PA - Azienda USL 7 di Siena

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PREVENZIONE DEL RISCHIO D’INSORGENZA
E TRASMISSIONE DELLE INFEZIONI NEGLI
OPERATORI E NEI PAZIENTI
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Protezione Rischi
INDICE
SCOPO
3 RIFERIMENTI NORMATIVI
3 CAMPO DI APPLICAZIONE (DESTINATARI) E RESPONSABILITÀ
3 RESPONSABILITÀ
3 DEFINIZIONI E ABBREVIAZIONI
6 MODALITÀ OPERATIVE
7 1. MISURE PRECAUZIONALI STANDARD ....................................................................................... 8 2. MISURE PRECAUZIONALI AGGIUNTIVE PER ALCUNE PATOLOGIE INFETTIVE
BASATE SULLE MODALITÀ DI TRASMISSIONE ......................................................................... 10 TRASMISSIONE PER CONTATTO (agenti biologici in classe 1, 2 e 3)..................................... 10 TRASMISSIONE TRAMITE GOCCIOLINE (agenti biologici in classe 1 e 2) ............................ 11 TRASMISSIONE AEROGENA (agenti biologici in classe 1 e 2) ................................................ 13 TUTTI I TIPI DI TRASMISSIONE (escluso il contatto) (agenti biologici in classe 3 e 4) .......... 14 APPENDICE A
16 USO EMPIRICO DELLE PRECAUZIONI .......................................................................................... 16 APPENDICE B
18 TIPO E DURATA DELLE PRECAUZIONI RICHIESTE PER DETERMINATE INFEZIONI E
CONDIZIONI ....................................................................................................................................... 18 ALLEGATI
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SCOPO
La presente procedura vuole garantire:
Uniformità nell’esecuzione delle procedure sanitarie per la prevenzione e riduzione del rischio
d’insorgenza e trasmissione delle infezioni negli operatori e nei pazienti.
RIFERIMENTI NORMATIVI
Decreto legislativo 81/08, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro (e
successive modifiche ed integrazioni):
Titolo X esposizione ad agenti biologici:
Capo I: Disposizioni generali: Articoli da 266 a 270;
Capo II: Obblighi del datore di lavoro: Articoli da 271 a 278.
CAMPO DI APPLICAZIONE (DESTINATARI) E RESPONSABILITÀ
La presente procedura è applicata dal personale sanitario addetto all’assistenza del paziente
operante all’interno di tutte le Strutture Ospedaliere e le Strutture Territoriali di tipo residenziale
con degenza.
In merito alle indicazioni sui dispositivi di protezione individuale la presente procedura è applicata
anche dal personale sanitario che svolge attività sanitaria a domicilio.
Il Personale medico, quello infermieristico, e tutto quello comunque addetto all’assistenza, ognuno
secondo le proprie competenze, è tenuto a rispettare le misure precauzionali specificate nelle
modalità operative, nel corso della propria attività giornaliera.
RESPONSABILITÀ
DESCRIZIONE DELL’ATTIVITÀ
 Predispongono le procedure operative che tengano
conto delle problematiche di sicurezza
 Forniscono ai lavoratori i necessari e idonei
dispositivi di protezione individuale e dispositivi di
sicurezza
 Programmano l’acquisto di attrezzature adeguate al
lavoro da svolgere ed eventuale sostituzione di
attrezzature non adeguate
 Adottano, per quanto di competenza, i provvedimenti
disciplinari nei confronti dei lavoratori che non
rispettano le disposizioni aziendali in materia di
igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro e di uso dei
mezzi di protezione individuale e collettivi
 Diffondono quanto contenuto nel rapporto di
valutazione dei rischi a tutti i soggetti subordinati
RESPONSABILE
Dirigenti (Responsabile di Presidio
ospedaliero, Direttori di Dipartimento)
Dirigenti (Responsabile di Presidio
ospedaliero, Direttori di Dipartimento)
Dirigenti (Responsabile di Presidio
ospedaliero, Direttori di Dipartimento)
Dirigenti (Responsabile di Presidio
ospedaliero, Direttori di Dipartimento)
Dirigenti (Responsabile di Presidio
ospedaliero, Direttori di Dipartimento)
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Programmano la formazione e l’addestramento
specifico; per la realizzazione delle iniziative di
formazione e aggiornamento del personale, si
avvalgono dell’U.O. Formazione
Tengono conto delle capacità e delle condizioni dei
lavoratori in rapporto alla loro salute nell’affidare i
compiti agli stessi
Prendono le misure appropriate affinché soltanto i
lavoratori che hanno ricevuto adeguate istruzioni e
specifico addestramento accedano alle zone che li
espongono ad un rischio grave e specifico
Allontanano il lavoratore dall’esposizione a rischio a
seguito di giudizio di inidoneità o idoneità parziale e
la verifica che il lavoratore non sia adibito a
mansione lavorativa che lo esponga a rischio
specifico senza il relativo giudizio di idoneità
Effettuano la ricollocazione adeguata allo stato di
salute del lavoratore, a seguito di giudizio di
inidoneità o idoneità parziale, compresa la tutela
dello stato di gravidanza
Verificano che i luoghi di lavoro mantenga-no le
destinazioni d’uso previste e non ven-gano modificati
o alterati anche in maniera temporanea garantendo
l’idoneità degli stes-si ai fini dell’igiene e sicurezza
sul lavoro
Sovrintendono e vigilano sulla osservanza da parte
dei lavoratori dei loro obblighi e delle disposizioni
aziendali in materia di salute e sicurezza sul lavoro e
di uso dei mezzi di protezione collettivi e dei
dispositivi di protezione individuale messi a loro
disposizione
Sorvegliano il rispetto delle misure di sicurezza, da
parte di lavoratori esterni, apprendisti, studenti o
visitatori, presso gli ambienti di lavoro di propria
competenza
Collaborano con i dirigenti e con il responsabile
Servizio di Prevenzione e Protezione dai Rischi per
la migliore realizzazione delle misure tecniche,
organizzative e strutturali
Dirigenti (Responsabile di Presidio
ospedaliero, Direttori di Dipartimento)
Dirigenti (Responsabile di Presidio
ospedaliero, Direttori di Dipartimento)
Dirigenti (Responsabile di Presidio
ospedaliero, Direttori di Dipartimento)
Dirigenti (Responsabile di Presidio
ospedaliero, Direttori di Dipartimento)
Dirigenti (Responsabili di Presidio
ospedaliero, Direttori di Dipartimento)
Dirigenti (Responsabili di Presidio
ospedaliero, Direttori di Dipartimento)
Preposti (Responsabili di U.O., di
Sezioni, Coordinatori infermieristici)
Preposti (Responsabili di U.O., di
Sezioni, Coordinatori infermieristici)
Preposti (Responsabili di U.O., di
Sezioni, Coordinatori infermieristici)
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Richiedono al dirigente responsabile di struttura
dell’adozione di eventuali misure tecniche e
strutturali programmabili e la segnalazione di
deficienze dei mezzi e attrezzature di lavoro e di ogni
altra condizione di pericolo alla U.O. Immobili e
Impianti
Verificano il possesso del giudizio di idoneità
specifica del lavoratore
Permettono ai lavoratori di verificare l’applicazione
delle misure di sicurezza anche mediante il
Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza
Compilano gli strumenti di verifica predisposti dal
S.P.P. circa l’adempimento degli obblighi di
sicurezza
Verificano la corretta utilizzazione e della regolare
manutenzione delle attrezzature
Analizzano i bisogni formativi specifici dei lavoratori
Organizzano l’attività lavorativa in modo tale da
consentire ai lavoratori di partecipare alle iniziative
di formazione e addestramento e di sottoporsi alla
sorveglianza sanitaria prevista
Si riferiscono per i problemi inerenti l’igiene e
sicurezza nei luoghi di lavoro ai Rappresentanti dei
lavoratori per la sicurezza
Osservano tutte le disposizioni e le istruzioni
impartite dal datore di lavoro e dai dirigenti, ai fini
della protezione collettiva ed individuale
Utilizzano correttamente i macchinari, le
apparecchiature, gli utensili, le sostanze e i preparati
pericolosi, i mezzi di trasporto e le altre attrezzature
di lavoro, nonché i dispositivi di sicurezza
Utilizzano in modo appropriato i dispositivi di
protezione messi a loro disposizione
Segnalano immediatamente al datore di lavoro, al
dirigente o al preposto le deficienze dei mezzi e
dispositivi di cui alle lettere d) ed e), nonché le altre
eventuali condizioni di pericolo di cui vengono a
conoscenza; si adoperano direttamente, in caso di
urgenza, nell’ambito delle loro competenze e
possibilità, per eliminare o ridurre tali deficienze o
pericoli, dandone notizia al rappresentante dei
lavoratori per la sicurezza
Preposti (Responsabili di U.O., di
Sezioni, Coordinatori infermieristici)
Preposti (Responsabili di U.O., di
Sezioni, Coordinatori infermieristici)
Preposti (Responsabili di U.O., di
Sezioni, Coordinatori infermieristici)
Preposti (Responsabili di U.O., di
Sezioni, Coordinatori infermieristici)
Preposti (Responsabili di U.O., di
Sezioni, Coordinatori infermieristici)
Preposti (Responsabili di U.O., di
Sezioni, Coordinatori infermieristici)
Preposti (Responsabili di U.O., di
Sezioni, Coordinatori infermieristici)
Lavoratori
Lavoratori
Lavoratori
Lavoratori
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Non rimuovono o modificano senza autorizzazione i
dispositivi di sicurezza, di segnalazione o di controllo
Non compiono di propria iniziativa operazioni che
possono compromettere la sicurezza propria o di altri
lavoratori
Si sottopongono ai controlli sanitari previsti nei loro
confronti
Contribuiscono, insieme al datore di lavoro, ai
dirigenti e ai preposti, all’adempimento di tutti gli
obblighi imposti dall’autorità competente o
comunque necessari per tutelare la sicurezza e la
salute dei lavoratori durante il lavoro
Partecipano obbligatoriamente ai programmi di
formazione e di addestramento organizzati dal datore
di lavoro; in caso di inottemperanza saranno
penalizzati in sede di valutazione individuale
Utilizzano le attrezzature di lavoro messe a loro
disposizione conformemente all’informazione, alla
formazione ed all’addestramento ricevuti
Hanno cura delle attrezzature di lavoro messe a loro
disposizione e non vi apportano modifiche di propria
iniziativa; inoltre segnalano immediatamente al
datore di lavoro o al dirigente o al preposto qualsiasi
difetto od inconveniente da loro rilevato nelle
attrezzature messe a loro disposizione
Segnalano immediatamente al preposto qualsiasi
infortunio
Lavoratori
Lavoratori
Lavoratori
Lavoratori
Lavoratori
Lavoratori
Lavoratori
Lavoratori
DEFINIZIONI E ABBREVIAZIONI
Agente biologico: qualsiasi microrganismo anche geneticamente modificato, coltura cellulare ed
endoparassita umano che potrebbe provocare infezioni, allergie o intossicazioni.
