INDICE - Galoppo e Trotto
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INDICE - Galoppo e Trotto
1 INDICE Considerazioni introduttive 1. 2. 3. 4. Piano Economico - Finanziario; Piano Scommesse e Rating delle Corse; Piano Rating degli ippodromi; Piano Lavoro. Gruppo di studio: Piano 1: dott. ssa Annamaria Nori - Dott. Giorgio Bernabei; Piano 2: Mauro Galandrini – Valfredo Valiani ; Piano 3: Ing. Giovanni Capecci; Piano 4 . Avv. Mauro Cimino - Organizzazioni sindacali di categoria; 2 CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVE La riforma del settore ippico deve passare attraverso una “managerializzazione” della gestione, permeata da trasparenza economica, tecnica e nei rapporti con tutti i soggetti del settore, in un progetto inclusivo proiettato a perseguire l’interesse collettivo ippico, nell’esaltazione dello spettacolo, nell’allargamento della filiera di allevatori, proprietari, allenatori, guidatori e fantini, nella qualificazione degli ippodromi, nell’aumento di pubblico, scommesse e posti di lavoro. Parole che debbono essere calate nella realtà. Di tutto si potrà discutere, tranne del fatto che il settore ippico stia attraversando una crisi giunta ad punto di non ritorno: previsioni di bilancio clamorosamente sbagliate, prelievi dalle nuove scommesse inferiori alle aspettative, contratti collettivi di lavoro scaduti, posti di lavoro più che dimezzati e ad alto rischio quelli rimasti, ippodromi in via di chiusura, pubblico, allevatori, proprietari, allenatori, guidatori, fantini in calo, nascite in calo (da 4.500 a 1.500 per il trotto, peggio in % per il galoppo), riunioni di corse in calo, montepremi in caduta libera. Il bilancio dell’ippica è passato dai 505 milioni del 2009 ai 181,5 del 2016. Il contributo pubblico per l’anno 2016 è di euro 97.000.000. Questi i dati concreti da cui partire. Occorre un Piano Industriale per reperire le risorse. L’art. 15 del collegato agricolo, comma 3, lett. b) prevede “le modalità di individuazione, compatibilmente con la normativa europea, del soggetto incaricato di costituire un organismo da sottoporre alla vigilanza del Ministero delle politiche agricole e forestali, cui demandare le funzioni di organizzazione degli eventi ippici, di ripartizione e di rendicontazione delle risorse…”, la successiva lett. e) stabilisce “una riduzione degli oneri a carico della finanza pubblica pari al 20 per cento nel primo anno successivo al costituzione del medesimo organismo”, in progressiva e costante diminuzione, sino a spegnersi “dal quinto anno successivo alla costituzione dello stesso organismo”. L’obiettivo minimo è quello di raggiungere autosufficienza economica. Occorrerà però che nei primi anni del percorso verso l’autonomia economica del settore la copertura sia garantita dallo stesso Ministero competente o, in alternativa, da un “fondo di perequazione” alimentato da un prelievo % su tutti i giochi (slot, vlt, on line, scommesse sportive e soprattutto virtuali, ecc.) - appropriatisi di una rete che era propria ed esclusiva dell’ippica -, sulla scia della già esistente legge 28.01.2009, conseguente al D.L. n. 185 del 29 gennaio 2008, a cui si riferisce anche la lett. d) dell’art. 15, comma 3 del “Collegato agricolo” L’unica via è quella imprenditoriale, che consenta di trarre le risorse dal prodotto che viene confezionato: perché solo un prodotto tecnicamente valido, certificato, immune da alterazioni di sorta, con garanzie di controlli e seria vigilanza può essere positivamente venduto, riattivando automatismi capaci di riportare negli ippodromi appassionati, pubblico e aumento del volume delle scommesse. Attualmente il prodotto ippico è scadente, anche e soprattutto perché non credibile. 3 Ogni protagonista dello spettacolo ippico è chiamato ad ottenere il miglior risultato economico, a beneficio del sistema e di se stesso, rimettendo alla propria capacità la confezione di un prodotto ottimale, misurandosi ad armi pari con la concorrenza anche e soprattutto attraverso l’introduzione di criteri nuovi e meritocratici tra cui: “una disciplina regolamentare tendenzialmente premiante o penalizzante in esito ai valori di redditività della raccolta delle scommesse sul montepremi assegnato e disponibile, naturalmente entro i limiti minimi e massimi dei premi e delle giornate che gli ippodromi dovranno disputare, e con i necessari correttivi per eventuali giornate differenziate, per Gran Premi e corse di selezione, per le corse in notturna e per particolari giornate della settimana.” Il prodotto dovrà essere venduto attraverso una rete distributiva nazionale ed internazionale nell’ottica di un mercato globale: ciò sottintenderà sinergia fra operatori ippici e concessionari alla raccolta delle scommesse. Ed invero, all’ espansione del volume del gioco non potrà non accompagnarsi la riforma delle scommesse stesse, nel senso di una loro semplificazione regolamentare e dell’introduzione di nuove, nel contesto di una diversa e razionale utilizzazione del segnale televisivo. Per realizzare un Piano industriale che preveda l’autonomia finanziaria anche attraverso l’aumento del volume delle scommesse, è necessario muoversi lungo una dorsale che consideri tre fattori fondamentali, di eguale importanza: 1. Rating degli ippodromi 2. Rating delle corse 3. Rating delle professioni. Ben venga anche la distinzione fra ippodromi strategici, istituzionali, commerciali e promozionali, ma di certo non deve essere una definizione astratta, bensì di accertamento, atteso che nei fatti la vocazione ad ospitare grandi eventi non deve costituire un diritto ereditario, ma deve essere legata ad impianti e strutture di assoluta eccellenza. L’opposto di quanto avviene oggi, dove l’ostinato perseguimento di vecchi schemi assistenziali, la mancanza di imprenditorialità, il non coraggio di accettare le sfide del nuovo mercato da parte di tutte le componenti ippiche, sta portando all’estinzione un patrimonio socio-culturale che non è soltanto scommessa, ma opportunità per posti di lavoro e impiego del tempo libero. 4 RIFORMA SISTEMA IPPICO - SVILUPPO PARTE ECONOMICA La legge approvata definitivamente dal Senato (1328 B “collegato agricolo” art. 15) riforma in modo rilevante l’intero comparto ippico. La legge specifica che il Governo nella predisposizione dei decreti legislativi relativi all’ippica è tenuto a osservare i seguenti principi e criteri direttivi: A) riordinare le competenze ministeriali in materia di ippica ………... B) Prevedere le modalità di individuazione di un soggetto incaricato di costituire un organismo partecipativo e rappresentativo delle componenti dell’ippica cui demandare le funzioni di: - organizzazione degli eventi ippici - di ripartizione e di rendicontazione delle risorse di cui alle lettere d) ed e). C) prevedere una qualificata partecipazione di rappresentanti del Mipaaf e del Mef; D) prevedere che le risorse derivanti dalle scommesse sull’ippica e le risorse ex art. 1 commi 281 e 282 L.30/12/2004 n. 311 e dell’art. 30 bis comma 5 d.l. 29/11/2008 n. 185 conv. con L.28/01/2009 n.2 siano assegnate all’organismo di cui alla lettera B). E) prevedere che gli stanziamenti nel bilancio del MIPAAF per le competenze ippiche siano rideterminati e assegnati all’organismo di cui alla lettera B), tenuto conto delle funzioni ad esso trasferite, stabilendo una riduzione degli oneri a carico della finanza pubblica pari al 20 per cento nel primo anno successivo alla costituzione del medesimo organismo, al 40 per cento nel secondo anno, al 60 per cento nel terzo anno e all’80 per cento nel quarto anno e che a decorrere dal quinto anno successivo alla costituzione dello stesso organismo si provveda, oltre che con le risorse di cui alla lettera d) con le quote di partecipazione versate annualmente dai soci. Con questa legge lo Stato Italiano fa un passo indietro dal mondo ippico attualmente gestito dal Mipaaf e chiede ai soggetti appartenenti all’ippica di creare un soggetto avente requisiti ben precisi ovvero che : -- sia costituito da tutti i soggetti facenti parte della filiera ippica (con equa e ragionevole rappresentanza delle diverse categorie); -- possa in futuro gestire in modo completo e consono alle aspettative il mondo ippico nella sua interezza (organizzazione corse, scommesse, controlli, etc. ); 5 -- sia controllato direttamente dai rappresentanti del Mipaaf e del Mef e poi, dopo cinque anni, controllato indirettamente in ogni suo aspetto dai suddetti ministeri; -- diventi il soggetto principale dell’ippica e ne gestisca i rapporti economico-finanziario con tutti gli altri soggetti del settore; quindi ad esso saranno attribuite le responsabilità di tutti i rapporti economico finanziari dell’ippica, compresi gli incassi dei componenti positivi e la remunerazione dei soggetti facenti parte della filiera, contemperando le esigenze di sviluppo e retribuzione dei fattori produttivi con la necessità da parte dello Stato di diminuire le risorse ad esso dedicate. Il soggetto ”Organismo Ippico Italiano” è un’associazione senza fine di lucro, costituita ufficialmente con atto notarile in Roma in data 11 luglio 2016, coerente con i requisiti richiesti dal “Collegato Agricolo art. 15”. Le problematiche che l’associazione si prefigge di risolvere, pur trovando un largo consenso tra i soggetti attivi dell’intera filiera ippica, sono di difficile soluzione. Sviluppare infatti in modo coerente un piano economico-finanziario che, come richiesto, rispetti i criteri di rappresentanza e di collaborazione tra le categorie e, contemporaneamente, risolva i problemi economici dell’ippica in questo difficile momento, appare altamente problematico. Scenario Attuale Prima di addentrarci in piani economico-finanziari o in un vero e proprio piano industriale, relativo all’attività del soggetto che sarà incaricato di gestire l’ippica italiana, si sono attentamente osservati gli ultimi sviluppi economici del settore ippico: - il bilancio dell’ippica è passato dai 505 milioni di euro del 2009 ai 181,5 milioni di euro del 2016; - il Contributo statale ex legge 185 del 29.11.2008 convertita con L. 28.01.2009 n. 2 per l’anno 2016 è stato determinato in € 97.000 milioni; In merito allo stesso contributo statale per gli anni a seguire, occorre inoltre considerare probabili riduzioni dovute a: - diminuzione scommesse nell’anno 2016 rispetto al 2015: - 4, 17% per il periodo Gennaio – Aprile 2016; - probabile diminuzione del prelievo erariale da slot – Vlt (2015 = 8,7 miliardi,) cui è collegato il contributo statale, a causa dei recenti sviluppi legati alle restrizioni delle distanze minime dei 6 punti di gioco dai luoghi sensibili (diminuzione prevista del 30% degli apparecchi per numero esercizi). Componenti positivi (risorse) Le risorse destinate all’ippica negli ultimi anni derivano quasi esclusivamente da due componenti: i proventi derivanti dalle scommesse ippiche ed i finanziamenti pubblici, di cui evidenziamo le cifre degli ultimi quattro anni (in milioni di euro). proventi da scommesse finanziamenti statali totale 2013 142 110 252 2014 91 119+ 30 extra 240 2015 94,5 102+ 0,5 extra 197 2016 (previsto) 84 91+ 6,5 extra 181,5 Le risorse destinate alla filiera ippica stanno velocemente diminuendo, sia a causa del calo delle scommesse ippiche e quindi dei proventi derivanti dalle scommesse (da 142 milioni di euro a 84), sia per la crisi economica che ha portato lo Stato a diminuire le risorse destinate al settore ippico (da 110 milioni di euro a 97,5). Ulteriori tagli sono previsti nel bilancio dello Stato, tanto che nel 2016 complessivamente il comparto ippico potrà contare su circa 181.5 milioni di euro, come all’incirca per il 2017, quando potrebbe entrare in vigore, la riforma. Elementi negativi (impieghi) I costi principali che l'organismo dovrà sostenere sono quelli destinati a remunerare i soggetti che producono lo spettacolo ippico ovvero scuderie /allevatori, società di corse (ippodromi), reti distributive immagini, controllo corse etc. Società di Gestione,vigilanza gara Tv Corse e controllo 2013 117 62 11 11 201 2014 101 62 13 11 187 57 20 11 190 2015 Montepremi 2016 (previsto) 1 102 91 1 51 Totale 13 11 1661 Comprensivo di provvidenze all’allevamento, I.V.A per le scuderie non esenti e percentuali agli allenatori 7 I costi sostenuti dall'ippica dipendono strettamente dall'andamento dei componenti positivi per cui sono anch'essi in continua diminuzione (da 201 milioni di euro del 2013 a 166 del 2016). I dati esposti, comprensivi delle previsioni relative al 2016, evidenziano che i principali costi di gestione, negli ultimi 4 anni, hanno perso circa il 17% addirittura (pari a circa 35 milioni di euro) e oltre il 60% negli ultimi dieci. Nel 2006 le entrate complessive erano di oltre 450 milioni di euro ed il solo montepremi era di circa 250 milioni di euro. Le cifre più di ogni parola evidenziano la crisi del settore ippico, ridotto oramai alla semplice sussistenza. La crisi è potenzialmente irreversibile, a meno che non si mettano velocemente in atto interventi legislativi e strutturali che modifichino le negatività del comparto: previsioni di bilancio clamorosamente sbagliate, risorse dalle nuove scommesse inferiori alle aspettative, mancanza di collaborazione tra i soggetti del settore, contratti collettivi di lavoro scaduti, posti di lavoro più che dimezzati e ad alto rischio quelli rimasti, ippodromi in forte crisi, con pubblico, allevatori, proprietari, allenatori, guidatori, fantini in forte calo. Anche le nascite dei cavalli si sono ridotte da 4.500 a 1.500 per il trotto, ancor di più in percentuale per il galoppo; riunioni di corse in calo (da 3.000 a 1.500), montepremi in picchiata, convenzioni con gli ippodromi in prorogatio da anni, soppiantate oggi da accordi sostitutivi che peraltro non sono stati posti in essere come tali, sono dati alla portata di tutti ed assolutamente incontrovertibili. Riforme serie ed incisive non sono più rinviabili; è ora di intervenire con un piano di ristrutturazione che tenga conto dei dati storici, dello stato attuale dell’ippica italiana, delle leggi in corso di approvazione e, soprattutto, della volontà del mondo ippico italiano di non sparire. PIANO ECONOMICO Premesse Prima di redigere il piano industriale del settore si sono esaminati i conti degli organismi (U.n.i.r.e., A.s.s.i, Mipaaf) che precedentemente hanno gestito l’ippica italiana e si è parlato con diversi esperti del settore. Come evidenziato dai bilanci degli altri organismi, traspare una rilevante riduzione delle risorse dell’intero settore, per cui il primo obiettivo per un rilancio dell’ippica è senz’altro legato all’aumento delle risorse a disposizione e quindi dei componenti positivi. Poiché il componente che ha avuto la maggiore riduzione nel corso degli anni è quello dei proventi da scommesse, è da qui che bisogna cominciare. I motivi per cui i proventi da scommesse sono diminuiti in modo rilevante sono evidenziati in altre parti del presente documento cui si rimanda. 