Bismarck

Transcript

Bismarck






La nave
Il suo impiego previsto
Il primo scontro
La caccia alla BISMARCK
L’ affondamento
Il ritrovamento
Amburgo 24 agosto 1940 il comandante della
Bismarck parlò al suo equipaggio schierato sul ponte
di coperta citando una frase del Principe OTTO VON
BISMARCK, frase che valse al principe il soprannome
di Cancelliere di ferro
“La politica non si fa coi discorsi, con le marce , o
coi canti – la si fa col sangue e col ferro”
“ebbene oggi una nave altrettanto di ferro porta il
suo nome…..siatene orgogliosi”
IL NOME
Partiamo quindi dal nome della nave :
Principe Otto Eduard Leopold Von BISMARCK
(talvolta Italianizzato in OTTONE di BISMARCK) e
soprannominato il
“cancelliere di ferro” nato a
Schonhausen il 1 aprile 1815, morto a
Friedrichsruh il 30 luglio 1898, fu il fondatore
dell’impero tedesco, come primo ministro della
Prussia dal 1862 al 1890 si occupò dell’unificazione
1
della Germania . alla nascita dell’Impero Tedesco nel
1871 divenne il primo Cancelliere del REICH e attuò
quella Realpolitik che gli valse appunto il
soprannome di Cancelliere di ferro.
LA NAVE
La Bismarck e la sua gemella TIRPIZ furono
classificate dalla marina militare Tedesca “
KRIEGSMARINE” come
Corazzate TASCABILI,
questo termine venne usato per camuffare il reale
dislocamento delle navi, in quanto secondo il trattato
di Versailles veniva imposto alla Germania di non
costruire navi militari con un dislocamento superiore
alle 35000 tn. - come vedremo invece questo limite fu
abbondantemente superato -.
Il progetto delle due corazzate ebbe inizio nel 1934, il
Grande Ammiraglio READER stava dando vita ad
una serie di nuove costruzioni nel quadro del riarmo
della Germania voluto da HITLER .
La classe BISMARCK era considerata da tutti una
delle migliori mai realizzate all’epoca, essa era una
perfetta fusione fra ARMAMENTO – PROTEZIONE –
VELOCITA’.
LE CARATTERISTICHE tecniche
La Bismarck aveva un dislocamento a carico normale
di 45170 e 50900 a pieno carico (abbondantemente
sopra le 35000 imposte dal trattato di Versailles),
2
misurava fuori tutto 251 metri di lunghezza per 36
di larghezza con un immersione di 10,2 metri.
Il suo apparato propulsivo era formato da 12 caldaie
WAGNER mentre le motrici consistevano in 3 gruppi
turbo riduttori BLOHM & VOSS che erogavano
150.200 Hp imprimendo alla nave una velocità di
circa 30 nodi. Imbarcava 7900 tn. di nafta che
consentivano un’autonomia di 9300 miglia a velocità
di crociera (16 nodi).
La protezione della nave era in lastre di acciaio, quella
verticale era di 320 mm al galleggiamento, di 145
mm. alla batteria e 45 mm alle paratie interne,
mentre la protezione orizzontale era di 50 mm, di
80 ai ponti corazzati e 100 mm al ponte inclinato, il
torrione era protetto verticalmente con lastre da 350
mm, e orizzontalmente da 200 mm. mentre le
paratie trasversali erano di 220 mm mentre le
protezioni delle artiglierie erano di 360 mm frontale
di 220 mm ai lati e 130 mm al cielo per le torri dei
grossi calibri, per le artiglierie minori la protezione
variava dai 100 mm al frontale ai 40 mm dei lati.
Come detto la nave era pesantemente armata, circa il
18% del suo peso era dovuto appunto alle armi e loro
sistemi, con un enorme potenziamento rispetto alla
precedente classe di corazzate nel calibro dei cannoni
principali e della componente antiaerea.
L’ARMAMENTO PRIMARIO
Le artiglierie principali erano le torri binate da
380mm imbarcate in barbette sovrastanti, due a prua
e due a poppa, alle quali era stato dato un nome
3
proprio. torre ANTON torre BRUNO torre DORA
torre CESARE.
Una torre pesava 1056 tn. mentre il peso dell’arma
era di 109,2 tn. la velocità di uscita del proiettile era
di 820 metri\secondo, il peso di una bordata era di
6400 Kg. con una cadenza di tiro di un colpo ogni 25
secondi. All’elevazione massima di 35°poteva
raggiungere una gittata massima di 36200 mt. Il
proiettile aveva una capacità di penetrazione di 364
mm. ad una distanza di 20000 mt. e di 310 mm
alla distanza di 25000 mt.
L’ARMAMENTO SECONDARIO
Formato da 6 torrette binate da 150 mm, e da 8
torrette binate da 105 mm.
L’ARMAMENTO ANTIAEREO
La componente antiaerea era formata da 8 complessi
binati 37\83 mm e 8 complessi quadrinati da
12\20 mm.
Inoltre la Bismark aveva una propria componente
aerea, formata da 4 idrovolanti ARADO, posizionati
due sulle catapulte e due nell’hangar posizionato
vicino alle catapulte, al termine della missione per lo
più di ricognizione l’idrovolante veniva recuperato a
mezzo di enormi gru posizionate a centro nave sui lati
di dritta e di babordo
SUPPORTI al TIRO
Le armi erano asservite da centrali di tiro con sistemi
automatici di punteria sia per i calibri maggiori che
per l’armamento contraereo queste centrali erano
locate in torri corazzate poste in vari punti della nave :
4
Centrale di tiro torri di PRUA Centrale di tiro torri di
poppa Centrale di tiro antiaereo I dati distanza altezza
ecc. venivano forniti alle centrali da modernissimi
telemetri posizionati in torrette corazzate
EQUIPAGGIO
Per governare la nave in assetto di guerra occorreva
un equipaggio formato da oltre 2200 uomini fra
ufficiali,sottoufficiali e comuni.
LA BISMARK PRENDE VITA
La Bismarck costruita nei cantieri BLOHM & VOSS
di Amburgo fu varata il 14 Febbraio 1939, fu
ormeggiata al molo per completare il suo allestimento.
Alla fine di Agosto con una grande cerimonia
presente
Hitler
venne
consegnata
alla
KRIEGSMARINE durante la cerimonia Hitler tenne
un lungo discorso
al termine del quale passò in
rassegna l’equipaggio schierato sul ponte della nave.
