e affrontata una tematica: il sogno, la legalità e le mafie, le relazioni, la
scelta, l’affettività e la sessualità, la fede,
… Oltre alla serata settimanale ai ragazzi
viene annualmente proposto almeno un
week end di ritiro (a Dicembre il Predò
3° Media ha vissuto a Signols il suo week
end e ha lavorato sul tema delle relazioni!) e ai gruppi dalla 4° superiore in su
la Settimana Comunitaria: un’esperienza
di convivenza nella quale si mantengono
le responsabilità scolastiche e lavorative,
ma si torna a “casa” per vivere e collaborare nella gestione quotidiana della
vita (studiare, cucinare, pulire, pregare,
dormire, …) con i propri compagni di
gruppo. Nel mese di Febbraio il gruppo
Fattore ’96 ha vissuto la sua Settimana
Comunitaria a Casa MIA (P.zza Cavallero), a Marzo è toccato alle ’97 Stelle. I
giovani dai 19 ai 35 anni trovano la loro
occasione di crescita spirituale e di preghiera nella Comunità Giovani che si incontra mensilmente attorno alla Parola
per crescere come comunità. Tra le proposte formative per gli adolescenti vi è
il Servizio d’Animazione e la Formazione
Animatori, che non è finalizzata all’estate, ma ad arricchire lo stile del servizio
proprio del cristiano. Quest’anno avremo l’occasione di accogliere nei nostri
oratori l’”Animatorino”, il percorso di
formazione Diocesano organizzato dalla
Noi Torino (l’Associazione diocesana degli Oratori Torinesi).
Sarà per noi un’occasione di alta formazione grazie al contributo di educatori professionali e di animatori esperti,
nonché l’occasione per accogliere tanti altri ragazzi provenienti dagli oratori dei comuni del Distretto Ovest.
Tra le proposte straordinariamente or-
dinarie ricordiamo anche i due Gruppi
Teatrali che si ritrovano a San Martino: il
gruppo dei ragazzi dai 12 ai 16 anni ed il
gruppo dai 17 anni in su. Entrambi stanno lavorando, con l’aiuto di volenterose
mamme e giovani, alla messa in scena
di due meravigliosi Musical. L’apertura
quotidiana dell’Oratorio Stella è poi una
grande occasione per far incontrare i
bambini, i ragazzi e i giovani del territorio
di Rivoli, per molti è diventato un significativo punto di riferimento, tante le proposte che vengono offerte: l’accoglienza,
il gioco, i laboratori di hip hop (grazie alla
presenza di giovani maestri), la preghiera quotidiana, i tornei, le feste, il servizio
di giovani e adulti nel bar… Tra le proposte che possono essere classificate come
eventi ricordiamo il Torneo di Calcio tra
Gruppi Adolescenti nel mese di Novembre disputato nel campo dell’Oratorio di
San Bernardo, il percorso dei “Mercoledì d’Avvento”: serate di preghiera per
giovani in preparazione al Natale, l’esperienza del Campetto Invernale alle 5
Terre, ospitati dall’Oratorio don Bosco di
La Spezia gli adolescenti hanno vissuto 3
giorni alla scoperta di luoghi meravigliosi
approfondendo un atteggiamento della
relazione: la gentilezza!
Nei mesi di Gennaio e Febbraio vi è stata l’occasione per fermarsi a riflettere
sull’essere coppia in due week end intitolati “Più che amici, non ancora fidanzati”, uno dedicato alle coppie di giovani
tra i 20 e i 22 anni e l’altro alle coppie di
giovani tra i 23 e i 28 anni, grazie al contributo di Sr. Simona e di 2 coppie guida
dei nostri oratori. Tra Gennaio e Febbraio
anche i bambini sono stati coinvolti in tre
giornate di laboratorio finalizzare alla costruzione del proprio costume di carnevale per partecipare alla Sfilata Cittadina
dei carri. Nel periodo della Quaresima i
giovani saranno chiamati a prepararsi
all’arrivo della Pasqua nei “Mercoledì di
Quaresima”, vi sarà poi la “Primavera Ragazzi” per i tutti i bambini delle elementari, la grande programmazione estiva e
poi il “Progetto Estate” con le sue proposte per ciascuna fascia d’età e i Campi.
Non mancheremo poi all’incontro con
Papa Francesco il 21 Giugno a Torino e
come gran finale avremo l’esperienza
missionaria dei nostri giovani a Calcutta.
La Regia Educativa
GIOVANI
29
Garanzia Giovani: il nuovo volto
del servizio civile volontario
Dopo le esperienze degli anni passati,
anche per il 2015 le parrocchie di Rivoli partecipano al progetto del Servizio Civile Volontario; attività che ha
coinvolto, nel corso del tempo, più di
trenta ragazzi nell'esperienza oratoriale. Chi di noi non conserva il ricordo di
quell'obiettore o di quel civilista che
animava il pomeriggio dei ragazzi di Rivoli con le attività e i giochi più disparati? Molti anni fa c'erano gli Obiettori di Coscienza presenti soprattutto
presso la Parrocchia di Santa Maria
della Stella ed un anno anche presso
la Parrocchia di San Bernardo (qualche giovane ricorderà Massimo che si
occupava della sala giochi). Negli ultimi tre anni i giovani in Servizio Civile
sono stati formati e forniti dalla Cooperativa Sociale ET attraverso un progetto di Confcooperative: Antonio nel
2011/12, Andrea e Sara nel 2012/13 e,
infine, Simone ed Elena nel 2014.
Ma quest'anno c'è una novità: le parrocchie di Rivoli aderiranno al progetto Garanzia Giovani. L'iniziativa è
prevista dal Piano Europeo per la lotta
alla disoccupazione giovanile: in un
contesto sociale in cui la disoccupazione giovanile ha raggiunto la soglia
d'allarme, nel 2013 l'Unione ha stilato
la “Raccomandazione europea", nella
quale si vincola ogni Stato a garantire ai giovani, al di sotto dei 30 anni,
un'offerta qualitativamente valida di
lavoro, proseguimento degli studi, apprendistato, tirocinio o servizio civile.
Il percorso è dedicato ai cittadini europei che abbiano un'età compresa tra
i 15 ed i 29 anni che non siano già inseriti in ambienti lavorativi o di studio.
Dopo un'attenta analisi delle dinamiche sociali dei comuni di Rivoli, Rosta,
Villarbasse, Valdellatorre e Alpignano
si è giunti a due importanti considerazioni:
1. I giovani necessitano di stimoli positivi, alternativi, che promuovano le
identità e le diversità. Hanno bisogno
di fare esperienza di conoscenza e di
scambio con i coetanei, di fare esperienze forti e decisive per il proprio futuro, di mettersi in gioco nel confronto
e nel cambiamento e di scoprire, attraverso l'esperienza diretta, ciò che è
importante per la propria vita provando ad uscire dagli schemi dell'omologazione proposti dalla società.