8 Ci interessa invece sottolineare che questa diminuzione non è irreversibile, anzi, diversi esperti del settore hanno già analizzato le cause ed i possibili rimedi. Inoltre lo stesso “Collegato Agricolo” ha individuato alcune possibili modifiche al sistema delle scommesse con lo scopo di portare ad una inversione di tendenza il volume delle scommesse ippiche. All’interno del punto A dell’art. 15 del “Collegato Agricolo” appena approvato, troviamo le indicazioni relative alle modifiche economiche attuabili nell’ippica: “ riordinare le competenze ministeriali in materia d’ippica compresa quelle in materia di diritti televisivi relativi alle corse anche estere e la disciplina delle scommesse ippiche : - a totalizzatore prevedendo una percentuale di vincita >= 74% ; - a quota fissa con introduzione della tassazione sul margine per le scommesse sulle corse dei cavalli stabilendo che una parte dell’aliquota sia destinata alla filiera ippica; - mantenimento (stabilità) degli attuali livelli di gettito da destinare alla filiera ippica; - diminuzione delle aliquote fiscali a fronte di un aumento della raccolta delle scommesse; - prevedere un palinsesto supplementare al fine di ottenere maggiori risorse per la filiera ippica. Pur senza poter entrare nel dettaglio, in quanto il “Collegato Agricolo “ non fornisce dati né percentuali specifiche per la realizzazione delle modifiche previste, appare evidente che tutte le possibili variazioni previste potrebbero portare ad un maggior gettito dalle scommesse ippiche, qualora fossero sfruttate con professionalità, coniugando l’esperienza dei concessionari alla confezione di un prodotto-corsa qualificato. Con tale espressione si intende un prodotto finale (la corsa su cui scommettere) esente da ogni possibile difetto. Per fare ciò tutti i soggetti della filiera devono essere qualificati e professionali nel loro settore, al fine di realizzare un evento-corsa perfetto in ogni sua fase. Cavalli ben allenati e competitivi, ippodromi piacevoli ed invitanti, settori scommesse (anche esterne) facilmente raggiungibili, corse ben visibili e con organi di controllo competenti ed inappuntabili, regolamenti di gara semplici e chiari, questi sono gli obiettivi da raggiungere. I soggetti della filiera dovrebbero essere selezionati e remunerati in base alla loro professionalità ed al loro risultato. Solo con tali prospettive il prevalere della cultura assistenzialista che ha fino ad ora caratterizzato l’intero settore può essere rimpiazzato da un nuovo spirito di imprenditorialità, qualità ed efficienza degli operatori. 9 Nell’ottica della programmazione tecnica occorre anche rivedere con opportune rimodulazioni le circolari dei regolamenti delle corse dei cavalli; occorrerà garantire corse omogenee e controlli antidoping sicuri oltre ad un apparato di vigilanza corse altamente preparato e professionale. Il meccanismo che si dovrebbe innescare a catena sarà in grado di garantire più lavoro a tutti i componenti della filiera ippica e, di conseguenza, un incremento di reddito per tutti gli addetti del comparto; tale indotto, in questo nuovo contesto, dovrebbe garantire il perseguimento del risultato che si vuole ottenere vale a dire la programmazione, l’efficienza e la funzionalità che l’organismo di gestione dell’ippica mira di raggiungere. L’art.5 dello statuto dell’organismo neo costituito, delinea i criteri ispiratori dell’organizzazione degli eventi ippici. In base a tali criteri, qualitativi e quantitativi, il panorama ippico dovrà cercare di ottenere un incremento di risorse, e quindi di scommesse, massimizzando e disciplinando quelli che potremo definire i capi saldi di una nuova politica di settore, vale a dire il rating ippodromi, il rating corse ed il rating professionalità. Solo così il settore ippico, oggi in crisi, potrà cercare di sopravvivere nel panorama nazionale ed internazionale, promuovendo un prodotto ottimale in grado di garantire migliori risultati economici e di pubblico. Tali considerazioni ci inducono a precisare quanto segue: a) L’aumento di almeno quattro punti percentuali della quota destinata al pagamento delle vincite (dal 70% al 74%) potrebbe produrre un aumento delle giocate in grado di alimentare un maggiore gettito per la filiera ippica. b) L’introduzione della tassazione sul margine per le scommesse a quota fissa, con la destinazione di parte dell’aliquota alla filiera ippica, potrebbe portare ad un aumento diretto dei proventi da scommesse e, a seconda delle aliquote stabilite, potrà prodursi anche qui l’effetto indiretto dell’aumento delle giocate e quindi di nuovo dei proventi da giocate. c) La previsione che a fronte di un aumento della raccolta delle scommesse lo Stato debba diminuire le aliquote fiscali, dovrebbe incanalare nel settore ippico proventi aggiuntivi. d) La previsione di un palinsesto complementare va nella stessa direzione, ovvero aumentare le possibilità di giocate nell’ippica e, di conseguenza, aumentare le scommesse ippiche. Queste importanti modifiche, destinate ad incrementare l’interesse del pubblico e l’appeal per le scommesse nel settore ippico, dovrebbero determinare un continuo e progressivo aumento della raccolta delle giocate e quindi maggiori proventi da scommesse. 10 Le previsioni di incremento dei proventi da scommesse sono particolarmente complesse poiché dipendono, non solo dalla determinazione precisa di percentuali ed aliquote ancora indeterminate, ma anche dall’atteggiamento di tutti gli altri componenti della filiera ippica riguardo i cambiamenti richiesti. In ogni caso è necessario ed indispensabile che la determinazione di tali aliquote (fondamentali per una migliore definizione del piano) sia fatta prima possibile, in accordo con Mef e Mipaaf ed in modo compatibile con i progetti di riforma già presentati. Per quello che riguarda i costi dell’organismo possiamo distinguerli in costi di gestione e costi di struttura. I costi di gestione sono quelli destinati a remunerare i fattori produttivi e, di conseguenza, tutta la filiera ippica. I costi di struttura sono quelli destinati a mantenere efficiente ed operativo l’organismo stesso. Essi sono costituiti essenzialmente dal costo delle strutture, del personale, dei collaboratori etc. Nello sviluppo del piano industriale si è fatto riferimento ai costi sostenuti in passato rivedendoli in modo critico e proiettandoli per gli anni a venire, anche alla luce dei progressi tecnologici. 11 PIANO ECONOMICO "ORGANISMO IPPICO ITALIANO" 2016‐2021 anno 2016 2017 2018 2019 2020 2021 proventi proventi da scommesse 84 91 110 137 162 182 finanziamenti pubblici 94 94 76 58 40 22 2 2 2 2 2 2 totale proventi 180 185 186 195 202 204 costi di gestione montepremi 93 100 102 102 104 105 52 52 52 53 54 14 14 14 14 14 14 11 11 11* 11 11 11 5 5 5 5 5 5 diritti esteri 4 4 4 4 5 5 remunerazione allevatori 2 2 2 2 3 3 181 188 179 190 195 197 0,5 0,5 0,5 0,5 0,5 0,5 3 3 3 3 3 3 3,5 3,5 3,5 3,5 3,5 3,5 7 7 7 7 7 7 ‐8 ‐10 0 ‐2 0 0 altro (quote sociali + servizi ai soci) (comprese provvidenze) remunerazione soc. corse vigilanza e controllo corse gestione diritti immagini 52 *s ca d.contra tto servizi da terzi (totalizzatore…...) totale costi di gestione costi di struttura organi personale‐collaborazioni vari totale costi struttura avanzo/disavanzo Come si vede dal piano sopra esposto i maggiori proventi delle scommesse dovrebbero gradualmente rimpiazzare i minori finanziamenti statali. Una variabile decisiva per il raggiungimento dell’obiettivo è il lasso di tempo impiegato per attuare le modifiche necessarie ad aumentare i proventi da scommesse. Con tempi troppo lenti si verificherebbero dei disavanzi finanziari. Per ciò che concerne le entrate dell’organismo provenienti dai finanziamenti statali è di tutta evidenza che lo Stato, a fronte di probabili maggiori incassi (da quantificare con esattezza) 12 derivanti all’organismo stesso dall’aumento dei proventi da scommesse, cerchi nel medio periodo di poter gradualmente diminuire la parte di finanziamenti concessi all’ippica. In questa direzione va infatti il punto “E” del Collegato Agricolo quando prevede la diminuzione annua del 20% delle risorse destinate al comparto. Tale percentuale di riduzione dovrebbe applicarsi a partire dall’anno successivo alla costituzione (affidamento) dell’organismo ed escludere in ogni caso i proventi da scommesse. L’applicazione di tale norma dovrebbe portare gradualmente la componente dei finanziamenti statali, che nel 2016 è pari a 93 milioni, ad azzerarsi nel 2022 salvo la quota percentuale sul preu destinata per legge all’ippica. Proprio tale prospettiva, a prescindere dalle modalità applicative che destano qualche incertezza riguardo il conteggio delle riduzioni annuali, crea evidenti problemi di sostenibilità per il sistema economico-finanziario dell’ organismo che dovrà gestire l’intero settore. Le somme che sarebbero sottratte a tale comparto sono molto rilevanti e l’operazione avverrebbe in un momento particolarmente difficile, probabilmente il peggiore dell’ippica italiana. Considerate inoltre le attuali condizioni dei soggetti appartenenti alla filiera ippica, è estremamente importante che il montepremi non diminuisca al di sotto dei 100 milioni di euro e che le risorse non siano inferiori ai 200 milioni di euro, per evitare i probabili rischi di sfaldamento e/o di definitivo impoverimento del settore ippico . Il piano economico sopra definito deve essere completato con la componente finanziaria. Una volta incaricato l’”organismo” per la gestione del settore ippico italiano, sarà suo compito contrattare con gli interlocutori le scadenze di incassi e pagamenti in modo che non ci siano scompensi finanziari. Tuttavia essendo l’”organismo” un’associazione “senza fine di lucro“, è un soggetto finanziariamente debole e difficilmente finanziabile. I connotati di indipendenza e di collegialità dell’Organismo devono rimanere integri e, proprio per tale motivo, visto che i finanziamenti statali nel corso degli anni saranno sicuramente ridotti, l’organismo stesso dovrà essere garantito con apposite norme riguardo la certezza e la puntualità dei flussi monetari. Solo un’attenta pianificazione finanziaria, non quantificabile al momento, può permettere all’Organismo di affrontare con possibilità di successo tutti i cambiamenti necessari per rafforzare e rendere autonomo un settore che fino ad oggi si è nutrito di una cultura assistenzialistica. Il Collegato Agricolo indica una strada condivisibile, forse l’unica al momento in grado di garantire la sopravvivenza del settore ippico, ovvero quella della “ privatizzazione” della gestione dell’ 13 ippica, pur mantenendo il comparto sotto controllo ministeriale. Percorrendo tale strada l’ippica italiana potrebbe rendersi autonoma, anche finanziariamente, e diventare un soggetto importante ed autorevole nel mondo sportivo. In questo difficile percorso avranno un peso rilevante: - la fiducia e l’appoggio convinto dell’amministrazione pubblica, di tutte le componenti della filiera ippica e dei concessionari delle scommesse; - la completa condivisione da parte di tutti i soggetti interessati delle motivazioni e degli obiettivi del piano industriale, che potrà essere meglio definito solo dopo che lo Stato chiarirà nel dettaglio e quantificherà le modifiche al settore scommesse; - la forza di intervenire in modo autorevole, rapido e perentorio per attuare il piano industriale. Come presupposto di tutte le considerazioni di carattere economico qui esposte, è importante che l’intera programmazione economico-finanziaria sia accompagnata dalla semplificazione del Regolamento delle scommesse e dalla semplificazione delle stesse. Le entrate non possono essere affidate al solo gettito delle scommesse ippiche, molto probabilmente si avrà la necessità, nel percorso verso l’autonomia economica del comparto, di mantenere aperto il canale del finanziamento pubblico nelle forme già esistenti. I due pilastri economici per il sostegno del settore dovranno avere una loro specifica funzione: da un lato il gettito da scommesse, come volano di consolidamento, rilancio e sviluppo qualitativo e quantitativo del settore attraverso il mantenimento del montepremi, dall’altro il finanziamento come base minima garantita. Per quanto riguarda la politica di governo per il riordino, la soppressione e la riduzione degli enti vigilati dal Mipaaf, la struttura operante nel controllo antidoping ippico è UNIRELAB srl Unipersonale (costituita nel 2003). A seguito della soppressione dell’ASSI (ex UNIRE) che ne deteneva l’intera partecipazione, attualmente la società è a totale partecipazione del Mipaaf. L’Organismo dovrà poi concordare l’eventuale affidamento della fornitura di servizi di analisi di laboratorio e di studi connessi al settore ippico, visto che tale società per conto del Mipaaf opera nell’ambito della medicina forense veterinaria offrendo una serie di servizi diagnostici ai privati. 14 SCOMMESSE OGGI IN ITALIA Lo scenario attuale italiano comprende una suddivisione o ramificazione di diverse tipologie di Punti Di Vendita-Punti di Raccolta-Punti di Ricarica – Ippodromi ed è regolamentato da Normative Ministeriali e da Capitolati Tecnici stabiliti dall’Amministrazione Dei Monopoli (ADM EX AAMS) in primis, e da altri Enti, che avendo obiettivo comune, appunto la “Scommessa”, hanno indicato linee guida per quasi ogni singolo compartimento, creando un conglomerato di disposizioni non univoche, che generano diversità di caratteristiche tecniche nell’attuazione della raccolta delle scommesse. Lo scopo principale del Futuro Bando di Gara per l’assegnazione di Concessioni e Diritti di raccolta, ha come obiettivo primario omogenizzare il mondo “Scommessa”, definendo linee scenari - obblighi di più facile applicazione ed esecuzione, al fine di unificare, il più possibile, le regole. Attualmente, entrando nello specifico, in Italia si possono accettare/raccogliere scommesse nei seguenti Punti Di Vendita (per comodità useremo l’acronimo Pdv), con lo specifico della tipologia di raccolta: Negozio Di Gioco Sportivo- Raccolta di Scommesse Sportive – Virtuali – Ippica Nazionale – Concorsi a Pronostico (concorsi pronostici sportivi ed ippici, totalizzatore es. Big Match – Totocalcio etc.) Negozio Di Gioco Ippico – Raccolta di tutte le tipologie di Scommessa Ippica – Virtuali – Concorsi a Pronostico; Punto di Vendita – Raccolta di tutte le tipologie di Scommesse Sportive/Ippiche/Virtuali e Concorsi a Pronostico; Punto di Raccolta (PDR) – gli ex Ctd che hanno aderito alle sanatorie per regolarizzarsi secondo le attuali normative italiane, ed anche qui è prevista la totalità della raccolta come per i Punti Di Vendita; Punto Gioco Sportivo (PGS) o Corner Sportivo – Raccolta Scommesse Sportive – Virtuali – Ippica Nazionale – Concorsi a Pronostico, con una limitazione tecnologica rispetto ai Negozi di Gioco; Punto Gioco Ippico (PGI) o Corner Ippico – Raccolta’ Scommesse Ippica Nazionale – Virtuali – Concorsi a Pronostico, con una limitazione tecnologica rispetto ai Negozi di Gioco; Punti di Ricarica – Possibilità di effettuare Ricariche dei Conti di Gioco (Online); Ippodromi; A tutta questa tipologia di Punti Di Vendita, dobbiamo considerare anche un numero imprecisato di Centri Trasmissione Dati (CTD), i quali non sono collegati con il “Totalizzatore Italiano”, e che sono soggetti da anni a contenziosi non ancora definiti e risolti, che rappresentano numericamente il 50/55% di tutta la rete di raccolta presente. 