Il 15 settembre 1940 la Corazzata agli ordini del
Comandante ERNST LINDEMANN lasciò il porto di
AMBURGO con ancora degli operai del cantiere a
bordo e fece rotta per il Baltico ORIENTALE per una
campagna di addestramento fuori dalla portata delle
incursioni aeree alleate, la sua base fu il porto di
GOTNHAFEN oggi GYDNIA a poca distanza da
DANZICA nella Polonia occupata. La Bismarck si
trattenne circa due mesi in questa zona e ebbe così
modo di completare l’addestramento dell’equipaggio
alla condotta della nave, per testare i sistemi di bordo
5
e esercitarsi al tiro ecc, e ovviamente per verificare
l’operatività tecnica della nave, velocità manovrabilità,
armi, impiantistica. La nave rispose bene a tutte le
sollecitazioni, tranne una leggera tendenza a non
governare con i soli motori senza l’ausilio dei timoni.
(questo fatto sarà determinante per la sua fine)
All’inizio di DICEMBRE la Bismarck fece ritorno ad
Amburgo e mentre buona parte dell’equipaggio andò
in licenza Natalizia gli operai del cantiere avrebbero
effettuato le ultime modifiche e migliorie richieste per
permettere alla nave di essere operativa al 100% ed
iniziare così la sua attività.
SECONDA USCITA IN MARE
Alla fine di Gennaio del 1941 la Bismarck era
nuovamente pronta a riprendere il mare, ma un
mercantile affondato al centro del canale di uscita la
bloccò in porto fino alla fine di Febbraio.
I primi di Marzo finalmente la nave fece nuovamente
rotta per il mar BALTICO diretta come la volta
precedente a GOTHENHAFEN nel golfo di Danzica.
Qui la nave avrebbe svolto un programma definitivo di
messa a punto prima di partire per la sua prima
missione oceanica. Durante questo periodo si unì alla
corazzata il suo sezionario per le missioni future, il
modernissimo incrociatore pesante PRINZ EUGEN.
Il 23 Aprile il PRINZ urtò una mina durante le uscite
6
di esercitazione e dovette essere messo in bacino per le
riparazioni che durarono fino a maggio, ritardando
così la prima missione operativa della squadra.
IL COMANDO Il capitano LINDEMANN attendeva
con impazienza la prima missione di guerra, ormai
nave ed equipaggio avevano raggiunto il massimo
dell’efficienza, ma era anche in ansia per l’attesa di
conoscere che avrebbe avuto il comando della
squadra, tale era anche se composta di due sole unità.
L’alto comando della Marina nominò l’Ammiraglio
GUNTHER LUTJENS comandante della squadra e
con il suo staff di 65 persone si sarebbe imbarcato
sulla Bismarck, quindi sia LINDEMANN che
RIENICKE comandate del PRINZ EUGEN erano
subordinati al suo comando.
Il comandante LINDEMANN e l’Ammiraglio LUTJENS
erano diversi in tutto, ad eccezione della dedizione al
servizio; LINDEMANN era un buon marinaio, uomo
deciso, ma tranquillo, dai modi garbati e rispettoso per
le persone al suo servizio, ed era molto amato dal suo
equipaggio , LUTJENS di contro era un aristocratico
di vecchio stampo, molto austero e dalle maniere
brusche e autoritarie, non mostrava mai un emozione,
di lui si diceva che “non l’avevano mai visto ridere”,
quindi era rispettato ma non amato dai suoi
subalterni, di questo lui ne era perfettamente
cosciente e soddisfatto perché era quello che
desiderava ed era convinto che non esisteva altro
comportamento per esercitare il comando.
7
LA VISITA DI HITLER
Il 5 maggio si approssimava la data della partenza
per la prima missione e HITLER pur non essendo un
grande estimatore della Marina, volle fare una visita
per incitare gli uomini come del resto era solito fare.
Nel breve tragitto in battello per arrivare dal molo al
punto di stazionamento della nave Hitler accusò un
po’ di mal di mare tanto che rivolse una delle sue frasi
scherzose al suo Capo di Stato Maggiore
FEDMARESCIALLO VON KEITEL dicendo “a terra
sono un eroe, ma in mare mi sento un codardo”.
Dopo aver passato in rassegna l’equipaggio e visitato
la nave Hitler pranzò con l’Ammiraglio LUTJENS e il
suo stato maggiore, durante il quale venne spiegato
quali fossero le future attività della Bismarck e del
Prinz Eugen, cioè la guerra da corsa in Atlantico
contro i convogli dei rifornimenti alleati, cercando di
evitare lo scontro diretto con la ROYAL NAVY almeno
che non si fossero presentate condizioni ottimali di
superiorità, la priorità era quindi affondare il prezioso
naviglio mercantile alleato sulla rotta di andata e
ritorno USA-EUROPA.
Al termine dell’esposizione
Hitler diede il suo benestare al piano dell’Ammiraglio
senza per’altro chiedere nessuna spiegazione, per lui il
mare e quindi la Marina era come un corpo estraneo
nella sua visione militare e di conduzione di una
guerra.
8
LA PRIMA MISSIONE
Erano le ore 20 del 19 maggio 1941 quando iniziò
quella che in codice fu denominata RHEINBURG cioè
(operazione Reno) ,la BISMARCK e il suo sezionario
PRINZ EUGEN salparono da GOTHENHAFEN a
bordo della corrazzata vi erano 2206 uomini di
equipaggio, più lo stato maggiore di Lutjens, il
personale della LUFTWAFFE (la forza aerea Tedesca)
e un certo numero di ufficiali della marina
mercantile, i quali avrebbero dovuto assumere il
comando dei mercantili alleati catturati per condurli
con il suo prezioso carico in porti Tedeschi, inoltre
partirono un nutrito numero di corrispondenti di
guerra così cari alla propaganda Nazista, certi che
avrebbero assistito ad azioni di grande importanza
nella guerra contro i convogli atlantici. Le due navi
dovevano portarsi in tutta segretezza in un fiordo
NORVEGESE vicino a BERGEN dove da lì dopo gli
ultimi preparativi sarebbero entrate in Atlantico per
dare inizio vero e proprio alla sua attività. Fu scelta
una notte scura e senza stelle poiché la segretezza
dello spostamento era fondamentale per cogliere di
sorpresa un nemico ignaro, le navi infatti dovevano
transitare nel canale di KATTEGAT e Lutjens
sapeva benissimo che la costa popolava di spie
Inglesi e della Resistenza e se avessero avvistato le
navi sarebbe scattato l’allarme e quindi sarebbe
venuta meno la sorpresa.
Come Lutjens temeva, superato il KATTEGAT
le
navi entrarono nel canale dello SKAGERRAK dove
9
vennero avvistate dall’incrociatore Svedese GOTLAND
,sorprendentemente venne ritenuto improbabile vista
la stretta neutralità della SVEZIA che la scoperta dei
loro movimenti venisse riferita agli Inglesi, così venne
continuata la missione come previsto. Giunte al
traverso di KRISTIANSAND l’agente segreto della
Resistenza Norvegese
VIGGO AXELSSEN vide
passare le due navi, quindi comunicò a LONDRA che
due grandi navi si dirigevano verso il mare del nord.