Infettività: capacità di un microrganismo di penetrare e moltiplicarsi nell’ospite.
Patogenicità: abilità di un microorganismo di causare malattia o lesioni progressive a seguito di
infezione in una determinata specie (causare un danno nell’ospite).
Trasmissibilità: capacità di un microrganismo di essere trasmesso da un soggetto infetto ad uno
suscettibile.
Virulenza: attitudine (o forza) dei microrganismi di specie patogena a produrre un danno (esprime
variazioni nel grado di patogenicità).
Neutralizzabilità: disponibilità di efficaci misure di prevenzione o terapeutiche per la cura della
malattia.
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Trasmissione Diretta o per contatto: consiste nel passaggio immediato, senza intermediari, degli
agenti di malattia dalla sorgente di contaminazione alla persona suscettibile. Può avvenire, ad
esempio, mediante contatto tra cute e/o mucose, contatto sessuale, via transplacentare, ecc.
Trasmissione tramite goccioline (Droplet): è un tipo particolare di trasmissione diretta che
avviene con la proiezione di goccioline di grosse dimensioni emesse dal soggetto fonte d’infezione
(con tosse o starnuti) che colpiscono direttamente il soggetto recettivo ad breve distanza.
Trasmissione Indiretta: quando l’agente soggiorna, più o meno a lungo, nell’ambiente esterno e
poi penetra in un organismo sano per mezzo di veicoli (oggetti o materiali inanimati), o di vettori
(esseri viventi che agiscono da intermediari tra la sorgente di contaminazione e la persona
suscettibile come alcuni insetti).
Trasmissione per via Aerea: inalazione, anche a distanza, di microrganismi immessi nell’aria con
le goccioline di piccole dimensioni (nuclei) eliminate con tosse, starnuti o escreato da soggetti
portatori di infezioni a livello dell’apparato respiratorio.
Classificazione: (art. 268 del D.Lgs. 81/08)
Classe 1: un agente che presenta poche probabilità di causare malattie in soggetti umani
Classe 2: un agente che può causare malattie in soggetti umani e costituire un rischio per i
lavoratori; é poco probabile che si propaga nella comunità; sono di norma disponibili efficaci
misure profilattiche o terapeutiche;
Classe 3: un agente che può causare malattie gravi in soggetti umani e costituisce un serio rischio
per i lavoratori; l’agente biologico può propagarsi nella comunità, ma di norma sono disponibili
efficaci misure profilattiche o terapeutiche;
Classe 4: un agente biologico che può provocare malattie gravi in soggetti umani e costituisce un
serio rischio per i lavoratori e può presentare un elevato rischio di propagazione nella comunità; non
sono disponibili, di norma, efficaci misure profilattiche o terapeutiche”.
MODALITÀ OPERATIVE
Questa procedura si applica a tutte le attività che fanno parte della pratica assistenziale e che
comportino una esposizione potenziale a rischio biologico: TUTTI I PAZIENTI devono essere
considerati come potenzialmente infetti da agenti a trasmissione parenterale e/o da contatto e trattati
con le stesse precauzioni, utilizzando le misure precauzionali standard.
La tabella riepilogativa sottostante esemplifica la possibilità o meno di ricovero dei pazienti negli
ospedali aziendali, sulla base della modalità di trasmissione (contatto, droplet, ecc.) e della gravità
della malattia (classe 1, classe 2, ecc.).
Si rafforza in questo modo la necessità di attivare il trasferimento, presso un’altra struttura,
del paziente a cui è stata diagnosticata una patologia per cui non è possibile il ricovero (Area
rossa).
Tabella riepilogativa sulla possibilità di ricovero dei pazienti negli ospedali aziendali
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CLASSI
VIE DI TRASMISSIONE
1
SI
SI
SI
SI
Contatto
Droplets (goccioline)
Indiretta
Aerea
2
SI
SI
SI
SI
3
SI
NO
SI
NO
4
NO
NO
NO
NO
Il Personale medico, quello infermieristico, e tutto quello comunque addetto all’assistenza, ognuno
secondo le proprie competenze, è tenuto a rispettare le sottoindicate misure precauzionali, nel corso
della propria attività giornaliera.
Anche durante l’assistenza ai pazienti al di fuori del presidio ospedaliero, ovvero in strutture
residenziali territoriali oppure a domicilio, gli operatori devono attenersi alle precauzioni dettate
dalla presente procedura.
La seguente procedura comprende:
1. Misure precauzionali standard;
2. Misure precauzionali aggiuntive basate sulla classificazione dell’agente biologico e sui
livelli di contenimento;
3. Misure di prevenzione dell’insorgenza delle infezioni nei pazienti.
1. MISURE PRECAUZIONALI STANDARD
Tali misure precauzionali standard devono essere utilizzate nella pratica assistenziale di TUTTI I
PAZIENTI.
Tutti i pazienti devono essere considerati potenzialmente affetti da patologia infettiva trasmissibile,
pertanto occorre che tutto il personale attui sempre e per ogni paziente le precauzioni standard.
Regole base
dell’educazione sanitaria
 Adeguato rispetto dell’ambiente di lavoro: non mangiare e non
fumare al di fuori degli spazi appositamente riservati, non recarsi
a mensa con gli indumenti di lavoro.
 Corretto utilizzo servizi igienici: avere cura di lavarsi le mani
prima e dopo l’utilizzo di servizi igienici, utilizzare le docce a fine
turno o dopo imbrattamento accidentale con agenti biologici.
 Adeguata igiene personale: mantenere le unghie corte e pulite e
senza la presenza di smalto, togliere bracciali, anelli, orologio.
 Misure particolari: gli operatori sanitari che sono portatori di
lesioni essudative o dermatiti secernenti, devono evitare di
prestare attività di assistenza diretta al malato o manipolare
apparecchiature utilizzate per la cura del paziente, fino a che la
condizione morbosa non sia risolta; di tale evenienza deve essere
informato il dirigente che ne dispone, eventualmente,
l’allontanamento.
In caso di minime soluzioni di continuo, adottare protezioni
impermeabili anche al di sotto dei guanti.
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Regole sul lavaggio delle
mani
Dispositivi di Protezione
Esiste una istruzione operativa specifica
(Allegato 1: lavaggio mani)
Adozione di Dispositivi di Protezione collettiva (quali dispositivi
medici di sicurezza, ecc.)
Adozione di DPI (barriere idonee a prevenire l’esposizione della
cute e delle mucose in tutti i casi necessari):
Guanti
 Scegliere il guanto appropriato all’uso. A tale proposito
consultare il repertorio.
 L’uso dei guanti è complementare e non alternativo al
lavaggio delle mani.
 Indossare guanti di misura idonea.
 Indossare i guanti prima di toccare sangue, liquidi corporei,
secreti, escreti od oggetti contaminati.
 Indossare guanti non sterili su entrambe le mani quando si
prevedono procedure che espongano a contatto con liquidi
biologici.
 Cambiare i guanti tra un paziente ed un altro.
 Non toccarsi con i guanti gli occhi, il naso, la bocca, i capelli
o la cute.
 Non toccare con i guanti oggetti, telefono, porte ed altre
strutture od attrezzature “pulite”.
 Non allontanarsi dal luogo di lavoro indossando i guanti.
 Non riutilizzare mai guanti già usati.
 Cambiare subito i guanti se si notano difetti o lesioni.
 Rimuovere i guanti immediatamente dopo l’uso, prima di
toccare oggetti non contaminati o superfici ambientali
smaltendoli negli idonei contenitori.
Altri dispositivi di protezione individuale
 Indossare mascherina ed occhiali protettivi, oppure visiera,
per proteggere le mucose di occhi, naso, bocca, e, se
necessario cuffia, in tutti i casi di procedure od attività di
assistenza al paziente che possano generare schizzi o spruzzi
di sangue o altri liquidi biologici.
 Indossare un camice protettivo con maniche lunghe per
proteggere la cute e prevenire l’imbrattamento della divisa
durante procedure od attività di assistenza al paziente che
possano generare schizzi o spruzzi di sangue, liquidi
biologici, secreti od escreti.
 Togliere i Dispositivi di Protezione Individuale come
descritto nella procedura e smaltirli in conformità alle
procedure aziendali (Allegato 3).
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Prevenzione degli
infortuni biologici






Proteggere eventuali mucose o ferite cutanee esposte, mediante
medicazioni impermeabili.