15 Il Totale dei PDV, definiti per “vox populi” legali sopra citati, è pari a circa 13.500 attualmente attivi (che diventano circa 15.000 con quelli da attivare o chiusi per i piu’ differenti motivi), suddivisi come da schema successivo, dove non sono riportati i Punti di Ricarica, in continuo decremento che li sta portando al quasi totale azzeramento, e gli ippodromi: TIPOLOGIA NUMERO ATTIVI **** IPPICA TOTALIZZATORE‐ QF‐RIF, ATTIVA NEGOZI DI GIOCO 3.000 ca 2.700 ca (quasi tutti presenti nei 3000 di Negozio Di Gioco) CORNER SPORTIVO 4.300 ca CORNER IPPICO 3.900 ca PUNTI DI RACCOLTA 2.300 ca La totalità dei PDV, nel corso del biennio 2014/15 ha generato una raccolta complessiva annua pari a circa 4.300.000.000 per ogni singolo anno, mentre attualmente, nel primo quadrimestre 2016 il Turn Over (TO-raccolta) raggiunto è di euro 1.624.000.000, che in proiezione, se mantenuto l’attuale andamento, andrà a produrre 500.000.000 in piu’ rispetto la media dei 2 anni precedenti. Tale incremento è sostanzialmente riconducibile ad una raccolta sportiva in crescita (circa +20%) dovuta a 2 fattori: 1. Legalizzazione di parte di CTD, sotto la rete concessionaria Italiana, con conseguente evidenza di movimentazione presso gli enti ufficiali (SO.GE.I); 2. Un aumento di ritorno vincite (Payout) pari a quasi 2.5% rispetto gli anni precedenti, che sta generando un incremento di TO. Rimangono invariati, sempre in proiezione, i movimenti “Virtual” ed “ Ippici”, anche se, per questi ultimi, bisogna considerare le vicissitudini 2015 che non hanno permesso una Totale e Completa raccolta, altrimenti si sarebbe registrato un calo, che affligge costantemente il mondo ippico anno dopo anno. Nelle successive tabelle saranno riportati i dati “esplosi” per singolo mese comparati tra di loro, e con l’aggiunta di “ Peso” prodotto per ogni singola tipologia di gioco, con una ulteriore specifica tabella anno 2016 inerente il TO ippico, per tutte le tipologie di gioco, utile per lo svolgimento della presente relazione. ANNO 2015 RACCOLTA COMPLESSIVA SCOMMESSE 16 Mese Incasso sport Peso% Incasso Virtual Peso % Incasso Ippica Peso% Gennaio 237.779.041 61,3% 94.624.349 24,3% 55.880.502 14,4% 66,7% 83.132.273 21,5% 45.773.542 11,8% 64,6% 88.164.071 21,8% 54.910.936 13,6% 64,6% 86.304.090 22,1% 52.265.494 13,3% 64,4% 85.234.611 22,0% 52.788.292 13,6% 50,7% 79.582.938 31,9% 43.409.230 17,4% 46,5% 77.421.516 35,2% 40.170.146 18,3% 58,7% 75.162.463 27,8% 36.643.922 13,5% 65,8% 80.062.683 21,9% 45.052.302 12,3% 67,3% 86.224.225 21,0% 48.344.035 11,7% 279.328.069 68,0% 83.983.630 20,4% 47.450.387 11,6% 247.278.323 63,9% 89.814.853 23,4% 49.436.140 12,7% 2.691.437.068 63,0% 1.009.711.699 23,7% 572.124.926 13,3% Febbraio 257.955.974 Marzo 260.697.135 Aprile 253.216.122 Maggio 249.715.962 Giugno 126.556.509 Luglio 101.916.549 Agosto 159.337.341 Settembre 241.034.224 Ottobre 276.621.821 Novembre Dicembre TOTALI 17 ANNO 2016 RACCOLTA COMPLESSIVA SCOMMESSE‐‐ 1° Q.‐‐ Mese Incasso sport Peso% Incasso Virtual Peso % Incasso Ippica Peso% Gennaio 255.018.757 63,8% 91.250.762 22,9% 53.097.710 13,3% Febbraio 283.895.275 68,8% Marzo 64,4% 87.274.031 68,1% 86.361.942 22,4% 66,4% 347.909.079 11,1% 51.569.240 13,2% 20,3% 1.077.712.274 45.724.872 288.512.228 TOTALI 20,1% 250.286.464 Aprile 83.022.345 48.875.482 11,5% 21,4% 199.267.203 12,2% Tabella Ippica 2015/2016 singola tipologia di scommesse Anno 2015 2015 Totale 2016 Ippica Naz. e V7 Mese TO Gennaio 14.938.571 Febbraio 11.894.029 Marzo 13.662.435 Aprile 14.033.044 Maggio 12.702.550 Giugno 10.060.403 Luglio 9.509.694 Agosto 9.197.255 Settembre 11.662.871 Ottobre 12.720.557 Novembre 13.020.814 Dicembre 13.490.050 Gennaio Febbraio Marzo Aprile Totale 2016 146.892.271 14.436.066 12.459.901 14.355.944 13.465.777 54.717.687 Riferimento TO 911.076 749.844 971.743 896.437 921.520 828.441 922.066 721.709 766.902 841.435 935.188 922.455 Quota Fissa TO 4.288.044 3.409.785 4.964.963 4.988.756 5.061.385 4.220.920 4.336.199 3.810.396 4.833.805 5.006.941 5.310.512 5.404.088 Totalizzatore TO 35.742.811 29.719.884 35.311.795 32.347.257 34.102.837 28.299.466 25.402.187 22.914.562 27.788.724 29.775.102 28.183.873 29.619.547 Totale 55.880.502 45.773.542 54.910.936 52.265.494 52.788.292 43.409.230 40.170.146 36.643.922 45.052.302 48.344.035 47.450.387 49.436.140 10.388.816 1.001.204 861.156 961.958 884.382 3.708.700 55.635.794 6.132.154 5.142.245 6.324.219 6.302.406 23.901.024 359.208.045 31.528.286 27.261.570 29.927.119 28.222.917 116.939.892 572.124.926 53.097.710 45.724.872 51.569.240 48.875.482 199.267.303 18 Nello specifico i numeri evidenziano, come a tutti noto, l’andamento in flessione del prodotto Ippico, che se pur mantenendo una movimentazione quasi identica al 2015, ha un Peso (rapporto tra tutte le tipologie di scommessa), in calo di circa 1.1%. E’ necessario intervenire al fine di riproporre sul mercato l’appeal ippico che sta svanendo, con impegno di tutta la totalità del mondo ippico, adottando misure di recupero per ogni settore, dall’allevamento al Punto vendita al Concessionario ed agli enti Statali. Suddivisione raccolta scommesse ippiche odierna Entrando nella gestione della raccolta delle scommesse ippiche, iniziamo ad esaminare l’attuale situazione su come viene ripartito il TO, la partecipazione dei punti vendita dei Concessionari e del cliente finale. Ad oggi, il movimento generato dalle scommesse ippiche Totalizzatore, viene suddiviso in: Payout – all’incirca il 70% della movimentazione generata su ogni singola corsa a Totalizzatore; Mipaaf – circa il 12%; Concessionario- circa il 12,0%, suscettibile di variabili in base al tipo di evento scommesso (tassazione diversa) e soglia di raccolta totale; Erario- circa 6,0%; (Mentre per il raccolto della quota fissa, evidenziamo ed esamineremo in seguito, che la vigente tassazione è di circa 12.5% sul Movimento Netto (ndr).) 1) Ippica Totalizzatore - Raffrontando questa divisione, possiamo già concretamente, evidenziare i primi aspetti Tecnici dei problemi ippici, infatti, con un confronto del payout con gli altri prodotti, emerge che la redistribuzione delle vincite è la più bassa in assoluto. Nella raccolta delle scommesse sportive, il payout si attesta tra un 78% (nei migliori anni) ed un 81.5% (l’esempio sono proprio i primi quattro mesi del 2016)- in quelle Virtuali aumenta notevolmente girando intorno all’85% del TO. Il cliente, o meglio i nuovi clienti, che si avvicinano al mondo delle scommesse ippiche, già da questo aspetto sono influenzati a spostare la loro posta di gioco verso gli altri prodotti, come evidenziato in questi 2 anni di attività di raccolta virtual, che sta coinvolgendo sempre piu’ un numero di scommettitori ippici. Il primo passo, è quello di elevare la soglia del payout (in Francia e Svezia si gira sopra il 72%), al 74% come da “Collegato agricolo”, coinvolgendo Mipaaf-Erario-Concessionario ad una “leggera” diminuzione delle loro attuali entrate, riversandole verso il cliente. Sembrerebbe a prima vista una richiesta che possa andare al di fuori di ogni singola immaginazione, ma una redistribuzione di denaro maggiore, aumenta un rigioco (uno dei fondamenti della teoria economica di Keynes) che alla fine riporterebbe allo stesso profitto generabile con la situazione attuale. 19 Su 100 euro giocati, oggi ne vinco 70, considerando un rigiocato dell’80%, 56 verranno scommessi nuovamente vincendone 39 e così via, con l’aumento di payout a parità di importo giocato, in prima battuta avrei 74, di questi 59 li rigioco e così via, certamente non si può stabilire una legge matematica di quanto 4% di payout in piu’ sviluppi in termini di TO successivo, ma raffrontando con il resto delle scommesse, si nota che ogni qualvolta il payout superi lo standard, nelle settimane successive, vi è sempre un aumento di TO, specificando però, in particolare per lo sport, che deve essere gestito costantemente trattandosi di Quota Fissa, e che in casi limiti potrebbe anche non essere un fattore positivo, mentre nel mondo ippico, trattandosi di un Totalizzatore porterebbe solo benefici, provando a stabilire una media reale di quanto un aumento di payout possa incidere sul TO, si potrebbe affermare che si avrebbero circa 7 punti percentuali in piu’(come si evince da schema riportato). 100 tot R.G 80 pay 70 R.G 80 pay 70 R.G 80 pay 70 R.G 80 pay 70 R.G 80 giocato 70,0 56,0 39,2 31,4 22,0 17,6 12,3 9,8 6,9 5,5 3,9 3,1 223,3 pay 74 R.G 80 pay 74 giocato pay 70 R.G 80 pay 70 100 R.G 80 pay 74 R.G 80 pay 74 R.G 80 pay 74 R.G 80 pay 74 R.G 80 7% in 74,0 59,2 43,8 35,0 25,9 20,7 15,4 12,3 9,1 7,3 5,4 4,3 238,9 piu' anno 2015 anno 2015(74%) delta 507.000.000 542.490.000 35.490.000 Da questo presupposto, l’ipotetica perdita di aggio richiesto a tutti, viene evasa generando un movimento piu’ ampio che porta lo stesso o maggior aggio, es: concessionario 223K* 12%>> 238k* 11%.= 26.7>>26,2 2) Ippica Nazionale-Le corse di Ippica Nazionale hanno definitivamente perso il loro fascino verso il cliente di Ricevitoria(ma anche nei negozi il trend è lo stesso). Non si ha più l’attesa della “TRIS”, lo studio ed il coinvolgimento di qualche anno fa, il panorama odierno propone dieci corse Nazionali, che per lo più non si differenziano da normali corse a Totalizzatore, se non per l’importo minimo di scommessa. Non ha senso fare uno spacchettato in questo modo, che genera solo una piccola confusione nel momento dell’accettazione, dovendo, per i negozi ippici, gestire la doppia scommessa che si riversa in Nazionale o Ippica Totalizzatore a seconda della tipologia di esito che si vuol scommettere. I ricevitori, o meglio i gestori dei PGI(corner ippico), dedicano sempre meno tempo alla corsa Nazionale, dovendo gestirne un numero elevato, che spesso redistribuisce una vincita relativamente bassa ai clienti con conseguente loro disaffezionamento. E’ opportuno riportare in essere la CORSA TRIS con il suo fascino giornaliero, che permette ai clienti di confrontarsi, di valutare e di 20 fare cassa comune per sviluppare una combinazione con la speranza di aggiudicarsi un buon rientro economico. 3) Ippica quota fissa - Capitolo Ippica Quota Fissa, questa tipologia di scommessa sta acquisendo sempre più una rilevanza maggiore nella raccolta. Dapprima veniva considerata solo come un di più da offrire al cliente affinché stazionasse nei PDV e continuasse a scommettere sul totalizzatore, con una offerta di campi assai limitata, oggi invece coinvolge sempre più scommettitori i campi sono “quotati” quasi tutti, per quelli non quotati, purtroppo i concessionari devono analizzare lo svolgimento regolare della corsa ed a volte individuano anomalie, che non permettono loro di assumersi un rischio economico non gestibile, ma questo aspetto rappresenta l’area qualitativa e non tecnica e sarebbe opportuno che organismi di controllo ed addetti di lavoro tutti si adoperino al fine di rendere le corse “ lineari”. Il perché del successo è riconducibile alla semplicità della tipologia di giocata, che attira nuovi clienti e che fa avvicinare al mondo ippico, almeno per qualche minuto, i neofiti poiché scommettono, hanno subito riscontro di quanto vincano, guardano la corsa e verificano la giocata, quindi è paragonabile ad una scommessa sportiva. Il problema della scommessa Q.F. nasce dall’attuale tassazione, questa tipologia di scommessa è l’unica rimasta in Italia tassata a “monte” sul TO. Se nelle scommesse a totalizzatore, in teoria la formula di tassazione si registra ugualmente sul venduto, la spartizione degli aggi rimane pur sempre percentualistica su TO, mentre sulla quota Q.F. gli aggi derivano dalla marginalità netta generata. La vigente tassazione di circa il 12.5% su TO, non permette un profitto adeguato, seppur variabile, sia per i Concessionari che per i Gestori, in quanto, secondo l’andamento di redistribuzione di payout che spesso supera la soglia di 85%, (lo standard medio è di 80-82%) non genera profitti tali che possano andare a coprire le spese sostenute(costi di lavoro in primis) Inoltre, quasi tutti i Concessionari, utilizzano una formula remunerativa verso i gestori di divisione degli utili, quindi si potrebbe verificare che il Concessionario abbia perdite di esercizio se payout superiore ad 87.5% e che il gestore lavori a guadagno zero, in alcuni casi i Concessionari concedono anche aggi su TO ai gestori, ma di conseguenza ciò porta ad una gestione Quote e Campi più oculata per non aumentare ancor di più l’esposizione negativa che lo stesso Concessionario potrebbe avere. E’ necessario, introdurre la tassazione sul Margine netto come nelle scommesse sportive, anche con aumento di quota percentuale, rapportandole a quelle sportive, che vengono tassate del 18% sull’utile (con payout di 80% la tassazione rapportata al venduto sarebbe di circa 3.6%) e seguendo lo stesso schema di calcolo adottato su formula mensile e con somma algebrica, che porterebbe in caso di Margine Negativo a non dover versare nessuna tassazione. Così facendo gli scenari sarebbero più ampi, i concessionari potrebbero “quotare” tutto e la gestione del rischio sarebbe minore rispetto allo stato attuale, con conseguente incremento, sempre ipotetico, del TO, perché’ i gestori potrebbero anche loro accettare una quantità di scommessa più elevata, non rifiutandosi in prima battuta per timore di “remissione”. I Concessionari avrebbero anche maggior opportunità di sviluppo e consolidamento prodotto, investendo in forza lavoro, ad oggi si contano sul palmo della mano quelli che generano le proprie 21 quote fisse, mentre i restanti preferiscono stipulare accordi di fornitura di Servizi, con Provider regolarmente e legalmente attivi solo per la raccolta GAD (Gioco a Distanza-Online) che forniscono quote ed informazioni necessarie alla raccolta. Gestione raccolta scommesse ippiche odierna In questo capitolo prenderemo in esame la gestione tecnologica e commerciale attualmente operativa ambito Concessionario e PDV, come rappresentanti della mera operazione di raccolta(escluderemo gli Ippodromi che hanno una gestione diversificata). 