Le due navi tedesche giunsero nel KORSETFJORD
dove gettarono le ancore lontane l’una dall’altra ,la
Bismarck nel GRIMSTADFJORD, il Prinz Eugen
invece si ancorò nel KELVENFJORD, posizionate al
traverso della costa per essere meglio mimetizzate con
lo sfondo dei promontori del fiordo avendo previsto di
sostare per un breve periodo prima dell’avventura in
Atlantico.
L’Ammiragliato Inglese intuì subito che poteva
trattarsi della Bismarck e del Prin Eugen, partì quindi
immediato l’ordine alla R.A.F. (la forza aerea Inglese)
di intensificare al massimo le ricognizioni aeree fino al
dell’autonomia massima degli aerei.
Il 21 maggio il maggiore MICHAEL SUKLING a
bordo del suo SPITFIRE trovò e fotografò la squadra
Tedesca alla fonda appunto nel KORSTFJORD
Con questo avvistamento l’Ammiragliato Inglese ebbe
la certezza che la Bismarck sarebbe entrata presto in
azione con conseguenze disastrose per i convogli
alleati, doveva essere intercettata e affondata,
quindi doveva essere allestita una forza navale per
10
disporre un blocco verso l’accesso all’oceano Atlantico
tenendo conto delle possibili rotte della squadra
Tedesca. La più diretta fra il Nord della Gran
Bretagna e le isole SCHETLAND, ritenuta però la
meno probabile per la vicinanza della base aeronavale
Inglese di SCAPA FLOW l’altra possibile fra le isole
SCHETLAND e le isole FAROER . Quella che gli
Inglesi ritenevano la più probabile risaliva verso nord
per scendere poi verso l’Atlantico passando fra le isole
FAROER e l’ISLANDA . Infine un’altra possibilità
ritenuta più remota , attraversare il CIRCOLO
ARTICO e passare nello stretto fra l’ISLANDA e la
GROENLANDIA, Gli Inglesi la ritenevano la possibilità
più remota perché la squadra Tedesca doveva tener
conto della BANCHISA dei ghiacci e di un campo
minato posato al traverso del SAFJORD
L’Ammiragliato Inglese affidò il comando della
operazione
all’Ammiraglio
JHON
TOVEY,
comandante in capo della HOME FLEET. Il primo
atto di TOVEY fu quello di allestire una squadra di
navi che gli consentisse l’attuazione del blocco e
successivamente disporle nei punti adatti dove si
pensava dovessero transitare le due navi Tedesche,
dando uno sguardo al numero e tipo di navi (illustrato
nella tabella alla tabella) è chiara l’enorme
preoccupazione che la Bismarck e il Prinz Eugen
destavano alla ROYAL NAVY.
11
Comandante
Contrammiraglio WALKER
Gruppo Incrociatori pesanti
Composizione squadra
Incrociatori pesanti:
NORFOLK (nave ammiraglia)
SUFFOLK
DORSETSHIRE
Vice Ammiraglio HOLLAND
Incrociatore da battaglia HOOD (nave
ammiraglia
Corazzata
PRINCE
OF WALLES
Scorta 6 CACCIATORPEDINIERE
Ammiraglio sir JOHN TOVEY
HOME FLETT
Corazzata KING GEORGE V ( ammiraglia)
Corazzata RODNEY
Incrociatore pesante REPULSE
Portaerei pesante VICTORIUS
Incrociatori leggeri
GALATEA-AURORA-KENYA-HERMIONE
Scorta 6 CACCIATORPEDINIERE
Contrammiraglio SOMERVILLE
FORZA H
Portaerei Pesante ARK ROYAL
Incrociatore da Battaglia RENOWN (nave ammiraglia
Incrociatore Pesante SHEFFIELD
12
Per contrastare e soprattutto per affondare due navi
pur potenti che fossero la ROYAL NAVY impiegò in
totale
TIPOLOGIA di NAVE
NOME
CORAZZATE
PRINCE OF WALLES – KING GEORGE V
TOTAL
E
2
PORTAEREI
ARK ROYAL - VICTORIUS
2
INCROCIATORI
DA
BATTAGLIA
INCROCIATORI
PESANTI
INCROCIATORI
LEGGERI
CACCIATORPEDINIER
E
DI SQUADRA
AEREI IMBARCATI
PORTAEREI
HOOD - RENOWN
2
NORFOLK - SUFFOLK – DORSETSHIRE - SHEFFIELD
4
GALATEA – AURORA – KENYA - HERMIONE
4
12
SPITFIRE (caccia) e SWORDFISH (siluranti)
80
Per un totale complessivo di 26 Navi e 80 aerei ad i
quali si vanno ad aggiungere un altro ingente numero
di aerei basati a terra per una continua ricognizione.
Ovviamente il reperimento di tutte queste navi fu per
gli Inglesi un grande problema perché dovettero
distoglierle da altri compiti sia di attacco che di scorta,
ma l’affondamento della Bismarck come si è detto era
prioritario su tutto.
L’ammiraglio TOVEY quindi tenendo conto delle varie
possibilità e cercando di interpretare le mosse
Tedesche dispose le sue squadre navali nei vari settori
dello scacchiere del nord Atlantico concentrando le
maggiori forze nelle zone più probabili, ma non
13
tralasciando nessuna possibilità. La sua squadra la
Home Flett venne posizionata al centro dello
scacchiere,la KING GEROGE V la REPULSE la
portaerei VICTORIUS la RODNEY mentre gli
incrociatori leggeri incrociarono fra le isole FAROER e
le SHETLAND La squadra del Vice Ammiraglio
HOLLAND con lo HOOD e la PRICE OF WALLES
con quella del Contrammiraglio Walker Incrociatori
NORFOLK
SUFFOLK
e
DORSETSHIRE
incrociarono a sud dell’ISLANDA mentre il Gruppo
della FORZA
H comandato dall’Ammiraglio
SOMERVILLE venne tenuto pronto a muovere a
Gibilterra.
INIZIA UNA PARTITA A SCACCHI
Lutjens sapendo di essere stato scoperto dalla
ricognizione aerea della R.A.F. decise di prendere il
mare alla volta dell’Atlantico senza indugi, ed
approfittando di una notte buia con nubi basse e
piovaschi, il 22 maggio salpò le ancore e uscì dal
fiordo Norvegese. Nella speranza di spiazzare il
nemico decise di fare rotta nord per il circolo
artico e poi piegare a Sud in direzione dello stretto
della Groenlandia. Qui Lutjens commise un primo
piccolo errore, diede ordine di viaggiare a
21 nodi, una velocità che gli consentiva certo una
grande autonomia, ma che avrebbe aumentato il
tempo per il suo ingresso in Atlantico, e non tenne in
dovuta considerazione le previsioni del metereologo di
14
bordo che prevedeva un miglioramento del tempo a
breve, e quindi sarebbe venuta meno quella copertura
e invisibilità dovuta al cattivo tempo (i RADAR dove
erano installati avevano delle portate limitatissime) .