2. Gli spazi di aggregazione sono pochi, pertanto i ragazzi sono costretti
ad aggregarsi in luoghi spersonalizzanti ed inadatti al confronto e alla
relazione interpersonale. La necessità
che nasce è, di conseguenza, di costituire degli spazi strutturati, identificabili e che diano identità nell'incontro
spontaneo ed informale tra coetanei.
Inoltre, tali spazi devono essere dotati di servizi volti alla promozione della
fiducia in se stessi con la presenza di
figure di riferimento a cui rivolgersi
riguardo all'orientamento nelle scelte
concrete della vita. All'interno di questa prospettiva, la Pastorale Giovanile
rivolese, in collaborazione con Caritas
Diocesana di Torino, ha pianificato
un'offerta di Servizio Civile Volontario
soprannominato “Oratorio: palestra
di relazioni” che darà l'opportunità a
5 giovani di vivere, per un anno, un'esperienza unica. Nel mese di Novembre è stata attivata la comunicazione
del progetto ai giovani e a Dicembre
don Giovanni, Donatella e i responsabili della Caritas Diocesana hanno in-
contrato personalmente e selezionato
i giovani candidati per il Servizio. Tra
Gennaio e Febbraio 2015 gli uffici centrali di Roma hanno verificato le candidature e approvato le graduatorie e,
finalmente, il 2 marzo Paolo, Davide,
Nasir, Alessia e Francesco sono entrati
in servizio! I 5 giovani offriranno il loro
supporto nel Progetto di Pastorale
Giovanile dei nostri Oratori, saranno
presenti nella proposta di aggregazione e nelle attività di animazione rivolta
ai ragazzi e ai giovani delle nostre Comunità, ciascuno secondo le proprie
attitudini, risorse, passioni e competenze.
L'offerta prevede un impegno di 1400
ore in 12 mesi e, di queste, 140 saranno dedicate interamente alla formazione, l'obiettivo del servizio, infatti, è
anche quello di far crescere i giovani
volontari e sviluppare le loro competenze umane e professionali. Per tutta
la durata del servizio i ragazzi saranno
seguiti in questo dalla Caritas Diocesana e da formatori interni alle realtà
parrocchiali e ciascuno sarà supportato, inoltre, da un Operatore Locale
di Progetto (OLP) che ha il compito di
affiancare e sostenere i volontari nella
quotidianità del servizio.
Non resta che augurare ai nostri cinque volontari BUON SERVIZIO per
questo nuovo anno pieno di sorprese!
Jenny Gennatiempo
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GIOVANI
Giornata della pace: 25 gennaio 2015
Domenica 25 gennaio circa 150 ragazzi
dai 7 ai 12 anni delle quattro parrocchie di Rivoli e dei vari gruppi scout
hanno vissuto una giornata all'insegna
della PACE E DELLA FRATERNITA' dal
titolo "NON PIU' SCHIAVI MA FRATELLI". Sono partiti alle 10 circa con un
momento di accoglienza (un the caldo, qualche biscottino, un buongiorno al bar dell'oratorio della Stella da
parte dei catechisti e degli animatori)
seguito da un grande gioco nel prato
antistante in cui i vari gruppi venivano legati da catene e lucchetti per poi
cercare le CHIAVI giuste per slegarsi ed
essere di nuovo liberi di muoversi!!!
Dopo questo primo momento di gioco tutti i ragazzi hanno partecipato a
una MESSA SPECIALE durante la quale
sono state consegnate CHIAVI SPECIALI al Sindaco della città Franco Dessì, al Capo dei Vigili Urbani, al Conte
Verde e a tutta la comunità dei fedeli
presenti con parole MAGICHE quali:
accoglienza, condivisione, carità... Al
termine della messa i ragazzi, suddivisi in quattro grandi gruppi, guidati da
catechisti, animatori e alcuni genitori,
sono partiti per un pranzo itinerante
in quattro tappe: Dormitorio di San
Martino, Salotto Fiorito, Monastero di
Clausura delle Canonichesse di Sant’Agostino e Mensa dei poveri presso la
Stella. In ogni tappa i ragazzi hanno
avuto modo di mangiare frutta, pizza, salatini e involtini primavera... ma
soprattutto hanno ascoltato testimonianze preziose da parte dei volontari
e delle religiose presenti che hanno
raccontato le loro scelte di vita all'insegna della fede, nella consapevolezza
del grande AMORE che il Signore ha
per ciascuno di noi e che li ha condotti
al servizio verso i fratelli in difficoltà. Al
rientro ogni gruppo ha svolto quattro
laboratori:
• Lettura e commento della splendida
Lettera di San Paolo a Filemone suo
amico, in cui chiede in modo accorato,
da cristiano, di perdonare la fuga del
suo schiavo Onesimo, perché fuggito
per un percorso soprattutto spirituale
che lo ha portato alla conversione;
• Racconto della storia della Madonna
del Buon Rimedio invocata dai Padri
Trinitari per trovare il riscatto in denaro utile a liberare gli schiavi e costruzione di borsine come quella che
portava al collo la Madonna contenente i soldi necessari al pagamento del
riscatto;
• Ricerca di parole-chiave importanti
al fine di considerarci tutti veramente
fratelli... e quindi trascrizione delle parole in un portachiavi abbinato a chiavi
che rappresentano il simbolo della nostra volontà di aprirci agli altri;
Proiezione di un video molto toccante
sulla storia realmente accaduta di due
bambine (una molto ricca ma infelice
e una molto povera, orfana dei genitori, affidata al nonno e dopo la morte di
quest'ultimo costretta a lavorare per
sopravvivere) che vivono nelle stessa
scuola, si conoscono, si frequentano e
imparano a volersi bene e a salvarsi a
vicenda. La giornata si è conclusa nella
Chiesa di San Bartolomeo con una preghiera e un canto insieme alle famiglie
sotto la statua della Madonna del
Buon Rimedio perché ci aiuti ad essere TUTTI FRATELLI uniti e coesi, pronti
a combattere ogni genere di schiavitù.
Maria Suriano
GIOVANI
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Oratorio e scoutismo... incontriamoci!
Oratorio e scoutismo, due proposte
educative che si incontrano e si confrontano: possiamo riassumere così
l’incontro che giovedì 6 febbraio alla
Stella ha visto coinvolti la regia educativa (che riunisce gli animatori delle
quattro parrocchie) e le comunità capi
dei gruppi scout Rivoli 1, Rivoli 2 e Rivoli 4.
