I tre risvegli dell`inquieta e incantevole Rohrwacher
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I tre risvegli dell`inquieta e incantevole Rohrwacher
MASOLINO D'AMICO Teatro I tre risvegli dell'inquieta e incantevole Rohrwacher Alba Rohrwacher nei "Tre risvegli" diPatrizia Cavalli, regia di Mario Mortone rivo di una benefica pioggia. Non tutto questo è proprio chiaro al pubblico dell'incantevolmente adolescenziale Alba Rohrwacher, che con intermezzi suonati da un quartetto d'archi si dimena sopra un letto vegliata dalla poetessa-autrice in persona, lettrice ad alta voce dei propri commenti. I 40' squisitamente organizzati dalla regia di Mario Martone scorrono tuttavia indolori. 0 IL CASELLANTE TRE RISVEGLI P rosa al 59° Festival di Spoleto. Grazie a un infortunio, Nino ha ottenuto una modesta dimora e un incarico di sorvegliante presso una primitiva linea ferroviaria della Sicilia periferica. Vive tranquillo con la moglie che non riesce a ingravidare e arrotonda suonando con un partner - chitarra e mandolino - presso il barbiere del paese. Ma è il '42. Arriva la guerra; un gerarchetto fa arrestare i musicanti, rei di addomesticare ironicamente le arie del regime. L'intervento di un mafioso li libera, ma durante l'assenza di Nino sua moglie, miracolosamente incinta grazie all'intervento di una fattucchiera, è stata violentata. Il nostro non si sottrae all'atavica imposizione di vendicarsi. Però col bambino la donna ha perso il senno, ora si crede una pianta, affonda i piedi nella terra. Nino la asseconda, e, prodigio, la pianta fiorisce. Il sospirato figlio arriva. Nel Casellante, romanzo di Andrea Camilleri ora adattato dall'autore col regista Giuseppe Dipasquale, coesistono più elementi - la farsa paesana, la sceneggiata melodrammatica, il mito ovidiano. Nello spettacolo invece sono allineati, si passa dall'uno all'altro in sequenza. Nel libro l'amalgama lo dà il noto impasto linguistico dello scrittore che svaria tra i registri, mentre sul palco, dove grazie alla partecipazione, anche come attore, di Mario Incudine, sono sfruttati gli spunti musicali, la parola è appiattita e spesso resa poco intelligibile da una amplificazione molesta. Questo non risparmia i frequenti interventi di un narratore, il simpatico Moni Ovadia, che si sdoppia in qualche macchietta - la mammana, il fascistone - di una comicità superficiale, poco in carattere con gli sviluppi della vicenda. Spettatori un po' sconcertati, ma alla fine plaudenti. In Tre risvegli di Patrizia Cavalli una donna dorme sonni disturbati da inquietudini di tipo amoroso e meteoropatico, il terzo dei quali è risolto dall'ar- MEDIA BYNC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI «Uriti a lungo? Contano tinche le vile personali» Boldi&DeSica Vent'anni insieme, dominatori indm-u^sì ddc.inepaneU.oni, do «Yuppies! giovani di successo» a «Natale a Miami» Ficarra e Picone A volte sulla pcmnwnza tifile coppie di attori influiscono molta ir miglili professionali; hlcarra e Picone hanno inizimi) in teatro, poi hanno fatto sia cinema sia televisione, insomma non si sono legati a un unico genere BisioeSiani Due inerir ito. unire e contrapposte, settentrionale e meridionale, che hanno fatto la fortuna di due successi come «Benvenuti al Sud» e «Benvenuti ni Nord» 7 domande a Massimo Boldi Lei e Christian De Sica eravate l'imbattibile coppia dei cinepanettoni. Poi vi siete divisi continuando a fare film di Natale ognuno per proprio conto. È cosi difficile resistere a lungo? «Io e Christian abbiamo condiviso un percorso durato un quarto di secolo. Eravamo un team, siamo rimasti insieme tanto forse anche perché come Bud Spencer e Terence Hill vivevamo lontani, io a Milano, lui a Roma. Poi, sulla resistenza, contano anche le vite personali. Finché ho avuto accanto la mia cara moglie mi sono sentito protetto e tutto funzionava, poi quando lei è mancata le cose sono mutate». Bud Spencer & Terence Hill una coppia così non c'è più stata Funzionava la loro diversità, oggi i comici tendono a fare da soli il caso I n coppia è bello, ma da soli, spesso, è meglio ancora. Con la fine di Bud Spencer si è chiuso uno dei sodalizi più amati dello storia del cinema italiano, un