Maneggiare la biancheria contaminata (sangue e altri liquidi
biologici) con protezioni ed in modo di evitare spargimenti,
smaltendola negli idonei contenitori.
Smaltire tutti i rifiuti secondo le procedure specifiche (Allegato
2).
Non usare il materiale riutilizzabile per l’assistenza ad altro
paziente prima che sia sanificato e trattato in maniera appropriata.
Adottare le misure necessarie a prevenire infortuni causati da
aghi, bisturi ed altri oggetti taglienti utilizzati:
 maneggiare con attenzione lo strumentario chirurgico usato
ed immergerlo in un disinfettante prima del lavaggio e della
sterilizzazione;
 non reincappucciare gli aghi, non piegarli o romperli
volontariamente, non rimuoverli dalle siringhe od altrimenti
manipolarli od abbandonarli, al fine di prevenire punture
accidentali;
 riporre gli aghi, le lame di bisturi ed altri oggetti taglienti
negli appositi contenitori rigidi dopo l’uso;
 non cercare di prendere strumenti taglienti od a punta che
stanno cadendo a terra;
 non portare strumenti taglienti od appuntiti in tasca;
 evitare di lasciare aghi od altri strumenti acuminati nelle
tasche delle divise, sui letti o sui comodini dei pazienti;
 evitare, per quanto possibile, il passaggio di mano in mano
dei presidi taglienti.
Attenersi alla procedura Aziendale in caso d’infortunio
2. MISURE PRECAUZIONALI AGGIUNTIVE PER ALCUNE PATOLOGIE INFETTIVE
BASATE SULLE MODALITÀ DI TRASMISSIONE
TRASMISSIONE PER CONTATTO (agenti biologici in classe 1, 2 e 3)
Oltre alle misure precauzionali standard descritte nei paragrafi precedenti da utilizzare per tutti,
i pazienti possono essere accettati a condizione che si rispettino le misure precauzionali
aggiuntive di seguito indicate.
Misure precauzionali
 Ricoverare preferibilmente il paziente in una stanza individuale o al limite con pazienti affetti
dalla stessa patologia se non vi sono altre controindicazioni.
 Fare educazione sanitaria al paziente.
 Limitare il movimento ed il trasporto del paziente ai motivi essenziali (es. procedure
diagnostiche o terapeutiche non eseguibili al letto del paziente).
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Effettuare la denuncia secondo le modalità di legge ed avvisare la Direzione Sanitaria di
Presidio.
Svolgere le procedure di assistenza infermieristica a tali malati dopo l’assistenza degli altri
pazienti.
Effettuare la visita medica di tali malati dopo quella degli altri pazienti.
Il personale di assistenza deve indossare guanti (sono sufficienti non sterili) e camice protettivo
quando entra nella stanza e toglierseli quando esce.
Effettuare il lavaggio delle mani.
Dopo la rimozione dei guanti e il lavaggio delle mani, assicurarsi che non si tocchino superfici o
oggetti usati per l’assistenza potenzialmente contaminati presenti nella stanza del paziente.
Utilizzare preferibilmente materiale monouso o dispositivi medici dedicati ad un singolo
degente (termometro, fonendoscopio, ecc); se ciò non dovesse essere possibile, trattare
adeguatamente il materiale prima di utilizzarlo su un altro paziente (seguire le procedure di
disinfezione).
Al momento del trasferimento del paziente effettuare un’adeguata disinfezione dei locali,
dell’equipaggiamento del letto e delle superfici circostanti (comodini, carrelli, ecc.).
Indicazioni da trasmettere ai Visitatori
 Non affollare l’ambiente.
 Lavare correttamente le mani all’inizio ed alla fine della visita.
 Indossare DPI (guanti non sterili e camice) quando entrano nella stanza e toglierli all’uscita.
 Smaltire immediatamente i materiali/ tessuti usati come sopra indicato.
Misure specifiche per la scabbia
 Il paziente deve essere trattato con apposita terapia ed isolato per almeno 24 ore dall’inizio del
trattamento.
 Far eseguire un’accurata pulizia dei locali e degli arredi con i comuni detergenti, a cui far
seguire risciacquo e asciugatura.
 Dotare chi presta assistenza ai malati di scabbia di appositi guanti e camici monouso, ogni volta
che si preveda il contatto con il paziente o con gli effetti letterecci.
 Sostituire giornalmente la biancheria del paziente e il materasso alla dimissione del paziente.
 Trattare la biancheria personale e del letto, usata dal malato, mediante lavaggio in lavatrice ad
alte temperature (90°C); la biancheria e gli effetti letterecci, che non possono subire questo
trattamento, devono essere messi da parte, in confezione ermeticamente chiusa, fino ad una
settimana e poi lavati a secco.
 Tenere sotto controllo coloro che sono stati a contatto con il malato, per un periodo di 30-45
giorni e sottoporli a visita dermatologica nel caso di comparsa di sintomi.
 I lavoratori che presentano sintomatologia sospetta devono rivolgersi al medico competente.
TRASMISSIONE TRAMITE GOCCIOLINE (agenti biologici in classe 1 e 2)
Oltre alle misure precauzionali standard descritte nei paragrafi precedenti da utilizzare per tutti,
i pazienti possono essere accettati a condizione che si rispettino le misure precauzionali
aggiuntive di seguito indicate.
Misure precauzionali
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Dopo il triage far attendere il paziente in uno spazio isolato ad almeno un metro di distanza da
altri pazienti dotandolo di mascherina chirurgica.
Ricoverare il paziente in una stanza individuale o al limite con pazienti affetti dalla stessa
patologia se non vi sono altre controindicazioni.
Effettuare la denuncia secondo le modalità di legge ed avvisare la Direzione Sanitaria di
Presidio.
La porta della camera deve rimanere normalmente chiusa.
Mantenere una separazione spaziale di almeno 1,5 mt tra il paziente infetto e gli altri.
Limitare il movimento ed il trasporto del paziente ai motivi essenziali (es. procedure
diagnostiche o terapeutiche non eseguibili al letto del paziente); qualora il paziente dovesse
essere spostato dalla stanza, fargli indossare una mascherina chirurgica.
Avvisare della condizione clinica del paziente ogni sanitario coinvolto nel processo di degenza e
gli operatori di Centrale del Servizio 118 in caso di richiesta di ambulanza per trasferimento.
Limitare allo stretto indispensabile le procedure di nursing e per quanto possibile tutte le
procedure che comportino nebulizzazione o spruzzi di saliva come sondaggio gastrico,
broncoscopia, aerosolterapia, uso di maschera di Venturi o di ventilazione non invasiva a
pressione positiva.
Svolgere le procedure di assistenza infermieristica a tali malati dopo l’assistenza degli altri
pazienti.
Effettuare la visita medica di tali malati dopo quella degli altri pazienti.
Utilizzare preferibilmente materiale monouso o dispositivi medici dedicati ad un singolo
degente (termometro, fonendoscopio, ecc); se ciò non dovesse essere possibile, trattare
adeguatamente il materiale prima di utilizzarlo su un altro paziente (seguire le procedure di
disinfezione).
In caso di paziente intubato e ventilato artificialmente utilizzare un sistema a circuito chiuso per
l’aspirazione tracheale.
Disinfettare, in caso di meningite, tutti gli oggetti e tutte le superfici circostanti o contaminate
dagli escreti nasofaringei.
Sottoporre tutti i contatti recettivi ad eventuale chemioprofilassi, se indicata.
Al momento del trasferimento del paziente effettuare un’adeguata disinfezione dei locali e
dell’equipaggiamento del letto e delle superfici circostanti (comodini, carrelli, ecc.).
Istruire il malato sulle norme igieniche da osservare per prevenire la diffusione di
microrganismi ad altri degenti o all’ambiente (es. coprirsi naso e bocca con salviette monouso
durante i colpi di tosse).
DPI
 Fare indossare camice, guanti e maschera (FFP2) ed occhiali protettivi, a tutto il personale
sanitario e non, che entri in contatto con il paziente.
Indicazioni da trasmettere ai Visitatori
 Non affollare l’ambiente.
 Lavare correttamente le mani all’inizio ed alla fine della visita.
 Indossare DPI (guanti non sterili, mascherina e camice) quando entrano nella stanza e toglierli
all’uscita.
 Smaltire immediatamente i materiali/ tessuti usati come sopra indicato.
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E TRASMISSIONE DELLE INFEZIONI NEGLI
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UO Prevenzione e
Protezione Rischi

Informazioni sulla gestione dei suoi effetti personali (es. trasporto e lavaggio a domicilio della
biancheria personale).
TRASMISSIONE AEROGENA (agenti biologici in classe 1 e 2)
Oltre alle misure precauzionali standard descritte nei paragrafi precedenti da utilizzare per tutti, i
pazienti affetti da tali patologie possono essere accettati nella Struttura a condizione che si
rispettino le misure precauzionali aggiuntive di seguito indicate.
Misure precauzionali
 Dopo il triage far attendere il paziente in uno spazio isolato ad almeno un metro di distanza da
altri pazienti, dotandolo di mascherina chirurgica.
 Ricoverare il paziente in una stanza individuale o al limite con pazienti affetti dalla stessa
patologia, se non vi sono altre controindicazioni.
 Effettuare la denuncia secondo le modalità di legge e avvisare la Direzione Sanitaria di Presidio.
 Aprire le finestre tutte le volte che è possibile per favorire il ricambio dell’aria. La porta della
camera deve rimanere normalmente chiusa.
 Mantenere una separazione spaziale tra il paziente infetto e gli altri.
 Limitare il movimento ed il trasporto del paziente ai motivi essenziali (es. procedure
diagnostiche o terapeutiche non eseguibili al letto del paziente); qualora il paziente dovesse
essere spostato dalla stanza, fargli indossare una mascherina chirurgica.
