Pdf Opera - Penne Matte
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Pdf Opera - Penne Matte
AMORI ALIENI Di : Dino Ferraro Piove ,nel silenzio dei miei anni che volgono al termine ,bruciati dal caso che conduce ancora a credere a seguire un idioma, surreale, una messinscena dove si consuma questa vita, tra ipocrite chimere, tra nazioni rivali , tra giorni difficili . Sotto la pioggia , la ragione tramuta la nostra comprensione delle cose ,strignuta in una morsa , accise, dal buon senso che non conduce alla follia , forse ad un altro traguardo, qualcosa da superare da poter mostrare alle prossime generazioni . Brandelli di vita vissuta nel delirio degli inni ,nell'eco delle note che fuoriescono dalle finestre semichiuse , bagnate dalla pioggia, piango in questo blues malinconico, nell’impavida vittoria , salendo , scendendo, portando avanti me stesso. Ricominciare come se mai nulla fosse successo, come entrare al bar degli amici , far finta che mai nulla e accaduto, comportarsi in modo distratto, bere un caffè in fretta guardare l'orologio, accendersi una sigaretta , nervosamente seduto in disparte , mordere il male che ti ha condotto a quel punto. Bere un whisky velocemente , sbottonarsi la camicia, arrossire nel pudore dei sensi, nella volgarità che ci circonda nei propri tentativi di cambiare , forse sembra ridicolo , quanto tempo e passato , quanti giorni hanno cambiato l'aspetto di questa vita. Continuo a fumare a sbattere il piede contro lo sgabello, “ porco cammello , quando arriva, non ne posso più , saranno tre ore che aspetto.” Forse sarà successo qualcosa , forse gli hanno ammazzato il gatto. Forse gli hanno teso un imboscata. Una rapina . Ma no , chi avrebbe tanto coraggio , d'affrontare un gorilla alto due metri. Fa paura solo a vederlo. “ Forse ritorno a casa ,sono stanco d'aspettarlo, sono stanco di stare qui da solo, come uno stupido cane, come uno che non sà quando, tutto quello che teme, accadrà. Piove , continua a piovere, uscirò da questo bar senza ombrello, camminerò sotto ò muro, facenne finta che tutto e stato , che la morte, la vita, che tutto quello che ho passato e solo una breve illusione. Cammino con le mie scarpe rotte nelle pozzanghere, dove annega questa malinconia , dove si bagna questa follia, dove uomini e donne di corsa si bagnano i piedi per correre verso casa . Strano maledettamente strano, tra poco sarò a casa, a vedermi il festival sentirò cantare l'Italia intera, mi metterò in pigiama comodamente sul mio divano nuovo , con la mia immancabile birra. Guarderò la Tv sentirò cantare chi sà cantare , vedrò tante facce strane, più strane della mia. E continuerò a pensare d’essere sotto la pioggia, di stare ancora , la fermo al bar ad attendere il mio amico che mi porti quello che mi ha promesso. Casa mia è piccola , ma molto graziosa lo arredata secondo il mio gusto, insieme a Titti che fa la vita a piazza mercato. Titti è una , che non va molto per il sottile , non fà sconti, però ti fa arrigriare assai. Titti è una cara amica, forse l'unica amica che ho . A me , me la dà gratis e mi dice sempre che mi vuole molto bene, che per lei sono un tipo speciale. L'anno scorso lo portata a mangiare sopra il Vesuvio . Gli ho comprato anche un vestito, una volta. Certe domeniche la chiamo, lei e sempre disponibile ,non è bellissima è molto simpatica e confesso mi fà arrigriare assai. A volte la vado a prendere a casa lei è molto contenta , anche se spesso ha da fare, con i suoi clienti e non mi può dedicare molto del suo tempo. Con Titti io ripeto ci stò bene insieme. Titti è una battona , è una stella del varietà. Titti è il tutto ed il nulla è quell'amore che un uomo desidera che faticosamente cerca e non riesce mai a possedere, a volte ho pensato che sé non farebbe quello che fà, la sposerei , si