Intanto la ricognizione aerea della R.A.F. sul fiordo
dove era stata vista la Bismarck alla fonda non dava
nessun esito a causa del perdurare nella zona del
cattivo tempo, nubi basse e piovaschi, pur avendo
effettuato nell’arco della giornata ben 18 missioni,
alcune delle quali non riuscirono neppure a trovare il
fiordo.
Intanto Lutjens navigava protetto dal maltempo con il
dubbio se la sua partenza era stata scoperta o meno,
aveva il dubbio se aumentare la velocità a scapito
dell’autonomia oppure continuare così. Mentre
l’ammiraglio si dibatteva in questo dubbio alle 23
circa arrivarono tre messaggi dal comando Nord
della GRIEGSMARINE, il primo comunicava che
“La ricognizione della RAF sul fiordo di GRIMSTAD
non poteva scoprire la sua partenza causa pessime
condizioni atmosferiche sulla zona”
Il secondo
“La ricognizione della LUFTWAFFE aveva sorvolato
più volte la base di SCAPA FLOW e le navi maggiori
erano regolarmente in porto”
“I piloti dell’aviazione Tedesca si erano fatti
grossolanamente ingannare da un vecchio trucco, la
Prince of Walles e lo Hood usciti come abbiamo visto
in mare erano state sostituite con delle sagome di tela
15
e legno.” Il terzo messaggio non faceva che rafforzare
gli altri due
“Nessuna attività diversa agli altri giorni”
Tranquillizzato da questi messaggi Lutjens alle 23.30
fece assumere rotta sud
direzione stretto della
Groenlandia, tenendosi a ridosso della banchisa dei
ghiacci e mantenne la stessa velocità.
Solo nella mattinata del 23 uno spitfire riuscì in uno
strappo a penetrare le nubi e accorgersi che le navi
non erano più alla fonda, immediatamente partì
l’allarme che giunse prontamente all’Ammiragliato.
WINSTON CHURCHILL
molto preoccupato nel
sapere che la Bismarck aveva preso il mare, e sapendo
che da qualche parte stava dirigendo per entrare in
Atlantico, dove in quel momento navigavano ben 11
convogli di vitali rifornimenti diretti in Inghilterra, fra
cui uno di truppe con oltre 20000 soldati diretti al
fronte, è quindi facile intuire cosa sarebbe successo se
la Bismarck e il Prinz Eugen fossero piombati su di
essi.
Chiamò
direttamente
l’Ammiraglio
TOVEY
comandante in mare e senza mezzi termini gli disse:
“Attinga ad ogni risorsa, ad ogni mezzo, ad ogni
uomo purchè trovi la Bismarck e la mandi in
fondo all’oceano, questa operazione è una priorità
per l’Inghilterra”
Tovey intanto sui carboni ardenti, non riusciva a
sapere dove era la Bismarck, era come sparita dal
mare, guardando e riguardando la distribuzione delle
navi sullo scacchiere, vide che vi era una zona non
16
ben sorvegliata e quindi più per pignoleria che per
convinzione staccò gli incrociatori NORFOLK e
SUFFOLK dalla squadra e gli inviò a pattugliare lo
stretto di GROENLANDIA, mai intuizione fu più
azzeccata.
L’AVVISTAMENTO
Alle 19.22 suonò l’allarme a bordo della BISMARCK, i
suoi idrofoni e il RADAR avevano captato un segnale
distante 7 miglia dritto di prora, prontamente furono
inviati gli uomini al posto di combattimento generale.
Pochi minuti dopo in uno squarcio fra la nebbia fu
intravista una nave a tre fumaioli, era il SUFFOLK ,
che subito sparì alla vista, tanto che i telemetri della
Bismarck non poterono prendere le coordinate per
aprire il fuoco contro il nemico. A bordo del SUFFOLK
già da tempo avevano le tracce idrofoniche e sul radar
della squadra Tedesca e dopo il breve contatto visivo
non avevano più dubbi la circa il fatto che avevano
davanti la BISMARCK e il PRINZ EUGEN. Con una
pronta accostata per evitare il contatto balistico, il
comandante del SUFFOLK Capitano HELLIS fece
rientrare nella nebbia la sua nave e inviò al resto della
flotta il messaggio di avvistamento. Il suo sezionario il
NORFOLK Assunse alla massima velocità la rotta
per unirsi al compagno, la nuova rotta portò
inconsapevolmente l’incrociatore
molto vicino alla
squadra Tedesca, e quando entrò in una zona dove la
nebbia era diradata venne avvistato dalla capofila
17
Bismarck che prontamente sparò una salva da 380
nella sua direzione, e sebbene i colpi cadessero a
forcella il NORFOLK restò indenne se non per un
colpo di medio calibro caduto in prossimità che causò
leggeri danni alle strutture del ponte, un banco di
nebbia venne in soccorso all’incrociatore Inglese che si
gettò al suo interno facendo perdere le sue tracce.
Sulla Bismarck lo scossone causato dalla partenza
della salva mise fuori uso il RADAR prodiero
rendendo di fatto la nave cieca di prua.
L’Ammiraglio Lutjens diede ordine al comandante
della PRINZ EUGEN Capitano BRINKMANN
di
assumere la posizione di testa della colonna e di
aumentare la velocità a 24 nodi.
SI AVVICINA IL PRIMO SCONTRO L’ammiraglio
Lutjens perse sui Radar le tracce dei due incrociatori
Inglesi, quindi si convinse (secondo errore) di averli
depistati e distanziati. In realtà invece le due navi
Inglesi avevano diminuito la velocità per farsi superare
e poi con una portata Radar maggiore continuarono a
seguire le due navi Inglesi non viste.
Quindi Lutjens ritenne di poter ancora continuare la
missione così come prevista e di procedere a sud della
Groenlandia all’appuntamento con la nave appoggio
per rifornirsi.
Intanto l’Ammiraglio HOLLAND a bordo dello HOOD
quando ebbe il massaggio di avvistamento dal
SUFFOLK distava circa 300 miglia dalla BISMARCK,
18
calcolò la rotta di incontro tenendo conto della sua
massima velocità e quella della squadra avversaria,
dedusse che avrebbe impegnato la Bismarck e il
Prinz Eugen nelle prime ore del mattino successivo
sempre che i Tedeschi avessero continuato con rotta e
velocità invariate.
Sullo HOOD aveva stretto anche la Nuovissima
corazzata PRINCE OF WALLES .