 Avvisare della condizione clinica del paziente ogni sanitario coinvolto nel processo di degenza e
gli operatori di Centrale del Servizio 118 in caso di richiesta di ambulanza per trasferimento.
 Limitare allo stretto indispensabile le procedure di nursing e per quanto possibile tutte le
procedure che comportino nebulizzazione o spruzzi di saliva come sondaggio gastrico,
broncoscopia, aerosolterapia, uso di maschera di Venturi o di ventilazione non invasiva a
pressione positiva.
 Svolgere le procedure di assistenza infermieristica a tali malati dopo l’assistenza degli altri
pazienti.
 Effettuare la visita medica di tali malati dopo quella degli altri pazienti.
 Utilizzare preferibilmente materiale monouso o dispositivi medici dedicati ad un singolo
degente (termometro, fonendoscopio, ecc); se ciò non dovesse essere possibile, trattare
adeguatamente il materiale prima di utilizzarlo su un altro paziente (seguire le procedure di
disinfezione).
 In caso di paziente intubato e ventilato artificialmente utilizzare un sistema a circuito chiuso per
l’aspirazione tracheale.
 Disinfettare, in caso di meningite, tutti gli oggetti e tutte le superfici circostanti o contaminate
dagli escreti nasofaringei.
 Sottoporre tutti i contatti recettivi ad eventuale chemioprofilassi, se indicata.
 Al momento del trasferimento del paziente effettuare un’adeguata disinfezione dei locali e
dell’equipaggiamento del letto e delle superfici circostanti (comodini, carrelli, ecc.).
 Istruire il malato sulle norme igieniche da osservare per prevenire la diffusione di
microrganismi ad altri degenti o all’ambiente (es. coprirsi naso e bocca con salviette monouso
durante i colpi di tosse).
DPI
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UO Prevenzione e
Protezione Rischi

Fare indossare camice, guanti e maschera (FFP2) ed occhiali protettivi, a tutto il personale
sanitario e non che entri in contatto con il paziente.
Indicazioni da trasmettere ai Visitatori
 Non affollare l’ambiente.
 Lavare correttamente le mani all’inizio ed alla fine della visita.
 Indossare DPI (guanti non sterili, maschera FFP2 e camice) quando entrano nella stanza e
toglierli all’uscita.
 Smaltire immediatamente i materiali/ tessuti usati come sopra indicato.
 Informazioni sulla gestione dei suoi effetti personali (es. trasporto e lavaggio a domicilio della
biancheria personale).
TUTTI I TIPI DI TRASMISSIONE (escluso il contatto) (agenti biologici in classe 3 e 4)
I pazienti affetti da tali patologie NON possono essere accettati nella Struttura.
Qualora l’infezione sia diagnosticata in un momento successivo al ricovero in Ospedale, i pazienti
devono essere trasferiti in un Reparto di Malattie infettive.
In tale eventualità, in attesa del trasferimento del paziente e durante il trasporto in ambulanza,
dovranno essere adottate le misure aggiuntive sotto descritte.
Misure precauzionali
 In presenza di tosse e febbre isolare il paziente ed eliminare il contatto in attesa del
trasferimento.
 Indossare un filtrante facciale (mascherina FFP3 ad elevata protezione contro il rischio
biologico per le malattie a trasmissione aerea), occhiali di protezione e guanti. Tali misure
devono essere adottate da tutto il personale sanitario che entri in contatto con il paziente. Il
dispositivo di protezione respiratoria può essere utilizzato per tutto un turno lavorativo, a meno
che non sia contaminato da materiale biologico o visibilmente danneggiato.
 Detto personale deve inoltre indossare cuffia, soprascarpe e camice idoneo per protezione da
rischio biologico.
 Far indossare una mascherina al paziente infetto, non sottoposto ad intubazione endotracheale, e
limitarne gli spostamenti allo stretto indispensabile.
 Limitare per quanto possibile tutte le procedure che comportino nebulizzazione o spruzzi di
saliva come sondaggio gastrico, broncoscopia, aerosolterapia, uso di maschera di Venturi o di
ventilazione non invasiva a pressione positiva.
 Limitare allo stretto necessario le procedure di nursing.
 In caso di paziente intubato e ventilato artificialmente utilizzare un sistema a circuito chiuso per
l’aspirazione tracheale.
 Impedire il contatto con i visitatori fino a che il paziente non sia stato trasferito.
 Proteggere la via aerea degli altri pazienti eventualmente presenti e di cui non è possibile il
trasferimento in altra stanza, mediante applicazione di un filtrante facciale (mascherina FFP2).
 Avvisare della condizione clinica del paziente ogni sanitario coinvolto nel processo di degenza,
operatore di Centrale del Servizio 118 compreso, in caso di richiesta di ambulanza per
trasferimento.
 Eliminare i sistemi di protezione individuale dopo il loro utilizzo e lavarsi le mani.
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UO Prevenzione e
Protezione Rischi


Effettuare la denuncia secondo le modalità di legge ed avvisare la Direzione Sanitaria di
Presidio.
Dopo aver trasferito il paziente, provvedere al trasferimento degli altri pazienti presenti nella
stanza il prima possibile e procedere alla disinfezione della stessa e dei mezzi utilizzati per il
trasporto secondo le procedure previste.
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UO Prevenzione e
Protezione Rischi
APPENDICE A
USO EMPIRICO DELLE PRECAUZIONI
Abbreviazioni:
Tipo di precauzione:
A: precauzioni per via aerea;
C: precauzioni per contatto;
D: precauzioni per goccioline;
S: precauzioni standard; quando sono specificate A, C e D usare anche le precauzioni standard S.
SINDROMI O CONDIZIONI CLINICHE CHE GIUSTIFICANO PRECAUZIONI
PRATICHE AGGIUNTIVE PER PREVENIRE LA TRASMISSIONE DI PATOGENI
EPIDEMIOLOGICAMENTE RILEVANTI,
IN ATTESA DELLA CONFERMA DIAGNOSTICA 1
SINDROME O CONDIZIONE
POTENZIALI
PRECAUZIONI
2
3
CLINICA
PATOGENI
EMPIRICHE
Diarrea:
Patogeni enterici 4
C
 diarrea acuta di probabile
origine infettiva in pazienti
incontinenti o con pannolone
Eruzioni cutanee o esantemi generalizzati di eziologia sconosciuta:
D (nelle prime 24 h di terapia
 petecchie/ecchimosi con febbre Neisseria meningitidis
antibiotica)
aerea e per contatto
 pazienti che abbiano viaggiato Ebola, Lassa, Marburg
in zone con un focolaio
permanente di VHF, nei 10
giorni precedenti alla comparsa
di febbre
Varicella-zoster, herpes
A, C
 vescicole cutanee
simplex, variola
(smallpox), vaccinia
Morbillo
A
 lesione maculopapulosa con
tosse, raffreddore e febbre
Infezioni della cute o delle ferite:
 ascessi o ferite con drenaggio Stafilococco aureo (MSSA C, D (nelle prime 24 ore di
o MRSA), Streptococco di terapia antibiotica appropriata,
che non può essere protetto
gruppo A
in caso di sospetta malattia
streptococcica invasiva di
gruppo A)
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Protezione Rischi
Infezioni respiratorie:
 tosse, febbre, infiltrato nel lobo
polmonare superiore, in
paziente HIV negativo o in
paziente a basso rischio di
infezione da HIV
 tosse, febbre, infiltrato nel lobo
polmonare superiore, in
paziente HIV infetto o in
paziente ad alto rischio HIV
Mycobacterium
tubercolosis, virus
respiratori, Stafilococco
polmonare, Stafilococco
aureo (MSSA o MRSA)
Mycobacterium
tubercolosis, virus
respiratori, Stafilococco
polmonare, Stafilococco
aureo (MSSA o MRSA)
tubercoMycobacterium
 tosse, febbre, infiltrato nel lobo
losis, virus della sindrome
polmonare in qualsiasi
respiratoria acuta (SARSposizione del polmone, in
pazienti che abbiano viaggiato CoV), influenza aviaria
in zone con un focolaio attivo
di SARS (influenza aviaria),
nei 10-21 giorni precedenti
Virus respiratorio sinci infezioni respiratorie in
particolare bronchioliti e croup, ziale, virus parainfluenzale,
adenovirus, virus dell’inin neonati e bambini
fluenza, Metapneumovirus
umano
Neisseria meningitidis
Meningite
Enterovirus
Mycobacterium
tubercolosis
1
A, C
A, C
A, C e protezione degli occhi
(possono essere usate le
precauzioni per goccioline in
luogo dell’aerea, quando la
SARS e la tubercolosi siano
state escluse)
C, D (possono essere interrotte
quando l’adenovirus e
l’influenza siano stati esclusi)
D (nelle prime 24 ore di
terapia antibiotica)
C (per neonati e bambini)
A (in presenza di infiltrato nel
lobo polmonare); A, C (in
presenza di drenaggio dei
fluidi corporei potenzialmente
infettivi)
Tabella tratta da: HICPAC, Guideline for isolation precautions: preventing transmission of
infectious agents in healthcare settings, CDC, 2007, pp. 119-122.
2
I pazienti con sindromi o condizioni citate in tabella possono presentare segni o sintomi atipici (es.
la pertosse nei neonati e negli adulti può non esprimersi con tosse severa o parossistica). L’entità
del sospetto clinico dovrebbe essere influenzato dalla prevalenza dell’infezione in quella comunità.
3
I microrganismi elencati nella colonna patogeni potenziali non rappresentano tutti gli agenti più
verosimilmente responsabili, ma piuttosto possibili agenti eziologici che richiedono ulteriori
precauzioni oltre quelle standard finché essi non potranno essere esclusi.