1) Ambito Concessionario, la situazione attuale dei diritti ippici, come riportata nelle tabelle precedenti, è pari a circa 2.700 Negozi e circa 8.000 Punti Gioco, questi ultimi con la possibilità di raccogliere accettazione solo sulla corsa Nazionale, con una precisazione riguardo i negozi che per lo più sono inseriti in attività dove è predominante la raccolta sportiva/ippica. Non ci sono più le vecchie “Agenzie Ippiche”, con diritto proprio (concessione Bersani 2006-e Giorgetti 2009) e con raccolta unica di questa tipologia di scommessa, e nel prossimo Bando di Gara, così come già per il Bando Monti (2012/2013) non sarà prevista una scissione tra diritto ippico e diritto sportivo, ma sarà univoca. Alla luce della prefazione doverosa, i Concessionari, come da capitolato tecnico devono fornire una dotazione tecnologica minima per la raccolta, senza una vera distinzione di prodotto, che fa si che gli stessi Concessionari tendano ad investire sempre meno sul prodotto ippico, cercando di sviluppare le sale con spazi idonei per la raccolta scommesse sportive-virtuali e soprattutto negli ultimi anni (a partire dal 2009/2010) sviluppando un’area dedicata per gli apparati da intrattenimento (awp - vlt) a discapito del prodotto ippico, il tutto perché i ricavi generati da questi prodotti sono molto più elevati rispetto a quelli ippici. Così facendo non si creano i presupposti necessari per far sì che nuovi clienti possano avvicinarsi a questo mondo, ma anzi si tende ad allontanarli sempre di più spingendoli verso le nuove tipologie di betting. Sarebbe opportuno che tutti i Concessionari iniziassero a rivalutare l’accettazione ippica, prevedendo strumenti e tecnologie al passo con i tempi e che vadano a mirare ad un pubblico meno esperto, se non del tutto, per rendere giocabile l’ippica stessa, in troppi PDV vi sono ancora Monitor con tubo catodico dove le quote ippiche sono pressoché illeggibili, Tv identiche che servono solo da “scenografia” . Investire sul prodotto è una priorità, serve il famoso ricambio generazionale, e per ottenerlo è necessario coinvolgere il pubblico più giovane con il mezzo di attrazione più in voga del momento, appunto lo sviluppo tecnologico. Inoltre, e qui i Concessionari singolarmente non possono ottenere risultati, ma hanno obbligatoriamente bisogno di aiuto e supporto anche da parte degli “Enti Ippici”, c’è la necessità di far conoscere a tutti il mondo ippico. E’ dai tempi di “Varenne” che non si pubblicizza più nulla riguardo le “Corse Ippiche”, chi tra i più giovani sa cosa sia il “ Prix de L’Arc de Triomphe”, la “Breeders’Cup” la “Triple Crown” o le Oaks d’Italia” ??? Come si fa ad avvicinarsi a questo mondo se pochissimo ne parlano? Negli anni passati i quotidiani sportivi tutti dedicavano una pagina intera alle corse del giorno precedente, mentre oggi raramente si trova un trafiletto, che per lo più riguarda la Corsa Nazionale in particolare la Corsa che oggi viene considerata Tris, con solo ordine di arrivo e quota. 22 E’ opportuno investire sulla pubblicità - rispettando la regolamentazione in questo ambito sancita sia dal decreto Balduzzi che da tutte le normative seguenti - comprare spazi per le informazioni, oggi siamo circondati di informazioni riguardanti le scommesse sportive, fisiche e soprattutto online, ci sono spazi nelle trasmissioni sportive televisive e radiofoniche, dedicati alla “Voce dei Bookmaker” in quasi tutti i principali canali, mentre per l’ippica abbiamo solo il canale specifico di Sky, che spesso non fa parte del pacchetto acquistato. Inoltre sarebbe opportuno che le informazioni presenti nei PDV a livello cartaceo (Le Locandine), siano meno “tecniche” e più popolari, fermo restando che lo standard qualitativo odierno è di buon livello, ma è di difficile comprensione sempre per coloro i quali vogliano avvicinarsi alla scommessa ippica. Per la “vecchia generazione” ci sono i giornali specialistici con tutte le note necessarie, ma gli ” apprendisti” riuscirebbero a carpire solo un 30/40% di quelle informazioni e come tutto ciò che non colpisce con effetto immediato, si perde l’interesse e ci si dirige verso qualcosa di più semplice, un prodotto semplificato delle Locandine (in aggiunta alle odierne) potrebbe portare un ritorno positivo anche di raccolta e di avvicinamento al pubblico. Se da un lato gli accorgimenti e lo sviluppo richiesto ai Concessionari, impegna in maniera decisa, d’altro canto un lavoro ancor più predominante e di rilievo deve avvenire da parte dei gestori sia di Negozio che di Corner. 2) I gestori di negozio, percepiscono un aggio su Ippica Totalizzatore e Nazionale in media tra l’8% ed il 9% della raccolta generata (alcuni Concessionari non hanno adeguato la remunerazione e tendenzialmente si trovano al di sotto di questa soglia), con rimanenza al Concessionario di un 3.5%/4% circa, che rappresenta percentualmente parlando una delle più alte remunerazioni ad oggi erogate per tipologia di scommessa nei PDV, infatti le varie medie indicano un aggio sport di circa 8/9% del TO, Virtual 5,5/6,5% del TO e se volessimo prendere in considerazione le altre tipologie di attività raccolta nelle sale, avremmo awp (slot) con una variabile in base alla scheda presente che va da un 4,2% ad un 6,5% del TO ( in gergo tecnico COININ) ed infine nelle VLT (Videolotteries) un aggio che varia tra il 2.3% ed il 3.5% del TO (in gergo BETTATO). Purtroppo quello che si riscontra, nonostante i numeri remunerativi siano evidenti, è la scarsa attenzione (importanza) dei i gestori verso la raccolta ippica, dovuta tendenzialmente ad un risparmio di investimento, che se prodotto produrrebbe entrate importanti. Il gestore e tutti coloro che lavorano nel PDV, devono essere “formati” in maniera adeguata da parte dei Concessionari, perché spesso chi apre un Negozio, non ha basi, ma vede questa attività come fonte di investimento/rientro a breve termine, a differenza dei “Vecchi Gestori” che hanno molto chiare le dinamiche. Accade quindi che il Concessionario, sia più interessato ad una partenza in tempi veloci del PDV, mettendo in priorità la raccolta sportiva-virtual-apparati da intrattenimento, che hanno un ritorno economico veloce, non fornendo le giuste competenze al gestore stesso, che a sua volta, non essendo di per se’ indottrinato, assume la linea operativa indicatagli. Il Concessionario DEVE prevedere corsi di formazione ippica (così come sono previsti per le videolloteries), anche nelle proprie sedi, al fine di contenere i costi, che non siano di un solo giorno ma a più riprese e con aggiornamenti, non solo per dare informazioni sull’utilizzo dei terminali di gioco, ma su “cosa e come” si raccoglie, spiegando cosa c’è dietro la corsa di 2/3 minuti in tutti i suoi aspetti tecnico-burocratici e commerciali, spiegare la tipologia del cliente attuale e come poter invogliare i nuovi clienti, senza le basi necessarie i gestori si ritrovano a dover 23 affrontare un mondo con tutte le sue caratteristiche, che visto dall’esterno potrebbe suscitare perplessità e paure. Inoltre è doveroso fornire, come già accennato dotazioni tecnologiche evolute ed in numero congruo, senza essere “parsimoniosi” e non basandosi solo da quanto è previsto dal quantitativo minimo del “Capitolato Tecnico ADM”, al fine di evitare eventuali sanzioni in caso di verifica, l’investimento e di conseguenza i costi devono essere visti nell’ambito della volontà, oltre che di ritorno economico, di lavorare all’unisono con l’obiettivo Risanamento Ippica. Se il Concessionario DEVE essere il primo soggetto a sostenere l’accettazione/raccolta, non è l’unico né il solo con le responsabilità di riuscita. Il Gestore, adeguatamente formato DEVE comprendere e sviluppare il prodotto in maniera opportuna, quindi investire in forza Lavoro, o meglio avere un presidio sia interno ,cassiere, che esterno, responsabile di sala pronto ad intervenire per supportare e coinvolgere il cliente finale, ciò comporta costo economico, ma che alla lunga porterà nelle casse gestore un buon rientro. E’ un lavoro delicato ma che deve essere costante, perché all’inizio non si avranno benefici immediati, ma abbandonare il tutto significa in primis NON ESSERE IMPRENDITORE e di conseguenza rinunciare ad opportunità. Il costo del gestore ambito forza lavoro, NON DEVE essere l’unico sostenuto, ci vuole accuratezza nella gestione degli spazi adibiti all’ippica in modo che non vadano in contrasto con le altre tipologie di scommessa presenti in sala, lo spazio ippico è fondamentale per chi scommette e per chi ha voglia di avvicinarsi ai “cavalli”, se lo sport è un gioco che già da “ casa” si sviluppa con tutte le info che si possono reperire (le più semplici e quelle che quotidianamente ascoltiamo dai Media), l’ippica per la “popolazione” è del tutto sconosciuta, quindi bisogna fare in modo che quando si entri nel PDV il cliente venga attratto anche per questo settore. NON relegare l’ippica in una zona scomoda ed angusta, NON lasciare monitor informativi in bianco, NON lasciare le dirette tv “spente” e senza audio, PUBBLICIZZARE tutti gli spazi del negozio, anche con proposte di gioco semplici, dare il maggior numero di informazioni possibile preparando una Cartellonistica del giorno etc.…..questo è il ruolo fondamentale che il GESTORE deve svolgere. Riforme Regolamentari -punti salienti intervento immediato Un lavoro necessario da svolgere creando un tavolo tecnico deve prevedere una riforma del sistema regolamentario attualmente presente generale, partendo dalla base come divisione montepremi – sovvenzione ippodromi – modalità partecipazione andando in ultima battuta a modificare anche la modalità di accettazione e raccolta. Il primo punto da evadere e già trattato in precedenza è il restyling della “Corsa Tris”, con eliminazione delle corse Nazionali, attuando criteri tecnici di scelta partenti ( gestione che deve essere valutata con tutte le associazioni e gli Enti preposti) con un montepremi adeguato e di un certo rilievo, e pubblicizzando l’avvenimento con conseguente appeal di attesa con ulteriore possibilità di renderla visibile anche nei canali televisivi in chiaro. Sempre nell’ottica di riorganizzazione, bisogna prevedere la modifica del regolamento “quota coppia”, che ad oggi risulta troppo tecnica da spiegare al cliente di passaggio in caso, prevedendo una generazione di sviluppo più semplice e di comprensione più immediata. Nel campo della quota fissa, c’è necessità di intervenire sia nel caso vi sia parità d’arrivo che ritiro prima della corsa con passaggio, causa diminuzione numero partecipanti, a quota totalizzatore. 24 Nel caso di parità di 2 cavalli, si applica il dimezzamento di tutte le quote, una normativa ormai obsoleta e che deve essere superata, andando ad applicare il dimezzamento delle quote solo per la posizione interessata, e non coinvolgendo la quota del/i cavallo/i non coinvolti. Discorso di numero minimo richiesto per la quotazione QF, che prima dello svolgersi della gara non rimanga tale, va affrontato con una elaborazione di applicazione nuove quote, secondo una procedura da stabilire, ma non più applicando la quota di chiusura del totalizzatore. Anche qui il discorso deve essere esaminato con una visione rivolta verso il nuovo cliente, che si troverebbe a dover apprendere una normativa datata, che non coincide con la raccolta delle scommesse sportive quota fissa, dove si applica “quota 1,00” nel caso l’esito scommesse non si concluda correttamente, di più facile comprensione e già nota agli scommettitori. Di seguito un’estrapolazione del regolamento scommesse relativo ippica quota fissa (circolare 10.04.2001 n. 39, art. n. 2), che dimostra la sua complessità e la seguente difficoltà da parte del gestore del Pdv, nell’approcciare spiegazione ai clienti: Ippica Riferimento- NON prevedere il rimborso della giocata quando nella multipla, un cavallo viene dichiarato ritirato, anche se l’esito scommesso risulta non vincente già dopo la prima corsa effettuata. 25 La normativa vigente, rappresenta un limite assoluto per lo sviluppo di questa tipologia di giocata per diversi aspetti, generati dai “Furbetti ippici”, che ciclicamente sono pronti a colpire recandosi nei PDV di recente apertura o dove, precedentemente, abbiano costatato la poca conoscenza del gestore verso il mondo ippico (RITORNIAMO ALL’ADEGUATA FORMAZIONE DA FORNIRE AL PDV). Per tutelarsi, il Concessionario spesso impone un massimale di accettazione per non incorrere a rischio esposizione notevole, quindi preferisce un incasso minimo perché non può verificare materialmente la bontà della scommessa, considerando, che seppur i contratti remunerativi stipulati con il gestore siano di divisione degli utili, rimane pur sempre un fornitore di servizi, che vuol dire che se nell’arco stabilito di un lasso di tempo, gli aggi ippici erogati al PDV fossero negativi, deve provvedere a conguagliare tale negatività, poiché le normative di legge non permettono ai fornitori di servizi di dare aggi al di sotto dello “Zero”. Controparte, il gestore inesperto, non riconoscendo il cliente speculativo accetta la giocata, e nel caso di ritiro rimborserà l’importo, non rendendosi conto che questo cliente sta preparando e provando, senza mezzi termini, una vera TRUFFA, che verrà riproposta ancora nelle scommesse successive. Quando l’esito della scommessa M.RIF. si concretizzerà, il Gestore del PDV avrà un esborso, che per lui risulterà normale adducendolo alla bravura o alla fortuna avuta dal cliente stesso, di conseguenza vedrà i suoi aggi ridursi, e pian piano, se si ripeteranno le vincite, prenderà la decisione di NON accettare più la raccolta di giocate a riferimento. Tassazione su Margine e non su venduto nelle scommesse ippiche ove prevista, argomento trattato nel capitolo Ippica Quota Fissa, adeguarsi alla normativa che regola le scommesse sportive, portando la tassazione all’attuale 12.5% sul venduto, a 18/20% sul margine generato. Infine coinvolgimento, con rappresentanza scelta e delegata, di tutto il mondo ippico, per riesame del regolamento vigente al fine di apportare norme semplici ed attuali. Implementazione tipologia giocate Bisogna distaccarsi dalla mentalità che lo scommettitore ippico appartiene ad una categoria particolare, i dati indicano sempre di più che l’ippico è coinvolto sia nelle scommesse sportive e soprattutto nelle scommesse virtuali, quindi non dobbiamo avere pregiudizi che lo scommettitore delle altre tipologie non possa avvicinarsi a quelle ippiche. Con opportuni interventi e coinvolgimento è possibile far avvicinare tutti alla scommessa ippica. Riordino delle corse e qualità delle stesse, da analisi risulta che con il giorno di riposo italiano imposto il lunedì, nel primo trimestre 2016 abbiamo avuto un calo di raccolta per questo giorno del 33% rispetto al 2015, con calo anche numerico delle corse effettuate, con un meno 17%, rispetto alla diminuzione complessiva generale del 4% rispetto al 2015 (4560 vs 4380). Una programmazione più accurata, non tanto un aumento numerico delle corse che potrebbe non generare necessariamente incremento di Fatturato, ridurrebbe i tempi morti tra un avvenimento e l’altro, facendo sì che lo scommettitore abbia opportunità di avere nel breve tempo la visibilità della corsa stessa e quindi possa essere indotto ad effettuare la propria “puntata”. E’ importante non sovrapporre gli avvenimenti limitando i ritardi di partenza. Con i canali attualmente disponibili si andrebbe a creare confusione, a differenza di una programmazione che permetta di alternare le corse l’una dall’altra. Esempio, anche se non del tutto compatibile, è dato 26 dalla programmazione degli eventi virtuali, che alterna avvenimenti diversi, ma facendo in modo che la tipologia più gradita(calcio e Levrieri) non abbia una discontinuità temporale ampia. Eliminare le corse con numero partecipanti fino a 3 (ancor meglio fino a 4) partenti che non suscitano nessun appeal per il cliente, e sarebbe ideale (anche utopistico) far in modo che non si passi a dover accettare Piazzato solo per i primi due posti ed accoppiata in ordine obbligatoria, dal momento che anche questo creerebbe difficoltà ai clienti, figuriamoci ai nuovi. . Attrarre la clientela con giocate che possano coinvolgere più scommettitori tra loro, o meglio effettuare scommesse nuove come per esempio il testa a testa tra i partecipanti a determinate corse di qualità, come avviene per nella gestione delle scommesse “motori”, stabilire nella corsa con x cavalli i 2 che ipoteticamente gareggeranno l’uno contro l’altro, riprendendo l’automobilismo nei GP possiamo trovare Hamilton Vs Rosberg, Vettel Vs Alonso etc., con quindi evidenza visiva di tutto l’ordine di arrivo, che comporterebbe maggior coinvolgimento tra il pubblico stesso. Questo in sintesi significa, poter aprire il famoso palinsesto complementare sportivo, anche per l’ippica [lett. A), comma 3, “Collegato Agricoltura”], dando modo ai Concessionari, attraverso la quota fissa, di introdurre scommesse e di rinnovare il prodotto stesso. Strettamente collegato al rilancio e al restyling della scommessa ippica è la confezione del prodottocorsa, che dovrà in futuro essere commercializzato ed esportato anche a livello internazionale. Oggi, anche per impedimenti burocratici, compriamo ma non vendiamo. 