rapporto che, a partire dal 1970, con Lo chiamavano Trinità, non ha conosciuto crisi o battute d'arresto. Mentre gli altri andavano in pezzi, Bud Spencer e Tel-enee Hill resistevano distriLa camera buendo pugni, calci e schiaffoni e ritrovandosi alla fine, fianco a ardente Roma rende fianco, più suonatìeuniti che mai. Popò sono venuti altri duetti, omaggio a Bud Spen- ma poclii sono stati cosi granitici cer, morto a e intonati, per trovarne altri bi#6' armi, oggi sogna ripensare ai passato, a Tbin Campido- tò e Peppino, a Stantio e Oliio, a glio con una Jack Lemmon e Walter Matcamera thau: «Per funzionare - riflette ardente dalle Pietro Val secchi di Taodne, proIO allei!)per duttore di Checco Zalone e dei volontà della Soliti idioti - le coppie devono avere affinità, ma anche torte difamiglia. 1 funerali versità e dialettica vivace». Altrimenti «chi là da sé fa per tre... dell'ili toì-c di coppie che resistono nel temsaranno po uè soao limaste pochissime, i domani alle 12 in Piazza comici tendono ad andare avanti in solitudine perchè spesso sono grandi indivìdua listi». alla Chiesa E invece la scintilla che degli Artisti scattare la risata, sta proprio nella coesistenza delle differenze: «Il bello e il brutto, il grasso e il magro, l'alto e il basso... le caratteristiche fisiche opposte fanno ridere, ma per saperle sfruttare al meglio ci vogliono cervello e P • _ • _ • • • • • 9 rosa al 59" Festival di Spoleto. Grazie a mi infortunio, Nino ha ottenuto una modesta dimora e un incarico di sorvegliante presso una primitiva linea ferroviaria della Sicilia periferica. Vive tranquillo con la moglie che non riesce a ingravidare e arrotonda suouando con un partner - chit a i r a e mandolino - presso il barbiere del paese. Ma è il '42. Arriva la guerra; un gerarchetto fa arrestare i musicanti, rei di addomesticare ironicamente le arie del regime. L'intervento di un mafioso li libera, ma durante l'assenza di Nino sua moglie, miracolosamente incinta grazie all'intervento di una fattucchiera, è stata vio- Granitici Dopo Bud Spencer e 'lerence Hill sono venuti altri duetti, ma pochi sono stati così forti e intonati Per trovarne altri bisogna ripensare al passato, a Tota e Peppino, a Stanilo e Olilo, a Jack Lemmon e Walter :\U--rthai< testi scritti bene». Spesso la separazione arriva insieme al grande salto: «Penso a Biggio e Mandelli, insieme hanno incassato 18 milioni di euro, poi hanno voluto fare un altro tipo di film, abbandonando i personaggi che li avevano fatti esplodere. Risultato? Disastro economico e rapporti divenuti fallimentari che, forse, solo con il tempo potranno essere recuperati». Basta guardarsi intorno per trovare conferme al teorema: «Lillo e Greg funzionano, ma già da un po' Lillo fa cose per conto suo. Invece Bud Spencer e Terence Hill sono andati avanti insieme, Bud il gigante buono amato da tutti e Terence il bel tenebroso. In questo momento credo che la migliore coppia del cinema sia quella formata da Valeria Brunì Tedeschi e Micaela Ramazzotti nella Pazza gioia di Virzi». Secondo Giampaolo Letta, gran capo della major Medusa, sulla persistenza delle coppie influiscono molto le origini professionali: «Ficarra e Picone hanno iniziato in teatro, poi hanno fatto cinema e tv, insomma non si sono legati a un unico genere. Anche per Aldo, Giovanni e Giacomo vale l'estrazione teatrale, l'aver continuato ad alternare palcoscenico e set, dosando bene le produzioni cinematografiche». Per restare insieme e venire apprezzati, sottolinea Letta, «bisogna essere in grado di rimettersi ogni volta in discussione, rigenerando il proprio Dna, la propria cifra speciale, stando attenti a non inflazionarsi, intervallando lavoro e periodi di riposo». Sa farlo il Trio e sanno farlo Ficarra e Picone «che hanno anche dimostrato di poter essere poliedrici». In altri casi si afferma la logica del «monoprodotto, quella che per lungo Lempo ha guidato l'unione Boldi-De Sica. Stavano insieme per fare il cmepanettone e per il resto dell'anno ognun per sé». Tra le intese del passato prossimo Letta rievoca quella tra CocM e Renato «mi piacevano moltissimo, le loro esibizioni erano frutto di un'attenta ricerca artìstica» e con, un certo