la sposerei subito, la porterei con me , molto lontano, forse sopra un altro pianeta , dove si può vivere in pace insieme. Ho sempre vissuto da solo , quella sera al bar aspettavo un tizio che mi era stato presentato da un mio vecchio amico, avrebbe dovuto portarmi una nuova medicina che m’avrebbe fatto stare bene, che m’ avrebbe guarito dal male che m’assilla, che corrode il mio corpo mi fa sentire e vedere cose che mi terrorizzano . Maledizione ho atteso tanto , ma lui non è venuto. Così quando sono ritornato a casa dopo avermi fatto una doccia aver mangiato ho chiamato Titti , lo ho chiamato tante volte , ma lei non mi rispondeva , cosi sono uscito di casa e sono andato a casa sua, strada facendo ho incontrato un tizio che forse proveniva da Alfa Centauro , ho pensato che m'avrebbe fatto fuori lì per lì o in alternativa avrebbe tentato di rubarmi qualcosa , dato che continuava a seguirmi passo ,passo, sotto un cielo stellato , solcato da navicelle spaziali diretti verso i nuovi mondi. Ho avuto paura , l'ammetto cosi ho stretto nel pugno di mano la mia calibro trentotto, ripromettendomi che non avrei sparato per primo , che mi sarei accettato prima delle intenzioni altrui. Questa città è ormai piena di gente strana per lo più alieni o viaggiatori intergalattici che non hanno più nulla da perdere, che sono pronti ad uccidere per una manciata di spiccioli. La vita mi ha reso un duro, mi ha trasformato in un altra persona , da come io avrei voluto essere, freddo come un pezzo d'acciaio, insensibile, sarà che negli ultimi anni come vicini di casa ho avuto solo immigrati , provenienti da Factor, quest’ultimo uno strano pianeta , un maledetto pianeta in cui la gente ha l'abitudine di mettersi nella pelle altrui ,di diventare come l'altro , di trasformarsi come la preda che braccano . Gli abitanti di Factor , un pianeta del sistema solare di Sauro , uno di quei pianeti , maledetti da Dio dove non cresce nulla di buono , causa delle piogge acide e dall'alto tasso di radiazioni, la maggior dei suoi abitanti vivono nel sottosuolo. Intere città sotterranee , metropoli di milioni di abitanti che vivono, copulano, creano fantastiche macchine, computer sofisticati , dalle capacità informatiche eccezionali. Macchine elettroniche utilissime per noi terrestri ,per la nostra civiltà , che non ha più materie prime , per creare nuove macchine. Giro l'angolo , svelto mi dirigo verso la casa di Titti, il cielo è così scuro a malapena si vedono le stelle, un ombra m'insegue cheta, in agguato pronta a colpire a tendere una trappola, a divorare la sua preda, sale l'orrore in me di non potercela fare, di vedere spuntare tutto ad un tratto uno di quei maledetti mostri che vengono da chi sà quale pianeta. Pronti a saltarti addosso a divorarti in un sol boccone, crudele vita che non salva nessuno , nessuno escluso, nessuno è salvo, tutti viviamo in un mondo in declino , in una città , incapace di difendere i suoi abitanti. Anche la polizia non s’avventura per questi luoghi oscuri , preferisce non addentrarsi in questi intrigati vicoli, ove tutto può succedere, tutto può accadere. Arrivo a casa di Titti , bagnato fradicio, mi gira la testa , ho corso , tanto che mi fanno mali i piedi , nun cugnere chiù mi bruciano le tempie, mi guardo intorno tutto è tranquillo , suono al citofono dove c’è scritto da: “ Titti una Pippa dieci euro “. Mi guardo intorno che pace , se ora spunta fuori uno di quei mostri lo faccio secco con un colpo solo ,con la mia trentotto. Poi sento strane voci, ululati, bisbigli, mi sbrigo a suonare e risuonare, sento la voce di Titti : “Chi è son Titti , patti chiari prima paghi poi fai.” Gli dico : “Titti sono io Gianni “. Ah sei tu sali , fai presto , stasera è una brutta serata , sali poi ti spiego. La vita può essere difficile a volte, un