I Ranger dell`Ambiente

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I Ranger dell`Ambiente
18
ottobre2004
LAPSICOLOGAÉINLINEA
ATAVOLACOLNUTRIZIONISTA
SALUTE
Il castello smarrito
Sicurezza alimentare e diritti
del consumatore
Traumatologia del ginocchio e della caviglia
Donna Leopolda Santiago di Boscoverde passeggiava da sola per i lunghi corridoi, chiusa nella sua
vestaglia blu notte, i biondi capelli
alzati sulla nuca, il portamento eretto. Ed era questo che faceva la differenza; mentre le altre donne se ne
stavano raggruppate un po’ curve
sotto il peso dei loro tormenti, Donna Leopolda avanzava con passo
lento e fiero e la vestaglia blu notte
si trasformava in un manto principesco.
Le compagne, povere donnine, la
guardavano da lontano, bloccate da
una sottile soggezione e non osavano andarle incontro. Ma c’era
un’altra ragione per la quale sentivano di non poter colmare il grande
Donna Leopolda senza il suo castello? L’interrogativo che lei stessa si
poneva al mattino quando si svegliava e la sera prima di addormentarsi «Come faccio a vivere senza il
mio castello?», non trovava risposta
poiché Donna Leopolda e il suo castello formavano un tutt’uno indivisibile quasi fosse l’una parte
dell’altro. Le infermiere avevano liquidato la domanda con una o due
battute: «Che se ne faceva Lei di un
castello? L’ha perso? Tanto meglio!
Avrà meno stanze da spazzare!».
«Dottore – chiedeva Donna Leopolda (registrata Rosa Trotta di Empoli)
– come faccio a vivere senza il mio
castello?». «Si vedrà» rispondeva il
medico, quando rispondeva.
distacco che le separava da quella
strana e altera compagna.
Donna Leopolda raccontava che
aveva perso il suo castello, un vero
castello che era stato proprietà della
sua famiglia. Se questo fosse mai
esistito e come l’avesse perso, loro
non se lo chiedevano. Il castello era
entrato nell’immaginario collettivo
di tutte con grande prepotenza, in
quelle menti che avevano conosciuto solo appartamentini di tre o quattro vani più servizi o case di
campagna con annesso orticello.
La vicenda sembrava una fiaba dove
forze avverse avevano avuto la meglio, ne aveva tutto il fascino e passava di bocca in bocca quasi fosse
un segreto. Ci si perdeva nei labirinti
dell’asse ereditario come si era persa la stessa protagonista. La storia
terminava con un drammatico interrogativo: come poteva vivere adesso
Oltre la storia
Solo un’analisi del profondo avrebbe potuto chiarire il significato simbolico che il castello aveva
acquistato per la paziente. Un oggetto che è impossibile smarrire e
che tuttavia si era perso in quella dimensione oscura dove si era smarrita la mente della paziente. Che cosa
era successo perché una persona
fosse costretta a cambiare identità
per raggiungere l’oggetto impossibile? Il castello era stato investito di
un significato tragico visto che senza di esso la vita stessa della paziente era messa in gioco.
Per quanto assurda e incoerente
un’espressione verbale possa apparire, alla luce di un’analisi non lo è
mai. Essa racchiude e nasconde
sempre, come il più folle dei sogni,
una sua intrinseca logica.
Il concetto di alimento sicuro è
percepito dai consumatori
come tutela della salute. Infatti
l’alimento alterato, contaminato, prodotto o conservato
secondo tecniche igienicamente scorrette subisce alterazioni
di tipo microbiologico, chimico
e fisico che ne alterano le caratteristiche organolettiche, fino
a farlo diventare pericoloso per
la nostra salute.
Anche i residui di fitofarmaci
(diserbanti, insetticidi, fungicidi) utilizzati in agricoltura possono
rappresentare
un
pericolo per assunzione diretta
di alimenti ortofrutticoli contaminati e indiretta, con il consumo di carni e latte di animali
alimentati con foraggi contenenti residui di pesticidi.
L’attenzione che la pubblica
opinione riserva a questi temi è
elevatissima, come dimostrato
dal crescente aumento dei consumi di prodotti provenienti da
agricoltura biologica ed integrata.
Grande responsabilità hanno
quindi gli agricoltori e gli allevatori nel produrre materie prime ed alimenti di qualità, così
come l’industria alimentare,
cui è affidato il compito di far
giungere sulla nostra tavola
alimenti freschi e trasformati e
che deve garantire sicurezza,
qualità e controllo in ogni fase
di preparazione. Anche la distribuzione, dal grossista al
dettagliante, svolge un ruolo
essenziale nell’ambito della sicurezza, osservando il rispetto
delle norme igieniche nel trasporto, refrigerazione, stoccaggio e conservazione, indispensabili per garantire il mantenimento della qualità del
prodotto nell’ambito della filiera alimentare.