4
Questi patogeni includono Escherichia coli enteroemorragica O157:H7, Shigella spp, Virus
dell’epatite A, Rotavirus e Clostridium difficile.
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Protezione Rischi
APPENDICE B
TIPO E DURATA DELLE
INFEZIONI E CONDIZIONI 1
PRECAUZIONI
RICHIESTE
PER
DETERMINATE
Abbreviazioni:
Tipo di precauzione:
A: precauzioni per via aerea;
C: precauzioni per contatto;
D: precauzioni per goccioline;
S: precauzioni standard; quando sono specificate A, C e D usare anche le precauzioni standard S.
Durata delle precauzioni:
CN: fino alla fine della terapia antibiotica e a coltura negativa;
DI: durata della malattia (quando c’è una lesione della cute DI significa “fino ad interruzione del
drenaggio”);
U: fino a che non siano trascorse le ore indicate dopo l’inizio effettivo della terapia.
F: consultare le note (indicate fra parentesi) poste a fine appendice.
1
Tabella tratta da: HICPAC, Guideline for isolation precautions: preventing transmission of
infectious agents in healthcare settings, CDC, 2007, pp. 93-116.
2
Sulla base delle indicazioni riportate nella “Tabella riepilogativa sulla possibilità di ricovero dei
pazienti negli ospedali aziendali”, col simbolo O sono contrassegnate le infezioni/condizioni che
possono essere trattate negli ospedali aziendali, mentre col simbolo X sono contraddistinte quelle
per cui è necessario attivare il trasferimento presso un’altra struttura.
INFEZIONE/CONDIZIONE 2
Acinetobacter
Actinomicosi
Adenovirus, infezione da A. (vedi agente
specifico sotto le voci Congiuntiviti,
Gastroenteriti, Polmoniti)
AIDS (Sindrome da immunodeficienza
acquisita)
Amebiasi
Anchilostomiasi, Uncinariasi
Antrace:
 cutaneo
 polmonare
PRECAUZIONI
DURATA
O
O
TIPO
C, D
S, F(3)
O
S, F(4)
3
O
O
S, F(5,6)
S
S, F(7)
S, F(8,9)
A, F(3)
2
2
3
O
X
CLASSE
nc
2
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UO Prevenzione e
Protezione Rischi
Artropodi, encefaliti virali da A.
(encefalomielite equina dell’est, equina
dell’ovest ed equina venezuelana, di St.
Louis, californiana, virus del Nilo
occidentale) e febbri virali da A. (Dengue,
febbre gialla, febbre da zecca del Colorado)
Ascaridiasi
Aspergillosi
Aviaria, influenza A. (vedi Influenza)
Babesiosi
Blastomicosi del Nord America, cutanea o
polmonare
Botulismo
Bronchioliti (vedi anche Infezioni
respiratorie acute in neonati e bambini)
Brucellosi (febbre ondulante, maltese,
mediterranea)
Campylobacter, gastroenterite da C. (vedi
Gastroenteriti)
Candidosi, tutte le forme incluse le
mucocutanee
Carbonchio (vedi Antrace)
Cellulite infettiva
Cisticercosi
Chlamydia trachomatis:
 congiuntivale
 genitale (linfogranuloma venereo)
 respiratoria (neonati di età ≤ 3 mesi)
Chlamydia pneumoniae
Clostridium:
 C. botulinum
 C. difficile (vedi Gastroenteriti)
 C. perfrigens
 intossicazione alimentare
 gangrena gassosa
Coccidioidomicosi (febbre della valle):
 lesione drenante
 polmonite
Colera (vedi Gastroenteriti)
O
S, F(10,11,12)
3
O
O
S, F(3)
S, F(13)
2
2
O
O
S, F(10)
S, F(3)
2
3
O
O
S, F(3)
C, D, F(14)
2
2
O
S, F(15)
3
O
S
2
O
O
S
S, F(3)
2
3
2
O
O
O
O
S
S
S
S, A
O
S, F(3)
O
O
S, F(3)
S, F(5,16)
O
O
O
S, F(17)
S, F(17)
DI
2
2
3
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UO Prevenzione e
Protezione Rischi
Coliti associate all’uso di antibiotici (vedi
Gastoenteriti, Clostridium difficile)
Congiuntiviti:
 acuta batterica
 da Clamidia
 gonococcica
 acuta virale (acuta emorragica)
Coriomeningite linfocitaria
Corona virus associato a SARS (SARS-CoV)
(vedi SARS)
Coxsackie virus, malattia da C. (vedi
Infezioni enteriche virali)
Creutzfeld-Jacob, malattia di C. (CJD, vCJD)
Croup (vedi anche Infezioni respiratorie
acute in neonati e bambini)
Criptococcosi
Criptosporidiosi (vedi Gastroenteriti)
Cute ustionata, Sindrome della C.
stafilococcica (vedi Pelle ustionata)
Cytomegalovirus, infezione da C. (in neonati
ed immunodepressi)
Dengue, febbre D.
Diarrea acuta a sospetta eziologia infettiva
(vedi Gastroenteriti)
Difterite:
 cutanea
 faringea
Ebola (vedi Febbre virale emorragica)
Echinococcosi (idatidosi)
Echovirus (vedi Infezioni enteriche virali)
Encefaliti o encefalomieliti (vedi gli specifici
agenti eziologici)
Encefalopatia spongiforme trasmissibile
(vedi Creutzfeld-Jacob)
Endometriti (endomiometriti)
Enterobiasi (malattia ossiuri, ossiuriasi)
Enterococco (vedi Infezioni e colonizzazioni
da microrganismi resistenti ai farmaci)
Enterocoliti, Clostridium difficile (vedi
Gastroenteriti)
2
O
O
O
O
O
S
S
S
C, F(18)
S, F(3)
O
S, F(7)
3
O
S, F(20)
2
O
S, F(21)
2
O
S, F(3)
3
DI
3
2
O
O
C
D
O
S, F(3)
3
O
O
S
S
2
nc
CN, F(22)
CN, F(22)
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UO Prevenzione e
Protezione Rischi
Enterocoliti necrotizzanti
Epatite virale:
 virus A
 pazienti incontinenti o con
pannolone
 virus B-HBsAg positivo
 virus C e altri non specificati non A
non B
 virus D
 virus E
 virus G
Epiglottide da Haemophilus influenzae di
tipo b
Epstein-Barr, infezione da virus E., inclusa la
mononucleosi
Eritema infettivo (vedi Parvovirus B19)
Escherichia coli, gastroenteriti da E. (vedi
Gastroenteriti)
Febbre da zecca del Colorado
Febbre della valle (vedi coccidioidomicosi)
Febbre ondulante (vedi brucellosi)
Febbre reumatica
Febbre ricorrente
Febbre tifoide (Salmonella typhi) (vedi
Gastroenteriti)
Febbre virale emorragica (Lassa, Ebola,
Marburg, Crimea-Congo virus)
Foruncolosi stafilococcica:
 neonati e bambini
Gangrena (gangrena gassosa, cancrena)
Gastroenteriti:
 Adenovirus
 Campylobacter species
 Colera (vibrio cholerae)
 Clostridium difficile
 Cryptosporidium species
 Escherichia coli:
 Enteropatogenica O157:H7 e altri
ceppi produttori di tossina di Shiga
O
S, F(23)
O
O
S, F(24)
C, F(25)
O
O
S, F(26)
S, F(26)
O
O
O
O
S
S, F(27)
S
D, F(28)
O
S
2
O
S
2
O
S, F(3)
nc
O
O
S, F(35)
S, F(3)
nc
nc
X
S, D, C,
F(29,30)
2
3
U 24 h
DI
4
2
O
O
O
O
O
O
O
C
S, F(3)
F(27)
S, F(27)
S, F(27)
S, F(27)
C, F(9,31,32)
S, F(27)
S, F(27)
DI
nc
DI
2
2
2
2
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UO Prevenzione e
Protezione Rischi
altre specie
 Giardia lamblia
 Norovirus

 Rotavirus
 Salmonella species (inclusa S. typhi)
 Shigella species (dissenteria batterica)
 Vibrio parahaemolyticus
 Virale (se non sono comprese altrove)
 Yersinia enterocolitica
Giardiasi (vedi Gastroenteriti)
Gonorrea
Graffio di gatto, febbre da G. (linforeticolosi
benigna)
Granuloma inguinale (donovanosi,
granuloma venereo)
Guillain-Barré, sindrome di G.
Haemophilus influenzae (vedi Epiglottide da
H.)
Hansen, Morbo di H. (vedi Lebbra)
Hantavirus, sindrome polmonare da H.
Helicobacter pylori
Herpangina (vedi Infezioni enteriche virali)
Herpes simplex (Herpesvirus hominis):
 encefaliti
 mucocutaneo ricorrente (cutaneo,
orale o genitale)
 mucocutaneo diffuso o primitivo,
grave
 neonatale
Herpes zoster (varicella zoster, fuoco di S.
