Espulsioni a catena nei confronti dei fratelli bruzi I

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Espulsioni a catena nei confronti dei fratelli bruzi I
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MERCOLEDÌ 25 aprile 2012
calabria
ora
C O S E N Z A
Da sinistra a destra, il compasso e la squadra, un momento dell’iniziazione al grado di maestro, l’occhio onniveggente, la Menorah, il candelabro a sette braccia che rappresenta i sette cieli e i
sette pianeti, In basso, il gran maestro del Goi, l’avvocato Gustavo Raffi all’inizio di una gran loggia
COSENTINI
contro Raffi
Espulsioni a catena nei confronti dei fratelli bruzi
I dissidenti si sono riuniti in una loggia di Rende
Un tempo sapevano di lettere e umane- centimetri sopra terra lungo Corso Mazsimo. Ora non inseguono solo il far di zini: tanto effetto fanno i grembiuloni.
conto. Ma, come si dice, tanto va la gatta Beata letizia. Era un soleggiato aprile di
al lardo che ci lascia lo zampino. E le trac- tre anni fa. Mentre altrove, nel resto delce del gattaccio mariuolo incominciano e la regione, Raffi arraffa pezzi da novanta,
vedersi in giro. Ci tocca anche stavolta ci- quelli che hanno il pelo sullo stomaco ma
tare il Gran Maestro, l’avvocato di Bagna- che, però, finiscono in galera. Solo un ancavallo (Ravenna), Gustavo Raffi che tan- no fa le manette scattarono per tal Domenico Macrì, originario
to “conta” sui fratellini
calabresi. E Cosenza? SoAntonio Perfetti di Nicotera ma residente
Città di Castello, anlita domanda: che c’enè diventato “33” ach’egli
portatore del
tra? C’entra perché a Cosenza l’avvocato di Racirca tre anni fa grembiulone di verde
quale Gran Cerivenna (avvocato solo su
Ma il potere vero bordato,
moniere Onorario, semun ormai marcito diploresta altrove
pre nominato dall’uomo
ma di laurea) s’è messo
di Bagnacavallo. Macrì è
in testa di fare “piazza
incriminato di concorpulita”, consegnando un solo grembiuloso in riciclaggio
ne verde, quello dei gran maestri appundi denaro
to, al più innocuo e inoffensivo dei fratelli, Antonio Perfetti, avvocato
anche lui che, appena nominato, lo si poteva veder
volteggiare radioso
e gaudente a
trentatré
sporco, per l’esattezza proventi del traffi- mincia a scricchiolare già da quando ha
co di cocaina gestito dalle cosche vibone- fatto carte false per farsi rieleggere tal
si di Limbadi. Macrì voleva versare quin- quale, oltre la lettera della norma, per il
dici milioni d’euro in un istituto di credi- terzo mandato consecutivo. Ed è qui che
to di San Marino: Repubblica frequenta- i cosentini – ma non tutti, anzi, tutto
tissima dal Macrì per i suoi strettissimi sommato una minoranza – la puzza di
rapporti con la locale Serenissima Gran bruciato che prima percepivano appena,
Loggia. Il gran maestro Raffi, lungi dal ora la sentono invadergli narici, cervello
e stomaco. Nascono così i
prender le distanze da un
uomo sospettato di conIl “Cerimoniere” sommovimenti e, sopratle prime lotte intetiguità con la ’ndrangheDomenico Macrì tutto,
stine all’interno delle logta, anziché espellerlo procede ad una semplice soè stato accusato ge di questa città. Peccasolo che nella maggior
spensione dall’ordine
di aver riciclato to
parte dei casi ci si è limimassonico. Comportadanaro sporco
tati a scagliarsi l’un l’altro
mento che valse l’accusa
invettive, sputarsi veleno
più grave, mossa nei confronti di Raffi, di aver «taciuto» su tale addosso, inimicarsi, separarsi. Molti lavicenda giudiziaria, nota come operazio- sciano la madre patria massonica, il
ne “Decollo Money”. Un silenzio che, evi- Grande Oriente d’Italia, per confluire in
altre obbedienze o generarne di nuove.
dentemente, seguita a perdurare.
Di contro, il frammassone Raffi espel- Altri hanno preferito restare nel Goi spele senza indugi sette “fratelli” cosentini rando di riuscire ad ingaggiar battaglia
per essersi opposti ai suoi metodi, al dall’interno, per salvare il salvabile: esatsuo management, alle sue omer- tamente a tale scopo nasceva la prima
tà e ad un sacco d’altre robette. loggia a Rende, denominata Quatuor CoSette espulsi più 36 sospesi: ronati (Quattro Santi Coronati, quattro
argomento già accenna- martiri citati a chiusura del più antico
manoscritto massonico di cui si avesse
to ai nostri lettori.
Ma lo scran- conoscenza, il Poema Regius).
Insomma, di riffa o di raffa Raffi ha rotno di Raffi
to i cosiddetti, soprattutto a quel “grande
incoelettore” che era e resta la provincia di
Cosenza coi suoi milleduecento iscritti
sparsi in 27 logge, dove peraltro le lame
del tradimento non hanno risparmiato vittime, alla vigilia del repulisti escogitato dall’uomo
di Bagnacavallo per farsi rieleggere gran
maestro: bastava
andar da questi
e spifferargli all’orecchio i cattivi pensieri espressi dai “fratelli” sul
suo conto, per ottenere
fiducia e riconoscimenti dal
massimo grado del Goi. Un
giochetto sin troppo abusato ma
che continua a funzionare. Eppure
già si vedono affiorare i primi pentimenti, i primi rimorsi di coscienza, i primi
rammarichi di ritrovarsi in un Ordine in
cui non ci si riconosce più.
LUIGI GUIDO
[email protected]
GRAN
LOGGIA
È il momento
più
importante
nella vita
di una
obbedienza
È l’assemblea
di tutti i
venerabili
Elegge il gran
maestro, che
nel Goi resta
in carica per
tre mandati,
approva i
bilanci e le
direttive
generali per
la vita delle
logge