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We have been asking a steady stream of new questions for over 100 years. To the benefit of many generations – today and tomorrow. Boehringer Ingelheim equates success as pharmaceutical company with introducing truly innovative ANNO IX medicines. The field of Chronic Obstructive Pulmonary Disease (COPD), which affects many smokers, is one example. Worldwide education programmes, established products and new NUMERO 30 products considerably improve quality of life for suffering patients. Research is our driving force. With 26,000 employees worldwide and a track record of more than 100 years, we are dedicated www.boehringer-ingelheim.com AOPQ 1/2003 4/2003 to improving the outlook for a healthier life. 1/2003 Periodico trimestrale Sped. in A.P. 45% - art. 2 comma 20/B - legge 662/96 - Filiale di Milano - Aut. trib. Monza n. 1116 del 2/10/95 PNEUMORAMA Surface of the lung with alveoli shining through PNEUMORAMA Value through Innovation RIVISTA DI PNEUMOLOGIA ANNO IX NUMERO 30 1/2003 PNEUMORAMA RIVISTA DI PNEUMOLOGIA ANNO IX NUMERO 30 Periodico Trimestrale Reg. Tribunale di Monza n. 1116 del 2 Ottobre 1995 Spedizione in A.P. 45% art. 2 comma 20/B legge 662/96 - Filiale di Milano Pubblicazione di MIDIA srl Via Santa Maddalena, 1 20052 Monza Tel. 0392 304 440 Fax 0392 304 442 E-mail: [email protected] Direttore Responsabile Antonio Schiavulli Direttore Scientifico Gianni Balzano Via Posillipo, 308 - 80123 Napoli Tel. 0815 366 679 Fax 0815 366 640 Segretaria di redazione (Monza) Elena Narcisi Redazione e relazioni esterne Manuela Polimeni Grafica e impaginazione MidiaDesign CTP, stampa Artestampa sas, Galliate Lombardo (VA) Pubblicità MIDIA srl Questo periodico viene spedito in abbonamento postale. Tutti i diritti riservati. Prezzo copia € 6,20. Abbonamento a quattro numeri € 24,80 da versare sul C/C postale n. 34827204 intestato a MIDIA srl, Via Santa Maddalena, 1 20052 MONZA (MI). L’inserimento di collaborazioni esterne è soggetto all’accettazione della Direzione Scientifica. Gli Autori autorizzano PNEUMORAMA a utilizzare il loro nome per pubblicizzare il loro lavoro nel contesto della pubblicazione della rivista. PNEUMORAMA non è in nessun caso responsabile delle informazioni fornitele dai relatori, ciascuno certificando la veridicità e l’esattezza dei contenuti dei loro articoli. PNEUMORAMA è spedita in abbonamento postale. L’indirizzo in nostro possesso verrà utilizzato per l’invio di questa e di altre pubblicazioni. Ai sensi e in conformità con l’art. 10 L. 31/12/96, n. 675, MIDIA informa che i dati inseriti nell’indirizzario di PNEUMORAMA e quelli ricevuti via fax o lettera di aggiornamento verranno archiviati nel pieno rispetto delle normative vigenti e saranno utilizzati a fini scientifici. È nel diritto del ricevente richiedere la cessazione dell’invio della rivista e/o l’aggiornamento dei dati in nostro possesso. PNEUMORAMA 30 / IX / 1-2003 1/2003 PNEUMORAMA RIVISTA DI PNEUMOLOGIA ANNO IX NUMERO 30 L’EDITORIALE 7 GLI ARTICOLI Asma e BPCO: analogie e differenze 8 di G. Balzano Aspetti genetici della BPCO 14 di P. Pignatti La scoperta di una nuova (?) frontiera: la step-down therapy nell’asma bronchiale 17 di S. Amaducci Evidence-Based Pneumology: fatti, non parole 19 di E. Clini e R. Pellegrino ECM. De Gustibùs! 22 di F. de Blasio Il Nursing nel percorso del Miglioramento Continuo della Qualità 26 28 di S. Tognella e R. Bisato GLI ABSTRACT SPAZIO LIBERO Salus populi suprema lex 38 di G. Lauriello L’ANTIFUMO Confusione 42 di G. Maldini LA BUSSOLA (Note di Bioetica) a cura di C. Barbisan Qualche conclusione 43 AIAnewsletter 46 LE SOCIETÀ E LE ASSOCIAZIONI 50 LE AZIENDE 59 I PRODOTTI 62 IL CALENDARIO Corsi & Congressi 66 LA GALLERIA 68 GLI AUTORI 71 A PRESCINDERE 72 PNEUMORAMA 30 / IX / 1-2003 L’EDITORIALE Educazione e basta di Antonio Schiavulli L L’oratore al congresso ha parlato di calvinismo americano (hai presente in aereo le domande sulla scheda per il visto provvisorio: hai mai fatto uso di droghe? Hai avuto problemi di carattere penale?, ecc.) relativamente ad un possibile uso dell’autocertificazione nei procedimenti di controllo per l’assegnazione dei crediti formativi nell’ambito dell’ECM (Educazione Continua del Medico). Quel metodo è solo per gli americani calvinisti, che dicono la verità e che sanno che è estremamente pericoloso mentire. Può attecchire un tale sistema da noi, dove la menzogna è un’opzione quotidiana, pronta ad essere smentita il giorno dopo, e poi riproposta nei giorni seguenti a seconda della convenienza del momento? E i medici italiani che fanno? Sono meno onesti di quelli americani? Le istituzioni possono tranquillamente dubitare della loro integrità morale? In USA dicono che il medico non mente. Altrove sì? Ma nessuno si offende? I In compenso da noi un grande indotto. Sofisticati metodi di controllo: dalla semplice firma all’entrata e all’uscita, alle carte magnetiche, fino (l’ho visto di recente) alle porte sensibili come nei passaggi di controllo negli aeroporti, naturalmente tutti sistemi supe- 7 rabili dagli eterni furbi. Perché qui da noi, chi ti fornisce il controllo ti dice anche come puoi fare a superarlo (devi però almeno essere suo amico, o amico di un suo amico). L’autocertificazione educa a essere onesti, perché ti lascia solo con la tua coscienza, e ti fa pensare (se serve) anche alla pena possibilmente salata. È un problema di ECV (Educazione Continua della Vita), di sapere stare in mezzo agli altri, parlo dei controllati, ma anche dei controllori. S Sono stato recentemente a Cernobbio. Grande Meeting organizzato dal Ministero della Salute e una giornata dedicata totalmente all’ECM. Grande attesa dei partecipanti con aule gremitissime. Ne sono uscito come l’anno scorso, con le idee più confuse di prima (da un piccolo sondaggio tra colleghi venivo confortato di non essere il solo). E con la solita sensazione di disagio che mi giunge da un palco di oratori, dove ci si complimenta a vicenda, dove si sorride in momenti di seria preoccupazione, dove sembra che l’ECM serva più a chi la gestisce che a chi ne è il fruitore. Un totale distacco da una platea ansiosa di certezze. Però questa volta avevano invitato due oratori americani. Calvinismo in agguato? U Una parola su un tema che sta a cuore, la pubblicità sulle riviste. È giusto attivare il risparmio in questa direzione, oppure penalizzare fiscalmente tali impieghi di risorse e strangolare iniziative che producono cultura? Se si pensasse che spendere in cultura non è un costo, ma un investimento? Saremmo un altro paese. Niente paura, possiamo migliorarci. Con l’educazione. PNEUMORAMA 30 / IX / 1-2003 GLI ARTICOLI Asma e BPCO: analogie e differenze di Gianni Balzano A Asma e broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) sono fra le malattie croniche più diffuse al mondo. Si stima attualmente che l’asma interessi il 3% - 5% della popolazione adulta e il 9% - 12% della popolazione pediatrica dei paesi economicamente avanzati, fra cui l’Italia, con ampie oscillazioni dovute, da una parte, ai diversi criteri epidemiologici utilizzati e, dall’altra, presumibilmente, a differenze di ordine ambientale e razziale [1]. 8 Dopo un costante aumento verificatosi durante gli anni ’70 e ’80, la mortalità per asma è lievemente diminuita nel corso degli anni ’90 in alcuni paesi, come, ad esempio, negli Stati Uniti, dove è stato registrato, nel 1997, un tasso di mortalità di 2 per 100.000 abitanti [2]. Analogo andamento è stato osservato in Italia, con 2000 morti per asma nel 1990, passati a 1500 nel 1994 (dati ISTAT). La BPCO colpisce circa il 5% della popolazione generale sia nei paesi industrializzati che in quelli in via di sviluppo, è concentrata nelle fasce di età adulta e anziana e negli individui di sesso maschile e può raggiungere tassi di prevalenza del 20% nei maschi al di sopra dei 60 anni [3]. La BPCO rappresenta la quarta più importante causa di morte a livello mondiale e la causa di morte maggiormente in ascesa nei soggetti al di sopra dei 65 anni di età [3]. In Italia è responsabile di circa 20.000 morti all’anno (dati ISTAT). Asma e BPCO rappresentano, dunque, un pesante carico assistenziale per le organizzazioni sanitarie e sono responsabili di elevati costi per l’in- dividuo e per la società. Asma e BPCO sono entrambe caratterizzate da ostruzione delle vie aeree, cui sono associati sintomi tipici, quali tosse con o senza espettorato, dispnea, senso di costrizione del torace e wheezing. Altre caratteristiche salienti sono uno stato di iperresponsività bronchiale e un’infiammazione cronica delle vie aeree. Per ognuno di questi elementi – ostruzione, iperresponsività e infiammazione – è possibile individuare analogie e differenze. La maggior parte degli studiosi ritiene attualmente che asma e BPCO siano due diverse entità nosologiche, nelle quali fattori di rischio differenti, specifici per ciascuna delle due malattie (Tabella I), concorrono a determinare due diverse condizioni morbose, che condividono, sul piano funzionale, un’alterazione per certi aspetti simile, rappresentata dalla ostruzione cronica delle vie aeree [4]. Non mancano, invero, pur essendo attualmente in netta minoranza, i sostenitori di una comune origine per entrambe le malattie; queste non sarebbero altro che due diverse espressioni di una stessa “malattia polmonare non specifica”, che assumerebbe diverse connotazioni clinico-funzionali in dipendenza dei diversi fattori ambientali operanti nel singolo individuo [5]. In realtà, col progredire delle conoscenze, sono andati emergendo numerosi elementi a favore di una sostanziale differenza fra asma e BPCO [4]. Non sono rari, tuttavia, casi di singoli pazienti in cui è difficile stabilire con certezza una diagnosi differenziale, anche perché, e ciò complica ulteriormente il problema, asma e BPCO possono coesistere nello stesso paziente, com’è il caso, per esempio, di un asmatico che abbia l’abitudine al fumo. GLI ARTICOLI TABELLA 1. FATTORI DI RISCHIO PER ASMA E BPCO (TRATTA DALLA VOCE BIBLIOGRAFICA 4). ASMA BPCO PROBABILITÀ AMBIENTALI COSTITUZIONALI AMBIENTALI COSTITUZIONALI CERTA esposizione agli allergeni atopia fumo deficit alfa1-antitripsina sensibilizzanti occupazionali sesso alcune esposizioni professionali infezioni respiratorie piccola taglia alla nascita inquinanti ambientali BUONA farmaci e additivi alimentari basso peso alla nascita povertà iperresponsività bronchiale alcool storia familiare fumo passivo nell’infanzia INCERTA fumo altre esposizioni professionali predisposizione genetica inquinanti ambientali infezioni da adenovirus gruppo sanguigno A dieta deficit nella dieta di vitamina C 9 Ostruzione delle vie aeree L’ostruzione dell’asma è, per definizione, variabile e sostanzialmente reversibile, sia spontaneamente che in seguito a terapia [6]. I sintomi che ne derivano sono, pertanto, tipicamente variabili, eventualmente intermittenti e spesso possono essere messi in relazione con l’esposizione a determinati stimoli specifici (allergeni, sostanze sensibilizzanti occupazionali) o aspecifici (esercizio fisico, aria fredda e secca, inalazione di sostanze irritanti) [6]. Al contrario, la BPCO è definita dal punto di vista funzionale come un’ostruzione stabile, sostanzialmente irreversibile, progressivamente ingravescente [3]. Di conseguenza i sintomi presentano un andamento cronico, con progressivo peggioramento nel corso degli anni e sono indipendenti da fattori precipitanti individuabili, benché non manchino episodi di riacutizzazioni, che, anzi, tendono a diventare più frequenti e gravi col progredire della malattia [3]. Dal punto di vista fisiopatologico esiste una profonda differenza fra ostruzione nell’asma e ostruzione nella BPCO. Infatti, nell’asma la limitazione al flusso aereo è causata fondamentalmente da un aumento di resistenza delle vie aeree bronchiali dovuto a broncospasmo e infiammazione della parete bronchiale, con edema, ipersecrezione di muco e infiltrazione cellulare, benché recentemente siano state anche ipotizzate, come conseguenza dell’infiammazione che interessa gli strati più esterni della parete delle piccole vie aeree, alterazioni nel meccanismo di interdipendenza bronchiolo-alveolare, con riduzione del ritorno elastico polmonare [7]. La BPCO, invece, nella maggioranza dei casi è sostenuta da un quadro misto di bronchite cronica ed enfisema, in varia misura fra loro associati; la limitazione al flusso aereo in questa malattia è, pertanto, determinata, oltre che da alterazioni delle vie aeree tipiche della bronchite cronica (ipersecrezione mucosa e ispessimento della parete bronchiale da edema e infiltrazione cellulare), anche PNEUMORAMA 30 / IX / 1-2003 dalla iperdistensione e distruzione parenchimale tipica dell’enfisema, con riduzione del ritorno elastico polmonare e della pressione di spinta e conseguente limitazione del flusso aereo espiratorio [8]. Sul piano clinico la maniera più semplice per distinguere l’asma dalla BPCO è quella di dimostrare, mediante la spirometria, la presenza di un’ostruzione delle vie aeree reversibile o, rispettivamente, irreversibile nei confronti di farmaci broncodilatatori e/o antiinfiammatori, considerando come criterio di reversibilità una variazione del VEMS (volume espiratorio massimo al primo secondo dell’espirazione forzata) di almeno il 15% rispetto al valore basale [9]. Tuttavia, l’applicazione del criterio di reversibilità dell’ostruzione permette di confermare la diagnosi solo nei casi tipici di reversibilità completa (asma) o reversibilità assente (BPCO). In pratica, fra questi due estremi esiste un ampio spettro di possibilità, con, ad esempio, casi di asma con ostruzione non 10 completamente reversibile o, addirittura, sostanzialmente irreversibile (soprattutto asma grave o asma di lunga durata o asma nei soggetti anziani) e, viceversa, casi, non infrequenti, di BPCO con una certa quota, a volte rilevante, di reversibilità dell’ostruzione, magari dovuta alla coesistenza di una componente asmatica (è stato già citato l’esempio di asmatici che fumano). Di fatto, quindi, è opportuno che la diagnosi differenziale fra asma o BPCO scaturisca da una valutazione complessiva del paziente, che includa in particolare un attento esame clinico-anamnestico. Anche se non sempre diagnostico, l’esame funzionale respiratorio conserva, comunque, un ruolo importante, soprattutto in termini di valutazione iniziale del grado di severità dell’ostruzione, di monitoraggio della malattia e di risposta obiettiva al trattamento [9]. Iperresponsività bronchiale L’iperresponsività bronchiale è definita come un’aumentata risposta delle vie aeree nei confronti di stimoli broncocostrit- tivi, che può essere dimostrata in laboratorio mediante i test di provocazione bronchiale [10]. L’iperresponsività bronchiale viene considerata come la caratteristica funzionale di base dell’asma, responsabile dell’ostruzione variabile delle vie aeree. Uno stato di iperresponsività bronchiale può essere, infatti, documentato nella quasi totalità dei pazienti asmatici e il grado di iperresponsività è ben correlato con i principali indici clinici e funzionali, quali sintomi, grado di variabilità dell’ostruzione delle vie aeree e quantità di farmaci necessaria per controllare la malattia [11]. La misura della responsività bronchiale viene, pertanto, utilizzata in clinica per stabilire la diagnosi di asma in pazienti con anamnesi positiva, che presentino al momento dell’osservazione una spirometria normale [11]; recentemente, inoltre, essa è stata proposta per il monitoraggio della malattia e come guida aggiuntiva al trattamento a lungo termine [12]. Nell’asma, l’iperresponsività bronchiale è correlata con l’infiammazione ed il rimodellamento delle vie aeree, che vengono attualmente considerati come gli elementi patogenetici di base della malattia [13]. Si ritiene, pertanto, che l’infiammazione e il rimodellamento delle vie aeree siano responsabili dello stato di iperresponsività bronchiale nell’asma, benché sfuggano tuttora i precisi meccanismi attraverso cui l’infiammazione induce l’iperresponsività. In molti pazienti con BPCO è dimostrabile uno stato di iperresponsività bronchiale, che, tuttavia, presenta notevoli differenze rispetto alla iperresponsività dell’asma [14]. Innanzitutto, non interessa la totalità dei pazienti con BPCO, ma, secondo studi recenti, solo circa i due terzi di pazienti con malattia lieve o moderata [15]. Inoltre, il grado di iperresponsività bronchiale nella BPCO non è correlato con l’andamento dei sintomi, mentre è correlato col grado di ostruzione basale delle vie aeree [16], il che sembra suggerire che l’iperresponsività non avrebbe un significato patogenetico come nell’asma, ma sarebbe semplicemente espressione del metodo di misura utilizzato. GLI ARTICOLI In ogni caso, per questi motivi, la misura della responsività bronchiale nella BPCO non è utile ai fini diagnostici, ma rappresenta, piuttosto, un surrogato della misura della funzione respiratoria. È, invece, interessante notare come il grado di iperresponsività bronchiale nella BPCO sia correlato con la rapidità del declino funzionale [17] e, addirittura, con la mortalità [18], rivestendo, quindi, un notevole significato prognostico in questa malattia. Infiammazione delle vie aeree Se, come abbiamo visto finora, a fronte delle apparenti analogie, fra asma e BPCO prevalgono di fatto le differenze, sia riguardo al tipo di ostruzione che di iperresponsività delle vie aeree, questo discorso vale ancor più per quanto riguarda il tipo di infiammazione. Infatti, benché vi sia attualmente consenso sul fatto che asma e BPCO sono entrambe caratterizzate da un processo infiammatorio cronico delle vie aeree, il tipo di cellule infiammatorie infiltranti la parete bronchiale differisce nelle due malattie [19]. In breve, nell’asma le cellule predominanti sono linfociti T con fenotipo CD4, mastcellule e, soprattutto, eosinofili [20], mentre nella BPCO prevalgono macrofagi e, soprattutto, linfociti T CD8+ [21]. Il quadro anatomo-patologico appena descritto è valido per le forme lievi e moderate sia di asma che di BPCO, mentre, con l’aumentare della gravità, in entrambe le malattie può essere dimostrata la prevalenza di neutrofili. Infatti, un’infiammazione prevalentemente neutrofilica è stata documentata sia nell’asma grave cortisone-dipendente, sia nell’asma riacutizzata [22]. Analogamente, in pazienti con BPCO di severa entità, all’infiammazione prevalentemente linfocitaria subentra un’infiammazione prevalentemente neutrofilica [23]. Inoltre, una eosinofilia delle vie aeree è stata segnalata sia nella BPCO con componente asmatica [24], sia nella BPCO riacutizzata [25]. Infine, nel nostro laboratorio, è stata recentemente dimostrata nelle vie aeree di pazienti con BPCO di grado severo in condizioni di stabilità clinica una quantità di eosinofili che, sebbene sia decisamente inferiore a quella dei neutrofili, è, tuttavia, significativamente maggiore della quantità di eosinofili presente nelle vie aeree di fumatori asintomatici e di controlli sani [23]; l’eosinofilia della BPCO sarebbe, inoltre, ben correlata con la severità dell’ostruzione delle vie aeree, il che potrebbe suggerire un ruolo patogenetico degli eosinofili nell’ostruzione delle vie aeree presente nella BPCO [23]. Conclusioni Riassumendo, asma e BPCO si manifestano clinicamente con sintomi in larga misura fra loro sovrapponibili, consistenti in tosse con o senza espettorato, dispnea, sensazione di costrizione del torace e wheezing. Inoltre, sono entrambe caratterizzate da ostruzione delle vie aeree, iperresponsività bronchiale verso stimoli broncocostrittivi e infiammazione delle vie aeree. Tuttavia, numerose evidenze cli11 niche e sperimentali indicano che asma e BPCO, anche se, sul piano clinico, si rassomigliano e, non raramente, possono essere di difficile differenziazione, sono, tuttavia, due malattie diverse, ciascuna con specifici fattori di rischio – fondamentalmente, l’atopia per l’asma e il fumo per la BPCO – e con una caratteristica evoluzione. Tali differenze riguardano, innanzitutto, l’ostruzione delle vie aeree, che è variabile e per gran parte reversibile nell’asma e stabile e per gran parte irreversibile nella BPCO, almeno nella maggioranza dei pazienti. Riguardano, inoltre, l’iperresponsività bronchiale, che è dimostrabile, in pratica, nella totalità dei pazienti con asma, malattia nella quale essa presenta, inoltre, un chiaro ruolo patogenetico, mentre è documentabile solo in una parte dei pazienti con BPCO, nella quale essa sembrerebbe dipendere dall’ostruzione di base delle vie aeree. Riguardano, infine, l’infiammazione cronica delle vie aeree, che si esprime fondamentalmente con un’infiltrazione di linfociti T CD4+, mastcellule ed eosinofili nell’asma e di linfociti T CD8+ e macrofagi nella BPCO. PNEUMORAMA 30 / IX / 1-2003 BIBLIOGRAFIA [1] European Community Respiratory Health Survey. Variations in the prevalence of respiratory symptoms, self-reported asthma, attacks and use of asthma medication in the European Community Respiratory Health Survey (ECRHS). Eur Respir J 1996; 9: 687-95. [2] Sly RM. Decreases in asthma mortality in the United States. Ann Allergy Asthma Immunol 2000; 85: 121-7. 