Antonio):
 malattie diffuse in ogni paziente;
malattie localizzate in pazienti
immudepressi fino a escludere le
infezioni diffuse
 localizzazione in pazienti normali con
lesioni che possono essere coperte o
medicate
HIV (virus dell’immunodeficienza umana)
O
O
O
O
O
O
O
O
O
S, F(27)
S, F(27)
S,
F(9,27,32,33)
C, F(34)
S, F(27)
S, F(27)
S, F(27)
S, F(27)
S, F(27)
2
O
O
S
S, F(3)
2
2
O
S
2
O
O
S, F(35)
D
2
2
O
O
S, F(9)
S
nc
DI
U 24 h
2
3
3
2
2
2
2
2
2
O
O
S
S
O
C
F(87)
O
C, F(36)
F(87)
2
O
A, C, F(37)
O
S, F(37)
O
S, F(4)
DI
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UO Prevenzione e
Protezione Rischi
Impetigine
Infezioni delle cavità chiuse:
 drenanti, di limitata o minore
importanza
 non drenanti o con sistema di
drenaggio chiuso
Infezioni delle ferite:
 maggiori
 minori o limitate
Infezioni e colonizzazioni da microrganismi
resistenti ai farmaci (MDROs, MRSA, VRE,
VISA/VRSA, ESBLs, Streptococco
pneumoniae resistente)
Infezioni enteriche virali (Coxsackie virus
dei gruppi A e B, Echovirus; è escluso il
poliovirus)
Infezioni respiratorie acute (non riportate
altrove):
 adulti
 neonati e bambini
Infezioni respiratorie da virus sinciziali, in
neonati, bambini e adulti immunodepressi
Influenza:
 umana (influenza stagionale)
 aviaria (ceppi H5N1, H7, H9)
 pandemica (anche il virus influenzale
umano)
Intossicazioni alimentari:
 Botulismo
 Clostridium perfrigens o welchii
 Stafilococchi
Istoplasmosi
Kawasaki, sindrome di K.
Klebsiella
Lassa, febbre L. (vedi Febbre virale
emorragica)
Lebbra
O
C
O
S, F(38)
O
S
U 24 h
2
2
2
O
O
O
C, F(1)
S, F(2)
S, C, F(39)
O
S, F(40)
DI
nc
2
nc
O
O
O
S
C, F(41)
C, F(42)
O
D, F(43)
O
O
D, F(44)
D, F(45)
DI
DI
5 giorni eccetto
DI per pazienti
immunodepressi
5 giorni
dall’inizio dei
sintomi
2
2
2
2
2
O
O
O
O
O
O
S, F(3)
S, F(3)
S, F(3)
S, F(3)
S, F(35)
C, D
3
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2
O
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E TRASMISSIONE DELLE INFEZIONI NEGLI
OPERATORI E NEI PAZIENTI
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UO Prevenzione e
Protezione Rischi
Legionari, morbo dei L.
Leptospirosi
Linfogranuloma venereo
Listeriosi (listeria monocitogena)
Lyme, malattia di L.
Malaria
Mani piedi bocca, sindrome delle M. (vedi
Infezioni enteriche virali)
Marburg, malattia da virus di M. (vedi
Febbre virale emorragica)
Melioidosi, tutte le forme
Meningiti:
 asettica (non batterica o virale) (vedi
anche Infezioni enteriche virali)
 batterica da enterobatteri gram
negativi, in neonati
 fungina
 da Haemophilus influenzae di tipo b,
certa o sospetta
 da Listeria monocytogenes (vedi
Listeriosi)
 da Neisseria meningitidis
(meningococcica), certa o sospetta
(vedi anche Meningococco)
 da Steptococco pneumoniae
 tubercolare (vedi anche Tubercolosi)
 altre meningiti batteriche diagnosticate
Meningococco, malattia da M.: sepsi,
polmonite, meningite
Micobatteri non tubercolari (atipici):
 polmoni
 ferite
Microrganismi multiresistenti ai farmaci se
epidemiologicamente significativi o resistenti
alla vancomicina (vedi Infezioni e
colonizzazioni da microrganismi resistenti ai
farmaci)
Mollusco contagioso
Mononucleosi
O
O
O
O
O
O
S, F(3)
S, F(3)
S
S, F(5)
S, F(3)
S, F(10,12)
2
2
2
2
2
3
O
S, F(3)
2
2
O
S, F(51)
O
S
O
O
S
D
O
S
O
D
U 24 h
O
O
O
O
S
S, F(52,53)
S
D, F(54,55)
U 24 h
2
O
O
F(3)
S
S
O
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S
S
2
2
U 24 h
2
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OPERATORI E NEI PAZIENTI
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UO Prevenzione e
Protezione Rischi
Montagne Rocciose, febbre delle M. (vedi
Rickettsie)
Morbillo
Morso di ratto, febbre da M. (streptobacillo
moniliforme, Spirillum minus)
Mycoplasma, polmonite da M.
Nocardiosi, lesioni aperte o altre
presentazioni
Norwalk, gastroenterite da virus di N. (vedi
Gastroenteriti virali non comprese altrove)
Oftalmoblenorrea dei neonati, congiuntivite
acuta dei neonati
Orf, infezione da virus (dermatite pustolosa
contagiosa ovina)
Ossiuriasi, malattia di ossiuri (vedi
Enterobiasi)
Parainfluenzale Respiratorio, infezione da
virus P. in neonati e bambini
Parotite
Parvovirus B19 (eritema infettivo)
Pediculosi:
 testa
 corpo
 pube
Pelle ustionata, Sindrome della P.
stafilococcica
Pertosse (tosse convulsiva)
Peste (Yersinia pestis):
 bubbonica
 polmonare
Piaga (vedi Ulcera da decubito)
Platelminti, malattia da P.:
 hymenolepsis nanae
 tenia solium
 altro
O
A, F(37,49,50)
O
S, F(3)
O
O
D
S, F(3)
O
S
2
O
S
2
O
S
2
O
C
DI
2
O
O
U 9 giorni
F(56)
2
2
nc
O
O
O
O
D, F(37)
D
F(46)
C
S, F(47)
S, F(48)
C
DI
2
O
D, F(29,54,57)
U 5 giorni
2
3
O
X
S
D, F(58)
U 48 h
4 giorni dopo la
comparsa del
rash; DI con
sistema
immunitario
compromesso
2
2
DI
2
2
U 24 h
2
O
O
O
S
S
S
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OPERATORI E NEI PAZIENTI
Pag. 26 di 34
UO Prevenzione e
Protezione Rischi
Poliomielite
Polmoniti:
 da Adenovirus
 batteri multiresistenti ai farmaci (vedi
Infezioni e colonizzazioni da
microrganismi resistenti ai farmaci)
 batteriche non elencate altrove
(comprese quelle da batteri gram
negativi)
 Burkolderia cepacia in pazienti con
fibrosi cistica (comprese le
colonizzazioni del tratto respiratorio)
 Burkolderia cepacia in pazienti senza
fibrosi cistica (vedi Infezioni e
colonizzazioni da microrganismi
resistenti ai farmaci)
 da Clamidia
 da Haemophilus influenzae di tipo b
 adulti
 neonati e bambini
 da Legionella spp.
 da miceti
 da Mycoplasma (polmonite primitiva
atipica)
 da pneumococco
 da Pneumocystis jiroveci
(Pneumocystis carinii)
 da stafilococco aureo
 da streptococco di gruppo A
 adulti (vedi anche Streptococco di
gruppo A)
 neonati e bambini
 meningococcica (vedi Meningococco)
 varicella zoster (vedi Varicella zoster)
 virale
 adulti
 neonati e bambini (vedi Infezioni
respiratorie acute, o gli specifici
agenti virali)
Prioni, malattie da P. (vedi Creutzfeld-Jacob)
O
C
DI
2
O
D, C
DI, F(59)
2
O
S
O
C, F(29,60)
O
S
O
O
O
O
O
S
D
S
S
D
O
O
S, F(61)
S, F(62)
2
nc
O
S
2
2
O
D, F(63)
U 24 h
O
D, F(63)
U 24 h
O
S
nc
Ignota
3
2
2
U 24 h
2
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UO Prevenzione e
Protezione Rischi
Psittacosi (ornitosi) (Clamidia psittaci)
Q febbre
Rabbia
Reumatismo articolare acuto (vedi Febbre
reumatica)
Rhinovirus
Rickettsie, febbre da R., zecche (febbre delle
Montagne Rocciose, febbre tifica da zecche)
Rickettsiosi vescicolare
Ritter, malattia di R. (Sindrome
stafilococcica della pelle ustionata) (vedi
anche Stafilococco)
Roseola infantum (sesta malattia o esantema
critico o subitum; causata da HHV-6)
Rosolia (vedi anche Rosolia congenita)
O
O
O
O
S, F(3)
S
S, F(5,64)
S, F(35)
O
O
D, F(65,66)
S, F(10)
O
O
S, F(3)
C
O
S
O
D, F(37,50,67)
Rosolia congenita
O
C, F(69)
Rotavirus, infezione da R. (vedi
Gastroenteriti)
Salmonellosi (vedi Gastroenteriti)
SARS (Severa sindrome respiratoria acuta)
X
A, D, C, F(70)
O
O
C
S
O
S, F(71)
Scabbia
Schistosomiasi (bilharziosi)
Shigellosi (vedi Gastroenteriti)
Shock tossico, sindrome da S. (malattia
stafilococcica, malattia streptococcica)
Sifilide:
 latente (terziaria) e sieropositività
senza lesioni
 cute e membrane mucose, incluse le
forme congenite, primarie e secondarie
Spirillum minus, malattia da S. (vedi Morso
di ratto)
Sporotricosi
3
3
3
2
DI
DI
2
3
3
2
2
U 7 giorni dopo
la comparsa del
rash
Fino a un anno di
età
2
DI fino a 10
giorni dopo
l’assenza dei
sintomi
respiratori
U 24 h
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2
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2
2
2
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UO Prevenzione e
Protezione Rischi
Stafilococco, malattia da S. (Stafilococco
aureo):
 cute, ferite o ustioni
 maggiore
 minore o limitata
 enterocoliti
 multiresistenti ai farmaci (vedi
Infezioni e colonizzazioni da
microrganismi resistenti ai farmaci)
 polmonite
 sindrome da shock tossico (vedi Shock
tossico)
 sindrome della pelle ustionata (vedi
Pelle ustionata)
Streptobacillo moniliforme, malattia da S.