I gruppi parrocchiali e lo scoutismo
sono da decenni le due anime della
proposta cattolica ai giovani rivolesi,
seppur con storie e tradizioni diverse
nelle singole parrocchie. Animatori
e scout si sono sempre osservati “a
distanza”, non senza diffidenza reciproca per la diversità di approcci e
di metodo rispetto all’educazione dei
ragazzi. Queste diversità hanno fatto
passare spesso in secondo piano l’aspetto più importante: operiamo tutti nello stesso territorio, nelle stesse
parrocchie e abbiamo a cuore l’educazione dei ragazzi.
Da questa considerazione, semplice
ma evidentemente non scontata, è
nato il desiderio di confrontarci sui
progetti educativi su cui si basa il nostro lavoro con i ragazzi.
Sia per gli scout sia per la regia educativa il progetto educativo è lo strumento
principale dell’azione educativa. Sulla
base delle “emergenze educative” che
emergono da un’”analisi della realtà”
in cui operiamo (i ragazzi, l’ambiente
in cui vivono, le loro famiglie, i loro interessi, il loro modo di vivere la quotidianità...) individuiamo gli obiettivi su
cui concentrare il lavoro per i ragazzi.
Le modalità della progettazione, gli
obiettivi e gli strumenti utilizzati per
metterli in pratica sono differenti tra
scout e animatori. Il momento significativo della serata è stato un lavoro
a gruppi misti durante il quale ci siamo confrontati proprio su questi punti, cercando di individuare le criticità
condivise e le aree su cui possiamo
collaborare, pur nella diversità delle
nostre attività. A fine serata abbiamo
individuato insieme alcuni punti da
approfondire in futuro in questa prospettiva:
1. È importante scambiarci informazioni sui nostri programmi, sulle attività che proponiamo, sui ragazzi che
frequentano sia gli scout sia i gruppi:
questo potrebbe contribuire a rendere più complete le nostre proposte;
2. Dal momento che le emergenze
educative sono le stesse, sarebbe interessante in futuro condividere occasioni di formazione: spesso le organizziamo a insaputa gli uni degli altri, ma
potrebbero interessare a tutti;
3. Condividiamo l’interesse a far fare
ai ragazzi le cose “con cura”, un aspetto che spesso, al contrario, è carente;
4. Un altro aspetto su cui riflettere insieme in futuro è la Messa: riteniamo
che sia un momento importante delle
nostre proposte, ma nello stesso tempo facciamo fatica a farla vivere nel modo giusto ai nostri ragazzi, che spesso
faticano a vederne il senso. Sono stimoli impegnativi e che senz’altro richiedono
una riflessione più lunga di quella di una sola serata: questo incontro potrebbe
essere l’inizio di una collaborazione più approfondita!
Stefano Coscia
Semina la speranza
Semina semina: l'importante è seminare
- poco, molto, tutto il grano della speranza.
Semina il tuo sorriso perché splenda intorno a te.
Semina le tue energie per affrontare le battaglie della
vita.
Semina il tuo coraggio, per risollevare quello altrui.
Semina il tuo entusiasmo, la tua fede, il tuo amore.
Semina le più piccole cose, i nonnulla.
Semina e abbi fiducia:
ogni chicco arricchirà un piccolo angolo della terra.
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GIOVANI
Strade di coraggio... dritti al futuro!
Breve invito alla lettura della Carta del coraggio
Strade di coraggio... dritti al futuro!
Breve invito alla lettura della Carta del
coraggio
Il frutto principale della route nazionale (che lo scorso agosto ha visto impegnati 30.000 scout tra i 16 e i 21 anni,
radunatisi da tutta Italia a San Rossore) è la Carta del coraggio, un documento che raccoglie le riflessioni e le
esperienze dei rover e delle scolte sul
tema della route.
La Carta è il punto di arrivo di un percorso iniziato un anno prima: già allora i clan avevano iniziato a interrogarsi
e a confrontarsi su questo tema. La
riflessione è poi proseguita sulle strade di tutta Italia, durante i 456 campi
mobili in cui si sono incontrati rover e
scolte di diverse regioni. La Carta del
coraggio è stata poi redatta durante
l’evento finale di San Rossore da una
pattuglia di ragazzi delegati dalle loro
comunità.
Conoscere il percorso che ha portato
alla stesura della Carta è molto importante. La Carta, infatti, non è un generico “elenco di valori” o di belle parole nate da riflessioni estemporanee.
Riportiamo per intero l’incipit della
Carta: “Noi, Rover e Scolte dell’Agesci,
giovani cittadini italiani, riuniti a San
Rossore, al termine di un anno che ci
ha visti impegnati sul tema e sulle strade del coraggio, vogliamo oggi scrivere
una Carta che racconti quello che abbiamo vissuto, che rappresenti i valori
in cui ci riconosciamo e che dichiari
il nostro impegno per l’Associazione,
per il Paese e per la Chiesa a cui apparteniamo. Abbiamo attraversato il
territorio con i percorsi dei nostri capitoli, abbiamo incontrato persone,
conosciuto realtà, vissuto esperienze
che ci hanno colpito e provocato; con
le nostre azioni di coraggio abbiamo
provato a realizzare il cambiamento
che siamo stati capaci di sognare. Sul-
la strada verso San Rossore abbiamo
condiviso i nostri vissuti e abbiamo
provato a immaginare e immaginarci
insieme “diritti al futuro”. Vogliamo
consegnare la nostra disponibilità a
servire e la nostra visione del mondo
all’Associazione e alle Istituzioni ecclesiastiche e politiche. Abbiamo fiducia
e siamo sicuri che saremo ascoltati
nelle parole e sostenuti nelle azioni”.
I rover e le scolte di tutta Italia sono
pronti a essere “protagonisti del cambiamento” negli ambiti descritti nella
Carta: politica, pace e non violenza,
educazione e scuola, territorio, legalità, informazione, amore, lavoro, Chiesa, emarginati, ambiente. Ognuno di
questi punti è trattato in una duplice
prospettiva: da una parte il “ci impegniamo”, dall’altra il “chiediamo”. La
prospettiva dell’impegno concreto
viene prima, le richieste rivolte a qualcun altro (le autorità civili, le istituzioni
ecclesiastiche ecc.) vengono dopo. Ci
sembra questo un punto fondamentale, che dà la cifra dello “spirito” che
anima la Carta: il desiderio di impegnarsi in prima persona con coraggio,
in un momento storico in cui si pretende prima di tutto (e spesso esclusivamente) dagli altri. L’elenco degli
impegni è ambizioso e fitto e non può
essere riassunto in poche righe: vi rimandiamo quindi alla lettura del testo
completo della carta, facilmente reperibile in Internet sul sito www.routenazionale.it. I ragazzi (e i loro capi)
hanno promesso di non far diventare
la Carta lettera morta, ma di mantenerla viva attraverso piccole e grandi
“azioni di coraggio”, sia nelle loro attività sia nella vita di tutti i giorni. È una
sfida impegnativa, ma affascinante!