rimpianto, cita il breve tnatrimoniotra Benigni e Troisi. Si narra che le riprese di Non ci resta che piangere venissero spesso interrotte causa mrrattenibili crisi di risate delia troupe : «Sono stati un mito della mia giovinezza, venivano dalla pratica teatrale, insieme erano rmidabili, e se Troisi non fosse venuto a mancare sarebbero andati avanti chissà fino a quando». Ha marciata tra gli applausi anche la coppia Claudio BisioAlessandro Siani, due identità unite e contrapposte, settentrionale e meridionale, che hanno fatto la fortuna di Benvenuti al Sud e Benvenuti al Nord. Per il Re MIda degli incassi Checco Zalone funziona, invece un'altra ricetta: «Zalone - spiega Letta - è n coppia con il regista Gennaro Nunziante. Due personalità diverse, che si completano in u n r a p porto simbiotico». Alba Rohrwacher nei '"Tre risvegli" dì Patrizia Cavalli, regia di Mario Man onc M\sfii IMI D'AMICI Teatro I ITO risvegli dell'inquieta e incantevole Rohrwacher lentata. Il nostro non si sottrae all'atavica imposizione di vendicarsi. Però col bambino la donna ha perso il senno, ora ai crede una pianta, affonda i piedi nella terra. Nino la assecon- da, e, prodigio, la pianta fiori:-:•:•<•.•. ! ' vj:-r.i(-:i!i- ( u j i - t .(VITv;I. Nel Casellante, romanzo di Andrea Camilleri ora adattato dall'autore col regista Giuseppe Dipasquale, coesistono più ele- MEDIA menti - la farsa paesana, la sceneggiata melodrammatica, il mito ovidiano. Nello spettacolo invece sono allineati, si passa dall'uno all'altro in sequenza. Nel libro l'amalgama lo dà il noto impasto linguistico dello scrittore che svaria t r a i registri, mentre sul palco, dove grazie alla partecipazione, anche come attore, di Mario Incudine, sono sfruttati gli spunti musicali, la parola è appiattita e spesso r e s a poco intelligìbile da una amplificazione molesta. Questo non risparmia i frequenti interventi di un narratore, il simpatico Moni Ovadia, che si sdoppia in qualche macchietta - la mammana, il fascistone - di una comicità superficiale, poco in carattere con gli sviluppi della vicenda. Spettatori un po' scon- Pensa a una riunificazione? «Non spingo più in quella direzione, per tornare insieme ci vorrebbe un produttore con una grande idea». Però slete rimasti In buoni rapporti. Giusta? «Ci siamo rivisti a teatro, abbiamo chiacchierato di famiglia, di musica, ma non abbiamo toccato l'argomento lavoro». Che ricordo ha di Bud Spencer? «Lo conobbi negli Anni 70, quando aveva l'hobby dì volare in aeroplano. Per farlo veniva a Milano e ima volta invitò me e Enzo Jannacei. Ci ritrovammo tutti e t r e insieme, a guardare Milano dall'alto...». Perché Bud Spencer e Terence Hill sono piaciuti così tanto? «Hanno fatto un cinema popolare, semplice, un cinema che non faceva pensare e, così facendo, sono diventati "cult". E un po' quello che è accaduto a me e a Christian, io stesso mi meraviglio vedendo, oggi, bambini dai 3 anni in su che reagiscono ai nostri film esattamente come reagivano i loro coetanei di quando quei film sono usciti per la prima volta». Vedere coppie comiche durature è più raro. Come mai? «Noi comici siamo sempre stati trattati male da tutti, eppure le nuove generazioni che hanno provato a tare commedie più nubili hannu perso il senso della realtà, la capacità di divertire». A quando risale l'ultimo Incontro con Bud Spencer? «Ci siamo visti due anni fa, a una partita di pallanuoto a Roma: andai a salutarlo con deferenza e lui mi disse"ma tu sei un grande!". E ' triste, ma anche quando si lascia la nostra Terra non si muore mal.. Tra mille anni potremo sempre rivedere Bud cosi com'era». [F. G] certati, ma alla fine plaudenti. In I r e ri.s'i>e£//di Patrizia Cavalli una domia dorme sonni disturbati da inquietudini di tipo amoroso e meteoropatico, il terzo dei quali è risolto dall'arrivo di una benefica pioggia. Non t u t t o questo è proprio chiaro al pubblico dell'incantevolmente adolescenziale Alba Rohrwacher, che con intermezzi suonati da u n quartetto d'archi si dimena sopra un letto vegliata dalla poetessa-autrice in persona, lettrice ad alta voce dei propri commenti. I 40' squisitamente organizzati dalla regia di Mario ÌVlartone scorrono tuttavia indolori.