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D’altra parte, data una determinata combinazione di fattori di rischio, non vi è co14 munque la sicurezza che quell’individuo manifesti necessariamente la malattia. I fattori di rischio sono di vario tipo, e si possono distinguere fattori ambientali e fattori genetici. Il più importante fattore ambientale noto è il fumo di sigaretta. Anche in questo caso però, solo una minoranza dei fumatori cronici sviluppa BPCO sintomatica. Altri fattori ambientali sono l’inquinamento, i fumi domestici in ambienti ipoventilati, polveri e gas nell’ambiente di lavoro ecc. Anche uno stato socio-economico basso, la dieta e fattori che agiscono sullo sviluppo dei polmoni durante la vita intrauterina e nell’adolescenza possono predisporre allo sviluppo di BPCO. Questiultimi fattori sono meno importanti del primo, ma possono interagire con il fumo di sigaretta per aumentare il rischio [1]. La base genetica della BPCO La BPCO tende ad aggregare in famiglie, con un aumento di prevalenza nei parenti degli affetti rispetto ai parenti dei controlli, un aumento di prevalenza difficile da spie- gare con altri fattori non genetici noti. Vi è aumento di concordanza per valori di funzionalità polmonare fra parenti rispetto ai coniugi. Inoltre, la prevalenza di COPD e la somiglianza di funzionalità polmonare diminuiscono con l’aumentare della distanza genetica fra parenti. Tutte queste osservazioni indicano una probabile componente genetica. Gli studi sui gemelli monozigoti rispetto ai dizigoti indicano una stima di ereditarietà per FEV1 che va da 0,5 a 0,8. Non c’è una ereditarietà mendeliana, perciò non si può seguire nella famiglia la malattia con previsioni semplici di tipo dominante o recessivo. È probabile invece che vi siano diversi geni implicati nella BPCO, che possono agire in modo variabile da caso a caso, e che ciascuno di essi abbia un effetto relativamente piccolo [2]. I fattori di rischio genetico di predisposizione possono agire in particolare sugli individui che fumano o che hanno altri fattori di rischio ambientale, con una interazione fra fattori genetici ed ambientali che è d’altronde tipica delle malattie multifattoriali. Il deficit di alfa1 antitripsina Si stima che 1-2% dei pazienti BPCO abbiano un deficit grave dell’inibitore della proteasi. Gli individui omozigoti per la mutazione PI-Z o con mutazioni nulle mostrano una diminuzione accelerata della funzionalità polmonare a un’età più precoce, a volte anche in assenza di fumo di sigaretta. Nonostante la forte associazione del genotipo ZZ con BPCO precoce, il decorso clinico della malattia è variabile e molti soggetti ZZ hanno normale funzione polmonare. Una analisi del FEV1 in fumatori ha mostrato che molti soggetti ZZ hanno GLI ARTICOLI valori sopra all’80% [3]. È possibile che altri fattori genetici o ambientali influenzino il decorso clinico degli omozigoti ZZ. Il genotipo MZ è associato [4] con il peggioramento rapido di FEV1 (OR=2.8), in particolare in presenza di storia familiare di COPD (OR=9.7). Queste osservazioni indicano che il genotipo MZ interagisce con altri fattori famigliari. La ricerca dei geni della BPCO Se si considera la complessità della patologia e la esistenza di alcune decine di migliaia di geni nel genoma umano, oltre alle possibili variazioni funzionali, risulta evidente la dimensione del problema della comprensione della base genetica della BPCO. Alcuni geni sono stati studiati, ed altri lo saranno, comunque attendiamo conferme dei risultati finora acquisiti. Ci sono due principali approcci allo studio dei geni della BPCO, quello del gene candidato e quello dell’analisi genomica generale. Si può utilizzare il metodo dello studio di famiglie o quello di casi e controlli dalla popolazione generale. Finora è stato essenzialmente utilizzato il metodo del gene candidato in casi e controlli, e cominciano ad apparire i primi studi di linkage genomico con marcatori casuali del DNA. In futuro ci attendiamo inoltre lo sviluppo di nuovi studi di espressione genica differenziale in tessuti affetti rispetto a quelli non affetti [5]. Geni candidati Un gene candidato può essere definito come quello potenzialmente coinvolto nella patologia in base alla conoscenza del ruolo della proteina da esso codificata nei processi fisiopatologici correlati alla malattia (gene candidato funzionale). Diversi geni candidati sono stati associati con BPCO in alcuni studi caso-controllo. Ricordiamo geni di: proteasi-antiproteasi (alfa1 antitripsina, alfa1 antichimotripsina, alfa2 macroglobuli- na, alcune metalloproteinasi della matrice), enzimi del metabolismo di xenobiotici (idrolasi epossidica microsomale, glutatione-S-trasferasi, un citocromo P450), antiossidanti (eme ossigenasi1), mediatori dell’infiammazione (proteina legante vitamina D, TNFalfa, interleuchine 1), proteine della clearance mucociliare (CFTR), della risposta bronchiale (recettore beta adrenergico) ed altri ancora [2]. Spesso questi studi sono stati effettuati su un numero di individui relativamente piccolo per poter identificare geni che esercitino effetti modesti sulla patologia. Inoltre in questi studi non vengono solitamente osservate interazioni fra diversi fattori di rischio genetico ed ambientale. Anche noi abbiamo effettuato studi su geni candidati in casi e controlli nella popolazione italiana. Questi studi tendono a escludere un ruolo importante per i gen: CFTR [6], alfa1 antitripsina e alfa1 antichimotripsina [7], TNFalfa e Ltalfa 15 [8], anche dopo una migliore definizione del fenotipo in individui con ostruzione respiratoria irreversibile e capacità di diffusione per il monossido di carbonio inferiore al 50% dell’atteso [9]. Linkage genomico Alcuni studi recenti di linkage effettuati in famiglie con marcatori casuali del DNA sparsi lungo tutto il genoma umano hanno localizzato alcune regioni cromosomiche nelle quali ulteriori studi potranno poi identificare geni correlati alla malattia. In famiglie dello studio Framingham una analisi spirometrica ha individuato [10] possibili associazioni a regioni dei cromosomi 4, 6 (FEV1) e 21 (FVC). In due studi su 72 famiglie con BPCO a inizio precoce (prima di 53 anni di età) è stata segnalata una associazione di parametri quantitativi di FEV1/FVC a una regione del cromosoma 2q [11] e di ostruzione respiratoria moderata o lieve a una regione del cromosoma 12p [12]. PNEUMORAMA 30 / IX / 1-2003 Conclusioni BIBLIOGRAFIA Si è iniziato e determinare la base genetica della BPCO ed è probabile che diversi geni siano implicati in questa patologia complessa. La conferma in altre popolazioni degli studi caso-controllo già effettuati, assieme a ulteriori studi di linkage genomico con una migliore definizione della malattia e nuovi studi di espressione genica e in animali sperimentali potranno portare presto ad una migliore comprensione degli aspetti genetici della BPCO. [1.] Lomas DA e EK Silverman. The genetics of COPD. Respir Res 2:20-26, 2001 Dagli Atti del 6° Congresso Asma Bronchiale e BPCO: Obiettivi Rimedi Strategie. Verona, 22-24 Gennaio 2003 [5] Sheppard D. Roger S. Mitchell lecture. Use of expression microarrays in studies of pulmonary fibrosis, asthma, acute lung injury, and emphysema. Chest 121:21S-25S, 2002 [2] Loos L, PD Parè e AJ Sandford. Genetic risk factors for COPD.Swiss Med Weekly 132:27-37, 2002 [3] Silverman EK, et al. Linkage analysis of alpha 1-antitrypsin deficiency: lessons for complex diseases. Hum Hered 52:223- 232, 2001 [4] Sandford AJ, et al. Susceptibility genes for rapid decline of lung function in the Lung Health Study. Am J Respir Crit Care Med 163:469-473, 2001 [6] Bombieri C, et al. Complete mutational screening of the CFTR gene in 120 patients with pulmonary disease. Hum Genet 103:718-722, 1998 16 [7] Benettazzo MG et al. Alpha1-antitrypsin Taq I polymorphism and alpha1-antichimotrypsin mutations in patients with OPD. Respiratory Medicine 93:648-654, 1999 [8] Patuzzo C et al. Tumor necriosis factor gene complex in COPD and dissseminated bronchiectasis. Chest 117:1353-1358, 2000 [9] Ferrarotti I et al. Tumor necrosis factor family genes in a phenotype of COPD associated with emphysema. Eur Respir J, in corso di stampa. [10] Joost O et al. Genetic loci influencing lung function : a genomewide scan in the Framingham Study. Am J Respir Crit Care Med 165:795-9, 2002 [11] Silverman EK et al. Genomewide linkage analysis of quantitative spirometric phenotypes in severe early-onset COPD. Am J Hum Genet 70: 1229-1239, 2002 [12] Silverman EK et al. Genome-wide linkage analysis of severe, early-onset COPD: airflow obstruction and chronic bronchitis phenotypes. Hum Mol Genet 11:623-632, 2002 GLI ARTICOLI La scoperta di una nuova (?) frontiera: la step-down therapy nell’asma bronchiale di Sandro Amaducci C Chi scrive, circa cinque anni fa, partecipò, nell’ambito di un congresso internazionale, ad un simposio satellite organizzato in grande stile per il lancio di una associazione farmacologica per il controllo dell’asma bronchiale. Durante la discussione che ne seguì, un collega non noto alla platea, insomma non il solito collega che fa domande forzatamente intelligenti, chiese agli illustri moderatori se il farmaco si adattava anche ad uno step-down terapeutico dell’asma. Questo collega, forse a sua insaputa, fece in realtà una domanda molto intelligente. Il quesito suscitò un certo imbarazzo nei moderatori, votati evidentemente allo “status quo” ed alla terapia “for ever”: effettivamente, le linee guida GINA di allora non prendevano quasi in considerazione lo step-down e gli illustri “opinion makers” si arrampicarono sui vetri nel rispondere. Tornando da quella seduta, al sottoscritto e al collega Madonini venne in mente di fare una ricerca Medline sullo step-down, anche perché, come tutti dovrebbero sapere, quotidianamente dai pazienti asmatici proviene una pressione per ridurre o addirittura sospendere la terapia: ebbene, le voci bibliografiche trovate furono scarsissime, per cui ad entrambi venne il desiderio di fare il punto sull’argomento ed aprire un dibattito … Ne sortì, dopo un anno, una mia relazione al tradizionale appuntamento invernale del Dipartimento di Allergologia Milanese (DAM) ed una pubblicazione negli atti del convegno. Grande fu lo stupore dello scrivente quando, in discussione, un illustre farmacologo, voce peraltro isolata, contestò la relazione argomentando che avevo contravvenuto al giuramento di Ippocrate: l’asma era malattia flogistica cronica e la terapia doveva essere mantenuta per sempre… Insomma l’asmatico era un condannato alla terapia a vita! Da allora poco tempo è trascorso, ma sembra un secolo ed il pendolo nel suo instancabile moto è passato dalla parte opposta: 1. Le linee guida internazionali, supportate da un forse eccessivo spreco di lavori policentrici che portano nomi di anagrammi o acronimi, hanno finalmente 17 recepito lo step-down, in accordo con le esigenze della flessibilità terapeutica, delle istanze del paziente e della spesa sanitaria non più illimitata. 2. Un editoriale pubblicato nel 2002 sul Journal of Allergy and Clinical Immunology: “Step-down” therapy for asthma: why, when and how? ha puntualizzato lo stato dell’arte in merito al tema in oggetto. (Bacharier LB, JACI 2002;109:916-9) 3. Infine, un recentissimo convegno promosso da una compagnia farmaceutica ha fotografato questo shift, conquistando alla causa dello step-down anche “opinion leaders”… dello step-up! In questa sede un collega anglosassone “dalla parte del paziente” si è spinto sino ad affermare che il self-management può essere esteso alla sospensione della terapia e tutti ad annuire in un afflato di flessibilità: macché tre mesi di controllo… anche pochi giorni di terapia e poi diminuire, diminuire… Il pendolo dunque ora è di qua, spinto da ragioni composite… ma questo benedetto PNEUMORAMA 30 / IX / 1-2003 asmatico come deve essere curato ed in funzione di quali umori? Mi si consentano due chiose. In merito alle linee guida, mi sembra doveroso precisare che accanto ai pur necessari organismi internazionali, le iniziative locali, addirittura aziendali, sembrano più confacenti allo spirito innovativo che le linee guida debbono avere (a tal proposito consiglierei di leggere l’articolo di Cartabellotta e Potena dell’aprile 2001 “La guideline entra in azienda” su “Sanità e management”). Tale indirizzo è stato recepito dalla Regione Lombardia che tramite il DAM ha incaricato lo scrivente come coordinatore assieme ai colleghi Foresi, Madonini, Vaghi ed un gruppo di allergologi di stendere una review sulle linee guida dell’asma in EBM, adattan- dole alla realtà milanese. Review che sarà discussa con tutte le componenti del dipartimento prima della pubblicazione. In merito al cosiddetto step-down, credo che se ne sarebbe dovuto parlare da subito: molti colleghi in verità, fruendo di un continuo contatto col paziente, l’hanno da sempre praticato senza attendere gli input di “opinion leaders” avulsi dalla realtà, dediti alla pratica di snocciolare solo voci bibliografiche, presenziando ai simposi più disparati. Tutto ciò, con affetto, mi porta a ricordare un mio maestro che, tuffato sulla macchina da scrivere nel suo studio nell’atto di approntare uno “state of the art” su non so cosa, avvisato dalla caposala che un paziente stava male, gridò: “presto chiamate un medico!” 18 GLI ARTICOLI Evidence-Based Pneumology: fatti, non parole di Enrico Clini e Riccardo Pellegrino C Ci siamo ritrovati in una fredda sera di gennaio nella elegante città di Ferrara, ospiti interessati del workshop su Evidence-Based Pneumology programmato da GIMBE® e dai suoi esemplari animatori e colleghi (Antonino Cartabellotta e Alfredo Potena), ognuno di noi con una propria aspettativa, ma tutti accomunati da una somigliante curiosità. Così 24 pneumologi italiani hanno iniziato questa esperienza professionale formativa per esplorare un mondo per taluni nuovo, per altri già conosciuto, per nessuno comunque sistematicamente mai affrontato. La medicina basata sulla evidenza è un metodo che, partendo da un quesito clinico e attraverso la ricerca delle evidenze scientifiche esistenti e della loro relativa valutazione critica, insegna a tradurre il messaggio nella pratica clinica. In sintesi è un processo che sviluppa la capacità di ricercare, valutare e applicare [1]. Nell’affrontare il graduale svolgimento di questo corso, strutturato in due moduli didattici della durata di 3 giorni in due settimane successive, ognuno di noi si è, presto o tardi, confrontato con il sorgere di alcuni dubbi che di seguito cercheremo di esplicitare. Vale la pena, oggi, di conoscere e applicare la disciplina della medicina basata sull’evidenza in pneumologia? I presupposti teorici di questa metodologia rendono probabilmente superflua la domanda, soprattutto se desideriamo che la nostra materia continui a mantenersi di- gnitosamente autonoma nell’area della professione medica. Tuttavia questa riflessione ci pare troppo scontata e non rende onore allo sforzo didattico che il corso ha voluto trasferire ai partecipanti. Mano a mano che il corso approfondiva i vari temi proposti (management dell’informazione biomedica, valutazione della efficacia dei trial clinici, significato delle revisioni sistematiche ed occasionali, il ruolo delle linee guida come strumento del governo clinico, le strategie per modificare la pratica professionale) applicati alla pneumologia, un’altra riflessione più ambiziosa si è aperta nella nostra mente. Nell’ambito del processo autocritico su cui ogni medi- 19 co, oggi, dovrebbe tarare il proprio status culturale e, più in senso lato, professionale, esiste un consistente principio secondo cui, laddove esiste una fonte di informazione non adeguatamente misurata e soppesata (cioé variamente distorta), l’utente non è in grado di interpretarne la rilevanza e la validità applicativa nella propria attività quotidiana. Ci pare, questa, una ragione più che sufficiente per auspicare l’applicazione di questa metodologia anche alla nostra specialità, al fine di mantenerla (o forse renderla) professionalmente la più “dignitosa” possibile. La EvidenceBased Pneumology ha infatti sensibilmente contribuito, nel corso degli ultimi anni, a chiarire aree grigie sulla diagnosi ed il trattamento di patologie come asma bronchiale e BPCO, patologie che, pur epidemiologicamente rilevanti, hanno troppo risentito di una colpevole “sottocultura” specialistica. In che posto si colloca questo strumento nel panorama dell’offerta formativa dello pneumologo moderni? PNEUMORAMA 30 / IX / 1-2003 Questa domanda ha trovato, crediamo, le risposte più inaspettate tra molti dei partecipanti. Infatti, abituati spesso all’aggiornamento professionale disordinato, poco finalizzato e spesso autodidattico che segue la fase post-laurea e post-diploma, i più hanno dovuto ammettere che l’acquisizione di questa metodologia rappresenta un requisito addirittura preliminare rispetto ad uno o più interessi specifici, ovvero che l’applicazione nella pratica di questo o quel quesito clinico non può prescindere da un’analisi cosciente dell’informazione scientifica. Quindi la nostra risposta più ovvia alla domanda è che l’efficacia professionale dello pneumologo moderno sarà tanto maggiore quanto più precoce e prioritario sarà lo spazio da dedicare a questa materia. In questo senso, è stato interessante sentire la domanda di qualcuno del gruppo che ha detto: “ma, 20 e se questi corsi fossero già alla portata di coloro che oggi si preparano alla professione di pneumologo domani?”