Opinioni - Società Italiana di Fisica

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Opinioni - Società Italiana di Fisica
OPINIONI
Caro Direttore,
scrivo per segnalare che nell'interessante articolo di Bassani su Emilio
SegreÁ, pubblicato nell'ultimo numero
della rivista, oltre ad un congruo numero di refusi , si legge (suppongo
che si tratti anche in questo caso di
una svista editoriale) che SegreÁ ``con i
colleghi tedeschi mantenne sempre
buoni rapporti (ad eccezione che con
Stern che era veramente nazista)''.
Otto Stern, ebreo, anche se non
colpito direttamente Ð per anzianitaÁ
di servizio Ð dalle prime leggi razziali
del 1933, diede per protesta le dimissioni dal suo posto di direttore
dell'Istituto di fisica di Amburgo ed
emigroÁ negli Stati Uniti.
I refusi non fanno grave danno, ma
mi pare che il rispetto per la memoria
del povero Stern, vittima del nazismo
e bollato come ``vero nazista'' imporrebbe una doverosa rettifica.
Cari saluti.
Gianni Battimelli
Ho verificato. Emilio SegreÁ nelle
sue memorie si riferiva ad un seminario da lui tenuto ad Amburgo nel
1959 e ad alcuni ex assistenti di Stern
che lui sapeva essere ``stati un po'
troppo nazisti''. Nel ricordo li ho confusi con Stern stesso e me ne rammarico. Un ulteriore svarione eÁ l'aver
scritto decadimento per l'antiprotone
anziche annichilazione.
Caro Franco,
ho pensato a lungo prima di scriverti; alla fine ho concluso che come
vecchissimo socio SIF ho qualche
dovere di chiarezza verso questa nostra SocietaÁ.
Mi riferisco all'infelice articolo a
firma di A. Zichichi, ``I quattro ragazzi
di via Panisperna'', pubblicato sul
fascicolo n. 3-4 de ``Il Nuovo Saggiatore''.
Mi rendo conto che il Direttore
Responsabile, cioeÁ tu, soprattutto
in un periodo denso di impegni per
la preparazione del Congresso annuale, puo' non aver trovato il
tempo per controllare tutto quello
che il periodico pubblica. In questo
caso credo che sia stata una svista
spiacevole, sia per la dignitaÁ della
rivista, sia per lo stesso Zichichi.
Mi indigna il tono generale: piuÁ che
un omaggio ad Emilio SegreÁ , come ci
si sarebbe aspettati, dato che l' articolo eÁ stato tratto da un discorso
pronunciato in occasione della cerimonia in onore di SegreÁ , si tratta di
uno sfogo rancoroso contro quella
che Zichichi definisce ``la cosiddetta
Scuola di Roma''.
Disprezzarne il ruolo fondamentale nello sviluppo della fisica, e in
particolare ignorare la figura centrale di Edoardo Amaldi, non fa
onore ad Antonino Zichichi. La
``ruggine accademica'' dovrebbe essere estranea almeno alle commemorazioni.
Fortunatamente altri due articoli
sullo stesso fascicolo del NS fanno
giustizia Ð se mai ve ne fosse bisogno Ð ad Amaldi, Bruno Touschek e in generale alla Scuola di
Roma.
Spero che tu capisca la mia franchezza. Un caro saluto
Roberto Fieschi
Sul monopolo magnetico di Dirac
Recentemente, nel corso di un seminario all'UniversitaÁ di Pavia, ho
avuto modo di constatare come regni
tra i fisici una certa confusione concettuale riguardo al monopolo magnetico di Dirac.
SottolineeroÁ qui un fatto semplicissimo, dal quale discende che,
assai verosimilmente, tale monopolo eÁ un mero oggetto di fantascienza.
Ed infatti: la celebre formula concernente la carica magnetica g del
monopolo di Dirac
c
h
(un intero)
2e
vale piuÁ generalmente se si sostituisce la carica e dell'elettrone con una
qualsiasi carica elettrica q, come
discende dal bel lavoro del 1944 di
M. FIERZ in Helv. Phys. Acta, 17
(1944) 27. (Vedasi anche: P. P. B ANDERET, ibidem, 19 (1946) 503; A.
LOINGER, Rivista Nuovo Cimento, 10
(1987) 1). Vi sono poi anche considerazioni di carattere del tutto generale che rendono manifesta l'inattendibilitaÁ fisica della nozione di
monopolo magnetico, cfr. A. LOINGER , Nuovo Cimento A, 109 (1996)
1609.
Tornando alla carica magnetica g,
segue da quanto sopra detto che non
si puoÁ asserire alcunche di preciso
circa il suo valore. Pertanto la ricerca sperimentale del monopolo di
Dirac rischia di essere una pura
perdita di tempo e un inutile spreco
di quattrini.
A. Loinger
[email protected]
gˆ
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