Stefano Coscia
P.S. Sei ancora qui?
Vai ad approfondire su:
www.routenazionale.it!
GIOVANI
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Genesi di un gruppo scout
Sono le 15 circa di domenica 12 ottobre
2014 nel prato a fianco alla chiesa di
San Bernardo nasce un nuovo gruppo
scout: il Rivalta di Torino 2. Pioviggina.
Tempo uggioso. Ma nelle nostre teste
e nei nostri cuori scorrono immagini ed
emozioni che ci fanno vedere altro…
vedere oltre. Com’è potuto accadere?
Come siamo arrivati fin qui? Sempre
ottobre. Ma siamo nel lontano 1996:
il secolo scorso. Una ventina di lupetti
entrano nel branco riunito di Seeonee
e delle Rocce Bianche. Si aggiungono
ai lupetti rivolesi, ma loro provengono
da Rivalta. Alcune delle loro famiglie
spesso partecipano alla messa delle
11 a MIA, altre famiglie sono trascinate da queste. Hanno un sogno: portare
lo scoutismo sul territorio di Rivalta di
Torino. La comunità capi del Rivoli 2 è
un po’ spaventata da questa idea. Si
chiede: avremo le forze per affrontare una sfida così impegnativa? Ma non
c’è il tempo di fare molte riflessioni.
Durante l’anno altri lupetti chiedono di
entrare e l’anno successivo, tra i lupetti che rimangono in branco e quelli che
vorrebbero entrare dal territorio di Rivoli e di Rivalta, siamo oramai quasi a
sessanta. Il branco riunito di Seeonee
e delle Rocce Bianche torna ad essere
due branchi. Inizialmente uno a San
Martino e uno a MIA, poi, nel 1998,
il Rocce Bianche a MIA e il Seeonee a
Rivalta nei locali comunali dell’ex Monastero. Insieme ai lupetti arrivano
anche i capi: provengono dal Rivoli 1 e
da quello che sarà il Rivoli 4, dal Rivoli
3 ormai chiuso, dal Collegno, dal Regina Margherita, dal Leumann, dall’Alpignano, dall’Avigliana, dal Torino 4.
Segno che quando una cosa è buona
le forze arrivano. Senza nemmeno andarle a cercare. Sempre ottobre. Ma
siamo oramai nel 2001. A quei lupetti
entrati nel 1996 se ne sono aggiunti altri e altri ancora. I più grandi sono ormai da tempo nei reparti Sirio e Dragone, ma le sedi, nella casetta vicino alla
chiesa di San Martino, non sono più in
grado di contenere tutti gli esploratori
e le guide. Sono ormai oltre cinquanta. È l’ora di aprire un nuovo reparto
sul territorio di Rivalta. Nasce il “Pera
Crusà” che prende il nome da una pietra che ha origini antiche e misteriose
sulla collina morenica rivaltese. Ancora ottobre. Qualche anno è passato ed
è arrivato il 2006. Siamo a “La Rupe”,
il masso erratico oltre il lago Pessina simbolo e nome da tanti anni del
clan/fuoco del Rivoli 2. Lì da sempre
avvengono le cerimonie importanti
che riguardano i rover e le scolte. Sono
oramai quaranta e un clan solo non li
può contenere tutti. Dal clan “La Rupe”
nasce il clan “Antaré” che si sposta sul
territorio di Rivalta aggiungendosi al
branco Seeonee e al reparto “Pera
Crusà”. Il Rivoli 2 è oramai un gruppo
“doppio”: metà sul territorio rivolese,
metà sul territorio rivaltese. Settembre 2013. La comunità capi del Rivoli 2
sta facendo la settimana comunitaria
nella casa “Chiara Luce” a San Bernardo. Molti dei lupetti del 1996 ci sono
e sono ora dei capi. Fervono i preparativi per la festa del cinquantennale,
si sentono per la prima volta le note di
“Cinquant’anni al collo” (http://www.
rivoli2.it/50/?page_id=28) e la comunità capi si interroga sulla “mitosi del
gruppo”. Avremo la forza di sostenere
un anno così intenso e la capacità di
portare a termine un processo iniziato quindici anni fa? Riusciremo a dare
forma a un sogno serbato nel cuore
per tanti anni? A marzo arrivano le prime risposte: forte degli ultimi ingressi,
la comunità capi decide che “è giunta
l’ora, è giunto il momento”. Lanciamo
il cuore oltre l’ostacolo. L’8 giugno, durante l’eventOne del cinquantennale
del Rivoli 2 l’annuncio. La reazione e la
commozione di molti ci fanno pensare
che abbiamo fatto la scelta giusta. Ed
eccoci di nuovo alle 15 circa di domenica 12 ottobre 2014 nel prato a fianco
alla chiesa di San Bernardo. Compare
uno striscione, in una metà c’è scritto
“Rivalta di Torino 2″, nell’altra metà
“Rivoli 2″. Lo striscione viene tagliato con un misto di tristezza e slancio
verso il futuro. Dietro i due lembi dello
striscione si formano due lunghe file:
lupetti, esploratori, guide, rover, scolte e capi del Rivoli 2 hanno di fronte
lupetti, esploratori, guide, rover, scolte
e capi del Rivalta di Torino 2 ma tutti
hanno ancora al collo il fazzolettone
bianco e verde. Ogni scout del Rivoli 2
mette al collo dello scout del Rivalta di
Torino 2 che ha di fronte il nuovo fazzolettone giallo, blu e verde. Giallo e
blu i colori di Rivalta, verde speranza
per ricordare il fazzolettone del Rivoli
2. La cerimonia prosegue con il dono
di un fiore di ciliegio a ciascuno. Il ciliegio simbolo di speranza che rappresenta nascita e vita, ma soprattutto
una vita intensa. Segno di buon auspicio. Con la lettura di “Semina la Speranza” si conclude la cerimonia. Così.
Semplicemente. Ma non è finita qui:
domenica 8 marzo il Rivalta di Torino
2 si è presentato alla cittadinanza e al
suo territorio. Noi non siamo mancati.