. Ottimo suggerimento per le nuove generazioni e chi le sta facendo crescere. Quale ruolo deve avere un dirigente pneumologo nell’interazione con i servizi dell’azienda sanitaria? Questa domanda ha trovato spazio verso la fase finale del corso, quando cioé il panorama delle conoscenze si è ampliato sulla serie di implicazioni che un metodo (questo metodo con i relativi argomenti e temi) può determinare sui comportamenti professionali al di là della routine (sia essa quella del reparto ospedaliero, dell’ambulatorio territoriale, del proprio studio privato, della didattica universitaria, ecc.). Ancora una volta potremmo concludere che nei presupposti culturali della Evidence-Based Pneumology stia la risposta. Il professionista dotato di questa sensibilità culturale (e forse solo quello) potrà rendersi attore protagonista nell’ambito della “decision making” dell’area aziendale sanitaria, divenendo comunque parteci- pe (pur nel suo piccolo) delle scelte di programma, abituandosi finalmente ad essere propositivo per non subire solo, come spesso accade, decisioni “superficiali” legate prevalentemente ad opinioni, magari di altri professionisti non medici e non esperti. Che spazio trova la medicina basata sulla evidenza nella logica delle decisioni e strategie di politica sanitaria? Questo ultimo dubbio è nato francamente come logica conseguenza della domanda precedente. La risposta ora la conosciamo e potremmo ermeticamente riassumerla in un termine: “rilevante”. Il problema resta la forza con cui la nostra decisione e convinzione è in grado di trasferire questo messaggio e a spingere ogni interlocutore sul terreno del confronto basato su questo tipo di presupposto. Volendo rimanere solo all’ambito della professione medica integrata in un servizio aziendale, come potremmo immaginare un Direttore Sanitario o un Direttore di Struttura culturalmente carente da questo punto di vista? Come potremmo pensare che, in assenza dell’ applicazione di questo processo, una qualsiasi decisione sanitaria aziendale sia una “buona decisione”? Al termine di sei giorni intensi un tiepido ma scintillante sole invernale ha accompagnato il ritorno al nostro lavoro quotidiano. Ora ci riteniamo convinti (o più convinti) di potere e dovere sviluppare un’arma culturale preziosa e insostituibile, ciascuno nella propria realtà e nel rispetto del ruolo dignitoso che dobbiamo mantenere, come pneumologi ma prima ancora come medici che di fronte hanno un proprio simile che necessita di una risposta certa (e spesso in tempi rapidi). Non sappiamo se le domande che ci siamo posti e le risposte che abbiamo trovato siano quelle che, più di altre, possono contribuire a stimolare la curiosità di altri colleghi. Non è questo l’obiettivo delle riflessioni che abbiamo affidato a queste pagine e GLI ARTICOLI che sono nate spontanee, non richieste. Oggi abbiamo capito semplicemente che dobbiamo comunque trasferire questa esperienza alla vita professionale di tutti i giorni e ai colleghi che condividono il nostro lavoro, dobbiamo approfondire “longlife” questa esperienza, non dobbiamo fare cadere nel vuoto gli stimoli ricevuti. Vogliamo dare merito e risalto a questa iniziativa degli anfitrionici colleghi del GIMBE® anche per avere saputo coniugare serietà e professionalità, dedizione, simpatia e cordialità, facendo risaltare tra i partecipanti il giusto entusiasmo e la solidale coscienza di avere potuto raggiungere importanti obiettivi professionali (cosa, oggi, sempre più rara in riferimento al panorama delle offerte formative esistenti). BIBLIOGRAFIA 21 [1] Sackett DL, Strauss SE, Richardson WS, Rosemberg W, Haynes RB. Evidence-Based Medicine: How to Practice and Teach EBM. (2nd edition). Edimburgh: Churchill Livingstone, 2000 PNEUMORAMA 30 / IX / 1-2003 ECM. De Gustibùs! di Francesco de Blasio N Non si è mai discusso come in questo periodo di Educazione Medica Continua (ECM), e la cosa non può che far piacere. Dall’introduzione in Italia del concetto di ECM, infatti, si è assistito ad un grande fermento innovativo, in gran parte (ad onor del vero) dovuto alla preoccupazione degli operatori sanitari di conoscere il più possibile sulle metodiche di acquisizione dei punteggi e sulle modalità del lo22 ro utilizzo. Purtroppo, dopo aver chiarito (almeno in parte) i dubbi iniziali, la Commissione Ministeriale per l’ECM si è vista letteralmente sommersa, prima dalle domande di registrazione dei provider degli eventi formativi e, successivamente, da decine di migliaia di proposte di eventi da valutare e convalidare, ed a cui assegnare un punteggio. Nonostante si sia provveduto ad aumentare i componenti della commissione, il lavoro resta improbo e può ancora capitare che un evento formativo (se vogliamo, chiamiamolo ancora congresso scientifico o corso di aggiornamento) riceva i crediti formativi molto tempo dopo la sua conclusione. Il problema, però, a mio parere resta un altro: l’Italia è un Paese di santi, poeti, navigatori e …provider! In altri termini, una volta che si è deciso di istituire un sacrosanto sistema di certificazione della formazione e dell’aggiornamento per il personale sanitario, ed una volta che si è voluto prendere come esempio il trentennale sistema vigente negli Stati Uniti (che, tanto per cambiare, sono molto avanti rispetto a gran parte del Mondo), si è poi inopinatamente deciso di cambiare le regole secondo non si sa bene quale criterio “migliorativo”. In pratica, i crediti vengono attribuiti dalla Commissione ECM sulla base di un giudizio di merito che il più delle volte non può che essere meno che superficiale. A beneficio dei pochi che non ne fossero a conoscenza, negli USA esistono la ACCME (Accreditation Council for Continuing Medical Education) e la AMA (American Medical Association); la prima concede l’accreditamento alle Società Scientifiche per organizzare eventi formativi; la seconda, emana le disposizioni relative al riconoscimento delle attività di aggiornamento per la qualificazione/riqualificazione del personale medico. Punto! E basta! Ancora più semplicemente (per quelle 2-3 persone che non avessero ancora capito!) l’ACCME accredita ogni Società Scientifica che ne faccia legittima richiesta per organizzare eventi formativi secondo le disposizioni dell’AMA. È di una semplicità disarmante! Ma noi, che siamo maestri nel complicarci la vita (ma magari fosse solo questo il motivo!), abbiamo inventato organismi di arbitraria costituzione che si avocano il diritto della valutazione degli eventi formativi, in numero variabile da specialità a specialità. Questi ultimi, non certamente in accordo con la Commissione Ministeriale, attestano la loro competenza nel merito, proponendo propri criteri di valutazione. Ad essi si aggiunge la Federazione Italiana delle Società Mediche (FISM) che, paragonandosi all’AMA, rivendica il “diritto” di stabilire le regole per l’accreditamento e anche di stilare i metodi per la concessione dei crediti. Si spiega così che due diversi eventi formativi, il congresso regionale GLI ARTICOLI AIPO Puglia (16-18 gennaio 2003) e gli Incontri a Levante co-organizzati dalle Cattedre Pneumologiche delle Università di Foggia e Bari (20-22 gennaio 2003), caratterizzati da un’impostazione organizzativa pressoché identica (3 giornate di incontri + 1 corso di aggiornamento), abbiano ricevuto un numero di crediti assai diverso (rispettivamente, 16 e 8). Ho citato, si badi bene, solo gli ultimi due congressi in ordine temporale, per i quali si è anche verificato una quasi contemporaneità, ma il problema si è posto anche in molte altre occasioni. L’esperto di turno mi dice: “Ma la Commissione è entrata nel merito, ed ha espresso un giudizio sulla qualità delle relazioni e dei relatori!”. Ed io rispondo, emulando il grande Totò: “Ma mi faccia il piacere!”. Ma come? Due congressi che si svolgono nella stessa regione, con l’80% dei relatori in comune, gli stessi 24 moderatori, lo stesso numero di letture cosiddette “magistrali”! Per di più, il secondo congresso prevedeva interventi da parte di relatori stranieri ed aveva ricevuto la sponsorship dell’American College of Chest Physicians! Nulla di personale, ovviamente, con gli amici dell’AIPO Puglia, ma è a tutti chiaro come siamo di fronte ad una lampante contraddizione, frutto del contorto meccanismo prima descritto. E allora, perché non si adotta il sistema ACCME americano? 1. La società scientifica (ad esempio, l’AIPO, la SIMER, la UIP) chiede alla Commissione Ministeriale per l’ECM di essere accreditata ad organizzare iniziative rivolte alla qualificazione/riqualificazione del personale medico. 2. Il Comitato Organizzatore di un Congresso Scientifico (ad esempio, una Divisione Ospedaliera, una Cattedra Universitaria, una Associazione Scientifica) chiede la sponsorizzazione alla Società Scientifica che, tramite una apposita commissione per l’educazione medica continua, la concede o la rifiuta. 3. In caso di concessione della sponsorizzazione, la commissione ECM della Società Scientifica quantifica i crediti da attribuire sotto forma di crediti orari, in numero pari al numero di ore offerte per la formazione e l’aggiornamento. 4. Punto e basta! (Lo so, sono ripetitivo!) La Commissione per l’Educazione Continua dell’American College of Chest Physicians è composta da 14 membri, di cui uno funge da presidente, che restano in carica 3 anni. Di essa fanno parte medici specialisti in malattie del torace (pneumologi, cardiologi, anestesisti, chirurghi cardio-toracici) e fisioterapisti. Si riunisce diverse volte all’anno, il più delle volte attraverso conference call o via e-mail. Riceve ogni anno circa 50 richieste di sponsorizzazione, sia nazionali che internazionali. I suoi membri sono tenuti a valutare il contenuto del programma scientifico, la qualità dei relatori, gli eventuali conflitti d’interesse con Aziende Farmaceutiche e deve esprimere il proprio parere all’unanimità. Se uno solo dei componenti non approva una richiesta, la sponsorizzazione non viene concessa, e con essa i crediti ECM. Ogni anno la Società Scientifica deve rendere conto all’ACCME circa il suo operato in qualità di ente sponsorizzatore di eventi formativi e se, come nel caso recente dell’American Thoracic Society, tale opera non viene giudicata appropriata, le può essere revocato l’accreditamento. Complicarsi la vita può essere anche giustificato da motivi più o meno comprensibili come, ad esempio, cercare a tutti i costi di ritagliarsi una piccola fetta di potere decisionale. Sempre parafrasando il Principe della Risata: De Gustibùs! GLI ARTICOLI Il Nursing nel percorso del Miglioramento Continuo della Qualità di Silvia Tognella e Rosanna Bisato N Negli ultimi anni si è assistito ad una sempre più ampia applicazione delle norme ISO 9000 in ambito sanitario, sebbene tali norme siano nate nell’ambiente manifatturiero e le prime aziende ad applicarle siano state quelle del settore meccanico. Intendendo per Sistema Qualità “la struttura organizzativa, le procedure, i processi e le risorse necessarie ad attuare la Gestione per la Qualità”, è importante specificare che ogni Unità Operativa di una struttura sanitaria, come ad esempio la 26 Pneumologia, possiede comunque un proprio Sistema di gestione che prescinde dall’aver adottato quanto previsto dalle norme ISO 9000. Il Sistema di Gestione per la Qualità in una Unità Operativa non si discosta concettualmente dal sistema operativo abituale, ma vuole essere la sua rappresentazione ed il modello da utilizzare per gestire sia le attività operative, che quelle di carattere organizzativo e gestionale: assicurare che le prestazioni erogate siano in accordo con le esigenze del cliente e le risorse disponibili. Le nuove norme ISO tengono fortemente in conto questa premessa ed il loro approccio è concentrato sui FIGURA 1. FIGURA 2. processi svolti dalle organizzazioni, oltre che sul governo di questi ultimi (Figura 1). Per processo si intende “una o più attività che trasformano i dati di input in dati di output aggiungendo valore”; per garantire “il valore aggiunto” del processo è indispensabile identificare le persone, le apparecchiature, i metodi, i materiali e gli ambienti adeguati affinché l’output, cioè il servizio erogato nel caso della struttura sanitaria, sia di qualità e risponda alle esigenze del cliente (Figura 2). L’Azienda Sanitaria nel suo complesso può essere vista sia come un unico macroprocesso al cui interno sono presenti altri processi o fasi fra loro collegati, ognuna delle quali produce “valore aggiunto”, o come un sistema dove coesistono e cooperano sotto-insiemi diversi (le varie Unità Operative), tra loro collegati in un “catena del valore” finalizzata al cliente (Figura 3). Anche all’interno di ogni singola Unità Operativa sono identificabili numerosi processi che concorrono all’erogazione della prestazione sanitaria richiesta dal pazienteutente; alcuni esempi specifici per una Unità Operativa di Pneumologia sono riportati nella figura successiva (Figura 4). Per attuare il “miglioramento continuo per la Qualità” in una struttura sanitaria occorre incrementare il valore dei singoli processi che concorrono a costituire la prestazione erogata al pazienteutente. Parte integrante della struttura saniGLI ARTICOLI taria, e quindi anche dei suoi processi, è certamente l’attività di assistenza infermieristica, il nursing, che si affianca al paziente-utente in modo diretto e puntuale in tutte le fasi del percorso seguito dal paziente all’interno della struttura sanitaria. Nella “catena del valore” di un Sistema di gestione per la Qualità, il nursing rappresenta quindi un processo di fondamentale importanza per la qualità del servizio offerto, in quanto si pone come interfaccia fra il paziente-cliente e tutte le funzioni dell’Unità Operativa della struttura sanitaria. Volendo gestire il nursing come processo integrato al Sistema di gestione per la Qualità, bisogna FIGURA 3. quindi definire i clienti (i pazienti ed i loro parenti, i colleghi della altre unità operative), le loro esigenze (cortesia e gentilezza, competenza professionale, chiarezza nelle informazioni, adeguato aggiornamento professionale, adeguato aggiornamento tecnologico e idonea manutenzione delle apparecchiature utilizzate) e le modalità di erogazione del servizio offerto. Quest’ultimo passaggio viene effettuato FIGURA 4. tramite la stesura di procedure ed istruzioni operative che permettono a tutto il personale coinvolto di definire in modo univoco ed inequivocabile quale standard minimo di qualità intendano erogare, e di garantirne l’attuazione. Sviluppare un sistema qualità richiede come pre-requisito fondamentale l’individuazione delle esigenze dei clienti. Nel caso di una struttura sanitaria, i clienti non sono solamente i pazienti-utenti o le altre Unità Operative, ma anche le Istituzioni: sviluppare un Sistema Qualità secondo le norme ISO 9000 prevede, quindi, l’integrazione di tutto quanto sopra 27 riportato alle prescrizioni legate alle leggi nazionali, regionali, alle linee guida delle Società Scientifiche, ecc., applicabili alla specifica realtà sanitaria. Per applicare efficacemente l’approccio e la gestione per processi è inoltre necessario che in tutta l’organizzazione sanitaria si evolvano anche le modalità di gestione delle risorse; è in particolare necessario che si passi da una visione per “mansione dei singoli operatori del Nursing” ad una per “responsabilità” delle attività svolte da ognuno nel contesto di uno o più processi, tenendo conto dell’impatto sul risultato finale - valore della prestazione e/o servizio - per il quale il personale interessato è chiamato a concorrere. È questo un importante cambiamento che sempre più vede il personale del nursing come un vero e proprio “team” i cui componenti, pur nella diversità delle singole responsabilità, operano di comune accordo per raggiungere il medesimo risultato finale: l’erogazione di prestazioni di Qualità, che soddisfino le esigenze degli utenti. Dagli Atti del 6° Congresso Asma Bronchiale e BPCO: Obiettivi Rimedi Strategie. Verona, 22-24 Gennaio 2003 PNEUMORAMA 30 / IX / 1-2003 GLI ABSTRACT Dagli Abstract di CHEST 2002 II Parte Impatto dei fattori demografici e sociali sugli aspetti fisici della qualità della vita (PQOL) in pazienti BPCO arruolati in un programma di gestione della malattia (PGM) Scopo: stimare l’impatto dei fattori demografici e sociali sugli aspetti fisici della qualità della vita (PQOL) nei pazienti BPCO arruolati in un programma di gestione della malattia (PGM). Metodi: i pazienti arruolati in un programma PGM per BPCO per almeno180 giorni e con almeno una misura della PQOL basale e di follow-up furono inclusi nell’analisi (n=526). I dati demografici 28 e sociali furono raccolti sia attraverso interviste che riferiti direttamente al disease manager da parte dei pazienti e poi inseriti in un data base clinico. L’età media dei pazienti era 71 anni. Il 61% dei pazienti erano femmine. La durata media del programma BPCO era di 338 giorni. Il 62% dei pazienti possedeva un diploma di scuola superiore od universitario. Il 52% era sposato. Il 29% viveva da solo e il 90% era di razza bianca. Le informazioni del PQOL furono raccolte utilizzando l’SF-12. L’SF-12 fu somministrato al momento dell’ammissione al programma BPCO e successivamente ogni quattro mesi. La modificazione nel punteggio PQOL è calcolata sottraendo il valore basale da quello ottenuto più di recente. Risultati: nel complesso, il punteggio PQOL era aumentato dell’11% ed era statisticamente significativo (p <0.01). Addirittura, il 44% dei pazienti (n=233) mostrò un incremento clinicamente significativo del proprio punteggio PQOL (l’intervallo di confidenza del 95% per una rilevanza clinica significativa è + 5.7 punti). Un altro 39% rimase clinicamente stabile (n=205). Dei suddetti fattori demografici e sociali, solo l’età era fortemente correlata con le modificazioni del PQOL previste dal metodo di correlazione di Pearson (p <0.01): un’età più avanzata era positivamente correlata con la modifica del PQOL. Sono state condotte le analisi di regressione per: età, durata della permanenza nel programma, genere, istruzione, modo di vivere, stato maritale e punteggio basale di PQOL sulle modifiche del PQOL. Il punteggio basale di PQOL e la durata di permanenza nel programma erano negativamente associate con le modifiche nel punteggio PQOL (p <0.01). Inoltre, l’età era positivamente associata (p <0.05), mentre l’istruzione aveva una significatività marginale (p <0.06). L’analisi di regressione implica che coloro che avevano una scolarità inferiore presentavano realmente un maggiore incremento sulla media del loro punteggio PQOL. Conclusioni: nonostante il fatto che la popolazione di pazienti sia anziana e presenti una malattia incurabile, il 44% dei pazienti aveva un incremento significativo nel loro punteggio PQOL. Interessante è il fatto che le modifiche del punteggio del PQOL non erano correlate con fattori sociali o demografici, fatta eccezione per l’età e il grado di istruzione. I suddetti risultati implicano che PGM offre un uguale accesso alla cura e che aiuta a evitare il declino fisico dei pazienti nel tempo. Implicazioni cliniche: riduzioni clinicamente significative nei punteggi PQOL possono essere utilizzate come indicatori per la decisione su quando notificare al medico di base i sintomi/problemi potenziali che meritano di essere presi in considerazione. GLI ABSTRACT Grant Support: Progetto supportato da CorSolutions. The impact of demographic and social factors on physical quality of life in COPD patients enrolled in a disease management program David R Walker, Patricia M Stern, Miriam Cannon-Wagner, Richard P Vance; Health Services Research, CorSolutions, Buffalo Grove, IL Aspergillosi disseminata in una donna gravida immunocompetente Scopo: l’Aspergillus è un organismo ubiquitario che provoca una malattia disseminata solitamente in ospiti immunocompromessi. È noto che la gravidanza può causare alterazione nei meccanismi di difesa dell’ospite ed è stata associata ad infezioni fungine disseminate, in modo particolare coccidiomicosi, ma non era mai stata associata in precedenza con un’infezione invasiva/disseminata da Aspergillus. Presentiamo il caso di una donna gravida immunocompetente che sviluppò un’aspergillosi disseminata fatale. Metodi: una giovane donna (18 anni) caucasica (1° gravidanza, 31° settimana di gestazione) fu ricoverata per una riacutizzazione di asma. Negli anni precedenti aveva utilizzato una terapia broncodilatatrice intermittente senza aver mai dovuto ricorrere alla terapia steroidea. All’ingresso era apiretica e all’esame obiettivo erano presenti solo sibili espiratori. Il battito cardiaco fetale era normale. Alla Rx del torace venivano riscontrati infiltrati polmonari bibasilari. I GB erano 9000 con 79% polinucleati e 8% linfociti. La paziente fu trattata e.v. con fluidi, metilprednisolone e antibiotici, ma continuò a presentare importante broncospasmo. Sviluppò una progressiva ipossiemia e richiese l’intubazione e la ventilazione meccanica. Venne successivamente estubata, ma ancora sviluppò un peggioramento dello scambio gassoso. Nel rischio di un distress fetale, fu sottoposta ad un parto cesareo e rimase in ventilazione meccanica anche dopo l’intervento. Sviluppò infiltrati bilaterali progressivi. Un campione raccolto in corso di broncoscopia mostrò ife fungine compatibili con aspergillus. Fu introdotta Amphotricina B, ma la paziente continuò a peggiorare. In 16° giornata morì con MOFF (MultiOrgan Failure). All’autopsia fu riscontrato tessuto polmonare emorragico e un ascesso tiroideo, entrambi indotti dall’invasione dell’aspergillus. Risultati: questo rappresenta il primo caso riferito di infezione aspergillare disseminata sviluppatasi in una gravida altrimenti sana. L’aspergillosi invasiva di solito colpisce soggetti con deficit dell’immunità cellulo-mediata, ma è stata anche riportata in pazienti immunocompententi con malattie croniche polmonari (es. BPCO e asma). 