Il SUFFOLK e il NOFFOLK seguivano come un
ombra lontana la rotta della squadra Tedesca e
davano continui aggiornamenti alla squadra HOOD
per arrivare al contatto.
L’ammiraglio HOLLAND intanto in vista dello scontro
approntò un piano logico, alla situazione in mare, ma
come vedremo poteva avere un lato debole.
Era
logico e corretto dividere le sue forze (che comunque
rimanevano in superiorità numerica) cioè gli
incrociatori pesanti
SUFFOLK
e NORFOLK
dovevano dar battaglia al PRINZ EUGEN,mentre lo
HOOD,)
e la PRINCE OF WALLES dovevano
confrontarsi con la BISMARCK cercando con la
manovra di dividere il tiro delle artiglierie pesanti
avversarie su due obiettivi, mentre loro avrebbero
concentrato il tiro su un solo obiettivo. Un’altra
corretta interpretazione fu quella di calcolare velocità e
rotta in modo da giungere al contatto visivo e quindi
balistico alle prime ore del mattino, a quelle latitudini
in quelle ore la squadra Inglese avrebbe avuto il favore
del controluce .
19
La parte più problematica del piano approntato da
HOLLAND era l’angolo iniziale d’ impatto con il
nemico perché altrimenti avrebbe avuto per un breve
periodo il solo uso delle torri prodiere. anziché tutto
l’armamento
Per certi versi il piano si avvicinava molto a quello
adottato da NELSON nella battaglia di Trafalgar.
IL PRIMO SCONTRO
Alle 5 del mattino del 24 Maggio 1941, la squadra
di HOLLAND iniziò ad avere sul radar le navi
Tedesche, quindi venne data prima l’allerta e poi fu
battuto il posto di combattimento generale. Quasi
contemporaneamente gli Idrofoni del PRINZ EUGEN
che come sappiamo navigava in testa, captarono
rumori di eliche ad alta velocità, dato l’allarme
l’Ammiraglio Lutjens capì che era stato scoperto e
quindi diede ordine di preparare le due unità al
combattimento.
Alle 05.44 le due formazioni si trovavano ad una
distanza di 14 miglia ,
Alle 05.55 Gli Inglesi grazie alla telemetria asservita
dal radar spararono la prima salva contro la nave
Tedesca di testa ritenendo fosse la Bismarck, quando
si accorsero dell’errore spostarono il tiro contro la
Bismarck.
Alle 05.58 partì dalla Bismarck la prima salva diretta
contro lo HOOD che risultò essere lunga la seconda
invece cadde a forcella anche il PRINZ EUGEN
20
sparava contro lo HOOD e un suo proiettile di medio
calibro cadde in prossimità dello HOOD provocando
leggeri danni al ponte
Alle 06.02 alla sua ottava salva la PRINCE OF
WALLES riuscì a mettere un colpo sulla Bismarck
all’altezza del galleggiamento, il proiettile uscì per
fortuna dal lato di dritta senza esplodere, ma
comunque causò l’allagamento dei comparti 20 e 21
e la fuoriuscita di nafta da un serbatoio (circa un
migliaio di litri) che però lasciava una scia sul mare
calmo, la nave si appruò leggermente perdendo in
velocità ma sempre in piena efficienza bellica, in tutto
il suo armamento, tanto che Alle 06.04 alla terza
salva un proietto da 380 mm centrò in pieno lo
HOOD il colpo perforò il ponte ed esplose nella
santabarbara, la nave saltò letteralmente in aria
spezzandosi in due tronconi ed affondando in pochi
minuti trascinando con sé in fondo al mare 1419
uomini di equipaggio- solo tre furono i sopravvissuti
recuperati in mare-.
Il fuoco della BISMARCK si concentrava ora sulla
PRINCE OF WALLES da una distanza di 14000 metri
Alle 06.12 La nave Inglese venne ripetutamente
colpita subendo danni rilevanti, tanto che il suo
comandante capitano THOMAS PHILLIPS fu
costretto a disimpegnarsi e battere in ritirata.
Il combattimento era durato poco più di 15 minuti e
si concluse con esito catastrofico per gli Inglesi che
dovevano contare la perdita dello HOOD, il grave
21
danneggiamento della PINCE OF WALLES, oltre
ovviamente alla perdita di 1419 uomini e il ferimento
di un altro centinaio, di contro i Tedeschi ebbero dei
danni alla Bismarck e il ferimento di una ventina di
uomini, mentre il Prinz Eugen ne uscì indenne.
LO SGOMENTO INGLESE
Ma al di là delle gravissime perdite quello che gettò
nello sgomento la ROYAL NAVY e gli Inglesi fu
l’estrema facilità con la quale la Bismarck si era
sbarazzata delle due navi, una lo HOOD anche se
anziano era l’orgoglio della Marina Inglese, l’altra la
PRICE OF WALLES era invece una modernissima
corazzata, quando la notizia giunse a CHURCHILL
dopo un attimo di incredulità pronunciò poche parole,
“LO HOOD E’ SALTATO IN ARIA, MA PER LA
BISMARK E’ FINITA” ma esprimevano chiaramente
la determinazione propria dell’uomo.
LA REAZIONE INGLESE
Gli Inglesi sapevano che la Bismarck era stata colpita,
ma non sapevano la reale entità dei danni, quindi non
potevano sapere se la nave Tedesca avesse continuato
la missione, oppure se rientrava in porto per le
riparazioni, ed in questo caso in quale porto
22
in Germania, in Norvegia oppure in un porto della
Francia ?
Dall’Ammiragliato venne dato ordine alla PRINCE OF
WALLES e alla sua scorta di riparare come possibile
direttamente in mare i danni subiti e di continuare ad
inseguire la squadra Tedesca per capirne le intenzioni,
intanto alle forze già in mare si sarebbe aggiunta la
forza H di Gibilterra.