27 RATING DELLE CORSE La redditività di una corsa è legata all’analisi delle seguenti problematiche: a) tutela e trasparenza del prodotto - corsa; b) resa delle corse per fascia di età; c) resa delle corse in base al mese di programmazione e all’ordine di inserimento nel programma ufficiale; d) programmazione, numero minimo dei partenti; e) Sicurezza del doping; f) razionalizzazione della distribuzione dei campi e degli orari delle corse; g) collocazione di una corsa all’interno di una riunione e del palinsesto televisivo; h) calendario delle corse e armonizzazione del numero delle corse; Al momento, il Mipaaf non è in grado di evidenziare i punti critici per valutare la credibilità, la regolarità e la resa di una corsa. Viene offerta un’immagine “capovolta” dell’ippica, dove l’ippodromo di più basso livello ha maggiore redditività del maggiore impianto italiano, dove la corsa estera è più produttiva di qualunque corsa italiana e dove, portando il ragionamento all’estremo, una corsa virtuale o una pallina di roulette saranno ancora più produttive. Ne sono esempi: a. Il Palinsesto tv - canali Unire tv. Le corse producono introiti diversi se riprese in diretta o trasmesse in differita e la resa aumenta, specialmente per quanto concerne il trotto, se vengono visualizzate anche le sgambature. Sarebbe opportuno ottimizzare il palinsesto Tv in modo da riservare a corse della medesima categoria medesimo trattamento. Gli orari ufficiali di programmazione, ribadiamo, delle corse debbono essere tassativamente rispettati. Eventuali ritardi debbono essere penalizzati con la posticipazione in differita della corsa. E’ indispensabile determinare i criteri del palinsesto televisivo quali componenti inscindibili e qualificanti lo spettacolo ippico e la redditività dello stesso. Dobbiamo evitare che il conto di cassa faccia venir meno l’esigenza di qualificazione e di investimento in termini di pubblico, proprietari, allevatori, allenatori, guidatori; b. La Circolare programmazione trotto corse 2016. Un chiaro esempio di impoverimento del prodotto ippico, con corse dal risultato quasi scontato (presenza di un favorito netto), e 28 quindi poco appassionanti ed appetibili, col risultato inevitabile di contribuire ad accelerare la caduta precipitosa delle scommesse ippiche. Per semplicità affrontiamo il problema programmazione separatamente per trotto e galoppo tenendo presente che attualmente il PMU ha classificato le corse italiano “non affidabili”. TROTTO 1) Corse per cavalli di 5 anni ed oltre: devono essere basate sulle "CATEGORIE", con le stesse norme degli anni passati. In alternativa si possono programmare corse condizionate o a reclamare con possibilità di utilizzare i parametri relativi al tempo, alle somme vinte nella carriera, nell'anno precedente, nei 12 mesi precedenti, nel bimestre, nel trimestre, nel semestre ecc. Lasciare, inoltre, la facoltà al programmatore di inserire corse ad "INVITO", in relazione al materiale presente sulla piazza; 2) Corse per cavalli di 2, 3,4 anni: devono essere basate sulle "CONDIZIONATE" con possibilità di utilizzare i parametri relativi al tempo, alle somme vinte nella carriera, nell'anno precedente, nei 12 mesi precedenti, nel bimestre, nel trimestre, nel semestre ecc. Lasciare, inoltre, la facoltà al programmatore di inserire corse ad "INVITO" in relazione al materiale presente sulla piazza; 3) Classifica dei Grandi Premi: deve essere stilata prendendo a riferimento le vincite nella carriera, negli ultimi 12 mesi ed il record nei 12 mesi precedenti. Nei grandi premi riservati agli anziani (5 anni ed oltre) solo i cavalli di Categoria "A" o "SUPER" possono partecipare al sorteggio dei numeri migliori; 4) Cavalli maschi: possono correre fino all'età di 12 anni. Femmine: sino all'età di 9 anni se nell'ottavo e nono anno di età hanno raggiunto una vincita di € 6.000,00; 5) Corsa Tris: deve ritornare ad essere la cartina di tornasole dell’ippica italiana. E’ indispensabile siano monitorate da un nucleo tecnico centrale che confezioni la corsa con la formula dell’invito o handicap ad invito; 6) Riammissione alle corse: i cavalli che non corrono da più di 180 giorni debbono effettuare una prova contro il tempo per essere riammessi alle corse; 7) Aumentare la percentuale delle corse programmate con i nastri, peraltro le più spettacolari e redditizie ai fini delle scommesse; 8) Numero minimo dei partenti: nelle corse programmate per 3, 4 anni ed anziani di categorie medio-basse il numero minimo dei partenti non deve essere inferiore ad 8 (ora 6), mentre nelle altre categorie non inferiore a 6. Attualmente possono essere formulate corse a reclamare con un numero minimo di 6 cavalli, non omogenee e poco redditizie ai fini delle scommesse. Per i cavalli di 2 anni il numero minimo dei partenti non deve essere inferiore a 5. 29 GALOPPO Il settore galoppo necessita di una profonda rivisitazione del proprio calendario, della programmazione ed anche di alcune normative, strettamente legate alle sue peculiarità, al fine di ottimizzare la partecipazione dei cavalli appartenenti alle varie categorie, alla conquista dell’ormai troppo esiguo montepremi, considerando attentamente il benessere animale, al fine di consentire maggiori premi agli operatori più meritevoli, selezione, maggiore raccolta di scommesse attraverso campi di partenti equilibrati e di buon numero. Il settore delle corse galoppo, fortunatamente, riesce ancora ad esprimere (anche se sempre meno), eccellenze in grado di attrarre gli investitori esteri, garantendosi così una importante fonte di ricavo, ma non si può scordare che le esportazioni di cavalli “usati”, assumono più o meno valore a seconda della qualità degli avversari con cui i singoli gareggiano. E’ quindi necessario che l’architrave costituita dalle nostre pattern e listed sia saldamente posizionata, che tenga presente la qualità, anche in riferimento alla stagionalità, delle varie piste, il corretto e realistico inserimento delle varie corse nel panorama internazionale, anche al fine di aumentare la partecipazione di scuderie straniere alle nostre corse, la giusta tipologia, anche in termini di distanze delle nostre prove: il tutto per poi offrire al Comitato Pattern, con il quale i rapporti devono essere curati alla perfezione ed all’interno del quale la nostra rappresentanza deve essere di alta qualificazione, un prodotto valido, teso ad un nuovo miglioramento dello status dei nostri grandi premi. Altrettanto importante sarà la programmazione delle maiden per due e tre anni e delle condizionate, per le quali si renderà necessaria una supervisione della programmazione, affinché vengano rispettate le condizioni generali annualmente dettate e soprattutto vengano evitate le concomitanze di corse uguali. Tutti devono poter sognare e per questo tendere ad investire: semplicemente copiando dai paesi ippicamente più evoluti, si potranno programmare numerosi handicap di importante dotazione e comunque andrà una volta per tutte inserito il concetto di handicap per fasce, attraverso la pubblicazione settimanale della valutazione da parte degli handicapper, di tutti i cavalli qualificati in handicap, concedendo così maggiore trasparenza agli operatori ed appassionati. La suddivisione del montepremi dovrà essere centralmente elaborata anche per ciò che attiene all’età dei cavalli, partendo dal presupposto di “risparmiare” i soggetti migliori, senza che siano troppo presto esasperatamente attratti da ingenti somme, al fine di farli giungere all’appuntamento con i grandi premi in condizione di ottenere il massimo rating possibile: i cavalli “buoni” devono certo avere spazio, ma senza che ciò li logori, sia per lasciare ai meno “buoni” il giusto rilievo, ed anche per evitare facili lavori pubblici che non rendono in termini di spettacolo e scommesse. La calendarizzazione delle varie riunioni è sicuramente ottimizzabile, anche in attinenza delle singole fasce climatiche, al fine di evitare temperature troppo alte o troppo basse, sia per il pubblico ma soprattutto per gli animali, o terreni troppo duri od impraticabili. Il montepremi per giornata, diverso e suddiviso in 4/5 tagli, con l’indicazione di un congruo (ma non illimitato come è adesso) numero dei “tagli” dei premi, potrà essere la giusta conclusione meritocratica, per la costituzione dei “libretti” dei singoli ippodromi, che dovranno comunque essere pubblicati almeno semestralmente, tendendo poi ad una pubblicazione annuale, come avviene all’estero, al fine di consentire agli operatori una ponderata programmazione dei propri atleti. Ne consegue che, in assenza, di un controllo centralizzato, la verifica sulla regolare confezione e ufficializzazione di una corsa è demandata solo alle diverse segreterie tecniche dei vari ippodromi, con il rischio che il prodotto corsa risulti poco trasparente, non vendibile, falsato prima ancora che i cavalli entrino in pista e quindi non commercializzabile; 30 Strettamente collegata alla redditività delle corse è la questione doping, di primaria importanza per assicurare la trasparenza, la regolarità, la credibilità del prodotto e quindi la sua collocabilità sul mercato: tra l’altro, è sicuramente necessaria l’introduzione della dichiarazione dei cavalli in allenamento con l’obbligo di aggiornamento della loro residenza, al fine di effettuare i controlli antidoping in allenamento. Si tratta di un settore nel quale è giusto chiedersi se non sia indifferibile procedere ad una robusta riorganizzazione, non solo ai fini della regolarità e trasparenza delle corse, ma anche, e soprattutto, in funzione del benessere e della tutela degli animali. La questione doping fù affrontata incisivamente dalla Commissione Ministeriale istituita con DM 4.7.2006 prot. 955 integrato con DM 2.8.2006, prot. 7064 del MIPAF, le eventuali decisioni da assumere su tale questione non possono prescindere dalle conclusioni di tale Commissione. Ribadiamo, bisogna evitare che il conto di cassa faccia venir meno l’esigenza di qualificazione e di investimento in termini di pubblico, proprietari, allevatori, allenatori, guidatori e soprattutto cavalli. Resta evidente che anche la più efficace politica di rilancio della scommessa ippica rischierebbe di avere il fiato corto se non supportata da una decisa azione di riqualificazione, trasparenza e regolarizzazione del settore che deve essere “ritarato” nelle sue dimensioni in base a compatibilità sostenibili, programmando il raggiungimento degli obbiettivi per approssimazione in un arco temporale congruo, sostenendo il processo e incentivando una selezione quanti-qualitativa del parco cavalli, anche osservando ciò che viene fatto nei paesi ippicamente più evoluti. 31 DOPING Idee e proposte per i controlli anti-doping nell’ippica Italiana del futuro Il sistema di controllo anti-doping, che tenda a realizzare ottimali standard di controllo, si deve basare sul funzionamento armonico delle seguenti componenti: - disciplina regolamentare funzionale al corretto svolgimento dei controlli; - giustizia sportiva, complessivamente considerata, efficiente e tempestiva nell'assunzione di decisioni, a cui deve essere assicurata massima trasparenza e pubblicità; - componente tecnica organizzata nelle varie fasi della procedura dei prelievi in ippodromo, della catena di custodia dei campioni e dell'analisi effettuata dal Laboratorio, che garantisca l’integrità ed l'efficienza del sistema; - disponibilità di risorse finanziarie necessarie a garantire la verifica mediante controllo antidoping di una percentuale non inferiore al 10% dei cavalli partecipanti a corse; - organismo centrale che diriga e coordini l'intero sistema sopra delineato, dettando la tempistica e le modalità del singolo procedimento a tutte le componenti del sistema medesimo e determinando, al contempo, le strategie di controllo. La situazione attuale dei controlli anti-doping dell’ippica Italiana presenta zone di luce ed ombra. Da un lato non è corrispondente alla realtà l'affermazione che l’attuale sistema non funzioni “in toto” e quindi bisogna rifondarlo dalla base, in quanto alcune componenti del sistema di controllo anti-doping dell’ippica Italiana presentano caratteri di efficienza soddisfacenti, dall'altro il sistema di controllo antidoping è complesso e, pertanto, è la risultante del concorso di tutte le sue componenti. In quest'ottica alcune delle componenti di quello che chiamiamo il sistema dei controlli anti-doping, non funzionano al meglio e quindi il prodotto finale presenta delle carenze evidenti. Premesso quanto sopra, appare necessario, ai fini della presente dissertazione, esaminare nello specifico le componenti del sistema sopramenzionate, vedendo quali sia la situazione attuale, evidenziando criticità principali, opportunità di modifica e i punti di forza che non conviene modificare. Regolamento per il controllo delle sostanze proibite Il vigente Regolamento risulta conforme ai criteri generali dettati dalla Federazione Internazionale delle Autorità Ippiche per le corse al galoppo e dall’Unione Europea del Trotto, per le competizioni al trotto. Il testo regolamentare deve essere, tuttavia, semplificato, giacché contiene previsioni di dettaglio, da inserire in appositi disciplinari tecnici. Basti pensare, a titolo esemplificativo, alla previsione riguardante la tipologia dei prelievi, che limitano di fatto senza alcuna apparente giustificazione l'utilizzo dei migliori materiali di prelievo, adottati dalle altre Federazioni estere. E' criticabile la previsione di una Commissione Scientifica, organo collegiale deputato alla preparazione dei dossier tecnici destinati alle commissioni giudicanti, che non esiste in nessun altro sistema ippico del mondo e che risulta per tabulas non aver mai funzionato, rappresentando 32 contrariamente a quello che doveva essere nelle intenzioni dell'allora legislatore non un elemento di forza, ma un punto di debolezza del sistema. Negli altri sistemi ippici Europei ed Internazionali il ruolo di istruzione dei casi