Tutte queste problematiche, di
grande rilevanza sanitaria e sociale, sono state oggetto di una
serie di Direttive Europee recepite dal Decreto Legislativo
155/97, sull’Autocontrollo Igienico dei prodotti alimentari,
già operante nel nostro paese.
Il Decreto obbliga tutti gli operatori del settore alimentare a
dotarsi di un sistema di monitoraggio (basato sul sistema
HACCP = Hazard Analysis and
Critical Control Points) che
ponga sotto controllo l’integrità del prodotto alimentare
nel corso di tutta la filiera, dalla produzione, esclusa quella
primaria, al finale consumo. Le
norme dell’Autocontrollo Igienico rappresentano, sicuramente, un ulteriore passo in
avanti nella tutela della salute
pubblica.
I recenti episodi dei cosiddetti
“polli alla diossina”, ”mucca
pazza” e “influenza dei polli”
sono però a dimostrare che
molta strada deve essere ancora compiuta per la tutela del
consumatore.
Non del tutto risolto è, ad
esempio, il problema relativo
alla piena tracciabilità del percorso di filiera che l’alimento
compie dalla produzione al
consumo finale e della relativa
indicazione sull’etichetta, un
aspetto questo che rimane insoddisfatto sia dal Decreto
sull’Autocontrollo Igienico che
dal Decreto Legislativo 109/92
recante norme sull’etichettatura dei prodotti alimentari.
Solo la correzione di questo vuoto potrà dare pienezza di contenuti
alla
sicurezza
alimentare del consumatore
europeo.
I traumatismi al ginocchio e alla caviglia (art. tibio-tarsica) sono molto
diffusi sia in età giovanile che in età
adulta.
Oggi la vita piuttosto dinamica e le
attività sportive amatoriali sono le
cause di questa traumatologia così
frequente. Molto spesso l’articolazione del ginocchio è sede di distorsioni di varia entità. Si va dal
trauma meniscale fino a lesioni più
importanti, come la rottura dei legamenti crociati.
In questi casi, la chirurgia ortopedica è spesso la soluzione più idonea,
ma vi sono casi nei quali la “terapia
manuale osteopatica” può essere di
grande aiuto. In molti casi una distorsione non ha effetti tali da rendere necessario il ricorso alla
chirurgia. L’osteopatia, con un lavoro attento e accurato, tipico
dell’artigiano, riesce, con l’uso delle
mani, a rimettere in equilibrio
l’articolazione, rispettando sempre
le precauzioni mediche del caso.
Spesso i menischi non subiscono
danni e lacerazioni, ma escono dalla
loro sede fisiologica e in questi casi,
con opportune manovre, possono
essere ricollocati nella loro sede naturale.
Questo vale per le posizioni reciproche di femore e tibia che, all’interno
dell’articolazione, in un trauma distorsivo, perdono il loro rapporto fisiologico. Con un lavoro delicato,
appropriato e non invasivo delle
mani, possiamo ridare equilibrio
all’articolazione, affinché poi possa
essere svolto un protocollo riabilitativo fisio-terapico.
L’osteopatia lavora sui movimenti
minori di un’articolazione che sempre accompagnano e influenzano i
movimenti maggiori dell’articolazione stessa (nel caso del ginocchio
la flesso-estensione).
È molto importante lavorare con
queste tecniche anche dopo un intervento chirurgico diretto sull’articolazione, per recuperare più
velocemente la flesso-estensione,
prima di dare inizio ad un lavoro di
potenziamento muscolare.
Spesso deficit di flesso-estensione
comportano problemi di riflesso sulla mobilità della rotula procurando
nel tempo vere e proprie artrosi femoro-rotulari. Parlando della rotula
è importante sapere che questa risente molto dell’equilibrio femoro-tibiale anche in condizioni
normali, non specificamente dovute
a traumatologie, come pure tutta
l’articolazione del ginocchio.
Questa infatti, trovandosi tra altre
due articolazioni importanti, quali
quella del bacino e della caviglia,
può essere sede di problematiche
che provengono per via ascendente
(dalla caviglia), per via discendente
(dal bacino) o da ambedue. In questi
casi è opportuno riequilibrare e
“normalizzare” queste articolazioni.
Nel prossimo numero parleremo dei
traumi distorsivi della caviglia, più
precisamente chiamata articolazione tibio-tarsica.