La comunità capi del Rivoli 2
CINEMA
34
Dalle “pizze” al digitale
riapre il Cinema-Teatro Borgonuovo
La struttura che attualmente ospita il
Cinema Teatro Borgonuovo (via Roma
149 a Rivoli) nasce agli inizi degli anni
50, quando si decise di trasformare l'aia di una cascina in un nuovo edificio
che sarebbe stato in seguito adibito a
teatro parrocchiale della Parrocchia di
San Bartolomeo. Negli anni 70 il teatro
inizia ad essere utilizzato anche come
cinema, ma dopo le nuove normative
sulla sicurezza introdotte in seguito
all'incendio del cinema Statuto di Torino, viene sospeso il servizio. La volontà di offrire un servizio ai giovani e agli
abitanti di Borgonuovo e di Rivoli ha
IERI
spinto la parrocchia di San Bartolomeo
a decidere nel 1995 di intraprendere
i lavori di messa in sicurezza dei vecchi impianti. Dopo il termine dei lavori
seguiti personalmente e con impegno
dall'allora parroco don Gino Michieli,
coadiuvato da decine di volontari, finalmente il 9 luglio 2001 viene inaugurato ufficialmente l'attuale "Cinema-Teatro Borgonuovo". Dopo circa
un anno per costituire un gruppo di
volontari, il 6 ottobre 2002 parte ufficialmente anche l'attività di proiezione
cinematografica. Grazie alla disponibilità e all'impegno di molti volontari,
l'attività della sala è proseguita ininterrottamente fino a giugno del 2014.
A partire da questa data infatti la distribuzione dei film non avviene più su
pellicola, ma solo in formato digitale
e questo comporta l'adeguamento di
tutte le sale. Per proseguire l'attività
occorreva sia l'impegno economico,
che l'impegno "umano" delle persone
per mantenere aperto il Cinema-Teatro. Si è così deciso di fare un appello
per la ricerca di nuovi volontari da affiancare a quelli già presenti e questa
ricerca ha portato i suoi frutti. Attualmente il gruppo dei volontari è composto da circa una trentina di persone,
suddivisi in sottogruppi per la gestione
del cinema, degli spettacoli teatrali e
per progettare nuove iniziative, possibili grazie anche alla nuova tecnologia
digitale. Dal punto di vista economico,
un sostegno è arrivato dal bando della
Regione Piemonte per l'assegnazione
di un contributo per l'adeguamento
tecnologico delle sale cinematografiche, anche se resta ancora una buona
parte dei costi da coprire. Con queste
due "risorse" si è deciso di affrontare
l'adeguamento tecnologico e così dal
3 gennaio 2015 al "Cinema-Teatro Borgonuovo" si è dato l'addio alle vecchie
"pizze" delle pellicole in triacetato di
cellulosa e si proiettano solo film in
OGGI
CINEMA
formato digitale. Il passaggio dall'analogico al digitale rappresenta una
vera e propria rivoluzione nel settore,
del resto persino i registi fanatici della
pellicola sono in minoranza e otto su
dieci oramai girano i film in digitale. I
colossi della distribuzione che stampavano le famose "pizze" (in particolare
Technicolor e Deluxe) hanno chiuso i
loro stabilimenti (fra gli ultimi quello
di Mentana, alle porte di Roma, da cui
sono usciti film come il Gladiatore e
The Aviator).
Il passaggio dalla pellicola al digitale ha
fatto vittime illustri: dalla americana
Kodak alla nostra Ferrania, il cui stabilimento era situato sulle montagne fra
la Liguria e il Piemonte. Il passaggio al
digitale offre però dei vantaggi come,
ad esempio, l'abbattimento delle spese di distribuzione: se stampare una
copia di un film in pellicola costava dai
500 ai 700 euro, l'hard disk digitale costa da 150 a 200; inoltre con gli hard
disk i dati sono codificati e possono
essere scaricati sul server del cinema
rendendo subito disponibile la stessa
A. D’Avenia
Ciò che inferno non è
Recensione a cura di Paola Cornaglia
35
copia ad altre sale. A questi vantaggi si
può aggiungere la trasmissione via satellite o in streaming che velocizzerà la
distribuzione abbattendone ulteriormente i costi. Quindi il "Cinema-Teatro
Borgonuovo" si è adeguato ai tempi e
il 10 gennaio alle ore 21 c’è stata l'inaugurazione ufficiale del nuovo sistema
digitale con la proiezione del film “Il
ricco, il povero e il maggiordomo”, con
ingresso gratuito (fino ad esaurimento
dei 142 posti disponibili) e questa sala,
unico cinema presente nel centro storico di Rivoli, potrà continuare a svolgere il suo servizio culturale e sociale
alla comunità di Rivoli (e non solo) in
un ambiente famigliare e accogliente.
Nelle intenzioni del gruppo di volontari, coordinati dal parroco don Angiolino Cobelli, questo rinnovamento
vuole essere anche una nuova opportunità per camminare insieme, per
creare nuovi legami, per sentirsi sempre più parte di una grande famiglia.
Il Cinema-Teatro Borgonuovo" dovrà
diventare sempre più centro di aggregazione, riferimento sociale, luogo
dove trovare una “casa comune” per
iniziative, dibattiti, convegni, spettacoli e incontri. Ognuno potrà contribuire
con un’idea, un progetto, una proposta, proprio perché l’impegno non può
essere solo individuale, ma condiviso,
legato ad un “noi”, ad una comunità
portatrice di una cultura e di una visione della vita. Per questo motivo al
Cinema e nelle chiese di Rivoli verrà
distribuito un volantino per raccogliere le proposte della gente per nuove
iniziative dedicatate alle richieste della gente: “Anche questa occasione - ricorda don Angiolino - sarà importante
per trovare tutti insieme le ragioni di
una nuova speranza”.
Per le informazioni sul “Cinema-Teatro
Borgonuovo” è disponibile il sito internet www.cinemaborgonuovo.it e l’indirizzo e-mail [email protected] (al quale si può chiedere di essere
inseriti nella mailing list per essere aggiornati sulla programmazione).
Fabrizio Nicoletti
Bruno Geraci
Il passaggio a livello separa Brancaccio da Palermo: una sbarra che divide in due mondi profondamente diversi la stessa
città. Di là il quartiere sconosciuto e tabù, l’inferno, pieno di
povertà, di miserie, di ingiustizie, di mafiosi violenti e prepotenti. Di qua la Palermo “bene”, dove le famiglie hanno
padre e madre, dove i figli studiano, dove si fa lo struscio
nella via principale e il bagno sulla spiaggia di Mondello. Al
di qua e al di là della sbarra si incontrano i due principali protagonisti: Federico,
17 anni, (forse l’autore stesso?) e il professor 3P, Padre Pino Puglisi, insegnante
di religione al liceo e parroco di Brancaccio.