(vedi Morso di ratto)
Streptococco di gruppo A, malattie da S.
(cute ferite ustioni):
 cute, ferite o ustioni
 maggiore
 minore o limitata
 endometrite (sepsi puerperale)
 faringiti in età pediatrica
 polmonite
 scarlattina in età pediatrica
 malattia invasiva grave
Streptococco di gruppo B, neonatale, malattie
da S.
Streptococco non A di gruppo A o B, non
descritti altrove:
 multiresistenti ai farmaci (vedi
Infezioni e colonizzazioni da
microrganismi resistenti ai farmaci)
Strongiloidosi
Tenia:
 Hymenolepis nana
 Tenia solium (nella carne di maiale)
 altre
Tetano
2
O
O
O
C, F(1)
S, F(2)
S, F(40)
O
S
DI
2
O
O
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O
O
O
O
O
C, D F(1)
S, F(2)
S
D
D
D
D, F(1)
S
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S
2
O
S
2
O
O
O
O
S, F(3)
S, F(3)
S, F(3)
S, F(3)
2
3
2
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U 24 h
U 24 h
U 24 h
U 24 h
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UO Prevenzione e
Protezione Rischi
Tifo:
 Rickettsia prowazekii (epidemico o
petecchiale)
 Rickettsia typhi
Tifoide, febbre T. (Salmonella typhi) (vedi
Gastroenteriti)
Tigna (dermatofitosi, dermatomicosi)
Toxoplasmosi
Tracoma acuto
Tratto urinario, infezioni del T. (incluse le
pielonefriti) con uso o meno del catetere
urinario
Trichinosi
Trichiuriasi (malattia da tricocefali)
Tricomoniasi
Tubercolosi (Mycobacterium tuberculosis):
 extrapolmonare, lesioni aperte
 extrapolmonare, senza lesioni aperte,
meningiti
 forma polmonare o laringea, certa
 forma polmonare o laringea, sospetta
Tularemia:
 lesioni aperte
 polmonare
Ulcera da decubito (ulcera da pressione,
piaga):
 maggiore
 minore o limitata
Ulcera molle
Vaccinia, virus del vaccino (sito della
vaccinazione, eventi avversi a seguito della
vaccinazione):
 cura del sito di vaccinazione
(incluse le aree autoinoculate)
 eczema vaccinatum
 fetal vaccinia
 generalized vaccinia
 progressive vaccinia
 postvaccinia encefalitico
3
O
S, F(72)
O
S, F(3)
O
O
O
O
S, F(5,73)
S, F(5,10,74)
S
S
2
2
2
2
O
O
O
S
S
S
2
2
nc
3
X
O
A, C, F(76)
S, F(53,76)
F(75)
X
X
A
A
F(77)
F(78)
O
O
S, F(3)
S, F(3)
2
nc
O
O
O
C, F(1)
S, F(2)
S, F(79)
F(80)
O
S, F(81)
O
O
O
O
O
C
C
C
C
S
DI
2
2
F(82,87)
F(82,87)
F(82,87)
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UO Prevenzione e
Protezione Rischi
blefarite o congiuntivite
 irite o cheratite
 vaccinia associata ad eritema
multiforme (sindrome di Stevens
Johnson)
 infezione batterica secondaria
(stafilococco aureus, streptococco di
gruppo A beta emolitico)
Vaiolo (vedi anche Vaccinia)
Varicella zoster
Vibrio parahaemolyticus (vedi
Gastroenteriti)
Vincent, angina di V.
Yersinia enterocolitica (vedi Gastroenteriti)
Zecche del Colorado, febbre da Z.
Zoster (vedi Herpes zoster):
Zigomicosi (phycomycosis, mucormicosi)

O
O
O
S, C, F(16)
S
S, F(35)
O
S, C, F(83)
X
O
A, C, F(37,85)
A ,C, F(37,86)
O
S
2
O
S
2
O
S, F(3)
nc
DI, F(84)
F(87)
4
2
Tabella riepilogativa sulla possibilità di ricovero dei pazienti negli ospedali aziendali
CLASSI
VIE DI TRASMISSIONE
1
2
3
4
SI
SI
SI
NO
Contatto
SI
SI
NO
NO
Droplets (goccioline)
SI
SI
SI
NO
Indiretta
SI
SI
NO
NO
Aerea
NOTE (i numeri sono richiamati in tabella, di seguito alla sigla F, tra parentesi)
1)
2)
3)
4)
5)
6)
7)
8)
9)
Nessuna medicazione o contenimento del drenaggio, finché il drenaggio non si fermi o non
possa essere contenuto dalla medicazione.
Medicazione che contiene e protegge il drenaggio.
Non trasmissibile da persona a persona.
Chemioprofilassi post-esposizione per alcuni casi di contatto con sangue.
Trasmissione da persona a persona molto rara.
Prestare attenzione quando si maneggiano i pannolini dei neonati e si trattano le persone con
malattie mentali.
I pazienti infetti non rappresentano, in genere, un rischio di trasmissione.
Possibile trasmissione attraverso il contatto con la cute non integra con lesioni drenanti;
quindi, usare le precauzioni da contatto in presenza di grandi quantità di drenaggio
difficilmente contenibile.
È preferibile il lavaggio delle mani con acqua e sapone, anziché gli antisettici a base di alcol,
in quanto l’alcol non ha attività sporicida.
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UO Prevenzione e
Protezione Rischi
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11)
12)
13)
14)
15)
16)
17)
18)
19)
20)
21)
22)
23)
24)
25)
26)
27)
28)
29)
30)
31)
Non trasmissibile da persona a persona eccetto, raramente, da trasfusioni.
Non trasmissibile da persona a persona eccetto, per il virus del Nilo occidentale, da trapianto
d’organo, dal latte materno o per via transplacentare.
Installare schermi a finestre e porte nelle aree endemiche. Usare repellenti per zanzare
contenenti DEET e indumenti per coprire le estremità.
Adottare le precauzioni per contatto e per via aerea in presenza di un’infezione massiccia dei
tessuti molli, con drenaggio copioso e con necessità di irrigazioni ripetute.
Usare maschere conformi alle precauzioni standard.
Non trasmissibile da persona a persona eccetto, raramente, attraverso il contatto sessuale e gli
spermatozoi provenienti dalla banca del seme. Prevedere la profilassi antibiotica dopo
l’esposizione di laboratorio.
Adottare le precauzioni per contatto se il drenaggio della ferita è esteso.
Non trasmissibile da persona a persona eccetto in circostanze straordinarie.
Gli adenovirus più comuni sono l’enterovirus 70 e il virus Coxsackie A24. Patologia
altamente contagiosa. L’uso routinario delle misure di controllo delle infezioni, nella gestione
di strumenti e attrezzature, impedirà il verificarsi di focolai.
Utilizzare strumenti monouso o adottare procedure speciali di sterilizzazione/disinfezione
delle superfici e degli oggetti sospettati di essere contaminati con tessuto neurale di CJD o
vCJD. Non sono necessarie speciali procedure di sepoltura.
Non trasmissibile da persona a persona eccetto, raramente, attraverso tessuti e trapianto di
cornea.
Nessuna precauzione supplementare per gli operatori sanitari in gravidanza.
Fino alla negativizzazione di due esami colturali eseguiti a distanza di 24 ore.
Adottare le precauzioni per contatto quando i casi sono raggruppati temporalmente.
Fornire un vaccino post-esposizione.
Adottare le precauzioni per contatto durante l’ospedalizzazione di neonati e di bambini fino a
tre anni d’età; nei bambini dai tre ai quattordici anni è sufficiente fino a due settimane dopo
l’inizio della sintomatologia; oltre i 14 anni è sufficiente sino a una settimana dopo l’inizio
dei sintomi.
Osservare le raccomandazioni specifiche per la cura dei pazienti in centri di emodialisi.
Adottare le precauzioni per contatto con i pazienti incontinenti o con pannolone, per la durata
della malattia.
Vedere gli agenti patogeni specifici per epiglottide causata da altre eziologie.
Ospitare, preferibilmente, il paziente in camera singola.
Usare dispositivi taglienti di sicurezza e rispettare le pratiche di lavoro sicure. Praticare
l’igiene delle mani. Proteggersi contro il contatto col sangue e coi fluidi corporei, dovendo
entrare in camera, mediante guanti monouso e abito monouso impermeabile, maschera,
occhiali o visiera di protezione del viso e degli occhi. Seguire una appropriata gestione dei
rifiuti. Utilizzare respiratori con efficienza N95 (95%) o maggiore, durante l’esecuzione di
procedure che possono generare aerosol. Il potenziale virale più alto si manifesta nella fase
finale della malattia, quando può verificarsi emorragia; occorre, quindi, adottare ulteriori
precauzioni, tra cui doppi guanti, rivestimenti di gambe e di scarpe.
Se è necessario, interrompere la terapia antibiotica. Non condividere termometri; garantire la
pulizia ambientale e la disinfezione.
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E TRASMISSIONE DELLE INFEZIONI NEGLI
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UO Prevenzione e
Protezione Rischi
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40)
41)
42)
43)
44)
45)
46)
47)
48)
49)
50)
51)
52)
Per la pulizia possono essere necessarie le soluzioni di ipoclorito di sodio, se la contagiosità
persiste.
Le persone che stazionano in aree contaminate da feci o vomito possono proteggere le vie
respiratorie con le maschere; garantire la pulizia e la disinfezione dei servizi igienici, anche
quando, apparentemente, non sembrano sporchi. Durante le epidemie, per interrompere la
trasmissione può essere utile separare le aree ed i servizi igienici per coorte di pazienti.
Assicurare la pulizia e la disinfezione ambientale e la frequente sostituzione dei pannoloni
sporchi.
Non è una condizione infettiva.
