Espulsioni a catena nei confronti dei fratelli bruzi I
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Espulsioni a catena nei confronti dei fratelli bruzi I
16 MERCOLEDÌ 25 aprile 2012 calabria ora C O S E N Z A Da sinistra a destra, il compasso e la squadra, un momento dell’iniziazione al grado di maestro, l’occhio onniveggente, la Menorah, il candelabro a sette braccia che rappresenta i sette cieli e i sette pianeti, In basso, il gran maestro del Goi, l’avvocato Gustavo Raffi all’inizio di una gran loggia COSENTINI contro Raffi Espulsioni a catena nei confronti dei fratelli bruzi I dissidenti si sono riuniti in una loggia di Rende Un tempo sapevano di lettere e umane- centimetri sopra terra lungo Corso Mazsimo. Ora non inseguono solo il far di zini: tanto effetto fanno i grembiuloni. conto. Ma, come si dice, tanto va la gatta Beata letizia. Era un soleggiato aprile di al lardo che ci lascia lo zampino. E le trac- tre anni fa. Mentre altrove, nel resto delce del gattaccio mariuolo incominciano e la regione, Raffi arraffa pezzi da novanta, vedersi in giro. Ci tocca anche stavolta ci- quelli che hanno il pelo sullo stomaco ma tare il Gran Maestro, l’avvocato di Bagna- che, però, finiscono in galera. Solo un ancavallo (Ravenna), Gustavo Raffi che tan- no fa le manette scattarono per tal Domenico Macrì, originario to “conta” sui fratellini calabresi. E Cosenza? SoAntonio Perfetti di Nicotera ma residente Città di Castello, anlita domanda: che c’enè diventato “33” ach’egli portatore del tra? C’entra perché a Cosenza l’avvocato di Racirca tre anni fa grembiulone di verde quale Gran Cerivenna (avvocato solo su Ma il potere vero bordato, moniere Onorario, semun ormai marcito diploresta altrove pre nominato dall’uomo ma di laurea) s’è messo di Bagnacavallo. Macrì è in testa di fare “piazza incriminato di concorpulita”, consegnando un solo grembiuloso in riciclaggio ne verde, quello dei gran maestri appundi denaro to, al più innocuo e inoffensivo dei fratelli, Antonio Perfetti, avvocato anche lui che, appena nominato, lo si poteva veder volteggiare radioso e gaudente a trentatré sporco, per l’esattezza proventi del traffi- mincia a scricchiolare già da quando ha co di cocaina gestito dalle cosche vibone- fatto carte false per farsi rieleggere tal si di Limbadi. Macrì voleva versare quin- quale, oltre la lettera della norma, per il dici milioni d’euro in un istituto di credi- terzo mandato consecutivo. Ed è qui che to di San Marino: Repubblica frequenta- i cosentini – ma non tutti, anzi, tutto tissima dal Macrì per i suoi strettissimi sommato una minoranza – la puzza di rapporti con la locale Serenissima Gran bruciato che prima percepivano appena, Loggia. Il gran maestro Raffi, lungi dal ora la sentono invadergli narici, cervello e stomaco. Nascono così i prender le distanze da un uomo sospettato di conIl “Cerimoniere” sommovimenti e, sopratle prime lotte intetiguità con la ’ndrangheDomenico Macrì tutto, stine all’interno delle logta, anziché espellerlo procede ad una semplice soè stato accusato ge di questa città. Peccasolo che nella maggior spensione dall’ordine di aver riciclato to parte dei casi ci si è limimassonico. Comportadanaro sporco tati a scagliarsi l’un l’altro mento che valse l’accusa invettive, sputarsi veleno più grave, mossa nei confronti di Raffi, di aver «taciuto» su tale addosso, inimicarsi, separarsi. Molti lavicenda giudiziaria, nota come operazio- sciano la madre patria massonica, il ne “Decollo Money”. Un silenzio che, evi- Grande Oriente d’Italia, per confluire in altre obbedienze o generarne di nuove. dentemente, seguita a perdurare. Di contro, il frammassone Raffi espel- Altri hanno preferito restare nel Goi spele senza indugi sette “fratelli” cosentini rando di riuscire ad ingaggiar battaglia per essersi opposti ai suoi metodi, al dall’interno, per salvare il salvabile: esatsuo management, alle sue omer- tamente a tale scopo nasceva la prima tà e ad un sacco d’altre robette. loggia a Rende, denominata Quatuor CoSette espulsi più 36 sospesi: ronati (Quattro Santi Coronati, quattro argomento già accenna- martiri citati a chiusura del più antico manoscritto massonico di cui si avesse to ai nostri lettori. Ma lo scran- conoscenza, il Poema Regius). Insomma, di riffa o di raffa Raffi ha rotno di Raffi to i cosiddetti, soprattutto a quel “grande incoelettore” che era e resta la provincia di Cosenza coi suoi milleduecento iscritti sparsi in 27 logge, dove peraltro le lame del tradimento non hanno risparmiato vittime, alla vigilia del repulisti escogitato dall’uomo di Bagnacavallo per farsi rieleggere gran maestro: bastava andar da questi e spifferargli all’orecchio i cattivi pensieri espressi dai “fratelli” sul suo conto, per ottenere fiducia e riconoscimenti dal massimo grado del Goi. Un giochetto sin troppo abusato ma che continua a funzionare. Eppure già si vedono affiorare i primi pentimenti, i primi rimorsi di coscienza, i primi rammarichi di ritrovarsi in un Ordine in cui non ci si riconosce più. LUIGI GUIDO [email protected] GRAN LOGGIA È il momento più importante nella vita di una obbedienza È l’assemblea di tutti i venerabili Elegge il gran maestro, che nel Goi resta in carica per tre mandati, approva i bilanci e le direttive generali per la vita delle logge