Storia in musica, un percorso nel Novecento

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Storia in musica, un percorso nel Novecento
STORIA IN MUSICA, UN PERCORSO NEL NOVECENTO
L’idea di affiancare, contestualmente alla mostra-laboratorio presso il Museo storico “Age of extremes. Materiali
per la storia del Novecento”, un percorso musicale-storico è parsa particolarmente significativa come occasione
didattica e come uno dei possibili filoni d’indagine atti a incentivare curiosità e motivazione, a promuovere
conoscenze, a sviluppare altri itinerari in un’ottica trasversale, foriera di contributi aperti alla riflessione sul nodo
focale passato-presente.
Nell’«età degli estremi», densa di eventi e processi i cui effetti perdurano ancora e sembrano proiettarsi nel
futuro, le specificità del linguaggio musicale assumono una forza nuova diventando, grazie alla riproducibilità
dei suoni e all’avvento dei media – si pensi in primis alla radio che ha provocato, come scrive Mc Luhan, la
prima grande implosione elettronica, cioè un totale capovolgimento dei significati della civiltà alfabeta
occidentale –, specchio e filtro dei cambiamenti socio-economici, ma anche della percezione, soggettiva e
collettiva, del tempo esistenziale e di quello storico di un secolo che si connota essere di massa e delle masse.
La referenza cardine del Novecento, quella dei conflitti intesi in senso lato, può essere ancora una volta il punto
di partenza per riflettere sull’asse binario modernizzazione-tecnologia ed evoluzione-alterazione degli equilibri
storici e individuali. In tale contesto e secondo tale prospettiva, le diverse espressioni musicali (dagli inni alla
canzone) sono uno strumento didatticamente duttile per aprire una pluralità di letture e di elaborazioni proprio
perché si collocano in alcuni snodi fondamentali del Novecento. La musica leggera, divenuta patrimonio di
massa, fruibile da tutti gli strati della società su cui ha una fortissima incidenza rispetto a tutte le manifestazioni
culturali ‘dotte’, è un formidabile documento vivo dei cambiamenti e dello spirito di un intero periodo: può,
quindi, essere utilizzata per richiamare e ricostruire un clima. Come ha scritto P. P. Pasolini, del resto,«Niente
meglio delle canzonette ha il potere magico, abiettamente poetico, di rievocare un tempo perduto. E anche la
parte odiosa, repellente di un’epoca aderisce per sempre alle note di una canzonetta».
Partendo da queste considerazioni il Gruppo didattico culturale del Museo ha elaborato per l’anno scolastico
2001-2002 un laboratorio sulla musica del Novecento, un percorso storico rivolto all’utenza scolastica.
Le ricerche e la strutturazione del laboratorio intendono proporre un’analisi delle manifestazioni musicali nel
loro essere ‘colonna sonora’ di fenomeni complessi e sfaccettati in cui coesistono canti di propaganda, di
lavoro, di consenso e dissenso, di sentimenti e stati d’animo di appartenenza e/o allontanamento.
Canzoni e canzonette rimandano ai rapporti con l’industria culturale che muove i primi passi all’inizio del
Novecento: nel 1913 inizia l’era del disco, negli anni venti esiste già un mercato discografico, nel clima post
bellico della Grande guerra si diffonde la febbre del ballo, nel 1925 cominciano le trasmissioni dell’Eiar, si
hanno la nascita delle prime orchestre di musica leggera e il fenomeno del divismo. La sinergia con cui
lavorano i media ha un ruolo rilevante per la diffusione di temi, gusti, mode, informazioni, miti, che possono
essere analizzati da più angolazioni, ma che sono, comunque, cartina di tornasole del rapporto con il tempo in
un tempo di profondi conflitti.
I mezzi di comunicazione di massa hanno una forza dirompente, perché sono in grado di modificare in un
grande spazio e in poco tempo abitudini, comportamenti consolidati grazie alla propria capacità di
coinvolgimento, e quindi persuasiva, incentivando l’identificazione in modelli nuovi: il divismo, il leader, la razza,
ecc. La canzone come ‘oggetto’ della comunicazione si presta, in ultima analisi, a stimolare una pluralità di
ricerche e approfondimenti in diverse direzioni quali ad esempio: il ruolo e la funzione dell’editoria e delle case
discografiche; i rapporti con la radio e il cinema; l’intervento e il controllo dello Stato.
FONDAZIONE BERGAMO NELLA STORIA
Piazza Mercato del fieno, 6/a - 24129 Bergamo Italy - Tel. +39 035 24 71 16 ; +39 035 22 63 32 - Fax 035 21 91 28
P. Iva 02995900160 - [email protected]
L’attività laboratoriale, il cui ambito cronologico abbraccia i primi 45 anni del secolo scorso, avrà come
momento preliminare essenziale la visita alla mostra e come obiettivo quello di essere uno strumento per
leggere soprattutto la storia del Novecento anche nelle sue propaggini attuali.
Da un punto di vista metodologico e contenutistico si focalizzerà l’attenzione sull’ascolto guidato di alcuni brani
che sono stati scelti in stretta connessione con il percorso della mostra stessa, secondo la seguente scansione:
LE PREMESSE
L’EMIGRAZIONE
Mamma mia dammi cento lire
LE DONNE
La lega
I CONFLITTI DEL LAVORO
Inno dei lavoratori;
Bandiera rossa
IL COLONIALISMO
LA GUERRA TOTALE
CANTI MILITARI
A Tripoli; Faccetta nera
CANTI DELL’ADDIO
Addio, mia bella addio
Il Piave; Tapum; La tradotta che
parte da Novara
LA PROPAGANDA
IL CONSENSO
Giovinezza; Vincere
IL DISSENSO
Pippo non lo sa; Vento;
Bella ciao
I SENTIMENTI
Mille lire al mese
Durante questo primo momento, che si svolgerà in Museo sotto la guida degli operatori, sarà dato spazio a
tutte le possibili osservazioni degli studenti anche con l’ausilio di una scheda operativa da ridiscutere e
sistematizzare in classe; con questo strumento si solleciteranno: l’analisi testuale delle canzoni ascoltate e
l’estrapolazione delle problematiche e dei raccordi più significativi.
L’intervento proseguirà autonomamente in classe con la traduzione didattica degli strumenti e delle indicazioni
date e, si spera, con la produzione di ‘elaborati’ che dovrebbero permettere la verifica delle ricadute,
dell’efficacia e della ‘spendibilità’ dell’attività stessa.
FONDAZIONE BERGAMO NELLA STORIA
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