Per i neonati con parto naturale o taglio cesareo se la madre aveva un’infezione attiva e la
rottura delle membrane era avvenuta 4-6 ore prima, fino alla negativizzazione, dopo 48 ore di
incubazione, degli esami colturali della cute eseguiti all’età di 24-36 ore.
Gli operatori sanitari suscettibili non dovrebbero prestare assistenza a tali pazienti, se vi è
presenza di altri operatori immuni.
Adottare le precauzioni per contatto in presenza di un copioso drenaggio incontenibile.
Le precauzioni per contatto sono raccomandate in ambienti con evidente trasmissione in atto,
con particolare attenzione agli ambienti ove sono presenti casi di pazienti acuti o che hanno
ferite non contenibili con medicazioni.
Adottare le precauzioni per contatto nella manipolazione dei pannolini dei neonati o dei
pannoloni degli incontinenti, per la durata della malattia.
Vedi anche sindromi e condizioni riportate nell’Appendice A.
In pazienti immunodepressi, estendere la durata delle precauzioni per contatto, a causa di una
prolungata diffusione del virus.
Se non fossero disponibili sufficienti camere singole, può essere presa in considerazione la
sistemazione per coorte di pazienti; è comunque da evitare la condivisione di una camera con
un paziente ad alto rischio. I pazienti devono indossare una mascherina quando vengono
trasportati fuori dalla stanza. Somministrare la chemioprofilassi o la vaccinazione per
controllare o prevenire le epidemie.
Vedi le linee guida sull’influenza aviaria “Interim recommendations for infection control in
health-care facilities caring for patients with known or suspected avian influenza”, CDC,
2004, http://www.cdc.gov/flu/avian/professional/infect-control.htm.
Vedi il sito sull’influenza pandemica http://www.pandemicflu.gov.
Vedi il sito sui parassiti http://www.cdc.gov/ncidod/dpd/parasites/lice/default.htm.
Trasmissibile da persona a persona attraverso gli indumenti infestati. Indossare guanti e
camice durante la rimozione dell’abbigliamento.
Trasmissibile da persona a persona attraverso rapporti sessuali.
Agli esposti suscettibili, somministrare il vaccino post-esposizione entro 72 ore o le
immunoglobuline entro 6 giorni dall’esposizione.
Escludere dall’assistenza il personale sanitario suscettibile, dal quinto giorno dopo la prima
esposizione al ventunesimo giorno dopo l’ultima esposizione, indipendentemente dalla
vaccinazione post-esposizione.
Adottare le precauzioni per contatto durante l’ospedalizzazione di neonati e di bambini.
Adottare le precauzioni per contatto e per via aerea, in presenza di malattia concomitante, di
malattia polmonare attiva o di lesioni cutanee drenanti.
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UO Prevenzione e
Protezione Rischi
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57)
58)
59)
60)
61)
62)
63)
64)
65)
66)
67)
68)
69)
70)
71)
72)
73)
74)
75)
76)
77)
Per i bambini, adottare le precauzioni per via aerea fino all’esclusione della tubercolosi attiva
nei familiari visitatori.
Chemioprofilassi post-esposizione per i contatti familiari, o per gli peratori sanitari esposti
alle secrezioni respiratorie.
Vaccino post-esposizione solo per controllare le epidemie.
Quando la malattia cronica si verifica in pazienti immunodepressi, occorre mantenere le
precauzioni per tutta la durata del ricovero in ospedale. Nel caso di pazienti anemici od
oligocitemici, mantenere le precauzioni per 7 giorni.
È raccomandata la vaccinazione per gli adulti in fase di sviluppo.
È raccomandata la profilassi antibiotica per gli operatori sanitari esposti.
In pazienti immunodepressi, estendere la durata delle precauzioni per contatto e per
goccioline, a causa di una prolungata diffusione del virus.
Evitare l’esposizione alle persone affette da fibrosi cistica.
Adottare le precauzioni per goccioline nel caso in cui esista evidenza di trasmissione.
Non ospitare nella stessa stanza con un paziente immunodepresso.
Adottare le precauzioni per contatto in presenza di pazienti con lesioni cutanee.
Possibile trasmissione attraverso trapianti di cornea, di tessuti e di organi. Se il paziente ha
morso un altro individuo o la saliva ha contaminato una ferita aperta o le mucose, lavare
accuratamente l’area esposta e somministrare la profilassi post-esposizione.
Le goccioline sono la più importante via di trasmissione.
Adottare anche le precauzioni per contatto se presenti abbondanti secrezioni umide e se
probabile uno stretto contatto col paziente (ad esempio, i bambini piccoli).
Le donne incinte non immuni non dovrebbero occuparsi di questi pazienti. Somministrare il
vaccino entro tre giorni dall’esposizione, alle persone suscettibili non in gravidanza.
Adottare le precauzioni per goccioline in presenza di pazienti suscettibili esposti.
Adottare le precauzioni standard in presenza di colture nasofaringee e urinarie negative, dopo
i tre mesi di età.
È preferibile adottare le precauzioni per via aerea; altrimenti, quelle per goccioline se non
fosse disponibile la camera di isolamento. Utilizzare respiratori con efficienza N95 (95%) o
maggiore, oppure mascherine chirurgiche in caso di indisponibilità di respiratori N95.
Proteggere gli occhi mediante occhiali di protezione o schermo facciale. Vedi il sito sulla
SARS http://www.cdc.gov/sars/index.html.
Adottare le precauzioni per goccioline per le prime 24 ore dopo l’applicazione di una terapia
antibiotica, se una probabile eziologia fosse lo streptococco di gruppo A.
Trasmissibile da persona a persona attraverso il contatto personale o l’abbigliamento.
Adottare le precauzioni per contatto in presenza di focolai epidemici.
Non trasmissibile da persona a persona eccetto, raramente, da trapianti d’organo, da
trasfusioni di sangue e verticalmente da madre a figlio.
Interrompere le precauzioni solo quando il paziente è migliorato clinicamente, il drenaggio è
cessato o si rileva la negativizzazione di tre esami colturali, consecutivi.
Eseguire accertamenti per evidenziare la presenza di tubercolosi polmonare attiva.
Interrompere le precauzioni solo quando il paziente è sottoposto a una terapia specifica, è
migliorato clinicamente e si rileva la negativizzazione di tre esami colturali dell’escreato per
Acid fast bacillus, raccolti in giorni diversi. Vedi le “Linee guida per prevenire la trasmissione
Az. USL 7 Siena
Rev.1
P.A.
Dip. Programmazione e
org. Servizi Sanitari
PREVENZIONE DEL RISCHIO D’INSORGENZA
E TRASMISSIONE DELLE INFEZIONI NEGLI
OPERATORI E NEI PAZIENTI
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Protezione Rischi
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del Mycobacterium tuberculosis in strutture sanitarie, 2005”
http://www.cdc.gov/mmwr/preview/mmwrhtml/rr5417a1.htm?s_cid=rr5417a1_e.
Interrompere le precauzioni solo quando la probabilità di malattia TBC infettiva è considerata
trascurabile, sia quando c’è un’altra diagnosi che spiega la sindrome clinica, sia quando si
rileva la negativizzazione di tre esami colturali dell’escreato per Acid fast bacillus, raccolti a
distanza di 8-24 ore e almeno uno prelevato la mattina presto.
Trasmissibile sessualmente da persona a persona.
Solo gli operatori sanitari vaccinati possono avere contatti con i siti di vaccinazione attiva e
possono prestare assistenza alle persone che presentano eventi avversi al vaccino. Se non sono
vaccinati, solo il personale sanitario senza controindicazioni ai vaccini può fornire assistenza.
È raccomandata la vaccinazione per i vaccinatori. Per gli operatori sanitari vaccinati di
recente: eseguire la medicazione semipermeabile con garza fino al distacco della crosta, con
cambio della medicazione quando si accumula il fluido (circa 3-5 giorni); utilizzare i guanti e
curare l’igiene della mani durante il cambio della medicazione; destinare, al cambio della
medicazione, gli operatori sanitari vaccinati o senza controindicazioni al vaccino.
Adottare le precauzioni in caso di contatto con le lesioni infette e col materiale essudativo.
Seguire le raccomandazioni per lo specifico agente patogeno (streptococco, stafilococco) e
valutare l’estensione del drenaggio.
Adottare le precauzioni finché tutte le pustole sono cicatrizzate (3-4 settimane).
Utilizzare respiratori con efficienza N95 (95%) o maggiore. Somministrare il vaccino postesposizione entro 4 giorni dall’esposizione.
Nella gran parte degli immunodepressi affetti da varicella, occorre prolungare la durata delle
precauzioni per tutta la durata della malattia. Profilassi post-esposizione: fornire il vaccino
post-esposizione ASAP entro 120 ore dall’esposizione; per le persone suscettibili esposte, per
i quali il vaccino è controindicato (soggetti immunodepressi, donne in gravidanza, neonati alla
cui madre è insorta la varicella negli ultimi 5 giorni prima del parto o entro 48 ore dal parto),
fornire le Immunoglobuline anti varicella zoster (VZIG) entro 96 ore (quando disponibili), o
utilizzare le Immunoglobuline per via endovenosa (IVIG) se non disponibili le VZIG.
Adottare le precauzioni per via aerea per i soggetti suscettibili esposti. Escludere
dall’assistenza il personale sanitario suscettibile, dall’ottavo giorno dopo la prima esposizione
al ventunesimo giorno dopo l’ultima esposizione, o al ventottesimo giorno se hanno ricevuto
il VZIG, indipendentemente dalla vaccinazione post-esposizione.
Adottare le precauzioni finché sulle ferite non sarà formata la crosta.
ALLEGATI
1) Lavaggio mani
2) Igiene ambientale
3) Svestizione DPI