29 La maggior parte di questi pazienti riferisce un’anamnesi di trattamento corticosteroideo nelle settimane o mesi precedenti lo sviluppo della malattia. La gravidanza produce modificazioni nell’immunità cellulo-mediata aumentando il rischio nelle donne di sviluppare alcune infezioni. La coccidiomicosi disseminata è la più comune infezione micotica che possa colpire le donne gravide. Finora vi sono stati due casi di infezione aspergillare durante la gravidanza: un caso riguardava una donna che sviluppò un coriocarcinoma postpartum e successivamente presentò una aspergillosi disseminata, l’altro riguardava una donna gravida di 33 anni con sindrome HELLP (gestosi gravidica). Oltre alla gravidanza, la nostra paziente aveva minimi fattori di rischio per lo sviluppo dell’aspergillosi disseminata (asma). La durata del trattamento steroideo prima della diagnosi era stata di soli 10 giorni. Le nostre diagnosi differenziali relative al peggioramento della malattia polmonare avevano preso in considerazione la polmoPNEUMORAMA 30 / IX / 1-2003 Disseminated aspergillosis in a immunocompetent pregnant woman Median Ali, Peter Kaplan, Brian Carlin, Brian Veynovich, Timothy Babinchak; Division of Pulmonary and Critical Care, MCP –Hahnemann University School of Medicine, Pittsburgh, Pennsylvania Relazione tra la capacità di leggere le 30 informazioni sanitarie e l’aderenza alla terapia corticosteroidea inalatoria nei cittadini adulti asmatici ad alto rischio Scopo: modalità inefficaci di self-management, inclusa la non aderenza alla terapia, contribuiscono all’eccesso di morbilità e mortalità osservati nelle malattie croniche. Studi recenti suggeriscono che la scarsa capacità di leggere le informazioni sanitarie (SCLIS) sia associata ad un peggiore stato di salute nei pazienti con malattie croniche. Abbiamo ipotizzato che la scarsa aderenza alla terapia possa spiegare la relazione tra la ridotta SCLIS e gli scarsi risultati sulla salute. Scopo di questo studio era di esaminare la relazione tra la scarsa SCLIS e l’aderenza, misurata con obiettività, alla terapia corticosteroidea inalatoria (ICS) in una popolazione di asmatici in scarso controllo clinico. Metodi: studio prospettico di coorte con l’utilizzo del Short Test of Functional Health Literacy (STOFHLA) per verificare la SCLIS e strumenti di monitoraggio elettronico per misurare l’aderenza agli ICS nei 14 giorni dopo la dimissione ospedaliera. Le informazioni demografiche e lo STOFHLA furono raccolte durante l’ospedalizzazione attraverso interviste. Alla dimissione i pazienti ricevettero l’ICS (fluticasone 220 mcg MDI), dopo una sessione intensiva di educazione sull’uso appropriato degli ICS e sulla tecnica inalatoria. I partecipanti furono informati che l’uso del farmaco sarebbe stato monitorato. L’aderenza fu definita come numero di puff usati al giorno rispetto a quelli prescritti giornalmente. I punteggi di STOFHLA erano compresi tra 0 e 36, con il livello di SCLIS definito inadeguato per valori di 0-16, marginale per valori compresi tra 17 e 22, o adeguato per valori tra 23 e 36. Risultati: dei 37 partecipanti, 81.1% erano Afro-Americani, l’età media (SD) era 43.5 (10.4) anni; il 73% erano donne. L’aderenza agli ICS risultò scarsa tra i partecipanti allo studio con una media del 62% (range 12-97%) durante le 2 settimane di follow-up. Lo score medio di STOFHLA era 28 (range: 0-36). Otto partecipanti dimostrarono SCLIS inadeguata e presentarono un’aderenza media del 69%; 6 pazienti presentarono una SCLIS marginale con il 79% di aderenza e 23 presentarono una SCLIS adeguata ed una aderenza del 60% (Figura 1). INFORMAZIONI SANITARIE VS ADERENZA A TERAPIA CORTICOSTEROIDEA INALATORIA PROPORZIONE MEDIA DI PUFF PRESCRITTI nite (da virus, batteri e funghi). Il decorso clinico era straordinariamente simile a quello dei casi di cocciodiomicosi in gravidanza, riportati in precedenza. Conclusioni: questo è il primo caso riportato di infezione aspergillare disseminata fatale in gravidanza. Questo organismo dovrebbe essere incluso nelle diagnosi differenziali delle pazienti che presentano un peggioramento di infiltrati polmonari durante la gravidanza. 1 .75 .5 .25 0 0 4 8 12 16 20 24 28 32 36 SCORE MEDIO STOFHLA N28, MEDIA 24.8 RANGE (0,36) FIGURA 1. GLI ABSTRACT Conclusioni: in questa popolazione di cittadini adulti con scarso controllo dell’asma, la non aderenza agli ICS era diffusa ma non era correlata con la SCLIS. Sono necessarie ulteriori ricerche per identificare e superare le barriere all’aderenza in questo gruppo di popolazione ad alto rischio. Implicazioni Cliniche: la non aderenza è un fattore critico che contribuisce allo scarso controllo dell’asma. Grant Support: HL63333 (CSR); Parker B. Francis Foundation and HL67850 (JAK) Relationship between health literacy and adherence to inhaled corticosteroids in high-risk inner-city adults with asthma Dana Y Stewart, Jonathan V McCoy, Peter Hill, Arjun S Chanmugam, Cynthia S Rand, Jerry A Krishnan; Medicine, Johns Hopkins University, Baltimore, MD; 32 Emergency Medicine, Johns Hopkins University, Baltimore, MD Costi diretti ed indiretti dell’asma negli adulti: uno studio globale Scopo: stimare l’importanza dei costi diretti e indiretti dell’asma negli adulti. Metodi: abbiamo analizzato 1997 dati di interviste ottenute da un panel longitudinale di 401 adulti asmatici, ricavate originariamente da campioni random di penumologi, immunoallergologi e medici di base della California del Nord. Gli argomenti del sondaggio riguardavano l’utilizzazione dei servizi medici, compresi i ricoveri, la cura ambulatoriale (allopatica e alternativa) dell’asma e i farmaci (incluse le terapie non tradizionali). Le spese non mediche correlate alla salute includevano i trasporti per le visite mediche per asma, l’assistenza domiciliare necessaria a causa dell'asma e le misure di controllo domestico delle allergie. I costi indiretti dell’asma includevano il ritiro definitivo dal lavoro, la riduzione delle ore lavorative tra gli im- piegati e le perdite indotte dall’asma per attività non retribuite. Per la stima dei costi sociali diretti ed indiretti dell’asma sono stati applicati a tali attività prezzi unitari. Abbiamo anche analizzato, su base individuale, i costi in relazione alla gravità della malattia. Risultati: i costi annuali medi totali dell’asma per persona furono $4318, con una mediana di $2474 (25°-75° percentile = $1437-$ 4125). I costi medici diretti assommano in media per soggetto a $3188 (74% del totale). Le due componenti principali dei costi medici diretti furono i farmaci ($1569) e le visite ambulatoriali ($860). I costi medici medi indiretti furono $483 per soggetto (11% del totale). I costi medi indiretti furono $1130 per soggetto (26% del totale). Dei costi indiretti, il costo totale per cessazione definitiva del lavoro rappresentava il 51% e la perdita completa/parziale delle giornate di lavoro e la perdita delle ore di lavoro rappresentavano il 48%. Le perdite non retribuite (limitazioni nelle attività domestiche) erano di <1%. I costi totali dell’asma aumentavano con la gravità della malattia dichiarata dal paziente. I costi annuali medi per l’asma lieve, moderata e severa erano rispettivamente di $2316, $4088, e $11066, (ANOVA p<.001). Conclusioni: i costi asma-correlati sono significativi e sono indotti da fonti multiple di spesa. La perdita del lavoro ed il consumo di farmaci rappresentano le principali componenti dei costi sociali dell’asma. Implicazioni Cliniche: la cura ambulatoriale del paziente sembra essere un punto focale dell’impatto dell’asma sulla vita quotidiana dell'asmatico, incluso l’uso dei farmaci e la prevenzione delle giornate di lavoro perse. Grant Support: Studio supportato dai grant NHLBI RO1 HL56438 e NIOSH grant RO1 OH03480. Direct and indirect costs of adult asthma: a comprehensive study GLI ABSTRACT Miriam G Cisternas, Paul D Blanc, Irene H Yen, Patricia P Katz, Mark D Eisner, Edward H Yelin; MGC Data Services, Carlsbad, CA; Department of Medicine, University of California, San Francisco, San Francisco, CA; Institute for Health Policy Studies, University of California, San Francisco, San Francisco, CA Prevalenza dell’asma nei bambini: indagine in 57 scuole medie di Filadelfia Scopo: l’asma è la più comune malattia cronica dell'infanzia e nei bambini è al primo posto per ospedalizzazione e per prescrizione di farmaci. Sebbene la prevalenza nazionale della malattia sia inferiore al 10%, studi recenti suggeriscono cifre superiori, specialmente nelle popolazioni più svantaggiate. Per determinare la prevalenza dell’asma self-reported e dei vari sintomi asmatici nei bambini di una grande comunità urbana, abbiamo condotto un ampio screening tra gli studenti delle scuole medie di Filadelfia. Metodi: abbiamo condotto una ricerca sugli studenti della prima e seconda media in 57 scuole pubbliche di Filadelfia. Come strumento, abbiamo utilizzato un questionario già precedentemente validato (ISAAC, International Study of Asthma and Allergies in Childhood), che consta di domande relative a 5 scene di vita di ragazzi con vari sintomi di asma. Questo videoscreening era incorporato in attività educazionali dell’AsthmaBUS, un programma strutturato ed innovativo del Distretto scolastico di Filadelfia. Risultati: 5764 ragazzi completarono il nostro videoscreening (2852 prima media, 2912 seconda media; femmine: 50.4% e maschi: 49.6%). Di questi, 24.6% ammise di aver sempre avuto asma (22% F e 27.1% M). Inoltre, per l’anno precedente: 28.5% riportarono di aver avuto whee- zing a riposo; 31.5% riportarono di aver avuto wheezing da sforzo; 15.8% riportarono di essersi svegliati a causa di wheezing; 29.7% riportarono di essersi svegliati a causa della tosse; 19.9% riportarono di aver avuto dispnea a riposo. Di tutti i ragazzi, 20.4% avevano presentato 3 o più sintomi di asma nell’ultimo anno; 15.4% avevano presentato 3 o più sintomi di asma una o più volte al mese. Metà dei ragazzi con 3 sintomi nell’ultimo anno non era consapevole di aver sempre avuto asma. Relativamente all’etnia, l’asma self-reported era presente nel 30.7% di ispanici, 25.4% di afro-americani, 19.8% di bianchi e 15.9% di asiatici. Conclusioni: questi dati suggeriscono che la prevalenza e la gravità dell’asma nei ragazzi delle scuole medie di città può realmente essere molto superiore a quella normalmente riportata e che molti di questi giovani non è cosciente della diagnosi. 33 Implicazioni Cliniche: questo progetto dimostra l’estensione della prevalenza di asma in aree urbane con scarsi servizi ed il valore di programmi scolastici strutturati capaci di aumentare la consapevolezza della malattia. I nostri dati suggeriscono anche che lo screening per asma dovrebbe essere considerato componente obbligatoria nel curriculum sanitario di un ampio distretto scolastico urbano. Grant Support: supportato dal distretto scolastico di Filadelfia e da un grant di Glaxo SmithKline. Asthma prevalence in children: a survey of 57 Philadelphia middle schools Salvatore Mangione, Elaine J Yuen, Catherine Balsley; Department of Medicine and CRMEHC, Jefferson Medical College, Philadelphia, PA; Department of Family Medicine and CRMEHC, Jefferson Medical College, Philadelphia, PA; Office of Curriculum Support, The School District of Philadelphia, Philadelphia, PA PNEUMORAMA 30 / IX / 1-2003 Actinomicosi endobronchiale Scopo: l’Actinomicosi è un’infezione subdola, a pregressione lenta causata da un bacillo anaerobico o microaerofilo, Gram positivo, filamentoso e ramificato che normalmente colonizza la bocca, il colon e la vagina. L’Actinomicosi era un’infezione comune nell’era pre-antibiotica. La sua incidenza è significativamente diminuita con l’introduzione della penicillina. Il più comune focus attuale è a livello del distretto cervico-facciale, responsabile del 60% dei casi. L’Actinomicosi toracica si presenta nel 15% dei casi con rari riferimenti alla forma endobronchiale. Metodi: una donna di 89 anni, di etnia ispanica, con anamnesi di asma, due episodi di polmonite acquisita in comunità nell’ultimo anno, trattata per TBC negli anni ’50 e con storia di tabagismo (20 34 pacchetti/anno) fu ricoverata in ICU per inalazioni di fumo e avvelenamento da monossido di carbonio. Dopo un periodo di 7 settimane fu eseguita una TC del torace che evidenziò una massa escavata, a margini spiculati a livello del lobo inferiore sinistro (LIS), bronchiettasie da trazione nel lobo superiore omolaterale (LSS) ed opacità ad albero in fiore nel lobo inferiore destro (LID) e nel lobo medio (LM). Una raccolta anamnestica più dettagliata rivelò un calo ponderale di 10 Kg negli ultimi due mesi e presenza di tosse da molti mesi prima del ricovero. La paziente era apiretica, pressoché edentula. Il murmure vescicolare era ridotto a livello della base polmonare ds. Le colture dello sputo risultarono negative per batteri, funghi e micobatteri. Fu praticata una fibrobroncoscopia che rivelò a livello del LID una massa endobronchiale. La massa appariva color bianco-gesso, irregolare e parzialmente ostruente (Figura 1). Furono eseguite biopsie endobronchiali e il lavaggio bronchiale. Il riscontro istologico rivelò la presenza di batteri gram-positivi, fila- mentosi e granuli giallo zolfo. Questi riscontri erano diagnostici di actinomicosi. Risultati: l’actinomicosi endobronchiale è una rara forma di infezione non comune. La diagnosi differenziale di questa massa include: neoplasie maligne o benigne, corpo estraneo, infiammazione granulomatosa, broncolitiasi. L’actinomicosi va presa in considerazione nella diagnosi differenziale di una massa endobronchiale. L’actinomicosi è una diagnosi frequentemente mancata o malinterpretata. L’aspirazione del microorganismo dall’orofaringe, specialmente nei pazienti con scarsa dentizione, è la fonte abituale dell’infezione. Altre condizioni sottostanti associate includono la BPCO e le bronchiettasie. La nostra paziente presentava tutti i tre i fattori di rischio. I granuli giallo zolfo in presenza di batteri gram-positivi sono diagnostici. L’esame colturale è specifico per la diagnosi, comunque, una sola dose di antibiotico può ridurre in modo significativo la possibilità della crescita colturale. I più comuni riscontri radiologici includono la presenza di massa o di polmonite con o senza versamento pleurico. Altre manifestazioni meno comuni sono la forma miliare, le lesioni endobronchiali e noduli polmonari multipli che possono escavarsi. Prima dell’introduzione degli antibiotici, il trattamento di scelta era la resezione chirurgica. Il trattamento attualmente accettato è la sola terapia antibiotica fatta salva la presenza di un ascesso chiaramente dimostrato, che richiede l’intervento chirurgico. FIGURA 1. ACTINOMICOSI ENDOBRONCHIALE DANA H MARTIN, CHRISTOPHER S TAYLOR, BELA PATEL; GLI ABSTRACT Conclusioni: l’actinomicosi toracica è un’infezione rara con un’espressione endobronchiale eccezionale. Gli organismi coinvolti sono altamente sensibili agli antibiotici, il che riduce la possibilità della diagnosi. La sua reale incidenza si sospetta sia maggiore di quanto riportato. In ogni paziente con lesione endobronchiale nel quale sia sospettata una neoplasia, nella diagnosi differenziale bisogna pensare anche all’actinomicosi. Predizione del rischio di tumore polmonare: derivazione, validazione e implicazioni di un nuovo modello. Scopo: l’eleggibilità per uno screening volontario e per la prevenzione e la precoce scoperta di cancro del polmone è normalmente determinata sulla base della presenza o assenza di valori di soglia dei fattori di rischio come l’età e il tabagismo 36 (pacchetti/anno). Tra coloro che presentano tali fattori, il rischio di cancro del polmone varia enormemente. Abbiamo sviluppato e validato uno strumento clinico che possa aiutare a quantificare il rischio per i soggetti che superano queste soglie di esposizione. Metodi: abbiamo analizzato i dati di uno studio randomizzato sulla prevenzione del tumore polmonare che ha coinvolto 18172 grandi fumatori, che sono stati seguiti per un totale di 168343 anni/uomo. Nel corso del periodo di studio vi sono state 1070 nuove diagnosi di tumore (tasso di incidenza: 636 per 100000 anni/uomo). A questi dati abbiamo applicato la regressione proporzionale per rischi di Cox per derivare un nomogramma relativo al rischio di un soggetto di essere diagnosticato affetto da cancro entro un anno, sulla base della combinazione di età, sesso, esposizione all’asbesto e diverso peso dell’abitudine tabagica. La distribuzione stimata del rischio incontrata in questi studi di prevenzione e diagnosi precoce era poi derivata da un campione di arruolati in uno studio sullo screening del cancro del polmone ancora in corso. Risultati: i parametri individuali del modello concordavano con le relazioni epidemiologiche pubblicate. Il modello generale presentava una buona discriminazione (Harrell’s C=0.72) ed un’eccellente calibrazione. Per i soggetti di età uguale o superiore a 55 anni, il rischio di malattia nel primo anno sembra variare enormemente (Tabella 1). Per esempio, entro la coorte di soggetti arruolati nello studio prospettico di diagnosi precoce, il rischio era stimato in grado di variare di 13 volte per il 90% della coorte. Implicazioni Cliniche: la predizione accurata del rischio può migliorare il disegno e la condotta negli studi di prevenzione e di diagnosi. Essa aiuta anche coloro che programmano gli screening di volontari a bilanciare i benefici potenziali dei test di screening nei confronti dei pericoli conseguenti a risultati falsi positivi. Grant Support: Non sussistono conflitti di interesse. TABELLA 1. ESEMPI DI RISCHIO ANNUALE DI TUMORE POLMONARE Caratteristiche demografiche Anni di fumo Pacchetti/ die Anni trascorsi dalla sospensione Rischio annuale 55 aa Femmina 20 1/ 2 30 0.0002 60 aa Maschio 35 1 10 0.003 70 aa Femmina 40 2 10 0.01 70 aa Maschio 50 3 0 0.03 GLI ABSTRACT Il diametro del cancro polmonare non a piccole cellule correla con la sopravvivenza a lungo termine: implicazione per il fattore T di stadiazione Scopo: sulla base dei dati accumulati dal 1983 al 1988, il fattore T delle neoplasie non a piccole cellule (NSCLC) predice una prognosi migliore per tumori di diametro < 3 cm rispetto a quelli 3 cm. Per giudicare se la prognosi del NSCLC stadio I, sulla base del diametro dello stesso potesse risultare in realtà migliore abbiamo usato un database pluri-istituzionale. Metodi: abbiamo analizzato 9000 pazienti > 20 anni con stadio clinico IA o IB trattati chirurgicamente per NSCLC primitivo, registrati nel database SEER dal 1992 - 1997 con diametro tumorale da 1-6 cm (Ries 2000). Noduli al di sotto di 1 cm non furono inclusi nello studio per la ridotta dimensione del campione (n=191). Sulla base della dimensione del nodulo si raggrupparono 5 categorie: 1-1.9 cm (n=2130, 24%), 2-2.9 cm (n=2851, 32%), 3-3.9 cm (n=1984, 22%), 4-4.9 cm (n=1161, 13%), e 5-6 cm (n=874, 10%). L’analisi di sopravvivenza fu condotta con il test KaplanMeier, il log-rank test e i modelli di Cox. Risultati: abbiamo analizzato 4904 (53%) maschi e 4287 femmine, di età 66.6 ± 9.4 anni, con NSCLC in stadio I. La sopravvivenza diminuiva con l’aumentare delle dimensioni del tumore (p<0.0001). Tumori più grandi ebbero una differenza di sopravvivenza significativa rispetto ai tumori di 1-1.9 cm (Tabella 1). I risultati non erano modificati dopo l’aggiustamento per genere, età, istologia e tipo di chirurgia. Una mortalità leggermente superiore fu osservata per i tumori di 3-03.9 cm rispetto ai noduli di 2-2.9 cm (HR: 1.14, 95% CI: 1.03 -1.27), e per i tumori di 4-4.9 cm rispetto a quelli di 3-3.9 cm (HR: 1.22, 95% CI: 1.071.39). Non vi era alcuna significativa differenza nella