lungo viaggio attraverso il dolore, attraverso vicoli, strade, vivere da solo all’interno di una città che non ti ama , sentirsi indifeso, incapace di potercela fare, reagire al male, salgo le scale in fretta , corro ad abbracciare Titti che m’ aspetta a braccia aperta , con un martini in mano , con i seni gonfi, le labbra turgide i capelli sciolti , biondi che scendono lungo le sue spalle, la guardo , incantato, non ho parole, l’abbraccio gli dico : sei sola, in casa non c’è nessuno, mi guardo intorno, ho timore che tutto ad un tratto sbuchi da sotto il letto uno di quei maledetti extraterrestri , preparo la mia pistola ,pronto a sparare, pronto a far fuoco. Titti s’avvicina mi bacia mi dice: “Non aver paura non c’è nessuno, l’ultimo cliente e andato via due minuti fà”. Da dove è uscito? non ho visto nessuno scendere per le scala. E volato via dalla finestra . Ride mostrando ancora di più i suoi grandi seni. Scherzi. Mi vuoi prendere in giro, m’avisse pigliato pè nù pollastro. No è la verità. Era uno che veniva da Boh 667 pianeta della costellazione di Uranio . Aveva le ali , ed anche un gran fame di sesso. Mi ha pagato bene . Mi ha quasi massacrata. Ha fatto l’amore per tre ore di seguito senza fermarsi un attimo, con quei occhi spiritati, sciancato, bavoso, un alito da far voltare lo stomaco, non sò come ho resistito. Siediti . Cosa bevi ? Il solito, anzi dammi il doppio del solito. Oggi ho una gran voglia di bere, forse di dimenticare . Cosa c’è ? Perché mi cercavi? Quando mi telefoni a quest’ora, c’è sempre qualcosa che non funziona, è caduta la borsa, ti hanno sparato, ti hanno imbrogliato, ti senti solo, volevi compagnia, vieni qui dalla tua Titti. E che venendo qui da te , strada facendo , ho visto strani esseri seguirmi, forse avrò immaginato, forse, sono tanto frastornato, ho una maledetta confusione in testa da giorni. Bevi, non disperarti. Raccontami cosa hai fatto ultimamente , hai portato a termine quel tuo racconto? Si. Tutto bene, tranne queste maledette visioni che continuano ad assillarmi. Immagino, guerre imminenti, scontri tra galassie, vedo distrutta questa città, ma la cosa peggiore continuo a pensare che tu sia morta . Ti vedo divorata da strani esseri. Alieni provenienti da lontani pianeti. Non sò darmi pace, non riesco a dormire la notte, ho ingurgitato non sò quanti calmanti. Preparato litri di camomilla. Letto tanti libri in merito, passeggiato da solo sopra i tetti, ammirando la città. E in ogni punto che l’osservavo sembrava che da un momento all’altro qualcosa d’orribile sarebbe saltato fuori dal buio, m’avrebbe fatto del male, m’avrebbe squartato come un bue, poi divorato, sarei diventato anch’io uno di loro , un mostro. Ho paura , non voglio diventare come uno di loro. Ho voglia di continuarmi a sentirmi umano a godere della vita che offre questo pianeta. Sono sbalordita non ti ho mai sentito parlare cosi, vuoi che andiamo da un mio cliente che fa il psicanalista e un bravissimo medico , sarà capace di darti dei buoni consigli, darti una cura, farti ritornare a sorridere, ritornare ad essere come eri . Non lo sò , dammi un altro bicchiere, anzi uno doppio. Forse mi passa, forse e solo un brutto momento . Spero che passi presto, vorrei non aver mai visto , quelle cose , averle neppure pensate . Tutto era cosi oscuro, mi sembrava navigare verso un buco nero, mi sentivo incapace di salvare la mia anima. Ecco bevi . Non parlare più. Vieni qui tra le mie braccia. Baciami stupido , baciami ancora, non pensare , abbandonati tra le mie braccia, in questo mare di sesso , verso il piacere sei sensi , vieni ,fino ad annullarci in dimensioni parallele, in coiti interrotti, in sveltine, in toccatine, in eiaculati precoci, saliremo il monte del peccato. Vieni ti porterò dove tutto e possibile . Ho imparato , ho