di positività ai controlli è considerato la componente più strategica di tutto il sistema ed è affidato ad un Dirigente o al Veterinario dell’Ente o Istituzione che organizza e gestisce le corse. L’istruzione di un caso di positività a cura della Commissione Scientifica richiede tempi troppo lunghi, visto che i componenti della Commissione sono dei professionisti che prestano una collaborazione a tempo parziale con l’Ente che gestisce le corse e si riuniscono periodicamente. Per la stessa ragione, un dossier di positività istruito dalla Commissione Scientifica si basa esclusivamente sull’esame delle proprietà farmacologiche della sostanza riscontrata nel caso in esame. Un’istruttoria a cura del Veterinario dell’organizzazione delle corse, come accade in ogni altro sistema ippico del mondo, consente di aggiungere al dossier scientifico che spiega alle commissioni giudicanti gli effetti della molecola, una serie di informazioni raccolte sul campo anche grazie ai prelievi aggiuntivi che si fanno in corso di inchiesta. Nell'ipotesi di casi particolarmente complessi il Veterinario dell’Ente/organizzazione ha facoltà di avvalersi della collaborazione esperti accreditati presso l’Ente, che rendono pareri per la fattispecie in oggetto. La giustizia sportiva La giustizia sportiva delle corse si basa sulle Nome di Procedura Disciplinare, adottate nel medesimo arco temporale del Regolamento anti-doping, che hanno previsto per la prima volta in Italia l’istituzione di una Procura alla Disciplina, a cui viene attribuito un ruolo fondamentale che dovrebbe, invece, essere ad appannaggio esclusivo della direzione dell’Ente. Appare paradossale demandare a dei legali liberi professionisti, per quanto motivati e professionali, di istruire i casi pendenti nei tempi necessari ad una disciplina sportiva moderna. La Procura alla Disciplina ha fallito la sua missione originale ed il regolamento di giustizia sportiva deve essere riformato nel senso di riportare nell’ambito della direzione dell’Ente i seguenti compiti: - acquisizione diretta ed autonoma di tutte le informazioni necessarie all’istruzione di un caso di positività: accesso di personale dell’Ente presso le scuderie dell’allenatore coinvolto, effettuazione di prelievi aggiuntivi del cavallo in questione ed eventualmente di altri cavalli, acquisizione delle certificazioni veterinarie (ricette) relative ai trattamenti somministrati al cavallo prima che questo venisse riscontrato positivo ai controlli, verbalizzazione delle dichiarazioni dell’allenatore coinvolto; - assegnazione della discussione del caso alla Commissione di Disciplina di prima istanza fissando la data dell’udienza; - presentazione del caso attraverso il Veterinario dell’Ente od altra persona responsabile, che funge da relatore; - monitoraggio dei tempi di decisione della Commissione, al fine di ottenere una pronuncia tempestiva; - coordinamento delle attività delle differenti commissioni attraverso l’organizzazione di riunioni periodiche, finalizzate all'uniformità delle decisioni; 33 - il Regolamento di giustizia sportiva attualmente in vigore, sebbene animato dai migliori propositi, ha sacrificato molte fondamentali attribuzioni dell’Ente di direzione delle corse, sull’altare di una male intesa “autonomia” della giustizia sportiva. Componente tecnica: Rete dei prelievi e laboratorio Il sistema ippico italiano ha come elemento di forza la rete dei veterinari addetti ai prelievi, ben rodata ed operante secondo i più elevati standard di integrità. Il laboratorio è accreditato alla norma ISO 17025 per tutte le tipologie di analisi effettuate e si confronta periodicamente con i migliori laboratori Europei e mondiali. Risorse finanziarie Le risorse finanziarie hanno fino ad oggi permesso di analizzare il 10% dei cavalli partenti. Direzione Il punto più carente dell’intero sistema risulta essere il ruolo dell’Ente preposto alla direzione delle corse, che ha di fatto abdicato da troppo tempo ad uno dei suoi compiti principali che è quello di fare rispettare le norme, garantendo corse regolari e credibili, a cui tutti i cavalli partecipino a parità di condizioni. Dirigere vuol dire anche “pressare” le diverse componenti del sistema per avere dei risultati delle analisi certi e tempestivi con le conseguenti decisioni disciplinari. E’ basilare concludere analisi e relativo procedimento disciplinare in un mese. Sembrerebbe pura fantasia vedendo la situazione attuale, nella quale le decisioni disciplinari su casi doping acclarati possono durare anche tre anni, eppure l’iter dei principali casi riscontrati nelle corse Francesi ed Inglesi non supera l’arco dei dodici mesi . Ultima osservazione sulla necessità di direzione del sistema riguarda la continua intromissione della giustizia ordinaria nell’ambito delle corse ippiche. Fattore attinente solo al sistema – Italia, che non ha uguali in nessun altro paese Europeo. Anche la Francia, che ha un impianto giuridico basato come il nostro sul diritto latino, non ha mai avuto questo tipo di intromissione. Per anni i dirigenti dell’Ente ippico hanno inoltrato alla magistratura tutti i risultati delle analisi anti-doping, contribuendo a creare lo sconquasso che è sotto gli occhi di tutti e che in ultima istanza ha contribuito alla completa perdita di credibilità dell’ippica Italiana. Ogni allenatore con un cavallo riscontrato positivo ai controlli anti-doping sa benissimo di cosa parlo. Lunghissimi procedimenti giudiziari basati su ipotesi di reato come frode sportiva e maltrattamento animale hanno coinvolto tantissimi operatori che sicuramente avrebbero meritato una sanzione di giustizia sportiva e non solo quella. CONCLUSIONI Riformare il sistema di controllo anti-doping è possibile in tempi rapidi e ad invarianza di investimenti. 34 La riforma deve avere come obiettivo: - riduzione dei tempi di conclusione dei procedimenti disciplinari i cui esiti devono essere oggetto di ampia diffusione pubblica; - uniformità di giudizio degli Organi di giustizia sportiva, a cui deve essere, comunque, garantita l'autonomia e la terzietà; - centralità dell’Ente preposto all’organizzazione delle corse, che deve dettare le linee guida della disciplina sportiva, senza delega a commissioni esterne; - riduzione dell'ingerenza della giustizia ordinaria in fattispecie che attengono esclusivamente l'ambito sportivo. I pochi e semplici accorgimenti che seguono possono migliorare il sistema di controllo e soprattutto la percezione di trasparenza ed integrità del sistema sul pubblico, specificatamente: 1) semplificare il regolamento per le sostanze proibite eliminando tutte le previsioni non necessarie che vanno regolate in appositi disciplinari; 2) abolire la commissione scientifica affidandone le competenze al Veterinario dell’Ente che potrà ricorrere alla consulenza di esperti accreditati presso l’Ente; 3) riformare il regolamento di giustizia sportiva eliminando la Procura alla Disciplina, le cui attribuzioni vanno riportate in capo all’Ente che organizza le corse, attraverso la nomina di un dirigente responsabile della disciplina; 4) trasmettere alla magistratura ordinaria unicamente i casi di positività a sostanze stupefacenti. 35 PIANO DI CLASSIFICAZIONE DEGLI IPPODROMI E REMUNERAZIONE DELLE SOCIETÀ DI CORSE PREMESSA Il Piano di classificazione o valutazione degli impianti trova ispirazione dall’art. 5 dello Statuto dell’Organismo Ippico Italiano e pertanto: L’organizzazione degli eventi ippici dovrà essere ispirata a principi di garanzia di libero mercato, all’interno delle regole prestabilite uguali per tutti, fondato sulla trasparenza e sull’imparzialità, nella prospettiva di una logica imprenditoriale; Ogni protagonista dello spettacolo ippico (ippodromi, categorie professionali, ecc.) è chiamato ad ottenere il miglior risultato economico, a beneficio del sistema e di se stesso, rimettendo alla propria capacità la confezione di un prodotto ottimale, misurandosi ad armi pari con la concorrenza; Ciò anche nella prospettiva della reintroduzione del pubblico negli ippodromi, fidelizzazione della cultura del cavallo e maggiore attrattiva per le scommesse; La disciplina regolamentare dovrà tendenzialmente essere premiante o penalizzante in esito ai valori di redditività della raccolta delle scommesse sul montepremi assegnato e disponibile, naturalmente entro i limiti minimi e massimi dei premi e delle giornate che gli ippodromi dovranno disputare, secondo criteri stabiliti dal CD e da un tavolo tecnico; Il programma corse ed il montepremi, in avvio non modificato rispetto al passato, sarà quindi assestato e variato secondo la logica del mercato libero, richiedendosi la massima redditività del montepremi investito, nei limiti sopra indicati. La classificazione dovrà quindi avvenire attraverso il combinato disposto di: Criteri qualitativi, con soglie minime per piste da corsa e allenamento, qualità ed efficienza dei servizi agli operatori e al pubblico, scuderie e centri di allenamento, qualità e quantità del lavoro direttamente impegnato, prodotti di allevamento direttamente collegati; Criteri quantitativi, relativi alla raccolta delle scommesse e al ritorno del montepremi (con i dovuti correttivi per i GP, per le riunioni in particolari giorni della settimana, notturna, ecc.) programmazione e suoi risultati, suddivisa in giornate di corse e gran premi, entità del gioco sul campo, entità del gioco a riversamento. Il tutto da valutarsi attraverso un tavolo tecnico specifico. 36 CONSIDERAZIONI E’ indubbio che: a. I sistemi di remunerazione per i servizi resi dagli ippodromi sono diventati obsoleti e non più congrui con gli aspetti tecnico-economici del settore, tanto da contribuire all’attuale stato di crisi, di mancanza di fantasia e di idee che ci ha portato ad una veloce agonia. Appare quindi indispensabile affrontare e risolvere in breve tempo lo spinoso problema della valutazione (Dpr 169/98) degli ippodromi e dei centri d’allenamento su base meritocratica, secondo una prospettiva imprenditoriale mirata allo sviluppo dello spettacolo e fruibilità dello stesso, nel rispetto dello scommettitore, l’opposto dei criteri di assistenzialismo e di pressapochismo adottati sin ora. Per giungere ad una equilibrata e seria efficienza, occorre avere attenzione non solo al grande ippodromo, ma anche al piccolo ippodromo, che potrà diventare grande per il principio dei vasi comunicanti, con tutte le questioni endemiche in primo piano: al fine di creare un volano di passione e di cultura del cavallo. Un ippodromo deve essere classificato in base a diversi parametri: piste all’avanguardia, parcheggi, boxes, pulizia, punti di ristoro, organizzazione, rispetto delle norme sanitarie e di pubblica sicurezza, dispositivi di sicurezza, generatori, depuratori, ospitalità, qualità nei servizi, promozione, pubblicità, capacità di gestire una programmazione qualitativa e selettiva, capacità di creare un valido e controllato prodotto corsa e un indotto di proprietari, allevatori, allenatori-guidatori, ricambio generazionale, un adeguato volume di scommesse sia sul campo che sulla rete esterna, tutela dell’ambiente, rispetto delle normative, unità lavorative alle proprie dipendenze. Con questa logica, non è detto che non mantenendo gli standard necessari per l’organizzazione di uno spettacolo qualificato, la programmazione debba rimanere cristallizzata sempre negli stessi impianti e con le stesse caratteristiche, pur tenendo sempre presente la validità delle piste, dell’ubicazione degli impianti e quant’altro, ai fini della valorizzazione nazionale ed internazionale dei cavalli. Diversificando la percentuale a favore degli ippodromi, anche in virtù delle unità lavorative, dello spettacolo, dei servizi e della collocazione delle giornate di corse si potranno innescare quegli automatismi che consentiranno di ridurre il numero delle corse ordinarie e qualificare il parco cavalli in funzione di un aumento e di una effettiva ottimizzazione del montepremi e dei corrispettivi alle società di corse; 37 b. L’Ippodromo è il luogo nel quale nascono e si formano non solo proprietari, guidatori, allenatori, fantini, allevatori, ma anche e soprattutto appassionati e scommettitori. Ne segue che promuovere il prodotto ippico, non significa, o almeno non significa solo, rendere ogni corsa di cavalli produttiva. Bisogna valutare l’indotto che ne consegue in termini di regolarità delle corse, di aumento di spettatori negli ippodromi, di scommesse, di operatori, di posti di lavoro. In sostanza, più lo spettacolo ippico è interessante, più sono gli appassionati, più sono gli scommettitori, allevatori, proprietari, allenatori, guidatori e posti di lavoro; c. Per un ippodromo, non meno importanti della pista e delle scuderie, sono le strutture ricettive per il pubblico, quelle di visualizzazione delle corse e della raccolta delle scommesse; d. In un ippodromo è fondamentale la presenza di tribune che consentano un’ottima visibilità delle corse, una facile accessibilità, un ambiente accogliente e confortevole anche in condizioni atmosferiche avverse e di tutti quei fattori che mettano il pubblico a proprio agio. Proprio quest’ultimo rappresenta l’obiettivo irrinunciabile da pretendere da ciascuna società di corse. Corollario di quanto sopra affermato è la presenza di punti ristoro e di locali adibiti a servizio per il pubblico. Se i secondi sono obbligatori per legge, per i primi sono le società di corse che debbono impegnarsi ad offrire servizi qualitativi e differenziati per fascia d’utenza. Inoltre per pubblicizzare le corse, promuovere la scommessa ippica, che è anche e soprattutto competenza, è necessario fornire al pubblico tutti i mezzi d’informazione possibili per viverla ed appassionarsi. Da qui la necessità di monitor ai tavoli dei ristoranti che siano in grado, non solo di visualizzare corse, quote, ordini di arrivo della giornata su tutti gli ippodromi, ma di fornire ulteriori elementi tecnici per lo scommettitore, che attraverso la scommessa ippica dovrà diventare appassionato e, se possibile, allevatore e proprietario. A nessuno deve essere precluso il sogno di avere il “suo” cavallo. E’ opportuno mettere a disposizione dell’utenza banche dati, software e hardware con cui facilmente visualizzare genealogia, carriera, informazioni sui concorrenti, filmati delle ultime corse, personale gentile e professionale. “Meglio in pista da chilometro o da mezzo miglio? Preferisce terreni morbidi o pesanti? Erba o sabbia? Ha problemi in curva, parte forte o piano? Preferisce correre coperto o in avanti? Corre ferrato o sferrato? Driver o fantino sono in serie positiva o no?”