Federico, su invito di 3P, anche se riluttante, supera la sbarra e si ritrova in un
mondo inimmaginabile e, a suo modo, affascinante (non è dunque l’inferno?),
soprattutto perché si accosta ai bambini e a qualche giovane e perché viene contagiato e coinvolto da come don Puglisi si occupa e si preoccupa per ognuno
di loro, con impegno e semplicità. Intorno a loro vive, cresce, gioca, patisce e
subisce un caleidoscopio di persone, che anche noi, come Federico, impariamo
a conoscere e ad amare o temere. Ma su tutti giganteggia, con le sue parole e
le sue azioni, quel piccolo prete, che è come i bambini “perché è debole come
loro, ha paura come loro, sogna come loro, si fida come loro, dimentica subito
come loro, non si dà per vinto come loro”. Ma quel piccolo prete è tenace come
una roccia quando si batte per la giustizia, quando fa pressione sui potenti per
garantire una scuola, un centro sociale, delle attenzioni per la sua Brancaccio. E
dà fastidio alla mafia, che sulla povertà e sull’ingiustizia ci prospera: lui è il parrino, buono e disarmato, che si occupa dei deboli con tenerezza quasi feroce, gli
altri sono i parrini, violenti e armati, che sui deboli incombono. E, purtroppo, in
una cosa don Puglisi non è come i bambini: “non ignora la morte, come loro”.
EVENTI
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San Bernardo
BATTESIMI
17 maggio Presentazione e 24 maggio (ore 16) Battesimo
7 giugno Presentazione e 14 giugno (ore 16) Battesimo
20 settembre Presentazione e 27 settembre (ore 16) Battesimo
15 novembre Presentazione e 22 novembre (ore 16) Battesimo
San Martino
Sabato 4 aprile (Veglia Pasquale) - ore 21
Domenica 5 aprile (Pasqua), 26 aprile, 17 maggio, 14 giugno, 28 giugno,
13 settembre, 27 settembre, 25 ottobre ore 15
Stella
Sabato 4 aprile (Veglia Pasquale) - ore 21
Domenica 5 aprile (Pasqua) - ore 11
Domenica 19 aprile: Presentazione ore 11 e Battesimi ore 15.30
Domenica 10 maggio: Presentazione ore 11 e Battesimi ore 15.30
Domenica 31 maggio :Presentazione ore 11 e Battesimi ore 15.30
Domenica 28 giugno: Presentazione ore 11 e Battesimi ore 15.30
Domenica 20 settembre: Presentazione ore 11 e Battesimi ore 15.30
Ri-cominciamo 2015
Cammino nella fede per ADULTI
Incontri del martedì sera
Chiesa M.I.A. Piazza Cavallero
20.30 - Chiesa aperta
20.45 - Compieta
21.00 - I comandamenti nella vita quotidiana:
14 aprile - 4° comandamento: le radici
21 aprile - 4° comandamento: le radici (lectio divina)
28 aprile - 4° comandamento: le radici
Monastero di Santa Croce Via Querro
“Soste di spiritualità sul Tabor”
14 aprile - 12 maggio - 9 giugno 2015
09.00 - Lodi e meditazione
10.00 deserto, silenzio, adorazione eucaristica
11.00 Messa
Itinerari di fede
per fidanzati
Parrocchia S. Maria della Stella
Giovedì - ore 21.00
12, 19, 26 Aprile
3, 9-10 (Ritiro), 15, 24, 31 Maggio
7 Giugno
Ministri dell’Eucaristia
a domicilio
Se in qualche famiglia ci fossero
persone anziane o ammalate che
desiderano ricevere la Comunione in casa, ci si può rivolgere ai
parroci o alle segreterie parrocchiali per concordare gli incontri
con i Ministri dell’Eucarestia.
Oratorio Stella
Apertura estiva
Dall’ 8 giugno al 3 luglio
(Estate Ragazzi)
ore 17.00-19.00 e 21.00-22.30
Dal 6 luglio al 7 agosto
ore 16.00-19.00 e 21.00-22.30
Dall’ 8 al 23 agosto: chiusura
Dal 24 agosto a inizio scuola
ore 16.00-19.00 e 21.00-22.30
Dall’inizio della scuola in poi:
orario normale
Visita il nostro sito: www.parrocchierivoli.it
CALENDARIO
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ORARI e CELEBRAZIONI della SETTIMANA SANTA
DOMENICA delle PALME
29 marzo 2015
Sante Messe secondo orario festivo
precedute dalla benedizione e processione degli ulivi:
09.15 - Gesù Salvatore (piazzale)
09.45 - S.Martino (capp. B.to Antonio)
10.15 - S.Francesco (piazza)
10.45 - S.Bernardo (cortile oratorio)
Stella (piazza Martiri)
11.00 - M.I.A. (piazza Cavallero)
TRIDUO PASQUALE
GIOVEDI’ SANTO – 26 marzo
Messa Crismale con la benedizione
degli oli
9.00 - Messa in Coena Domini con la
lavanda dei piedi (Santo Volto-Torino)
17.00 - S.Martino
18.00 - S.Maria della Stella
21.00 - San Bartolomeo – S.Bernardo
Gesù Salvatore - M.I.A.
Dopo le celebrazioni visita ai “SETTE
SEPOLCRI” nelle chiese di: S.Martino,
M.I.A., Gesù Salvatore, S.Maria della
Stella, S. Bernardo, S. Bartolomeo e
S.Rocco. Tutte le chiese saranno aperte fino alle 24.00, S. Rocco fino alle
8.00 di venerdì.
VENERDI’ SANTO – 27 marzo
Liturgia della Passione
17.00 - S.Bartolomeo, S.Bernardo, S.Martino
18.00 - S.Maria della Stella
Via Crucis cittadina
Partenza alle 20.45 da S. Bernardo, S.
Francesco, M.I.A. e Gesù Salvatore per
convergere tutti al piazzale del Castello.
SABATO SANTO – 28 marzo
Veglia Pasquale
21.00 - Stella, San Martino
22.00 - S.Francesco, S.Bernardo
PASQUA DI RISURREZIONE
domenica 5 aprile 2015
Sante Messe secondo l’orario festivo
Sacramento della riconciliazione
Celebrazione comunitaria della Penitenza
Martedì 31 marzo - 21.00 S.Bernardo
Confessioni personali per tutti
Lunedì Santo 30 marzo
ore 9-11.00 S.Bernardo don Andrea
Stella don Paolo
ore 16-18.00 S.Bernardo don Andrea
Stella don Paolo
Martedì Santo 31 marzo
ore 9-11.00 S.Bartolomeo don Angiolino
S.Bernardo don Andrea
ore 16-18.00 S.Bernardo don Andrea
Stella don Paolo
Mercoledì Santo 1 aprile
ore 9-11.00 S.Bernardo don Paolo
Stella don Giovanni
ore 16-18.00 S.Francesco don Angiolino
Stella don Paolo
Venerdì Santo 3 aprile
ore 9-11.00 S.Bartolomeo don Angiolino
S.Bernardo don Andrea
Gesù Salvatore don Paolo
San Martino don Giovanni
Stella padre Bruno
Sabato Santo 4 aprile
ore 9-11.00 S.Bartolomeo don Angiolino
S.Bernardo don Andrea
Gesù Salvatore don Paolo
S.Martino padre Bruno
Stella don Giovanni
S.Rocco don Fabio
ore 16-18.00 S.Bartolomeo don Angiolino
S.Bernardo don Andrea e don Mauro
M.I.A. don Paolo
Stella don Giovanni, padre Bruno e don Fabio
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AVVISI
Festa Beato
Antonio Neyrot
PREPARAZIONE
OSTENSIONE DELLA SINDONE
19 aprile - 24 giugno 2015
Visite organizzate
La visita alla Sindone non è semplicemente un atto di curiosità,
ma è il completamento di un itinerario di spiritualità
da vivere personalmente e comunitariamente
Sabato 25 aprile
dalle ore 20,30 alle 22,45
Pellegrinaggio dalla Chiesa dei
Tetti alla Stella, con sosta presso la
Cappella del Beato e in P.za Bollani
Tetti Neirotti e Rivoli, insieme, per
pregare e conoscere meglio
il nostro concittadino
Informazioni e iscrizioni con versamento di € 7,00 per contributo pullman e
parcheggio presso la segreteria della Stella.