provato, conosco l’amore, conosco chi sei. Non aver paura. La morte starà alla larga , il nostro amore e più forte di lei , più forte del male che viene da lontano dallo spazio che risiede sotto strane forme in questa citta, che vive del male , che s’alimenta del male, che mangia i suoi simili, che non guarda in faccia nisciuno. Hai ragione. Sono malato d’amore , sono tanto malato che non riesco a capire cosa e il bene ed il male oggi. Non sò più chi sono, quando mi rimane da vivere, chi sono diventato , chi ora mi porterà ad una nuova consapevolezza, come faro a superare questo muro d’odio , d’incomprensioni, cosa c’è dietro tutto ciò , cosa m’aspetta. Assurdo . Tanto assurdo da non crederci, da correre qui oggi da te a piangere sui tuoi morbidi seni , a piangere sulla tua spalla, sono fuori di testa , forse tanto fuori da vedere mostri e altre cavolate . Fanno l’amore nel grande letto a forma di cuore, sopra un materasso ad acqua , al ritmo di un malinconico blues , le passioni fioriscono, diventano fiori, soldi, gioielli, diventano allegri uccellini, colombelle, damigelle, gemelli, gioie che veleggiano verso il mare aperto verso isole incantate. Nel dolce canto che germoglia che s’arrampica verso le nuvole , che sale dal fondo del mare , ove polipi , sgombri, calamari suonano chitarre elettriche, che bello , un mondo fantastico, ci rende felici, che bello vivere , nuotare felici, ignudi, abbracciati, tra le onde verso quei mitici lidi , verso altre storie d’amore , dimenticando il male e quei maledetti mostri che per giorni addietro mi hanno divorato l’animo. Tra le sue braccia, tra le braccia di Titti , dimentico ogni cosa, dimentico chi sono, mi rivedo fanciullo mentre la bacio, la faccio mia, divento il serpente , divento un drago con due teste , divento questo racconto che vado scrivendo fuori un bar in compagnia della mia follia , in compagnia di tanta gente strana , forse più strana di me. Mi rallegro della mia consapevolezza, nell’ebbrezza, bacio, mi perdo, fingo, volo lontano Titti immensa ,Titti Tutto e nulla , l’intero universo in un corpo sinuoso, la forza della creazione che tramuta forme, contenuti , favole, storie orribili , in allegre novelle. Il mondo non cambierà , dopo che avremo smesso di far l’amore, tutto sarà uguale a come l’abbiamo lasciato, tutto sarà identico a ieri, il male , i mostri, saranno sempre li pronti a saltarci addosso. Arrivano a migliaia da lontani pianeti , arrivano con le loro storie, con le loro speranze con il loro strano, orribile aspetto, non conoscono la nostra lingua, ma non sono stupidi , impareranno presto e piano , piano diventeranno come noi, guaglioni i miezza a via che s’arrangiano, tirano a capare. Impareranno anche loro chi e chiù forte và annazze, senza scuorno, senza tené nisciuno peso coppe alla cuscienza , viecchi , giovani , figliole, ,figli di questa città accoglieremo questa strana gente, gli daranno da mangiare gli daranno l’amore , il bene che cercano . Impareremo ad essere come loro e loro impareranno ad essere come noi , uguali, diversi, saremo al fine tutti figli di questa terra. Impareremo a volare come loro, impareremo a leggere a scrivere nella loro lingua , impareremo, a costruire nuove macchine, danzeremo , poi canteremo tutti insieme in osteria la vecchia canzone dell’amore, tra un bicchiere di vino e una pizza, comprenderemo cosa c’assilla. E quando arriverà l’estate i bei giorni pieni di sole, andremo tutti insieme al mare . E rideremo , nel vedere strani tipi che hanno quattro gambe o due nasi. E rimarremo estasiati ad ascoltare quel vecchio alieno con la sua chitarra proveniente da un satellite di factor , le sue magnifiche orripilanti storie, le sue ballate, rideremo, ci stringeremo, io e la mia Titti sotto al sole ,saremo un solo popolo, un solo amore.