sopravvivenza fra i tumori di 4-4.9 cm e 5-6 cm. Analogamente, nessuna significativa differenza fu riscontrata nel confronto tra tumori di 1-1.9 cm e noduli < 1 cm di diametro. Conclusioni: le dimensioni del tumore sono un predittore indipendente della sopravvivenza nei NSCLC in stadio I. I tumori > 2 cm si associano a progressiva riduzione della sopravvivenza, anche dopo aggiustamenti per co-variabili significative. La differenza nella sopravvivenza tra gruppi con noduli > 2 cm di diametro non è così significativa come la differenza tra questi singoli gruppi e quello con tumori di 1-1.9 cm. Implicazioni cliniche: analogamente al tumore della mammella il fattore T1 del cancro del polmone dovrebbe includere tumori < 2 cm, e il T2 quelli > 2 cm. Diameter of non-small cell lung cancer correlates with long-term survival implications for t stage Carlos M Mery, Anastasia N Pappas, Raphael Bueno, Jeanne M Lukanich, Steven J Mentzer, Yolonda L Colson, Phillip A Linden, David J Sugarbaker, Michael T Jaklitsch; Thoracic Surgery, Brigham and Women’s Hospital, Boston, MA Traduzione degli Abstract - I e II parte - a cura di Stefano Aiolfi, U.O. Riabilitazione Respiratoria, Ospedale Santa Marta, Rivolta d’Adda (CR) TABELLA 1. MORTALITÀ SECONDO IL DIAMETRO DEL TUMORE Diametro del tumore (cm) Sopravvivenza a 5 anni HR (95% CI) 1-1.9 65 % Riferimenti 2-2.9 57 % 1.30 (1.16-1.47) 3-3.9 54 % 1.49 (1.32-1.69) 4-4.9 46 % 1.82 (1.59-2.08) 5-6 44 % 2.04 (1.77-2.36) PNEUMORAMA 30 / IX / 1-2003 37 SPAZIO LIBERO Salus Populi Suprema Lex di Giuseppe Lauriello I In occasione di un provvedimento eccezionale, preso a proposito di una grave e inattesa calamità, è spontaneo riandare con il pensiero ad un’antica sentenza latina: Salus populi suprema lex. Varie interpretazioni la vogliono tratta dalla raccolta decemvirale romana meglio nota come Legge delle XII Tavole, eppure, anche se ripetutamente consultata nelle sue varie lezioni (Schoell, Bruns, Riccobono), non si trova 38 traccia della massima nella collazione di frammenti a noi pervenuta. La sua origine, comunque, presenta una collocazione indubbiamente remota, probabilmente nei primi secoli della repubblica, se non anteriormente. Essa rientra con molta attendibilità in quei formulari magico religiosi a valenza giuridica sottesi ai vaticini ufficiali pronunciati dagli àuspici in occasione delle solenni ricorrenze di appello agli dei. Tanto si desume da alcune rievocazioni di Cicerone consegnate nel De legibus a proposito di orientamenti legislativi a forte connotazione sacrale datisi dalle primitive società dell’antica Roma. In merito, infatti, l’A., richiamando lontane espressioni legali, ricorda: I sacerdoti facciano pronostici… per la salute del popolo (“Sacerdotes salutem populo auguranto”- CIC. De leg. II,8,21), un’esortazione forse illuminante per comprendere meglio il crogiolo da cui nasce la massima, il contesto religioso punto di riferimento delle società arcaiche e che meglio si delinea nell’altra frase ciceroniana ancora più marcata: La vita umana ottempera alle norme di una legge suprema (“Hominum vi- ta iussis supremae legis obtemperat” - CIC. De leg. III,1,3). E di norme, da valere in forza di legge e loro potere prescrittivo, appaiono ai primordi delle comunità rurali romane sotto forma di enunciati di origine divina. I primi giureconsulti sono i pontifices, depositari della religione come del diritto e pertanto abilitati ad emettere responsa. La formula: Salus populi suprema lex appare quindi come accezione permeata di sacralità e di pregnanza giuridica allo stesso tempo; sacrale, perché Roma arcaica venera deità a sfondo medico, autoctone, ritenendo che la medicina sia un’invenzione degli dei e dunque degna di essere dedicata al cielo: Diis primum inventores suos designavit et coelo dedicavit (PLINIO, XXIX,1); giuridica, perché il Quirite reputa la legge come retto e razionale comportamento di emanazione divina, che si armonizza con l’ordine naturale delle cose: atqui nos legem bonam a mala nulla alia nisi naturae norma dividere possumus (CIC. De leg. I,16,44). La dea Salute è una divinità specificamente italica, una delle tante divinità ad interesse medico presenti nel modesto Olimpo dei primi abitatori della penisola come la dea Febbre, la dea Mephitis, la dea Carna, solo per citarne alcune. Varrone ne ricorda l’origine sabina: A Sabiniis… dicimus Salutem (VARR. Del. lat. 10,74), popolo di stirpe Sabellica, stanziato a nord est di Roma, di cui parla Strabone (STRAB. V,228,250), gente insediata nel territorio molto prima dell’avvento dei Romani e sicuramente provata dall’insalubrità della regione e dalle ricorrenze terribili di febbri malariche e di esalazioni mefitiche. L’esigenza di una divinità salutare che protegga il popolo dalle incursioni epidemiche, ha origine proprio dalla constatazione dell’impotenza di fronte SPAZIO LIBERO al ciclico ripetersi di tali flagelli. Ed ecco Salus, la dea primeva, ancora indeterminata, che nasce nell’immaginario primordiale di questa gente come liturgia devozionale, precedendo i culti delle tante divinità specifiche tutelari di singoli momenti fisiopatologici dell’organismo (Febris, Partula, Cunina, Strenia, ecc.) o forse seguendoli come rappresentazione di un unico nume custode del benessere e del vigore non del singolo individuo o del singolo stato morboso, ma dell’intera comunità e dell’uno organico. Nasce, affrancandosi dai rituali della medicina domestica intesa come protezione intramuraria, familiare, di catoniana memoria per ergersi a difesa collettiva del popolo. Nasce come personificazione della presa di coscienza di un ethnos come nazione e della propria conservazione, in quanto unicum nella molteplicità, dall’insidia che lo sovrasta: l’aer pestilens, la malaria, una maledi40 zione incombente, nefasta. Il culto di Salus è rapidamente assimilato dai Romani sia per il loro profondo sentimento religioso, tanto che di ogni atto della vita quotidiana ne fanno un rito, sia per il forte senso di appartenenza a una stirpe assegnata a un superiore destino e quindi all’esigenza della continuità, continuità che è riconosciuta proprio nell’integrità fisica e biologica e che è incessantemente minacciata da un ambiente infido. Infatti, in sintonia con quanto scrive Cicerone, Roma, pur individuata in un luogo salubre e ricco di sorgenti, è inserita nel mezzo di una regione quanto mai esiziale. Tra il Palatino, l’Esquilino e il Campidoglio insistono due stagni: il lacus Servilius e il lacus Curtius e stagni e paludi sono presenti tra il Viminale, la zona del Velabro e l’area del Foro; il campo Marzio è coperto di acquitrini; Trastevere è invaso dalla palus codetana maior, mentre la zona della basilica Laterana è occupata dalla palude Metronia: Locum delegit Romulus et fontibus abundantem et in regione pestilenti salubrem (CIC. De Rep. II,6,11). Tanto per sottolineare come questo popolo sia costret- to a sopportare prove terribili di terzane maligne ed aggressioni pestilenziali proprio ai primordi della sua identità nazionale, tanto angosciose da lasciarne traccia nei primitivi assetti legislativi, visto che è messa in discussione la sua stessa sopravvivenza. Imperativa quindi la difesa dell’ambiente e la preservazione della sanità collettiva: Salus populi suprema lex esto! In questo scenario non è peregrina l’ipotesi del Puccinotti, avanzata nel secolo scorso, che legge in questa massima un’invocazione intensamente salutare, dal momento che l’ostilità naturale della contrada incombe e l’esigenza di dominarla è assoluta. La dea Salus quindi giunge ben accetta ed esaltata, venendo a proteggere un interesse primario dello Stato: la buona salute dei cittadini. Ed a questa divinità, alla Salus populi i Romani offrono doni, fanno sacrifici, recitano preghiere con apposite formule per propiziarsela e scrutarne la volontà attraverso i presagi. Ed è tanto forte e radicata la convinzione della salute come bene supremo che il termine passa nelle comuni espressioni augurali verbali e scritte: salutem impertiri, salutem nuntiare… All’epoca della terza guerra sannitica e precisamente dopo la vittoria conseguita sugli Equi e cioè nel 306 a.C. C. Giunio Bubulco, narra Tito Livio (LIV. IX,43,25), inaugura il tempio alla Salute sul Quirinale, che, come console aveva promesso in voto e come censore aveva dato in appalto. Il tempio, dice Cicerone, è costruito per onorare un “valore”, così come altri templi in Roma erano stati dedicati all’Onore, all’Abbondanza, alla Vittoria ed ancora alla Ragione, alla Pietà, alla Virtù, alla Fede (CIC. De leg. II,11,28), perché, soggiunge, è degno consacrare le virtù che onorano i forti e i buoni e tutte quelle qualità che sono cose desiderabili. Questo tempio, informa Valerio Massimo, ebbe le pareti affrescate da C. Fabio Pittore, uno dei migliori artisti dell’epoca (VAL. MAX. Mem. VIII,14,6). Il tempio di Bibulco viene a sostituire un precedente modesto SPAZIO LIBERO sacello edificato presso una porta delle mura serviane, detta appunto porta Salutaris, e sarà successivamente distrutto da un incendio ai tempi dell’imperatore Claudio nella prima metà del I sec. In questo luogo sacro Salus è invocata ed impetrata in occorrenza di epidemie e di guerre, ma con preghiere comunque dirette alla preservazione dell’integrità fisica dei combattenti. L’augurium Salutis è l’intercessione rivolta alla dea attraverso un rito augurale a favore della salute pubblica, praticato davanti le alte cariche dello Stato e del Collegio degli Auguri. Solo in un secondo tempo “salute” acquisterà un significato estensivo, per cui anche la “salvezza della Patria” ricadrà sotto il manto tutelare di Salus. Scavi archeologici condotti alcuni decenni orsono hanno portato in luce le rovine dell’Aedes Salutis nei giardini di villa Colonna. Salus, la Salute, è citata in varie iscrizioni e su molte monete. Su queste ultime appare come giovane donna con in mano una coppa (patèra), da cui scorre dell’acqua termale, simbolo di salute. È presentata ancora con una corona di piante medicinali sul capo ed in mano un serpente, incarnazione della medicina. Con l’arrivo a Roma di Esculapio ovvero della medicina greca nel 293 a.C. la dea Salus viene ad identificarsi con Igea greca, perdendo quei contorni più tipicamente italici e soprattutto l’attributo di protettrice della salute pubblica, come riferisce Penso, per restare dea della sanità e del benessere del singolo. Mancini e Pazzini sostengono che Salus , prima dell’avvento di Esculapio, sia stata ritenuta patrona del benessere pubblico inteso come connotazione medica; solo in un secondo momento vi si è individuato un riferimento alla salute fisica. Però quanto riportato in precedenza sembra avvalorare il contrario o tutto al più confortare la congettura di Penso. L’interesse che i Romani riservarono sin dai tempi più antichi alla prevenzione sanitaria è ancora sotto gli occhi di tutti, espresso nei ruderi del suo passato. L’aver colto l’importanza dei problemi di sanità pubblica e privata e quindi di preservazione “biologica” del cittadino e della comunità è fenomeno proprio della romanità. Una città che riesce a dissetare i suoi abitanti, dice Homo, con quattordici acquedotti, ad erigere terme per migliaia di abitanti, ad aprire parchi sul Gianicolo, a disciplinare lo smaltimento dei rifiuti, a sorvegliare le rive del Tevere, affinché non straripino e non formino acquitrini, dimostra una lucida capacità organizzativa, un’ammirevole attitudine al pragmatismo, ma soprattutto un superiore rispetto per la salute della collettività. Suo merito infatti è la codificazione prima di regole igieniche e di una legislazione sanitaria notevole nelle sue linee fondamentali. La “salute”, intesa come “valore” è la qualità positiva più elevata cui aspira l’uomo durante la sua vita terrena oltre che motivo ispiratore massimo delle varie azioni umane 41 moralmente ritenute buone. La stessa “giustizia”, altro bene sommo, che riguarda il rispetto dei diritti altrui e l’attribuzione a ciascuno di ciò che gli è dovuto, è in posizione subordinata alla “salute”, che a sua volta precede altri due valori supremi come la “libertà” e la “pace”. Sono tutti valori sanciti e difesi dalle costituzioni dei vari Paesi liberi e democratici, ma ribaltati nella scala delle priorità da motivazioni politiche e opportunistiche, che hanno trasferito la salute, Salus-Igea, in posizione subalterna. L’enunciato di impronta umanistica e cristiana: “La vita non ha prezzo” è stato svilito dall’assioma di marca americana: “La vita ha un costo”. La sentenza: Salus populi suprema lex è stata schiacciata dal: Fiat iustitia et pereat mundus, costringendo Astrea a fuggire in un angolo del cielo: Victa iacet pietas et Virgo caede madentes, / ultima caelestium, terras Astraea reliquit (OV. Metam, I,149-150) “Giace sconfitta la giustizia e la Vergine Astrea, ultima dei celesti, abbandona la terra devastata”. PNEUMORAMA 30 / IX / 1-2003 L’ANTIFUMO Confusione di Giuliana Maldini 42 L’ANTIFUMO LA BUSSOLA (Note di Bioetica) Qualche conclusione di Camillo Barbisan S Saremmo ingenui, giunti a questo punto del ragionamento, a non accogliere e valutare attentamente le resistenze che vengono opposte all’elaborazione che si sta tentando di proporre. Anzitutto il disagio degli operatori sanitari, i quali scontano una sorta di “deficit genetico”; essi sono stati infatti “educati professionalmente” nella fase formativa a considerare pressoché esclusivamente la dimensione virtuosa dell’agire professionale nella linea del fare, del fare sempre, del fare sempre con tutti i mezzi a disposizione. Molta minor propensione è stata sollecitata verso l’altrettanto rilevante lato della questione: appunto quello che introduce a contemperare il fare con l’appropriatezza etica del medesimo. L’integrazione offerta dal sapere e dalla prassi bioetica nelle svariate manifestazioni rappresentano senza ombra di dubbio una risorsa efficace capace quanto meno di istruire il profilo di complessità e di completezza dei fatti in esame. Vi è ancora da recepire il disagio della pubblica opinione rappresentato da un misto di ingenuità, di confusione, di sorpresa. Forse non vi è capacità di affrontare i problemi quando accadono perché la cultura civile, il dibattito mediatico nel nostro paese o non affronta o indulge a trattazioni, sul registro emozionale di una serie di questioni che – in ogni caso – muovono tutte intorno all’intreccio da dipanare tra nuovi poteri della medicina da una parte, espressioni di volontà/libertà dei soggetti coimplicati dall’altra. Ma, tutto questo, non può essere richiesto improvvisamente (rispetto all’ethos che ci connota) o formalisticamente (senza cioè chiamare in causa aspetti sostanziali che rinviano al senso, al significato che ciascuno attribuisce al proprio esistere). È perciò innegabile l’urgenza di produrre e proporre stimoli capaci di dare gli esiti attesi al senso comune ed al costume vigenti. Vi è infine da richiamare una ulteriore manifestazione di disagio quale cifra che interpreta gli atti, i pronunciamenti, le riflessioni provenienti dal mondo degli operatori giuridici e dei legislatori da una parte e dall’ambito delle espressioni offerte dalle fedi religiose dall’altra. L’istanza irrinunciabile – principio di civiltà – di concedere garanzie e tutela ai diritti dei 43 deboli talvolta mal si accorda con una normatività ed una giurisprudenza non sempre in grado di contemperare la valorizzazione della tradizione con quegli aspetti di novità già abbondantemente allusi in queste pagine. Ovvio che l’alternativa non è né lo scioglimento dei poteri/capacità sopra indicati da qualsiasi vincolo né tantomeno un atteggiamento diametralmente opposto, teso ad irrigidire gli atti sia sotto il profilo dell’esecuzione sia relativamente alla eventuale successiva valutazione. Quella appena delineata è certamente una situazione di non facile gestione ma non potrebbe essere altrimenti, stante il fatto che non è la normatività giuridica a creare l’ethos bensì, viceversa è a partire da quest’ultimo (primo!) che si originano quegli elementi capaci di orientare, prescrivere, vincolare il complesso di eventi e rapporti che accadono entro il vissuto sociale nelle sue svariate articolazioni e manifestazioni. Senza ombra di dubbio un’attenzione del tutto rilevante deve essere posta agli eventi inerenti il mondo biomedico. Premono attualmente urgenze sostanziali: PNEUMORAMA 30 / IX / 1-2003 oltre a quelle già indicate s’aggiungono quelle relative alla possibilità di intervenire sulle fasi iniziali/finali della vita; ma vi sono pure urgenze formali che fanno ritenere l’esigenza di superare normative di tipo localistico in direzione di espressioni di natura più estesa se non addirittura planetaria alla luce del fatto che la scienza e la biomedicina “non conoscono” i confini che abitualmente delimitano terre e popoli. Nel “frattempo” grava sulle spalle degli operatori del diritto l’onere e la responsabilità di far rispettare la normativa vigente senza tuttavia trascurare di valorizzare al massimo livello possibile quelle indicazioni che provengono dalla riflessione “culturale e militante” della bioetica quali manifestazioni delle nuove ed ancora fragili costruzioni etiche in via di elaborazione all’interno del mondo biomedico e nel confronto con le altre istanze rappresentate dai saperi 44 umanistici. Per avviarci alla conclusione bisogna riconoscere un ruolo ancora rilevante nel custodire, ri-trascrivere, incrementare l’ethos alle fedi religiose. Anche le manifestazioni di queste ultime non possono limitarsi a ripetere le sintesi del passato oppure a concentrare tutto lo sforzo intorno agli aspetti teorici della vicenda in questione. L’esplorazione dell’umano e di ciò di cui esso è meritevole – nella linea della bontà, della giustizia e della verità – non può non fare i conti anche con quelle possibilità di intervento che su di esso abbiamo – soprattutto in questi ultimi anni – accumulato. Non può e non deve suscitare meraviglia il fatto che le teologie e le prassi dei credenti continuino a ragionare in termini di sacralità riferendosi alla vita: sarebbe singolare il contrario! L’auspicio è che anche a partire dalla considerazione attenta della fisionomia e dei contesti dei “nuovi poteri” si elabori una riflessione atta ad integrare la dimensione della già richiamata dignità/qualità della vita stessa. Perciò proprio perché la vita si offre come il valore supremo non può essere “costretta” a perdurare “artificialmente” anche nelle circostanze nelle quali, prescindendo dai supporti e dalle surrogazioni, essa ha altra destinazione, molto diversa rispetto alla ripresa totale o parziale. Oggettivamente e soggettivamente è necessario assumere questo contenzioso per evitare che, alla pesantezza che inevitabilmente manifesta ogni morire, non si aggiunga la gravosità delle condizioni nelle quali questo accade pur potendo non farlo accadere. Le forme autentiche di rispetto, sollecitudine, prossimità, responsabilità, proprio al fine di onorare il cardine della sacralità, possono esigere, in alcune situazioni, di valutare attentamente un agire etico che sopravanzi rispetto ad un fare professionale che impedisce ad una storia umana di realizzare il proprio destino: fosse anche quella manifestazione estrema della finitezza che è rappresentata dalla morte. LA BUSSOLA & PNEUMORAMA AIAnewsletter Comunicazione ai Soci 46 Cari Soci, con le votazioni, svoltesi a Bologna, in occasione dell’ultimo Congresso Nazionale dell’Associazione, grazie ai Vostri voti, sono entrato a far parte del Consiglio Direttivo. Nel primo Consiglio Direttivo è stato nominato Presidente dell’Associazione il prof. Gianfilippo Bagnato. Nell’aprile u.s. il prof. Bagnato, dopo aver constatato che tale carica mal si conciliava con i gravosi incarichi accademici, scientifici ed assistenziali, da poco tempo assunti presso l’Università degli Studi di Messina, ove, essendo risultato vincitore di Concorso Nazionale di Professore di Prima Fascia per la disciplina di Reumatologia, era stato chiamato su tale insegnamento con il compito anche di riorganizzare l’Unità Operativa di Reumatologia, ha