LA BISMARK TENTA IL RIENTRO
A bordo della Bismarck si lavorava alacremente per
riparare i danni subiti, il Capitano LINDEMANN fece
ridurre la velocità per non aumentare l’appruamento e
per dare modo alle squadre di saldatori di chiudere le
falle dello scafo e quindi le vie d’acqua, poi le pompe
riuscirono a svuotare i compartimenti allagati e la
nave riprese il suo assetto normale, persistono invece i
danni alla dinamo allagata e quindi la nave non può
superare i 28 nodi come massima velocità, inoltre pur
riparati i danni al serbatoio della nafta, la nave
continuava a lasciare una visibile scia sul mare
LUTJENS ricevuti tutti i rapporti sulle condizioni della
nave, si convinse che la Bismarck avrebbe avuto
assolutamente bisogno di riparazioni in un cantiere
attrezzato, e quindi era impossibilitata a continuare la
sua missione, il problema era decidere in quale porto
rientrare : se avesse deciso per il rientro in Germania
questo avrebbe comportato un nuovo passaggio
attraverso gli stretti a NORD o a SUD dell’ISLANDA e
23
con le forze aeree e navali Inglesi in allarme sarebbe
stato altamente pericoloso, poi vi era da mettere in
conto il transito nel raggio d’azione operativo della
base di SCAPA FLOW, più o meno le stesse
problematiche si presentavano nel tentativo di
raggiungere BERGEN, quindi l’ammiraglio decise che
la miglior soluzione era quella di riparare in un porto
della Francia occupata BREST o ST. NAZAIRE che
distavano fra le 600 e 650 miglia. Quindi valutate
tutte le possibilità venne presa la decisione di far rotta
per il porto Francese di ST. NAZAIRE Un ulteriore
vantaggio di questa soluzione era dato dal fatto che
una volta terminate le riparazioni la Bismarck poteva
entrare facilmente e velocemente in Oceano e iniziare
la sua attività bellica contro il traffico alleato.
Alle ore 08.01
Lutjens comunicò al comando
Nord la sua decisione , avrebbe lasciato libero il
PRINZ EUGEN di entrare in Oceano per conto
proprio, dopodichè avrebbe accostato con rotta diretta
verso ST. NAZAIRE alla massima velocità possibile.
La squadra Tedesca diede il via ad una serie di
accostate e cambi di velocità con l’intento di scrollarsi
di dosso la squadra Inglese PRINCE OF WALLES
SUFFOLK e NORFOLK che
da lontano ne
controllava le mosse, grazie soprattutto agli apparati
RADAR .
Tutti i tentativi di depistaggio risultarono inutili,
quindi LUTJENS
Alle ore 18,14 del 24 Maggio LUTJENS diede il via
libera al distacco del PRINZ EUGEN e accostò con la
24
BISMARCK in direzione di ST. NAZAIRE
L’Ammiraglio Tovey si vedeva sfuggire la Bismarck e
doveva farla rallentare se voleva attaccarla col grosso
delle sue navi, quindi nel primo pomeriggio mandò
avanti la portaerei VICTORIUS con gli incrociatori
della
seconda
squadra
comandati
dal
Contrammiraglio CURTEISS ( GALATEA-AURORAKENIA e HERMIONE) per un attacco aerosilurante.
La VICTORIUS aveva a bordo solo 6 caccia FULMAR
e 9 bombardieri-siluranti SWORDFISH , questo
basso numero di aerei era dovuto al fatto che la
portaerei era nuova e non aveva avuto il tempo delle
verifiche in mare, una di queste doveva essere il
trasferimento a MALTA di 48 HURRICANE imballati
che aveva a bordo, ma la missione venne annullata
proprio dalla comparsa sulla scena della Bismarck. Il
tempo era brutto e quando il capitano ESMONDE
portò in volo la sua squadriglia armata con siluri da
457 mm il vento soffiava da Nord-Ovest e il ponte
della portaerei beccheggiava fino a 10 metri. I vecchi
biplani si portarono ad una altezza di 500 metri ed
ad una velocità di 85 nodi concessi del maltempo.
Immediatamente dopo decollarono i ricognitori
FULMAR dotati di Radar, uscendo dalle nuvole si
trovarono davanti la corazzata nemica ad una
distanza di 2 miglia.
La Bismarck già in allarme aprì subito la difesa
contraerea con tutti i cannoni e iniziò a zigzagare alla
velocità di 27 nodi. Tutti e otto gli aerei attaccarono
con i siluri, ma solo uno l’ultimo riuscì a colpire la
25
Bismarck sul fianco destro, ma esplose sulla cintura
corazzata e quindi non causò danni, finito l’attacco gli
tutti gli aerei tornarono alla VICTORIUS tranne 2
FULMAR.
L’Ammiraglio TOVEY non aveva modo di sapere
quanto fossero stati efficaci i siluri, potendo basarsi
solo sui rapporti delle navi di WALKER, il SUFFOLK
seguiva la BISMARCK a 10.5 miglia di distanza
zigzagando a 30° e perdeva puntualmente il contatto
Radar su una delle diagonali per poi recuperarlo
regolarmente sull’altra), finche durante la guardia di
mezzo del 25 Maggio, il radar del SUFFOLK non
riuscì a riprendere il contatto.
I Tedeschi avevano eluso gli inseguitori con una decisa
virata a destra verso le 03.00 puntando prima ad
OVEST e poi continuando in cerchio tagliando di
poppa la rotta delle navi Inglesi, per poi riprendere la
rotta per ST. NAZAIRE. Purtroppo la mancanza di
testimoni e dei libri di bordo della Bismarck è
impossibile chiarire i motivi per cui LUTJENS ordinò
questa manovra, tuttavia è probabile che il comando
Tedesco si fosse fatto un’idea precisa della strategia di
Walker, dopo lunghe ore di osservazione delle mosse
nemiche, era evidente soprattutto che le navi Inglesi
stazionavano a sinistra della Bismarck e che il fianco
destro quindi era scoperto. L’Ammiraglio TOVEY
continuò quindi con rotta SUD aprendo le sue navi
formando
uno
schermo
di
ricerca,
contemporaneamente dirigevano a tutta forza verso il
punto stimato di incontro la forza H composta dalla
26
corazzata KING GEORGE V dal REPULSE e dalla
portaerei ARK ROYAL mentre da NORD arrivava la
Portaerei pesante VICTORIUS
L’Ammiraglio TOVEY si rese conto finalmente di non
essere nella rotta giusta e nel tardo pomeriggio del 25
Maggio si trovava a circa 100 miglia sud dalla
Bismarck, quindi comunicò la perdita di contatto della
squadra Tedesca
Il comando COSTIERO della RAF mandò i
CATALINA del 210° squadrone di base in ISLANDA
in continue ricognizioni a lungo raggio il 25 e 26
Maggio senza però alcun risultato. Il 26 i CATALINA
della RAF perlustrarono anche lo stretto a SUD
dell’ISLANDA e quello delle FAROER Sei
sommergibili furono inviati a pattugliare davanti agli
approcci a BREST e ST. NAZAIRE, mentre al forza H
virò di 30° gradi Est per intercettare con le sue navi,
la portaerei ARK ROYAL il RENOW) e lo SHEFFIELD
agli ordini dell’Ammiraglio SOMERVILLE, per
intercettare con le sue navi la squadra nemica se
avesse diretto per la Francia .Ma tutte le ricerche
erano rese particolarmente difficili a cause delle
pessime condizioni atmosferiche.
La fortuna della Bismarck durò fino alla mattina del
26 maggio, quando venne avvistata attraverso uno
squarcio fra la cortina di nubi, da un ricognitore che
segnalò immediatamente l’avvistamento.