Ritrovo con puntualità in Piazza Aldo Moro un’ora prima dell’orario indicato
per la visita. Trasporto con pullman privato e raduno a Torino in Viale dei
Partigiani padiglione accoglienza.
Da lunedì 20 aprile
a venerdì 24 aprile ore 18
S. Messa nella Cappella
del Beato in via Querro
Visite:
Rivoli Crocevia
Giovedì 23 aprile - ore 16.00
Venerdì 24 aprile - ore 19.30
Martedì 5 maggio - ore 15.00
Sabato 16 maggio - ore 8.00
Venerdì 22 maggio - ore 19.30
Lunedì 8 giugno - ore 19.30
Venerdì 12 giugno - ore 19.30
Venerdì 19 giugno - ore 19.30
Per agire localmente
e pensare globalmente
22 aprile 2015
ore 20.30
“Il sale della terra”
Film documentario di Juliano
Ribeiro Salgado
Cinema Teatro Borgonuovo
Gruppi anziani
Coro Polifonico
Interparrocchiale
AMICIZIA - San Bernardo - lunedì 15.00 - 18.00
ETÀ D’ORO - San Martino - giovedì 14.30 - 18.00
ORE SERENE - Stella - martedì 14.30 - 18.00
I prossimi incontri:
Pellegrinaggi
22 aprile - ore 21.00 Stella
27 maggio - ore 21.00 Stella
Il Coro Polifonico è un momento
di crescita cui sono invitati tutti
coloro che abbiano voglia
di pregare cantando.
Vi aspettiamo!
SANTE MESSE SOLENNI
in onore del Beato Antonio Neyrot
Domenica 26 aprile ore 11 (Stella)
Lunedì 27 aprile ore 18 (S.Martino)
con la presenza dei Cerioti.
5 maggio 2015 - Ostensione della Sindone (Duomo) ore 14 - 17
28 maggio 2015 - Pellegrinaggio al Sacro Monte di Varallo (VC) ore 7.30-20
Spiritualità
24 marzo 2015 - Via Crucis ore 15.00 alla Stella
Festa di fine anno con pranzo
8 giugno 2015 – ore 11-16 a San Bernardo
ANAGRAFE PARROCCHIALE
dal 1o novembre 2014 al 28 febbraio 2015
BATTEZZATI
San Bartolomeo: Piva Sara, Collu Aurora, Carelli Andrea.
San Bernardo: Bergia Morgana, Faillaci Andrea,
Uricchio Alice, Gaetani Liseo Maja, Izzi Michela, Sergi
Cecilia, Graziano Giorgia.
San Martino: Romano Marco, Birtone Martina,
Mattiazzo Fiamma, Caroli Ludovica, Pio Federico, Pio
Leonardo, Pio Carlotta.
Santa Maria della Stella: Scalera Vittoria, Contadini Viola, Arinelli William, Iorio Giorgia, Rondi Alice,
Cirillo Matteo, De Fazio Lorenzo, Della Maestra Filippo,
Ferrari Christian, Nigro Aleksej, Burton Mark Conrad,
Roccisano Burton Francesco Antonio, Roccisano Burton
Prudenza, Antonelli Francesco, Aragona Matilde Rosa,
Solomon Robert.
SPOSI
San Martino: Birtone Fabio e Giorgio Maria.
DEFUNTI
San Bartolomeo: Beltramo Giovanna (86), Gaz
Roberto (94), Baudetto Piero (75), Rigo Albina (78),
De Nicolo Anna (91), Riccardi Giuseppe Romano
(78), Barrera Alessandro (88), Giani Bianca (95), Perla
Roberto ((74), Galizia Giovanni (89), Faccenda
Francesco (81), Francato Maria Luisa (89), Piccoli Rosa
(96), Cavalli Laura (86).
San Bernardo: Palese Maria Lucia in Mangione
(80), Manfredi Paolo (85), Spano Maria Teresa ved.
Minerva (84), Chiri Silvia in Allasina (70), Di Rienzo
Vittorio (78), Trombini Prima ved.Rossi (93),
Pascutto Miranda ved. Venturuzzo (89), Cordonato
Carolina ved. Griso (87), Cerqueni Aldo (60),
Rosso Guerrino (79), Tabone Franca ved. Camperi (92),
Abellonio Elsa (86), Brunetti Francesca ved. Aldovini (83), Vidoni Ada ved. Gottardo (95), Tormen Bruno (78), Guglielmi Giorgio (77), Tagliati Roberto (74),
Bordina Valeria ved. Boscarato (85), Cordero Maria Teresa ved. Tenivella (84).
San Martino: Madre Maria Margherita Mastroianni (Badessa Monastero S. Croce), Rossino Rosina
(77), Negro Giuseppe (77), Busso Teresa ((83), Surdo
Alessio (29), Faga Angelo, Malandrin Corrado (90),
39
Ruzzon Erminia (84), Petracca Antonio (84), Caruso
Antonino (80), Tenivella Adele (89), Calcagnile
Angelo (73), Valz Blin Vittoria (77), Perotto Lidia (93),
Ferraggina Maria (87), Frison Maria (99), Alberto
Silvio (85), Trevisan Leo (74), Urban Colla Nella (83),
Peretti Giuseppe Carlo (89).
Santa Maria della Stella: Morra Enrichetta ved. Graffi (88), Poggio Sofia ved. Ponzano (104), Lionello
Marisa ved. Duò (65), Bellone Maria ved. Fogliatti (100), Filippini Corrado (94), Mosso Ottavio (76),
Raccolto Giulietta ved. Filippini (86), Nervo
Maria Maddalena ved. Bogge (86), D’Elicio Angela
Costanza ved. Addante (101), Passarella Valente (65),
Pasino Giuseppe Luigi (86), Bortolotti Rosina ved.