comunicato al Consiglio la decisione di rassegnare, suo malgrado, le dimissioni dall’impegnativo incarico di Presidente suggerendo la mia nomina per il completamento del mandato. Il Consiglio ha accettato e fatta sua la proposta nominandomi, nella stessa seduta, Presidente dell’Associazione. Desidero quindi come primo atto ringraziare il prof. Bagnato per avermi indicato come suo successore ed il Consiglio tutto per avermi accordato la sua completa fiducia affidandomi, con sincero entusiasmo, tale prestigioso, anche se gravoso, incarico che desidero condividere con tutti i componenti del Consiglio. Il momento è infatti difficile e delicato per le numerose problematiche che coinvolgono l’Associazione, i Soci e le principali attività che ci hanno contraddistinto. I tempi stanno cambiando e penso che sia giusto adeguarvisi rapidamente senza tuttavia alterare le nostre originarie connotazioni, gli scopi ed i principi dell’AIA. Le finalità dell’AIA sono infatti ancora attualissime e ci consentono di affrontare serenamente e con fiducia la sfida del nuovo millennio. Nella prima riunione sotto la mia Presidenza sono state confermate tutte le commissioni nominate nella precedente seduta di Bologna e sono state vagliate alcune nuove proposte per dare maggiore visibilità all’Associazione ed intraprendere nuovi studi e ricerche. Dopo avervi aggiornato sugli ultimi avvenimenti svoltisi nel Direttivo, con fiducia ed amicizia invio a Voi tutti il mio primo saluto di Presidente, invitandovi a collaborare attivamente, con suggerimenti e consigli che mi potete inviare per e-mail, fax o per telefono; l’Associazione, come ben sapete, è un bene comune di tutti gli iscritti. Per meglio adempiere al mandato ho chiesto al Dott. Roberto Albertini, membro del Consiglio, che gode della mia completa fiducia, di fare da tramite fra voi e me per quesiti di qualsiasi tipo. Cordiali saluti a voi tutti ed “ad multos annos”. Pierpaolo Dall’Aglio E-mail: [email protected] Tel 0521 991387 fax 0521 982519 Il nuovo Consiglio Direttivo dell’Associazione risulta così composto Presidente: Pierpaolo Dall’Aglio. Vice Presidente: Mariangela Manfredi. Segretario: Paola Minale. Past President: Paolo Mandrioli. Consiglio Direttivo: Roberto Albertini, Gennaro D’Amato, Sebastiano Gangemi, Paola De Nuntiis, Guido Marcer, Marzia Onorari, Emma Tedeschini,Alessandro Travaglini, Mario Zanca. AIANEWSLETTER AIAnewsletter Attività del Gruppo di Lavoro AIA Educazione - Informazione e Comunicazione Responsabili: dr.ssa M. Manfredi - e-mail: [email protected] dr.ssa P. Minale - e-mail: [email protected] 1) Sono stati allacciati rapporti con la rete H PH nazionale (Ospedali promotori della salute) presentando un lavoro interaziendale da parte della U.O. Allergologia ed Immunologia clinica e U.O. Laboratorio Immunologia ed Allergologia del Nuovo Ospedale San Giovanni di Dio dell’Azienda Sanitaria di Firenze insieme alla U.O.Allergologia e Immunologia dell’Ospedale San Martino di Genova “Allergia e scuola”. Obiettivo futuro è implementare i rapporti tra AIA ed i Responsabili HPH. 2) Sono stati curati e implementati i rapporti con le Associazioni quali Federasma per condividere strategie a fini educativi e informativi. Temi di interesse comune: “Allergia a scuola”; “Qualità dell’aria a scuola”. 3) È stata offerta la collaborazione a Federasma per la campagna di informazione su “Qualità dell’aria” offrendo il patrocinio per la realizzazione di un libretto informativo “Qualità dell’aria nelle scuole” con il coinvolgimento di eventuali altre Società scientifiche e Associazioni malati. 4) È stato assunto l’impegno di aggiornare periodicamente il sito AIA sullo stato di avanzamento delle attività del gruppo. 5) È in programma lo sviluppo della collaborazione già esistente con le ARPA allo scopo di progettare programmi educazionali, ad esempio nella scuola, da condividere e realizzare insieme sfruttando le diverse competenze. 6) È in programma la realizzazione e successiva diffusione di un questionario per i soci AIA al fine di effettuare una ricognizione delle attività educazionali svolte, per conoscere i gruppi che lavorano in questo campo a livello italiano e quindi poter elaborare progetti a comune. La ricognizione delle attività educazionali svolte in campo allergologico/ambientale è auspicabile possa essere estesa anche ad altre Associazioni scientifiche allo scopo di creare un’interfaccia tra i gruppi educazionali operanti nelle diverse Associazioni. Notizie Comunichiamo a tutti i Soci che la Commissione Nazionale per la Formazione Continua ha accreditato quale attività di Formazione Continua l’evento formativo denominato Congresso Nazionale di Aerobiologia “Aria e Salute”, tenutosi a Bologna dal 13 al 15 Novembre 2002, assegnando ai partecipanti 10 Crediti Formativi E.C.M 22nd Congress of the European Academy of Allergology and Clinical Immunology - EAACI Parigi (F), 7-11 giugno 2003 EAACI Executive Office Tel. +46 8 459 66 23 Fax +46 8 663 38 15 [email protected] EAACI will offer Continuing Medical Education (CME) credits 6th European Course on Basic Aerobiology Poznan (PL), 7-13 agosto 2003. Chair person:Alicja Stach University of Medical Sciences,Allergic Disease Diagnostic Centre Tel. +48 61 8528 503/249 Fax +48 61 8520 671 [email protected] The course is recommended by IAA 3th European Symposium In Aerobiology – TESA Worcester (UK), 30 agosto - 4 settembre 2003 Chair person: Prof. Jean Emberlin National Pollen Research Unit, University College Worcester WR2 6 AJ UK [email protected] PNEUMORAMA 30 / IX / 1-2003 47 AIAnewsletter ASSOCIAZIONE ITALIANA DI AEROBIOLOGIA RETE ITALIANA DI MONITORAGGIO DEGLI AEROALLERGENI CENTRI DI MONITORAGGIO ATTIVI AL 13 MAGGIO 2003 48 AL - Novi Ligure - Al2 L.G. Cremonte, M.G. Mazzarello ASL 22 - Osp. San Giacomo Novi Ligure (AL) BZ - Brunico - Bz3 E. Bucher, E. Zieger Appa Bolzano Lab. Biologico Provinciale Via Sottomonte, 2 - Laives (BZ) GE - Genova - Ge1 S.Voltolini, L.Bertoluzzo, C. Montanari A. O. S. Martino U.O.Allergologia Largo R. Benzi, 10 - Genova AO - Aosta - Ao2 R. Martello, P.Acconcia A.R.P.A.Valle d’Aosta Regione Borgnalle, 3 - Aosta BZ - Silandro - Bz4 E. Bucher, E. Zieger Appa Bolzano Lab. Biologico Provinciale Via Sottomonte, 2 - Laives (BZ) GE - Genova - Ge3 M. Molina, E. Carlini, S.Trichilo ARPAL - Dip. di Genova Laboratorio Via Montesano, 5 - Genova AO - Frazione Gimillan (Cogne) - Ao3 R. Martello, P.Accocia A.R.P.A.Valle d’Aosta Regione Borgnalle, 3 - Aosta CA - Cagliari - Ca1 G. Piu, P.U. Mulas Ambulatorio Allergologico G. Piu Via Zagabria, 51 Cagliari (CA) GE - Lavagna - Ge2 G.Albalustri, M.Audisio ASL 4 Chiavarese Lab.Analisi Osp. Lavagna Via Don Bobbio, 25 - Lavagna (GE) AP - Ascoli Piceno - Ap1 G. Nardi Osp. Prov. Mazzoni U.S.L.13 Serv. Immun.Allerg. e Trasfusionale Via Degli Iris, 35 - Ascoli Piceno CE - Caserta - Ce1 A. Cirillo, L. Gallo, M. Caputo U.O.Allergologia e Immunologia Clinica A. O. di Caserta Via Tescione - Caserta AP - S. Bnedetto del Tronto - Ap2 E. Piunti, R.Alleva, S. Fraticelli ASL n. 12 S. Benedetto del Tronto U. O. di Allergologia P. O. Via Manara, 7 - S. Benedetto del Tronto (AP) CS - Cosenza - Cs1 F. Romano, M.I. Scarlato A. O. di Cosenza O. "Mariano Santo" Via Benedetto Croce, 23 Cosenza AQ - L'Aquila - Aq1 G.Tonietti, C. Petrucci Università degli Studi di L’Aquila Dip. Med. Interna e Sanità Pubblica Via S. Sisto, 22/E - L'Aquila FE - Ferrara - Fe1 F. Ghion, M.L.Tampieri, E. Manfredini A.R.P.A. - Sez. Provinciale di Ferrara Corso della Giovecca, 169 - Ferrara AR - Arezzo - Ar1 G. Coniglio ASL. 8 Arezzo Via Nenni - Arezzo FI - Firenze NW - Fi1 M. Onorari, M.P. Domenighetti ARPAT U.O. Biologia Ambientale Sez.Aerobiologia Via Baroni, 18 - Pistoia AV - Avellino - Av1 U.Viola, M.T. Mottola,A. Polcari Casa di Cura “Montevergine" Via M. Malzoni - Mercogliano (AV) BO - Bologna - Bo1 A.M. Casali , M. Felicori A.R.P.A. - Sez. Provin. Bologna Settore Chimico Via Triachini, 17 - Bologna BO - S. Giovanni in Persiceto - Bo3 S. Marvelli, L. Olmi Centro Agricoltura Ambiente Via di Mezzo Levante 2233 Crevalcore (BO) BZ - Bolzano - BZ2 E. Bucher,V. Kofler Appa Bolzano Lab. Biologico Provinciale Via Sottomonte, 2 - Laives (BZ) FI - Firenze SW - Fi2 M. Manfredi, C. Menicocci U.O. Immunologia Allergologia Nuovo Osp. S. Giovanni di Dio Via Torregalli, 3 - Firenze FO - Cesena - Fo2 E. Fantini, P.Veronesi A.R.P.A. Sez. Provin. di Forlì/Cesena Via Salinatore, 20 - Forlì FO - Forlì - Fo1 E. Fantini, P.Veronesi A.R.P.A. Sez. Provin. di Forlì/Cesena Via Salinatore, 20 - Forlì FO - Rimini - Fo3 M.T. Biagini, P.Anelli Settore Biotossicologico A.R.P.A. - Sez. Provin. di Rimini Piazza Malatesta, 29 - Rimini IM - Imperia - Im3 L. Occello, E. Ceretta ARPAL Dip. di Imperia Via Nizza, 6 - Imperia LC - Castenovo - Lc1 F. Della Torre,A. Molinari, R. Spinelli I.N.R.C.A. I.R.C.C.S. - Div. Pneumologia Via Monteregio, 13 - Casatenovo (LC) LI - Livorno - Li1 E. Goracci ASL 6 Dip. Prevenzione Borgo S. Jacopo - Livorno LI - Piombino – Li2 L. Paoli ASL 6 di Livorno Zona Val di Cornia S.S. 398 Loc. Montegemoli c/o ARPAT Piombino (LI) LU - Pietrasanta - Lu1 M. Onorari, M.P. Domenighetti A.R.P.A.T. PISTOIA U.O. Biologia Ambientale Via Baroni, 18 - Pistoia ME - Messina Nord - Me5 R. Picone, D. Falduto, R. Damino Ist. ed Orto Botanico Università di Messina Salita Sperone, 31 - Località S.Agata (ME) MI - Milano Sud - Mi3 F. Ottoboni, G. Cappai Lofarma Allergeni V. le Cassala, 40 - Milano MN - Mantova - Mn2 M. Zanca ASL MANTOVA Via Trento, 6 - Mantova MO - Modena - Mo1 L.Venturi, P. Natali, C. Barbieri ARPA - Sez. Provin. di Modena Via Fontanelli, 23 - Modena AIANEWSLETTER AIAnewsletter MO - Vignola - Mo2 C.Alberta Accorsi,A.M. Mercuri Dip. Biologia Animale Ist. ed Orto Botanico Università Modena e Reggio Viale Caduti in Guerra, 127 - Modena PV - Montescano - Pv1 C. Fracchia, S. Ricci Fondazione “S. Maugeri” Cen. Med. Montescano Via per Montescano - Montescano (PV) NA - Napoli Nord - Na2 G. D'Amato, M. Russo A.O.R.N. Cardarelli Rione Sirignano, 10 - Napoli PV - Pavia - Pv2 C. Biale,A. Bossi, M. G. Calcagno Fondazione “S. Maugeri” (IRCCS) Via A. Ferrata, 8 - Pavia NO - Veruno - No1 C.F. Donner,A. Capelli, I. Gnemmi C. M. Riabilitazione Fondazione "S. Maugeri" Via per Revislate, 13 - Veruno (NO) RA - Ravenna - Ra3 M. Pagnani A.R.P.A. - Sez. Provin. di Ravenna Settore Biotossicologico Via Alberoni, 17 - Ravenna PC - S. Lazzaro Alberoni - Pc1 C. Curtoni,A. Lodigiani, L. Contardi Settore Biotossicologico A.R.P.A. Sez. Provin. di Piacenza Via XXI Aprile, 48 – Piacenza PD - Padova - Pd1 G. Marcer,A. Bordin Dip. di Medicina Ambientale e Sanità Pubblica Università di Padova Via Giustiniani, 2 - Padova PG - Perugia - Pg1 E. Bricchi, E.Tedeschini, P. Fioriti Dip. Biologia Vegetale Univ. Perugia Borgo XX Giugno, 74 - Perugia PO - Prato - Pi1 F. C. Franchi, L. Lapi A.R.P.A.T. Dip. Provin. Prato Via Lodi, 20 - Prato (FI) PR - Parma - Pr1 P. Dall'Aglio, R.Albertini Univ. di Parma Ist. di Patologia Medica Via Gramsci, 14 - Parma (PR) PR - Parma Ovest - Pr2 F. Cassoni, G. Pinto A.R.P.A.- Sez. Provin. di Parma Via Spalato, 4 - Parma (PR) PT - Montecatini Terme - Pt2 M. Onorari, M.P. Domenighetti A.R.P.A.T. PISTOIA U.O. Biologia Ambientale Via Baroni, 18 - Pistoia PT - Pistoia - Pt1 M. Onorari, M.P. Domenighetti A.R.P.A.T. PISTOIA U.O. Biologia Ambientale Via Baroni, 18 - Pistoia RE - Reggio Emilia - Re1 L. Camellini, M. Cavalchi A.R.P.A. - Sez. Provin. di Reggio Emilia Via Amendola, 2 - Reggio Emilia RM - Roma - Rm2 O. De Pità, F. Greco, S. Cadoni Istituto Dermopatico dell’Immacolata Via Monti di Creta, 104 - Roma RM - Roma Centro (UCEA) - Rm8 A. Brunetti, M.C. Serra,A. Pasquini Ufficio Centrale Ecologia Agraria Via del Carovita, 7/A - Roma RM - Roma E.U.R.(Osp.S.Eugenio) - Rm7 A.Travaglini, G. De Sanctis,A. Mazzitelli, D. Leonardi Univ. di Roma Tor Vergata Dip. Biologia Via della Ricerca Scientifica,1 - Roma RM - Roma NW (Osp. S. Pietro) - Rm6 A.Travaglini, F. Froio,A. Mazzitelli, D. Leonardi Univ. di Roma Tor Vergata Dip. Biologia Via della Ricerca Scientifica,1 - Roma SP - La Spezia - Sp2 C. Grillo, C. Benco E. Rossi A.R.P.A.L. Dip. Provinciale di La Spezia Via Fontevivo, 129 - La Spezia SS - Sassari - Ss1 G.Vargiu,A.Vargiu Studio Specialistico Allerg. ed Immunol. Piazza mons. Mazzotti, 6 - Sassari SV - Savona - Sv4 D.Alleteo, G. Rossi, C. Puccioni ARPAL - Dip. di Savona Via Zunini 1 - Savona TN - S. Michele All'Adige - Tn2 E. Gottardini, F. Cristofolini Ist.Agrario di S. Michele all’Adige Via Mach, 2 - San Michele all' Adige (TN) TO - Torino - To2 R. Caramiello, L. Reale Dip. Biologia Vegetale Via P.A. Mattioli, 25 - Torino TS - Trieste Castello S. Giusto - Ts1 L. Rizzi Longo, M.L. Pizzulin Sauli Università di Trieste Dip. di Biologia Via L. Giorgieri, 10 - Trieste VA - Busto Arsizio - Va3 P. Zanon, E. Chiodini, P. Pozzi Serv.Allerg. Div. Pneumologia Ospedale di Busto Arsizio Via A. da Brescia, 3 - Busto Arsizio (VA) VA - Gallarate - Va2 G.Albasser, R. Pozzi A. O. S.Antonio Abate - Gallarate (VA) Via Pastori, 4 - Gallarate (VA) VA - Varese - Va1 F. Brunetta, P.Alabardi, F.Vassallo Osp. di Circolo e Fond. Macchi - Varese RM - RomaTorVergata (Fac.Scienze) - Rm5 Pneumologia - Allergologia Viale L. Borri, 57 - Varese A.Travaglini,A. Mazzitelli, D. Leonardi Università di Roma Tor Vergata Dip. Biologia VR3 - Verona - Vr3 Via della Ricerca Scientifica,1 - Roma Mario Olivieri, M. Nicolis Dip. di Medicina e Sanità Pubblica RO - Rovigo - Ro1 Servizio di Medicina del Lavoro G. Dall'Ara, B. Dall'Ara P. le L.A. Scuro, 10 - Verona Div. Pneumologia USL 18 Rovigo (Veneto) Viale Tre Martiri - Rovigo VT - Capranica - Vt1 O. de Pità, D. Quaratino, F. Greco SO - Sondrio - So2 Ist. Dermopatico dell'Immacolata P. Scherini ASL Della Provincia di Sondrio U.O. Medica Sede Distaccata di Capranica Villa Paola Via Luigi Monti, 1 - Capranica (VT) Via Stelvio, 35/A - Sondrio COME CONTATTARE AIA E-mail: [email protected] http://www.isao.bo.cnr.it/aerobio/aia/AIAIT.html Tel. 051 6399575 - Fax 051 6399649 PNEUMORAMA 30 / IX / 1-2003 49 LE SOCIETÀ E LE ASSOCIAZIONI AAPC Associazione Aretina di Pneumologia Clinica Fondata ad Arezzo il 2 febbraio 1996, l’Associazione ha lo scopo di promuovere e realizzare la ricerca in campo pneumologico, sviluppare iniziative di educazione sanitaria e di sperimentazione di attività nel settore della Pneumologia. Soci: I. Archinucci, S. Donato-Alessi, G. Coniglio, G. Guadagni, F. Fabianelli, M. Naldi, M. Rossi, R. Scala Sede: U.O. Pneunologia, ASL 8 Arezzo, Via Fonte Veneziana, 8 - 52100 Arezzo Tel. 0575 305231/305575 Fax 0575 305270/305209 E-mail: [email protected] ACCP American College of Chest Physicians Capitolo Italiano 50 Regent: G.U. Di Maria (CT) Governors: A. Corrado (FI), N.Crimi (CT), R. Dal Negro (VR), M. Del Donno (PR), G. Girbino (ME), M. Luisetti (PV), C.M. Sanguinetti (RM), P. Zannini (MI) Segreteria Nazionale: Dott. Francesco de Blasio Unità Funzionale di Riabilitazione Respiratoria, Casa di Cura Clinic Center S.p.A. Via Cintia - Parco S. Paolo - 80126 Napoli Tel. 081 7283144 Fax 081 8046977 E-mail: [email protected] AIA Associazione Italiana di Aerobiologia Presidente: G.F. Bagnato Vice Presidente: M. Manfredi Past President: P. Mandrioli Segretario-Tesoriere: P. Minale Consiglieri: R. Albertini, P.P. Dall’Aglio, G. D’Amato, P. De Nuntiis, G. Marcer, M. Onorari, E. Tedeschini, A. Travaglini, M. Zanca Sede: c/o Istituto ISAC-CNR Via Gobetti 101 - 40129 Bologna Tel. 051 6399575 Fax 051 6399649 E-mail: [email protected] www.isac.cnr.it/aerobio/aia AIMS Associazione Italiana Medicina del Sonno Presidente Onorario: E. Lugaresi Past President: M.G. Terzano Presidente: F. Cirignotta Vice Presidente: F. Michele Puca Segretario: L. Ferini Strambi Tesoriere: G.L. Gigli Consiglieri: O. Bruni, A. Braghiroli, F. Ferrillo, M. Guazzelli, L. Parrino, G. Plazzi Revisori dei Conti: E. Bonanni, R. Manni, S. Mondini Segreteria: L. Ferini Strambi Centro per i Disturbi del Sonno Istituto Scientifico Ospedale S. Raffaele Via Stamira d’Ancona, 20 - 20127 Milano Tel. 02 26433383 Fax 02 26433394 AIPO Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri Presidenti Onorari: M. De Palma, V. Giuliano, G. Melillo Presidente: A.M. Moretti Past Presidenti: C.F. Donner, V. Fogliani, C.M. Sanguinetti Vice Presidenti: F. De Benedetto, A. Di Gregorio, B.Viola Segretario Generale Tesoriere: A. Corrado Consiglio Direttivo: S. Amaducci, R. De Tullio, A. Dolcetti, F. Fiorentini, G.P. Ligla, S. Mirabella, M. Neri, R. Pela, D. Pelucco, M. Polverino, L. Portalone, G. Santelli, F. Vigorito, M. Dottorini, G. Spadaro Revisori dei Conti: G. Agati, R. Le Donne, F. Mazza Probiviri: M. Capone, G. Foddai, A. Rossi Presidenza: A.M. Moretti Ospedale San Paolo - Div. II Pneumologia Contrada Caposcardicchio - 70123 Bari Tel. 080 5843550 Segreteria: Via Frua, 15 - 20146 Milano Tel. 02 43911560 Fax 02 43317999 E-mail: [email protected] Executive Manager: Ciro Curcio Segretario Generale Tesoriere: Unità di Terapia Intensiva Polmonare, Az. Osp. Careggi - C.T.O. Largo Palagi, 1 50134 Firenze Tel. 055 4277559 AIST Associazione Italiana per lo Studio della Tosse Presidente: A. Zanasi Vice-Presidente: A. Potena Segretario: P. Garzia Sede: Via Mazzini, 12 - 40138 Bologna Tel. 051 307 307 Fax 051 302 490 E-mail: [email protected] LE SOCIETÀ E LE ASSOCIAZIONI ALIR Associazione per la Lotta contro l’Insufficienza Respiratoria Segreterio Generale: A. Bernardi Pesce Vice segreterio vicario: G.N. Bassi Vice segreterio addetto ai problemi sanitari: C. Sturani Vice segreterio addetto ai problemi sociali e pubbliche relazioni: L. Spagnolli Ferretti Vice segreterio tesoriere: G. Ferrandes Consiglieri: V. Colorizio, F. Curradi, U. Racca, G. Sala, R. Sicheri, V. Squasi Sede: Via Marin, 28 - 45011 Adria Tel./Fax 042 623704 www.pneumonet.it/alir Segreteria Organizzativa: C/o V. Ballan Via de Rossignoli, 48 35012 Camposampiero (PD) E-mail: [email protected] Chiunque può dare il suo contributo sul conto corrente postale dell’ALIR: CCP 10350452, ALIR Via Marin, 28 - 45011 Adria. 