Alle ore 14.50 iniziarono a decollare i primi 15
SWORDFISH armati di siluri dall’ARK ROYAL.
L’attacco pur portato con determinazione dai piloti
27
Inglesi non ebbe successo grazie alle manovre della
Bismarck e alle condizioni meteo sfavorevoli.
Si preparò quindi un secondo attacco silurante con gli
altri 15 SWORDFISH.
Alle ore 20.30 questi aerei arrivarono in posizione di
lancio contro la Bismarck, e anche questa volta la
nave iniziò a zigzagare e sparare con tutte le armi di
bordo, ma i piloti aiutati da condizioni meteo più
favorevoli e con una ferrea volontà di colpire,
lanciarono da distanze ravvicinate e proprio a pelo
d’acqua per non far deviare la rotta del siluro. Ben tre
siluri giunsero a bersaglio, uno colpì all’estrema poppa
e due colpirono la cintura corazzata a centro nave,
terminato l’attacco tutti gli aerei tornarono indenni
sull’ARK ROYAL.
I danni subiti dalla Bismarck da questo attacco
silurante, furono ritenuti inizialmente leggeri, ma poi
ci si rese conto che il colpo ricevuto all’estrema poppa
aveva bloccato il timone sinistro sui 12° gradi, si
tentò inutilmente di sbloccare i timoni, di inserire il
timone manuale, (che resse solo pochi minuti), si
provò a dirigere la nave con i motori, ma tutto fu
inutile, la Bismarck navigava in circolo, insomma non
c’era più via di scampo.
Alle ore 20.54
LUTJENS aveva comunicato al
Comando del Gruppo Nord della KRIEGSMARINE
di essere sotto attacco silurante,e successivamente
Alle ore 21.14
comunicò la raggelante notizia
dell’ingovernabilità della nave, la situazione era
28
talmente chiara circa l’imminente fine della nave sia al
comando a terra ma anche a quello in mare, tanto che
Alle ore 21.40 LUTJENS trasmise un ulteriore
messaggio dicendo che si sarebbe impegnato a
combattere fino all’ultimo colpo, concludendo con le
parole “ LUNGA VITA AL FUHRER”.
L’ULTIMA BATTAGLIA
Alle ore 04.30 del 27 Maggio 1941 l’Ammiraglio
TOVEY a bordo della KING GEORGE V si era ormai
unito alla RODNEY nella caccia alla Bismarck,
scortati dai cacciatorpediniere TARTAR e MASHONA
Anche qui c’era qualche problema, le condizioni della
RODNEY che non poteva superare i 20 nodi e la
scarsità di carburante a bordo dell’ammiraglia fecero
pensare a TOVEY di dover abbandonare la missione,
ma proprio mentre stava prendendo la decisione di
rientrare arrivò il messaggio che gli aerei della ARK
ROYAL che rivelavano i danneggiamenti subiti dalla
Bismarck e che la stessa stava navigando in circolo,
ovviamente TOVEY ritornò sulla sua decisione e
diresse a tutta forza verso la Bismarck a costo di
restare senza carburante.
All’alba del 27 Maggio il mare era sempre grosso e il
cielo color piombo denso di nuvole basse ammassate
dal forte vento del Nord-Ovest, il decollo di 12
SWORDFISH previsto dall’ ARK ROYAL per le prime
ore del giorno, venne cancellato per scarsa visibilità,
lasciando quindi lo scontro finale alle navi da guerra.
29
Alle ore 08.20 l’Ammiraglio TOVEY si avvicinò alla
Bismarck da OVEST-NORD-OVEST ed avvistò il suo
incrociatore NORFOLK che seguiva la nave Tedesca
già dalle ore 07.53, e si fece dare le coordinate esatte
per intercettare la Bismarck, poi avanzò in ordine
aperto con la RODNEY
Alle ore 08.42 la KING GEORGE V vide chiaramente
sulla destra a poco più di 12 miglia la Bismarck che
navigava con un’inclinazione di 4\5° sul fianco
sinistro, tramite i dati asserviti al Radar type 284
venne calcolato la distanza della prima bordata
Alle ore 08.47 la KING GEORGE V apri il fuoco
contro la nave Tedesca senza peraltro centrarla
almeno a forcella
Alle ore 08.48 aprì il fuoco anche la RODNEY ma
anche queste salve andarono fuori bersaglio
Alle ore 08.49 la BISMARCK rispose al fuoco
sparando sulla RODNEY tre ottime salve l’ultima
delle quali mancò il bersaglio per soli 20 metri.
Alle ore 08.50 la RODNEY trovò la giusta gittata e
direzione e alla terza e quarta salva colpì la nave
Tedesca, la RODNEY sparò ancora a lungo, ma
inspiegabilmente fra la V^ e la XVII ^ salva non colpì
più la Bismarck.
Alle ore 08.53 anche la KING GEORGE V mise il suo
primo colpo a segno , ma le vibrazioni provocate dalla
bordata misero fuori uso il Radar
Alle ore 08.54 Anche l’incrociatore NORFOLK iniziò
peraltro senza colpire a sparare con i suoi pezzi da
203mm.
30
Alle ore 08.59 con la XVIII^ salva la RODNEY centrò
la le sovrastrutture e il castello di prua
Alle ore 09.02 con la salva successiva centrò la prua
della Bismarck mettendo fuori uso le due torri da
380 e tutti i relativi comandi.
Alle ore 09.03 la Bismarck rispondeva ancora al
fuoco con le sole torri poppiere e con quello rimasto
delle artiglierie minori.
In soli 15 minuti di combattimento gli Inglesi avevano
già dimezzato la potenza di fuoco di una Bismarck
sempre più sbandata e in preda alle fiamme.
Alle ore 09.10 La BISMARCK trasferì i comandi alla
centrale di poppa e continuò a sparare contro la KING
GEORGE V senza colpirla, ma la centrale di tiro andò
in avaria dopo sole 4 salve quindi la precisione del tiro
peggiorò rapidamente.
Alle ore 09.20 La Bismarck tornò a sparare sia pure
in modo irregolare contro la RODNEY , ma un minuto
dopo il cannone di dritta della torre D venne distrutto
da una esplosione anticipata, quindi la torre sparò
ancora dei colpi poi fu dato l’ordine di abbandonare la
torre per prevenire altre esplosioni anticipate dovute
anche al surriscaldamento, quindi da quel momento
la Bismarck aveva in funzione (non asservita però alla
centrale di tiro) solo la torre C e qualche altro
cannone di medio e piccolo calibro.
Alle ore 09.31 un colpo diretto mise a tacere anche
torre C e con essa la BISMARCK.