Ferro (69), Campisi Caterina ved. Abbruscato (83),
Brajato Almerina ved. Savioli (87), Natali Lucia
Gabriella ved. Rimessi (74), Rossino Mario Guglielmo
(92), Esposito Antonello (40), Comina Ignazio (57),
Zaninetti Sergio (91), Bonino Remo (83), Martin
Laura ved. Gallo (90), Rovera Bruna in Tessa (72),
Magnetti Marisa in Gallino (70), Piana Luciana ved.
Martignone (77), Serafino Bartolomeo (86), Condello
Tommaso (64), Vercellino Ugolina ved. Gadano
(88), Nigro Maria ved. Piergianni (77), Calcagno
Maria ved. Rossi (89), Zulian Alberto (78), Iuculano
Filippo (75), Mancin Carolina ved. Fabris (80), Bovolenta
Giovanna ved. Rocchi (86), Mesturino Rita ved.
Olivero (99), Aiassa Dario (50), Tenivella Angiolina
Giuseppina (80), Menegato Ettore (87), Monti
Giuseppino (80), Pozzato Umberto (88), Cassanelli
Carmina ved. Picotto (89), Veronese Maria ved. Azzalin
(74), Losito Anna ved. Bertana (90), Trivero Margherita
ved. Sabolo (86), Borla Domenica (Piera) ved. Morino
(100), De Grandis Bruno (93), Debernardis Rocco (75).
Poche righe per ricordare
Caterina, giovane 18enne
prematuramente salita in
cielo. Ti sei messa a servizio dei nostri bambini e dei
nostri animatori all'ultimo
Campo Elementari collaborando nel Gruppo Cucina. Grazie per il tuo dolce
sorriso, la tua delicata attenzione, la tua silenziosa
operosità! Preghiamo per
te e per la tua famiglia.
Le Comunità
delle quattro parrocchie
40
ORARIO SANTE MESSE
NUMERI UTILI
Santa Maria della Stella
Via Fratelli Piol, 44
tel. 011.9586479 - fax 011.9516291
[email protected]
Orari: da lunedì a sabato ore 8.30-12.00
Succursale: Gesù Salvatore - Via Cavour, 40
San Bartolomeo Apostolo
Via Roma, 149 - tel. e fax 011.9580245
Orari: da lun. a sab. 9.00-11,30;
merc. anche 16.00-18.00
Succursale: S.Francesco - Via Adamello, 6
San Bernardo Abate
Via Beltramo, 2 - tel. 011.9584950
Orari: da mar. a ven. ore 10-11
San Martino Vescovo
Via S.Martino, 3 - tel. e fax 011.9587910
Orari: mar. ore 9-11;
merc. ore 16-18;
gio. 9.30-11; sab. 9-11.
Succursali: San Rocco - P.za S. Rocco
M.I.A. - P.za Cavallero
Sacerdoti
don Giovanni Isonni - cell. 339.6604141
e-mail: [email protected]
don Angiolino Cobelli - cell. 338.6841684
e-mail: [email protected]
don Mauro Petrarulo - cell. 328.546.69.34
e-mail: [email protected]
don Paolo Ravarini - cell. 347.2390527
e-mail: [email protected]
don Mario Scremin - cell. 338.3381665
don Andrea Zani - cell. 347.8437134
e-mail: [email protected]
Diaconi
Giovanni Bommaci - cell. 349.8180004
Lorenzo Cuccotti - tel. 011.9585914
Giuseppe Peca - cell. 327.0598222
Bruno Zanini- cell. 349.2304161
Religiosi e religiose
Missionari della Consolata
Via 1° Maggio 3 - tel. 011.9586791
e-mail: [email protected]
padre Giordano Rigamonti
cell. 333.3339205
[email protected]
Padri Giuseppini del Murialdo
Corso Francia, 15 - telefono: 011.9503666
[email protected]
Figlie della Carità di S.Vincenzo De’Paoli
Via Grandi, 5 - tel. 011.9561715
[email protected]
Canonichesse Lateranensi di Santa Croce
(regolari di Sant’Agostino)
Via Querro, 52 - tel. 011.9586296
[email protected]
Suore Operaie della Santa Casa di Nazareth
Casa Chiara Luce – Viale Beltramo, 2
LUNEDÌ
SABATO
06.30 - Monastero Via Querro
06.30 - Monastero Via Querro
17.00 - San Martino
18.00 - Santa Maria della Stella
18.00 - San Bernardo
18.00 - San Francesco
18.30 - M.I.A.
MARTEDÌ
06.30 - Monastero Via Querro
09.00 - San Bartolomeo
09.00 - M.I.A.
18.00 - Santa Maria della Stella
18.00 - San Bernardo
DOMENICA
MERCOLEDÌ
07.30 - Monastero Via Querro
08.00 - Santa Maria della Stella
09.00 - San Bartolomeo
09.00 - San Bernardo
09.30 - Gesù Salvatore
10.00 - San Martino
10.30 - San Francesco
11.00 - Santa Maria della Stella
11.00 - San Bernardo
11.15 - M.I.A.
15.00 - Ospedale
18.00 - Santa Maria della Stella
19.00 - San Rocco
06.30 - Monastero Via Querro
08.00 - San Rocco
08.30 - San Bernardo
15.30 - San Francesco
18.00 - Santa Maria della Stella
GIOVEDÌ
06.30 - Monastero Via Querro
09.00 - San Bartolomeo
09.00 - San Martino
18.00 - Santa Maria della Stella
18.00 - San Bernardo
VENERDÌ
06.30 - Monastero Via Querro
09.00 - San Bartolomeo
09.00 - Gesù Salvatore
18.00 - San Bernardo
18.00 - Santa Maria della Stella
CHIESE
LUN
San Bartolomeo
San Francesco
San Bernardo
San Martino
San Rocco
M.I.A.
Santa Maria
della Stella
FERIALI
MAR
MER
09.00
15.30
18.00
18.00
08.30 18.00
09.00
08.00
09.00
18.00
18.00
Gesù Salvatore
Ospedale
Monastero
V.Querro
GIO
VEN
09.00 09.00
18.00 18.00
09.00
06.30
06.30
ORATORIO STELLA
Da Lun a Gio
16.00-19.00
Venerdì
15.00-19.00 Sab - Domenica
15.00-18.00
06.30
FESTIVE
SAB DOM
09.00
18.00 10.30
18.00 09.00
11.00
17.00 10.00
19.00
18.30 11.15
18.00 08.00
11.00
18.00
09.30
15.00
06.30 06.30 06.30 07.30
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