52 AMOR Associazione Milanese di Ossigenoterapia Riabilitativa Presidente: A. Naddeo Vice Presidente: B. Perrone Consiglieri: R. Adami, E. Bottinelli, C. Caminaghi, L. Gavazzi, V. Peona, A. Pessina, A. Pizzi Uditore: M. Schiavina Revisore dei conti: M. Ricco Galluzzo Presidente onorario: I. Brambilla, F. Falletti Sede: Ospedale di Milano Niguarda P.zza Ospedale Maggiore, 3 - 20162 Milano Tel./Fax 02 66104061 ARIR Associazione Riabilitatori dell’Insufficienza Respiratoria Presidente: M. Lazzeri Vice presidente: G. Oliva Segretario: A. Brivio Tesoriere: U. Dalpasso Consiglieri: P. Frigerio, G. Piaggi, M. Sommariva, E. Zampogna Consigliere Onorario: M. Bassi, I. Brambilla Sede: A.O. Ospedale Niguarda Ca’ Granda c/o Unità Spinale Piazza Ospedale Maggiore, 3 - 20162 Milano Segreteria: c/o Anna Brivio Via Abetone, 14 - Milano Cell. 347 8044525 - Fax. 02 700557594 E-mail: [email protected] [email protected] Sito: www.arirassociazione.org www.pneumonet.it/arir AsIMOV Associazione Medici ed Odontoiatri Velisti Direzione Scientifica: R. De Tullio Via E. Del Re 4 - 70125 Bari Tel. 0347 3314461 - Fax 0805 473978 E-mail: [email protected] Per informazioni: Direzione Organizzativa E. Belli Via Valesio 1 - 00179 Roma Tel. 0335 6651680 - Fax 0678 349 130 Associazione Italiana Pazienti BPCO Comitato Direttivo Presidente: M. Franchi Vicepresidente: G. Arangio Ruiz Segretario: E. Donati Tesoriere: M. Casiraghi Consiglieri: F. Franchi Sede legale: Unità Operativa Complessa di Pneumologia, Azienda Complesso Ospedaliero S. Filippo Neri, Roma - Direttore dell’U.C.O.: Claudio M. Sanguinetti Segreteria Operativa: C/o Effetti Srl Via Gallarate, 106 - 20151 Milano Tel. 02 3343281 - Fax 02 33002105 E-mail: [email protected] Per informazioni: Presidente: M. Franchi Via Cassia, 605 - 00189 Roma Tel. 06 33253020 - Fax 06 33259798 E-mail: [email protected] Associazione SANTORIO per la Pneumologia Comitato Direttivo: Presidente: R. Ukmar (TS) Vice Presidente: G. Talmasson (UD) Segretario: V. Masci (TS) Presidente Onorario: C. Serra (GO) Consiglieri: F. Ciani (TS), A. Muzzi (TS), F. Mazza (PN), O. Delicati (GO) Sede legale: c/o Dr. V. Masci Via San Lazzaro, 8 - Trieste Tel. 040 369 543 Assogastecnici - Gruppo Gas Medicinali (Federchimica) Associazione Nazionale Aziende produttrici gas medicinali, tecnici e speciali. Nell’ambito dell’Assogastecnici, le tematiche riLE SOCIETÀ E LE ASSOCIAZIONI guardanti il settore dei gas medicinali sono demandate al Gruppo Gas Medicinali al quale aderiscono le aziende produttrici, distributrici di gas medicinali, i produttori di dispositivi medici per l’erogazione dei gas medicinali presso le strutture di cura (Impianti centralizzati distribuzione gas medicinali e la creazione del vuoto, Impianti centralizzati per l’evacuazione gas anestetici). Le attività proprie riguardanti l’ossigenoterapia domiciliare sono trattate dalla Commissione Ossigenoterapia Domiciliare. Sede: Via Giovanni da Procida, 11 - 20147 Milano Tel. 02 34565 234 - Fax 02 34565 311 E-mail: [email protected] Sito: http://assogastecnici.federchimica.it/ggm FEDERASMA Federazione Italiana delle Associazioni di sostegno ai Malati Asmatici e Allergici 54 Presidente Onorario: M. Franchi Comitato Direttivo Presidente: C.F. Tesi Vicepresidente: M.C. Bisetto Segretario: M. Carbonara Tesoriere: G. Di Martino Coordinatore con il Comitato medico-scientifico: G. Castagna Consiglieri: E. Savarese, D. Gianelli Revisori dei Conti: B. Garavello, M. Lazzati, L. Scaranello Sede: c/o Fondazione S. Maugeri Via Roncaccio,16 - 21049 Tradate (VA) Tel. e Fax 0331 829 667 Segreteria Amministrativa: Via del Lazzeretto 111/113 - 59100 Prato Tel. 0574 541353 - Fax 0574 542351 E-mail: [email protected] www.federasma.org Associazioni aderenti a FEDERASMA A.A.A.A. - Associazione Aretusea Asma e Allergia - ONLUS - c/o Servizio di Fisiopatologia Respiratoria Ospedale “A. Rizza” v.le Epipoli 74 - 96100 Siracusa Tel. 0931 724544 - Fax 0931 491723 A.AG.AS.A. - Associazione Agrigentina Asma e Allergia Sede: Via Gioeni 174 - 92100 Agrigento Tel. 0922 24243 Segreteria: via Aldo Moro, 212 92026 Favara (AG) - Tel. 0922 437619 Associazione ASMA Sardegna Via Pergolesi 45 - 09128 Cagliari Tel. 070 486760 - Fax 070 488293 A.B.A. - Associazione per il Bambino Allergico c/o Clinica Pediatrica dell’Università di Milano Via Commenda 9 - 20122 Milano Segreteria: c/o Ospedale Fatebenefratelli C.so Porta Nuova 23 - 20121 Milano Tel. e Fax 02 6571217 A.C.A.R. - Associazione Cremasca per l’Assistenza Respiratoria - ONLUS c/o Divisione Pneumologia Ospedale Maggiore via Macallè 14 - 26013 Crema (CR) Segreteria: Via Roma 2/b 26010 Ripalta Cremasca (CR) - Tel. e Fax 0373 68109 A.I.P.A.A. - Associazione Italiana dei Pazienti Asmatici ed Allergici c/o Istituto di Medicina Generale e Pneumologia dell’Università di Palermo, Ospedale “V. Cervello” via Trabucco 180 - 90146 Palermo Tel. 091 6254238 - Fax 091 6254909 Sezione: Termini Imerese, Osp. Di Cristina (PA) A.I.S.A. - Associazione Italiana Studi Asmatici ONLUS - via Latilla 16 - 70123 Bari Tel. e Fax 080 5566895 A.M.A.-Regione Umbria - Associazione Malati Allergici della Regione Umbria - ONLUS via delle Cove 1 - 06126 Perugia Tel. 075 5733930 - Fax 075 5783654 A.M.A.R./Regione Abruzzo - Associazione Malati Apparato Respiratorio c/o Divisione Pneumologia Ospedale S. Camillo De Lellis - via C. Forlanini 50 - 66100 Chieti Tel. e Fax 0871 61379 Delegazioni: Chieti, L’Aquila, Pesaro, Teramo A.P.A.C. - Associazione per il Paziente Asmatico ed Allergico Calabrese - ONLUS c/o ASL 11, Struttura Poliambulatoriale “Gallico” via Guarnaro 11 - 89100 Reggio Calabria Tel. 0965 371093 - Fax 0965 371822 A.P.A.R. - Associazione Piacentina per l’Assistenza Respiratoria via Taverna 267 - 29100 Piacenza Tel. 0523 302589 - Fax 0523 302585 A.P.T.A. - Associazione Pistoiese Asma - ONLUS c/o Sezione Pneumologia Ospedale Pistoia, viale Matteotti - 51100 Pistoia Tel. e Fax 0573 352331 A.R.G.A.B. - Associazione Regionale Genitori Bambini Asmatici c/o Ospedale Civile di Padova Piano rialzato, Monoblocco - 35100 Padova Tel. 049 9220568 - Fax 049 8276344 Sezioni: Treviso, Venezia, Vicenza A.S.M.A. - Associazione di Sostegno Malati di Asma c/o Fondazione Salvatore Maugeri via Roncaccio 16 - 21049 Tradate (VA) Tel. 0331 829111 - Fax 0331 829133 Sezioni: Castelli Romani, Concordia Sagittaria, Fiumicino, Roma, Viareggio A.S.M.A.A. - Associazione per lo Studio delle Malattie Asmatiche ed Allergiche LE SOCIETÀ E LE ASSOCIAZIONI c/o Ospedale S. Maria della Misericordia Servizio Fisiopatologia Respiratoria Via S. Maria della Misericordia 15 - 33100 Udine Tel. 0432 552558 - Fax 0432 552557 A.S.M.A.R.A. - Associazione Siciliana dei Malati Asmatici, Respiratori e Allergici Via G.B. Fardella, 115 - 91100 Trapani Tel. e Fax 0923 561009 E-mail: [email protected] Presidente: Giuseppe Di Marco A.S.P.A. - Associazione di Sostegno per i Pazienti Allergici - ONLUS via Capo 10 - 80067 Sorrento (NA) Tel. 081 8074726 ASS.M.A. - Associazione Malati di Asma sede: c/o Pneumologia ULSS 21 via Gianella 1 - 37045 Legnago (VR) Tel. 0442 632213 Segreteria: c/o Agenzia internazionale srl via Silvestrini 16 - 37135 Verona Tel 045 582496 - Fax 045 505904 As.P.As. - Associazione Pro Asmatici via D. Gallani 14D - 45100 Rovigo Tel. 0425 34152 Segreteria: c/o Divisione Pneumologica Ospedale Civile di Rovigo V.le Tre Martiri - 45100 Rovigo Tel. e Fax 0425 393061 A.T.A. Lapo Tesi - Associazione Toscana Asmatici e Allergici - ONLUS via Ser Lapo Mazzei 43 - 59100 Prato Tel. 0574 444000 Famiglia Bambini Asmatici c/o Istituto Pio XII via Monte Piana 4 - 32040 Misurina (BL) Tel. 0435 39008 - Fax 0435 39210 Io e l’asma - ONLUS Via Unità, 6 - 96018 Pachino (SR) Tel. e Fax 0931 595395 L.I.A.M.A.R. - Lega It. per la lotta contro l’Asma bronchiale e le Malattie Allergiche Respiratorie viale Piceno 12 - 20129 Milano Tel. 02 70100725 - Fax 02 710133 Sezione: Biella Progetto Respiro - Associazione Pazienti Allergici, Asmatici e Broncopatici - ONLUS via Centonze, 242 - 98124 Messina Tel. e Fax 090 6510365 TANDEM - Associazione per la qualità della vita degli asmatici e degli allergici - ONLUS c/o Direzione Centro Europeo di Bioetica e Qualità della Vita Via S. Billia, 12 - 11027 St. Vincent (AO) Tel. 0165 7680617 U.N.A. - Unione Nazionale Asmatici - ONLUS c/o Servizio di Fisiopatologia Respiratoria Ospedale Civile di Bussolengo via Ospedale 2 - 37012 Bussolengo (VR) Tel. 045 6769227 / 045 6769270 Federazione Italiana contro le Malattie Polmonari Sociali e la Tubercolosi Presidente: M. De Palma Vice presidenti: G.W. Canonica, V. Fogliani, G. Moretti Segretario: A. Quaglia Comitato esecutivo: L. Allegra, C.F. Donner, G. Foddai, A. Mangiacavallo, A.M. Moretti, E. Pozzi, C.M. Sanguinetti, G. Schmid Sede: Via G. da Procida, 7d - 00162 Roma Sede operativa: Via Frua, 11 - 20146 Milano Tel./Fax 02 43982610 E-mail: [email protected] INOC Italian Nitric Oxide Club Fondato a Milano il 16 febbraio 2000, il Club ha lo scopo di costituire un punto di incontro, di proposte e di concertazione degli Specialisti Italiani che lo compongono nei confronti della Comunità Scientifica Internazionale e degli Specialisti ed Organismi Scientifici e Sanitari Nazionali interessati all’Ossido d’Azoto. Il Club si propone di stimolare e sviluppare ricerche riguardanti l’ossido d’azoto, di favorire l’interdisciplinarietà di questi studi, di migliorare le conoscenze della Classe Medica sulle varie problematiche dell’ossido d’azoto mediante pubblicazioni, corsi di aggiornamento, convegni, di promuovere la standardizzazione delle metodologie di determinazione, sia in pediatria che nell’adulto, di promvuore contatti con gruppi di studio internazionali. Presidenti: G. Canonica e F. Zacchello Vice-Presidenti: E. Baraldi e M. Vignola Membri onorari: S. Kharitonov, IC de Jongste, PJ Sterk Segreteria Scientifica: M. Bernareggi ([email protected]) G. Cremona ([email protected]) Sede: Istituto Scientifico San Raffaele, Via Olgettina 60 - Milano. Tel. 02 26437348 - Fax 02 26437147 Sito: www.inoc.it Lega Italiana delle Associazioni per la Lotta contro la Fibrosi Cistica (Mucoviscidosi) Presidente: V. Faganelli Vice Presidenti: I. Saxon-Mills, G. De Benedetti Segretario: P. Armani Tesoriere: D. Bragantini PNEUMORAMA 30 / IX / 1-2003 55 Past President: U. Marzotto Sede: Osp. Civile Maggiore B.go Trento P.le Stefani 1 - 37126 Verona Tel. 0458 344 060 - Fax 045 834 8425 SIAIC Società Italiana di Allergologia ed Immunologia Clinica 56 Presidente: G. Tonietti Past President: G. Marone Segretario-Tesoriere: A. Cirillo Consiglio Direttivo: L. Aloe, Dott. Augusto Arsieni, P. Campi, G. Di Lorenzo, A. Ferrannini, L. Fontana, F. Indiveri, M. Ispano, G. Moscato, A. Passaleva, E. Pastorello, S. Pucci, A. Venuti Organi Collegiali Collegio Probiviri: B. Saia, G. Piu, C. Romano Revisori dei Conti: C. Masala, M.L. Pacor, C. Astarita Collegio legislativo: N. Crimi, R. D’Amelio Segreteria: A.O. Allergologia e Immunologia Clinica, Via Tescione, 81100 Caserta Tel. 0823 362286 Fax 0823 302991 E-mail: [email protected] Sito: www.siaic.com SIAIP Società Italiana di Allergologia e Immunologia Pediatrica Presidente: L. Armenio Vice Presidente: M. De Martino Segretario: F. Cardinale Past-President: A. Vierucci Consiglieri: L. Brunetti, C. Caffarelli, F. Frati, L. Nespoli, P. Rossi, S. Tripodi Tesoriere: G. Cavagni Revisori dei conti: E. Novembre, C. Pietrogrande Coordinamento Editoriale Scientifico: E. Galli Segreteria: c/o Clinica Pediatrica III Dipartimento di Biomedicina dell’Età Evolutiva Policlinico Piazza G. Cesare, 11 - 70124 Bari Tel. 080 5478952/5592844 Fax 080 5478911 E-mail: [email protected] SIMeR Società Italiana di Medicina Respiratoria Presidenti Onorari: L. Allegra, C. Grassi Presidente: G.W. Canonica (GE) Presidente eletto: G. Girbino (ME) Vice Presidenti: R. Dal Negro, G. Viegi, P. Zanon Consiglio Direttivo: C.A. Angeletti (PI), A. Bariffi (NA), V. Bellia (PA), G. Bonsignore (PA), A. Ciaccia (FE), S. Centanni (MI), R. Corsico (PV), G. D’Amato (NA), G.U. Di Maria (CT), L.M. Fabbri (MO), F. Mannino (RM), G. Mazzarella (NA), C. Mereu (GE), C. Saltini (RM), G.V. Scagliotti (TO), G. Viegi (PI) Segretario Generale: V. Brusasco (GE) Tel. 010 3538933 Fax 010 3538904 E-mail: [email protected] Tesoriere: R. Dal Negro, Bussolengo (VR) Revisore dei conti: A. Baldi (VR) Collegio dei Probiviri: G. Foddai, G. Gialdroni Grassi, S.A. Marsico Segreteria organizzativa: MGR - AIM Group Divisione Congressi Via Ripamonti, 129 - 20141 Milano Att.ne Cristina Recalcati Tel. 02 56 601 875 Fax 02 56 609 045 E-mail: [email protected] www.pneumonet.it/simer SIMG Società Italiana di Medicina Generale Presidente: C. Cricelli (FI) Vicepresidente: O. Brignoli (BS) Segretario: G.C. Monti (PV) Tesoriere: I. Morgana (CT) Consiglieri: M. Bevilacqua, A. Rossi, R. Michieli, G. Piccinocchi Membri di Diritto: M. Falconi, A. Pagni, D. Poggiolini Sede nazionale: Via Il Prato, 66 - 50123 Firenze Tel. 055 284 030 Fax 055 284 038 E-mail: [email protected] Sito: http://www.simg.it Sede di Roma: Via Arno, 3 - 00198 ROMA Tel. 068 550 445 Fax 068 411 250 E-mail: [email protected] S.I.M.M. Società Italiana di Medicina di Montagna Presidente: A. Cogo Presidente Onorario: P. Cerretelli Consiglieri: A. Ponchio, C. Angelini, R. Misischi, M. De Ruvo, A. Tommasi, U. Vacca, G. Varcasia, H. Brugger, M. Nardin Per informazioni ed iscrizioni: Key Congress Via dei Tadi 21 - 35139 Padova Tel. 049 659 330 Fax 0498 763 081 E-mail: [email protected] Dott.ssa A. Cogo E-mail: cga@dus<.unifc.it LE SOCIETÀ E LE ASSOCIAZIONI 58 SIMRI Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili S.I.P. SPORT Società Italiana di Pneumologia dello Sport Presidente: F.M. de Benedictis (AN) Past President: A. Boner (VR) Consiglio Direttivo: A. Fiocchi (MI), G. Longo (TS), L. Mappa (BA), F. Midulla (RM), U. Pelosi (CA), G. Rossi (GE) Tesoriere: A. Capristo (NA) Revisori dei Conti: M. Baldini (PI), G. Barberio (ME), G.L. Marseglia (PV) Presidente: A. Todaro Vice-Presidente: M. Faina Segretario: A. Rossi Tesoriere: A. Turchetta Consiglieri: S. Cristofaro, P.L. Di Napoli, L. Ricciardi, A. Satta, C. Schiraldi Sede Segreteria: c/o Albino Rossi Tel. 0382 502625 - 423518 Fax 0382 423301 SIP Gruppo Italiano della Fibrosi Cistica La SIP-SPORT ha lo scopo di favorire il progresso e la diffusione delle conoscenze sugli effetti dell’esercizio fisico e dell’attività sportiva sull’apparato respiratorio, sugli effetti dell’attività sportiva nella riabilitazione dei broncopneumopatici, nonchè di mantenere aggiornati i criteri di idoneità pneumologica alle attività sportive agonistiche, ed a quelle amatoriali e ricreative. Possono far parte della SIP-Sport i cultori della Pneumologia dello Sport o di discipline affini, italiani e stranieri, che ne facciano richiesta al Consiglio Direttivo. Le domande di adesione devono essere indirizzate al Presidente Antonio Todaro, via Pezzana 108 00197 ROMA. La quota di iscrizione è di € 26.00 c/c bancario n. 2857/31 - Banca di Roma Ag. 61 ABI 3002 CAB 03361 Segretario Nazionale: F. Pardo Tel. 091 6666373 - E-mail: [email protected] Via XX settembre, 53 - Palermo Consiglio direttivo: C. Braggion, V. De Rose, S. Quattrucci, S. Zuffo Commissioni C. reimpianto: G. Borgo, [email protected] C. coordinamento genetica: C. Castellani, [email protected] C. trapianti: S. Quattrucci, [email protected] C. ricerca clinica: C. Braggion, [email protected] C. per la ricerca di base: V. De Rose, [email protected] Struttura Organizzativa del gruppo Il GIFC della SIP (Società Italiana di Pediatria) si è organizzato con un regolamento che si propone di coinvolgere tutte le diverse figure professionali che offrono la loro attività. Il GIFC prevede che le diverse figure professionali si organizzino in sottogruppi di attività. I sottogruppi attivi sono i seguenti: Fisioterapisti - coordinatrice M. Cornacchia (VR) [email protected] Psicologi - coordinatrice S. Perobelli (VR) [email protected] Assistenti sociali - coordinatrice D. Fogazza (PA) [email protected] Infermieri - coordinatrice S. Ballarin (VR) [email protected] Biologi molecolari - coordinatrice M. Seia (MI) [email protected] Dietiste - coordinatrice L. Valmarana (MI) [email protected] Microbiologi - coordinatrice S. Campana (FI) [email protected] Per ricevere informazioni e per richiedere la scheda di iscrizione scrivere a: Sergio Zuffo, Servizio Fisioterapia - Ospedale Meyer Via L. Giordano, 13 - 50132 Firenze Fax 055 5662400 - [email protected] U.I.P. Unione Italiana per la Pneumologia Consiglio Direttivo Presidente V. Fogliani (Milazzo, ME) Vice Presidenti A. Mangiacavallo (AG), P. Zanon (Busto Arsizio, VA) Consiglieri L. Allegra (MI), P. Calabrese (RM) G.W. Canonica (GE), A. Corrado (FI) L.M. Fabbri (MO), R. Dal Negro (Bussolengo, VR) M. De Palma (GE), C.F. Donner (Veruno, NO) G. Girbino (ME), C. Grassi (PV), G.P. Leoni (VR) A.M. Moretti (BA), C.M. Sanguinetti (Roma) Segretario tesoriere M. Schiavina (BO) Sede presso: Federazione Italiana contro le Malattie Polmonari Sociali e la Tubercolosi Segreteria presso: MGR - AIM Group Divisione Congressi Via Ripamonti, 129 - 20141 Milano Att.ne Cristina Recalcati Tel. 02 56 601 875 Fax 02 56 609 045 E-mail: [email protected] www.pneumonet.it/simer LE SOCIETÀ E LE ASSOCIAZIONI LE AZIENDE Cosmed annuncia apertura ufficio di rappresentanza a Milano La Cosmed è lieta di annunciare la recente apertura di un ufficio di rappresentanza nella zona di Milano. L’ufficio, con sede a Mezzago (MI), sarà preposto al controllo ed alla gestione delle vendite nella zona della Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta e Toscana. Tale operazione si è resa necessaria in seguito al sensibile aumento delle vendite nel Nord Ovest Italia ed alla conseguente volontà della Cosmed di operare direttamente nel territorio. Per la gestione del nuovo ufficio di rappresentanza, la Cosmed si avvarrà del prezioso contributo di personale altamente qualificato operante nel settore della Fisiopatologia Respiratoria da oltre 10 anni. La specifica competenza e preparazione di tali collaboratori, messe al servizio del mercato, qualificheranno in modo significativo l’assistenza ed il supporto Cosmed alla clientela. La presentazione ufficiale del nuovo ufficio di Milano ha avuto luogo in occasione del recente Meeting Agenti Cosmed 2003, tenutosi a Castel Gandolfo il 20-21 Febbraio scorso. Per ulteriori informazioni non esitate a contattarci ai seguenti numeri o a visitare il nostro sito internet. 59 Sede e stabilimento: COSMED S.r.l. Via Dei Piani Monte Savello, 37 00040 Pavona di Albano –Roma Tel. 06 9315492 Fax 06 9314580 e-mail: [email protected] COSMED S.r.l. – Ufficio di Milano Via Don Minzoni, 2 20050 Mezzago (MI) [email protected] PNEUMORAMA 30 / IX / 1-2003 Air Liquide Sanità e Regione Calabria. Risultati positivi dopo un anno dall’avvio del progetto di Ospedalizzazione Domiciliare Sono ad oggi 2700 i pazienti delle 5 ASL calabresi - Catanzaro, Paola, Lamezia Terme, Vibo Valentia e Palmi - che hanno ricevuto, in 12 mesi di sperimentazione, cure specializzate a domicilio grazie alla collaborazione fra la Regione Calabria e Air Liquide Sanità. La società, leader nel settore dei gas medicinali, attraverso la sua controllata Medicasa, offre un nuovo servizio privato di assistenza sanitaria domiciliare 24/24 per 365 giorni l’anno con una copertura su oltre 900.000 abitanti (circa il 50% della popolazione calabrese), per garantire cure e servizi ai pazienti presso la propria abitazione. Ruolo centrale quello dei medici di Medicina 60 Generale che hanno impostato le attività sanitarie sui pazienti: le ASL hanno selezionato i casi e hanno controllato il corretto svolgimento delle cure. Il servizio di assistenza sanitaria a domicilio viene attivato a seguito di una richiesta del distretto dell’ASL di residenza del paziente da parte del medico di Medicina Generale che firma le dimissioni del paziente in cura dai servizi sociali del comune o dai familiari del paziente. I pazienti selezionati erano anziani, bambini con gravi patologie neurologiche, oncologici terminali, e post-acuti, ampliando così il target di offerta di servizi alla popolazione. Medicasa, che in questo progetto ha collaborato con le tre centrali operative di Catanzaro, Palmi e Paola, offre un prezioso supporto sia alle ASL che alle strutture ospedaliere, con piani d’intervento personalizzati, attraverso una équipe sanitaria (medici professionisti, paramedici ed infermieri specializzati) altamente qualificata, disponibile 365 giorni all’anno, dotando l’abitazione del paziente di tutti i materiali e le attrezzature necessarie per l’attività terapeutica, con servizio di trasporto del paziente presso i centri clinici e diagnostici. Franco Moscetti nuovo Presidente e Direttore Generale di Air Liquide Santé France Un nuovo incarico per Franco Moscetti, attuale amministratore delegato di Air Liquide Italia, società leader nel settore della produzione di gas industriali e medicinali, che da oggi assumerà la presidenza e la direzione di Air Liquide Santé France. Nell’ambito di una più ampia riorganizzazione del Gruppo francese, quello della Sanità diventa un ramo strategico che con un giro d’affari di 1.2 miliardi di euro e più di 6.000 collaboratori, contribuisce fortemente allo sviluppo del gruppo Air Liquide. Nel suo nuovo ruolo, Franco Moscetti, che ha consolidato una lunga esperienza nel settore dei servizi per la sanità, avrà l’obiettivo di promuovere lo sviluppo delle attività sanitarie in Europa centrale e orientale, in Asia e in America del Sud. A lui faranno inoltre capo le attività Ospedaliere Gas Medicinali in Francia, in Spagna e in Italia, nonché le Attività Sanità in Benelux e quelle della società Omasa (nata nel 2001 da un accordo con Impregilo). Già lo scorso anno Franco Moscetti ricopriva il ruolo di Vice-President Marketing & Medical Affairs di Air Liquide Santé International, occupandosi dello sviluppo a livello internazionale delle attività Hospital Market, Homecare market, e-business, R&D e Public Affairs. Franco Moscetti, che mantiene l’incarico di Amministratore Delegato del Gruppo Air Liquide in Italia (leader sul mercato dei gas tecnici e medicinali con un fatturato nel 2001 di circa 521,3 milioni di euro), è entrato