mo yan - Salone del Libro

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GRANDI SCRITTORI DA TUTTO ILMONDO: MO YAN
Comunicato n.70 - 13 maggio 2007
Domenica 13 maggio alle 17.00 una delle maggiori figure della letteratura cinese
contemporanea – Mo Yan – è stata protagonista di un lungo incontro introdotto dal
critico Claudio Magris e dalla traduttrice Maria Rita Masci, intervenuti subito dopo il
benvenuto dato allo scrittore dal direttore Ernesto Ferrero.
Magris definisce Mo Yan uno dei migliori narratori della nostra epoca. “La sua
narrativa – commenta – è in grado di offrire quel senso dell’epicità della vita che la
letteratura occidentale ha ormai perso”. Per Magris il capolavoro di Yan è Sorgo
Rosso – da cui il regista Zhang Yimou ha tratto un celebre film. Magris osserva: “Si
tratta di un romanzo travolgente, spietato, che come i grandi classici sa raccontare la
storia universale attraverso le storie individuali”.
Anche Maria Rita Masci fa riferimento a Sorgo Rosso e spiega: “Negli anni ’80
quest’opera fa scalpore in Cina perché descrive per la prima volta l’invasione
giapponese dal punto di vista delle persone comuni. Le vicende si nutrono più della
disperazione dei personaggi che di leggende e folklore”. Masci chiede all’autore di
spiegare in cosa le sue opere siano diverse da quelle tradizionali.
Yan premette che fino a vent’anni è stato un contadino senza cultura. Per questo
sente di poter descrivere solo ciò che conosce direttamente per esperienza e di non
essere interessato alle teorizzazioni. Gli stanno a cuore le emozioni delle persone che
sperimentano sulla loro pelle gli avvenimenti. Non crede che le versioni ufficiali della
storia siano complete: il suo obiettivo è narrare la “sua” guerra come la sente
raccontare dalla viva voce della sua gente. Masci domanda come si sia formata la
passione per lo scrivere in Yan, che spiega di aver studiato letteratura per la prima
volta alla scuola dell’esercito in cui si è arruolato per sfuggire alla povertà. La sua
visione del mondo è però tutt’altro che militaresca. Come sottolinea Masci, le opere di
Yan sono criticate ferocemente in Cina per i loro contenuti. Ad esempio, In Grande
seno, fianchi larghi Yan prende di mira la concezione cinese della donna, vista come
strumento di concepimento. Nel romanzo di prossima uscita – Il supplizio del legno di
sandalo – descrive la storia cinese vista da un uomo che si reincarna in un animale
sempre diverso. “È un’opera molto diversa dalle precedenti – anticipa Yan – perché
credo che uno scrittore non debba mai ripetersi”.
Sala Azzurra, ore 17.00, 13 maggio 2007