. Sulla stessa linea, il rilascio delle licenze, non potrà prescindere dal richiedere alle imprese (Scuderie/Guidatori/Allenatori), oltre al DURC, un’autocertificazione sia delle condizioni 38 logistiche, nelle quali si svolge l’attività e il rispetto delle norme di sicurezza che della quantità, qualità e regolarità delle risorse umane impegnate nel proprio modello organizzativo, ai fini di valutare la corrispondenza dello stesso al rispetto di standard di qualità e trasparenza adeguati, prevedendo la sospensione delle licenza a fronte di verifiche che accertino la non congruità con quanto certificato ovvero con le eventuali modifiche successivamente intervenute e non tempestivamente comunicate agli organismi preposti. Nello stesso modo sarà richiesto e dovrà essere accertata l’assoluta estraneità dei Gentleman e delle Amazzoni da attività e da redditi ippici diversi dall’attività di proprietario e/o allevatore, che dovranno comunque essere svolte nel rispetto delle regole e dell’etica. Le linee guida per stabilire una valutazione degli ippodromi italiani devono basarsi su dati oggettivi facilmente riproducibili ed i più possibili inoppugnabili. IDENTIFICAZIONE DEI PARAMETRI Le linee guida per stabilire una valutazione degli ippodromi italiani dovranno basarsi su parametri e dati oggettivi facilmente riproducibili e il più possibile inoppugnabili inoltre il metodo complessivo dovrà risultare semplice e facilmente comprensibile. La novità assoluta nello stabilire i parametri per la classificazione e remunerazione è il netto maggior peso che avranno le scommesse, attualmente relegate ad un minimo, spesso nullo apporto al punteggio complessivo. Tale contributo sarà valorizzato attraverso la determinazione del gioco per giornata di corse sia delle scommesse sul campo sia delle scommesse esterne, con i necessari correttivi per le eventuali giornate differenziate, per i gran premi, per le corse in notturna o per particolari giornate della settimana. Sulla scorta di quanto sopra si è ritenuto identificare per gli ippodromi i seguenti parametri di valutazione indicando se trattasi di parametro qualitativo o quantitativo: piste da corsa e da allenamento; (qualitativo) impianti di illuminazione; (qualitativo) qualità ed efficienza dei servizi agli operatori e al pubblico; (qualitativo) scuderie e centri di allenamento; (qualitativo) prodotti d’allevamento direttamente collegati; (qualitativo) quantità e qualità del lavoro direttamente impegnato e affidabilità patrimoniale; (qualitativo) programmazione e suoi risultati, suddivisa in giornate di corse e gran premi disputati; (quantitativo) 39 entità del gioco sul campo; (quantitativo) entità del gioco a riversamento; (quantitativo) L’attuale sistema di remunerazione del MIPAAF, pur tenendo conto di gran parte dei parametri sopra elencati, attribuisce loro valutazioni tali da privilegiare nettamente “l’impianto” rispetto al gioco ed alle capacità imprenditoriali. Una sorta di criterio di assistenzialità che congela lo stato di fatto nel corso degli anni lasciando poco margine di manovra nel quadro tecnico globale. I punteggi da attribuire derivanti dai parametri qualitativi e quelli derivanti dai parametri quantitativi dovranno avere pressoché lo stesso peso, in modo da incentivare sempre più quegli ippodromi che si impegnano nella ripresa del gioco sia esso sul campo ma anche quello esterno anche attraverso l’organizzazione di corse qualitative che incrementino altresì la presenza di pubblico negli ippodromi. In questo quadro dovrebbe essere valorizzato un circuito di ippodromi di “prima fascia” identificato attraverso precisi, chiari e verificabili parametri connessi alla qualità e quantità dei servizi offerti, alle strutture tecniche, alle riprese televisive e all’impianto d’illuminazione, di accoglienza per gli operatori e per il pubblico, al rispetto delle norme sulla sicurezza, alla quantità e qualità dei dipendenti impegnati nonché delle procedure di controllo in ottemperanza a quanto previsto dall’allegato B del CCNL per i dipendenti delle Società per le Corse dei Cavalli. Attorno a questa “dorsale” può e deve svilupparsi un circuito di “seconda fascia”, in grado di rappresentare una risorsa per il primo gruppo e un riferimento per rappresentare, promuovere e attivare, in sinergia e con il sostegno di politiche e specifici progetti di consolidamento, la valorizzazione e lo sviluppo sul territorio dell’intera filiera ippica. Questi ippodromi dovranno essere dotati di impianti di ottimo livello con strutture e servizi di avanguardia che consentano loro di organizzare anche eventi di livello nazionale e/o internazionale e con programmazione delle corse che consentano una raccolta di scommesse di pari livello. Potranno altresì essere considerate altre due fasce: la “terza fascia” in cui inquadrare gli ippodromi funzionali allo sviluppo dell’attività ippica in ambito locale e che consentano un indubbio apporto alla raccolta delle scommesse garantendo altresì servizi ed impianti di buon livello ed affidabilità nella programmazione delle corse e nell’affidabilità nella gestione patrimoniale; una “quarta fascia” in cui individuare tutti i restanti ippodromi che per caratteristiche peculiari degli impianti o livello degli stessi e qualità dei servizi offerti possano ritenersi di promozione all’attività ippica, che siano in grado di avvicinare il pubblico al mondo del cavallo in particolare nel periodo estivo o in specifiche località. Anche questi ultimi dovranno comunque garantire un adeguato livello degli 40 impianti che consentano il regolare svolgimento delle corse e una buona raccolta delle scommesse indispensabili per la sopravvivenza dell’intera filiera ippica. Naturalmente i parametri tecnici devono adeguarsi a standard internazionali compatibilmente con le caratteristiche di utilizzo delle piste in generale. Una pista quasi esclusivamente utilizzata solo per le corse dovrà avere parametri geometrici – pendenze trasversali, raggi di curvatura, raccordi rettilineo curva (clotoidi) – adeguati a tali utilizzo. Ciò comporta: a. maggiori oneri nella manutenzione; b. la necessità di avere strutture: pista di allenamento e dritte di supporto, anche a seconda della specificità. Di tali strutture bisognerà tenere presente nella valutazione. Rapportandoci alla realtà odierna si corre il pericolo di classificare nella prima fascia impianti senza strutture alternative di allenamento o, per il trotto, senza illuminazione, per di più con anelli obsoleti e, per quelli di più recente realizzazione, con caratteristiche tecniche piuttosto “modeste”, con strati superficiali “scollegati” dai sottostanti. Ne consegue una penalizzazione per la regolarità della corse, per gli scommettitori, per lo spettacolo e il mantenimento dell’efficienza fisica dell’animale. Allo stato attuale ci sono ippodromi che per cultura, tradizione e indotto, dovrebbero essere di “rilevanza strategica” e inseriti in prima fascia, ma o sono privi di impianto d’illuminazione o sono senza strutture alternative di allenamento e adeguati servizi riservati al pubblico, tutti impianti indispensabili per far vivere, condividere e avvicinare il pubblico all’evento sportivo ed alimentare la passione per il cavallo. La graduatoria che sarà determinata dal punteggio complessivo e per la quale potranno essere stabilite le cosiddette fasce o categorie sarà una graduatoria “aperta” cioè variabile in base al movimento di scommesse direttamente collegato all’ippodromo ed alla qualità delle corse, parametri che trovano supporto in dotazioni efficienti di impianti di gara e servizi per il pubblico siano essi di accoglienza che di visualizzazione delle gare. Una graduatoria di questo tipo sarà di stimolo alle Società di Corse che potranno quindi ambire al passaggio di categoria che dovrà essere gratificato con riconoscimenti nella programmazione delle corse. Si instaurerà così un meccanismo dinamico che porterà giovamento a tutto il movimento ippico. 41 Oltre alle attuali società di corse già presenti, potranno così essere stimolate nuove forze imprenditoriali ad investire nel settore una volta che sia manifesta la possibilità di rendere remunerativa l’attività. Una volta stabilita la metodologia di classificazione e la “suddivisione” degli ippodromi non meno importante appare la metodologia di remunerazione dei servizi. Attualmente il MIPAAF liquida a ciascun ippodromo in base alla convenzione stipulata tre corrispettivi: il corrispettivo impianti, il corrispettivo scommesse e il corrispettivo riprese televisive. ANALISI DEI CRITERI E DEI PARAMETRI ADOTTATI Come anticipato sopra i parametri ed i criteri di calcolo dei punteggi dovranno essere i più semplici possibili, ma ove necessario, dovranno essere introdotti dei correttivi che tengano conto, in particolare per gli impianti, delle caratteristiche fondamentali che qualificano gli stessi, caratteristiche che non potranno essere semplicemente quantitative (esempio: superficie della pista da corsa). Cioè non dovrà accadere come ora che una pista che ha una grande superficie sia “considerata” migliore di una pista meno estesa, ma geometricamente più qualitativa. PARAMETRO PISTA DA CORSA Partendo dalla considerazione fondamentale, che una pista da corsa “ideale” è quella costruita in funzione di come vorrebbe correre un cavallo, garantendo così elevate prestazioni, nonché la salvaguardia dell’apparato locomotore del soggetto (tendini, muscoli, articolazioni). Se ne deduce, che le caratteristiche ottimali di una pista da corsa devono essere: a) maggiore riduzione possibile, del numero di curve percorse in una gara; b) curve aventi il più elevato “raggio di curvatura” tecnicamente realizzabile; c) superficie di corsa adattata alla meccanica del cavallo, tramite un’adeguata inclinazione trasversale della pista che compensi la spinta centrifuga nelle curve e un idoneo raccordo rettilineicurve che eviti repentini cambi di traiettoria al cavallo; d) partenze in pieno rettilineo, in modo che il posizionamento dopo la partenza, non avvenga lungo la curva; 42 e) nelle partenze tramite autostart, caratteristica nella maggioranza delle corse al trotto, l’allineamento dei cavalli in rettilineo, garantendo cosi l’acquisizione di una maggiore velocità e una minore difficoltà dei cavalli esterni, a mantenere il contatto con il mezzo meccanico; f) particolare attenzione alla scelta dei materiali con cui è costruita la pista, contestualmente alla loro stratificazione; g) un buon livello di manutenzione della stessa, con cura giornaliera ed immediato ripristino del manto erboso dopo le giornate di corse e da un idoneo parco mezzi meccanici - in particolar modo per i fondi in monostrato - con accurato utilizzo degli stessi nelle varie fasi della manutenzione e numero di addetti; Va premesso che nell’ippica, solo di recente sono state adottate normative tecniche atte a regolamentare i tracciati di gara, in particolare nel trotto. Storicamente sono state realizzate piste di gara assai varie, dagli anelli di mezzo miglio (804,65 metri) poi adattate agli 800 metri a quelle da 1000 metri ed infine di recente anelli dotati di racchetta di lancio (Montegiorgio) o pista da 1400 metri (Follonica). Poiché il metodo deve essere semplice e dare immediatamente il senso delle caratteristiche prevalenti della pista, ai fini della determinazione del punteggio si dovrà tenere conto dei seguenti parametri (da graduare e differenziare fra trotto e galoppo): Parametro base: sviluppo della pista (ad un metro dalla corda) Coefficienti correttivi derivati da: raggio di curvatura; presenza clotoidi di raccordo; pendenza trasversale in curva; larghezza della pista; presenza corsia di lancio o racchette; tipo di fondo: monostrato, multistrato, in sabbia, in erba; N. B.: nel caso degli ostacoli necessariamente dovrà essere preso in considerazione anche il parametro superficie vista la specifica strutturazione delle gare e dei tracciati. I coefficienti o punteggi correttivi non potranno avere complessivamente avere un “peso” tale da stravolgere il parametro base che rimane quello della lunghezza della pista. 43 PARAMETRO PISTA/E DI ALLENAMENTO In questo caso le caratteristiche geometriche incidono meno e pertanto, stabilendo dei limiti minimi sotto ai quali tali strutture non si potranno considerare piste di allenamento (lunghezza e larghezza), appare ovvio identificare nello sviluppo il parametro principale. PARAMETRO IMPIANTO DI ILLUMINAZIONE Appare evidente come in un mondo globalizzato dove tempo e spazio sono ormai sempre più grandezze relative, un ippodromo che debba ambire ad accogliere eventi di rilevanza internazionale o comunque corse in grado di raccogliere un elevato movimento di scommesse anche attraverso il circuito extra nazionale possa prescindere dall’avere un adeguato impianto di illuminazione. Ferma pertanto la necessità di avere un impianto di illuminazione per gli ippodromo almeno delle prime due fasce, il parametro “impianto di illuminazione” dovrà avere un adeguato peso nel punteggio complessivo (percentualmente) e tenere conto dei seguenti correttivi: rispondenza dell’illuminamento ai livelli previsti per le riprese televisive; quantità di emissione luminosa degli apparecchi installati; Ferme restando le dotazioni minime previste per tali impianti e cioè illuminazione di sicurezza e gruppo elettrogeno, in ogni caso dovranno essere verificati con controlli a campione il funzionamento e efficienza dell’impianto nell’arco dell’anno. PARAMETRO STRUTTURE E SERVIZI PER IL PUBBLICO Partendo dal concetto sopra espresso che “in un ippodromo è fondamentale la presenza di tribune che consentano un’ottima visibilità delle corse, una facile accessibilità, un ambiente accogliente e confortevole anche in condizioni atmosferiche avverse”, appare quindi irrinunciabile la presenza della tribuna coperta e/o chiusa in grado di accogliere un numero di spettatori in proporzione all’importanza dell’ippodromo ma in particolare degli eventi che in esso si svolgono. Sono inoltre necessarie quelle strutture di accoglienza che ne qualificano il servizio siano essi ristoranti e bar a prescindere dai servizi necessari per norma di legge. Fermo restando anche in questo caso dei requisiti minimi che dovranno essere previsti per ciascuna fascia di impianto, il parametro base sarà quindi quello della capienza della tribuna e/o della capienza dell’impianto, valore che dovranno essere desunti da documentazione tecnica attestata dagli organi di vigilanza (es: commissione pubblico spettacolo). 