nel 1973 nell'allora SIO ricoprendo diversi incarichi e divenendo nel 1989 Direttore Generale di Vitalaire Italia. Tra i suoi molti successi, proprio la creazione in Italia di Vitalaire, primo network italiano di assistenza e cure a domicilio. AIR LIQUIDE Sanità SpA Via Ciardi, 9 – 20149 Milano Tel. 40261 Fax 02 48705895 www.sanita.it.airliquide.com LE AZIENDE I PRODOTTI Q-Box. cabina pletismografica per la determinazione delle resistenze delle vie aeree e dei volumi polmonari La Cosmed è lieta di annunciare l’introduzione sul mercato della cabina pletismogra62 fica Q-Box, nata dall’intenso lavoro d'integrazione con la linea dei prodotti di funzionalità respiratoria Quark PFT. Il sistema pletismografico Q-Box, grazie alle caratteristiche tecnologiche avanzate, consente alla Cosmed di estendere la propria presenza nell’area della Meccanica Respiratoria. Q-Box permette di eseguire esami di Raw (resistenze delle vie aeree e parametri derivati), ITGV, Spirometria e Curve Flusso/ Volume in tempi rapidissimi, grazie alla stabilizzazione veloce ed alla compensazione automatica della Cabina Pletismografica. Sono sufficienti pochi atti respiratori per ottenere valori estremamente riproducibili e rispondenti a tutti gli Standard Internazionali, ATS e ERS. Cosmed introduce, attraverso il sistema ritenuto essere il “Gold Standard” per la determinazione delle Resistenze e ITGV, metodiche molto interessanti come la determinazione della NEP, della compliance statica e dinamica, oltre ai parametri relativi alla Cabina Pletismografica in configurazione “Transmurale” e al sistema completo specificamente studiato per portatori di handicap. La perfetta integrazione del sistema Q-Box con la linea PFT COSMED, non solo amplia il range dei prodotti Cosmed per la Fisiopatologia Respiratoria, ma fornisce una soluzione completa per la realizzazione di un moderno laboratorio per la Diagnostica Funzionale Respiratoria. La Ricerca e Sviluppo della Cosmed è in costante attività per la realizzazione di soluzioni complete, affidabili e corrispondenti alle richieste sempre più attente nell’ambito della diagnostica polmonare. Q-Box è uno dei prodotti di recente realizzazione che riteniamo di notevole interesse ed importanza. Aspettatevi da Cosmed ulteriori ed altrettanto interessanti novità, che saranno presentate a breve e che vi sorprenderanno per la qualità e l’affidabilità cui l’Azienda punta con estrema attenzione. Per ulteriori informazioni o per richiedere una dimostrazione del prodotto, contattare la COSMED ai seguenti numeri: COSMED S.r.l. Via dei Piani di Monte Savello, 37 00040 Pavona di Albano – Roma Tel. 06 9315492 Fax 06 9314580 e-mail: [email protected] www.cosmed.it I PRODOTTI Pulsossimetri Pulsox Serie 3: leggeri e compatti come un orologio da polso Pulsox-3, 3i e 3iA rappresentano un nuovo concetto di ossimetria: si applicano al polso del paziente come un orologio e tramite sensori di vario tipo (a clip, universale/pediatrico, da orecchio ecc.) rilevano i valori di saturazione ossigeno, frequenza, eventi ed artefatti da movimento. Il modello 3i può contare su una memoria di 12 ore, mentre il modello 3iA è dotato di memoria 24 ore e di allarme bassa saturazione visivo e sonoro: queste caratteristiche lo rendono strumento ideale per lo studio delle apnee del sonno, per la medicina sportiva, gli ambulatori medici, l’emergenza ed il trasporto. I dati raccolti possono poi essere trasferiti sul PC e rielaborati mediante l’interfaccia ed il software dedicati, oppure possono essere stampati direttamente dalla stampante termica integrabile. Anche Pulsox 3, 3i e 3iA sono prodotti garantiti dalla qualità Minolta. 63 MEDIGAS ITALIA S.r.l. Via Edison 6 – 20090 Assago (MI) Tel. 02 4888111 - Fax 02 48881150 [email protected] – www.medigas.it PNEUMORAMA 30 / IX / 1-2003 Pulsossimetro Pulsox-2: semplice come indossare un guanto La tecnologia Minolta ha ideato un nuovo dispositivo compatto, economico ed affidabile per il monitoraggio della 64 saturazione di ossigeno in ambiente ospedaliero, ambulatoriale e domiciliare: Pulsox-2. Pulsox-2 è semplicissimo da utilizzare: basta inserire il dito all’interno della clip ed il sensore si attiva automaticamente iniziando la rilevazione continua. La probe risulta dunque integrata nell’apparecchio, che non necessita di consumabili di alcun tipo. Con due normali batterie alcaline AAA, poi, Pulsox-2 garantisce un’autonomia operativa di circa 80 ore! L’ampio display retroilluminato visualizza i valori della saturazione e della frequenza cardiaca e gli eventuali artefatti da movimento con estrema precisione e stabilità, conformemente agli alti standard qualitativi a cui Minolta ci ha abituato da tempo. MEDIGAS ITALIA S.r.l. Via Edison 6 – 20090 Assago (MI) Tel. 02 4888111 – Fax 02 48881150 [email protected] – www.medigas.it Filtro? No, grazie Anche la cabina pletismografica serie ELITE, come tutti i sistemi della MedGraphics, utilizza il pneumotacografo Pre-Vent™ brevettato MedGraphics, o Tubo di Pitot (K. Wassermenn, T. Barstow, J.Porszasz, Journal of Applied Phisiology Vol.77, n.6 dicembre 1994) convalidato dall'Associazione ATS/ERS e il Circuito Respirazione Paziente™, posto all’interno del braccio paziente di ogni strumento, anch'esso brevettato MedGraphics. Le caratteristiche costruttive del pneumotacografo™ e del Circuito Respirazione Paziente™ (entrambi riutilizzabili) rendono questo strumento unico nel suo genere per la semplicità nelle procedure di preparazione al test, eliminando il rischio di eventuale contaminazione tra un soggetto e l’altro senza utilizzare filtri battericidi, con grande risparmio economico per il vostro Servizio. Sia il Pre-Vent Pneumotach™ che il Circuito Respirazione Paziente™ sono forniti in grandi quantità dalla casa madre e fanno parte della dotazione standard di ogni strumento MedGraphics. Una volta utilizzati, possono essere sterilizzati con sostanze di facile reperibilità. In questo modo è possibile garantire una sicurezza pari al 100% contro rischi di contaminazione incrociata, sia per l’operatore sia per i soggetti esaminati. I brevetti, presentati anni fa dalla MedGraphics, rappresentano ancora oggi un’innovazione tecnologica con piena soddisfazione dei nostri utilizzatori. MEDICAL GRAPHICS ITALIA S.r.l. Via Maestri Campionesi, 28 – 20135 Milano Tel. 02 54120343 – Fax 02 54120233 [email protected] I PRODOTTI IL CALENDARIO Corsi & Congressi 2003 66 Benevento, I 5-7 giugno “Incontri al Fatebenefratelli” XXXII edizione - X Seminario “Gli equilibri in medicina interna e la patologia dell’area critica” TIMED – 5° Mostra Convegno Internazionale Telemedicina, Informatica e Telecomunicazioni in Sanità Genova, I 18-20 giugno Napoli, I 19-21 giugno Lisbona, P 26-28 giugno Capo Rizzuto, I 25-27 giugno Siena, I 26-29 giugno San Pietroburgo, RUS 5-8 luglio Helsinki, FIN 3-8 agosto 12th World Conference on Tobacco or Health Global Action for a Tobacco Free Future Niagara Falls, CND 7-9 agosto Managing Respiratory Diseases Fraser Island, AU 13-16 agosto Firenze, I 4-5 settembre Australia & New Zealand Society of Occupational Medicine, Annual Scientific Conference Corso Teorico Pratico di Terapia Intensiva Respiratoria Vancouver, CDN 7-12 settembre Congress-XVIII ICACI Monaco, D 10-13 settembre Pisa, I 11-13 settembre Biotherapy of Cancer: From Disease to Targeted Treatment 1° Corso teorico-pratico di Riabilitazione Respiratoria Giornate Mediterranee di Riabilitazione Dalla tradizione alla medicina basata sull’evidenza 8th EFA Conference Allergy and Airway Diseases: Towards a New European Programme for Healthy Indoor Air Pediatria Calabria 2003 5° Convegno Nazionale di Aggiornamento in Pediatria 2nd International WASOG Conference on Diffuse Lung Diseases 8th Conference of the Italian Chapter of WASOG XVII World Asthma Congress XVII Associazione Scientifica “Incontri al Fatebenefratelli” Tel. 0824 771334-5 Fax 0824 47935 [email protected] TIMED Mura di Santa Chiara 1 - 16128 Genova Tel. 010 5999331 Fax 010 5999499 [email protected] Dott. Giovanni Arnulfo Aristea Via Tolmino, 5 - 00198 Roma Tel. 06 845431 Fax 06 84543700 [email protected] EFA Central Office Av. Louise, 37 - B.P.6 - 1050 Brussels, B Tel. +32 02 6469945 Fax +32 02 6464116 [email protected] iDea Congress Via della Balduina, 260 - 00136 Roma Tel. 06 35402148 Fax 06 35402151 [email protected] Servizio Congressi, Università di Siena Banchi di Sotto, 46 – Siena Tel. 0577 232132-3 Fax 0577 232134 World Asthma Congress 16/10 Mikmukho-Maklaya Street, 117997 Moscow Tel. 7-095 336-5000 Fax (7-095) 3365000 [email protected] CongCreator CC Ltd Box 762, 00101 Helsinki, Finlandia Fax +358 9 45421930 [email protected] Medical Education Resources Inc 1500 W. Canal Court, Suite 500, Littleton, CO 80120 Tel. 800-421-3756 Fax 303-798-5731 [email protected] Gayle Howard Tel. 61-396-293-455 Fax 61-396-295-944 [email protected] AISC & MGR S.r.l. - AIM Group Via Ripamonti 129, 20141 Milano Tel. 02 566011 Fax 02 56609045 [email protected] World Allergy organization-IAACI 611 East Wells Street, Milwaukee, WI 53202, USA Tel. +1 414 2761791 Fax +1 414 2763349 [email protected] Professor Heinz Zwierzina Tel. 43-5-125-044-206 [email protected] AISC & MGR S.r.l. - AIM Group Via Ripamonti 129, 20141 Milano Tel. 02 566011 Fax 02 56609045 [email protected] IL CALENDARIO Corsi & Congressi Chicago, USA 19-21 settembre Kuala Lumpur, MAL 22-27 settembre Treviso, I 22-25 settembre Tuttlingen, D 26-27 settembre Vienna, A 27 settembre 1 ottobre Palermo 9-11 ottobre Napoli, I 16-19 ottobre Managing Respiratory Diseases Medical Education Resources Inc 1500 W. Canal Court, Suite 500, Littleton, CO 80120 Tel. 800-421-3756 Fax 303-798-5731 [email protected] 8th Congress of the Asian Society Dr. Harjit Singh of Transplantation Tel. 03-6120 3233 Fax 03-6137 7097 [email protected] Corso Residenziale Sig. ra Eleonora Fonte di Patologia Toracica Ufficio Biblioteca U.L.S.S. n° 9 Tel. 0422 322743 [email protected] Corso Residenziale Sig.ra Eleonora Fonte di Patologia Toracica Ufficio Biblioteca U.L.S.S. n° 9 Tel. 0422 322743 [email protected] 13th ERS Annual Congress 2003 ERS Headquarters 4, Avenue Sainte-Luce CH-1003 Lausanne Tel. +41 212130101 Fax +41 212130100 [email protected] First National Meeting AAITO Unità Operativa di Allergologia e (Associazione Allergologici Immunologia Clinica Immunologi Territoriali Ospedalieri) Ospedale Civico e Benfratelli G. Di Cristina e M. Ascoli, Palermo Tel. 091 6668501 Fax 091 6664332 [email protected] IV Congresso Nazionale UIP Effetti Divisione Congressi Unione Italiana per la Pneumologia Via Gallarate, 106 – 20151 Milano e XXXVII Congresso Nazionale AIPO Tel. 02 3343281 Fax 02 38006761 [email protected] Gli inserzionisti SensorMedics Italia Serie Vmax II copertina Air Liquide Istituzionale 1 AstraZeneca Symbicort 3, 4, 5 MIR Medical International Research Spirometria e telespirometria 6 Istituzionale 21 Medical Graphics Italia Cabina pletismografica serie Elite™ 13 Officine Coppa Istituzionale 16 Markos Mefar Istituzionale 18 MIDIA ACCP SEEK 25 Medigas Istituzionale, Ventilatore iVent 201 23, 31 Sapio Life Luna 35 Vivisol Ventilazione 39 Cosmed MicroQuark 51 Linde Istituzionale 45 CHEST 2003 53 MedicAir IMP2 “Percussionaire”, LTV 1000 57 IV Congresso Nazionale UIP XXXVII AIPO 61 European Respiratory Society Annual Congress 2003 Giornate Mediterranee di Riabilitazione Biofutura Pharma Sinestic Boehringer Ingelheim Istituzionale 65 70 III copertina IV copertina PNEUMORAMA 30 / IX / 1-2003 67 LA GALLERIA CONTEMPORANEA Elsa Gant Triestina, attiva da oltre trent’anni con mostre personali, si occupa di scenografia, illustrazione editoriale, design, arte applicata per l’arredamento. Ha esposto, oltre che a Trieste, in varie città italiane e all’estero a Stoccolma, Atlanta, Barcellona, Klagenfurt. 68 “Ci sono certamente nel suo orizzonte interiore dei maestri ideali - Paolo Uccello, Lorenzo Lotto, Severini, Klee e, in chiave giuliana, Nino Perizi e Federico Righi con i quali ebbe dimestichezza - e tuttavia la Gant dispone di un mestiere abilissimo fatto di disegno, di riporti, abrasioni, velature e trapassi dalle sfumature delicate ponendo ogni artificio al servizio non tanto della piacevolezza in sé, e forse nemmeno della rappresentazione dei soggetti che divengono pretesti, quanto piuttosto per testimoniare un ideale di pittura, il tentativo di fare con questo mezzo della comunicazione poetica, di toccare nel profondo l’osservatore.” Claudio H. Martelli Pantalone 2000, tempera su carta (cm 70x50) € 780,00 “Di Elsa Gant avevamo ammirato le sue rivisitazioni della pittura toscana e umbra fra il Trecento e Cinquecento. Il modo che colpisce, perché parte da una convinzione intima dell’artista, dalla sua sapienza artigianale e dalla sua onestà intellettuale (dichiarare le fonti) e anche per il piacere dell’invenzione favolosa che circola negli spazi luminosi e colorati del racconto figurale, racconto sereno che ancora, al giorno d’oggi, è capace di esprimere meraviglia, il più raro, il più delicato dei sentimenti.” Giulio Montenero Vu cumprà 2000, olio su tavola (cm 70x60) € 1200,00 “L’abbreviato realismo del lavoro pittorico attuale di Elsa Gant presuppone la saldezza costruttiva della componente picassiana e la raffinatezza metafisica della componente fantastica.” Sergio Molesi “Un ricondursi all’arte del Quattrocento e del Cinquecento cui già si ispirò la Gant in passato e che rappresenta una solida base della sua pittura, cui ben si raccorda per logica conseguenza anche il lessico novecentista che traspare dalle sue opere.” Marianna Accerboni PNEUMORAMA 30 / IX / 1-2003 La finestra (dalla serie Il campiello) 2000, olio su tavola (cm. 50x30) € 960,00 LA GALLERIA CONTEMPORANEA Elsa Gant Cactus 2000, olio su tavola (cm 40x30) € 720,00 69 Il circo 2000, tempera su carta (cm 70x50) € 780,00 Il bucato (dalla serie Il campiello) 2000, olio su tavola (cm 50x30) € 960,00 Estate 2000, olio su tavola (cm 60x40) € 900,00 MidiaArte è una attività di MIDIA srl che propone ai lettori di PNEUMORAMA una galleria virtuale. Chi fosse interessato all’acquisto delle opere “esposte” e ad altre della stessa artista può rivolgersi a MIDIA allo 039 2304440, inviare un fax allo 039 2304442, una e-mail a [email protected] I prezzi delle opere esposte sono comprensivi di IVA e spese di trasporto sul territorio nazionale. PNEUMORAMA 30 / IX / 1-2003 GLI AUTORI Gianni Balzano U.O.C. di Pneumologia, Fondazione Salvatore Maugeri, IRCCS, Telese (BN) Pier Franco Pignatti Sezione di Biologia e Genetica, Dipartimento Materno-Infantile e di Biologia Genetica, Università di Verona, Verona Sandro Amaducci U.O.C. di Pneumologia, Ospedale San Carlo Borromeo, Milano Enrico Clini Fondazione Villa Pineta ONLUS, Pavullo (MO) e Università degli Studi di Modena-Reggio Emilia, U.O. Pneumologia e Riabilitazione Respiratoria Riccardo Pellegrino SC di Pneumologia, Ospedale S. Croce e Carle, Cuneo Rosanna Bisato U.O.C. di Pneumologia, Certificata UNI EN ISO 9001:2000, ASL 22 - Regione Veneto, Ospedale Orlandi Bussolengo, Verona Stefano Aiolfi U.O. Riabilitazione Respiratoria, Ospedale Santa Marta, Rivolta d’Adda (CR) Giuseppe Lauriello Primario Pneuomologo, Salerno Giuliana Maldini Disegnatrice, pittrice, scrittrice, Milano Camillo Barbisan Professore di Filosofia; Sacerdote della Diocesi di Treviso; Comitati di Bioetica ASL 9 e 10, Regione Veneto Francesco de Blasio Unità Funzionale di Riabilitazione Respiratoria, Casa di Cura Clinic Center, Napoli Silvia Tognella U.O.C. di Pneumologia, Certificata UNI EN ISO 9001:2000, ASL 22 - Regione Veneto, Ospedale Orlandi Bussolengo, Verona In copertina: Hilde Rantzsch, Alla mia sorella verde delle lanterne, 1927 (particolare), Misawa Bauhaus Collection, Misawa Home Co., Ltd Tokyo ACCP-SEEK Programma di aggiornamento e autovalutazione in Pneumologia e Critical Care ACCP-SEEK è un programma di auto-apprendimento in Pneumologia e Critical Care. Ogni volume è suddiviso in due sezioni: la prima presenta 200 domande a risposta multipla ideate per verificare le capacità di memoria, interpretazione e soluzione dei problemi. Gran parte delle domande si basano su casi clinici e trattano l’anamnesi del paziente, le analisi di laboratorio e/o le immagini diagnostiche. La seconda parte contiene le soluzioni che in modo esauriente e completo spiegano l’argomento e motivano le risposte giuste e sbagliate. ACCP-SEEK è uno strumento indispensabile allo specializzando per la preparazione degli esami e al medico per l’aggiornamento e l’approfondimento di conoscenze e argomenti specifici. Questi volumi vengono utilizzati negli Stati Uniti per l’assegnazione di crediti formativi ECM. Prossimamente sarà disponibile l’edizione italiana Per informazioni: MIDIA srl Tel. 039 2304440 Fax 039 2304442 E-mail: [email protected] PNEUMORAMA 30 / IX / 1-2003 71 A PRESCINDERE Fischia il “SARS”, ovvero: che bella figura! di Francesco de Blasio L L’Italia, come si sa, è un Paese di poeti, santi, navigatori e… Commissioni! Commissioni d’Inchiesta, Consultive, d’Indagine… E chi più ne ha più ne metta. Se poi c’è di mezzo un’emergenza, allora le Commissioni sono a dir poco obbligatorie. Ed è indubbio che la SARS rappresenti un’emergenza medica di primo livello. Pertanto, appare più che giustificato l’intento del Ministro Sirchia di istituire una Task Force che aiuti il Ministero nei neces72 sari provvedimenti di profilassi e terapia. Ora, un nostro giovane lettore (specializzando, o comunque alle prime armi) si starà domandando quali esperti in Pneumologia saranno inclusi nella commissione ministeriale. Del resto quando si parla di SARS, si parla di una polmonite virale che, in quanto tale, viene curata con terapia broncodilatatrice e di supporto, a cui viene associata antibioticoterapia di copertura. In attesa di trovare risposta al suo quesito (si starà chiedendo “chissà se il mio Professore della Cattedra di Pneumologia è nella commissione?”), si fa una scorpacciata di Porta a Porta, di Maurizio Costanzo Show, di Medicina 33, di Elisir, e chi trova in video? Il Virologo, l’Infettivologo, l’Igienista! Legge i giornali, e chi scrive gli articoli sulla SARS? Il Virologo, l’Infettivologo, l’Igienista! “E il mio professore dove sta?”. Sconsolato, accende la radio. Il Giornale Radio Rai annuncia: “Emanato il decalogo contro la SARS!”. E in testa sua comincia ad immaginare: “Sarà stata l’AIPO o la SIMER, o forse la UIP?”. Altra delusione. Le norme antipolmonite atipica sono state an- nunciate dalla FIMMG, l’organo sindacale dei medici di famiglia. Nemmeno dalla SIMG, che è la sociètà scientifica dei medici di famiglia! E cosa recitano queste norme anti-SARS? 1) Pulirsi le mani frequentemente 2) Non starnutire nelle mani 3) Non sputare per terra!!! È quindi obbligatorio ricorrere al nonno che gli riporta alla mente come, durante il ventennio fascista, le norme di igiene (in assenza di Internet) venivano scritte sui muri (“La persona civile non bestemmia e non sputa per terra!”). E le nostre associazioni scientifiche che fanno? A quanto pare, poco o nulla! C’è il Congresso di Napoli da organizzare… Del resto, non si può obbligare il mitico Vespa o Maurizio Costanzo ad invitare chi vogliamo noi. Un motivo ci sarà pure! E scommetto che non ci crederete. Da me interpellato, il prof. Pietro Crovari, coordinatore della Commissione di esperti del Ministero (“Non la chiami Task Force, per favore! – mi dice – Mi sa tanto di gruppo d’azione di primo intervento!”), alla mia domanda su quanti pneumologi ne facciano parte, mi dice candidamente: “Beh! Veramente non c’è alcun pneumologo. Però ci stavo pensando. In fondo, si tratta di una polmonite!”. Ed aggiunge: “Ho sentito Walter Canonica che mi ha detto che avete due o tre Società Scientifiche. Caro de Blasio, perché non mi manda un fax in Istituto, o una e-mail e mi scrive quali sono queste associazioni!”. Ed io, prontamente, scrivo: [email protected] “Egregio Professore, facendo seguito al nostro colloquio telefonico di oggi, Le comunico quanto segue: …”. Così, forse, uno pneumologo potrà dire la sua (o meglio, la nostra) in commissione. Non mi aspetto ringraziamenti. A PRESCINDERE