* Ci scusiamo con i lettori e con
l’autore per alcuni errori comparsi
sugli articoli pubblicati in luglio e
settembre dovuti a problemi di trascrizione.
dott.ssa Karla Saunig
dott. Daniele Leoni
dott. Giovanni Quercioli
psicologa - psicoterapeuta
La rubrica è aperta ai lettori che possono scrivere alla redazione:
via Volturno 10/12a - 50019 Sesto F.no
fax 055340814
specialista in scienza dell’alimentazione
Il dott. Leoni risponde ai lettori dal lun. al ven. dalle 21 alle 22 allo 055715777
Studi: viale Talenti 118 - 50142 Firenze, tel. 0557135069
via G. Milanesi 83 - 50134 Firenze, tel. 055476087/055485418
scienze motorie-fisioterapista kinesiologo
Via Martelli, 8
50122 Firenze
tel. 055214770
QUADRIFOGLIO
I Ranger dell’Ambiente
Riparte l’attività del Quadrifoglio nelle scuole… ed a fine aprile una grande festa!
Inserita nel progetto “Le chiavi della città” del Comune di
Firenze, riparte l’attività didattica di Quadrifoglio Spa - in
collaborazione con il Teatro
dei Fondi di San Miniato – rivolta alla Compagnia dei Ranger dell’Ambiente.
L’iniziativa, rivolta alle classi
delle scuole elementari, ha lo
scopo di sensibilizzare insegnanti e ragazzi alle sempre
più pressanti problematiche
ambientali legate ai temi del
consumo e della riutilizzazione di risorse.
In particolare attraverso
l’ausilio di operatori specializzati si punterà alla costruzion e d i piccoli Ran ger
dell’Ambiente capaci di sensibilizzare anche gli adulti ad
un corretto comportamento
verso l’ambiente.
L’iniziativa si sviluppa su due
anni.
Per gli insegnanti
del primo anno
Un incontro sul progetto e
sulle modalità di svolgimento.
Un laboratorio di 3 incontri
per ogni gruppo di insegnanti.
Nei laboratori verranno affrontate le modalità di approccio che saranno poi seguite dal tutor nel lavoro
all’interno delle classi.
La metodologia di lavoro è
quella del “gioco di ruolo” attraverso il quale si vuole
Pagina precedente
giungere ad una piena consapevolezza delle proprie potenzialità e possibilità nei
confronti dell’ambiente circostante.
Un laboratorio conclusivo di
preparazione della festa e di
analisi dei risultati conseguiti.
Via Baccio da Montelupo
52, ottobre-novembre,
ore 17-19
Per gli insegnanti
del secondo anno
Un incontro sul progetto e
sulle modalità di svolgimento.
Un laboratorio di 2 incontri
per ogni gruppo di insegnanti. Nei laboratori verranno affrontate le modalità
di svolgimento dei compiti
dei ranger nel loro secondo
anno, dalla scuola alla casa
al territorio circostante:
caccia alla cacca, caccia
grossa, il manuale del Giovane Ranger sono alcune
delle attività proposte.
Un laboratorio conclusivo
di preparazione della festa e
di analisi dei risultati conseguiti.
Via Baccio da Montelupo
52, ottobre-novembre,
ore 17-19
Per le classi
40 classi al massimo (tra
primo e secondo gruppo)
Laboratorio nelle classi
Ci saranno 3 incontri, (almeno di 2 ore) rivolti ai bambini,
per il primo anno.
Il tutor interverrà nelle classi
per definire insieme ai bambini il ruolo del ranger e cosa
dovrà fare ognuno, una volta
nominato per tener fede alle
promesse fatte.
Per quelli del secondo anno si
prevedono delle attività specifiche di sensibilizzazione quali: caccia alla cacca, caccia
grossa, definizione dei testi
del manuale del Giovane Ranger ed altro ancora.
Ore totali: 240; gennaio-aprile 2005. Sede: scuole
interessate; gli spostamenti
sono a carico delle scuole
Festa a fine aprile
In un giorno prefissato insieme
avverrà la “Liberazione di Firenze” durante la quale la città sarà
liberata da una serie di elementi
negativi. Una grande festa, di
forte impatto visivo, sonoro ed
emotivo nella quale il Sindaco
nominerà i bambini Ranger per
l’Ambiente inserendoli nella
CRA.
Sarà poi una banda fatta di strumenti riciclati ad introdurre il
momento di cerimonia solenne.
Ore totali: 4 per la festa
I compiti della
Compagnia Ranger
dell’Ambiente
Il compito di ogni Ranger non
dovrebbe limitarsi al solo
giorno della “Liberazione di
Firenze”, ma durante tutto
l’anno, ogni bambino (a scuola, in famiglia e con tutta la cittadinanza) avrà il diritto-dovere, anche individuale, di ammonire i cattivi comportamenti con la sola arma della
parola e del buon esempio.
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