44 PARAMETRO SCUDERIE E CENTRI DI ALLENAMENTO Parametro rapportato al numeri di boxes disponibili ed alla percentuale di occupazione, disponibilità di strutture per l’allenamento non strettamente qualificabili come piste di cui al parametro. PARAMETRO GIOCO SUL CAMPO Il parametro viene assunto come entità del gioco sul campo calcolato per media giornata ossia dividendo il totale annuo delle scommesse sul campo per il numero di giornate, coefficienti correttivi dovranno essere assunti per le eventuali giornate differenziate, per i gran premi, eventualmente per le corse in notturna o per particolari giornate della settimana. PARAMETRO GIOCO ESTERNO Il parametro viene assunto come entità del gioco esterno calcolato per media giornata ossia dividendo il totale annuo delle scommesse sul campo per il numero di giornate, coefficienti correttivi dovranno essere assunti per le eventuali giornate differenziate, per i gran premi, eventualmente per le corse in notturna o per particolari giornate della settimana. Questi ultimi due parametri dovranno avere un “peso” ben valutato poiché oltre ad incidere direttamente sul “corrispettivo corse” andranno ad incidere anche sul corrispettivo impianti ossia l’ippodromo riceverà un maggiore contributo se oltre a essersi dotato di adeguati impianti avrà saputo incentivare la scommesse siano esse sul campo sia esterne. PARAMETRO PROGRAMMAZIONE Verrà valutata la capacità di organizzare e programmare corse interessanti ed aperte nel pronostico in grado di favorire ed incentivare le scommesse, il parametro assunto sarà il numero di cavalli partenti per ogni giornata di corse e nei gran premi, eventuali coefficienti correttivi potranno essere adottati per alcune tipologie di corse. PARAMETRO OCCUPAZIONE E AFFIDABILITA’ PATRIMONIALE L’affidabilità patrimoniale dovrà essere garantita per livelli diversi a seconda della fascia di appartenenza dell’ippodromo mentre il parametro occupazionale rappresentato dal numero di personale dipendente direttamente impegnato nella gestione e manutenzione dell’impianto sarà il parametro base con cui assegnare il punteggio. Correttivi dovranno essere assegnati a seconda del 45 tipo di contratto del personale dipendente e del numero di dipendenti impegnati nella segreteria tecnica. PARAMETRO ALLEVAMENTOE SCUDERIE NELLA REGIONE DI INFLUENZA Il parametro sarà valorizzato in funzione del numero di nati e numero di allevamenti presenti in un determinato raggio di influenza dell’ippodromo e numero di cavalli appartenenti alle scuderie sempre nel raggio di influenza dell’ippodromo. RAPPORTO FRA “CORRISPETTIVO IMPIANTI” E GIORNATE DI CORSE Un adeguato meccanismo di calcolo dovrà essere adottato per rapportare il punteggio complessivo del corrispettivo impianti al numero di giornate di corse disputate anche in relazione alla loro concentrazione nell’arco dell’anno e della stagione. Il sistema attuale denominato genericamente “stagionalità” sebbene ben impostato appare piuttosto macchinoso e presenta delle lacune che permettono artefici più o meno leciti per incrementare il punteggio. Tale nuova metodologia dovrà essere ancor più semplice e tenere conto anche della stagione in cui le corse si concentrano in relazione ai costi da affrontare. 46 IL LAVORO La profonda crisi che da anni attanaglia l’ippica italiana ha portato le condizioni economiche del settore al di sotto dei limiti di sopravvivenza. Questo disastroso processo, se da un lato ha trovato terreno fertile per la sostanziale disattenzione delle Istituzioni, “incapaci” di mettere in campo adeguate politiche di riforma, dall’altro ha evidenziato la scarsa compattezza degli operatori ippici, che non sono stati in grado di produrre un progetto unitario, alternativo alla cultura predatoria che ha caratterizzato larga parte di coloro che hanno operato per il settore dall’interno e dall’esterno, basato sulla valorizzazione della sana imprenditorialità – sulla qualità del prodotto e dei servizi – sulla trasparenza e il rispetto delle regole ….. in sostanza un progetto alternativo alla cultura predatoria che ha caratterizzato larga parte di coloro che hanno operato per il settore dall’interno e dall’esterno. In questo quadro la crisi si è “avvitata” su se stessa, alimentando i miopi tentativi di rispondere alle esigenze quotidiane di “sopravvivenza” con l’aggiramento delle regole, senza rendersi conto che ciò avrebbe, ed ha, accelerato la caduta – reso il settore più permeabile a infiltrazioni sgradite – abbassato il livello di credibilità e, in buona sostanza, ha dato forza alle strumentali posizioni dei nemici dell’ippica italiana. Per questo un serio progetto di rilancio dell’ippica italiana: Ha l’obbligo di mettere il lavoro, la sua qualità e le sue condizioni, tra i pilastri fondamentali caratterizzanti il processo riformatore; Deve altresì ispirare e sostenere una nuova cultura che qualifichi l’impresa ippica per la capacità di competere sul terreno della qualità, trasparenza, rispetto delle regole e spirito unitario coniugando la difesa di specifici interessi con l’interesse più generale dell’intero settore; Deve di fatto operare concretamente affinché chi lavori nel settore ippico (oltre ad appagare la sana passione per il cavallo) possa trarre dal proprio lavoro le risorse necessarie, per se e per la propria famiglia, per una vita onesta e dignitosa. Nello specifico: Lavoro – Formazione - Buona occupazione – Welfare 47 Alla drammatica riduzione dell’occupazione, indotta dalla crisi, ha fatto riscontro il proliferare di forme di evasione contrattuale, di ricorso a discutibili rapporti di lavoro autonomo, del sistematico utilizzo di lavoro irregolare e di lavoro “nero”. Alcuni dati, per approssimazione, risalenti al 2008/2010 : - 40 Ippodromi, lavoratori subordinati circa 700 di cui oltre la metà utilizzati su 5 Ippodromi; - Trotto, n° cavalli in attività circa 15/17000 n° Artieri certificati circa 300; - Galoppo, n° cavalli in attività 6/8000 n° Artieri certificati circa 400; pur tralasciando la situazione degli allevamenti (5/6000 fattrici; oltre 4000 nascite annue nel trotto e oltre 700 nel Galoppo, n° Artieri subordinati sconosciuto) la semplice enucleazione di questi numeri rende l’idea dell’ampiezza del fenomeno di evasione contrattuale, contributivo, fiscale e delle norme sulla sicurezza; fenomeno che si è pesantemente aggravato negli anni successivi. Questa condizione, oltre a rappresentare un vulnus sotto il profilo dei diritti dei lavoratori e del rispetto delle norme di legge, disperde preziose professionalità, producendo danni irreparabili all’intero Settore dal punto di vista della corretta e trasparente competitività del ”mercato”, della qualità del prodotto ippico e dei servizi e di fatto mina gli assi portanti di un’ippica italiana credibile e qualificata. E’ pertanto ineludibile partire dalla imprescindibile premessa che fra i parametri di qualsiasi valutazione, considerazione, espressione nei vari segmenti del comparto ippico, il valore del lavoro, il rispetto dei CCNL e delle leggi assume significato primario, riconoscendo che la qualità del lavoro il rispetto delle regole e la migliore utilizzazione delle risorse professionali e lavorative, appaiono indici sicuri a garanzia della qualità del prodotto e del servizio. Dovrà quindi essere posta la massima attenzione alla quantità e stabilità occupazionale realizzata dai singoli operatori ippici, sotto vari profili, con particolare riferimento ai rapporti di lavoro subordinato a tempo indeterminato. Pertanto dovranno essere messe in campo con la massima urgenza, in stretto collegamento con i Ministeri competenti, adeguate politiche attive di emersione e regolarizzazione, ricercando e favorendo la stipula di specifici accordi, con le OO.SS. dei lavoratori, finalizzati 48 all’individuazione di strumenti e percorsi che accompagnino un processo virtuoso di regolarizzazione, formazione professionale e aggiornamento dei lavoratori. Su questo terreno, che dovrà fare del lavoro - della sua qualità - delle competenze diffuse della puntuale applicazione delle norme - del riconoscimento dei diritti e del rispetto dei doveri, il valore aggiunto di un’ippica nuova qualificata e campione di trasparenza, potremmo valorizzare qualificando ulteriormente l’interlocuzione Istituzionale a tutti i livelli. Con altrettanta urgenza si pone la questione dei Contratti Collettivi di Lavoro. La sfida per un’ippica nuova non può essere affrontata con quattro Contratti Collettivi di Lavoro ormai scaduti da anni e già vecchi e inadeguati prima ancora della loro scadenza. I CCNL sono lo strumento che regola i rapporti di lavoro, che detta i criteri per l’individuazione delle varie professionalità, che definisce i trattamenti economici collettivi, i trattamenti di malattia – infortunio maternità ecc., che stabilisce le quantità e la distribuzione degli orari di lavoro, dei riposi-ferie ecc., che regola (rendendo disponibili o indisponibili) modalità, nuove presenti nel mercato del lavoro, flessibilità dell’organizzazione del lavoro ……. Insomma sarebbe come pretendere di poter rendere operativa al meglio un nuovo e complesso strumento tecnologico, rinunciando al libretto delle istruzioni. Occorre “sfidare” le OO.SS. dei lavoratori e aprire con loro un tavolo negoziale per la definizione di un NUOVO UNICO CONTRATTO per l’intero settore ippico. Cogliendo in tal modo due obbiettivi importanti: Primo, dare all’intero settore un unico strumento di gestione dei rapporti di lavoro, con regole adeguate ed omogenee ancorché rispettose delle specificità; Secondo, evitare il rischio che quattro rinnovi contrattuali (Società corse; Trotto; Galoppo; Addetti alla raccolta delle scommesse e dei servizi vari) nel triennio di vigenza dei contratti, possano produrre una tensione permanente nelle relazioni sindacali, condizione certamente non utile al difficile percorso che abbiamo di fronte. Il CCNL unico dovrà: 1. Partire dalla realtà e, tenendo conto delle compatibilità economiche del settore, mettere al centro il rilancio e la stabilizzazione dell’ippica italiana e con essa il rilancio e la stabilizzazione della buona occupazione che il settore può e deve dare; 2. Garantire “flessibilità” sostenibili, coniugando le esigenze della produzione e dell’organizzazione del lavoro con il rispetto dei diritti e della sicurezza dei prestatori d’opera; 49 3. Dettare regole condivise che, nel rispetto delle normative di legge, possano rendere disponibile l’utilizzo di alcune funzionali nuove tipologie giuridiche presenti nel mercato del lavoro; 4. Disegnare un nuovo modello delle relazioni sindacali che, nel rigido rispetto della distinzione dei ruoli, valorizzi il confronto e il coinvolgimento informato per la messa a regime del processo di riforma attivando strumenti di verifica e analisi, in grado di cogliere gli elementi distorsivi sui quali intervenire con tempestività e adeguate soluzioni; 5. Fornire norme generali comuni al settore, favorendo utili sinergie tra i vari comparti senza mortificare, ma, anzi, rispondendo adeguatamente alle specificità proprie degli stessi; 6. Costruire le necessarie “bilateralità” per gestire e sostenere la formazione continua, la verifica delle congruità contrattuali e legislative dei contratti di apprendistato e/o di altre forme di rapporto di lavoro eventualmente regolate nel NUOVO CCNL; 7. Costituire sedi e procedure di raffreddamento in caso di conflittualità sindacali singole e collettive. Sempre in tema di lavoro occorre affrontare l’inadeguatezza della rete di “protezione sociale” (welfare) oggi disponibile per chi opera nel settore ippico. Il riferimento non è solo per il lavoro dipendente “strutturato” e non strutturato, ma riguarda anche intere categorie ippiche con coperture previdenziali e assistenziali drammaticamente insufficienti. Se assumiamo come un dato inevitabile che la ricostruzione del settore passa anche attraverso un processo di riorganizzazione complessivo, compreso un fisiologico ricambio generazionale, dobbiamo prevedere la disponibilità di strumenti (ammortizzatori) che consentano una gestione condivisa e senza traumi di tale processo. Questo è un terreno complicato che dobbiamo affrontare insieme ai rappresentanti delle Categorie e alle OO.SS. dei lavoratori dipendenti. Come si può pensare ad un rinnovamento senza porre mano alle prospettive previdenziali di alcune categorie che operano nel settore come ad es. guidatori/allenatori/fantini, che dopo una vita di lavoro rischiano di dover contare solo sulla pensione sociale. Come si può non richiamare le Istituzioni competenti a farsi carico, unitamente all’intero settore ippico, di questo problema sia per dare una soluzione a chi è in procinto di poter andare in pensione sia per dare una prospettiva rassicurante a chi inizia a svolgere queste attività. C’è da chiederci quale può essere la risposta SOLIDALE dell’intero settore a questi problemi? È possibile, o almeno auspicabile, che mentre apriamo un confronto con le Istituzioni competenti, rivendicando un loro intervento, si possa anche procedere a costruire percorsi per l’accesso a 50 forme di previdenza e di assistenza integrativa; si possa altresì procedere a valutare la sostenibilità di un “fondo bilaterale” per il sostegno al reddito di cui alla legge 92/2012. La costituzione di un Ente Bilaterale di settore, finanziato con contributi di tutti (imprese e lavoratori), può consentire di promuovere e sostenere e all’occorrenza gestire politiche e programmi formativi, strutture per il monitoraggio e l’analisi dei fenomeni che caratterizzano l’occupazione del settore sia sotto il profilo delle quantità e tipologie dei rapporti di lavoro attivati che per i profili professionali interessati, nonché l’evoluzione degli stessi rispetto alle esigenze mutuate dal settore , può essere promotore e garante verso istituti che forniscono assistenza integrativa e previdenza integrativa; può, considerato la dimensione di micro impresa che caratterizza il settore, rendere disponibili servizi in grado di alleggerire il peso delle eventuali procedure burocratiche; può altresì fornire servizi di arbitrato e certificazione sia per quanto attiene l’apprendistato che per quanto attiene ad eventuali forme di rapporto di lavoro regolate da leggi ovvero dal CCNL UNICO. Su quest’ultimo punto possiamo assumere come esempio concreto riflettendo su quale forma giuridica di rapporto di lavoro l’Organismo Ippico, qualora fosse chiamato a gestire il settore, potrebbe usare con Giudici, Commissari ecc., oggi regolati con la collaborazione coordinata e continuate (ancora consentita nella pubblica amministrazione), non disponibile però per un Committente di natura privatistica come l’Organismo Ippico a meno che quest’ultimo non adotti per i rapporti di lavoro dallo stesso attivati, il CONTRATTO UNICO del settore ippico nel quale si sia provveduto (come previsto dalla legge) ad autorizzare con regole precise, per specifiche funzioni e con adeguate garanzie, il rapporto di collaborazione coordinata e continuata. Potremmo altresì parlare delle “portature in pista”, degli addetti alle gabbie ecc., tutte situazioni ad alto potenziale di contenzioso se non debitamente regolate dal CCNL Unico (nel rispetto delle norme di legge e con le dovute garanzie per il prestatore d’opera), nonché verificate e certificate nell’ambito di una specifica attribuzione all’Ente bilaterale concordata tra le Parti stipulanti il CCNL. Questo è certamente un terreno complesso che va comunque affrontato, consapevoli che regole chiare e maggiori sicurezze per chi lavora consentono maggiori flessibilità, maggiore serenità e produttività. Per questo il ripristino della contrattazione con il CCNL Unico, il sostegno alla formazione, la copertura contributiva per il conseguimento di un’adeguata pensione unitamente all’offerta di forme di previdenza e assistenza integrativa, forme di sostegno al reddito (valutando tutte le possibilità di utilizzare al meglio i contributi che oggi vanno al fondo residuale INPS) necessarie per accompagnare processi di riorganizzazione e consolidamento del lavoro …. . 51 Insomma, la Nuova Ippica non può rinunciare a costruire, con le necessarie gradualità, anche una “rete di protezione” interna improntata a criteri di solidarietà e di attenzione alla persona e alle sue condizioni di vita e di lavoro.