Alle ore 10.14 la RODNEY smise di sparare
31
Alle ore 10.21 fu la volta della KING GEORGE V a
interrompere il tiro così come per il NORFOLK.
In questo breve lasso di tempo gli Inglesi spararono un
impressionante numero di bordate contro la Bismarck
nave
SALVE
da 406
RODNEY
KING GEORGE V
NORFOLK
375
SALVE
da 355
SALVE
da 203
Bordate
secondarie
siluri
12
6-700
339
527
E’ facile immaginare le condizioni della Bismarck
dopo essere stata colpita anche solo da una piccola
percentuale di un tale arsenale militare, i ponti e le
sovrastrutture erano a brandelli e invasi dalle fiamme,
l’armamento era silente e le vie d’acqua nello scafo
non si contavano, ormai la Bismarck era alla mercè
dell’avversario ed aspettava il colpo di grazia.
Nonostante le sue condizioni a TOVEY non sembrava
che la corazzata stesse affondando quindi diede
ordine all’incrociatore DORSETSHIRE di finirla con i
siluri.
Alle ore 10.25 l’incrociatore lanciò due siluri nella
fiancata sinistra, senza ottenere apparentemente
effetto , quindi portatosi sul lato dritto lanciò ancora
un siluro.
Alle ore 10.31 del 27 Maggio 1941 la BISMARCK si
capovolse ed iniziò ad affondare di poppa, trascinando
con se quasi tutto l’equipaggio
Il DORSETSHIRE e il caccia MAORI iniziarono il
salvataggio dei superstiti in mare , ma
32
dovettero allontanarsi in fretta a causa di un allarme
per la presenza di U-BOOT, la tabella riepiloga i
salvataggi
Nave
DORSETSHIRE
MAORI
SOMMERGIBILE U74
Naufraghi raccolti
85
25
3
113 su 2026
La mattina del 28 Maggio alle ore 11 mentre stava
conducendo una seduta alla camera, arrivò a
CHURCILL la notizia dell’avvenuto affondamento
della Bismarck , il quale liquidò con poche parole un
evento che avrebbe contribuito ad una migliore lotta in
Atlantico“LA BISMARCK E’ STATA AFFONDATA LO HOOD E
IL SUO EQUIPAGGIO E’ SONO STATI VENDICATI”
L’epopea della BISMARCK finiva quindi in questo
modo tragico e catastrofico.
IL RITROVAMENTO DELLA BISMARCK
Il 14 giugno 1989 il Geologo marino ROBERT
BALLARD lo stesso uomo che nel 1985 aveva
ritrovato il relitto del TITANIC , a oltre 12000
piedi di profondità (circa 4000 metri) annunciò al
mondo il ritrovamento della corazzata BISMARCK, il
relitto si trovava ad una profondità di 15700 piedi
pari a 4772 metri
33
C’erano voluti due anni, due diverse spedizioni e una
faticosa ispezione di oltre 300 Kmq di fondale
oceanico prima che la leggendaria nave venisse
ritrovata, le potenti telecamere di Ballard avevano
fissato la scena con immagini brillanti e chiare ,
posata sul fianco di una montagna sottomarina,
circondata da una enorme frana provocata dal suo
impatto sul fondale con lo scafo quasi completo,
mancava l’estrema poppa, con parte della enorme
svastica disegnata sul ponte calpestata da Hitler nella
sua visita alla nave. E ovviamente mancavano le
grandi torri, che al momento del ribaltamento
durante l’affondamento si staccarono dai loro
alloggiamenti per il loro stesso peso .
Molte canne dei cannoni erano rimaste all’alzo
massimo, come se volessero ancora sfidare il nemico
dalle profondità marine.
Ballard questa volta per la sua campagna di ricerca
partì da CADICE (Spagna) il 25 Maggio 1989 a
bordo della
nave oceanografica appositamente
attrezzata STAR HERCULES
sul quale era
imbarcato l’ARGO modernissimo e potente
impianto per le riprese sottomarine a grandi
profondità.
Le foto che vedremo in sequenza mostreranno parti
della nave prima dell’affondamento comparate con la
stessa parte di come è adesso nelle profondità
Oceaniche.
Cannone antiaereo
34
Artiglieria medio calibro lato di dritta
Mitragliera antiaerea della torre
La poppa
Tamburo manichette antincendio
Grata di ventilazione
Scaletta torre DORA
Stipo metallico
Tavolato del ponte
Catapulta ARADO
Sostegni delle scialuppe
Cremagliera torre DORA
Uno stivale
Cannoncino antiaereo di ponte
Tamburo argano ancora
Cremagliera interna torre da 380
Interni Torre capovolta da 380
CONCLUSIONI
Le conclusioni che si possono trarre in questa breve
attività della Bismarck, penso siano i numeri a farle
in maniera inconfutabile, e ci dicono esattamente
quanto questa potentissima nave fosse temuta dalla
ROYAL NAVY, e dagli Alleati tutti, era un vero incubo
anche quando era in porto, tanto che come abbiamo
visto furono distaccate contro di essa un numero
eccezionale di grandi navi, togliendole da altri compiti
pur indispensabili alla condotta della guerra sul mare
in tutti gli scacchieri degli Oceani dove operava la
ROYAL NAVY.
35
Ovviamente lo spauracchio BISMARCK divenne
ossessione dopo l’affondamento dello HOOD, il grave
danneggiamento della PRINCE OF WALES e la
perdita di tanti uomini, Il tutto nel volgere di pochi
minuti durante il suo primo scontro con le forze della
ROYAL NAVY.
Praticamente con questa grande vittoria La
BISMARCK inconsciamente aveva scritto la parola fine
alla sua esistenza.
Gli Inglesi con CHURCILL in
testa volevano la fine della corazzata Tedesca non solo
per vendetta dopo l’affondamento della sua unità
simbolo, ma anche e soprattutto per il terrore delle
conseguenze in termini strategici, di risorse e vite
umane se fosse riuscita ad entrare in Oceano e si
fosse presentata sulla rotta di un quasi inerme
convoglio di rifornimenti, certamente sarebbe stato
l’annientamento dello stesso, e come tutti sappiamo
questi convogli dagli
STATI UNITI
erano
indispensabili in EUROPA per la condotta della
guerra su tutti i teatri di cielo,mare e terra.
La scomparsa della Bismark inoltre portò un altro
vantaggio indiretto agli alleati, HITLER al massino
della collera non volle più sapere di spendere ingenti
capitali per le grandi navi, e anzi minacciò di voler
smantellare i grandi cannoni e trasformarli in cannoni
terrestri che secondo lui sarebbero stati più utili la
storia ci racconta che HITLER non amava molto il
mare e la Marina, la considerava la terza delle sue
forze armate, e la Marina Tedesca salvo qualche
eccezione nei suoi alti ranghi non era affatto Nazista.
36
FINE
37